Sul riassunto di una vita di studio con un singolo punteggio
Questo argomento mi è venuto in mente leggendo la discussione sulle bocciature. Ma essendo un argomento esterno creo una nuova discussione.
L'argomento riguarda l'esame di stato. Uno dei cambiamenti più comuni del sistema scolastico in questi ultimi anni è il cambio della maturità ma seppur si discuta molto i cambiamenti tendono a ridursi al cambio della commissione, delle percentuali date ad ogni parte e poco altro. Di fatto sono cambi piuttosto formali a mio avviso che cambiano il punteggio ma non modificano nient'altro del sistema scolastico.
D'altra parte oltre a come è composta la commissione si potrebbero porre varie domande, prima fra tutte: "è essenziale avere un esame di stato?" oppure anche se è giusto dare una importanza così alta alla famosa prima prova.
Penso che le ragioni per cui si mantenga questa "istituzione" siano:
1) ragioni storiche
2) è, antropologicamente parlando, il rito di iniziazione della società italiana
3) è il primo vero esame prima di quelli universitari
4) si vuole cercare di avere una parvenza di equità dei voti a livello nazionale
Seppur il punto 3 sia di una certa utilità non penso che nessuno di questi sia determinante inoltre la sua presenza fa valere di più un singolo evento che tutta una vita scolastica e fa in modo che le persone ansiose, timide o "particolari" siano discriminate rispetto alle persone più sicure di sé.
Senza dubbio poi l'esame di stato non misura quanto una persona sia preparata a intraprendere una particolare università rispetto ad un'altra essendo di per se molto generale.
Ok, dopo questa premessa pongo la domanda. Se [tex]f[/tex] è la funzione che a partire dai risultati nei 5 anni delle superiori e in eventuali test aggiuntivi da un 'voto' allo studente. Quali caratteristiche dovrebbe avere questa funzione? A parte il fatto di dare punteggi più alti a ragazzi con risultati migliori.
Eventualmente si può supporre che il voto sia più vario, per esempio potrebbe dare un voto per un settore universitario e uno generale (in questo caso io qualche esame aggiuntivo lo considererei preferibile).
L'argomento riguarda l'esame di stato. Uno dei cambiamenti più comuni del sistema scolastico in questi ultimi anni è il cambio della maturità ma seppur si discuta molto i cambiamenti tendono a ridursi al cambio della commissione, delle percentuali date ad ogni parte e poco altro. Di fatto sono cambi piuttosto formali a mio avviso che cambiano il punteggio ma non modificano nient'altro del sistema scolastico.
D'altra parte oltre a come è composta la commissione si potrebbero porre varie domande, prima fra tutte: "è essenziale avere un esame di stato?" oppure anche se è giusto dare una importanza così alta alla famosa prima prova.
Penso che le ragioni per cui si mantenga questa "istituzione" siano:
1) ragioni storiche
2) è, antropologicamente parlando, il rito di iniziazione della società italiana
3) è il primo vero esame prima di quelli universitari
4) si vuole cercare di avere una parvenza di equità dei voti a livello nazionale
Seppur il punto 3 sia di una certa utilità non penso che nessuno di questi sia determinante inoltre la sua presenza fa valere di più un singolo evento che tutta una vita scolastica e fa in modo che le persone ansiose, timide o "particolari" siano discriminate rispetto alle persone più sicure di sé.
Senza dubbio poi l'esame di stato non misura quanto una persona sia preparata a intraprendere una particolare università rispetto ad un'altra essendo di per se molto generale.
Ok, dopo questa premessa pongo la domanda. Se [tex]f[/tex] è la funzione che a partire dai risultati nei 5 anni delle superiori e in eventuali test aggiuntivi da un 'voto' allo studente. Quali caratteristiche dovrebbe avere questa funzione? A parte il fatto di dare punteggi più alti a ragazzi con risultati migliori.
Eventualmente si può supporre che il voto sia più vario, per esempio potrebbe dare un voto per un settore universitario e uno generale (in questo caso io qualche esame aggiuntivo lo considererei preferibile).
