Laurea in Matematica o Ingegneria?

pquadri1
Sono uno studente all'ultimo anno di superiori. L'anno scorso ho passato il test del Politecnico e quest'anno ho fatto quello per le Lauree Scientifiche. Solo che non so decidermi su cosa fare. All'Open Day in Bicocca era stata accennata la possibilità di laurearsi in Matematica e poi, con pochi esami integrativi (~un annetto) di potersi laureare in Ingegneria Matematica. Sapreste dirmi di più?

Risposte
tecnos1
"Federico777":
[quote="dzcosimo"]@Federico777 Completamente d'accordo sulla seconda parte, mentre trovo piuttosto opinabile che ingegneria matematica sia il modo giusto di imparare a pensare astratto razionale e fuori dagli schemi, o che comunque abbia questa prerogativa rispetto alle altre ingegneria


Perché non dovrebbe? Si certamente in un corso di matematica pura tali capacità si sviluppano maggiormente... questo non lo metto in dubbio... ma di certo in corsi come Matematica per l'ingegneria e Ingegneria matematica tali aspetti non vengono eliminati del tutto specie nella triennale che è una L-35 (é possibile fare anche delle tesi in matematica pura)... Penso che tali aspetti vengano trattati certamente più che in altre ingegnerie dando la possibilità a chi vuole di approfondire e mettersi al pari con i colleghi matematici (trovami un ingegnere che studia algebra, topologia, geometria differenziale ecc.)... Alcuni laureati della triennale hanno proseguito la magistrale in matematica senza problemi da quello che so... Altri invece hanno preso una seconda laurea in matematica a Palazzo Campana... Se capacità di astrazione=matematica allora nemmeno i fisici dovrebbero avere una mente elastica (cosa di cui sono dotati ampiamente)...[/quote]

In primo luogo sono completamente d'accordo con quanto scrivi, fermo restando che ingegneria matematica non è ingegneria al politecnico di Torino (scienze matematiche + modellistica matematico fisica per l'ingegneria) e lo è solo in parte nella triennale del polimi. Detto questo, l'elasticità mentale è modificabile solo in parte con lo studio e troverai matematici poco elastici come laureati in giurisprudenza con un'ottima elasticità mentale. Dipende!
Definire l'"ingegneria" come una disciplina a se stante, oggi, a mio parere non ha senso. Pensiamo alla differenza di formazione fisico matematica che ha un ingegnere nucleare (o dei materiali) rispetto ad un ingegnere edile, oppure un navale rispetto ad un gestionale, ad esempio, ma queste differenze (non solo di base ma soprattutto caratterizzanti nei casi a seguire) le troviamo anche in altri corsi, vedi ingegneria informatica paragonata a mecanica, oppure aerospaziale con elettrica o chimica.

dzcosimo
sì anche io
tantissimo

Luc@s
"Luca.Lussardi":

[...]
in particolare viene apprezzata l'elasticità mentale che caratterizza la mente di un matematico.


concordo, visto molto spesso :-D

tecnos1
Per quanto riguarda la finanza le figure più richieste sono ingegneri, matematici e fisici.

http://areeweb.polito.it/didattica/poly ... Lavoro.htm

Ingegneria matematica ha un orientamento dedicato alla finanza anche se parliamo di modellistica matematico fisica per l‘ingegneria. L‘ottica viene studiata ampiamente ad ingegneria fisica specialmente a Milano visto che Torino si è focalizzata sulla fisica dei sistemi complessi.

Federico7771
"dzcosimo":
Non sono un grande estimatore del CdL in ingegneria matematica, però non credo che sia questo il lugo opportuno per discuterne


Ok... Anche perché siamo leggermente OT... Comunque se mai vorrai parlarne, anche in separata sede volendo, sappi che io sono interessato a queste discussioni :wink:

dzcosimo
No io sono convinto del contrario. Non è rispetto a matematica e a fisica che secondo me non regge il confronto, ma non lo regge in quanto ingegneria rispetto alle altre ingegnerie.
Non sono un grande estimatore del CdL in ingegneria matematica, però non credo che sia questo il lugo opportuno per discuterne

Federico7771
"dzcosimo":
@Federico777 Completamente d'accordo sulla seconda parte, mentre trovo piuttosto opinabile che ingegneria matematica sia il modo giusto di imparare a pensare astratto razionale e fuori dagli schemi, o che comunque abbia questa prerogativa rispetto alle altre ingegneria


