I PACS: tu cosa ne pensi?
Cari utenti,
cosa ne pensate dei tanto discussi PACS?
Largo alle vostre opinioni...si attendono comunisti, cattolici, moralisti, anarchici, attivisti gay, ma mi raccomando, come sempre, "scannatevi" con stile... :wink:
cosa ne pensate dei tanto discussi PACS?
Largo alle vostre opinioni...si attendono comunisti, cattolici, moralisti, anarchici, attivisti gay, ma mi raccomando, come sempre, "scannatevi" con stile... :wink:
Risposte
katia su quello che hai appensa scritto non sono d'accordo...
la formazione personale del bambino a livello sessuale è una formazione che come dici tu, è personale.. e sarà lui a decidere con chi avere rapporti.. i genitori potranno solo dirgli di amare chiunque lui voglia..
infine, è vero che non tutti adorano le persone diverse, ma emarginare un bimbo solo perché ha 2 padri non è una cosa logica.. se ci fai caso, qualche anno fa la società si preoccupava per i figli di genitori separati, ma poi ormai siamo tutti tranquilli.. ovviamente, ci potranno essere dei problemi, ma credo che siano normali perché ci sono stati anche per la categoria che ho citato prima..
quindi, la società cambierebbe a livello giuridico, ma è normale che la "discriminazione" verso una categoria non dipende solo dalle leggi che vengono effettuate ma anche dalle singole persone.. infatti, la legge ci dice che siamo tutti uguali, ma il razzismo esiste ancora..(è solo un esempio) ma almeno questa "legge" è servita a qualcosa.
la formazione personale del bambino a livello sessuale è una formazione che come dici tu, è personale.. e sarà lui a decidere con chi avere rapporti.. i genitori potranno solo dirgli di amare chiunque lui voglia..
infine, è vero che non tutti adorano le persone diverse, ma emarginare un bimbo solo perché ha 2 padri non è una cosa logica.. se ci fai caso, qualche anno fa la società si preoccupava per i figli di genitori separati, ma poi ormai siamo tutti tranquilli.. ovviamente, ci potranno essere dei problemi, ma credo che siano normali perché ci sono stati anche per la categoria che ho citato prima..
quindi, la società cambierebbe a livello giuridico, ma è normale che la "discriminazione" verso una categoria non dipende solo dalle leggi che vengono effettuate ma anche dalle singole persone.. infatti, la legge ci dice che siamo tutti uguali, ma il razzismo esiste ancora..(è solo un esempio) ma almeno questa "legge" è servita a qualcosa.
io non capisco flavia come fai a non vedere l'evidenza del problema della discriminazione nei confronti degli omosessuali. I Pacs non cambierebbero assolutemente niente nella società, ma solo garantirebbero dal punto di vista giuridico una validità alle unioni gay o lesbo.
Ciò non significherebbe che non sarebbero più discriminati. secondo me il problema inficia a sua volta la questione dell'adozione per queste coppie.
Proprio tu che altrove hai manifestato di non amare particolarmente gli extracomunitari...come te tante persone non amano i gay o i trans e tutto questo si riverserebbe inevitabilmente sul bambino, non lo farebbe crescere in un'atmosfera sana (lasciando fuori le questioni sulla formazione personale del bambino a livello sessuale).
Ciò non significherebbe che non sarebbero più discriminati. secondo me il problema inficia a sua volta la questione dell'adozione per queste coppie.
Proprio tu che altrove hai manifestato di non amare particolarmente gli extracomunitari...come te tante persone non amano i gay o i trans e tutto questo si riverserebbe inevitabilmente sul bambino, non lo farebbe crescere in un'atmosfera sana (lasciando fuori le questioni sulla formazione personale del bambino a livello sessuale).
