L\'ANGOLO DELLA POESIA
"E' strano vagare nella nebbia!
Isolata è ogni pietra, ogni cespuglio;
non c'è albero che l'altro veda, tutti sono soli.
Pieno di amici era il mio mondo
quando chiara era la mia vita;
adesso, che calata è la nebbia
non ne vedo più nemmeno uno.
Certamente non può esser saggio
chi non conosca le tenebre che,
ineluttabili e lievi,
da tutto lo separano.
E' strano vagare nella nebbia!
La vita è solitudine.
Non c'è uomo che l'altro conosca,
tutti sono soli!"
-H.Hesse-
Isolata è ogni pietra, ogni cespuglio;
non c'è albero che l'altro veda, tutti sono soli.
Pieno di amici era il mio mondo
quando chiara era la mia vita;
adesso, che calata è la nebbia
non ne vedo più nemmeno uno.
Certamente non può esser saggio
chi non conosca le tenebre che,
ineluttabili e lievi,
da tutto lo separano.
E' strano vagare nella nebbia!
La vita è solitudine.
Non c'è uomo che l'altro conosca,
tutti sono soli!"
-H.Hesse-
Risposte
ho letto questo fantastico topic...a mio parere uno dei piu belli...e visto che non sono tanto bravo a scrivere poesie me ne potreste consigliare voi una da dedicare alla mia lei?
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
(Eugenio Montale)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
(Eugenio Montale)
un alito di vento mi sfiora..
sarà il tuo tocco...
nel sentiero del tempo....
mi perdo aspettandoti....
è un'attesa inquieta....frenetica...
è un attesa che non pesa perchè ne vale la pena aspettare chi da lontano sa farti emozionare!!
serenità
sarà il tuo tocco...
nel sentiero del tempo....
mi perdo aspettandoti....
è un'attesa inquieta....frenetica...
è un attesa che non pesa perchè ne vale la pena aspettare chi da lontano sa farti emozionare!!
serenità
Semplicemente stupenda...
Non so come spiegarlo, ma mi ha colpita davvero.
E` stupendo quando semplici parole riescono a farti riflettere.
Non so come spiegarlo, ma mi ha colpita davvero.
E` stupendo quando semplici parole riescono a farti riflettere.
Mi e' capitato di leggere una lettera ultimamente,mi piace riportarne qui di seguito un estratto per l'emozione e la profondita' che scorrono come un fiune sotterraneo dietro queste parole.E' un po' lunga,se vi annoiate non fa nulla.
"Da dove posso iniziare?
Da quello che mi hai scritto qualche riga sotto oppure dai fogli che di anni ne portano addosso parecchi?
Da quello che siamo stati insieme oppure da quello che siamo diventati stando lontani?
Potrei parlare della mia vita, di quello che sono, dei profumi che sento, e parlei comunque anche di te.
Della parte che, chiusa in qualche angolo, mi hai regalato in anni di silenzi, di parole, di schiaffi e di sorrisi.
Vorrei ricordare le giornate infinite, il tempo senza ore, i movimenti senza scopo.
Vorrei tornare in quel punto dove c'era solo la presenza, la sicurezza, l'appoggio.
In quel punto in cui avevo trovato un casa in cui entrare e lasciare fuori la mia vita.
La valigia in una mano e aspettarti fuori dalla porta.
Pochi anni e troppi problemi che hai assorbito con l'ascolto. Per tanto tempo.
Ti voglio bene, amico mio.
Anche se si cambia, si cresce, e non si torna mai a quello che si è lasciato.
Lo si vede in lontanza, con il peso della perdita e la leggerezza di una memoria anziana.
Lo guardi strano, quel ricordo. Presenza e assenza di una fotografia sovraesposta.
E sei parte di quello che tengo in mano anche ora.
Da lontano, ma ci sei.
Perchè ho cresciuto il mio carattere in mezzo alle tue parole, perchè sono diventata IO tra i nostri litigi, le incomprensioni, lo stare male privo di destinazione.
Perchè in quel letto ho fatto dormire l'adolescenza e la pretesa di maturità, perchè nella tua casa ho pianto quello che avrei voluto trovare fuori e non ne ero capace.
