TOTOESAME 2007 : ovvero cosa uscirà all'esame?
Ragazzi scrivete qui tutte le indiscrezioni su cosa potrà uscire all'esame di quest'anno:D
Risposte
ok ok................ASPETTANDO Sbardyyy..................mi metto un pò sul letto, k stankezza....
russino sapresti trovarmi un tema sulla violenza all'interno della famiglia'
eccoti il temo,spero sia buono
Violenza sui minori
Traccia: La violenza sui minori e dei minori (che è, in questo caso, una forma di violenza esercitata su minori perché questi vengono così abituati al reato) è un fenomeno tristemente diffuso nel nostro Paese. Le statistiche parlano di circa 130000 minori abituati a delinquere, di cui circa 60000 sono direttamente assoldati della gran criminalità ed altri 50000 sono saltuariamente coinvolti in traffici di droga. Il fenomeno costituisce una delle più gravi emergenze sociali, tali da richiedere interventi rapidi e risolutivi. Si propone allo studente di relazionare in merito, analizzando il fenomeno in tutta la sua complessità, individuandone le cause più rilevanti e suggerendo le proposte per affrontare e risolvere tale emergenza.
La relazione può articolarsi nei seguenti punti:
1) Minori e malavita organizzata.
2) Alcune realtà del Sud dell’Italia.
3) La situazione al di fuori dei nostri confini nazionali.
4) Proposte contro la violenza minorile.
5) L’importanza di vivere in un ambiente familiare sano.
1) La violenza che vede come vittime o come protagonisti i minori è un fenomeno purtroppo diffuso nel nostro Paese, rappresentando un’autentica questione sociale. I dati statistici hanno evidenziato un forte incremento, negli ultimi anni, dei “baby-delinquenti” nelle regioni del Centro e del Nord dell’Italia rispetto al Meridione, dove però la situazione continua ad essere più preoccupante, visto il legame tra gli atti criminosi commessi dai giovanissimi e la malavita organizzata presente nella zona. La camorra in Campania, la ‘ndrangheta in Calabria, la mafia in Sicilia e la “ sacra corona unita” in Puglia continuano ad assoldare minori per attività illecite marginali: si conta che il numero di quanti “lavorano” per esse a tempo pieno ed a “stipendio fisso” raggiunga addirittura le sessantamila unità, mentre cinquantamila sono coinvolti saltuariamente in traffici di droga. A questi vanno aggiunti i 10-20mila che agiscono da soli o in piccole bande: viene fuori una cifra totale di 130mila piccoli delinquenti, destinati purtroppo ad aumentare,considerati i problemi sociali ed economici che attualmente il Paese conosce.
2) Si tratta di ragazzi tra i dieci ed i diciassette anni, che girano per la città “scippando” e rapinando passanti e turisti, consumando e/o vendendo stupefacenti, rubando auto e motorini; cambia solo il soprannome con cui sono conosciuti nelle principali città del Sud: “topini” a Bari, “picciotti” a Palermo, “muschili”, cioè moscerini, a Napoli poiché “volano” da un veicolo all’altro seminando il panico nei quartieri. La maggior parte dei” baby-delinquenti” proviene da famiglie di basso tenore sociale ed economico, nonché di limitati interessi culturali, famiglie in molti casi dedite anch’esse alla malavita e che hanno costretto fin da piccoli i propri figli ad una vita “per strada” senza scuola né assistenza. Tuttavia, negli ultimi tempi, anche giovanissimi appartenenti a famiglie agiate ed oneste hanno scelto la via del crimine , spinti sia dai disagi personali e sociali sia dagli attuali “miti” del consumismo, dell’egoismo e dell’individualismo, perseguendo i quali aspirano ad ottenere il successo e la ricchezza con ogni mezzo, lecito o meno. Spesso le frustrazioni legate alla difficoltà o all’impossibilità di raggiungere questi obiettivi portano i giovani a trovare sfogo nella droga, nell’alcool, nella violenza gratuita esercitata in luoghi pubblici, allo stadio, nei confronti di cittadini, di coetanei, degli stessi genitori.
