Un saluto ai nostri Eroi Parà
Volevo dare l'ultimo saluto ai nostri eroi caduti nella loro missione a Kabul, dove avevano il compito di portare pace.
Ciao ragazzi, adesso porterete pace vestiti da angeli.
Ciao ragazzi, adesso porterete pace vestiti da angeli.
Risposte
Non lo sapevo, ahimè; di recente vivo un po' fuori dal mondo, grazie per avermi ragguagliato Sergio..mi sa che devo ricominciare a informarmi un po' di più, sono rimasto un po' indietro..
Ammetto di venir preso in contropiede, non ero a conoscenza di queste opinioni e me ne rammarico (per la mia ignoranza ovviamente..).
Ero sinceramente convinto che le missioni fossero di pace e dal quel che leggo in realtà lo erano in origine; se non ho capito male è solo una proposta recente quella di convertire la missione Isaf in modo che erediti "Enduring Freedom" e non ancora applicata fra l'altro. Sempre se non ho frainteso il generale auspica che questo non avvenga perchè peggiora i nostri rapporti col popolo afghano.
Quindi stando alle fonti non è che la missione Isaf sia diventata a tutti gli effetti una missione di guerra, ma che:
e che:
Quindi non è che la cosa sia successa, si teme che succeda e si spera che non avvenga, tuttavia ci si prepara ad affrontarla anche per la propria sicurezza..(e vorrei ben vedere, accipicchia..)
Ero sinceramente convinto che le missioni fossero di pace e dal quel che leggo in realtà lo erano in origine; se non ho capito male è solo una proposta recente quella di convertire la missione Isaf in modo che erediti "Enduring Freedom" e non ancora applicata fra l'altro. Sempre se non ho frainteso il generale auspica che questo non avvenga perchè peggiora i nostri rapporti col popolo afghano.
Quindi stando alle fonti non è che la missione Isaf sia diventata a tutti gli effetti una missione di guerra, ma che:
le forze di ‘Enduring Freedom’ non sono oggettivamente sufficienti a controllare militarmente il territorio minacciato, ed è per questo che gli Stati Uniti hanno chiesto alla Nato un maggior coinvolgimento. Ma per giustificarlo, non si è chiesto di partecipare alla guerra e ampliare ‘Enduring Freedom’. Si è preferito rimanere ancorati al criterio iniziale di Isaf, ovvero al quadro di una missione che – come dice il suo stesso nome – è di assistenza al mantenimento della sicurezza in appoggio al governo di Kabul
e che:
Le zone prescelte per l’ampliamento di Isaf, ovvero il sud dell’Afghanistan, non sono quelle pacificate da ‘Enduring Freedom’, ma anzi proprio quelle in cui la guerra contro i talebani continua con vere e proprie offensive militari, seppur di carattere asimmetrico. Chi assume la responsabilità della sicurezza in queste aree si deve predisporre per fare due cose: la guerra contro i talebani, al posto o al fianco degli Usa, o la repressione di una rivolta armata interna, al fianco o al posto del governo afgano – un governo che molti degli stessi signori della guerra che ne fanno parte considerano ininfluente, che molti ribelli considerano illegittimo e che i talebani considerano d’usurpazione.
Quindi non è che la cosa sia successa, si teme che succeda e si spera che non avvenga, tuttavia ci si prepara ad affrontarla anche per la propria sicurezza..(e vorrei ben vedere, accipicchia..)
"EnderWiggins":
Non è giusto in nessun caso ma capita fin troppo spesso: le morti in guerra sono solo una piccolissima percentuale rispetto a quelle sulla strada.
Anch'io ho trovato strazianti i servizi al telegiornale, ma detto questo non trovo corretto che offuschino il nostro giudizio: l'Italia non è in guerra, si trova impegnata militarmente in un paese in guerra dove svolge compiti di tutela e di mantenimento dell'ordine, ma dire che sia in guerra sarebbe come dire che i poliziotti in Italia sono in guerra contro i criminali (perdonate il paragone forse troppo semplicistico..).
Comunque, siamo lì non solo per un impegno preso con gli altri paesi lì presenti, ma anche per un impegno morale nei confronti del popolo afghano stesso. Il fatto che non tutti siano d'accordo e reagiscano con la forza purtroppo è una realtà con cui fare i conti..questo però fa di quelle morti non delle morti assurde (trovo molto più assurde le morti sulla strada o quelle sul lavoro), almeno questo penso di doverglielo anche solo per onestà intellettuale.