Ti guardo e tocco la tua insoddisfazione.
Il Vorrei che non diventa altro, il personaggio che chiude la strada a quello che davvero vorresti dire.
Ti guardo e vorrei tornare indietro anch'io.
Alla tua macchina fotografica, mia persecuzione.
Alla tua gelosia che era anche mia ma non lo ammettevo.
Al momento i cui avremmo potuto ricucire lo strappo e non lo abbiamo fatto.
Vorrei.
Ma il Vorrei resta sempre e solo un condizionale.
E io vivo di imperativi categorici, di realtà che tocco e mordo in ogni momento.
Non sono fatta per la stasi e il vivere parallelo.
Sono fatta di polemica, di aggressività, di impulsi e di errori. Lo sai.
IO VOGLIO andare avanti, prendere da terra quello che ho calpestato, rincorrere un'idea e diventare sempre qualcosa di più.
E se crescere significa andare avanti, io vado avanti.
Senza dimenticare ma senza cercare la realtà di un impossibile.
Siamo diventati adulti alimentando la distanza, quella distanza creata forse dal troppo affetto.
Siamo diventati.
Lontani.
Tu devi combattere, amico mio.
Vorrei ci fosse una parola per aiutare quello che in te soffoca e non esprime.
Vorrei ridarti indietro la forza che mi hai lasciato sul tavolo della tua cucina, sotto le coperte di un letto troppo grande, dentro un maglione che tengo ancora nel cassetto.
Vorrei non essermene andata troppo presto, vorrei non sentire il dolore del tuo stare male diventare il mio senso d'inadeguatezza.
Ti posso lasciare il mio affetto, adesso.
Un sentimento che gli anni ed uno schiaffo non sono riusciti a diluire.
La mia vita di ieri ti appartiene ma quella di oggi corre solitaria.
Senza spazio nè tempo da consegnare a chi abbia voglia di ascoltare.
Tornerò.
Ma restiamo comunque in uno spazio che non si adatta al tempo che è passato.
Prenditi quello che ti spetta e non piangere la sconfitta prima di aver dato vita ad un tentativo.
Lo devi a te stesso, a quello che mi hai insegnato, alle lacrime che mi hai asciugato.
E io ci sono sempre. Diversa e sempre uguale.
Perchè un ti voglio bene non annega. Non il mio."
Beh,dopodiche,passo e chiudo...
"Da dove posso iniziare?
Da quello che mi hai scritto qualche riga sotto oppure dai fogli che di anni ne portano addosso parecchi?
Da quello che siamo stati insieme oppure da quello che siamo diventati stando lontani?
Potrei parlare della mia vita, di quello che sono, dei profumi che sento, e parlei comunque anche di te.
Della parte che, chiusa in qualche angolo, mi hai regalato in anni di silenzi, di parole, di schiaffi e di sorrisi.
Vorrei ricordare le giornate infinite, il tempo senza ore, i movimenti senza scopo.
Vorrei tornare in quel punto dove c'era solo la presenza, la sicurezza, l'appoggio.
In quel punto in cui avevo trovato un casa in cui entrare e lasciare fuori la mia vita.
La valigia in una mano e aspettarti fuori dalla porta.
Pochi anni e troppi problemi che hai assorbito con l'ascolto. Per tanto tempo.
Ti voglio bene, amico mio.
Anche se si cambia, si cresce, e non si torna mai a quello che si è lasciato.
Lo si vede in lontanza, con il peso della perdita e la leggerezza di una memoria anziana.
Lo guardi strano, quel ricordo. Presenza e assenza di una fotografia sovraesposta.
E sei parte di quello che tengo in mano anche ora.
Da lontano, ma ci sei.
Perchè ho cresciuto il mio carattere in mezzo alle tue parole, perchè sono diventata IO tra i nostri litigi, le incomprensioni, lo stare male privo di destinazione.
Perchè in quel letto ho fatto dormire l'adolescenza e la pretesa di maturità, perchè nella tua casa ho pianto quello che avrei voluto trovare fuori e non ne ero capace.
Ti guardo e tocco la tua insoddisfazione.
