Fisica o Ingegneria ? .......... FISICA!!!

SaturnV
Ciao a tutti, ritorno in questo spazio di orientamento universitario dopo un bel po' di tempo.
In questo luogo, qualche tempo fa, c'era stato qualcuno che mi aveva detto, in seguito alla visione di una mia foto affianco ad un telescopio, "Ti vogliamo astrofisico!"...
Bene... A cinque giorni dall'Esame di Stato... E dopo diversi mesi di lotte interiori... Ho deciso: l'hanno prossimo (sempre se vengo promosso, eh eh eh! :-D ) studierò FISICA!!!
La mia più che altro è una esortazione a tanti ragazzi come me che, pur amando questa materia, sono "silurati" dalla società, la quale dipinge i fisici come gente pazza, squattrinata e senza futuro.
Non lasciatevi ingannare! E abbiate il coraggio di rischiare!
Del resto nella vita ci vuole coraggio. E fra la pazzia e il coraggio, a volte, il limite è molto labile......

In bocca al lupo per gli esami.

Fabio

Risposte
tecnos1
Nel caso specifico dell'ingegnere fisico ( o matematico ), come ho detto in precedenza, ci sono principalmente due modelli formativi. Il primo riguarda un ingegnere maggiormente preparato in fisica o matematica ( realtà principlamente italiana ), mentre il secondo adotta un piano di studi simile a quello di un CDL in fisica ( o matematica ) con l'aggiunta di alcuni moduli nell'ingegneria di base ( esempio svizzero, francese, tedesco, olandese...e italiano per ing.matematica al polito).
Io preferisco la seconda modalità perchè la preparazione nella fisica, in questo caso, deve essere ai massimi livelli e completa. Ciò non toglie che l'obiettivo principale dell'ingegnere fisico sarà quello di studiare fenomeni connessi all'ingegneria ( materiali, energia...), ma sarà formato per affrontarli ad ampio spettro, dalla pura teoria fisica all' applicazione tecnologica.


Altri preferiscono la prima impostazione, tutto qui.
E' un po' come parlare di trazione anteriore e posteriore...

Maxos2
Voglio dire che simao capaci tutti di dire che non ci sono gerarchie tra le discipline, grazie dell'informazione

però magari sparando qualche caxxata, vengono fuori discorsi con spunti interessanti

Falso implica vero è vera

tecnos1
.....................

Maxos2
vedendo la piega politicamente corretta che acquista la discussione.....

potreste dire quelle cose prendendo i pasticcini col Papa

tecnos1
"Maxos":
Vi candidate a leader del nascente (che Zeus li strafulmini) Partito Democratico?


Democratico? :lol:

jpe535887
"Maxos":
Vi candidate a leader del nascente (che Zeus li strafulmini) Partito Democratico?

:lol: :lol: :lol:

Maxos2
Vi candidate a leader del nascente (che Zeus li strafulmini) Partito Democratico?

tecnos1
"Marco83":
(infatti l'ingegnere fisico è prima di tutto ingegnere e dopo fisico)


Questa è una delle possibili definizioni. Ma è possibile percorrere anche un' altra strada per formare un ingegnere fisico. Riporto una parte della presentazione del CDL in ingegneria matematica che a mio parere può essere estesa anche nel caso oggetto della discussione ( e non solo...) :



Presso i Politecnici e le Scuole di Ingegneria straniere è spesso possibile seguire percorsi formativi, con corrispondenti sbocchi professionali caratterizzati in senso matematico molto più fortemente di quanto sia possibile in Italia. Vogliamo citare, a titolo di esempio, l' EPFL di Losanna e l'ETHZ di Zurigo, l'École Centrale de Paris, T.U. Delft, K.T.H. di Stoccolma, ove esistono indirizzi caratterizzanti nell'ambito della matematica industriale e/o nel calcolo scientifico. Questi percorsi mirano alla formazione di un matematico con conoscenze nei settori chiave della tecnologia, o alla formazione di un ingegnere specializzato nella modellazione matematica di problemi applicativi e nel relativo trattamento analitico e numerico. Oltre oceano, è opportuno segnalare gli esperimenti approntati (a livello equivalente al Diploma, Laurea o Dottorato) ad esempio presso l'Università del Texas a Austin, presso l'Università della California a Santa Barbara, o presso l'Institute for Mathematics and Its Applications (I.M.A) della University of Minnesota, per conto della Society for Industrial and Applied Mathematics (si veda a questo riguardo How to start an Industrial Mathematics Program in the University di Avner Friedman e John Lavery, S.I.A.M. 1993).