Questa è la tua legittima opinione, e come tale la rispetto.
Io ne ho una opposta: quella in Afghanistan è una guerra, un'invasione compiuta ai danni del popolo afghano e quindi i militari che contribuiscono a questa occupazione sono portatori di l male e non il bene.
Discutere sul perchè delle nostre opposte visioni è tempo perso, dato che da premesse diverse (a tutti ben note) non possono che scaturire conseguenze e opinioni differenti.
L'unica cosa che ci deve unire è un patto di civiltà a favore della libertà di pensiero: NESSUNO PUO' PERMETTERSI DI CHIEDERE LA CENSURA DELL'OPINIONE DELL'ALTRO.
E purtroppo questo è avvenuto, con giornalisti, parlamentari e anche semplici cittadini che pretendono di tappare la bocca a coloro che non si dichiarano allineati con la versione ufficiale dei parà eroi.
Non è giusto in nessun caso ma capita fin troppo spesso: le morti in guerra sono solo una piccolissima percentuale rispetto a quelle sulla strada.
Anch'io ho trovato strazianti i servizi al telegiornale, ma detto questo non trovo corretto che offuschino il nostro giudizio: l'Italia non è in guerra, si trova impegnata militarmente in un paese in guerra dove svolge compiti di tutela e di mantenimento dell'ordine, ma dire che sia in guerra sarebbe come dire che i poliziotti in Italia sono in guerra contro i criminali (perdonate il paragone forse troppo semplicistico..).
Comunque, siamo lì non solo per un impegno preso con gli altri paesi lì presenti, ma anche per un impegno morale nei confronti del popolo afghano stesso. Il fatto che non tutti siano d'accordo e reagiscano con la forza purtroppo è una realtà con cui fare i conti..questo però fa di quelle morti non delle morti assurde (trovo molto più assurde le morti sulla strada o quelle sul lavoro), almeno questo penso di doverglielo anche solo per onestà intellettuale.
Anch'io ho trovato strazianti i servizi al telegiornale, ma detto questo non trovo corretto che offuschino il nostro giudizio: l'Italia non è in guerra, si trova impegnata militarmente in un paese in guerra dove svolge compiti di tutela e di mantenimento dell'ordine, ma dire che sia in guerra sarebbe come dire che i poliziotti in Italia sono in guerra contro i criminali (perdonate il paragone forse troppo semplicistico..).
Comunque, siamo lì non solo per un impegno preso con gli altri paesi lì presenti, ma anche per un impegno morale nei confronti del popolo afghano stesso. Il fatto che non tutti siano d'accordo e reagiscano con la forza purtroppo è una realtà con cui fare i conti..questo però fa di quelle morti non delle morti assurde (trovo molto più assurde le morti sulla strada o quelle sul lavoro), almeno questo penso di doverglielo anche solo per onestà intellettuale.
Io ho pianto appena ho visto quel povero bambino che correva verso la tomba del padre...e mi chiedo...perché ancora vittime? Perché ancora ci devono essere famiglie che soffrono? Perché queste morti assurde? Non è giusto che un figlio venga privato così del padre!
Salve a tutti.
Volevo intanto portare una citazione da Roberto Vecchioni che concorda col pensiero sulla democrazia di Sergio: "..in attesa di sapere cosa sia abbiamo la democrazia.." (Rotary club of Malindi). E' chiaro che non possiamo pretendere di importare la democrazia, tuttavia non condivido appieno l'opinione sulla presenza italiana in Afghanistan.
La nostra missione non è al seguito di quella americana e con gli stessi scopi, diciamo semplificando che noi siamo lì per rimediare ai danni da loro fatti: non portiamo pace o democrazia, ma aiutiamo un paese a riacquistare un ordine civile per potersi poi sviluppare con le proprie gambe.
Detto questo, trovo anch'io che il termine "eroi" sia forse un po' esagerato perchè caricato oggi di significati "eroici" (perdonate la circolarità della definizione..), tuttavia vorrei ricordare che ogni volta che qualcuno di noi si mette in gioco per il bene comune o di altri è a tutti gli effetti un eroe nel suo piccolo, quindi mi sento di chiamare "eroi" i soldati come chiamo eroi i lavoratori che per il bene di tutti rischiano la vita in condizioni di sicurezza precarie. Trovo che il termine "eroe" vada ripulito delle connotazioni che ha ora per tornare ad acquistare un significato più umile e al tempo stesso più alto.