3) Gli atti criminali sui e dei minori non sono ovviamente circoscritti all’Italia: l’opinione pubblica mondiale è da tempo divisa sull’opportunità di pene più severe per i minori colpevoli di reati gravi. Hanno suscitato sgomento i casi dei due ragazzini che hanno seviziato ed ucciso un bimbo di due anni e del gruppo di undicenni che ha ucciso “per gioco” un barbone. Inoltre, il notevole aumento del numero di omicidi compiuti, negli Stati Uniti, da ragazzi al di sotto dei sedici anni ha messo in allarme l’Europa intera non solo per la gravità del fenomeno in sé, ma anche in quanto segnale allarmante di una tendenza che può investire pure il Vecchio Continente.
4) Per prevenire ed arginare il fenomeno della violenza minorile, bisogna intervenire sulla legislazione statale, sull’operato dei centri d’assistenza sociale, sulle relazioni affettive e sul ruolo educativo della famiglia. Da più parti, a cominciare dagli organismi dell’ONU, sono venute le proposte: creazione di un organismo d’osservazione e coordinamento di tutte le politiche preventive; potenziamento delle strutture della giustizia minorile, che devono essere dotate di servizi più efficaci e di maggior personale e devono operare in stretto contatto con gli enti locali e le associazioni di volontariato; varo di leggi più severe per i mandanti e gli sfruttatori dei baby-delinquenti; potenziamento delle strutture d’assistenza sociale alle famiglie in difficoltà; lotta decisa all’evasione scolastica.
La preziosa attività svolta dalle organizzazioni di volontariato e di assistenza sociale va elogiata ed incrementata: nonostante la carenza di strutture e di mezzi finanziari che spesso ostacola il loro operato, tolgono molti minori dalla strada, strappandoli da un futuro a rischio.
5) Certamente è da tenere, in questi casi, sotto particolare osservazione la famiglia, dato che in quest’ultima è possibile ritrovare molte cause del disadattamento giovanile: un ambiente familiare non consono alle esigenze del bambino, perché troppo disgregato o repressivo ed ostile, ne può danneggiare la personalità, spingendolo ad una futura scelta delinquenziale. Anche le condizioni economiche della famiglia hanno un’incidenza negativa, così come la mancanza di valori al suo interno le frequenti liti tra marito e moglie e tra genitori e figli: un padre disoccupato, che sfoga questa sua condizione assentandosi spesso da casa o prendendosela con la moglie, perde di prestigio e di fiducia agli occhi del figlio; un nucleo familiare caratterizzato da profonde incomprensioni sui valori da trasmettere ai giovani non può che disorientare questi ultimi, che spesso preferiscono agire da soli e in maniera sbagliata.
I comportamenti, le idee, i valori, le opinioni dei genitori forniscono dei modelli ai loro figli: una volta interiorizzati, questi rappresentano l’unica verità, la sola realtà esistente fino a prova contraria: così una famiglia unita, ma con atteggiamenti e convincimenti socialmente deprecabili, fornisce una serie d’esempi negativi al bambino che, crescendo, utilizzerà i medesimi schemi nel relazionarsi con gli altri. Non si possono certo addossare tutte le responsabilità di una scelta delinquenziale da parte dei minori: anche nelle esperienze extrafamiliari, a scuola, osservando la televisione, frequentando cattive compagnie, si possono acquisire comportamenti legati alla violenza. Soprattutto i messaggi trasmessi dai “mass-media” esercitano un’influenza decisiva su una personalità in formazione.
Tuttavia non c’è dubbio che proprio una famiglia sana ed equilibrata può svolgere un’importantissima funzione di selezione di questi messaggi e, conseguentemente, di orientamento degli interessi dei figli.
