Matematica per amore o per talento?
secondo voi va bene lo stesso avere grande passione e un pò meno talento verso le materie scientifiche?
vi chiedo questo perchè vorrei presentarvi la mia situazione..
Fin da piccolo ho sempre nutrito per la matematica una passione potentissima,passione che fra le 4 mura del liceo non riuscivo a trasformare in talento perchè le materie eano tante e i professori esigentissimi e non potevo tradirli..
Alla fine però sono arrivato a tradire me stesso,mettendo da parte la matematica e la fisica e ritorvandomi poi all'ammissione per l'esame di stato con due bei 5
...
Subito dopo l'esame mi sono sentito attrattato dalla facolta di ingengeria elettronica,soprattutto perchè ti porta in un certo senso ad abbracciare la musica..in maniera specifica il suono vero e proprio..il mio sogno infatti sarebbe lavorare in una casa di produzione di amplificatori e preamplificatori e cose annesse..
Oviamente all'inizio uno tende a vedere le cose potetiche e romantiche della vita...ma arriva sempre il momento duro,quello in cui uno deve farsi un esame di coscienza..
E allora questo esame di coscienza vorrei farlo insieme a voi un pò perchè ho paura di essere solo,un pò perchè mi fido (almeno dal punto di vista intellettuale) delle persone che scrivono su questo forum...
vi chiedo questo perchè vorrei presentarvi la mia situazione..
Fin da piccolo ho sempre nutrito per la matematica una passione potentissima,passione che fra le 4 mura del liceo non riuscivo a trasformare in talento perchè le materie eano tante e i professori esigentissimi e non potevo tradirli..
Alla fine però sono arrivato a tradire me stesso,mettendo da parte la matematica e la fisica e ritorvandomi poi all'ammissione per l'esame di stato con due bei 5

Subito dopo l'esame mi sono sentito attrattato dalla facolta di ingengeria elettronica,soprattutto perchè ti porta in un certo senso ad abbracciare la musica..in maniera specifica il suono vero e proprio..il mio sogno infatti sarebbe lavorare in una casa di produzione di amplificatori e preamplificatori e cose annesse..
Oviamente all'inizio uno tende a vedere le cose potetiche e romantiche della vita...ma arriva sempre il momento duro,quello in cui uno deve farsi un esame di coscienza..
E allora questo esame di coscienza vorrei farlo insieme a voi un pò perchè ho paura di essere solo,un pò perchè mi fido (almeno dal punto di vista intellettuale) delle persone che scrivono su questo forum...
Risposte
"alvinlee88":
[quote="vict85"]
Alle volte sono anche molto bravi ma non vanno mai oltre a quello che serve all'esame e sembra che si disinteressino totalmente di fare matematica. Una persona così avrà anche tutti 30 ma sicuramente è il peggior ricercatore che possa esistere,
Non riesco ad immaginare come si possa avere anche un solo 30 senza aver studiato a fondo la materia e averci ragionato sopra a lungo e con profondità, il che richiede di andare oltre a quello che serve solamente per l'esame, oltre alle sole cose fatte in classe.[/quote]
Parlo di persone che di esercizi ne fanno tanti e quindi che dal punto di vista degli scritti vanno abbastanza bene, poi sanno esporre abbastanza bene e hanno imparato cosa i professori vogliono sentirsi dire. Aggiungici che scelgono gli esami in cui i professori danno voti più alti o che sono relativamente facili.
Detto questo è possibile che a Pisa abbiano standard più alti e quindi sia più difficile prendere 30.
"vict85":
Alle volte sono anche molto bravi ma non vanno mai oltre a quello che serve all'esame e sembra che si disinteressino totalmente di fare matematica. Una persona così avrà anche tutti 30 ma sicuramente è il peggior ricercatore che possa esistere,
Non riesco ad immaginare come si possa avere anche un solo 30 senza aver studiato a fondo la materia e averci ragionato sopra a lungo e con profondità, il che richiede di andare oltre a quello che serve solamente per l'esame, oltre alle sole cose fatte in classe.
@alvinlee88
Devi pensare che studiare a Pisa è più faticoso rispetto a tante altre università,
ma la preparazione finale è veramente buona!
Devi pensare che studiare a Pisa è più faticoso rispetto a tante altre università,
ma la preparazione finale è veramente buona!