beh ma se si rinuncia per paura della società allora non si cambierà mai...un tempo anche i figli di genitori divorziati o i figli "illegittimi" non erano visti di buon occhio,ma adesso a nessuno frega più niente delle origine familiari di una persona;la stessa cosa accadrà con i figli di genitori gay
stella87:
Non è questione di amare o meno!Sono d'accordo che sicuramente una coppia gay può amare dieci mila volte di più un bimbo rispetto ad una coppia etero!Io ritengo che il problema d fondo stia nella società!Non sono d'accordo con chi pensa che il bimbo cresca deviato..nel senso che cresca con principi o cose simili meno saldi perchè nn ha a fianco la presenza femminile e maschile..perchè un omosessuale può essere molto più presente rispetto ad una mamma etero..!ma quello che secondo me è il vero problema...sarà nel momento in cui il bambino uscirà dalle mura d casa!beh..ripeto..è la società il problema!Quando tutti riusciranno a guardarli cm tutti ..senza distinzione tra normali e non..allora a quel punto sarò favorevole all'adozione di un bimbo anche per gli omosessuali!ma fino a quel punto,che credo non arriverà mai,mi spiace ma non sono d'accordo!Il bambino resterà traumatizzato..dalla "cattiveria",se così si può chiamare, dei bambini..appena entrato a scuola..e crescendo sarà etichettato da cretini..come,beh..lo sappiamo tutti..!se vogliamo dare questo diritto anche a loro...dobbiamo per primi noi..abituare i nostri figli a non guardarli in maniera diversa..e forse prima o poi arriverà il momento anche per loro di adottare un bimbo..
con i PACS si potrebbe educare la società alla diversità..secondo me..
Non è questione di amare o meno!Sono d'accordo che sicuramente una coppia gay può amare dieci mila volte di più un bimbo rispetto ad una coppia etero!Io ritengo che il problema d fondo stia nella società!Non sono d'accordo con chi pensa che il bimbo cresca deviato..nel senso che cresca con principi o cose simili meno saldi perchè nn ha a fianco la presenza femminile e maschile..perchè un omosessuale può essere molto più presente rispetto ad una mamma etero..!ma quello che secondo me è il vero problema...sarà nel momento in cui il bambino uscirà dalle mura d casa!beh..ripeto..è la società il problema!Quando tutti riusciranno a guardarli cm tutti ..senza distinzione tra normali e non..allora a quel punto sarò favorevole all'adozione di un bimbo anche per gli omosessuali!ma fino a quel punto,che credo non arriverà mai,mi spiace ma non sono d'accordo!Il bambino resterà traumatizzato..dalla "cattiveria",se così si può chiamare, dei bambini..appena entrato a scuola..e crescendo sarà etichettato da cretini..come,beh..lo sappiamo tutti..!se vogliamo dare questo diritto anche a loro...dobbiamo per primi noi..abituare i nostri figli a non guardarli in maniera diversa..e forse prima o poi arriverà il momento anche per loro di adottare un bimbo..
moonix:
[quote=soloflavia]io penso che la vita è fatta di scelte...e quelle degli altri vanno rispettate, di qualsiasi natura siano a patto che non intralcino le nostre..
se un giorno avrai un figlio.... però per svariati motivi non potrai tenerlo... e devi darlo in affido temporaneo.... lo daresti ad una coppia gay o ad una coppia cosiddetta "normale"?
niente ipocrisia![/quote]
e perchè una coppia omosessuale non può amare un bambino come una coppia cosidetta normale?io valuto una persona per le sue azioni non per il suo orientamento sessuale!
ma scusa se già con il matrimonio è facile separarsi...con i PACS lo sarà ancora d+ e nessuno ricorrerà più al matrimonio ... troppo facile non prendere impegni e volere solo diritti
moonix:
[quote=Grazyana] ma non dimentichiamoci che anche le coppie di fatto etero ne trarrebbero parecchi vantaggi.
ma scusate? le coppie di fatto etero... non possono ricorrere al matrimonio civile? che bisogno c'è dei PACS...?[/quote]
Bhe ma non tutti hanno voglia di sposarsi nemmeno civilmente soprattutto vista la facilità con cui ci si separa...è triste da dire ma è la verità. Personalmente sarei la prima ad usare i PACS piuttosto che un matrimonio civile.
Grazyana:
ma non dimentichiamoci che anche le coppie di fatto etero ne trarrebbero parecchi vantaggi.
ma scusate? le coppie di fatto etero... non possono ricorrere al matrimonio civile? che bisogno c'è dei PACS...?