Risposte
"adaBTTLS":
ci sono vari topic su argomenti analoghi, come il punteggio di laurea ecc...
io sono un po' scettica (sarò pessimista o realista?), ma penso che più un punteggio è "spendibile", meno è "credibile":
se ha qualche valore un punteggio, allora vuol dire che non ci si fa quasi nulla ...
In realtà non era mia intenzione parlare della validità del voto di maturità ma delle competenze che secondo voi andrebbero considerate nel voto di maturità (indipendentemente dal metodo con cui si misurano e la forma che la maturità ha attualmente). Io ho partecipato alle discussioni a cui fai riferimento e non mi sembra siano argomenti simili... Probabilmente mi sono espresso male all'inizio

"franced":
In questi giorni si parla dell'esame a numero chiuso per entrare a medicina:
spero che in futuro NON si tenga conto del voto di maturità, in quanto succederebbero
cose da fantascienza!

"franced":
Il problema degli esami di stato è il seguente:
un 100/100 e lode in un istituto x non vale magari un 80/100 in un istituto y...
Quello è un problema risolvibile. Basterebbe fornire una misura della competenza media degli studenti di un istituto rispetto a quello di un altro. E una volta avuto un indice per ogni istituto "normalizzare" il voto. Non è in generale un problema della funzione [tex]f[/tex]. Inoltre un istituto con un punteggio basso avrebbe un interesse reale a cercare di migliorare la conoscenza media dei suoi studenti. Certo il costo di questa opera di monitoraggio non è certo trascurabile ma penso potrebbe portare dei benefici.
Inoltre lo studente che viene selezionato per sostenere queste prove di competenza sarebbe portato ad impegnarsi nel test perché un suo fallimento avrebbe conseguenze sul valore del suo "pezzo di carta".
In questi giorni si parla dell'esame a numero chiuso per entrare a medicina:
spero che in futuro NON si tenga conto del voto di maturità, in quanto succederebbero
cose da fantascienza!
spero che in futuro NON si tenga conto del voto di maturità, in quanto succederebbero
cose da fantascienza!
ci sono vari topic su argomenti analoghi, come il punteggio di laurea ecc...
io sono un po' scettica (sarò pessimista o realista?), ma penso che più un punteggio è "spendibile", meno è "credibile":
se ha qualche valore un punteggio, allora vuol dire che non ci si fa quasi nulla ...
io sono un po' scettica (sarò pessimista o realista?), ma penso che più un punteggio è "spendibile", meno è "credibile":
se ha qualche valore un punteggio, allora vuol dire che non ci si fa quasi nulla ...
Il problema degli esami di stato è il seguente:
un 100/100 e lode in un istituto x non vale magari un 80/100 in un istituto y...
un 100/100 e lode in un istituto x non vale magari un 80/100 in un istituto y...
"mimmo1988":
Soprattutto negli ultimi anni capita che alcuni ragazzi abbiano dei voti a scuola che in realtà non meritano...per cui l'esame di stato dovrebbe servire anche a far rendere conto i ragazzi che la vita oltre la scuola è dura e che se si vuole andare avanti bisogna farsi un mazzo a forma di tarallo, prima che i ragazzi si trovino all'università o sul posto di lavoro, dove le cose si fanno serie, e prendano dei grossi calci nel sedere...
Per questo secondo me era meglio un esame di stato che valutava la prestazione durante l'esame stesso, altrimenti che razza di esame di MATURITÀ è?
Noto un forte pessimismo nella tua visione del mondo. Peraltro non molto propositivo. Tutto sommato mi sfugge il principio secondo cui gli insegnanti non siano capaci di comprendere le reali capacità degli alunni durante un intero anno mentre lo sarebbero vedendoli per 15 minuti. Se non sono capaci a giudicare una persona in un anno sarebbe logico che non lo fossero neanche all'esame e quindi che ci sarebbero ragazzi che escono dalle superiori con voti che non si meritano (sia nel bene che nel male). Statisticamente è come se nel tentativo di determinare la media di una popolazione e non fidandoti di un campione di 50 elementi ritenessi che fosse meglio affidarti ad un campione di un solo elemento.
