Pareri da chi ci è passato
Sono all'ultimo anno di dottorato in matematica pura (Algebre di Lie in caratteristica positiva) e mi piacerebbe trovare un lavoro a tempo indeterminato in qualche banca (market maker) o in qualche fondo speculativo.
Nel breve termine vorrei anche fare qualche post-doc breve (6 mesi o 1 anno) per finire alcune cose.
Conosco le basi della Probabilità, Statistica e Programmazione ma non ho conoscenze specifiche nei settori dove vorrei lavorare.
La domanda è: quanto mi conviene sapere prima e quanto posso permettermi di imparare sul lavoro? I professori con cui ne ho parlato sono tutti ottimisti, dicono che col dottorato è facile fare quei lavori, ma la ragione è che al loro tempo il dottorato era un titolo molto raro. Oggi invece rischia quasi di essere la qualifica media in quei posti.
Quest'anno ho applicato per circa 30 internship ma non ho tempo per allenarmi e la mia filosofia era quella di tentare sperando che almeno una vada bene. Mi sono accorto che non è così facile perché purtroppo le open position su LinkedIn e Indeed sono tutte prese di mira da giovani che ci arrivano già consapevoli di cosa dovranno affrontare. Io invece ho poca dimestichezza specifica.
Ora, quanto dovrei insistere nell'ottenere una internship quest'anno?
Eventualmente potrebbe invece funzionare l'approccio di prendere qualifiche in Python e Machine Learning su Coursera (dopo la fine del dottorato) ed applicare direttamente per le posizioni a tempo indeterminato?
Naturalmente so bene che volendo ci sono posizioni lavorative dove potrei entrare facilmente... ma per me un po' di stimolo è fondamentale in tutta la vita e voglio evitare quei lavori dove posso diventare over-qualificato in pochi mesi.
Nel breve termine vorrei anche fare qualche post-doc breve (6 mesi o 1 anno) per finire alcune cose.
Conosco le basi della Probabilità, Statistica e Programmazione ma non ho conoscenze specifiche nei settori dove vorrei lavorare.
La domanda è: quanto mi conviene sapere prima e quanto posso permettermi di imparare sul lavoro? I professori con cui ne ho parlato sono tutti ottimisti, dicono che col dottorato è facile fare quei lavori, ma la ragione è che al loro tempo il dottorato era un titolo molto raro. Oggi invece rischia quasi di essere la qualifica media in quei posti.
Quest'anno ho applicato per circa 30 internship ma non ho tempo per allenarmi e la mia filosofia era quella di tentare sperando che almeno una vada bene. Mi sono accorto che non è così facile perché purtroppo le open position su LinkedIn e Indeed sono tutte prese di mira da giovani che ci arrivano già consapevoli di cosa dovranno affrontare. Io invece ho poca dimestichezza specifica.
Ora, quanto dovrei insistere nell'ottenere una internship quest'anno?
Eventualmente potrebbe invece funzionare l'approccio di prendere qualifiche in Python e Machine Learning su Coursera (dopo la fine del dottorato) ed applicare direttamente per le posizioni a tempo indeterminato?
Naturalmente so bene che volendo ci sono posizioni lavorative dove potrei entrare facilmente... ma per me un po' di stimolo è fondamentale in tutta la vita e voglio evitare quei lavori dove posso diventare over-qualificato in pochi mesi.
Risposte
"Luca.Lussardi":
Il mio unico consiglio che do sempre anche ai miei studenti è di fare quello che piace, non importa se lo stipendio non ti ripaga, se sei circondato da persone che non ti capiscono ecc... non vedere l'ora che passi il week end e arrivi il lunedì mattina per tornare al lavoro non ha prezzo.
Pienamente d'accordo.
Nel mio piccolo da semplice laureato sono passato dal non vedere l'ora che arrivi il venerdì in azienda, al non vedere l'ora arrivi il lunedì per tornare in classe a scuola.
Guadagno meno? Sì. Sono più felice? Eccome se sì. E non tornerei mai indietro.
"hydro":
[quote="Luca.Lussardi"]Perchè la gente deve necessariamente fare carriera a tutti i costi?
E' una domanda legittima, ma pensaci un attimo: lavorare in un'azienda X, grande o piccola che sia, significa essenzialmente lavorare per rendere qualcuno di ricco ancora più ricco. Visto che questa è una prospettiva avvilente, almeno che mi si paghi bene, no?[/quote]
Intervengo anche qui. Fare carriera non è condizione necessaria al guadagnare bene!
Vi terrò aggiornati. Entro questa settimana dovrei sapere se ho rimediato almeno un corso di formazione aziendale che mi permetterebbe poi di essere assunto nella medesima azienda.
"Luca.Lussardi":
Perchè la gente deve necessariamente fare carriera a tutti i costi?
E' una domanda legittima, ma pensaci un attimo: lavorare in un'azienda X, grande o piccola che sia, significa essenzialmente lavorare per rendere qualcuno di ricco ancora più ricco. Visto che questa è una prospettiva avvilente, almeno che mi si paghi bene, no?
E' parecchio triste la tua ultima risposta e non fa altro che alimentare ancora di più la scarsa competenza che c'è al di fuori degli ambienti protetti dell'accademia. Perchè la gente deve necessariamente fare carriera a tutti i costi? Il mio unico consiglio che do sempre anche ai miei studenti è di fare quello che piace, non importa se lo stipendio non ti ripaga, se sei circondato da persone che non ti capiscono ecc... non vedere l'ora che passi il week end e arrivi il lunedì mattina per tornare al lavoro non ha prezzo.
Su una nota più seria: il tipo di abilità che la matematica tende a sviluppare sono più che altro meta-competenze, o meglio, competenze totipotenti.
Per essere un membro produttivo della società basta molto meno di un dottorato in matematica, anche per svolgere un compito che è, sulla carta, molto duttile ad essere analizzato mediante le competenze che possiedi per aver esercitato molti anni le tue capacità di problem solving e theory building, il pensiero critico e tutte le altre cagate new age.
E a maggior ragione, dirai, proprio perché basta molto meno, dovrei avere vita facile. In realtà no: sei troppo competente, non nel senso che chi deve darti lavoro si caga sotto perché è costretto a pagarti proporzionalmente ai tuoi titoli di studio, ma nel senso che chi ti trovi attorno una volta fuori da quella adorabile torre di sociopatici ad alto funzionamento che è la ricerca, è troppo stupido per non vederti come un rompicoglioni che vuole a tutti i costi rendere complessa una cosa facile.