Il contributo che ciascun adulto onesto e responsabile può dare, in qualità di genitore, insegnante, uomo politico, assistente sociale o semplice cittadino, allo sviluppo di una personalità sana ed equilibrata nei minori, può rappresentare il vero antidoto alla violenza minorile.
Violenza sui minori
Traccia: La violenza sui minori e dei minori (che è, in questo caso, una forma di violenza esercitata su minori perché questi vengono così abituati al reato) è un fenomeno tristemente diffuso nel nostro Paese. Le statistiche parlano di circa 130000 minori abituati a delinquere, di cui circa 60000 sono direttamente assoldati della gran criminalità ed altri 50000 sono saltuariamente coinvolti in traffici di droga. Il fenomeno costituisce una delle più gravi emergenze sociali, tali da richiedere interventi rapidi e risolutivi. Si propone allo studente di relazionare in merito, analizzando il fenomeno in tutta la sua complessità, individuandone le cause più rilevanti e suggerendo le proposte per affrontare e risolvere tale emergenza.
La relazione può articolarsi nei seguenti punti:
1) Minori e malavita organizzata.
2) Alcune realtà del Sud dell’Italia.
3) La situazione al di fuori dei nostri confini nazionali.
4) Proposte contro la violenza minorile.
5) L’importanza di vivere in un ambiente familiare sano.
1) La violenza che vede come vittime o come protagonisti i minori è un fenomeno purtroppo diffuso nel nostro Paese, rappresentando un’autentica questione sociale. I dati statistici hanno evidenziato un forte incremento, negli ultimi anni, dei “baby-delinquenti” nelle regioni del Centro e del Nord dell’Italia rispetto al Meridione, dove però la situazione continua ad essere più preoccupante, visto il legame tra gli atti criminosi commessi dai giovanissimi e la malavita organizzata presente nella zona. La camorra in Campania, la ‘ndrangheta in Calabria, la mafia in Sicilia e la “ sacra corona unita” in Puglia continuano ad assoldare minori per attività illecite marginali: si conta che il numero di quanti “lavorano” per esse a tempo pieno ed a “stipendio fisso” raggiunga addirittura le sessantamila unità, mentre cinquantamila sono coinvolti saltuariamente in traffici di droga. A questi vanno aggiunti i 10-20mila che agiscono da soli o in piccole bande: viene fuori una cifra totale di 130mila piccoli delinquenti, destinati purtroppo ad aumentare,considerati i problemi sociali ed economici che attualmente il Paese conosce.
2) Si tratta di ragazzi tra i dieci ed i diciassette anni, che girano per la città “scippando” e rapinando passanti e turisti, consumando e/o vendendo stupefacenti, rubando auto e motorini; cambia solo il soprannome con cui sono conosciuti nelle principali città del Sud: “topini” a Bari, “picciotti” a Palermo, “muschili”, cioè moscerini, a Napoli poiché “volano” da un veicolo all’altro seminando il panico nei quartieri. La maggior parte dei” baby-delinquenti” proviene da famiglie di basso tenore sociale ed economico, nonché di limitati interessi culturali, famiglie in molti casi dedite anch’esse alla malavita e che hanno costretto fin da piccoli i propri figli ad una vita “per strada” senza scuola né assistenza. Tuttavia, negli ultimi tempi, anche giovanissimi appartenenti a famiglie agiate ed oneste hanno scelto la via del crimine , spinti sia dai disagi personali e sociali sia dagli attuali “miti” del consumismo, dell’egoismo e dell’individualismo, perseguendo i quali aspirano ad ottenere il successo e la ricchezza con ogni mezzo, lecito o meno. Spesso le frustrazioni legate alla difficoltà o all’impossibilità di raggiungere questi obiettivi portano i giovani a trovare sfogo nella droga, nell’alcool, nella violenza gratuita esercitata in luoghi pubblici, allo stadio, nei confronti di cittadini, di coetanei, degli stessi genitori.