Galois ha fallito l'ammissione all'ecole polytechnique 2 volte... Detto in altre parole non sarebbe visto come uno con tutti 30... Eppure era senza dubbio con una marcia in più. Ci sono vari matematici importanti che hanno vagato molto prima di giungere a studiare matematica o che sono stati rifiutati da posti di eccellenza. Altri, per varie ragioni, hanno anche avuto votazioni scadenti in qualche punto del loro percorso scolastico. Non tutti i matematici sono come Erdos o Gauss... Ramanujan poi non avrebbe neanche passato mezzo esame... Se è stato preso in considerazione è solo perché Hardy ha visto il genio in scritte apparentemente senza senso.
Se vogliamo misurare le capacità di un matematico da competizione (quelli che adorano le olimipiadi di matematica e simili) il voto è certo il metodo migliore ma non è detto che un matematico di questo tipo sia effettivamente migliore di un matematico meno "fissato". Anche perché in matematica sono ricordati più quelli che sanno correre lontano rispetto ai centometristi...
Poi ci sono varie cose da considerare... Io ho un voto relativamente basso di informatica ma penso di saperne di più del 90% di quelli del mio anno che hanno preso 30. E questo perché ho fatto l'esame con noncuranza, ho fatto errori stupidi e per varie ragioni ho deciso che non potevo e volevo rifarlo. Inoltre lo dico conoscendo le persone in questione. Ci sono poi esami in cui ripetere le dimostrazioni fatte a lezioni quasi a memoria basta per avere voti buoni e persone che invece approcciano il corso in modo più naif li prendono brutti perché il prof pensa che si stiano arrampicando sugli specchi. E questo è indipendentemente da quanto le persone in questione siano capaci a lavorare con gli oggetti matematici in questione.
Mi è capitato anche di osservare un'altro fattore e cioé che ho vari compagni quasi "apatici" rispetto alla matematica. Cioé si impegnano per prendere il massimo e magari per prendere il massimo scelgono anche un percorso di studi facili, cioé scelgono i corsi in base alla facilità e non all'interesse. Alle volte sono anche molto bravi ma non vanno mai oltre a quello che serve all'esame e sembra che si disinteressino totalmente di fare matematica. Una persona così avrà anche tutti 30 ma sicuramente è il peggior ricercatore che possa esistere, cioé scalderebbe solo una poltrona... Senza dubbio inoltre se non si danno una svegliata non saranno mai ricordati ma forse con gli appoggi giusti potrebbero anche diventare professori associati da qualche parte...
Non a caso in molte università straniere considerano la passione per la materia un importante parametro di scelta dei candidati per dottorati e simili.
Se vogliamo misurare le capacità di un matematico da competizione (quelli che adorano le olimipiadi di matematica e simili) il voto è certo il metodo migliore ma non è detto che un matematico di questo tipo sia effettivamente migliore di un matematico meno "fissato". Anche perché in matematica sono ricordati più quelli che sanno correre lontano rispetto ai centometristi...
Poi ci sono varie cose da considerare... Io ho un voto relativamente basso di informatica ma penso di saperne di più del 90% di quelli del mio anno che hanno preso 30. E questo perché ho fatto l'esame con noncuranza, ho fatto errori stupidi e per varie ragioni ho deciso che non potevo e volevo rifarlo. Inoltre lo dico conoscendo le persone in questione. Ci sono poi esami in cui ripetere le dimostrazioni fatte a lezioni quasi a memoria basta per avere voti buoni e persone che invece approcciano il corso in modo più naif li prendono brutti perché il prof pensa che si stiano arrampicando sugli specchi. E questo è indipendentemente da quanto le persone in questione siano capaci a lavorare con gli oggetti matematici in questione.
Mi è capitato anche di osservare un'altro fattore e cioé che ho vari compagni quasi "apatici" rispetto alla matematica. Cioé si impegnano per prendere il massimo e magari per prendere il massimo scelgono anche un percorso di studi facili, cioé scelgono i corsi in base alla facilità e non all'interesse. Alle volte sono anche molto bravi ma non vanno mai oltre a quello che serve all'esame e sembra che si disinteressino totalmente di fare matematica. Una persona così avrà anche tutti 30 ma sicuramente è il peggior ricercatore che possa esistere, cioé scalderebbe solo una poltrona... Senza dubbio inoltre se non si danno una svegliata non saranno mai ricordati ma forse con gli appoggi giusti potrebbero anche diventare professori associati da qualche parte...
