RISULTATI COMPLETI ELEZIONI STUDENTESCHE SCIENZE POLITICHE (ateneo)
ATENEO totale votanti 875
Confederazione 518 voti
Inversi 322 (eletto)
Lugello 98 (eletto)
Maglione 40
Pellegrino 36
Laudiero 4
Lista 18
Sinistra per scienze politiche 291 voti
Lastaria 193 (eletto)
Policasto 55
Mandara 21
Lista 22
Studenti per l'ateneo 24 voti
Croce 10
lista 14
nulle 22
bianche 20
Confederazione 518 voti
Inversi 322 (eletto)
Lugello 98 (eletto)
Maglione 40
Pellegrino 36
Laudiero 4
Lista 18
Sinistra per scienze politiche 291 voti
Lastaria 193 (eletto)
Policasto 55
Mandara 21
Lista 22
Studenti per l'ateneo 24 voti
Croce 10
lista 14
nulle 22
bianche 20
Risposte
E' questa la lettera di risposta di Feola (ormai relativa a due anni fa) quando alcuni studenti presentarono una petizione per il ripristino della sessione di ottobre...
Ti invito a riflettere su queste parole: "ciò mi pare poco utile e soprattutto contravviene ai fondamentali principi della rappresentanza democratica". Emerge qui chiaramente ciò che ho detto: la componente studentesca serve a legittimare e blindare le altrui decisioni. Chiaro.
Gianluca;81476:
27/05/2005
Avviso
Comunicazione del Preside agli studenti
Mi è pervenuta una richiesta di ripristinare una finestra di esami ad ottobre per il vecchio ed il nuovo ordinamento.
La risposta è semplice: il Consiglio di Facoltà nella seduta del 4 maggio ha approvato, col voto unanime dei rappresentanti degli studenti, lo schema di otto appelli così distribuiti:
- 3 gennaio-febbraio (ordinari);
- 3 giugno-luglio (ordinari);
- 2 settembre (straordinari).
La ragione non è cervellotica, ma è quella di assicurare - proprio nel vostro interesse - un necessario periodo (non meno di un trimestre) di non sovrapposizione esami-lezioni.
Ora la richiesta tende a modificare una delibera appena approvata e ancora da sperimentare; ciò mi pare poco utile e soprattutto contravviene ai fondamentali principi della rappresentanza democratica.
Ti invito a riflettere su queste parole: "ciò mi pare poco utile e soprattutto contravviene ai fondamentali principi della rappresentanza democratica". Emerge qui chiaramente ciò che ho detto: la componente studentesca serve a legittimare e blindare le altrui decisioni. Chiaro.
Cerco di toccare a mano a mano i vari punti del tuo intervento, in modo da risponderti con maggiore facilità...
1) QUESTIONE RAPPRESENTANZA STUDENTESCA
Tu hai detto... è essenziale che la componente studenti sia prima di tutto rappresentativa. Vero, sono d'accordo con te. Ma ti pongo una domanda molto semplice. Nelle elezioni precedenti a queste, si è votato in massa un consiglio di facoltà caratterizzato dalla presenza di alcuni membri che hanno - a tratti - agito in una maniera che definire criticabile è un eufemismo. Bene, posto che alle precedenti elezioni la percentuale dei votanti è stata superiore a queste, ritieni che una simile componente studentesca, da te ritenuta "rappresentativa degli interessi degli studenti" abbia agito in maniera corrispondente agli interessi degli studenti stessi? La risposta a mio modo di vedere è scontata. E se non hanno agito in corrispondenza dei nostri interessi, ciò non può che essere dovuto: o al fatto che materialmente, data l'esiguità dei numeri a disposizione, non si è riusciti per cause di forza maggiore a portare avanti le nostre istanze, o perchè qualcuno di essi volutamente non ha fatto nulla per portare avanti i nostri interessi. O, ancora, tutte e due le cose. In ogni caso, è evidente che non si tratta di una componente rappresentativa di alcunchè, se non di se stessa.
