Tipi strani in facoltà
Buongiorno a tutti. Come credo sia comune in un posto come l università_ frequentato da molte persone, tra queste é sicuramente capitato anche a voi di incontrare de compagni di corso un po "bizzarri" (da me, ad esempio, ho modo di vedere un tizio che cammina sempre sulla punta dei piedi, ed ogni tanto praticamente parla da solo, esclamando frasi del tipo: ah ecco, forse é così!, e altre stramberie varie
).
A voi capita di vedere questo tipo i persone? Sono frequenti nelle vostre facoltà?

A voi capita di vedere questo tipo i persone? Sono frequenti nelle vostre facoltà?
Risposte
L'articolo è poco approfondito e dice una cosa tutto sommato ovvia, ma lo leggerete volentieri 
http://www.internazionale.it/opinione/o ... eccentrici

http://www.internazionale.it/opinione/o ... eccentrici
Forse mi stavo ingabbiando nella "normalità di facciata, di prassi, di etichetta"; forse è il caso di pensare diversamente: sono libero di essere me stesso! : )
Ogni tanto esce un post sui tipi strani in facoltà. Sono post che io leggo per passatempo, e per passatempo rispondo.
Mi pare che nel thread la bizzarria del comportamento venga attribuita a chi emerge intellettualmente rispetto alla massa. Invece io credo che, nella norma, chi manifesta comportamenti strani all'eccesso abbia più probabilmente una forma di malessere e meno probabilmente sia un intellettuale anticonformista. Il saper pensare in modo autonomo e originale non ha nessun legame con l'assumere comportamenti "eccentrici", che è semmai indice di qualche difficoltà personale.
Sul post di Epimenide:
leggo spesso e sempre con piacere i post "filosofici" di Epimenide, nei quali non ho mai scorto un velo di arroganza né atteggiamenti snobistici. Nemmeno in questo li ho percepiti: semmai mi è sembrato un discorso generale fatto traendo spunto dal post iniziale e discontandosene un po' (perché no?). Un semplice riflessione generale (e non generalista) sulla tristezza del conformismo e non certamente un giudizio.
Mi pare che nel thread la bizzarria del comportamento venga attribuita a chi emerge intellettualmente rispetto alla massa. Invece io credo che, nella norma, chi manifesta comportamenti strani all'eccesso abbia più probabilmente una forma di malessere e meno probabilmente sia un intellettuale anticonformista. Il saper pensare in modo autonomo e originale non ha nessun legame con l'assumere comportamenti "eccentrici", che è semmai indice di qualche difficoltà personale.
Sul post di Epimenide:
leggo spesso e sempre con piacere i post "filosofici" di Epimenide, nei quali non ho mai scorto un velo di arroganza né atteggiamenti snobistici. Nemmeno in questo li ho percepiti: semmai mi è sembrato un discorso generale fatto traendo spunto dal post iniziale e discontandosene un po' (perché no?). Un semplice riflessione generale (e non generalista) sulla tristezza del conformismo e non certamente un giudizio.
Questo thread mi ha suscitato parecchie domande dato che io sono quello strano perché non ci comporta come gli altri... Non mangio polli crudi, non indosso sempre gli stessi abiti, ho i soldi per campare (e lavoricchio); non ho problema ad usare espressioni del tipo "bella lì" o che "che figO", eppure ci sono altri "pazzi\strani\anormali" che mi dicono:"Armando, con tutte le tue stranezze e i tipi strani che conosco, tu sei una persona normale!" [ma è un ossimoro?]
Mi prendo un pò di tempo per continuare...
Mi prendo un pò di tempo per continuare...
"Nikola_Tesla":
Epimenide, come già ho scritto prima, il senso del mio post non é quello di emarginare determinate persone o considerarle inferiori, nella maniera più assoluta ( a me stesso molte volte é capitato di sentirmi emarginato a scuola e non solo, quindi so cosa voglia dire. Molte di queste persone, inoltre, possono essere più sincere e più affidabili di quanto non lo siano gli altri) . Il senso del post, tuttavia era fare ironia sul comportamento, ma non sulla persona in se.