Perché non dovrebbe? Si certamente in un corso di matematica pura tali capacità si sviluppano maggiormente... questo non lo metto in dubbio... ma di certo in corsi come Matematica per l'ingegneria e Ingegneria matematica tali aspetti non vengono eliminati del tutto specie nella triennale che è una L-35 (é possibile fare anche delle tesi in matematica pura)... Penso che tali aspetti vengano trattati certamente più che in altre ingegnerie dando la possibilità a chi vuole di approfondire e mettersi al pari con i colleghi matematici (trovami un ingegnere che studia algebra, topologia, geometria differenziale ecc.)... Alcuni laureati della triennale hanno proseguito la magistrale in matematica senza problemi da quello che so... Altri invece hanno preso una seconda laurea in matematica a Palazzo Campana... Se capacità di astrazione=matematica allora nemmeno i fisici dovrebbero avere una mente elastica (cosa di cui sono dotati ampiamente)...

Sk_Anonymous
"Anisocoro":
le ricerche statistiche si basano su interviste telefoniche a risposta.

Quelle di almalaurea, se ricordo bene, no. C'è un questionario da compilare, facoltativamente, dopo la laurea. Ma potrei ricordare male.

Anisocoro
Fa piacere essere in questo forum perchè è un piacere discutere con persone intelligenti, ahimè temo molto più di me. Ho l'impressione che ci siano,però, dei dati non perfettamente affidabili: so che, non essendo disponibili i dati dell'INPS sugli ex studenti, le ricerche statistiche si basano su interviste telefoniche a risposta. ovviamente, facoltativa. Ora, si sa che molti si vergognano a rivelare cose spiacevoli o presunte tali,per cui, se un laureato non lavora, molto probabilmente non risponderà. In effetti le proporzioni si basano su una PICCOLA percentuale di laureati, coloro che hanno accettato di rispondere. Non è prudente prenderli per dati veri, diciamo che sono una utile approssimazione.
Sul fatto dei fisici specializzati in Ottica, mi chiedo se non sarebbe stato altrettanto utile,per queste aziende, incaricare ingegneri già assunti di riprendere testi di Ottica e di imparare nuove conoscenze ad hoc, piuttosto che cercare persone esterne.

fab_mar9093
"giuliofis":
[quote="Paolo90"][quote="dzcosimo"]Sì vabbè dai, ora viemmi a dire che un matematico trova lavoro con agilità comparabile con un ingegnere e siamo apposto.


Domando perché sono ignorante in materia. Non c'è un po' il rischio che il mercato si saturi con tutti questi ingegneri? Mi spiego meglio: come hai detto tu poco sopra, un ingegnere mediocre trova un lavoro, un matematico mediocre no. Aggiungi il fatto che i laureati in ingegneria sono molti, moltissimi in più di quelli in Matematica. Ma... dove li mettiamo tutti questi ingegneri?

Non voglio "gufare" contro nessuno e contro nessuna categoria, sia chiaro; però sono dell'idea che l'implicazione ingegneria $=>$ lavoro stia diventando sempre più debole e un giorno cesserà di essere vera. Ma ripeto, sono poco informato e non ho dati concreti alla mano; da qui la mia domanda.[/quote]
Ho un parente ingegnere elettronico che è direttore (o simile, non ho ben capito) di un'azienda che opera anche all'estero. Dice che ai suoi tempi gli ingegneri erano meno e non c'era alcun problema nel trovare lavoro. Oggi, di aspiranti lavoratori laureati in ingegneria ne deve mandare tanti a casa, delusi. Insomma, l'implicazione da te riportata si è molto indebolita, ma resta ancora valida se l'ingegnere è disposto a riciclarsi (ad esempio: un elettronico che finisce a dirigere la manutenzione di un acquedotto).
Di contro, due anni fa dovette fare un lavoro per cui cercava dei fisici specializzati in Ottica: ebbene, ha avuto grandi difficoltà a trovarne di disoccupati a cui assegnare il lavoro.[/quote]

Allora vorrà dire che non ci ho cpito proprio una mazza

dzcosimo
Come non ci sono offerte di lavoro a Genova!
Il preseidente del mio corso di laurea ogni volta che ci vado mi fa vedere tutte le richieste di laureati che gli sono arrivate sulla casella di posta personale nella sola settimana, e lui si "lamenta" sempre di non farcela a mandarci gente perchè molto spesso ci lauriamo e siamo presi. In particolare molte di queste richieste vengono dall'area navale di livorno, e da quelle di la spezia e genova!