2) EVENTUALE DISERZIONE DELLE URNE
Ho già detto che, data la situazione di fatto presente in consiglio, la componente studentesca non può configurarsi in altro modo se non alla stregua di un sindacato che porta avanti le richieste dei lavoratori. In realtà, come la funzione del sindacato nel nostro sistema politico è pari a quella di una struttura tendente in sostanza a legittimare il padronato agli occhi dei lavoratori, così la componente studenti, votando ad esempio all'unanimità il taglio degli appelli, altro non fa che legittmare decisioni prese da qualcun altro, in senso ostinatamente contrario al nostro interesse (come emerge dal documento che ti mostro qua sotto)
3) CAMBIAMENTO IN BASE ALLE IDEE
Forse ancora non hai capito che io ripugno l'idea anarchica di imbracciare il kalashnikov e distruggere lo stato da un giorno all'altro: NO! La rivoluzione è un processo lentissimo, specie in una società come la nostra anestetizzata dai messaggi provenienti dalla dittatura borghese tramite i mezzi di comunicazione di massa. Il primo passo è anche il + difficile: far sì che chi è oppresso percepisca questa sua situazione ed individui chi gli fa del male e chi agisce contro i suoi interessi.
4) MONDO DEL LAVORO
Il tutto nasce sempre dal problema della ricerca. Lo sviluppo non lo si fa incentivando, ad esempio, la creazione di nuove imprese nel mezzogiorno d'Italia, così come viene propagandisticamente prospettato. Le industrie nascenti non sarebbero all'altezza e finirebbero per chiudere. Il problema è proprio quello di creare una società tecnologicamente avanzata. I problemi del nostro mercato del lavoro nascono proprio da un'arretratezza tecnologica di fondo, con le nostre imprese non in grado di essere competitive sul mercato internazionale proprio perchè manca un settore di ricerca efficiente e ben implementato. Guardacaso, i nostri cervelli se ne vanno all'estero. Di qui nascono tutti i problemi. "Agevolare le piccole e medie imprese" - che non producono tra l'altro sviluppo non essendo in grado di fare economie di scala (giocando molto sulla speculazione finanziaria, vedi caso Finmek), non serve, non serve e non serve.
5) QUESTIONE UNIVERSITA'
Hai parlato di un sistema attuale in cui ci sarebbe "una seconda occasione per tutti". Beh... io quest'espressione la correggerei un po'... più che altro direi che c'è sempre una seconda occasione per amici e raccomandati, mentre per chi davvero è meritevole di occasioni non ce ne sono proprio. Io sono dell'idea che un'occasione debba esserci per tutti. Sul discorso dei costi maggiorati ti faccio riflettere che se davvero dal bilancio statale si iniziassero a tagliare costi, sprechi, auto blu, finanziamenti a pioggia per settori improduttivi etc etc etc uscirebbero le risorse per fare questo ed altro. Credimi.
1) QUESTIONE RAPPRESENTANZA STUDENTESCA
Tu hai detto... è essenziale che la componente studenti sia prima di tutto rappresentativa. Vero, sono d'accordo con te. Ma ti pongo una domanda molto semplice. Nelle elezioni precedenti a queste, si è votato in massa un consiglio di facoltà caratterizzato dalla presenza di alcuni membri che hanno - a tratti - agito in una maniera che definire criticabile è un eufemismo. Bene, posto che alle precedenti elezioni la percentuale dei votanti è stata superiore a queste, ritieni che una simile componente studentesca, da te ritenuta "rappresentativa degli interessi degli studenti" abbia agito in maniera corrispondente agli interessi degli studenti stessi? La risposta a mio modo di vedere è scontata. E se non hanno agito in corrispondenza dei nostri interessi, ciò non può che essere dovuto: o al fatto che materialmente, data l'esiguità dei numeri a disposizione, non si è riusciti per cause di forza maggiore a portare avanti le nostre istanze, o perchè qualcuno di essi volutamente non ha fatto nulla per portare avanti i nostri interessi. O, ancora, tutte e due le cose. In ogni caso, è evidente che non si tratta di una componente rappresentativa di alcunchè, se non di se stessa.