Il Vorrei che non diventa altro, il personaggio che chiude la strada a quello che davvero vorresti dire.
Ti guardo e vorrei tornare indietro anch'io.
Alla tua macchina fotografica, mia persecuzione.
Alla tua gelosia che era anche mia ma non lo ammettevo.
Al momento i cui avremmo potuto ricucire lo strappo e non lo abbiamo fatto.
Vorrei.
Ma il Vorrei resta sempre e solo un condizionale.
E io vivo di imperativi categorici, di realtà che tocco e mordo in ogni momento.
Non sono fatta per la stasi e il vivere parallelo.
Sono fatta di polemica, di aggressività, di impulsi e di errori. Lo sai.
IO VOGLIO andare avanti, prendere da terra quello che ho calpestato, rincorrere un'idea e diventare sempre qualcosa di più.
E se crescere significa andare avanti, io vado avanti.
Senza dimenticare ma senza cercare la realtà di un impossibile.
Siamo diventati adulti alimentando la distanza, quella distanza creata forse dal troppo affetto.
Siamo diventati.
Lontani.
Tu devi combattere, amico mio.
Vorrei ci fosse una parola per aiutare quello che in te soffoca e non esprime.
Vorrei ridarti indietro la forza che mi hai lasciato sul tavolo della tua cucina, sotto le coperte di un letto troppo grande, dentro un maglione che tengo ancora nel cassetto.
Vorrei non essermene andata troppo presto, vorrei non sentire il dolore del tuo stare male diventare il mio senso d'inadeguatezza.
Ti posso lasciare il mio affetto, adesso.
Un sentimento che gli anni ed uno schiaffo non sono riusciti a diluire.
La mia vita di ieri ti appartiene ma quella di oggi corre solitaria.
Senza spazio nè tempo da consegnare a chi abbia voglia di ascoltare.
Tornerò.
Ma restiamo comunque in uno spazio che non si adatta al tempo che è passato.
Prenditi quello che ti spetta e non piangere la sconfitta prima di aver dato vita ad un tentativo.
Lo devi a te stesso, a quello che mi hai insegnato, alle lacrime che mi hai asciugato.
E io ci sono sempre. Diversa e sempre uguale.
Perchè un ti voglio bene non annega. Non il mio."
Beh,dopodiche,passo e chiudo...
Che farò lontan da te pena dell'anima
senza vederti, senza averti, nè guardarti
anche lontano non vorrò dimenticarti
anche se è ormai impossibil il nostro amor
Come levare via il profumo al fiore?
Come togliere al vento l'armonia?
Come negar che ti amo vita mia?
Come togliermi in petto questa passion?
E a veder che crudel destino ora ne viene
ma che l'ombra ora ci prenda più mi addolora
Il mio cuore mi dice che non può seguirti ancora
e nemmeno questa angustia sopportar
Come levar alle stelle via il bagliore?
Come impedir che corra il fiume al mare?
Come negar che soffre il petto mio?
Come levar dall'anima questa passion?
Come levare via il profumo al fiore?
Come togliere al vento l'armonia?
Fuori dalle braccia tue sulle ginocchia mie
così levarmi in petto questa passion?
Fuori dalle braccia tue sulle ginocchia mie
così levarmi in petto questa passion?
- Pena De L'Alma -
Vinicio
senza vederti, senza averti, nè guardarti
anche lontano non vorrò dimenticarti
anche se è ormai impossibil il nostro amor
Come levare via il profumo al fiore?
Come togliere al vento l'armonia?
Come negar che ti amo vita mia?
Come togliermi in petto questa passion?
E a veder che crudel destino ora ne viene
ma che l'ombra ora ci prenda più mi addolora
Il mio cuore mi dice che non può seguirti ancora
e nemmeno questa angustia sopportar
Come levar alle stelle via il bagliore?
Come impedir che corra il fiume al mare?
Come negar che soffre il petto mio?
Come levar dall'anima questa passion?
Come levare via il profumo al fiore?
Come togliere al vento l'armonia?
Fuori dalle braccia tue sulle ginocchia mie
così levarmi in petto questa passion?
Fuori dalle braccia tue sulle ginocchia mie
così levarmi in petto questa passion?