3) Gli atti criminali sui e dei minori non sono ovviamente circoscritti all’Italia: l’opinione pubblica mondiale è da tempo divisa sull’opportunità di pene più severe per i minori colpevoli di reati gravi. Hanno suscitato sgomento i casi dei due ragazzini che hanno seviziato ed ucciso un bimbo di due anni e del gruppo di undicenni che ha ucciso “per gioco” un barbone. Inoltre, il notevole aumento del numero di omicidi compiuti, negli Stati Uniti, da ragazzi al di sotto dei sedici anni ha messo in allarme l’Europa intera non solo per la gravità del fenomeno in sé, ma anche in quanto segnale allarmante di una tendenza che può investire pure il Vecchio Continente.
4) Per prevenire ed arginare il fenomeno della violenza minorile, bisogna intervenire sulla legislazione statale, sull’operato dei centri d’assistenza sociale, sulle relazioni affettive e sul ruolo educativo della famiglia. Da più parti, a cominciare dagli organismi dell’ONU, sono venute le proposte: creazione di un organismo d’osservazione e coordinamento di tutte le politiche preventive; potenziamento delle strutture della giustizia minorile, che devono essere dotate di servizi più efficaci e di maggior personale e devono operare in stretto contatto con gli enti locali e le associazioni di volontariato; varo di leggi più severe per i mandanti e gli sfruttatori dei baby-delinquenti; potenziamento delle strutture d’assistenza sociale alle famiglie in difficoltà; lotta decisa all’evasione scolastica.
La preziosa attività svolta dalle organizzazioni di volontariato e di assistenza sociale va elogiata ed incrementata: nonostante la carenza di strutture e di mezzi finanziari che spesso ostacola il loro operato, tolgono molti minori dalla strada, strappandoli da un futuro a rischio.
5) Certamente è da tenere, in questi casi, sotto particolare osservazione la famiglia, dato che in quest’ultima è possibile ritrovare molte cause del disadattamento giovanile: un ambiente familiare non consono alle esigenze del bambino, perché troppo disgregato o repressivo ed ostile, ne può danneggiare la personalità, spingendolo ad una futura scelta delinquenziale. Anche le condizioni economiche della famiglia hanno un’incidenza negativa, così come la mancanza di valori al suo interno le frequenti liti tra marito e moglie e tra genitori e figli: un padre disoccupato, che sfoga questa sua condizione assentandosi spesso da casa o prendendosela con la moglie, perde di prestigio e di fiducia agli occhi del figlio; un nucleo familiare caratterizzato da profonde incomprensioni sui valori da trasmettere ai giovani non può che disorientare questi ultimi, che spesso preferiscono agire da soli e in maniera sbagliata.
I comportamenti, le idee, i valori, le opinioni dei genitori forniscono dei modelli ai loro figli: una volta interiorizzati, questi rappresentano l’unica verità, la sola realtà esistente fino a prova contraria: così una famiglia unita, ma con atteggiamenti e convincimenti socialmente deprecabili, fornisce una serie d’esempi negativi al bambino che, crescendo, utilizzerà i medesimi schemi nel relazionarsi con gli altri. Non si possono certo addossare tutte le responsabilità di una scelta delinquenziale da parte dei minori: anche nelle esperienze extrafamiliari, a scuola, osservando la televisione, frequentando cattive compagnie, si possono acquisire comportamenti legati alla violenza. Soprattutto i messaggi trasmessi dai “mass-media” esercitano un’influenza decisiva su una personalità in formazione.
Tuttavia non c’è dubbio che proprio una famiglia sana ed equilibrata può svolgere un’importantissima funzione di selezione di questi messaggi e, conseguentemente, di orientamento degli interessi dei figli.
Il contributo che ciascun adulto onesto e responsabile può dare, in qualità di genitore, insegnante, uomo politico, assistente sociale o semplice cittadino, allo sviluppo di una personalità sana ed equilibrata nei minori, può rappresentare il vero antidoto alla violenza minorile.