2) EVENTUALE DISERZIONE DELLE URNE
Ho già detto che, data la situazione di fatto presente in consiglio, la componente studentesca non può configurarsi in altro modo se non alla stregua di un sindacato che porta avanti le richieste dei lavoratori. In realtà, come la funzione del sindacato nel nostro sistema politico è pari a quella di una struttura tendente in sostanza a legittimare il padronato agli occhi dei lavoratori, così la componente studenti, votando ad esempio all'unanimità il taglio degli appelli, altro non fa che legittmare decisioni prese da qualcun altro, in senso ostinatamente contrario al nostro interesse (come emerge dal documento che ti mostro qua sotto)
3) CAMBIAMENTO IN BASE ALLE IDEE
Forse ancora non hai capito che io ripugno l'idea anarchica di imbracciare il kalashnikov e distruggere lo stato da un giorno all'altro: NO! La rivoluzione è un processo lentissimo, specie in una società come la nostra anestetizzata dai messaggi provenienti dalla dittatura borghese tramite i mezzi di comunicazione di massa. Il primo passo è anche il + difficile: far sì che chi è oppresso percepisca questa sua situazione ed individui chi gli fa del male e chi agisce contro i suoi interessi.
4) MONDO DEL LAVORO
Il tutto nasce sempre dal problema della ricerca. Lo sviluppo non lo si fa incentivando, ad esempio, la creazione di nuove imprese nel mezzogiorno d'Italia, così come viene propagandisticamente prospettato. Le industrie nascenti non sarebbero all'altezza e finirebbero per chiudere. Il problema è proprio quello di creare una società tecnologicamente avanzata. I problemi del nostro mercato del lavoro nascono proprio da un'arretratezza tecnologica di fondo, con le nostre imprese non in grado di essere competitive sul mercato internazionale proprio perchè manca un settore di ricerca efficiente e ben implementato. Guardacaso, i nostri cervelli se ne vanno all'estero. Di qui nascono tutti i problemi. "Agevolare le piccole e medie imprese" - che non producono tra l'altro sviluppo non essendo in grado di fare economie di scala (giocando molto sulla speculazione finanziaria, vedi caso Finmek), non serve, non serve e non serve.
5) QUESTIONE UNIVERSITA'
Hai parlato di un sistema attuale in cui ci sarebbe "una seconda occasione per tutti". Beh... io quest'espressione la correggerei un po'... più che altro direi che c'è sempre una seconda occasione per amici e raccomandati, mentre per chi davvero è meritevole di occasioni non ce ne sono proprio. Io sono dell'idea che un'occasione debba esserci per tutti. Sul discorso dei costi maggiorati ti faccio riflettere che se davvero dal bilancio statale si iniziassero a tagliare costi, sprechi, auto blu, finanziamenti a pioggia per settori improduttivi etc etc etc uscirebbero le risorse per fare questo ed altro. Credimi.
sdengo;102776:
... mi dispiace solamente che classifichi come utopista (cosa che non accetto assolutamente perchè non è vero) chi sostiene, suffragato da numeri e fatti, che la componente studentesca in consiglio di facoltà non potrà mai incidere significativamente pur volendolo, in quanto dispone soltanto di sette consiglieri su 53 e come realista chi accetta passivamente che i processi decisionali siano gestiti a proprio piacimento da chi detiene il potere economico e politico in una nazione. Chi detiene il potere ce lo mette nel culo sistematicamente, scusa l'espressione. Ed ecco il lavoro part-time, quello precario, le c.d. tipologie di lavoro eufemistivamente detto flessibile, lo straordinario obbligatorio, il lavoro nero etc. etc. Tutto ciò lo toccherai con mano non appena uscito dall'università e allora forse inizierai a percepire che certe idee volgarmente definite "utopiste" non lo erano poi così tanto.