La maturità poi potrebbe avere una forma anche molto diversa. Per esempio:
1) A gennaio si estraggono a sorte 3 materie per ogni tipo di istituto,
2) Entro la fine di febbraio gli studenti devono scegliere un argomento da approfondire per ogni materia estratta e un percorso multidisciplinare che comprende almeno 3 materie (di cui almeno 2 non devono appartenere a quelle estratte e il cui argomento deve essere diverso da quello degli approfondimenti singoli). Per quanto riguarda gli argomento monotematici una commissione dei professori di quella materia nell'istituto accetta o meno gli argomenti scelti e propone eventuali modifiche. Per quanto riguarda invece il percorso esso deve essere accettato dal consiglio di classe.
3) Entro maggio gli studenti devono finire e consegnare una relazione fatta al computer di almeno 5-10 pagine per ogni argomento scelto e un testo di minimo 5 pagine e massimo 15 contenente il percorso. La stessa commissione di sopra entro giugno dà un voto alla relazione e propone eventuali modifiche ed approfondimenti per aumentare il punteggio.
4) A luglio gli studenti presentano oralmente le loro relazioni ed eventualmente le parti in più richieste dalla commissione. Inoltre per ogni classe verrà istituita una commissione di professori di varie materie (non tutti della classe) che valuterà il testo e la presentazione del percorso multidisciplinare.
5) Il voto finale dell'esame sarà dato dal voto delle 3 relazioni (valutazione scritta, orale) e dal percorso (orale). Il voto delle relazioni terrà conto della capacità di approfondire un argomento e di proporlo oralmente mentre del percorso sarà essenziale la capacità di collegare gli argomenti creando un discorso unico e non diviso tra le materie. E' per questo che ho ritenuto che il voto delle monografie dovesse essere doppio e quello del percorso dovesse essere unico perché la capacità o meno di saltare da un argomento all'altro agevolmente viene osservato meglio in un orale (almeno secondo me).
Questo è solo per fare un esempio. Personalmente trovo che un'altra capacità che andrebbe analizzata sarebbe la comprensione del testo ma non ritengo che il farlo con testi letterari sia il miglior modo per analizzarla. La comprensione di un testo scientifico (a livello semi-divulgativo) sarebbe un indice migliore. Certo poi ci sarebbe un'analisi delle capacità matematiche che è essenziale come indice di efficienza nelle facoltà scientifiche e volendo anche una prova di lingua. Quindi tutto sommato una mia proposta potrebbe essere quello che ho scritto sopra più una comprensione del testo (testo tecnico), una prova di matematica e una argomentazione in lingua su un argomento di circa 150 parole.
P.S: quello che ho scritto sopra vale per i licei principalmente. Per gli altri non saprei che capacità analizzare.
Soprattutto negli ultimi anni capita che alcuni ragazzi abbiano dei voti a scuola che in realtà non meritano...per cui l'esame di stato dovrebbe servire anche a far rendere conto i ragazzi che la vita oltre la scuola è dura e che se si vuole andare avanti bisogna farsi un mazzo a forma di tarallo, prima che i ragazzi si trovino all'università o sul posto di lavoro, dove le cose si fanno serie, e prendano dei grossi calci nel sedere...
Per questo secondo me era meglio un esame di stato che valutava la prestazione durante l'esame stesso, altrimenti che razza di esame di MATURITÀ è?
Per questo secondo me era meglio un esame di stato che valutava la prestazione durante l'esame stesso, altrimenti che razza di esame di MATURITÀ è?
"mimmo1988":
al mio paese premiare la costanza dei risultati e/o il miglioramento , punire il peggioramento etc significa descrivere l'andamento in corso. Poi non è detto che un singolo valore numerico possa tenere conto di tutte queste cose. Se si vuole analizzare la cosa usando la statistica bisogna fare una montagna di misure...e poi mi pare che un esame condotto con serietà attraverso un confronto con il docente dia risultati più rapidi e anche più veritieri di qualsiasi approccio matematico, proprio perchè qualsiasi sia l'approccio matematico, poi bisognerebbe fare un montagna di misure e inoltre l'atto stesso della misura potrebbe perturbare il risultato.