A tal proposito, in alcune strutture la formazione impartita ha il duplice obbiettivo di formare laureati in grado di operare sia nella ricerca applicata che in quella di base ( con particolare enfasi nei campi energia/materiali anche a livello teorico, per gli ing. fisici...), grazie ad una formazione che spazia dalla teoria fisica pura agli esami ad alto contenuto applicativo.

Marco831
"mircoFN":
Caro Marco83

Accolgo molte delle tue osservazioni, e spero che la critica nei confronti delle polemiche non sia rivolta al sottoscritto, visto che non mi sembra di averle mai fatte ne di aver risposto alle varie provocazioni.
Tuttavia ti faccio osservare che un conto sono le indicazioni di massima che tu dai e che sono condivisibili, un conto è la situazione effettiva (soprattutto delle nostre Università).

Non so quanto della tua idea di fisico e di ing. fisico sia condivisa da chi quelle materie insegna e francamente non so anche quanto l'obiettivo sia effettivamente raggiunto.

Secondo il mio modesto parere la figura di chi, cito, 'posto davanti ad un problema pratico, è in grado di ideare una soluzione tecnologicamente all'avanguardia, senza però avere il desiderio di trovare una teoria generale che spieghi il problema nella sua interezza' si chiama ingegnere (indipendentemente dagli studi che ha fatto nel periodo dell'università), e dovrebbe essere formato per questo. Non sei forse tu stesso un esempio in tal senso?
Pensi per caso che possa proporre una soluzione tecnologicamente avanzata (per esempio nell'ambito della tecnologia industriale) uno che non conosce il disegno meccanico e la tecnologia?

Quello che è in atto in Italia è una detecnicizzazione della cultura che coinvolge tutte le discipline anche dell'ingegneria e ci sta spingendo verso un baratro di superficialità e di arretratezza tecnologica dal quale dubito ci potremo riprendere. Ma questo è un altro discorso e non vorrei finire fuori tema.

ciao


No, la critica non era rivolta a te. Intendevo solo dire che, benchè un forum sia un posto di dibattito, tale dibattito non dovrebbe degenerare in rissa verbale.

Per quanto riguarda il resto del messaggio, come dici tu, la definizione che do è quella dell'ingegnere (infatti l'ingegnere fisico è prima di tutto ingegnere e dopo fisico). Cio che lo contraddistingue dall'ingegnere meccanico/elettronico/civile è una più ampia preparazione nel campo della fisica applicata (esempio: meccanica quantistica, fisica dello stato solido, optoelettronica, plasmi, etc) e magari una minore capacità di occuparsi di aspetti più tradizionali (come il disegno meccanico o le tecnologie di lavorazione classiche, che mal si adattano al suo settore).

La detecnicizzazione di cui parli non credo proprio che sia dovuta alla figura dell'ingegnere fisico.

tecnos1
"Marco83":
[quote="mircoFN"]

Tuttavia, in questa parte del forum (almeno io interpreto così il suo nome) siamo chiamati ad esprimere giudizi e a confrontarci per dare indicazioni a chi deve effettuare una scelta universitaria.
Alcuni hanno già le idee chiare e per questi gli argomenti sono oziosi, per altri (molti altri a mio avviso) invece la scelta non è per nulla scontata ........

ciao


Vedi Mirco, io concordo con te che la finalità di questa sezione del forum sia quella di chiarire le idee a chi non ha una panoramica chiara riguardo ai vari corsi di studio, ma non credo che con l'estremizzazione delle risposte si faccia un ottimo servizio a chi ha posto la domanda iniziale.