A mio modo di vedere, il discorso da fare non è quanto incidano i rappresentanti degli studenti nelle varie composizioni dei consigli, ma quanto essi siano rappresentativi. Non è la loro forza numerica che mi interessa, ma la loro capacità di dar voce alle istanze della collettività degli studenti, fermo restando che queste stesse istanze il più delle volte sono una mera richiesta di appelli e sessioni straordinarie. Nella mia visione è riduttivo dire che chi detiene il potere ce lo mette sistematicamente nel culo, ed è per questo che confido che le decisioni, anche nel contesto che viviamo, siano prese tenendo conto di questo fantomatico interesse generale. Non mi definisco realista perchè accetto passivamente i processi decisionali, ma perchè credo che questi siano l'unica strada possibile per un miglioramento, dato che quest'ultimo quasi mai si ottiene con la sovversione, se la cultura dei rivoluzionari è quella degli "spodestati". Un cambiamento si ottiene con la cultura, la civiltà delle idee e la razionalità delle proposte, combattendo non il potere in sé, ma il modo di detenerlo e di (ri)generarlo. Insomma, credo nel riformismo.
Part-time, lavoro flessibile e precarietà. Sono le difficoltà che ci attendono più o meno tutti, posso immaginarlo fin da adesso. Ma a cosa credi che serva dire "no" e non proporre modelli che siano alternativi? Un cambiamento è in atto, il lavoro a tempo indeterminato ha fatto il suo tempo e non riesco a pensare che sia un male in sé. Quello che mi auspico è che vengano destinate risorse in favore di ammortizzatori sociali che aiutino la transizione da un lavoro all'altro, non facendo sentire il cittadino abbandonato a sè stesso.
sdengo;102776:
Hai poi parlato di una possibilità che gli studenti si unissero e alzassero la voce per rivendicare i loro diritti. Prima cosa, se di diritti si tratta essi esistono e basta. Occorre semplicemente conoscerne la loro portata ed evitare che vengano calpestati. Poi, se davvero in facoltà ci fosse malcontento (le recenti elezioni, dati alla mano, dimostrano che in realtà tutto sto malcontento non è che ci sia) nulla impedirebbe, come accennato qualche settimana fa da 7e7r (Mirko Martorelli) se non erro, di riunirsi in cortile ed andare ad occupare la presidenza come forma di protesta. Il problema è che tutto questo disagio non è che lo si percepisce fino in fondo, altrimenti le cose andrebbero diversamente.
Prova però ad immaginare se le urne della facoltà fossero state disertate. Credo che livelli minimi di malcontento siano preferibili rispetto ad un menefreghismo diffuso per quanto riguarda aspetti della vita universitaria che ci toccano da vicino.
Per il resto sono d'accordo con te, anche se il sistema meritocratico per eccellenza, quello degli Stati Uniti, prende piede in un contesto piuttosto distante dagli ideali marxisti. Lì i docenti e ricercatori vengono finanziati dallo Stato non in virtù della posizione che ricoprono, ma in conseguenza dei risultati che ottengono. Un sistema meritocratico efficiente è anche spietato, qui invece c'è una seconda occasione per tutti, e le poche risorse che ci sono vengono sprecate. Mi limito ad avanzare un timido dubbio: capitali privati non aumenterebbero i costi dell'istruzione? L'ideale di matrice comunista "pari opportunità di accesso", che pure condivido in pieno, non andrebbe a farsi benedire?
