Nuova legge editoria: che ne pensate ?

Marvin1
Il Governo ha approvato un disegno di legge che riscrive le regole del mondo editoriale, Internet compresa. Si tratta di 20 pagine e 35 articoli che destano già molta preoccupazione. Anche per piccoli siti o blog si profila infatti la possibilità di dover effettuare la registrazione e doversi sottoporre ad altre procedure burocratiche.
Previste anche sanzioni penali più forti in caso di diffamazione.
L'articolo sei del provvedimento che ora dovrà passare all'esame del Parlamento, prevede infatti che “tutti i soggetti che esercitano attività editoriale” dovranno iscriversi al ROC, Registro Operatori Comunicazione. Per attività editoriale “si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative”.
Per prodotto editoriale, invece, si intende “qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso”.
Una definizione abbastanza ampia che include, per esempio, anche i blog sebbene Ricardo Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dica che non è questo lo spirito del progetto. "Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile".
Dopo l'eventuale varo parlamentare spetterà comunque all'autorità per le Comunicazioni stilare il regolamento di attuazione della normativa.
Non si tratta solo di un problema di iscrizione al ROC. Entrare a fare parte del registro significa infatti aumentare le responsabilità penali per chi ha un sito.
Il nuovo disegno di legge trasforma infatti la diffamazione su Internet da semplice in aggravata.

fonte: http://www.ilsoftware.it/news.asp?ID=3932


Che ne pensate? qual'è il fine ?

Marvin

Risposte
remo2
beh in pratica stai dicendo quello che stiamo dicendo anche noi...e ripeto che il fatto di grillo sicuramente non è irrilevante nella vicenda,anzi!
se non ci fosse mai stato nessun grillo blog,non so fino a che punto tale legge sarebbe stata proposta...non ne avrebbero avuto bisogno per fatti palesi!a meno che non voglio pensare ad un grosso malinteso...

remo2
@ injava

grillo è stato radiato da tutte le tv italiane.Tutti ne parlano(dicendo ovviamente ciò che pare a loro),ma l'hai mai visto ospite in una trasmissione a dire la sua?grillo è stato censurato,anzi lo è tuttora!come Biagi Luttazzi e tanti altri che nemmeno ricordo ora.
sarebbe bene informarsi prima di parlare,e per informarsi non intendo vedere i tg,fattispecie studio aperto e tg 4...
al di fuori del colore politico,credo sia una grande pecca italiana la censura,perchè di questo si parla!qualsiasi altro stato europeo,ci sbeffeggia!dalla francia alla spagna all'inghilterra e così via...ti consiglio di vedere il documentario"Viva Zapatero!" della Guzzanti(una dei tanti censurati),ti aprirà un pò gli occhi sulla vicenda.... :-D

david_e1
Mmmm sull'effetto boomerang mi pare che non siano molto previdenti i nostri politici vedendo quel che combina Mastella...

Lasciando stare per un attimo il discorso Grillo. Quello che mi sconcerna di più non è il pericolo di censura su internet (pericolo quasi inesistente), ma il fatto che questa legge sembra fatta apposta per impedirci di fare blog in maniera semplice e legale. Più che un tentativo di censura mi sembra un lampante esempio di incapacità di chi ci governa. Un ministro che non sà nemmeno che leggi stà proponendo, misure scritte senza pensare a cosa possano significare irrealtà e un Di Pietro che prima firma la norma in CdM, poi la attacca sul suo blog, poi non si sà più che ne pensa visto che ora ha altre magagne cui pensare...

Io spero proprio che venga cambiata, o di aver capito male, altrimenti ci toccherà attrezzarci per aggirare o infrangere una legge a dir poco delirante. Ci vuole una definizione di "prodotto editoriale" che abbia una qualche attinenza con la realtà, altrimenti...