Un conto è dire "Fisica si concentra sulla derivazione e comprensione profonda di ciascun fenomeno, dando una base solidissima su tutte le materie fondamentali, da quelle che hanno applicazioni industriali (come la meccanica quantistica, vedi fisica dello stato solido e microelettronica) a quelle di stampo più scientifico, come relatività, teoria delle particelle e fisica teorica in generale. L'imprint di un fisico è quello di chi, posto davanti ad un problema pratico, fa un passo indietro e cerca di risalire alla radice, alla problematica di base, mirando ad ottenere una comprensione dettagliata e generale del problema. E' in questo che i fisico eccelle. Questo pone il fisico in una posizione di favore nell'ambito della ricerca di base, dove l'intento è quello di comprendere nel modo più rigoroso e dettagliato possibile un certo fenomeno, anche a scapito dell'immediatezza della risposta (va da se che un approccio del genere porta via tempo).

L'ingegnere fisico ha una forte preparazione di base in tutte quelle discipine fisiche che hanno un'applicazione industriale, come meccanica quantistica (magari in modo meno formale di un fisico puro, ma pur sempre di elevata qualità), ottica, fisica atomica, affiancandole a soggetti più ingegneristici, quali elettronica applicata, meccanica dei solidi/fluidi, etc. Questo avviene a scapito di quelle materie che, benchè affascinanti, risultano di applicazioni meno dirette, come la relatività, la fisica teorica, l'astrofisica. L'imprint di un ingegnere fisico è quello di chi, posto davanti ad un problema pratico, è in grado di ideare una soluzione tecnologicamente all'avanguardia, senza però avere il desiderio di trovare una teoria generale che spieghi il problema nella sua interezza. Questo pone l'ingegnere fisico in una posizione di favore nell'ambito della ricerca applicata, in quanto i vincoli di tempo e fattibilità risultano più chiari grazie all'approccio pragmatico dato dallo stampo ingegneristico del corso ", un conto è passare agli insulti reciproci tra corsi di studio.

E' ovvio che quanto detto sopra è la mia opinione, e non è necessario che tutti la condividano. Cio che (credo) dovrebbe essere condiviso è il modo di esprimere giudizi.[/quote]

Sono sostanzialmente daccordo con te Marco, comunque uno dei problemi principali dell'ingegneria fisica, a livello didattico, consiste (anche) nell'eccessiva diversità della preparazione che viene impartita nelle varie università. In linea di massima un ingegnere civile italiano viene formato con un'impostazione simile a quella di un collega francese, inglese o americano ; di consegenza uno studente ha le idee abbastanza chiare sulle materie che studierà ed il relativo ambito di applicazione. Ciò non avviene con il ramo dell'ingegneria fisica, visto che i modelli variano dai CDL organizzati in modo simile a quanto hai detto in precedenza a quelli basati su una preparazione in fisica ad ampio spettro che includono anche gli esami di teorica ed alcuni corsi di ingegneria, come accade nei politecnici di Losanna, Monaco, Parigi...ecco un esempio :

http://www.physik.tu-muenchen.de/studiu ... tudienplan
http://www.physik.tu-muenchen.de/studiu ... /index.htm
http://www.physik.tu-muenchen.de/studiu ... er0405.htm

Al contrario la scelta del MIT di attivare un doppio percorso ingegneria nucleare/fisica ( come accade con "ing informatica"/matematica, ingegneria chimica/chimica ecc... ) a mio parere rappresenta una valida alternativa e non confonde eccessivamente le idee allo studente intenzionato ad iscriversi.

mircoFN1
Caro Marco83

Accolgo molte delle tue osservazioni, e spero che la critica nei confronti delle polemiche non sia rivolta al sottoscritto, visto che non mi sembra di averle mai fatte ne di aver risposto alle varie provocazioni.
Tuttavia ti faccio osservare che un conto sono le indicazioni di massima che tu dai e che sono condivisibili, un conto è la situazione effettiva (soprattutto delle nostre Università).