Scusate sclero da studio di meccanica Quantistica...
Mi sa che ci siamo capiti male... Io non volevo analizzare statisticamente la funzione migliore. Mi stavo solo chiedendo quali potrebbero essere le proprietà che una buona funzione di questo tipo dovrebbe avere.
Per far felice Fioravante ci metto un po' di matematica in più e definisco meglio le cose. Invece di [tex]\mathbb{N}[/tex], come avevo scritto sopra, uso l'intervallo [tex]I = [0,1][/tex].
Devo in qualche modo descrivere i risultati scolastici. Data una scuola avremo un certo numero [tex]m[/tex] di materie fatte in un numero [tex]a[/tex] di anni. Avremo inoltre che ogni anno è diviso in [tex]p[/tex] parti. Avremo quindi [tex]p[/tex] voti l'anno per ogni materia. Supponiamo, per semplicità che tutti gli anni si facciano le stesse materie (cosa che in generale non è affatto vera ma la ritengo una semplificazione accettabile). Inoltre avremo un numero [tex]n[/tex] di test aggiuntivi (nelle scuole superiori sono 4: 3 scritti e un orale).
Chiamo quindi scuola l'insieme [tex]S(m,a,p,n) = A\times T[/tex] dove [tex]A[/tex] è l'insieme delle matrici [tex]m\times ap[/tex] a valori in [tex]I[/tex] e [tex]T=I^n[/tex]. Chiamo quindi insieme dei voti l'insieme [tex]A[/tex] e con insieme dei test l'insieme [tex]T[/tex]. E' evidente che [tex]S(m,a,p,n)[/tex] è in relazione biunivoca con l'insieme [tex]I^{map+n}[/tex].
Una funzione [tex]f: S(m,a,p,n) \to I^s[/tex] è quindi detta funzione di maturità di precisione [tex]s[/tex] se ognuna delle [tex]f_i[/tex] è monotona crescente rispetto alle [tex]map+n[/tex] variabili.
Quindi le domande che pongo sono fondamentalmente [tex]2[/tex].
1) Secondo voi quali altre caratteristiche dovrebbe avere una buona funzione di maturità? Io ne ho proposte qualcuna..
2) Parlando più in senso pratico quali e quanti test aggiuntivi fareste? Se volete si può anche parlare di come dare il voto ad ogni parte. Ad esempio si potrebbe dare la possibilità allo studente di fare un "esame" di recupero a fine di ogni parte che portando tutto il programma fatto in quella parte di una materia permetta di cambiare il voto di quella materia.
P.S: la discussione è un po' fine a se stessa in realtà... Mi divertiva solo proporre un lavoro di creatività generale.
Forse l'effettiva valorizzazione del curriculum era migliore senza l'uso dei punteggi; ricordo che quando mi sono maturato io (1997) mi dissero l'ultimo giorno di scuola che comunque fossero andati gli esami di maturità (nei limiti ovviamente) sarei uscito certamente con 60/60 visti miei 5 anni.
"socio1985":
Da quello che ho visto i voti finali hanno rispecchiato nel bene e nel male il lavoro svolto almeno negli ultimi tre anni, con deviazioni legate alla prestazione durante l'esame non così pesanti come lasci intendere.
Per quanto riguarda la mia esperienza, fatta ormai molti anni fa, il curriculum scolastico non ha avuto il minimo peso all'esame: ci sono state persone che hanno ottenuto voti bassi e che nel corso degli anni erano sempre andate più o meno bene e persone che hanno ottenuto voti più alti, pur essendo stati ripetenti o rimandati tutti gli anni. Insomma, le deviazioni legate alla prestazione durante l'esame ci sono state e neanche trascurabili. Spero che oggi, fra i cambiamenti portati dalle varie riforme, ci sia una effettiva valorizzazione del curriculum.
"mimmo1988":Si intuiva qualcosa del genere.