Hai messo tanta carne a cuocere e ovviamente non ho le risposte, ti dico solo che sono ben lungi dall'essere rassegnato. ;)
Alex;102768:
Ma come ti prendi sul serio...non hai visto la faccina sorridente? Comunque grazie mille per la spiegazione, peccato che la storia abbia dato torto alla via rivoluzionaria e l'abbia classificata sotto la voce "utopia". Ma giusto per rimanere in argomento, secondo te bisognerebbe che gli studenti si riunissero e alzassero la voce, ognuno a rivendicare i propri diritti? Già che ci sei, spiegami anche come si potrebbe applicare la via rivoluzionaria al contesto "Università", spiegami come possano le tue idee avere un seguito pratico, come queste indirizzino i tuoi comportamenti civici in senso lato. Non partecipi e non voti, che seguito hanno le tue idee? Paolo sei un amico, ma lasciati dire che sei totalmente fuori dalla storia.
Le tue domande meritano una risposta molto accurata, specie per quanto riguarda il discorso dell'università. Comunque, prima che venisse alla luce il suo pensiero, anche Marx era completamente fuori dalla storia... mi dispiace solamente che classifichi come utopista (cosa che non accetto assolutamente perchè non è vero) chi sostiene, suffragato da numeri e fatti, che la componente studentesca in consiglio di facoltà non potrà mai incidere significativamente pur volendolo, in quanto dispone soltanto di sette consiglieri su 53 e come realista chi accetta passivamente che i processi decisionali siano gestiti a proprio piacimento da chi detiene il potere economico e politico in una nazione. Chi detiene il potere ce lo mette nel culo sistematicamente, scusa l'espressione. Ed ecco il lavoro part-time, quello precario, le c.d. tipologie di lavoro eufemistivamente detto flessibile, lo straordinario obbligatorio, il lavoro nero etc. etc. Tutto ciò lo toccherai con mano non appena uscito dall'università e allora forse inizierai a percepire che certe idee volgarmente definite "utopiste" non lo erano poi così tanto.
Hai poi parlato di una possibilità che gli studenti si unissero e alzassero la voce per rivendicare i loro diritti. Prima cosa, se di diritti si tratta essi esistono e basta. Occorre semplicemente conoscerne la loro portata ed evitare che vengano calpestati. Poi, se davvero in facoltà ci fosse malcontento (le recenti elezioni, dati alla mano, dimostrano che in realtà tutto sto malcontento non è che ci sia) nulla impedirebbe, come accennato qualche settimana fa da 7e7r (Mirko Martorelli) se non erro, di riunirsi in cortile ed andare ad occupare la presidenza come forma di protesta. Il problema è che tutto questo disagio non è che lo si percepisce fino in fondo, altrimenti le cose andrebbero diversamente.
Per quanto concerne il problema dell'università, il discorso secondo me è questo. Il problema principale da porsi è quello di garantire un sistema meritocratico ed efficiente, promuovendo al massimo la ricerca per far sì che i cervelli non fuggano all'estero, scoraggiati da raccomandazioni e baronìe che rendono l'accesso ai dottorati di ricerca come un qualcosa destinato ad un'élite di privilegiati. Basti pensare che i membri delle commissioni di dottorato allo stato attuale vengono ELETTI mentre andrebbero semplicemente nominati. La prima cosa da fare (e ciò contraddice per certi versi una visione di controllo statale dell'economia in cui mi riconosco) è quella di far sì che le università siano bensì strutture pubbliche ma finanziate con capitale esclusivamente privato, con un sistema di gestione basato sul modello delle fondazioni e con criteri di rendimento. Ciò rappresenterebbe una svolta netta rispetto all'oggi, dove vediamo un'università controllata da lobby tendenti ad imporre i propri uomini ed i propri interessi, con la meritocrazia ridotta a meno di zero. In questo contesto, differente sarebbe anche il ruolo svolto dalla rappresentanza studentesca, che sarebbe sì elettiva ma con ruoli e funzioni di controllo, alla stregua di un collegio sindacale.