Non a caso in molte università straniere considerano la passione per la materia un importante parametro di scelta dei candidati per dottorati e simili.
fields hai detto na cosa spettacolare
"fields":
Ma quello che la complessita' computazionale insegna, e' che a certi livelli di complessita' intellettuale, gli algoritmi sono piu' importanti dell'hardware;
Proprio bella questa metafora.
io ho un professore di matematica che prima di tutto è una persona e poi un insegnante..
questi mesi con lui mi hanno insegnato che i libri non si aggrediscono ma si accarezzano,che gli esami non sono sfide ma giochi..anche per questo mi sono sempre di piu convinto a rimenere dove stavo..e dove spero starò..
questi mesi con lui mi hanno insegnato che i libri non si aggrediscono ma si accarezzano,che gli esami non sono sfide ma giochi..anche per questo mi sono sempre di piu convinto a rimenere dove stavo..e dove spero starò..
In quello che sto per dire, credo ci siano la classica notizia buona e la notizia cattiva (fermo restando che si tratta semplicemente di mie opinioni) Mi spiego: secondo me la grandezza si impara, ma la grandezza non e' per tutti. Spero che in quanto segue io riesca a chiarire perche' questa non e' una auto contraddizione.
Io credo che il talento senza dubbio esista, e che sia una qualita' indispensabile per raggiungere risultati superiori alla media.
Il talento, secondo me, non e' pero' nulla di magico: e' la capacita' naturale di raggiungere elevati livelli di prestazione in un determinato campo senza la guida diretta di un insegnante e senza seguire procedure note e codificate.
E' dura sostenere che siamo tutti uguali, che i nostri cervelli siano tutti uguali, ed e' probabilmente falso. E' impossibile sostenere che non ci siano individui enormemente piu' bravi di altri, sopratutto in matematica.
Ma quello che la complessita' computazionale insegna, e' che a certi livelli di complessita' intellettuale, gli algoritmi sono piu' importanti dell'hardware; che il metodo e' piu' importante del puro sforzo, per uscire di metafora. Questo metodo - capacita' di raggiungere eccezionali livelli - laddove non posseduto naturalmente, puo' essere insegnato.
Tuttavia, anche se ad un certo punto questo metodo verra' codificato e insegnato, ci saranno sempre degli individui dotati di talento che lo sapranno migliorare e ottenere dei risultati superiori alla media. Questo viene osservato in tutti gli sport, ad esempio, dove la tecnica e' fondamentale per il risultato (e.g. nuoto). C'e' il talento che esce dalla media, che poi viene studiato, codificato e "insegnato"; successivamente la media cresce; e infine arriva il nuovo talento che emerge dalla nuova media.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che per me il talento consiste non nella capacita' di apprendere, che e' di tutti, ma nella capacita' di creare nuovi modi di apprendimento, che permettano di raggiungere migliori risultati. In altri termini, la superiorita' di certi individui esiste, paradossalmente, perche' esiste per tutti la possibilita' di progresso indefinito (del resto, non e' questo il senso anche della teoria dell'evoluzione?)
Io credo che il talento senza dubbio esista, e che sia una qualita' indispensabile per raggiungere risultati superiori alla media.
Il talento, secondo me, non e' pero' nulla di magico: e' la capacita' naturale di raggiungere elevati livelli di prestazione in un determinato campo senza la guida diretta di un insegnante e senza seguire procedure note e codificate.
E' dura sostenere che siamo tutti uguali, che i nostri cervelli siano tutti uguali, ed e' probabilmente falso. E' impossibile sostenere che non ci siano individui enormemente piu' bravi di altri, sopratutto in matematica.
Ma quello che la complessita' computazionale insegna, e' che a certi livelli di complessita' intellettuale, gli algoritmi sono piu' importanti dell'hardware; che il metodo e' piu' importante del puro sforzo, per uscire di metafora. Questo metodo - capacita' di raggiungere eccezionali livelli - laddove non posseduto naturalmente, puo' essere insegnato.
Tuttavia, anche se ad un certo punto questo metodo verra' codificato e insegnato, ci saranno sempre degli individui dotati di talento che lo sapranno migliorare e ottenere dei risultati superiori alla media. Questo viene osservato in tutti gli sport, ad esempio, dove la tecnica e' fondamentale per il risultato (e.g. nuoto). C'e' il talento che esce dalla media, che poi viene studiato, codificato e "insegnato"; successivamente la media cresce; e infine arriva il nuovo talento che emerge dalla nuova media.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che per me il talento consiste non nella capacita' di apprendere, che e' di tutti, ma nella capacita' di creare nuovi modi di apprendimento, che permettano di raggiungere migliori risultati. In altri termini, la superiorita' di certi individui esiste, paradossalmente, perche' esiste per tutti la possibilita' di progresso indefinito (del resto, non e' questo il senso anche della teoria dell'evoluzione?)