dasalv12
Ma se ci pensi bene tutto questo successo è dovuto anche al fatto che i media tradizionali gli abbiano dedicato molto spazio, quindi l'ipotesi di censura secondo me cade...come: non lo censurano in tv, ed anzi gli danno risalto, e poi gli vogliono creare difficoltà sul blog?
Poi Beppe Grillo, se veramente la legge è così restrittiva ed è tutto da dimostrare, sarebbe l'ultimo ad avere problemi a mettersi in regola dato che il suo blog è il più professionalizzato in Italia.
Inoltre anche Grillo viene dalla tv, non avrebbe avuto tanto successo se la sua faccia non fosse apparsa per anni in tv.
Perchè quello che dice lui deve essere più importante di un qualsiasi altro blogger o giornalista?
è veramente democrazia questa?

remo2
e secondo te a loro interessa l'effetto boomerang? :shock: l'importante per loro che nessuno vada a rompere...le uova nel paniere!
dai su...dopo il v-day e il successo che ha avuto,è stato palese l'attacco mediatico che ha ricevuto quel poveretto!prima,nessuno se lo filava...

dasalv12
Diciamo che c'è anche un certo godimento anglosassone nel buttare merda sui paesi latini e specie sull' Italia ed anche questo è un "problema culturale".
. E' una legge anti-Grillo

Non credo perchè è troppo sgamata e l'effetto boomerang è scontato.
Per dirla con un anglossassone "Tanto rumore per nulla", mi sembra che si strumentalizzi la faccenda per creare un bel polverone, ma è solo una mia impressione.
P.S. @ Injava : I know
???

SnakePlinsky
Questo è quello che mi piace degli americani: prosa semplice, le cose le dicono senza senza girarci intorno.

By G8 standards, Italy is a strange country. Put simply, it is a nation of octogenarian lawmakers elected by 70-year-old pensioners. Everyone else is inconsequential.


Cosa aggiungere?

david_e1
Ecco visto che si diceva degli altri paesi del mondo... mi sembra proprio che anche all'estero abbiano capito benissimo i due punti fondamentali della faccenda:

1. E' una legge impossibile da applicare
2. E' una legge anti-Grillo

guardate:

http://technology.timesonline.co.uk/tol ... 732802.ece

SnakePlinsky
Il punto principale è quello esposto al punto d) da sergio:

d) estende agli "operatori di comunicazione" (chi sono? secondo la legge 39/2002 solo quelli che chiedono contributi statali, ma ora non è più così chiaro) che svolgono attività editoria su Internet la responsabiltà connessa ai reati a mezzo stampa; in parole povere, si passa dalla diffamazione semplice a quella a mezzo stampa.


In ogni caso da disegno di legge a legge di solito cambiano molte cose strada facendo.

@ Injava la differenza nei concetti espressi nel tuo intervento le rimarcava david_e.
Che l'europa sia una nazione burocratica (non in senso positivista weberiano, ma in senso comune del termine) di certo non lo invento io. Ciò ha i suoi pregi e difetti rispetto al sistema USA. Il principale difetto di questa cultura burocratica (perchè si tratta proprio di una cultura, che è specialmente radicata in Italia) è che la regolamentazione (la regolamentazione non è una cosa dannosa di per sè) vive di vita propria. Esistono perfino organi regolamentativi privati che godono di potere enorme (alcuni ordini professionali, che pur godendo di potere enorme difendono ad oltranza anche pessimi elementi senza spirito critico).

P.S. Per vedere quanto la cultura burocratica sia pervasiva nel nostro paese (in modo anche ridicolo, tipico esempio è il detto "dove stà scritto") provate a fare questo esperimento sociologico: quando siete in un ufficio pubblico, e chiedete informazioni, o quant'altro, chiedete all'ufficiale, una volta ottenuta la risposta: "me lo può scrivere?" . Vedrete il malessere diffondersi sul suo viso, quando non il panico :-D . In alcuni casi si rifiuterà. Oppure tirate fuori agenda e penna, e scrivetelo voi sotto i suoi occhi: tale atto lo metterà in soggezzione. :-D . Perchè per il burocrate la cosa scritta ha potere di per sè.

P.S. @ Injava : I know ;-)

david_e1
@ Injava. Quello che dici non ha nulla a che vedere con la discussione della legge. Il vilipendio, la diffamazione etc... sono punite anche sui prodotti non editoriali. Quindi l'inserire i blog e i siti fra questi prodotti non cambia proprio niente in tal senso. Semplicemente si complica tantissimo la burocrazia.