Favorevole al 100%. Al di là che i PACS vengano estesi alle coppie omosessuali lo reputo un ottimo strumento giuridico atto a tutelare le coppie di fatto. Chi va a convivere, per svariate motivazioni personali, tuttoggi non ha riconosciuti diversi diritti. E credo che in una società dove ormai il matrimonio vale meno che zero (e parlo per esperienza personale) la convivenza venga vista dai più come l'alternativa alla tradizione.
Visto che l'Italia è uno stato laico, allora iniziamo a fare i laici, ed adeguiamoci a quegli stati che hanno introdotto i PACS, certo verrà sfruttato forse maggiormente dalle coppie omosessuali, ma non dimentichiamoci che anche le coppie di fatto etero ne trarrebbero parecchi vantaggi.
Visto che l'Italia è uno stato laico, allora iniziamo a fare i laici, ed adeguiamoci a quegli stati che hanno introdotto i PACS, certo verrà sfruttato forse maggiormente dalle coppie omosessuali, ma non dimentichiamoci che anche le coppie di fatto etero ne trarrebbero parecchi vantaggi.
io sono favorevole.. e non vedo un grosso problema nel fare allevare un bimbo a due persone dello stesso sesso.. perché da un recente studio, la maggior parte dei figli di omosessuali sono tutti eterosessuali.. questo perché ogni individuo decide con chi avere dei rapporti sessuali, con chi costruirsi una vita, ecc.. indipendentemente dalla famiglia d'origine..
come ci insegna un film "Il vizietto" che parla di due uomini che vivevano insieme, si amavano e avevano un figlio, anche loro hanno entrambe le due coscienze..
e poi non è che la famiglia non viene più creata solo per colpa delle donne.. perchè i figli si hanno e si dovrebbero crescere in due.. quindi, se si deve attribuire una colpa... la si deve dare un po' a tutti.. società che tarda a darci il lavoro (conosco uomini di 30 anni che ancora non hanno un lavoro stabile e quindi, non possono formarsi un afamiglia) all'uomo e alle donne..
come ci insegna un film "Il vizietto" che parla di due uomini che vivevano insieme, si amavano e avevano un figlio, anche loro hanno entrambe le due coscienze..
e poi non è che la famiglia non viene più creata solo per colpa delle donne.. perchè i figli si hanno e si dovrebbero crescere in due.. quindi, se si deve attribuire una colpa... la si deve dare un po' a tutti.. società che tarda a darci il lavoro (conosco uomini di 30 anni che ancora non hanno un lavoro stabile e quindi, non possono formarsi un afamiglia) all'uomo e alle donne..
Non sono un esperto, quindi mi limito a dire quello ke penso,ma credo che l'orientamento sessuale di una persona non sia dato dai genitori,i quali dovrebbero limitarsi a presentargli il mondo nella maniera più oggettiva possibile e lasciare il figlio libero di fare le sue scelte senza condzionamenti,qualcosa tipo l'"Emilio" di Rousseau...
la normalità è dettata dalle leggi della natura... ok... posso tollerare il fatto che due uomini o due donne possono amarsi, ma di certo non concedo loro di adottare un bambino...
in noi è presente sia un lato maschile che un lato femminile, dettato appunto dalla forma istituzionale che è la famiglia maschio-femmina...
tu credi che una famiglia gay... possa far sviluppare al bambino/a ambe due le coscienze?
in noi è presente sia un lato maschile che un lato femminile, dettato appunto dalla forma istituzionale che è la famiglia maschio-femmina...
tu credi che una famiglia gay... possa far sviluppare al bambino/a ambe due le coscienze?
se un giorno avrai un figlio.... però per svariati motivi non potrai tenerlo... e devi darlo in affido temporaneo.... lo daresti ad una coppia gay o ad una coppia cosiddetta "normale"?
Ma questa "normalità" di cui tutti parliamo chi l'ha decisa? Credo sia solo un problema di consuetudine...
La famiglia come la intendiamo oggi è così perchè storicamente si è pensato che organizzare la società in piccoli gruppetti in cui ognuno avrebbe dovuto avere un ruolo prestabilito (che gli piaccia o meno) sarebbe stato il modo migliore per evitare un eccesso di libertà.