Anisocoro
I dati sono del 2003-2004, quindi in una fase di -piccola,ma stabile- crescita economica e prima della riforma pensionistica della Fornero, ci sono dati che mostrano, ora non ho il riferimento esatto, come dal 2009 ad oggi il numero di "unità equivalenti di lavoro" si sia ridotto di un milione circa, soprattutto nell'industria manifatturiera.
Io, a Genova, vedo una situazione non rosea, da tempo non ci sono più offerte di lavoro per Ingegneri e meno che meno per matematici, una mia amica cheè fisica teorica e non può, per motivi personali, allontanarsi dalla città lavora come COMMESSA- perchè di bella presenza. Magari a Milano la situazione è molto migliore,anzi, è molto probabile che lo sia

dzcosimo
Di solito credo che si intenda scienze applicate(quindi anche le scienze del marzapane come li chiami te) + scienze "pure".

Beh quindi se quei valori sono per MMFFNN allora la situazione è ancora peggiore del previsto per i matematici (conta che ci sono anche gli informatici che tirano su la media occupazionale)! Sinceramente mi sarei aspettato valori un poco migliori.

Sk_Anonymous
"dzcosimo":
N.B.: si parla di scientifico, e lì le percentuali sono minori. Ma in scientifico si include: scienze politiche, scienze della comunicazione, biologia, ecc...

Ma veramente no. Intendono, grosso modo, l'ex facoltà di scienze MM., FF., NN., scienze politiche, della comunicazione e del marzapane non c'entrano nulla.

dzcosimo

dzcosimo
"giuliofis":

Vi sono mansioni dove cercano i matematici perché gli ingegneri non studiano quella matematica che serve in quell'ambiente. L'esempio più riportato è l'Economia, dove sono richiesti anche sempre più fisici (possibilmente teorici) perché i modelli della meccanica statistica son tanto utili in Economia. Con chi vorresti sostituire tali figure?


I mi sono specializzato in teoria dei sistemi dinamici, e ho la pazza idea di chiedere la tesi ad economia. Le competenze in statisca e in teoria dei sistemi dinamici ce le ho e in compenso penso di avere un'attitudine molto più pratica rispetto ai matematici. Nota personale, uno dei miei sogni è un giorno essere preso qua: http://www2.lse.ac.uk/maths/Research/Fi ... atics.aspx

Per quanto riguarda i dati... 80% di dei quali 13.4% insegnante! Ancora peggio dei previsto
N.B.: si parla di scientifico, e lì le percentuali sono minori. Ma in scientifico si include: scienze politiche, scienze della comunicazione, biologia, ecc...
Quando avrò tempo ti andrò acercare i dati sugli ingegneri e sui medici, ti anticipo che sono molto migliori come ti dicevo prima.

Infine ti ripeto che sono figlio di quella che considero essere stata una magnifica insegnante(di lettere), e che ha fatto il suo lavoro con passione e se lo è scelto.
Ma, sarò stato sfortunato io ma non credo, è un'evidenza come spesso gli insegnante di scuole superiori, soprattutto matematici e fisici, abbiano scelto quel lavoro per ripiego.

dzcosimo
@Paolo90: le cose che dici sono vere, ma sono dovute ad una depressione generale del mercato, enon ad una saturazione del mestiere ingegneristico. Nella M***a generale gli ingegneri rimangono fra quelli che galleggiano meglio (sto servando la battuta lo so XD). Io abito un po' a Pisa un po' a Pontedera e nonostante la situazione anche qua sia quella che è, i laureati che conosco hanno tutti trovato lavoro.
Per quanto riguarda l'apertura di aziende, sempre nonostante il casino generale, ci si riesce. Ad esempio in zona mia ci sono due poli di incubazione di start-up ad alto contenuto tecnologico (una a navacchio e una a pontedera), ed una nuova zona di questo tipo sta nascendo a pisa. Non escludere poi la possibilità, come ha fatto mio zio, che ingegneri navigati si mettano in associazione con nuove menti per aprire studi. E poi c'è sempre il discorso all'Italiana dei soldi di papà: chi ha un gruzzoletto in famiglia lo può investire.