Non so quanto della tua idea di fisico e di ing. fisico sia condivisa da chi quelle materie insegna e francamente non so anche quanto l'obiettivo sia effettivamente raggiunto.

Secondo il mio modesto parere la figura di chi, cito, 'posto davanti ad un problema pratico, è in grado di ideare una soluzione tecnologicamente all'avanguardia, senza però avere il desiderio di trovare una teoria generale che spieghi il problema nella sua interezza' si chiama ingegnere (indipendentemente dagli studi che ha fatto nel periodo dell'università), e dovrebbe essere formato per questo. Non sei forse tu stesso un esempio in tal senso?
Pensi per caso che possa proporre una soluzione tecnologicamente avanzata (per esempio nell'ambito della tecnologia industriale) uno che non conosce il disegno meccanico e la tecnologia?

Quello che è in atto in Italia è una detecnicizzazione della cultura che coinvolge tutte le discipline anche dell'ingegneria e ci sta spingendo verso un baratro di superficialità e di arretratezza tecnologica dal quale dubito ci potremo riprendere. Ma questo è un altro discorso e non vorrei finire fuori tema.

ciao

Marco831
"mircoFN":


Tuttavia, in questa parte del forum (almeno io interpreto così il suo nome) siamo chiamati ad esprimere giudizi e a confrontarci per dare indicazioni a chi deve effettuare una scelta universitaria.
Alcuni hanno già le idee chiare e per questi gli argomenti sono oziosi, per altri (molti altri a mio avviso) invece la scelta non è per nulla scontata ........

ciao


Vedi Mirco, io concordo con te che la finalità di questa sezione del forum sia quella di chiarire le idee a chi non ha una panoramica chiara riguardo ai vari corsi di studio, ma non credo che con l'estremizzazione delle risposte si faccia un ottimo servizio a chi ha posto la domanda iniziale.

Un conto è dire "Fisica si concentra sulla derivazione e comprensione profonda di ciascun fenomeno, dando una base solidissima su tutte le materie fondamentali, da quelle che hanno applicazioni industriali (come la meccanica quantistica, vedi fisica dello stato solido e microelettronica) a quelle di stampo più scientifico, come relatività, teoria delle particelle e fisica teorica in generale. L'imprint di un fisico è quello di chi, posto davanti ad un problema pratico, fa un passo indietro e cerca di risalire alla radice, alla problematica di base, mirando ad ottenere una comprensione dettagliata e generale del problema. E' in questo che i fisico eccelle. Questo pone il fisico in una posizione di favore nell'ambito della ricerca di base, dove l'intento è quello di comprendere nel modo più rigoroso e dettagliato possibile un certo fenomeno, anche a scapito dell'immediatezza della risposta (va da se che un approccio del genere porta via tempo).

L'ingegnere fisico ha una forte preparazione di base in tutte quelle discipine fisiche che hanno un'applicazione industriale, come meccanica quantistica (magari in modo meno formale di un fisico puro, ma pur sempre di elevata qualità), ottica, fisica atomica, affiancandole a soggetti più ingegneristici, quali elettronica applicata, meccanica dei solidi/fluidi, etc. Questo avviene a scapito di quelle materie che, benchè affascinanti, risultano di applicazioni meno dirette, come la relatività, la fisica teorica, l'astrofisica. L'imprint di un ingegnere fisico è quello di chi, posto davanti ad un problema pratico, è in grado di ideare una soluzione tecnologicamente all'avanguardia, senza però avere il desiderio di trovare una teoria generale che spieghi il problema nella sua interezza. Questo pone l'ingegnere fisico in una posizione di favore nell'ambito della ricerca applicata, in quanto i vincoli di tempo e fattibilità risultano più chiari grazie all'approccio pragmatico dato dallo stampo ingegneristico del corso ", un conto è passare agli insulti reciproci tra corsi di studio.