Certo, questo è chiaro e lo era all'inizio. Sono stato io il primo ad appesantire la discussione, e me ne rendo conto, ma le mie osservazioni riguardano "la parte pesante", non il tuo messaggio iniziale. Tempo fa si era aperta una discussione simile (qui), riferita esclusivamente ai matematici e dai toni un po' più derisori, nella quale mi limitai all'ironia perché non ritenni che l'OP meritasse una risposta meditata. Visto che a breve tempo si è aperta una discussione sulla stessa falsariga, sebbene meno inquisitoria e più generale, mi è sembrato il caso di dire la mia più esplicitamente. Il senso del tuo post originale è chiaro, ripeto, non mi riferivo a quello.
Epimenide, come già ho scritto prima, il senso del mio post non é quello di emarginare determinate persone o considerarle inferiori, nella maniera più assoluta ( a me stesso molte volte é capitato di sentirmi emarginato a scuola e non solo, quindi so cosa voglia dire. Molte di queste persone, inoltre, possono essere più sincere e più affidabili di quanto non lo siano gli altri) . Il senso del post, tuttavia era fare ironia sul comportamento, ma non sulla persona in se.
@Devid la risposta è contenuta nella domanda. (L'uso della seconda persona in quanto segue è impersonale.) Senti appartenenza a un gruppo che viene etichettato dalla massa come "nerd" ma ti fa cagare Star Trek? Dillo. Senti appartenenza a un gruppo "la vita si impara sulla strada" e ti piace il cinema d'autore? Dillo. Ti fanno cagare i pantaloni attillati o tre taglie più grandi? Non metterli. I tuoi amici sono leninisti e tu sei un liberista? Dillo.
Non bollare come "strane" le persone che non si riescono a classificare è anche un'ottima cosa, dal mio punto di vista.
Non bollare come "strane" le persone che non si riescono a classificare è anche un'ottima cosa, dal mio punto di vista.
@Epi
Quindi intendi individualità come trovare la propria casella come unica fra tutte le altre e non parte di un grande "casellario" solo perchè è più semplice. E la contraddizione sta nell'accettare il casellario pretendendo la propria unicità...
Mi piace
E allora come imporre la propria unicità, il proprio pensiero libero (anche se poi porta ad essere in un gruppo ma ad esserci per scelta, come casella individuale fra caselle individuali e non parte del casellario) senza venire travolti dal gigantesco casellario?
Quindi intendi individualità come trovare la propria casella come unica fra tutte le altre e non parte di un grande "casellario" solo perchè è più semplice. E la contraddizione sta nell'accettare il casellario pretendendo la propria unicità...
Mi piace

E allora come imporre la propria unicità, il proprio pensiero libero (anche se poi porta ad essere in un gruppo ma ad esserci per scelta, come casella individuale fra caselle individuali e non parte del casellario) senza venire travolti dal gigantesco casellario?
Prima di rispondere voglio fare un esempio. Sono abbastanza sicuro che se chiedessi a chiunque su questo forum se si sente ignorante, questi risponderebbe di sì. Eppure è un forum popolato principalmente da studenti o da ex studenti e le seconde sono spesso persone di cultura. Perché non si sentono soddisfatte dalla propria cultura? Perché si rendono conto che quello che sanno, in proporzione a quello che ignorano, è pochissimo. Spostate il discorso sul piano personale e capirete cosa voglio dire. Non mi sento migliore e non parlo di persone che ritengo migliori degli altri. La differenza sta nel fatto che molti si accontentano di come sono fatti o si adattano "al ribasso" (non agli altri, ma a un'immagine), trovo positivo l'atteggiamento di chi cerca costantemente di migliorarsi. L'idea che cerco di trasmettere è "non accontentatevi di quello che sapete, non accontentatevi dei vostri lati positivi". L'omologazione porta ad accettare anche aspetti negativi come caratterizzanti, è per questo che è dannosa. A seconda dei gruppi, l'ignoranza, l'asocialità o l'ostilità sono aspetti caratterizzanti e se ci si omologa non ci si può migliorare.