Personalmente non trovo assolutamente giusto che una parte della popolazione(anche se è la maggioranza) si arroghi il diritto di decidere quali siano i diritti da concedere all'altra parte...
Ciò che conta è che due persone si vogliano bene al di là del sesso,razza,religione,ecc..
se non avessi la possibilità di allevare mio figlio lo concederei indifferentemente ad una coppia gay o etero;gli studi a riguardo non sono molti,ma penso che l'orientamento sessuale dei genitori non pregiudichi quello dei figli,del resto gli omosessuali di oggi vengono fuori da famiglie etero,anzi credo che due gay,proprio per la maggiore sensibilità che hanno,diano ancora più affetto al bambino.
Penso che da quando la donna è finalmente riuscita a diventare economicamente indipendente dall'uomo la famiglia è diventata qualcosa di obsoleto e troppo limitante..
Io la vedrei da un punto di vista strettamente giuridico...
I PACS non sono terreno per (falsi) moralismi. Sono terreno del diritto.
Il diritto per sua natura deve seguire l’evoluzione della società ed assecondarne le istanze.
E la regolamentazione delle unioni di fatto è una esigenza sociale.
Non ritengo che tale esigenza sussista con riferimento alle coppie di fatto eterosessuali, rispetto alle quali esiste già uno strumento che assicuri diritti e doveri reciproci, ovvero il matrimonio, civile o religioso.
Certamente però sussiste con riferimento alle coppie omosessuali.
Qui non si tratta di ritenere gli omosessuali qualcosa di normale o di anormale, di giusto o di sbagliato. Si tratta di prendere atto di una esigenza sociale. Per riconoscere diritti, successori e non solo, a delle situazioni che necessitano di regolamentazione.
A questo punto si esige naturalmente un passo ulteriore. Per non creare una discriminazione “al contrario” sarà necessario estendere questa forma di regolamentazione anche alle coppie eterosessuali. Nell’ipotesi opposta si finerebbe per ledere il principio di uguaglianza formale per rispettare quello di uguaglianza sostanziale.
Mi rendo conto dei due rischi cui questa costruzione porta.
Il primo è il (presunto) pericolo di sgretolamento della famiglia, visto i figli delle coppie eterosessuali legate dai PACS sarebbero esposti al rischio di unioni genitoriali più “fragili”, in quanto potenzialmente più facilmente disgregabili. Questo timore però sa tanto di falso moralismo, vista la facilità con cui oggi si ricorre al divorzio.
Il secondo rischio è ben più serio e deriva dal fatto che l’introduzione dei PACS rischia di instaurare un processo di equiparazione delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali e di costituire il primo passo verso il riconoscimento dei veri e propri matrimoni omosessuali (per i quali oggi la coscienza sociale non è ancora matura) e, dunque, della possibilità di adozione anche per le coppie non eterosessuali.
Si tratta di un rischio effettivo, al quale si può contrapporre solo il fragile argomento che poggia sul fatto che l’adozione sia il frutto del diritto del minore ad avere una famiglia e non del diritto degli adulti ad avere un figlio. E, dunque, si potrebbe affermare che, finché ci sarà un numero sufficiente di coppie eterosessuali disposte all’adozione, non si giustificherebbe il ricorso all’adozione da parte di coppie costituite da due persone dello stesso sesso.
Non si tratta di una critica al modello morale o familiare dei gay o delle lesbiche o dei bisessuali, ma solo una presa d’atto della non rispondenza di tali coppie al modello naturale di famiglia volta alla generazione delle prole (laddove il termine naturale non implica alcuna valutazione in termini di positivo e negativo, ma fa riferimento solo al dato, naturale appunto, della procreazione, la quale, fino a prova contraria, è ammessa dalla natura solo dall’incontro di una coppia eterosessuale).
Di tale secondo rischio prendo atto e mi rendo conto della debolezza dell’argomentazione che dovrebbe servire a limitarlo, ma ritengo al contempo che le istanze sociali per una disciplina del fenomeno siano ugualmente meritevoli di tutela.