:dontgetit:con:convi ho aspettato fin ora,ma sto crollando.. in bocca al lupo a tutti... vvb
Grazie :D Russino emh..... mi puoi aiutare su altre 2 tracce??? :)
1)I delitti e le violenze all'interno dell'ambiente familiare
e poi...... emh..... vabbe x le altre aspetto Sbardy, vediamo cosa ci dice....:)
In crisi ma sei una ragazza??? :) ke esaurimento questo esame..... :D
1)I delitti e le violenze all'interno dell'ambiente familiare
e poi...... emh..... vabbe x le altre aspetto Sbardy, vediamo cosa ci dice....:)
In crisi ma sei una ragazza??? :) ke esaurimento questo esame..... :D
auguri!!!!!
auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
si ma se nn facciamo neanke 2 ore dom cm li facciamo gli esami?!?!?!?!?muoviti sbardy....!!!pleas..
ma infatti aspetto, le vojo sapèè..... cmq da precisare ke oggi è il mio kompleanno :)
Proprio il 20/06/ ahuahauahau ke brutto kompleanno.... :D
Proprio il 20/06/ ahuahauahau ke brutto kompleanno.... :D
ma ke fa,te li fai domani pome,hai la possibilità di sapere le tracce prima e pensi a dormire??fattele di pome due ora..no'?'
ok... io aspetto..... speriamo ke si tratta di poko tempo, 2 ore me le vojo fa.... :)
starà rifilando le tracce...
no vabbe quello di prima andava bene ;) ma sbardy???? dv è finito???
ok,ma sto cercando altro,nn sn di esami,ma sto aiutando amici paesani ed aiuto anke voi,mi propongo fino alle 4.30 di notte...
vedi qst
Era il 4 agosto del 2005. Un giovedì un po’ particolare, un bel giorno estivo, di vacanza per Vittorio Catabano, due giorni prima del suo sedicesimo compleanno. Il ragazzo era in compagnia della sua famiglia e di alcuni amici, con i quali aveva scelto la bellissima cittadina di Tropea come meta delle sue vacanze. Ignaro naturalmente di ciò che gli sarebbe capitato è andato con i suoi compagni di viaggio a visitare la vicina città di Pizzo Calabro. Mentre mangiava un gelato, seduto al tavolo di uno dei tanti bar, ad un tratto dalla tasca di un uomo seduto vicino a lui partì un colpo di pistola che raggiunse la sua gamba sinistra. Da allora il ragazzo è costretto a camminare su una sedia a rotelle in quanto quella gamba gli è stata amputata. Quell’uomo che sedeva al tavolo accanto aveva la pistola in tasca perché il suo obiettivo era quello di sparare al proprietario del bar con il quale aveva dei “conti in sospeso”, ma accidentalmente il colpo è partito nel momento sbagliato e non c’è stato niente da fare per la gamba del povero Vittorio. Egli è stato solo uno tra le tante vittime della ndrangheta calabrese, con la differenza che lui non c’entrava affatto, e questo è solo un piccolo esempio di ciò che comporta la criminalità, che causa danni non solo a chi decide di andare contro la legge, ma anche agli innocenti. ‘Ndrangheta, mafia, camorra ormai non destano più tanta meraviglia, tanto hanno invaso la quotidianità degli italiani. La parola illegalità non fa più paura. Già nel nostro piccolo possiamo renderci conto di quanto la razza umana sia propensa a non rispettare le regole. Quante volte a casa, a scuola, per strada, ci è capitato di trasgredire a qualche regola. Certo questi potrebbero sembrare ai nostri occhi episodi irrilevanti, ma è proprio tale mancanza di sensibilità per le leggi che dovrebbero regolare la nostra vita che poi induce a compiere atti più gravi e compromettenti. Ogni giorno, quanti diventiamo, anche inconsapevolmente, complici dell’illegalità. Entriamo in un negozio, la cassiera è distratta, e senza pensarci due volte infiliamo un prodotto in tasca e usciamo. Una bravata direte, spesso, però, questi sono solo punti di partenza. Assistiamo quotidianamente a casi di rapina, magari in cui “ci scappa anche il morto”, o violenze, contrabbando. A volte comportarsi contro la legge deriva da una personale