@FE se giudicassi solo dalle apparenze non sarei diverso di chi vuole solo apparire, avrei lo stesso metro di giudizio. Il linguaggio ha dei limiti, e parlare di fenomeni su larga scala porta facilmente a generalizzazioni indebite. Non sono così ingenuo da non sapere che esistono le eccezioni, né mi sorprende che su questo forum possano essere in alta concentrazione. Ma se parlo di un fenomeno di massa la generalizzazione è un mezzo che uso per alleggerire il linguaggio, altrimenti diventa impossibile parlare; fermo restando che so che esistono le eccezioni. Io, a prescindere, parlo con tutti, se parlo con gente che si autoproclama con orgoglio fascista figurati se non parlo con uno che mi saluta con "bella zi' ". Il punto è che sulla mia pelle, salvo felicissime eccezioni, ho sperimentato che meno una persona si discosta dai cliché della propria categoria di appartenenza, più mostra i caratteri negativi di cui ho parlato (torno su questa cosa tra breve). C'è poco da fare, sarà un problema dei posti in cui ho vissuto, ma le eccezioni sono tali, spesso se uno fa il socialmente impegnato per aderire al suo gruppo e poi non sa cosa siano stati gli anni di piombo si dimostra anche essere un idiota, è una questione statistica. Chi si auto-ghettizza o chi si isola rientra appieno nel mio discorso, in quanto lo fa per ostentare il suo status di "alternativo®". Il pregiudizio è dannoso, qualunque sia la fonte. Io sono scettico e ho dei pregiudizi nei confronti della massa, perché è quella a decidere la tendenza, e la tendenza è negativa, ma non posso bollare un individuo in un qualsiasi modo senza prima averci a che fare, mi sembra ovvio. Il problema è proprio quello che cerco di combattere. Ti faccio degli esempi "opposti". Prendiamo il caso di uno a cui piace leggere alcuni autori ma se ne vergogna perché il suo gruppo è composto da "non ho mai letto un libro" e uno a cui non piace Star Trek, ma fa finta di sì per sentirsi più nerd. Se si è disposti a fare questi compromessi, si sarà più facilmente disposti a fare anche quelli sociali. Il primo si sentirà costretto a provare antipatia e deridere a priori i sedicenti nerd, il secondo si sentirà costretto a ostentare comportamenti asociali anche quando è inopportuno e magari ha pure voglia di socializzare. Bisogna evadere da queste bolle, e l'omologazione porta a "imbollarsi" sempre di più, è per questo che sono tanto amareggiato. Io ce l'ho con le categorie, non coi singoli elementi che le compongono, ma questi devono capire che loro sono la società e l'unico modo per migliorare la società e deviare dalla norma attuale.
Comunque sia, salutare dicendo "bella" o parlare da soli sono cose bizzarre punto e basta. Il che non implica che siano negative, mi sembrano entrambe innocue, ma sono bizzarre. Solo che la prima è comune e la seconda no. Il pollo crudo è oggettivamente qualcosa di potenzialmente dannoso, quindi è un altro paio di maniche. Ma se qualcuno mangia davvero del pollo crudo va aiutato, non deriso (o comunque chiamate il puntare un faro addosso a qualcuno).
EDIT: leggo solo ora il post di Devid.
Il problema è che le caselle, ad oggi, sono malate. Per cambiarle bisogna prima riappropriarsi della propria individualità. Perché se generalizzo, un elemento della categoria di cui parlo si sente colpito? Perché sente il proprio io che sgomita se non viene distinto dalla massa. Ma questo io viene ucciso nel momento in cui si assume acriticamente un comportamento che non si condivide solo per omologarsi.
@FE se giudicassi solo dalle apparenze non sarei diverso di chi vuole solo apparire, avrei lo stesso metro di giudizio. Il linguaggio ha dei limiti, e parlare di fenomeni su larga scala porta facilmente a generalizzazioni indebite. Non sono così ingenuo da non sapere che esistono le eccezioni, né mi sorprende che su questo forum possano essere in alta concentrazione. Ma se parlo di un fenomeno di massa la generalizzazione è un mezzo che uso per alleggerire il linguaggio, altrimenti diventa impossibile parlare; fermo restando che so che esistono le eccezioni. Io, a prescindere, parlo con tutti, se parlo con gente che si autoproclama con orgoglio fascista figurati se non parlo con uno che mi saluta con "bella zi' ". Il punto è che sulla mia pelle, salvo felicissime eccezioni, ho sperimentato che meno una persona si discosta dai cliché della propria categoria di appartenenza, più mostra i caratteri negativi di cui ho parlato (torno su questa cosa tra breve). C'è poco da fare, sarà un problema dei posti in cui ho vissuto, ma le eccezioni sono tali, spesso se uno fa il socialmente impegnato per aderire al suo gruppo e poi non sa cosa siano stati gli anni di piombo si dimostra anche essere un idiota, è una questione statistica. Chi si auto-ghettizza o chi si isola rientra appieno nel mio discorso, in quanto lo fa per ostentare il suo status di "alternativo®". Il pregiudizio è dannoso, qualunque sia la fonte. Io sono scettico e ho dei pregiudizi nei confronti della massa, perché è quella a decidere la tendenza, e la tendenza è negativa, ma non posso bollare un individuo in un qualsiasi modo senza prima averci a che fare, mi sembra ovvio. Il problema è proprio quello che cerco di combattere. Ti faccio degli esempi "opposti". Prendiamo il caso di uno a cui piace leggere alcuni autori ma se ne vergogna perché il suo gruppo è composto da "non ho mai letto un libro" e uno a cui non piace Star Trek, ma fa finta di sì per sentirsi più nerd. Se si è disposti a fare questi compromessi, si sarà più facilmente disposti a fare anche quelli sociali. Il primo si sentirà costretto a provare antipatia e deridere a priori i sedicenti nerd, il secondo si sentirà costretto a ostentare comportamenti asociali anche quando è inopportuno e magari ha pure voglia di socializzare. Bisogna evadere da queste bolle, e l'omologazione porta a "imbollarsi" sempre di più, è per questo che sono tanto amareggiato. Io ce l'ho con le categorie, non coi singoli elementi che le compongono, ma questi devono capire che loro sono la società e l'unico modo per migliorare la società e deviare dalla norma attuale.