Quindi, il vero consiglio che ti permetterà di trovare lavoro in zero-due è: disimpara sia le mere competenze tecniche che hai, sia l'atteggiamento di individuo curioso; abbandona ogni pretesa di efficienza, competenza e senso del dovere rispetto alla tua mansione; svolgi il tuo compito nel minor tempo possibile, senza curarti della sua qualità; rifiuta di imparare cose nuove; quando puoi scegliere tra una soluzione efficace, definitiva e parsimoniosa e una temporanea pezza che sulla lunga distanza costerà milioni, scegli sempre la seconda.
Vedrai che nel giro di qualche giorno le offerte di lavoro fioccheranno.
Per essere un membro produttivo della società basta molto meno di un dottorato in matematica, anche per svolgere un compito che è, sulla carta, molto duttile ad essere analizzato mediante le competenze che possiedi per aver esercitato molti anni le tue capacità di problem solving e theory building, il pensiero critico e tutte le altre cagate new age.
E a maggior ragione, dirai, proprio perché basta molto meno, dovrei avere vita facile. In realtà no: sei troppo competente, non nel senso che chi deve darti lavoro si caga sotto perché è costretto a pagarti proporzionalmente ai tuoi titoli di studio, ma nel senso che chi ti trovi attorno una volta fuori da quella adorabile torre di sociopatici ad alto funzionamento che è la ricerca, è troppo stupido per non vederti come un rompicoglioni che vuole a tutti i costi rendere complessa una cosa facile.
Quindi, il vero consiglio che ti permetterà di trovare lavoro in zero-due è: disimpara sia le mere competenze tecniche che hai, sia l'atteggiamento di individuo curioso; abbandona ogni pretesa di efficienza, competenza e senso del dovere rispetto alla tua mansione; svolgi il tuo compito nel minor tempo possibile, senza curarti della sua qualità; rifiuta di imparare cose nuove; quando puoi scegliere tra una soluzione efficace, definitiva e parsimoniosa e una temporanea pezza che sulla lunga distanza costerà milioni, scegli sempre la seconda.
Vedrai che nel giro di qualche giorno le offerte di lavoro fioccheranno.
1) è più facile anche senza avere competenze informatiche,Bevenuto nella realizzazione che meno sai più è semplice insegnarti le quattro cose che tengono insieme il mondo. Lavorare mica si basa sulla competenza, la professionalità e il buon senso, nessuno ha idea di quel che fa e cerca di non dare completamente fuoco al pianeta -senza successo, considerato il clima dell'ultimo periodo. Particolarmente istruttivo in tal senso è questo talk leggero di Rendle https://www.youtube.com/watch?v=qC_ioJQpv4E per tutta la cui durata a me è apparso evidente che sarebbe stato sufficiente mettere una persona competente al posto giusto, per evitare perdite triliardarie. E invece è andata diversa.
2) è tutto più facile in generale,
3) imparano in molto meno tempo dei colleghi IT,Si fa in fretta a riempire un bicchiere vuoto...
4) fanno carriera e lead e manager sono in genere soddisfatti (dovrebbero quindi aver compreso dov'è la qualità),Certo, qualsiasi persona in una posizione di potere su un'altra è soddisfatta di qualcuno che non si lamenta e non ha le parole per esprimere il proprio disaccordo -o per esporre le deficienze di quello che invece vuole solo ordinar loro cose.
5) i neolaurati in informatica e data science vengono assunti davvero con pochissime valutazioni tecniche rispetto a noi. Mi è stato raccontato di tutto. Roba che alcuni confondono proprio le nozioni base di probabilità e statistica.Benvenuto nella realizzazione che uscire dal mondo accademico significa essere circondato da scimmie glabre che si stupiscono il fuoco crei calore.
Morale: bastardo il ripieno bastarda la glassa, fa schifo dentro e fa schifo fuori. Le algebre di Lie in caratteristica $p$ erano tanto belle, chi te l'ha fatto fare...
Grazie.
Mo dirò una cosa flammosa però, com'è possibile che altri che stanno semplicemente 8 anni tra triennale e magistrale, laurandosi con 90-105, poi trovano molta più clemenza in azienda? Cioè, lì non è questione di anno di pausa o di dottorato, è proprio questione che hanno avuto problematiche che purtroppo capitano a tanti, ma sulle quali si chiude un occhio. Io invece siccome mi sono laureato a 23 anni ed ho fatto pure il dottorato devo essere perfetto in tutto?
Inoltre tutti i miei amici con PhD in matematica switchati in azienda concordano che:
1) è più facile anche senza avere competenze informatiche,
2) è tutto più facile in generale,
3) imparano in molto meno tempo dei colleghi IT,
4) fanno carriera e lead e manager sono in genere soddisfatti (dovrebbero quindi aver compreso dov'è la qualità),
5) i neolaurati in informatica e data science vengono assunti davvero con pochissime valutazioni tecniche rispetto a noi. Mi è stato raccontato di tutto. Roba che alcuni confondono proprio le nozioni base di probabilità e statistica.
Mo dirò una cosa flammosa però, com'è possibile che altri che stanno semplicemente 8 anni tra triennale e magistrale, laurandosi con 90-105, poi trovano molta più clemenza in azienda? Cioè, lì non è questione di anno di pausa o di dottorato, è proprio questione che hanno avuto problematiche che purtroppo capitano a tanti, ma sulle quali si chiude un occhio. Io invece siccome mi sono laureato a 23 anni ed ho fatto pure il dottorato devo essere perfetto in tutto?
Inoltre tutti i miei amici con PhD in matematica switchati in azienda concordano che:
1) è più facile anche senza avere competenze informatiche,
2) è tutto più facile in generale,
3) imparano in molto meno tempo dei colleghi IT,
4) fanno carriera e lead e manager sono in genere soddisfatti (dovrebbero quindi aver compreso dov'è la qualità),
5) i neolaurati in informatica e data science vengono assunti davvero con pochissime valutazioni tecniche rispetto a noi. Mi è stato raccontato di tutto. Roba che alcuni confondono proprio le nozioni base di probabilità e statistica.
"xXStephXx":
Mi rispondono in pochissimi e vengo visto maluccio anche da quelle compagnie che mi riempivano di email con proposte di colloquio già a 22 anni dopo la triennale. Non riesco a capire fino in fondo come si spiega.
Si spiega così: dai 22 anni in poi hai sviluppato un curriculum non coerente con la posizione per cui ti candidi, per cui risulti meno appetibile di prima