Scusate sclero da studio di meccanica Quantistica...
al mio paese premiare la costanza dei risultati e/o il miglioramento , punire il peggioramento etc significa descrivere l'andamento in corso. Poi non è detto che un singolo valore numerico possa tenere conto di tutte queste cose. Se si vuole analizzare la cosa usando la statistica bisogna fare una montagna di misure...e poi mi pare che un esame condotto con serietà attraverso un confronto con il docente dia risultati più rapidi e anche più veritieri di qualsiasi approccio matematico, proprio perchè qualsiasi sia l'approccio matematico, poi bisognerebbe fare un montagna di misure e inoltre l'atto stesso della misura potrebbe perturbare il risultato.
Scusate sclero da studio di meccanica Quantistica...
Scusate sclero da studio di meccanica Quantistica...
"vict85":
La f che considero è una funzione calcolata quando i 5 anni sono stati finiti, non che descrive l'andamento in corso. L'esame di maturità è una funzione di questo tipo. Fondamentalmente potrebbe essere vista come una funzione limitata da [tex]\mathbb{N}^n[/tex] a [tex]\mathbb{N}[/tex].
Con caratteristiche intendevo cose del tipo premiare la costanza nei risultati e/o il miglioramento, punire il peggioramento, dare una maggiore importanza ad alcune materie al posto di altre. Renderlo o meno indipendente da brevi fluttuazioni nei risultati. Fargli tenere conto o meno di alcune abilità trasversali dello studente come può essere fare ricerca autonoma.
A naso mi sembra un approccio fattibile e, forse, già fatto da qualcuno.
Ovviamente c'è anche il discorso della significatività e del significato dei dati in input.
"mimmo1988":
Per quanto riguarda la $f$, dovrebbe essere una matrice che varia col tempo in maniera fortemente non lineare, quindi di difficile determinazione dal punto di vista analitico. Per avvicinarci il più possibile alla $f$ dovremmo avere una marea di dati sperimentali; però un prof non può mettersi a interrogare tutti i giorni tutti gli studenti...potrebbe dare una valutazione giornaliera ad ogni studente, in base agli interventi alla partecipazione etc...e poi magari assegnare un peso diverso a seconda del tipo di intervento: interrogazione o intervento da posto. Questo sempre per giocare un po' con la statistica, poi è da vedersi l'utilità di un lavoro del genere...

Con caratteristiche intendevo cose del tipo premiare la costanza nei risultati e/o il miglioramento, punire il peggioramento, dare una maggiore importanza ad alcune materie al posto di altre. Renderlo o meno indipendente da brevi fluttuazioni nei risultati. Fargli tenere conto o meno di alcune abilità trasversali dello studente come può essere fare ricerca autonoma.
Per quanto riguarda la $f$, dovrebbe essere una matrice che varia col tempo in maniera fortemente non lineare, quindi di difficile determinazione dal punto di vista analitico. Per avvicinarci il più possibile alla $f$ dovremmo avere una marea di dati sperimentali; però un prof non può mettersi a interrogare tutti i giorni tutti gli studenti...potrebbe dare una valutazione giornaliera ad ogni studente, in base agli interventi alla partecipazione etc...e poi magari assegnare un peso diverso a seconda del tipo di intervento: interrogazione o intervento da posto. Questo sempre per giocare un po' con la statistica, poi è da vedersi l'utilità di un lavoro del genere...
"socio1985":
[quote="vict85"]
Seppur il punto 3 sia di una certa utilità non penso che nessuno di questi sia determinante inoltre la sua presenza fa valere di più un singolo evento che tutta una vita scolastica e fa in modo che le persone ansiose, timide o "particolari" siano discriminate rispetto alle persone più sicure di sé.
Da quello che ho visto i voti finali hanno rispecchiato nel bene e nel male il lavoro svolto almeno negli ultimi tre anni, con deviazioni legate alla prestazione durante l'esame non così pesanti come lasci intendere.
Per quanto riguarda le persone ansiose è giusto che si abituino perchè andando avanti situazioni analoghe non mancheranno.