Comunque sia, salutare dicendo "bella" o parlare da soli sono cose bizzarre punto e basta. Il che non implica che siano negative, mi sembrano entrambe innocue, ma sono bizzarre. Solo che la prima è comune e la seconda no. Il pollo crudo è oggettivamente qualcosa di potenzialmente dannoso, quindi è un altro paio di maniche. Ma se qualcuno mangia davvero del pollo crudo va aiutato, non deriso (o comunque chiamate il puntare un faro addosso a qualcuno).
EDIT: leggo solo ora il post di Devid.
"Дэвид":
Il succo è che però ognuno di questi sta cercando di darsi un "incasellamento". Tutti cercano di "definirsi".
Il problema è che le caselle, ad oggi, sono malate. Per cambiarle bisogna prima riappropriarsi della propria individualità. Perché se generalizzo, un elemento della categoria di cui parlo si sente colpito? Perché sente il proprio io che sgomita se non viene distinto dalla massa. Ma questo io viene ucciso nel momento in cui si assume acriticamente un comportamento che non si condivide solo per omologarsi.
OT ( sulla scia della discussione tra Epimenide93 e giacor86
"giacor86":
l'ho detto subito che in quello che dicevi un fondo di verità c'era. Quello che ti ho detto è che secondo me ti sei fatto prendere troppo la mano nell'esprimere la tua riflessione.
Bon, ci siamo chiariti. Anche se...
"giacor86":
status symbol (...) gente tanto odiata
...sono ancora convinto che tu non abbia capito come la penso. Ma non è importante.
"Zero87":
, gli "strani" si sono distaccati passando a PES, pizza, cinema e passeggiate chiacchierose con altri "strani". Una serata memorabile degli strani che ricordo con nostalgia è stata prendere una pizza d'asporto a testa e vedere a casa di uno di questi la finale di champions del 2007 per tifare tutti l'Italiana che poi l'ha vinta (chissenefrega se in due eravamo juventini e uno era interista, in Europa conta l'italia!).
Dopo un bel torneo di PES e il giorno dopo eravamo felici, sobri e con bei ricordi.
Scusa me l'ero perso il post.. Il fatto è che anche i "normali senza valori" fanno queste cose (ok, forse sulla sobrietà non ne sarei così sicuro ma è un altro tema

"Epimenide93":
Se per te parlare da soli è più strano che parlare con Siri dubito che potrai capire davvero il senso del mio primo post.
Tu pensa che ho dovuto cercare su google cos'è Siri..
Massì, sono daccordo, infatti io te l'ho detto subito che in quello che dicevi un fondo di verità c'era. Quello che ti ho detto è che secondo me ti sei fatto prendere troppo la mano nell'esprimere la tua riflessione, citando svariati luoghi comuni e generalizzando sulla questione mode e comportamenti diffusi che nel bene o nel male esistono da quando esiste l'uomo. L'hai fatto unendo a mo di binomi indissolubili (non importa se lo pensi o no, il tono era quello) mode e stupidità, mode e vuotezza, mode e "gli unici argomenti di conversazione sono la vita sentimentale dei non presenti".. fra l'altro i pettegolezzi sono fra le cose che odio di + (pardon, più) al mondo..