Qualcuno invocherà contro questa visione “formalista” (in senso giuridico) dei PACS i principi costituzionali, l’ordine pubblico e il buon costume, ma mi sembra che, qualora ve ne fosse realmente bisogno, un’accorta interpretazione evolutiva permetterebbe di superare ogni possibile obiezione in tal senso.
Posto questo, mi sembra doveroso un accenno alla posizione del papa sul punto. Come sistema di idee e valori la Chiesa ha pieno diritto di esprimere il suo punto di vista e di rivolgersi ai suoi seguaci, al pari di quanto fa un partito politico (e mi si perdoni l’accostamento apparentemente blasfemo). Trovo altamente antidemocratico l’atteggiamento di chi sistematicamente parla di interferenze della Santa Sede nella politica italiana ad ogni enciclica, discorso del papa, dichiarazione della CEI. Prendo atto del fatto che la Chiesa si rivolge ai suoi seguaci, che dovrebbero, coerentemente, non accedere a siffatte forme di unioni, qualora volessero rispettare i dettami della loro fede. La Chiesa non può tuttavia bloccare l’evoluzione sociale e il soddisfacimento delle istanze collettive.
Lo Stato laico dove soddisfare queste richieste. E’ rimesso poi alla coscienza e alla fede dei singoli avvalersi o meno degli strumenti che l’ordinamento offre.
In conclusione posso anche esprimere la mia posizione personale. Sono cristiana cattolica, dunque personalmente non ricorrerei mai ad un PACS. Ma intorno a me vi è una vasta parte della collettività nazionale che ne percepisce la necessità. E siccome non vedo in tutto ciò né una lesione della Costituzione, ne dell’ordine pubblico, né del buon costume, facciamo fare al diritto civile il suo lavoro e subordiniamolo non a sistemi preconcetti di valori, ma alle reali esigenze della società in cui esso nasce, vive ed opera.
I PACS non sono terreno per (falsi) moralismi. Sono terreno del diritto.
Il diritto per sua natura deve seguire l’evoluzione della società ed assecondarne le istanze.
E la regolamentazione delle unioni di fatto è una esigenza sociale.
Non ritengo che tale esigenza sussista con riferimento alle coppie di fatto eterosessuali, rispetto alle quali esiste già uno strumento che assicuri diritti e doveri reciproci, ovvero il matrimonio, civile o religioso.
Certamente però sussiste con riferimento alle coppie omosessuali.
Qui non si tratta di ritenere gli omosessuali qualcosa di normale o di anormale, di giusto o di sbagliato. Si tratta di prendere atto di una esigenza sociale. Per riconoscere diritti, successori e non solo, a delle situazioni che necessitano di regolamentazione.
A questo punto si esige naturalmente un passo ulteriore. Per non creare una discriminazione “al contrario” sarà necessario estendere questa forma di regolamentazione anche alle coppie eterosessuali. Nell’ipotesi opposta si finerebbe per ledere il principio di uguaglianza formale per rispettare quello di uguaglianza sostanziale.
Mi rendo conto dei due rischi cui questa costruzione porta.
Il primo è il (presunto) pericolo di sgretolamento della famiglia, visto i figli delle coppie eterosessuali legate dai PACS sarebbero esposti al rischio di unioni genitoriali più “fragili”, in quanto potenzialmente più facilmente disgregabili. Questo timore però sa tanto di falso moralismo, vista la facilità con cui oggi si ricorre al divorzio.
Il secondo rischio è ben più serio e deriva dal fatto che l’introduzione dei PACS rischia di instaurare un processo di equiparazione delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali e di costituire il primo passo verso il riconoscimento dei veri e propri matrimoni omosessuali (per i quali oggi la coscienza sociale non è ancora matura) e, dunque, della possibilità di adozione anche per le coppie non eterosessuali.
Si tratta di un rischio effettivo, al quale si può contrapporre solo il fragile argomento che poggia sul fatto che l’adozione sia il frutto del diritto del minore ad avere una famiglia e non del diritto degli adulti ad avere un figlio. E, dunque, si potrebbe affermare che, finché ci sarà un numero sufficiente di coppie eterosessuali disposte all’adozione, non si giustificherebbe il ricorso all’adozione da parte di coppie costituite da due persone dello stesso sesso.