E' ovvio che quanto detto sopra è la mia opinione, e non è necessario che tutti la condividano. Cio che (credo) dovrebbe essere condiviso è il modo di esprimere giudizi.

tecnos1
"Marco83":

Ho appena finito di parlare con gente che (per motivi pratici, anzi, praticissimi..) sta investigando la dipendenza dell'angolo di adesione di una goccia su una superficie al variare della velocità di movimento della superficie. Quanti di voi (compreso me!) hanno mai seguito un corso in cui l'argomento fosse trattato? Io punto su nessuno. Significa forse che tra noi (ingegneri e fisici, tutti nello stesso calderone) nessuno ha la preparazione adatta per affrontare il problema? Io direi di no, ma come vedete, tutti i bei corsi di meccanica dei continui, fluidodinamica o qualsiasi altra cosa, vanno a farsi benedire, e quello che conta veramente sono gli altri elementi che elencavo.


Sono daccordo con te, al 100%.


"Marco83":

Se poi passiamo a certe affermazioni del tipo: eh, ma noi siamo in italia, non dobbiamo gardare all'estero, un consiglio mi sento di darlo: venite fuori dal buco, che l'economia (e con essi le posizioni di lavoro) s'è globalizzata da un pezzo!


=D>




Vorrei precisare che il mio discorso sul tema ingegneria fisica non voleva essere una fonte di scontro fra le varie discipline. Ho semplicemente osservato ( anche ) che al di fuori dell'Italia la realtà universitaria è molto diversa dalla nostra, iniziando a considerare che la quasi totalità dei politecnici esteri hanno un'offerta formativa più completa e orientata anche ai CDL nella scienza pura con denominazione ingegneristica; l'ingegneria rappresenta la maggior parte degli iscritti,ovviamente, ma c'è la possibilità di accontentare alcuni degli indecisi ( MIT con i doppi percorsi, EPFL ed ETHZ con i CDL scientifici rilascianti il "titolo" di ingegnere rappresentano soltanto alcuni dei numerosi esempi... ) e nello stesso tempo trasmettere i frutti della ricerca anche nei corsi di laurea, per di più senza creare confusione nelle aziende al momento del pre-assunzione.

Camillo
"Marco83":
Ma mi spiegate perchè si deve sempre finire nella solita bagarre fisici VS ingegnri VS matematici VS resto del mondo?

Ma per l'amor di dio, chi sceglie di far fisica, ingegneria, mix vari o quel che volete, che la faccia in pace. Tutti quelli che continuano a sbandierare cose stile: eh, ma tu fai 3/7 di credito in meno di me di X, quindi non sai un **** e sarai un fallito...si, ma tu vedi solo X e non vedi Y, quindi non ti vorrà nessuno, sono mai stati ad un colloquio di lavoro? Si sono mai trovati in una situazione fuori dall'università? Avete idea di quanto conta in genere aver fatto dei corsi leggermente diversi? Conta 100 volte meno che altri fattori, quali abilità di comunicare, di lavorare in gruppo, di imparare continuamente, creatività e determinazione.

Ho appena finito di parlare con gente che (per motivi pratici, anzi, praticissimi..) sta investigando la dipendenza dell'angolo di adesione di una goccia su una superficie al variare della velocità di movimento della superficie. Quanti di voi (compreso me!) hanno mai seguito un corso in cui l'argomento fosse trattato? Io punto su nessuno. Significa forse che tra noi (ingegneri e fisici, tutti nello stesso calderone) nessuno ha la preparazione adatta per affrontare il problema? Io direi di no, ma come vedete, tutti i bei corsi di meccanica dei continui, fluidodinamica o qualsiasi altra cosa, vanno a farsi benedire, e quello che conta veramente sono gli altri elementi che elencavo.

Pertanto, quando leggo messaggi come quelli che si sono susseguiti in questo forum, mi viene veramente da ridere.

Se poi passiamo a certe affermazioni del tipo: eh, ma noi siamo in italia, non dobbiamo gardare all'estero, un consiglio mi sento di darlo: venite fuori dal buco, che l'economia (e con essi le posizioni di lavoro) s'è globalizzata da un pezzo!