- Pena De L'Alma -
Vinicio
Pura poesia..
E` davvero bello il testo di questa canzone...
Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate
Alla vita (Nazim Ikmet)
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
Come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
Ma sul serio a tal punto
Che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita sulla bilancia peserà di più.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
Come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
Ma sul serio a tal punto
Che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio,
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita sulla bilancia peserà di più.
Bella scelta citare le poesie di Pavese, Hesse e Gibran...
A me di Gibran piace questa parte che ho letto nel suo libro"il Profeta":
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco,ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e siate allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benche` vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore,ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiche`solo la mano della vita puo` contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini:
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
A me di Gibran piace questa parte che ho letto nel suo libro"il Profeta":
Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore:
Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco,ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e siate allegri, ma ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, benche` vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore,ma l'uno non sia di rifugio all'altro,
Poiche`solo la mano della vita puo` contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini:
Le colonne del tempio si ergono distanti,
E la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
questo è il testo di una canzone degli Area, gli autori del testo sono Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Giampaolo Tofani.
Cometa Rossa
Apri le mie labbra, aprile
dolcemente.
Aiuta il mio cuore.
Cometa cuci
la bocca ai profeti.
Cometa chiudi la bocca e
vattene via.
Lascia che sia io a trovare
la libertà.
Cometa Rossa
Apri le mie labbra, aprile
dolcemente.
Aiuta il mio cuore.
Cometa cuci
la bocca ai profeti.
Cometa chiudi la bocca e
vattene via.
Lascia che sia io a trovare
la libertà.
Il vino triste (Cesare Pavese)
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.
Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.
A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
La fatica è sedersi senza farsi notare.
Tutto il resto poi viene da sé. Tre sorsate
e ritorna la voglia di pensarci da solo.
Si spalanca uno sfondo di lontani ronzii,
ogni cosa si sperde, e diventa un miracolo
esser nato e guardare il bicchiere. Il lavoro
(l'uomo solo non può non pensare al lavoro)
ridiventa l'antico destino che è bello soffrire
per poterci pensare. Poi gli occhi si fissano
a mezz'aria, dolenti, come fossero ciechi.
Se quest'uomo si rialza e va a casa a dormire,
pare un cieco che ha perso la strada. Chiunque
può sbucare da un angolo e pestarlo di colpi.
Può sbucare una donna e distendersi in strada,
bella e giovane, sotto un altr'uomo, gemendo
come un tempo una donna gemeva con lui.
Ma quest'uomo non vede. Va a casa a dormire
e la vita non è che un ronzio di silenzio.
A spogliarlo, quest'uomo, si trovano membra sfinite
e del pelo brutale, qua e là. Chi direbbe
che in quest'uomo trascorrono tiepide vene
dove un tempo la vita bruciava? Nessuno
crederebbe che un tempo una donna abbia fatto carezze
su quel corpo e baciato quel corpo, che trema,
e bagnato di lacrime, adesso che l'uomo
giunto a casa a dormire, non riesce, ma geme.
Gradini (Hermann Hesse)
Come ogni fior languisce e giovinezza
cede a vecchiaia, anche la vita in tutti
i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni
senno e virtù, nè può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore sia
pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso,
ad altri, nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi
senza fermare in alcun d'essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci
ma su di grado in grado sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo di infiacchire nell'ignavia;
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a spazi nuovi;
della vita il richiamo non ha fine...
Su, cuore mio, congedati e guarisci!
Come ogni fior languisce e giovinezza
cede a vecchiaia, anche la vita in tutti
i gradi suoi fiorisce, insieme ad ogni
senno e virtù, nè può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore sia
pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso,
ad altri, nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi
senza fermare in alcun d'essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci
ma su di grado in grado sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo di infiacchire nell'ignavia;
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a spazi nuovi;
della vita il richiamo non ha fine...
Su, cuore mio, congedati e guarisci!
Nulla e' in regalo (Wislawa Szimborska)
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
E' così che stanno le cose,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
E' troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso di aprirmi
quel conto.
Chiamiamo anima
la protesta contro di esso.