Una legge cosi assurda non ha pari in nessuna parte del mondo, USA compresi.

dasalv12
Come siete catastrofisti.
Secondo voi, in un paese dove uno non può dire "di patatine ne ho provate di tutti i tipi", ci si stupisce se si cerca di limitare la libertà di espressione. Il problema non è questa legge,il problema è culturale e sociale, molto più profondo

Esagerato.
Libertà di espressione significa anche libertà di dire castronerie: sta ai singoli giudicare se la cosa è attendibile o no, continuare a leggere quel giornale o no, ad ascoltare Beppe Grillo o fare altro.

E chi lo impedisce?
Questa mania tutta italiana (ma anche europea) di dire "questo non si può pubblicare", "questa campagna pubblicitaria non si può fare", "questo non si può dire" proprio non la capisco, è espressione dello spirito poco democratico (e molto burocratico) delle nostre nazioni.

Giusto, fra l'altro abolirei anche gli stati e tornerei alla vita tribale.
E se ti dico che sei un fallito, scusa perchè sono libero di esprimermi come voglio e se qualche moderatore vuole censurarmi penso sia un burocrate che impedisce la democrazia.
Scusa tu dici in Italia e specie in Europa... :shock: Perchè non venirmi a dire che in altri posti la situazione sia migliore.
In USA solo per aver fatto quella allusione alla vagina ci sarebbero state migliaia di denunce e richieste di danni morali da parte di associazioni femministe o di genitori....direi che qui siamo molto ma moooooolto elastici nei loro confronti.
Poi da quando pronunciare volgarità è libertà di espressione?

SnakePlinsky
2 questioni preoccupanti in questa vicenda:

1) non è possibile che nessuno legga i testi completi delle leggi, dando la possibilità ai soliti furbetti di inserire norme "nascoste": in un paese civile solo questo dovrebbe portare alla caduta di molte teste. Se applichiamo un semplice sillogismo ci rendiamo conto che ormai il nostro è un paese incivile.

2)
Il problema piu' che altro e' che, per come l'ho capita io, ora i blog rientrano nella definizione di "prodotto editoriale", quindi e' necessario registrarli al ROC, pagare una tassa ed avere un direttore responsabile iscritto all'albo dei giornalisti... ovvero non puoi piu' aprirli legalmente. Il fatto che poi nessuno verra' mai a romprerti le scatole non c'entra, se passa questa riforma c'e' comunque una legge che puo' essere usata come motivo legale per farti chiudere i battenti per qualsivoglia motivo.


Esattamente, è questa l'intenzione del furbetto (o dei furbetti) che ha inserito la norma.

Ovvio che se faccio un sito anonimo su un server canadese, collegandomi sempre con Tor, la cosa non mi riguarda. La cosa riguarda le persone comuni, che avranno un altro motivo limitante in più nell'esprimersi liberamente.

Secondo me alla fine ha una sua logica: ho visto che anche in questo forum girava l'argomento "signoraggio", questo dovrebbe far riflettere sulle conseguenze di un eccessiva libertà. Questa gente non si sa neance chi è, si cela sotto nick name e chi legge non può conoscere la vera fonte di informazione. Giustamente come ci sono delle regole nell'editoria cartacea non vedo perchè non dovrebbero esserci su quella digitale.
Prendi Beppe Grillo, il suo blog può essere considerata una testata giornalistica, ma completamente deresponsabilizzata visto che nessuno deve rispondere delle eventuali castronerie.


Libertà di espressione significa anche libertà di dire castronerie: sta ai singoli giudicare se la cosa è attendibile o no, continuare a leggere quel giornale o no, ad ascoltare Beppe Grillo o fare altro.

Questa mania tutta italiana (ma anche europea) di dire "questo non si può pubblicare", "questa campagna pubblicitaria non si può fare", "questo non si può dire" proprio non la capisco, è espressione dello spirito poco democratico (e molto burocratico) delle nostre nazioni.

Un aneddoto a questo proposito: hanno perfino censurato la pubblicità di Rocco Siffredi sulle patatine :shock:

Secondo voi, in un paese dove uno non può dire "di patatine ne ho provate di tutti i tipi", ci si stupisce se si cerca di limitare la libertà di espressione. Il problema non è questa legge,il problema è culturale e sociale, molto più profondo.