Detto questo rimango convinto che parlare da soli o mangiare un pollo crudo mentre si aspetta il treno è più strano che salutare i propri amici dicendo "bella". Solo perchè lo fa meno gente? Può essere. Ma è più strano.
"giacor86":
mi macchio nel mio quotidiano di un gran numero di colpe di quelle che tu con molto impegno e spocchia ti sei impegnato ad elencare.
Non si tratta di colpe, ma di cose che trovo bizzarre e che non vengono ritenute tali dalla maggioranza per un fenomeno noto come assuefazione.
"giacor86":
Sicuramente il confronto con i miei amici, quotidiano e prolungato per un numero elevato (molto elevato, grazie a Dio) di anni ha influenzato la mia persona, il mio modo di pensare, il mio carattere e anche il mio modo di fare. Ciònonostante io non penso di essere una persona così inutile e vuota come mi vuoi descrivere nè tantomeno penso che lo siano i miei amici.
L'influenza è una cosa (X mi faceva schifo, poi un mio amico mi ha spiegato perché ama X ed ho iniziato ad apprezzarne i lati positivi) l'idiozia un'altra (X mi fa schifo, ma ci si aspetta che mi piaccia, quindi X mi piace). Se ti lasci influenzare, siamo in due, se sei un idiota, mi spiace per te, fai sempre in tempo a realizzare che non hai più sei anni. Il nostro apparire, la nostra vanità, è appunto vana, ovvero vuota, ed è la metaforica "cornice per un bel quadro", che personalmente trovo importante (non per niente "tutta l'arte è perfettamente inutile"). Il problema è il quadro stesso. I sepolcri imbiancati del mio discorso sono quelli che oltre la vanità non hanno nient'altro. Siamo noi a decidere se per noi è più importante ciò che gli altri pensano di noi o ciò che siamo quando smettiamo di mentire a noi stessi.
Se coi tuoi amici non parli di altro che della vita secolare e sentimentale di vostri amici in comune assenti nel momento in cui avviene la conversazione, sì, ce l'avevo con te quando parlavo di gente vuota; altrimenti no.
"giacor86":
Se ho scritto quello che ho scritto, non è per un bagno nel buonismo, ma per rigettare degli insulti per cui mi sono sentito chiamato in causa personalmente.
Se scrivi "xò" sei responsabile delle tue azioni: sei uno che scrive male e che ti piaccia o meno promuovi l'ignoranza. Per me è peggio dell'ignoranza stessa, perché sai di sbagliare e ti ostini, ma il persistere è una tua scelta. Mi sembra che tu possa convivere benissimo con la consapevolezza che alcuni tuoi comportamenti non mi piacciono. Questo mi permette di giudicare solo il modo in cui scrivi e non la tua persona per intero, cosa che come ho detto non posso fare e soprattutto non voglio fare, con te o con chiunque altro.
La società non mi piace, e non mi piace che i senzatetto vengano disprezzati mentre fotoreporter criminali vengono compatiti se non presi a modello. Faccio del mio meglio nel mio quotidiano per non finire tra le fila di chi si è ormai abituato a una società del genere e perché no, per cambiarla, e sono avverso alle persone che ho descritto perché le associo agli ignavi che si adattano ad un sistema che in fondo anche loro disprezzano, e soffocano nell'omologazione le loro inquietudini vestendo le divise che il sistema propone loro, invece di combatterlo. Se ti senti chiamato in causa anche da questa descrizione è un problema tuo, altrimenti non era di te che stavo parlando quando "insultavo". Parlavo di te solo quando dicevo che sei strano ma non se ne accorge nessuno.
Se per te parlare da soli è più strano che parlare con Siri dubito che potrai capire davvero il senso del mio primo post.
Ma no certo!! Non fraintendermi, quando dicevo "primo post" intendevo il primo post di epimenide, non il tuo. Il topic era carino e divertente e gli intenti erano chiari.
Giacor, mi scuso se il post possa sembrare superbo, ma e solo per fare ironia su determinati comportamenti....Sicuramente molte persone hanno avuto dei problemi, il che ti porta ad essere cresciuto in un determinato modo, ed assumere un certo modo di pensare, e mi dispiace da questo punto di vista, ma l intento era più che altro parlare del comportamento, e fare ironia si di ciò, non sulla persona in se...