Lasciamo stare il discorso delle pensioni. Ti rimando a questo articolo, al corrispondente dell'ottimo Boeri, per dire cosa ne penso a riguardo
http://noisefromamerika.org/articolo/oc ... erazionale

Tutte le critiche che poi riporti sono del tutto giuste, e sono trend esistenti. Le aziende italiane sono per definizione conservatrici (ma anche quelle estere in larga misura eh), ma questo non toglie che i dati occupazionale, in parte per i motivi che ti ho già detto, rimangono ottimi (anche se ovviemente peggiori rispetto a qualche anno fa: il primo lavoro al ungo termine il 100% dei laureati del mio cdl ad esempio lo trova in un anno, e non più in sei mesi come era prima)

Sk_Anonymous
"dzcosimo":
A secondo della specializzazione dell'ingegnere potrebbe benissimo essere più in grado di applicare la matematica rispetto ad un matematico

Vi sono mansioni dove cercano i matematici perché gli ingegneri non studiano quella matematica che serve in quell'ambiente. L'esempio più riportato è l'Economia, dove sono richiesti anche sempre più fisici (possibilmente teorici) perché i modelli della meccanica statistica son tanto utili in Economia. Con chi vorresti sostituire tali figure?

Comunque, eccoti i dati dei laureati in fisica:

Percentuale degli occupati


Tipo di occupazione


Guadagno netto (e non lordo!) mensile


Molto spesso gli insegnanti ingegneri hanno scelto di fare l'isegnante, pur avendo a disposizione altre possibilità, ed ancora più sepsso in realtà fanno il doppio lavoro.

Questa è, però, una tua opinione. Vi sono un'infinità di docenti di tutte le materie (se non ne hai avuto, mi dispiace per te) che hanno scelto la carriera del docente (io ne ho avuti tantissimi, più o meno validi). Bisognerebbe sfatare questo mito che tutti i docenti lo fanno per ripiego. Anche perché chi sceglie certi indirizzi, quali Lettere o Filosofia, è ben conscio che ha altissime probabilità di finire a fare l'insegnante, e se non gli piace sono in tanti a fare altro per questo motivo: studiare cinque anni una cosa che piace per poi farci per il resto della propria vita (più di quarant'anni) un lavoro che non piace è, per tanti, una cosa che non sta né in cielo, né in terra.

dzcosimo
"giuliofis":

Io sì. Un ingegnere non ha la stessa conoscenza della Matematica di un matematico. Mi sembra una cosa ovvia.


Se sembra una cosa ovvia a te mi fa piacere.
Ora io volevo intendere una questione un poco più complessa.
E' assolutamente ovvio che un ingegnere non ha le stesse competenze matematiche di un matematico.
Altra cosa sono gli strumenti matematici e le capacità di applicarli. A secondo della specializzazione dell'ingegnere potrebbe benissimo essere più in grado di applicare la matematica rispetto ad un matematico che
Non sto affatto dicendo che l'apporto dei matematici alla pratica sia trascurabile, tutt'altro! Sono un laureando in robotica, ho dei professori di robotica che sono matematici dottorati poi in ingegneria, amo la matematica applicata, ed un giorno spero di avere la possibilità di prendere una seconda laurea in matematica.
Sto solo dicendo che in moltissimi casi pratici AZIENDALI-INDUSTRIALI non so quanto il matematico sia in grado di incidere di più rispetto ad un ingegnere.

Scusa se il 10% insegna a scuola e il 50% lavora in industria l'altro 30% non disoccupato che fa? So tutti ricercatori in accademia?

Comunque anche ammettendo che la percentuale sia quella del 10, viene fuori un 80% che è 4 laureati su 5: molto poco imho!

Per quanto riguarda gli ingegneri negli istituti tecnici il discorso è un po' diverso. Si parte da un assorbimento sul mercato di circa il 100%. Molto spesso gli insegnanti ingegneri hanno scelto di fare l'isegnante, pur avendo a disposizione altre possibilità, ed ancora più sepsso in realtà fanno il doppio lavoro.