voglia di trasgredire alle regole, di essere diversi, di “osare” nel vero senso della parola, oppure perché si ha proprio il bisogno di ciò che si ruba o si fuma. Ormai è così sottile la distanza tra ciò che è legale e ciò che non lo è, che le due cose finiscono per confondersi tra di loro. Microcriminalità e criminalità organizzata si diffondono sempre di più e di conseguenza diventa sempre più difficile combattere questi mali che non fanno altro che dilaniare la nostra società. Cerchiamo innanzitutto noi di attenerci alle regole, se adeguate al nostro vivere comunitario, e a essere consapevoli ogni volta che sbagliamo. Forse è proprio questo il nostro errore: avere la presunzione di non sbagliare. Molti, spesso, usano espressioni come “devi vivere nella legalità!” o “la devi smettere di rubare” anche non dando ad esse il significato letterale del termine, mostrando la loro superiorità e la loro apparente correttezza di fronte alle regole, quando magari sono le prime persone che sbagliano, forse senza neanche chiedersi se il loro comportamento sia conforme o meno alle regole, magari perché nessuno si è mai permesso di far notare loro quella profonda incoerenza d’animo di cui sono macchiati. C’è da dire che, però, ci sono anche persone che si battono contro l’illegalità. Un esempio emblematico è rappresentato dalla famosa figura di Giovanni Falcone, come anche quella di Paolo Borsellino, importanti sostenitori della lotta contro la mafia, lotta che li ha condotti alla morte in un’esplosione organizzata. Ciò dimostra che non è cosa facile cercare di promuovere la giustizia, ma non credo sia impossibile. Bisognerebbe in un certo senso “educare alla legalità”, educare i bambini appena nascono a mantenere un comportamento rispettoso, evitando di farli crescere nel lusso e con eccessiva libertà, evitando anche di distruggere la loro crescita, ma trovare una giusta misura. Ciò dovrebbe, quindi, partire dai genitori e da chi ha un certo potere; ma se già chi ha il potere vive nell’ingiustizia qual è il modo migliore per combattere questo non-rispetto diffuso per le leggi? Purtroppo credo che è una soluzione che solo noi, all’interno di noi stessi possiamo trovare, dobbiamo volerlo, ma se ci piace vivere in una situazione di tale squilibrio sociale, allora non ci resta che aspettare il futuro disfacimento della nostra dignità.
vedi qst
Era il 4 agosto del 2005. Un giovedì un po’ particolare, un bel giorno estivo, di vacanza per Vittorio Catabano, due giorni prima del suo sedicesimo compleanno. Il ragazzo era in compagnia della sua famiglia e di alcuni amici, con i quali aveva scelto la bellissima cittadina di Tropea come meta delle sue vacanze. Ignaro naturalmente di ciò che gli sarebbe capitato è andato con i suoi compagni di viaggio a visitare la vicina città di Pizzo Calabro. Mentre mangiava un gelato, seduto al tavolo di uno dei tanti bar, ad un tratto dalla tasca di un uomo seduto vicino a lui partì un colpo di pistola che raggiunse la sua gamba sinistra. Da allora il ragazzo è costretto a camminare su una sedia a rotelle in quanto quella gamba gli è stata amputata. Quell’uomo che sedeva al tavolo accanto aveva la pistola in tasca perché il suo obiettivo era quello di sparare al proprietario del bar con il quale aveva dei “conti in sospeso”, ma accidentalmente il colpo è partito nel momento sbagliato e non c’è stato niente da fare per la gamba del povero Vittorio. Egli è stato solo uno tra le tante vittime della ndrangheta calabrese, con la differenza che lui non c’entrava affatto, e questo è solo un piccolo esempio di ciò che comporta la criminalità, che causa danni non solo a chi decide di andare contro la legge, ma anche agli innocenti. ‘Ndrangheta, mafia, camorra ormai non destano più tanta meraviglia, tanto