Poi ricorda una cosa: posto che non sono un utopista, meglio utopisti che rassegnati. :)
Ma come ti prendi sul serio...non hai visto la faccina sorridente? Comunque grazie mille per la spiegazione, peccato che la storia abbia dato torto alla via rivoluzionaria e l'abbia classificata sotto la voce "utopia". Ma giusto per rimanere in argomento, secondo te bisognerebbe che gli studenti si riunissero e alzassero la voce, ognuno a rivendicare i propri diritti? Già che ci sei, spiegami anche come si potrebbe applicare la via rivoluzionaria al contesto "Università", spiegami come possano le tue idee avere un seguito pratico, come queste indirizzino i tuoi comportamenti civici in senso lato. Non partecipi e non voti, che seguito hanno le tue idee? Paolo sei un amico, ma lasciati dire che sei totalmente fuori dalla storia.
Alex;102579:
So io in cosa crede Paolo. Nella libertà individuale ergo nell'anarchia! Vero Paolo?:D
Io credo nell'anarchismo????? Alex, non è così. Io sono un rivoluzionario marxista, l'anarchia è tutt'un'altra cosa, anche se la manualistica corrente tende (anche con un pizzico di malafede), deformando al massimo il pensiero marxista, ad assimilarle.
Ora ti spiego brevemente la differenza: chi è anarchico vuole sopprimere lo Stato da un giorno all'altro (cosa materialmente impossibile); il marxista, invece, vuole spezzare lo Stato (borghese) in quanto tale, per servirsi di esso, lo Stato appunto, per instaurare un nuovo rapporto di forza in cui è la classe lavoratrice quella dominante. In una simile situazione di fatto, dal momento che si tende all'uguaglianza materiale con le differenze di classe che scompariranno (leggiti un po' Stato e Rivoluzione di Lenin), lo Stato stesso (inteso come una struttura atta ad esprimere il dominio di una classe sull'altra) sarà destinato ad estinguersi in quanto nessuna classe dovrà più dominare l'altra.
So io in cosa crede Paolo. Nella libertà individuale ergo nell'anarchia! Vero Paolo?:D
Sdengo..inutile che ti dica come reagisco alle tue risposte,alternative..proposte..boh..FORSE è GIUSTO CHIAMARLE"RIVOLUZIONI"...;)
Ti rispondo con un bel "pà pà"
Ti rispondo con un bel "pà pà"
si si l'ho visto ma se non ti dispiace lìho salvato e lo leggo domani con calma così ti risponso a mente lucida...ehehhehe
ciaobelli;102418:
ha però mi manca na cosa fondamentale...dove cavolo si leggono gli off-topic hehehe
Hai un messaggio privato...
ha però mi manca na cosa fondamentale...dove cavolo si leggono gli off-topic hehehe
bene appena lo leggerò ti farò sapere
ciaobelli;102411:
lo farò sicuramente e ti dirò la mia opinione in merito se eventualmente ne sei interessato.
Certamente...
lo farò sicuramente e ti dirò la mia opinione in merito se eventualmente ne sei interessato.
In merito all'alternativa l'ho già espressa in off-topic... c'è un topic che si chiama "Grazie USA", ripescatelo e vattelo a guardare...
un'alternativa quale sarebbe?
ciaobelli;102394:
vabbè e se allora ragioni in questo modo scusami a che ci serve la democrazia rappresentativa?non che io ne sia un pieno sostenitore però sai com'è visto che in italia a napoli e in facoltà funziona così....
Appunto a che serve? Non serve a un *****.. anzi... Io non vado a votare perchè rifiuto questo tipo di sistema che canalizza gli interessi solo di lobbies ed élite dominanti, a qualsiasi livello.
vabbè e se allora ragioni in questo modo scusami a che ci serve la democrazia rappresentativa?non che io ne sia un pieno sostenitore però sai com'è visto che in italia a napoli e in facoltà funziona così....
ciaobelli;102391:
l'importante è che i ragazzi eletti sappiano fare rispettare i diritti degli studenti...in fondo non è quello che si chiede ad un rappresentante?
I miei diritti me li faccio rispettare da solo...
l'importante è che i ragazzi eletti sappiano fare rispettare i diritti degli studenti...in fondo non è quello che si chiede ad un rappresentante?