Non si tratta di una critica al modello morale o familiare dei gay o delle lesbiche o dei bisessuali, ma solo una presa d’atto della non rispondenza di tali coppie al modello naturale di famiglia volta alla generazione delle prole (laddove il termine naturale non implica alcuna valutazione in termini di positivo e negativo, ma fa riferimento solo al dato, naturale appunto, della procreazione, la quale, fino a prova contraria, è ammessa dalla natura solo dall’incontro di una coppia eterosessuale).
Di tale secondo rischio prendo atto e mi rendo conto della debolezza dell’argomentazione che dovrebbe servire a limitarlo, ma ritengo al contempo che le istanze sociali per una disciplina del fenomeno siano ugualmente meritevoli di tutela.
Qualcuno invocherà contro questa visione “formalista” (in senso giuridico) dei PACS i principi costituzionali, l’ordine pubblico e il buon costume, ma mi sembra che, qualora ve ne fosse realmente bisogno, un’accorta interpretazione evolutiva permetterebbe di superare ogni possibile obiezione in tal senso.
Posto questo, mi sembra doveroso un accenno alla posizione del papa sul punto. Come sistema di idee e valori la Chiesa ha pieno diritto di esprimere il suo punto di vista e di rivolgersi ai suoi seguaci, al pari di quanto fa un partito politico (e mi si perdoni l’accostamento apparentemente blasfemo). Trovo altamente antidemocratico l’atteggiamento di chi sistematicamente parla di interferenze della Santa Sede nella politica italiana ad ogni enciclica, discorso del papa, dichiarazione della CEI. Prendo atto del fatto che la Chiesa si rivolge ai suoi seguaci, che dovrebbero, coerentemente, non accedere a siffatte forme di unioni, qualora volessero rispettare i dettami della loro fede. La Chiesa non può tuttavia bloccare l’evoluzione sociale e il soddisfacimento delle istanze collettive.
Lo Stato laico dove soddisfare queste richieste. E’ rimesso poi alla coscienza e alla fede dei singoli avvalersi o meno degli strumenti che l’ordinamento offre.
In conclusione posso anche esprimere la mia posizione personale. Sono cristiana cattolica, dunque personalmente non ricorrerei mai ad un PACS. Ma intorno a me vi è una vasta parte della collettività nazionale che ne percepisce la necessità. E siccome non vedo in tutto ciò né una lesione della Costituzione, ne dell’ordine pubblico, né del buon costume, facciamo fare al diritto civile il suo lavoro e subordiniamolo non a sistemi preconcetti di valori, ma alle reali esigenze della società in cui esso nasce, vive ed opera.
Skotam82:
sono tendenzialmente contrario ad un riconoscimento generale anche se dacccordo a qualche intervento su qualche singolo aspetto...alcuni diritti vanno riconosciuti a tutti, altri solo a chi si assume degli "obblighi" verso la società.
questa potrebbe essere una giusta considerazione....
sono tendenzialmente contrario ad un riconoscimento generale anche se dacccordo a qualche intervento su qualche singolo aspetto...alcuni diritti vanno riconosciuti a tutti, altri solo a chi si assume degli "obblighi" verso la società.
soloflavia:
io penso che la vita è fatta di scelte...e quelle degli altri vanno rispettate, di qualsiasi natura siano a patto che non intralcino le nostre..
se un giorno avrai un figlio.... però per svariati motivi non potrai tenerlo... e devi darlo in affido temporaneo.... lo daresti ad una coppia gay o ad una coppia cosiddetta "normale"?
niente ipocrisia!
contrario al 100%
Feloz:
Io sono favorevolissimo ai PACS, ognuno la propria vita sceglie di viverla come meglio crede, quindi se due persone si amano a prescindere dal loro sesso è giusto che siano riconosciute legalmente. Il problema è che abbiamo il vaticano in casa che si mette a fare sti moralismi del ***** che non servono a niente, loro non si dovrebbero impicciare negli affari di stato e criticare ciò che non gli va bene, devono stare solo zitti a pregare.!!!
mi sa che la teoria dantesca detta "Dei due soli" si può applicare anche oggi...21° secolo..mah!