Ed questa è l'unica cosa
che non c'è nell'inventario.
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
E' così che stanno le cose,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
E' troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso di aprirmi
quel conto.
Chiamiamo anima
la protesta contro di esso.
Ed questa è l'unica cosa
che non c'è nell'inventario.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo e` un uomo
Che lavora nel fango
Che non conoosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa e` una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza piu` forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo e` stato:
Vi comando queeste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
......
PRIMO LEVI
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo e` un uomo
Che lavora nel fango
Che non conoosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa e` una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza piu` forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo e` stato:
Vi comando queeste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
......
PRIMO LEVI
Neruda.......
Baciami,Mordimi,Incendiami......
Io vivo sulla terra solo per il
Naufragio dei miei occhi
Nell'acqua infinita dei tuoi.....
Baciami,Mordimi,Incendiami......
Io vivo sulla terra solo per il
Naufragio dei miei occhi
Nell'acqua infinita dei tuoi.....
Per la serie,continua il buon umore...
COCCI
I ricordi sono cocci taglienti...
penetrano dentro fino alle viscere e non ti fanno vivere...
non ci sono più odori, sapori, percezioni...
la ''musica'' è lontana....resta solo qualche nota trascinata dal vento...
il tempo scorre lento, troppo lento
il tempo è la cura....nemico ed unico amico nella tua solitudine
e verrà il tempo in cui anche io costruirò il mio puzzle...il mio quadro di girasoli
ora, dolore....solo dolore.....maledetto compagno di ventura.
COCCI
I ricordi sono cocci taglienti...
penetrano dentro fino alle viscere e non ti fanno vivere...
non ci sono più odori, sapori, percezioni...
la ''musica'' è lontana....resta solo qualche nota trascinata dal vento...
il tempo scorre lento, troppo lento
il tempo è la cura....nemico ed unico amico nella tua solitudine
e verrà il tempo in cui anche io costruirò il mio puzzle...il mio quadro di girasoli
ora, dolore....solo dolore.....maledetto compagno di ventura.
Avrei voluto donarti me stesso...
Avrei voluto sorridere al tuo sguardo..
Avrei voluto custodirti nel mio cuore...
quando in ogni luogo non ti fossi sentita
al sicuro...
e lì avrei curato le tue ferite...
Avrei voluto vivere con te...
gli eterni attimi della mia vita...
Avrei voluto essere la tua stella per illuminare i tuoi giorni tristi...
Avrei voluto essere l'alba dei tuoi sorrisi e il tramonto dei tuoi dolori....
Avrei voluto poterti amare...
ma il tuo sguardo non mi ha mai cercato...
e il tuo cuore non ha mai avuto un posto per me...
Sono contento di averti potuto donare...
in quegli attimi ormai lontani...
una parte di me...
una parte della mia vita...
una parte del mio cuore...
Ora però devo andare:
non posso rimanere quì a sperare.
Se non sono piu'importante per te...
forse per qualcuno lo saro'...
Addio dolce sogno...
Avrei voluto sorridere al tuo sguardo..
Avrei voluto custodirti nel mio cuore...
quando in ogni luogo non ti fossi sentita
al sicuro...
e lì avrei curato le tue ferite...
Avrei voluto vivere con te...
gli eterni attimi della mia vita...
Avrei voluto essere la tua stella per illuminare i tuoi giorni tristi...
Avrei voluto essere l'alba dei tuoi sorrisi e il tramonto dei tuoi dolori....
Avrei voluto poterti amare...
ma il tuo sguardo non mi ha mai cercato...
e il tuo cuore non ha mai avuto un posto per me...
Sono contento di averti potuto donare...
in quegli attimi ormai lontani...
una parte di me...
una parte della mia vita...
una parte del mio cuore...
Ora però devo andare:
non posso rimanere quì a sperare.
Se non sono piu'importante per te...
forse per qualcuno lo saro'...
Addio dolce sogno...
anche questo testo non è esattamente una poesia. ma ci si avvicina molto e vale la pena leggerlo.
Il vostro pensiero e il mio (Kahlil Gibran)
Il vostro pensiero è un albero profondamente radicato nel suolo della tradizione, i cui rami crescono nel potere della continuità.