"xXStephXx":
Voi come avete fatto?
Insistendo! Ho abbandonato ogni snobismo e puntato dritto all'obiettivo, senza stare nemmeno a contare i rifiuti e le mancate risposte. E ho sfruttato le referenze di amici e conoscenti, certo. Non è stato semplice, ma alla fine mi ritengo abbastanza soddisfatto.
Update: dopo un annetto di pausa passato facendo altro (supplenze, certificazioni di data science/machine learning, residui di lavoro universitario...) ho ripreso a fare domanda in azienda, stavolta in Italia. Ora miro a posizioni di Data Science.
Bene, stessa difficoltà di prima! Mi rispondono in pochissimi e vengo visto maluccio anche da quelle compagnie che mi riempivano di email con proposte di colloquio già a 22 anni dopo la triennale. Non riesco a capire fino in fondo come si spiega. Voi come avete fatto?
Ora sto provando a fare altre domande grazie ai referral di amici, vediamo come va.
Bene, stessa difficoltà di prima! Mi rispondono in pochissimi e vengo visto maluccio anche da quelle compagnie che mi riempivano di email con proposte di colloquio già a 22 anni dopo la triennale. Non riesco a capire fino in fondo come si spiega. Voi come avete fatto?
Ora sto provando a fare altre domande grazie ai referral di amici, vediamo come va.
Se ho capito a quale visto ti riferisci penso che sia uno dei peggiori criteri che potevano adottare però nel Regno Unito quel ranking universitario è usato pure dalle aziende e dalle università quindi ha senso che chi si è laureato lì abbia più possibilità.
Io posso entrare senza visto fino a Dicembre 2024 (pre-settled status). Se avrò lavoro nel Regno Unito prima di quella data mi faranno pure il visto chiaramente. Ma ormai ho rivalutato le mie priorità e penso che forse vorrei lavorare in Svizzera. Il Regno Unito è bello solo per la lingua che conosciamo meglio rispetto alle altre straniere, per la cordialità degli inglesi e per il numero di aziende. Ma per tutto il resto della vita...
Io posso entrare senza visto fino a Dicembre 2024 (pre-settled status). Se avrò lavoro nel Regno Unito prima di quella data mi faranno pure il visto chiaramente. Ma ormai ho rivalutato le mie priorità e penso che forse vorrei lavorare in Svizzera. Il Regno Unito è bello solo per la lingua che conosciamo meglio rispetto alle altre straniere, per la cordialità degli inglesi e per il numero di aziende. Ma per tutto il resto della vita...