hanno invaso la quotidianità degli italiani. La parola illegalità non fa più paura. Già nel nostro piccolo possiamo renderci conto di quanto la razza umana sia propensa a non rispettare le regole. Quante volte a casa, a scuola, per strada, ci è capitato di trasgredire a qualche regola. Certo questi potrebbero sembrare ai nostri occhi episodi irrilevanti, ma è proprio tale mancanza di sensibilità per le leggi che dovrebbero regolare la nostra vita che poi induce a compiere atti più gravi e compromettenti. Ogni giorno, quanti diventiamo, anche inconsapevolmente, complici dell’illegalità. Entriamo in un negozio, la cassiera è distratta, e senza pensarci due volte infiliamo un prodotto in tasca e usciamo. Una bravata direte, spesso, però, questi sono solo punti di partenza. Assistiamo quotidianamente a casi di rapina, magari in cui “ci scappa anche il morto”, o violenze, contrabbando. A volte comportarsi contro la legge deriva da una personale voglia di trasgredire alle regole, di essere diversi, di “osare” nel vero senso della parola, oppure perché si ha proprio il bisogno di ciò che si ruba o si fuma. Ormai è così sottile la distanza tra ciò che è legale e ciò che non lo è, che le due cose finiscono per confondersi tra di loro. Microcriminalità e criminalità organizzata si diffondono sempre di più e di conseguenza diventa sempre più difficile combattere questi mali che non fanno altro che dilaniare la nostra società. Cerchiamo innanzitutto noi di attenerci alle regole, se adeguate al nostro vivere comunitario, e a essere consapevoli ogni volta che sbagliamo. Forse è proprio questo il nostro errore: avere la presunzione di non sbagliare. Molti, spesso, usano espressioni come “devi vivere nella legalità!” o “la devi smettere di rubare” anche non dando ad esse il significato letterale del termine, mostrando la loro superiorità e la loro apparente correttezza di fronte alle regole, quando magari sono le prime persone che sbagliano, forse senza neanche chiedersi se il loro comportamento sia conforme o meno alle regole, magari perché nessuno si è mai permesso di far notare loro quella profonda incoerenza d’animo di cui sono macchiati. C’è da dire che, però, ci sono anche persone che si battono contro l’illegalità. Un esempio emblematico è rappresentato dalla famosa figura di Giovanni Falcone, come anche quella di Paolo Borsellino, importanti sostenitori della lotta contro la mafia, lotta che li ha condotti alla morte in un’esplosione organizzata. Ciò dimostra che non è cosa facile cercare di promuovere la giustizia, ma non credo sia impossibile. Bisognerebbe in un certo senso “educare alla legalità”, educare i bambini appena nascono a mantenere un comportamento rispettoso, evitando di farli crescere nel lusso e con eccessiva libertà, evitando anche di distruggere la loro crescita, ma trovare una giusta misura. Ciò dovrebbe, quindi, partire dai genitori e da chi ha un certo potere; ma se già chi ha il potere vive nell’ingiustizia qual è il modo migliore per combattere questo non-rispetto diffuso per le leggi? Purtroppo credo che è una soluzione che solo noi, all’interno di noi stessi possiamo trovare, dobbiamo volerlo, ma se ci piace vivere in una situazione di tale squilibrio sociale, allora non ci resta che aspettare il futuro disfacimento della nostra dignità.
ahuahau dialetto napoletanto.... mi sei stato di grande aiuto.... tema sulla legalità trovato... ;)
Questo volevò dììì... :)
Questo volevò dììì... :)
nn ho capito una mazza...
russino hai arrvutato :D trovato il tema della legalità......
aspettanto SBARDY.............!?!?!? e pò un oretta di sonno me la devo fà :)
aspettanto SBARDY.............!?!?!? e pò un oretta di sonno me la devo fà :)
gege pasienza...
DITE A SBARDY DI SBRIGARSI X FAVORE