Comunque si sta parlando di un voto che, almeno ai miei tempi, non aveva alcuna influenza sul futuro: adesso le cose sono cambiate?[/quote]

Comunque volevo solo giocare sulle possibili forme che poteva avere la maturità.
Discorso molto interessante. Non sono però del tutto d'accordo sull'utilità dell'area di progetto e a questo proposito riporto la mia esperienza personale (anch'io studente del progetto Brocca*). Teoricamente essa come dite voi potrebbe rivelarsi un'esperienza molto formativa, la prima vera attività di ricerca per uno studente (per di più in gruppo, due concetti atipici per la scuola italiana). Tuttavia, ed è quello che è successo alla mia classe, potrebbe rivelarsi invece solo un motivo per gli studenti per perdere ore di lezione. Questo accade perchè è molto difficile riuscire a trovare un argomento che affascini una buona parte degli alunni della classe e visto che le perdite di ore sono sempre state da noi molto gradite (
) si finisce con l'accettare la prima proposta dei professori.
Concordo anch'io sull'importanza della tesina da portare alla maturità; però, almeno nella mia scuola (ma anche in tutte le altre frequentate da persone che mi hanno raccontato la loro esperienza), si cerca a tutti i costi con essa di coprire (per accontentare i professori, che spingono lo studente a fare ciò) tutte le materie e così non diventa più un vero lavoro di approfondimento, ma una ricerca alle connessione più improbabili, con un livello o(1) di approfondimento e una paginetta per tutte le materie. Io, da bastian contrario quale ero (no, più che bastian contrario ero simile al protagonista di Indignazione di Roth se l'avete letto, per fortuna o purtroppo sono cambiato), ho naturalmente rifiutato tutto ciò e ho proposto la mia bella tesina sulla Resistenza Italiana con collegamenti solamente col programma di Storia e ad una parte non svolta di quello di Italiano. Ecco, l'avrei potuta ricollegare al programma di Fisica, ma sarebbe stata una cosa normale? Sì, per la scuola italiana sì.
* [OT] progetto per certi versi molto interessante (con luci e ombre certo, ma perlomeno che cercava un cambiamento), peccato che poi il livello piuttosto basso (rispetto ad un comune liceo scientifico) dell'utenza che vi ha preso parte l'abbia un po' "rovinato".

Concordo anch'io sull'importanza della tesina da portare alla maturità; però, almeno nella mia scuola (ma anche in tutte le altre frequentate da persone che mi hanno raccontato la loro esperienza), si cerca a tutti i costi con essa di coprire (per accontentare i professori, che spingono lo studente a fare ciò) tutte le materie e così non diventa più un vero lavoro di approfondimento, ma una ricerca alle connessione più improbabili, con un livello o(1) di approfondimento e una paginetta per tutte le materie. Io, da bastian contrario quale ero (no, più che bastian contrario ero simile al protagonista di Indignazione di Roth se l'avete letto, per fortuna o purtroppo sono cambiato), ho naturalmente rifiutato tutto ciò e ho proposto la mia bella tesina sulla Resistenza Italiana con collegamenti solamente col programma di Storia e ad una parte non svolta di quello di Italiano. Ecco, l'avrei potuta ricollegare al programma di Fisica, ma sarebbe stata una cosa normale? Sì, per la scuola italiana sì.
* [OT] progetto per certi versi molto interessante (con luci e ombre certo, ma perlomeno che cercava un cambiamento), peccato che poi il livello piuttosto basso (rispetto ad un comune liceo scientifico) dell'utenza che vi ha preso parte l'abbia un po' "rovinato".