@Steph
Che ne pensi del "Visto speciale" di BJ che entrerà in vigore il prossimo 30 maggio?
Spero che non ti tocchi ...
Cordialmente, Alex
Che ne pensi del "Visto speciale" di BJ che entrerà in vigore il prossimo 30 maggio?
Spero che non ti tocchi ...
Cordialmente, Alex
Lo do per disperso.
Alla fine ho notato che la difficoltà maggiore è avere visibilità nelle application. Secondo voi prendere attestati specifici su Coursera aiuta? ...Mi sembra un po' stranetto comunque che anche piccole compagnie non sembrino soddisfatte di un PhD in matematica pura nell'università ranked 6th in UK... come se qualcosa facesse presagire che non ci sarebbe un buon match.

Alla fine ho notato che la difficoltà maggiore è avere visibilità nelle application. Secondo voi prendere attestati specifici su Coursera aiuta? ...Mi sembra un po' stranetto comunque che anche piccole compagnie non sembrino soddisfatte di un PhD in matematica pura nell'università ranked 6th in UK... come se qualcosa facesse presagire che non ci sarebbe un buon match.
Update: Oggi ho scritto un'email all'HR che in pratica mi ha detto che sono la seconda scelta e che il primo potrebbe declinare se lo prendono da un'altra parte... Ma guarda tu, chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti.
Molto apprezzabile la sua onestà, avrei però preferito che tenessero questo tenore sin dalla fasi finali del processo, senza dare informazioni che si danno solo ai futuri dipendenti. Non capisco il senso di questo approccio "overly optimistic" se tanto poi la realtà viene a galla dopo poco... Anche se dalle ultime email credo fosse stato fatto in buona fede, probabilmente al momento di quel colloquio informale ero davvero papabile ma c'è una scelta finale che dipende da fattori che gli interviewer non conoscono.