Il mio pensiero è una nube che vaga nello spazio. Si muta in gocce che, cadendo, formano un ruscello che corre cantando verso il mare. Poi si solleva in vapori nel cielo.
Il vostro pensiero è una fortezza che né burrasca né lampi possono scuotere.
Il mio pensiero è una tenera foglia che ondeggia in ogni direzione e trae diletto dal proprio ondeggiare.
Il vostro pensiero è un antico dogma che non può trasformarvi, né voi potete cambiarlo.
Il mio pensiero è nuovo, e mi mette alla prova, e io lo metto alla prova mattina e sera.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Il vostro pensiero vi consente di credere nella lotta impari dei forti contro i deboli, e nell’inganno perpetrato dagli astuti a danno dei più semplici.
Il mio pensiero crea in me il desiderio di coltivare la terra con la mia zappa, e di mietere il grano con la mia falce, e di costruire la mia casa con pietre e malta, e di tessere i miei abiti con fili di lana e lino.
Il vostro pensiero vi stimola a perseguire ricchezza e onori.
Il mio raccomanda di fare affidamento sulle proprie forze.
Il vostro pensiero caldeggia la fama e l’ostentazione.
Il mio mi consiglia e m’implora di disprezzare la notorietà, considerandola alla stregua di un granello di sabbia affiorato sulla spiaggia dell’Eternità.
Il vostro pensiero instilla nel vostro cuore arroganza e senso di superiorità.
Il mio semina dentro di me l’amore della pace e il desiderio d’indipendenza.
Il vostro pensiero genera sogni di palazzi con mobili di sandalo decorati di gemme, e letti tessuti di fili di seta intrecciati.
Il mio pensiero mi sussurra dolcemente all’orecchio: “Sii pulito nel corpo e nello spirito, anche se non hai un luogo dove appoggiare la testa”.
Il vostro pensiero vi fa aspirare a onori e cariche.
Il mio mi esorta a servire umilmente.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Il vostro pensiero è scienza sociale, è un dizionario religioso e politico.
Il mio è un semplice assioma.
Il vostro pensiero distingue donne belle, brutte, virtuose, corrotte, intelligenti, sciocche.
Il mio vede in ogni donna la madre, la sorella, la figlia di un qualsiasi uomo.
I vostri pensieri riguardano ladri, criminali, assassini.
Nei miei pensieri, i ladri sono le creature del monopolio, i criminali sono il prodotto della tirannia, e gli assassini sono affini alle vittime.
Il vostro pensiero descrive leggi, tribunali, giudici, castighi.
Il mio spiega che l’uomo, quando formula una legge, o la trasgredisce o le ubbidisce. Se c’è una legge fondamentale, siamo tutti uguali di fronte a essa. Colui che disdegna i meschini è meschino a sua volta. Colui che ostenta disprezzo per i peccatori ostenta disprezzo per tutta l’umanità.
Voi ragionate in termini di esperti, artisti, intellettuali, filosofi, preti.
Io vedo uomini che amano e che provano sentimenti, vedo uomini sinceri, uomini onesti, uomini retti, vedo uomini generosi, vedo dei martiri.
Il vostro pensiero difende la causa del giudaismo, del brahmanesimo, del buddhismo, del cristianesimo, dell’islamismo.
Nel mio pensiero c’è un’unica religione universale, le cui diverse vie non sono che le dita della mano amorosa dell’Essere Supremo.
Nel vostro pensiero ci sono i ricchi, i poveri, e coloro che si sono ridotti in miseria.
Il mio pensiero ritiene che non ci siano altre ricchezze che la vita; siamo tutti mendicanti, e non esistono benefattori se non la vita stessa.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Secondo il vostro pensiero, la grandezza di una nazione consiste nella sua politica, nei suoi partiti, nelle sue conferenze, nelle sue alleanze, nei suoi trattati.
Il mio proclama invece che l’importanza delle nazioni consiste nel lavoro – lavoro dei campi, lavoro nelle vigne, lavoro al telaio, lavoro nelle concerie, lavoro nelle miniere, lavoro nelle falegnamerie, lavoro d’ufficio, lavoro ai torchi di stampa.