Saluti

dasalv12
Secondo me alla fine ha una sua logica: ho visto che anche in questo forum girava l'argomento "signoraggio", questo dovrebbe far riflettere sulle conseguenze di un eccessiva libertà. Questa gente non si sa neance chi è, si cela sotto nick name e chi legge non può conoscere la vera fonte di informazione. Giustamente come ci sono delle regole nell'editoria cartacea non vedo perchè non dovrebbero esserci su quella digitale.
Prendi Beppe Grillo, il suo blog può essere considerata una testata giornalistica, ma completamente deresponsabilizzata visto che nessuno deve rispondere delle eventuali castronerie.

david_e1
Il controllo teoricamente c'era gia' anche prima: la diffamazione era gia' punita (anche se non era aggravata) e affermazioni che possano costituire reato (non so' frasi di incitamento alla lotta armata) erano gia' passibili di denuncia anche prima, anche sul web.

Il problema piu' che altro e' che, per come l'ho capita io, ora i blog rientrano nella definizione di "prodotto editoriale", quindi e' necessario registrarli al ROC, pagare una tassa ed avere un direttore responsabile iscritto all'albo dei giornalisti... ovvero non puoi piu' aprirli legalmente. Il fatto che poi nessuno verra' mai a romprerti le scatole non c'entra, se passa questa riforma c'e' comunque una legge che puo' essere usata come motivo legale per farti chiudere i battenti per qualsivoglia motivo.

remo2
il discorso è semplice.
prima su internet potevi dire ciò che volevi su chi volevi,senza rischiare di incappare in sanzioni penali e amministrative gravi.
con questa legge non è più così!in pratica,se vogliono possono mettere a tacere chiunque o, per lo meno,scoraggiare a parlare liberamente di certe tematiche...il problema è questo,non tanto il fatto di venire a rompere le palle a te che hai blog con le foto di mirabilandia...

david_e1
Sinceramente non ho capito molto questa intervista in cui si nega che ai blog sia applicabile la legge. Il testo dice:


Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.


non c'e' nessun distinguo fra matematicamente.it, corriere.it o il.mio.blog.server.astruso.it....

dasalv12
e pensare che la legge sembrerebbe proposta proprio per tutelare la libertà di informazione.
Mi sembra che i blog non siano presi in considerazione, il diario della mia vita non sarà mica considerata pubblicazione giornalistica.

Mega-X
mi sembrava troppo strano che QUALUNQUE blogger avesse questa costrizione.. anche se è sempre un modo per cercare di limitare le informazioni :?

comuque se la situazione si evolve potremmo anche arrivare a quel punto, ma la probabilità è dello $0,00000000000000000000000001%$

Marvin1
Inserisco aggiornamento stampa sull'argomento:

http://www.corriere.it/politica/07_otto ... blog.shtml

Cmax1
In momenti diversi, ho votato sia a destra che a sinistra, e rimango un po' perplesso (non molto, per carità, appena un po') da commenti sarcastici diretti sia all'una che all'altra parte, quando proferiti da figure che, in qualsiasi ambiente, rivestono un qualsiasi ruolo di riferimento (il che significa che nell'attuale comunicazione politica sono sistematicamente un po' perplesso, ma questa è un'altra storia...). Detta da qualsiasi utente (i.e. non moderatore), la frase mi sarebbe sembrata normalissima, ma mi pare di capire che ho male interpretato il tono, ed allora mi scuso per il cenno di polemica suscitato.
Per tornare alla legge sull'editoria, io credo importante che ogni contenuto editoriale pubblicato su un mezzo di libero accesso possa essere ricondotto ad un responsabile preciso, e non ho capito se è questo che ha indispettito la comunità del web, ed in particolare chi è intervenuto, oppure le modalità previste, oppure ancora l'equiparazione della diffamazione via web a quella a mezzo stampa (e quindi aggravata, e non semplice). Certo sarebbe assurdo se fosse qualcosa del genere di avere necessariamente un giornalista iscritto all'albo come direttore responsabile, come ho sentito dire, anche se la definizione della modalità operative spetta all'Autorithy.

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