Per quanto riguarda il resto direi che il pensiero espresso dalla signorina non fosse legato a propaganda o eccesso di orgoglio nazionale, ma sincero cordoglio; vista da fuori sinceramente la conversazione ha preso toni da scontro ideologico. Penso fosse sottointeso che lo stesso pensiero vada a tutti coloro che muoiono per cause innaturali nell'adempimento del proprio dovere, come anche il Presidente della Repubblica sottolinea spesso.
Il fatto che la propaganda giornalistica dia sempre tanto spazio ai caduti in guerra invece è veramente legato a interessi politici e nazionali e non deve influenzarci, se la nostra sensibilità ci porta a sottolinearlo in questo momento abbiamo diritto a farlo come meglio crediamo..in fondo siamo in democrazia..
Lasciamo ai media i loro compiti e i loro mezzi e non confondiamo le singole persone con la voce delle masse, mi pare che in questo forum nessuno parli o pensi con la testa di altri (tranne forse rari casi..) e trovo che si debba rispettare il pensiero di ognuno anche quando non lo si condivide..
Perdonate la lunghezza dell'intervento..
Volevo intanto portare una citazione da Roberto Vecchioni che concorda col pensiero sulla democrazia di Sergio: "..in attesa di sapere cosa sia abbiamo la democrazia.." (Rotary club of Malindi). E' chiaro che non possiamo pretendere di importare la democrazia, tuttavia non condivido appieno l'opinione sulla presenza italiana in Afghanistan.
La nostra missione non è al seguito di quella americana e con gli stessi scopi, diciamo semplificando che noi siamo lì per rimediare ai danni da loro fatti: non portiamo pace o democrazia, ma aiutiamo un paese a riacquistare un ordine civile per potersi poi sviluppare con le proprie gambe.
Detto questo, trovo anch'io che il termine "eroi" sia forse un po' esagerato perchè caricato oggi di significati "eroici" (perdonate la circolarità della definizione..), tuttavia vorrei ricordare che ogni volta che qualcuno di noi si mette in gioco per il bene comune o di altri è a tutti gli effetti un eroe nel suo piccolo, quindi mi sento di chiamare "eroi" i soldati come chiamo eroi i lavoratori che per il bene di tutti rischiano la vita in condizioni di sicurezza precarie. Trovo che il termine "eroe" vada ripulito delle connotazioni che ha ora per tornare ad acquistare un significato più umile e al tempo stesso più alto.
Per quanto riguarda il resto direi che il pensiero espresso dalla signorina non fosse legato a propaganda o eccesso di orgoglio nazionale, ma sincero cordoglio; vista da fuori sinceramente la conversazione ha preso toni da scontro ideologico. Penso fosse sottointeso che lo stesso pensiero vada a tutti coloro che muoiono per cause innaturali nell'adempimento del proprio dovere, come anche il Presidente della Repubblica sottolinea spesso.
Il fatto che la propaganda giornalistica dia sempre tanto spazio ai caduti in guerra invece è veramente legato a interessi politici e nazionali e non deve influenzarci, se la nostra sensibilità ci porta a sottolinearlo in questo momento abbiamo diritto a farlo come meglio crediamo..in fondo siamo in democrazia..
Lasciamo ai media i loro compiti e i loro mezzi e non confondiamo le singole persone con la voce delle masse, mi pare che in questo forum nessuno parli o pensi con la testa di altri (tranne forse rari casi..) e trovo che si debba rispettare il pensiero di ognuno anche quando non lo si condivide..
Perdonate la lunghezza dell'intervento..

Le ho definite politicamente corrette perchè quelle che ci vengono propagandate sono le posizioni della maggioranza che sostiene il governo in carica, ma anche quelle di gran parte delle opposizioni (che tra l'altro, a suo tempo, votarono per la prosecuzione dell'"avventura" in Afghanistan).
Ma credo che la nostra sia solo una divergenza terminologica, dato che condivido in toto il tuo intervento.
Continuo a denunciare questo tentativo di imporre il pensiero unico.