Il vostro pensiero ritiene che la gloria delle nazioni sia nei loro eroi. Canta le lodi di Ramses, Alessandro, Cesare, Annibale, Napoleone.
Ma il mio proclama che i veri eroi sono Confucio, Lao-Tse, Socrate, Platone, Abi Taleb, Al-Ghazzali, Gialad ad-Din Rumi, Copernico, Pasteur .
Il vostro pensiero vede il potere negli eserciti, nei cannoni, nelle navi da guerra, nei sottomarini, negli aeroplani, nei gas venefici.
Ma il mio asserisce che il potere sta nella ragione, nella determinazione, nella verità. Per quanto a lungo duri il tiranno, alla fine sarà sconfitto.
Il vostro pensiero distingue tra pragmatisti e idealisti, tra la parte e il tutto, tra mistici e materialisti.
Il mio comprende che la Vita è una e i suoi pesi, le sue misure e le sue tabelle non coincidono con i vostri pesi, le vostre misure, le vostre tabelle. Colui che supponete idealista può essere, invece, un uomo pratico.
Voi avete il vostro pensiero, io ho il mio.
Il vostro pensiero s’interessa di rovine e musei, mummie e oggetti pietrificati.
Il mio aleggia nella bruma e nelle nubi che continuamente si rinnovano.
Il vostro pensiero siede su un trono di teschi. Poiché ne andate orgogliosi, lo cingete anche di un alone di gloria.
Il mio pensiero vaga nelle valli oscure e remote.
Il vostro pensiero fa squillare le trombe mentre danzate.
Il mio preferisce l’angoscia della morte alla vostra musica e alle vostre danze.
Il vostro pensiero è il pensiero del pettegolezzo e dei falsi piaceri.
Il mio è il pensiero di colui che è smarrito nel proprio paese, straniero nella propria nazione, solitario tra i propri congiunti e amici.
Voi avete il vostro pensiero, io ho il mio.
Il vostro pensiero e il mio (Kahlil Gibran)
Il vostro pensiero è un albero profondamente radicato nel suolo della tradizione, i cui rami crescono nel potere della continuità.
Il mio pensiero è una nube che vaga nello spazio. Si muta in gocce che, cadendo, formano un ruscello che corre cantando verso il mare. Poi si solleva in vapori nel cielo.
Il vostro pensiero è una fortezza che né burrasca né lampi possono scuotere.
Il mio pensiero è una tenera foglia che ondeggia in ogni direzione e trae diletto dal proprio ondeggiare.
Il vostro pensiero è un antico dogma che non può trasformarvi, né voi potete cambiarlo.
Il mio pensiero è nuovo, e mi mette alla prova, e io lo metto alla prova mattina e sera.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Il vostro pensiero vi consente di credere nella lotta impari dei forti contro i deboli, e nell’inganno perpetrato dagli astuti a danno dei più semplici.
Il mio pensiero crea in me il desiderio di coltivare la terra con la mia zappa, e di mietere il grano con la mia falce, e di costruire la mia casa con pietre e malta, e di tessere i miei abiti con fili di lana e lino.
Il vostro pensiero vi stimola a perseguire ricchezza e onori.
Il mio raccomanda di fare affidamento sulle proprie forze.
Il vostro pensiero caldeggia la fama e l’ostentazione.
Il mio mi consiglia e m’implora di disprezzare la notorietà, considerandola alla stregua di un granello di sabbia affiorato sulla spiaggia dell’Eternità.
Il vostro pensiero instilla nel vostro cuore arroganza e senso di superiorità.
Il mio semina dentro di me l’amore della pace e il desiderio d’indipendenza.
Il vostro pensiero genera sogni di palazzi con mobili di sandalo decorati di gemme, e letti tessuti di fili di seta intrecciati.
Il mio pensiero mi sussurra dolcemente all’orecchio: “Sii pulito nel corpo e nello spirito, anche se non hai un luogo dove appoggiare la testa”.
Il vostro pensiero vi fa aspirare a onori e cariche.
Il mio mi esorta a servire umilmente.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Il vostro pensiero è scienza sociale, è un dizionario religioso e politico.