Molto apprezzabile la sua onestà, avrei però preferito che tenessero questo tenore sin dalla fasi finali del processo, senza dare informazioni che si danno solo ai futuri dipendenti. Non capisco il senso di questo approccio "overly optimistic" se tanto poi la realtà viene a galla dopo poco... Anche se dalle ultime email credo fosse stato fatto in buona fede, probabilmente al momento di quel colloquio informale ero davvero papabile ma c'è una scelta finale che dipende da fattori che gli interviewer non conoscono.
...ma dopo quanto dal colloquio finale è opportuno mandare un'email per chiedere se ci sono novità?
5 giorni fa mi ha detto che mi avrebbe contattato nei prossimi giorni e di fatto durante l'intero colloquio parlava come se l'esito fosse già noto, dando informazioni importanti e non necessarie qualora fossi respinto. (Mi è anche stato detto da chi lo fece in passato che quel colloquio è una formalità).
5 giorni fa mi ha detto che mi avrebbe contattato nei prossimi giorni e di fatto durante l'intero colloquio parlava come se l'esito fosse già noto, dando informazioni importanti e non necessarie qualora fossi respinto. (Mi è anche stato detto da chi lo fece in passato che quel colloquio è una formalità).
Interessante. Dopo avermi fatto tre domande comportamentali ed aver commentato che ho dato una buona risposta ha detto che è finita la parte formale dell'intervista e comincia il colloquio informale. Prima mi ha chiesto se avessi delle domande, e ovviamente ce le avevo già pronte...
Poi mi ha chiesto se avessi altre offerte ed ho detto di no (
).
Poi mi ha parlato dell'accommodation a Londra senza che glielo avessi chiesto (
).
Poi mi ha detto che avrò la possibilità di mettermi in contatto col team quant (
).
In chiusura è stata molto sorridente, ha detto che mi contatterà nei prossimi giorni. L'unico aspetto che mi ha lasciato un attimo perplesso è stato che ha specificato che in questi giorni ha un po' da fare perché deve mandare i feedback. Ma come, non si mandano prima le offerte?
Ancora ho pochissima esperienza con gli hr, se fosse stato un colloquio accademico il modo in cui si è posta era da "Sì" netto. Ma qui come si spiega?

Poi mi ha chiesto se avessi altre offerte ed ho detto di no (

Poi mi ha parlato dell'accommodation a Londra senza che glielo avessi chiesto (

Poi mi ha detto che avrò la possibilità di mettermi in contatto col team quant (

In chiusura è stata molto sorridente, ha detto che mi contatterà nei prossimi giorni. L'unico aspetto che mi ha lasciato un attimo perplesso è stato che ha specificato che in questi giorni ha un po' da fare perché deve mandare i feedback. Ma come, non si mandano prima le offerte?

Ancora ho pochissima esperienza con gli hr, se fosse stato un colloquio accademico il modo in cui si è posta era da "Sì" netto. Ma qui come si spiega?
A mio parere (strettamente opinabile) è sempre meglio rispondere piuttosto che divagare (a meno che tu sia un maestro come gli "Amici Miei"
)

Capito, è meglio rispondere anche a domande dove non avrei una vera risposta...
Come premessa sì ma poi dovrai esprimerti

Capito. Mi interessa come vogliono che si reagisca a situazioni poco etiche o come ho gestito un conflitto con un collega. E' lecito sviare la domanda dicendo che non ho mai visto situazioni poco etiche né avuto conflitti con i colleghi? (E' pure abbastanza vero, caspiterina... a meno che non scendiamo a cose frivole).
Però ti hanno preso lo stesso ...