Un esempio su tutti:il "Giornale" e la senatrice Allegrini hanno chiesto la chiusura del blog http://precariopoli.leftlab.com/
Ecco gli articoli:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=383517
http://www.paconline.it/2009/09/19/iron ... opoli-com/
Siamo al ridicolo. Al massimo possiamo parlare di un problema di buon gusto. Qualcuno potrebbe legittimamente provare fastidio o comunque non gradire i toni forti e provocatori volutamente utilizzati dal proprietario del blog in questione. Ma da qui a formulare ipotesi di reato del tipo "istigazione a delinquere" ce ne passa. Si tratta infatti di una forzatura immane dietro alla quale si cela solo la volontà arrogante di imporre il pensiero unico.
Ma credo che la nostra sia solo una divergenza terminologica, dato che condivido in toto il tuo intervento.
Continuo a denunciare questo tentativo di imporre il pensiero unico.
Un esempio su tutti:il "Giornale" e la senatrice Allegrini hanno chiesto la chiusura del blog http://precariopoli.leftlab.com/
Ecco gli articoli:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=383517
http://www.paconline.it/2009/09/19/iron ... opoli-com/
Siamo al ridicolo. Al massimo possiamo parlare di un problema di buon gusto. Qualcuno potrebbe legittimamente provare fastidio o comunque non gradire i toni forti e provocatori volutamente utilizzati dal proprietario del blog in questione. Ma da qui a formulare ipotesi di reato del tipo "istigazione a delinquere" ce ne passa. Si tratta infatti di una forzatura immane dietro alla quale si cela solo la volontà arrogante di imporre il pensiero unico.
A me fa paura il tentativo di imporre il pensiero unico.
Non mi riferisco ovviamente all'autrice di questo topic, ma a tutto quel contorno di propaganda che ci viene riversata dai media.
Sull'eroismo di questi militari la penso esattamente per alvinlee88 e altri che sono intervenuti.
Ma non è questo il punto, perchè potremo discuterne per giorni e giorni e ciascuno di noi rimarrà nelle sue posizioni.
Quello che contesto è che venga messo in discussione il diritto ad esprimere le proprie opinioni a chi porta avanti posizioni differenti da quelle politicamente corrette che giornali e televisioni propagandano.
Non mi riferisco ovviamente all'autrice di questo topic, ma a tutto quel contorno di propaganda che ci viene riversata dai media.
Sull'eroismo di questi militari la penso esattamente per alvinlee88 e altri che sono intervenuti.
Ma non è questo il punto, perchè potremo discuterne per giorni e giorni e ciascuno di noi rimarrà nelle sue posizioni.
Quello che contesto è che venga messo in discussione il diritto ad esprimere le proprie opinioni a chi porta avanti posizioni differenti da quelle politicamente corrette che giornali e televisioni propagandano.
Trovo inaccettabile aver usato il termine eroe: quei soldati erano lavoratori pagati (molto) che hanno scelto volontariamente di andare là. Gli eroi sono un'altra cosa.
E personalmente mi dispiace molto di più per le vittime civili di quest'attentato, di cui nessuno parla, che della morte di persone il cui strumento di lavoro è il mitra.
Sono intervenuto in questo topic solo perchè nauseato dalla parola "eroe", senza nessun intento polemico.
E personalmente mi dispiace molto di più per le vittime civili di quest'attentato, di cui nessuno parla, che della morte di persone il cui strumento di lavoro è il mitra.
Sono intervenuto in questo topic solo perchè nauseato dalla parola "eroe", senza nessun intento polemico.
Guarda Exxxes forse ti è sfuggito il fatto che io ho pieno rispetto per i militari che operano in Afghanistan ed in altre zone di guerra, infatti considero la loro perdita un dolore, esattamente come considero dolorosa la morte prematura di ogni persona, che la morte avvenga a causa di una granata o per via di un masso che travolge un operaio. Che ci sia una differnza tra i due lavori è evidente, sostenere che uno sia più onorevole dell'altro non lo accetto e non lo accetterò mai. Entrambi stanno servendo la propria patria anche se con una differenza di stipendio esorbitante. Non voglio discutere dei rischi che corrono entrambi comunque ritengo che un operaio che lavora in una acciaieria rischia poco meno di uno dei nostri soldati in afghanistan, visto lo scarso rispetto per le norme di sicurezza che c'è in Italia e le ridicole pene per gli imprenditori negligenti in materia di sicurezza. Questo mio intervento non deve essere visto come un intento di sminuire l'importanza dei nostri soldati lontani da casa a cui va tutto il mio rispetto e la mia stima, ma semplicemente come un tentativo di sensibilizzare le coscenze sul tema della sicurezza sul lavoro, un cosa di cui non interessa niente quasi a nessuno. Comunque ti garantisco che purtroppo ne conosco tanta di gente che pensa che le morti in fabbrica avvengono tutta per colpa degli operai...
nox89:
..."è considerato un eroe, l'operaio che muore carbonizzato in fabbrica dove lavora per meno di 1000euro al mese è considerato un imbecille "...
fermo restando che chi sceglie di operare in zone di guerra,mette sicuramete in preventivo la possibilita' di lasciarci la pelle,credo ci sia una sensibile differenza tra il militare e l'operaio.