"giacor86":
le Il tuo è un giudizio generalista, velato di una vaga amarezza depressiva e un atteggiamento decadentista che, mi spiace, non mi sento di condividere.mode sono vecchie quanto l'umanità (non l'hanno di certo inventata gli hipster)
Mi fai notare dove sostengo il contrario?
"giacor86":
Se guardi le foto del 1890, erano vestiti tutti uguali.
In tal caso qualcosa è davvero cambiato, oggi convivono più mode contemporaneamente.
"giacor86":
Il tuo è un giudizio generalista, velato di una vaga amarezza depressiva e un atteggiamento decadentista che, mi spiace, non mi sento di condividere.
Non capisco cosa tu intenda con "generalista", l'ho anche cercato sul mio Zingarelli e sul vocabolario Treccani online, ma continuo a non capire: sto parlando di qualcosa di piuttosto specifico. Quanto a decadentista, mi sa che è una parola che usi (parecchio) a sproposito e che nella sua accezione propria considererei un complimento. Ma qui immagino intendessi "disfattista" e in parte potresti avere ragione, ma quando non sto a battere su una tastiera sono una persona piuttosto propositiva, quindi fondamentalmente ti sbagli. L'amarezza c'è, ma non è di natura depressiva.
"giacor86":
(...) giudichi la gente (...)
Non giudico la gente, giudico i loro atteggiamenti. Dobbiamo costantemente migliorarci, tutti, il potenziale per farlo ce lo abbiamo. Gli atteggiamenti devo valutarli per capire quali assumere e quali no. Non posso giudicare una persona in quanto una persona è anche il suo potenziale, oltre ad essere un universo che non conosco. Se di te dico che hai fatto il bagno nel buonismo non sto giudicando la tua persona, ma il tuo messaggio in questa discussione.
"giacor86":
(...) chissà se ne hai mai sentito uno poi (...)

"giacor86":
tu coi tuoi amici di cosa parli?
Non della vita privata di altre persone. Quasi esclusivamente di interessi comuni.
"giacor86":
(...) senza averci nemmeno mai magari parlato (...)
Bah...
Ribadisco lo scopo del mio messaggio, dato che sembra essercene bisogno: Dal momento che "strano" è usualmente il contrario di "normale", e che quest'ultimo è un concetto definito dalla maggioranza, stavo solo affermando che la maggioranza (che per definizione di moda, è quella che la segue) segue mode definite (ad oggi) da caratteri al limite del surreale. Per giunta, molti di questi sopprimono le proprie naturali tendenze se sono in disaccordo con quelle dell'archetipo della propria categoria. Di fronte a ciò gli "strani", persone cioè fuori dal normale (che pertanto risultano, senza necessariamente esserne consapevoli, eccentrici) non sono poi così strani, ma solo elementi di una minoranza. Il fatto che io abbia più in simpatia le minoranze è un fatto che non vedo in che modo ti riguardi. Il contenuto discutibile della mia analisi è la mia tesi: le persone "normali" sono tali per un mero fattore statistico e non meno bizzarri delle persone di cui si parla nell'OP.
[ot]
"@melia":
Una volta che la mensa era in sciopero mi hanno raccontato di averlo visto mangiare un panetto di margarina, da allora ogni volta che la mensa scioperava noi studenti facevamo una colletta per permettergli di mangiare.
Questa è una cosa bellissima.[/ot]
"giacor86":
Per quello che mi riguarda te la sei lasciata prendere anche troppo.
Anche io, però
"giacor86":
Un fondo di verità in quello che dici chiaramente c'è
che comunque fa il paio con una situazione attuale di una pochezza di valori disarmante.
Quando ero all'università - mi riferisco al massimo a 3 anni fa, dunque aggiornatemi - il massimo delle serate degli altri era andare per pub a bere.
Dopo aver partecipato, come spettatori non beventi (

Dopo un bel torneo di PES e il giorno dopo eravamo felici, sobri e con bei ricordi.
Sia ben chiaro, non voglio alimentare una polemica o prendermela con qualcuno ma, seppur esagerate (alla fine era ovvio), mi rifletto nelle parole di Epimenide.

"@melia":
Qualche anno dopo la laurea ho visto un servizio del TG3 in cui parlavano del caldo terribile di agosto e dicevano che forse a qualcuno aveva dato alla testa perché girava per la città con il cappotto e nella ripresa si vedeva proprio lui.
Ricordo che un professore universitario andava in giro sempre con sciarpa e cappotto tutto l'anno, estate o inverno.