Parole sante, sottoscrivo parola per parola .
Bravo Marco83 , hai detto chiaramente come stanno le cose e speriamo che queste ridicole diatribe finiscano e si sciolgano come neve al sole.

tecnos1
----------

mircoFN1
"Marco83":
Ma mi spiegate perchè si deve sempre finire nella solita bagarre fisici VS ingegnri VS matematici VS resto del mondo?
....


Straquoto anch'io!
Infatti ho sempre sostenuto che non contano tanto i programmi e gli argomenti ma come questi si fanno. Conta la 'figura professionale' che un corso di laurea (e non una facoltà o una università) vuole formare, proprio perché, come dice Marco, nella professione si dovranno affrontare necessariamente aspetti che non sono stati già trattati (a quelli qualcuno c'ha già pensato).

Tuttavia, in questa parte del forum (almeno io interpreto così il suo nome) siamo chiamati ad esprimere giudizi e a confrontarci per dare indicazioni a chi deve effettuare una scelta universitaria.
Alcuni hanno già le idee chiare e per questi gli argomenti sono oziosi, per altri (molti altri a mio avviso) invece la scelta non è per nulla scontata ........

ciao

cozzataddeo
"Marco83":
Ma mi spiegate perchè si deve sempre finire nella solita bagarre fisici VS ingegnri VS matematici VS resto del mondo?
Avete idea di quanto conta in genere aver fatto dei corsi leggermente diversi? Conta 100 volte meno che altri fattori, quali abilità di comunicare, di lavorare in gruppo, di imparare continuamente, creatività e determinazione.

=D>
Straquoto.

Marco831
Ma mi spiegate perchè si deve sempre finire nella solita bagarre fisici VS ingegnri VS matematici VS resto del mondo?

Ma per l'amor di dio, chi sceglie di far fisica, ingegneria, mix vari o quel che volete, che la faccia in pace. Tutti quelli che continuano a sbandierare cose stile: eh, ma tu fai 3/7 di credito in meno di me di X, quindi non sai un **** e sarai un fallito...si, ma tu vedi solo X e non vedi Y, quindi non ti vorrà nessuno, sono mai stati ad un colloquio di lavoro? Si sono mai trovati in una situazione fuori dall'università? Avete idea di quanto conta in genere aver fatto dei corsi leggermente diversi? Conta 100 volte meno che altri fattori, quali abilità di comunicare, di lavorare in gruppo, di imparare continuamente, creatività e determinazione.

Ho appena finito di parlare con gente che (per motivi pratici, anzi, praticissimi..) sta investigando la dipendenza dell'angolo di adesione di una goccia su una superficie al variare della velocità di movimento della superficie. Quanti di voi (compreso me!) hanno mai seguito un corso in cui l'argomento fosse trattato? Io punto su nessuno. Significa forse che tra noi (ingegneri e fisici, tutti nello stesso calderone) nessuno ha la preparazione adatta per affrontare il problema? Io direi di no, ma come vedete, tutti i bei corsi di meccanica dei continui, fluidodinamica o qualsiasi altra cosa, vanno a farsi benedire, e quello che conta veramente sono gli altri elementi che elencavo.

Pertanto, quando leggo messaggi come quelli che si sono susseguiti in questo forum, mi viene veramente da ridere.

Se poi passiamo a certe affermazioni del tipo: eh, ma noi siamo in italia, non dobbiamo gardare all'estero, un consiglio mi sento di darlo: venite fuori dal buco, che l'economia (e con essi le posizioni di lavoro) s'è globalizzata da un pezzo!

tecnos1
"mircoFN":
Va bene, lasciamo giudicare a chi legge il topic.
Tanto è tutto scritto.


Sono abituato a giudicare di persona, comunque è inutile polemizzare in ogni messaggio.

mircoFN1
Va bene, lasciamo giudicare a chi legge il topic.
Tanto è tutto scritto.

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