Il mio è un semplice assioma.
Il vostro pensiero distingue donne belle, brutte, virtuose, corrotte, intelligenti, sciocche.
Il mio vede in ogni donna la madre, la sorella, la figlia di un qualsiasi uomo.
I vostri pensieri riguardano ladri, criminali, assassini.
Nei miei pensieri, i ladri sono le creature del monopolio, i criminali sono il prodotto della tirannia, e gli assassini sono affini alle vittime.
Il vostro pensiero descrive leggi, tribunali, giudici, castighi.
Il mio spiega che l’uomo, quando formula una legge, o la trasgredisce o le ubbidisce. Se c’è una legge fondamentale, siamo tutti uguali di fronte a essa. Colui che disdegna i meschini è meschino a sua volta. Colui che ostenta disprezzo per i peccatori ostenta disprezzo per tutta l’umanità.
Voi ragionate in termini di esperti, artisti, intellettuali, filosofi, preti.
Io vedo uomini che amano e che provano sentimenti, vedo uomini sinceri, uomini onesti, uomini retti, vedo uomini generosi, vedo dei martiri.
Il vostro pensiero difende la causa del giudaismo, del brahmanesimo, del buddhismo, del cristianesimo, dell’islamismo.
Nel mio pensiero c’è un’unica religione universale, le cui diverse vie non sono che le dita della mano amorosa dell’Essere Supremo.
Nel vostro pensiero ci sono i ricchi, i poveri, e coloro che si sono ridotti in miseria.
Il mio pensiero ritiene che non ci siano altre ricchezze che la vita; siamo tutti mendicanti, e non esistono benefattori se non la vita stessa.
Voi avete il vostro pensiero e io ho il mio.
Secondo il vostro pensiero, la grandezza di una nazione consiste nella sua politica, nei suoi partiti, nelle sue conferenze, nelle sue alleanze, nei suoi trattati.
Il mio proclama invece che l’importanza delle nazioni consiste nel lavoro – lavoro dei campi, lavoro nelle vigne, lavoro al telaio, lavoro nelle concerie, lavoro nelle miniere, lavoro nelle falegnamerie, lavoro d’ufficio, lavoro ai torchi di stampa.
Il vostro pensiero ritiene che la gloria delle nazioni sia nei loro eroi. Canta le lodi di Ramses, Alessandro, Cesare, Annibale, Napoleone.
Ma il mio proclama che i veri eroi sono Confucio, Lao-Tse, Socrate, Platone, Abi Taleb, Al-Ghazzali, Gialad ad-Din Rumi, Copernico, Pasteur .
Il vostro pensiero vede il potere negli eserciti, nei cannoni, nelle navi da guerra, nei sottomarini, negli aeroplani, nei gas venefici.
Ma il mio asserisce che il potere sta nella ragione, nella determinazione, nella verità. Per quanto a lungo duri il tiranno, alla fine sarà sconfitto.
Il vostro pensiero distingue tra pragmatisti e idealisti, tra la parte e il tutto, tra mistici e materialisti.
Il mio comprende che la Vita è una e i suoi pesi, le sue misure e le sue tabelle non coincidono con i vostri pesi, le vostre misure, le vostre tabelle. Colui che supponete idealista può essere, invece, un uomo pratico.
Voi avete il vostro pensiero, io ho il mio.
Il vostro pensiero s’interessa di rovine e musei, mummie e oggetti pietrificati.
Il mio aleggia nella bruma e nelle nubi che continuamente si rinnovano.
Il vostro pensiero siede su un trono di teschi. Poiché ne andate orgogliosi, lo cingete anche di un alone di gloria.
Il mio pensiero vaga nelle valli oscure e remote.
Il vostro pensiero fa squillare le trombe mentre danzate.
Il mio preferisce l’angoscia della morte alla vostra musica e alle vostre danze.
Il vostro pensiero è il pensiero del pettegolezzo e dei falsi piaceri.
Il mio è il pensiero di colui che è smarrito nel proprio paese, straniero nella propria nazione, solitario tra i propri congiunti e amici.
Voi avete il vostro pensiero, io ho il mio.