L'esame di stato è diventato una barzelletta...allo stato attuale di cose è come se non esistesse (tranne che per quello 0,3% che rappresenta il capro espiatorio della situazione). Ritengo che il sistema voto-bocciatura- promozione sia simile al sistema con cui si addestrano i cani (se fai quello che dico io hai un premio). D'altronde eliminare questo sistema significherebbe avere una scuola ideale che viene frequentata esclusivamente da un'elite che ha intenzione di apprendere e di studiare e professori sanno benissimo che la popolazione studentesca è composta solo in piccolissima parte da persone così. Il nostro sistema scolastico è un sistema scolastico di massa e la massa in quanto tale deve (pultroppo) essere governata, un po' come si fa con i cani. Ora, una volta giustificato il sistema scolastico, vorrei dire che il voto non rappresenta il riassunto di una vita di studio, ma una valutazione dello studente nel momento dell'esame; Dopo L'esame il voto perde di significato, infatti è utile a livello lavorativo in casi rari (in qualche concorso se i candidati sono alla pari nel punteggio dell'esame);A mio avviso invece l'esame va visto come un momento formativo cioè come la conclusione naturale di tutto un corso di studi e come la possibilità di confontarsi con il docente su ciò che si è appreso. In tal caso l'esame può diventare un momento di crescita e di maturazione, però oggi la gente pensa solo al voto (i premio o il biscotto che dir si voglia) e al pezzo di carta, che secondo me ha lo stesso valore della carta igienica. Che valore ha un diploma in un paese in cui sono tutti, indipendentemente dalla preparazione, diplomati? E' chiaro che un datore di lavoro serio cerchi dei ragazzi intelligenti e preparati e non importa se hanno avuto 60 o 100. Il problema sono i datori di lavoro non seri...ma in quel caso puoi aver preso anche 3000 all'esame di stato, è certo che non ti prenderanno mai a lavorare a meno che...
"Fioravante Patrone":
A me la domanda posta ha fatto venire in mente una "caratterizzazione assiomatica".
Ovvero, quali porprietà dovrebbe soddisfare la "f".
Su quale dominio dovrebbe essere definita, tanto per cominciare!
E vedere se spunta fuori un teorema di impossibilità.
Oppure caratterizzazioni parziali.
Insomma, robe tipo Arrow, Shapley, indice di Gini, indice dei prezzi, etc...
Ho fatto una piccola ricerca con Google ma non ho beccato niente, eppure penso che qualcosa ci debba essere.
Come dominio avevo pensato l'insieme dei risultati dei 5 anni (diciamo solamente i risultati per quadrimestre) più un numero non ben precisato di test aggiuntivi. Quella attuale usa i risultati degli ultimi 3 anni, 3 scritti, 1 orale e la presenza di varie attività extracurriculari se non sbaglio.
"Cheguevilla":
Si, l'esame di stato è davvero importante, ma purtroppo oggi è snaturato.
Come la tesi per l'università, l'esame di stato è un momento in cui lo studente fa "ricerca". E questi sono gli unici due momenti (purtroppo) nella carriera di uno studente, in cui ciò accade.
Lo studente è abituato a studiare, più o meno mnemonicamente, una serie di concetti in modo tale da soddisfare il professore (che poi è l'insegnante stesso).
In buona parte dei casi, questi concetti vengono dimenticati piuttosto rapidamente. Il motivo è semplice: non sono mai stati "assimilati", perchè allo studente raramente è richiesto di comprenderli e farli propri.
Invece, dovendo scrivere una tesi/tesina e doverla esporre a persone esterne implica sforzarsi a capire quei concetti e ad utilizzarli come strumenti. Che poi è il fine stesso dell'istruzione (per chi come me è ancora convinto che debba esistere una struttura sociale).
Per quanto riguarda la "funzione voto", questa deve tenere conto, in parte, dell'andamento durante i cinque anni, ma in generale deve servire per valutare la preparazione finale dello studente, ovvero fornire una misura della sua preparazione.
Oltre a quello spinge a portare tanta roba in un'unica interrogazione. In ogni caso questa forma di esame è la migliore per dimostrare la capacità di ricerca autonoma? La qualità della tesina conta davvero poi per determinare il voto?
Lo scopo di questa discussione non è tanto chiedersi se fare o meno l'esame di maturità ma in che modo riteniate giusto giudicare 5 anni di lavoro. Avevo dato piena libertà anche all'aggiunta di esami/test aggiuntivi che non misurassero necessariamente la preparazione in qualche materia ma abilità diverse.
Era una cosa più giocosa...

Devo pensare che tu aggiungeresti un voto alla tesina e ad una eventuale area progetto al voto finale?