Paolo902
"dzcosimo":

Allora, il tuo ragionamento ha senso, ma prima di continuare vorrei mettere un punto fisso dicendo che le considerazioni che ho fatto si basano su dati sperimentali certi, derivanti da statische ministeriali.
Ne risulta ad esempio che di tutti i laureati in ingegneria robotica e dell'automazione a Pisa da quando esiste, solo uno in questo momento non ha lavoro, e non lo cerca, ma a quanto pare è uno che si è laureato in infinito anni con tipo 80, quindi non so se possa far testo XD.
Per quanto riguarda la tua domanda il discorso è un po' più complesso di quello che dici. Vorrei buttar lì 2 difetti del tuo ragionamento.
1- Gli ingegneri sono soliti creare lavoro oltre che cercalo. Una percentuale degli ingegneri laureati piuttosto ampia fonda il proprio studio o la propria azienda, e quasta a sua volta crea lavoro.
2- La gente muore e/o va in pensione
Di fatto quindi l'equilibrio sul mercato di lavoro di questo tipo di professionisti risulta abbastanza elastico, variando in maniera abbastanza robusta rispetto al numero dei laureati.


Capisco e ti ringrazio molto per la tua risposta. Da parte mia, però, oltre a concordare con quanto detto da Luca Lussardi, ritengo che le tue critiche (al momento e in questo paese) siano un po' deboli: ad esempio, io continuo a sentire di aziende che chiudono e vedo poche aziende nuove (per dire, io abito non lontano da una zona industriale: qualche licenziamento o la chiusura di un intero stabilimento sono ormai cronaca quotidiana; aperture e nuove assunzioni è da tempo che non se ne vedono). Penso che la percentuale di neo ingegneri che apra il proprio studio o fondi la propria azienda sia relativamente esigua (mi domando: come possono permetterselo? Esistono validi aiuti in questo paese a chi presenta un progetto del genere o costoro sono abbandonati a se stessi?). Però continuo a parlare da perfetto ignorante (e mi scuso di ciò): se le percentuali che hai mi smentiscono sono ben felice di ciò.

Per quanto riguarda la critica numero 2, parlo, anche io come giuliofis, per esperienza personale: mio padre è ingegnere e lavora da trentacinque anni ma alla pensione gli manca ancora parecchio. Inequivocabile segno che c'è qualcosa che non va in materia di pensioni (ma non abbiamo certo scoperto l'uovo di Colombo :lol: )

Aggiungo un altro fatto derivante dall'esperienza personale e che secondo me è importante. Pare che le aziende siano più propense a riassumere pensionati (con contratti speciali e costosissimi) piuttosto che giovani da istruire. Ora questo è un punto centrale secondo me: se un'azienda reputa più vantaggioso spendere 1000 per pagare l'esperienza (?) di un suo ex dipendente ora pensionato che investire 100 su un giovane è grave, gravissimo. Mettiamo pure che un giovane neo laureato sia da istruire e supponiamo che tale addestramento sia fattibile in sei mesi: ebbene l'azienda avrebbe investito 600 e guadagnato un nuovo e fresco dipendente, pronto a maturare e farsi l'esperienza necessaria. Ora paragoniamo una prestazione annuale (supponendo che il giovane prenda 100 al mese e l'ex dipendente 1000): il giovane costa in totale 600 + 1200 = 1800. L'ex dipendente (esperto) 12000. Ok, il rapporto potrà essere esagerato nelle cifre che ho delineato io (ma non credo nemmeno troppo). Ad ogni modo, ciò secondo me denota un grosso limite del nostro sistema: scuola-università e mondo del lavoro non dialogano tra loro o se lo fanno lo fanno in maniera sbagliata. Conseguenza: anche un brillante neo ingegnere super iperspecializzato rischia di non trovare il posto, perché non ha le competenze (non le conoscenze) necessarie e richieste da un'azienda o dal mercato in generale.

Comunque, per concludere, io sono dell'idea che prima o poi ci sarà bisogno di menti fresche e di nuove leve (senza nulla togliere all'esperienza, per carità...) sia matematici, che fisici ed ingegneri. Però non penso che siano questi i tempi. Il mio timore, anzi, è proprio che avvenga in un futuro non troppo lontano un "boom", cioè che il sistema, sul punto di collassare per i troppi pensionamenti, cominci ad assumere in maniera insensata e forsennata solo per coprire i buchi. Questo sarebbe grave e dannoso perché finiremmo (di nuovo?) con l'avere gente incompetente ad occupare posti importanti. Con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe.

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