L'assunto poi che un "operaio sia un imbecille" e' tutta farina del tuo sacco...
Porgo il mio ultimo saluto ai ragazzi caduti in Afghanistan.
..."è considerato un eroe, l'operaio che muore carbonizzato in fabbrica dove lavora per meno di 1000euro al mese è considerato un imbecille "...
fermo restando che chi sceglie di operare in zone di guerra,mette sicuramete in preventivo la possibilita' di lasciarci la pelle,credo ci sia una sensibile differenza tra il militare e l'operaio.
L'assunto poi che un "operaio sia un imbecille" e' tutta farina del tuo sacco...
Porgo il mio ultimo saluto ai ragazzi caduti in Afghanistan.
"nox89":
Invece ha colto l'occasione giusta per parlare e per evidenziare una delle assurdità del nostro paese. Il soldato che muore mentre si trova in guerra, dove ha volontariamente scelto di andare, visto l'abbondante stipendio extra che riceverà, è considerato un eroe, l'operaio che muore carbonizzato in fabbrica dove lavora per meno di 1000euro al mese è considerato un imbecille e di solito va a finire che è pure stata colpa sua se è morto. Per me il morto al fronte ha la stessa importanza dell'operaio, invece per qualcuno non è così....Detto ciò esprimo il mio dolore per la perdita di 6 vite umane, che è pari a quello che provo di solito quanto, TUTTI I GIORNI vengo a conoscenza della morte di qualche lavoratore che, per come la vedo io, serve la patria bene esattamente come un soldato.
Non si può non essere d'accordo con te
"fu^2":
Trovo ipocrita tutto ciò
perfettamente daccordo
Invece ha colto l'occasione giusta per parlare e per evidenziare una delle assurdità del nostro paese. Il soldato che muore mentre si trova in guerra, dove ha volontariamente scelto di andare, visto l'abbondante stipendio extra che riceverà, è considerato un eroe, l'operaio che muore carbonizzato in fabbrica dove lavora per meno di 1000euro al mese è considerato un imbecille e di solito va a finire che è pure stata colpa sua se è morto. Per me il morto al fronte ha la stessa importanza dell'operaio, invece per qualcuno non è così....Detto ciò esprimo il mio dolore per la perdita di 6 vite umane, che è pari a quello che provo di solito quanto, TUTTI I GIORNI vengo a conoscenza della morte di qualche lavoratore che, per come la vedo io, serve la patria bene esattamente come un soldato.
... hai perso l'occasione di star zitto.
Perchè quando muore un lavoratore tutto in silenzio e quando muore un soldato tutto sto casino?
Sono entrambi lavoratori statali, con la differenza che uno non cerca la morte (lavoratore in patria), l'altro sa che rischia molto di più la morte (almeno sulla carta), paradossalmente le protezioni e le prevenzioni dedicate ai militari sono molto migliori delle prevenzioni adottate nei fatti in un qualsiasi cantiere italiano.
Mi irrita questo sfoggio di nazionalità. Perchè non lo si fa con i fatti anche quando muore qualcun altro?!... Trovo ipocrita tutto ciò (e per questo forse mi sfuggono toni un pò violenti nel messaggio).
Sono entrambi lavoratori statali, con la differenza che uno non cerca la morte (lavoratore in patria), l'altro sa che rischia molto di più la morte (almeno sulla carta), paradossalmente le protezioni e le prevenzioni dedicate ai militari sono molto migliori delle prevenzioni adottate nei fatti in un qualsiasi cantiere italiano.
Mi irrita questo sfoggio di nazionalità. Perchè non lo si fa con i fatti anche quando muore qualcun altro?!... Trovo ipocrita tutto ciò (e per questo forse mi sfuggono toni un pò violenti nel messaggio).