@alvinlee88: non sono tra quelli che tu chiami "con una marcia in più", e questo lo so per via di un anno Erasmus a Parigi 11 che mi ha fatto capire molte cose. Ma quello che voglio dire è che non è giusto che mi lasci scoraggiare da qualcosa di esterno a me. Se io cominciassi veramente a pensare a quanto sono bravo rispetto agli altri non farei più niente nella vita, lo so, perché sono realista.
Ti posso fare un esempio con gli scacchi, dato che in quel campo ho potuto sperimentare più efficacemente alcune certezze: mi è capitato di giocare in torneo contro grandi maestri (la categoria più elevata che può avere un giocatore di scacchi). E non è che non potessi giocarmela. E' che per buona parte della partita avevo pensieri realisti distruttivi del tipo "ma cosa vuoi che faccia io contro questo che mal che vada ha un'esperienza immensamente più grande della mia". Ho capito che non è giusto che io mi metta contro di me in questo modo. Se avessi giocato libero da questi pensieri magari poi perdevo comunque, ma almeno ero sicuro che era stato il grande maestro ad avermi sconfitto e che io non avevo collaborato. E ad ogni nuova partita devo dimenticare i risultati precedenti e la presunta forza del mio avversario.
So che è difficile, ma se io non facessi così arriverei al punto di non riuscire più a fare niente.
Ti posso fare un esempio con gli scacchi, dato che in quel campo ho potuto sperimentare più efficacemente alcune certezze: mi è capitato di giocare in torneo contro grandi maestri (la categoria più elevata che può avere un giocatore di scacchi). E non è che non potessi giocarmela. E' che per buona parte della partita avevo pensieri realisti distruttivi del tipo "ma cosa vuoi che faccia io contro questo che mal che vada ha un'esperienza immensamente più grande della mia". Ho capito che non è giusto che io mi metta contro di me in questo modo. Se avessi giocato libero da questi pensieri magari poi perdevo comunque, ma almeno ero sicuro che era stato il grande maestro ad avermi sconfitto e che io non avevo collaborato. E ad ogni nuova partita devo dimenticare i risultati precedenti e la presunta forza del mio avversario.
So che è difficile, ma se io non facessi così arriverei al punto di non riuscire più a fare niente.
@alvinlee88
Se vorrai provare a far ricerca, non preoccuparti di Pisa. Il mondo è molto grande, e ci sono opportunità insperate e carriere impensabili.
Due esempi che conosco da vicino:
- economista agrario italiano che lavora in Mozambico come dipendente di un ente di ricerca francese
- scienziato ambientale che ha fatto il precario al CNR, all'Università e all'IST e che ora fa il ricercatore in Francia in un centro mat-informatico
Se vorrai provare a far ricerca, non preoccuparti di Pisa. Il mondo è molto grande, e ci sono opportunità insperate e carriere impensabili.
Due esempi che conosco da vicino:
- economista agrario italiano che lavora in Mozambico come dipendente di un ente di ricerca francese
- scienziato ambientale che ha fatto il precario al CNR, all'Università e all'IST e che ora fa il ricercatore in Francia in un centro mat-informatico
Premessa: Back with the italian keyboard
@Martino
Sono curioso, di che tipo di compromessi stai parlando? Quando devono scegliere fra un laureato in pari con tutti 30, e uno in ritardo con una media abbastanza buona ma non eccelsa, che compromesso ti offrono? Davvero non capisco. Non parlo solo dei concorsi da ricercatore, anche dell'ammissione al dottorato.
E comunque il discorso non è che che quelli che hanno tutti 30 sono formalmente migliori, per un qualche parametro sociale discutibile: sono veramente i più bravi, hanno una marcia in più, almeno come studenti, ed è perfettamente giusto che se si deve scegleire si sceglie loro e non uno "inferiore". E' il solito discorso del chirurgo eccellente e del chirurgo mediocre, da chi ti fai operare? Questo intendevo con l'espressione "livellamento verso il basso", non certo che uno smette di impegnarsi o non da il massimo perchè si scoraggia. Questo discorso l'ha tirato fuori un altro utente.
Che poi non tutti siano d'accordo sull' equazione "bravissimo studente=probabile bravo ricercatore" è normale, ma ripeto che questa è l'idea che mi sono fatto, e non è campata per aria.
Quello che dici Martino è molto bello, e hai ragione sul fatto che nè l'intelligenza, che è un concetto molto ampio, nè tantomeno la passione, si misurano con voti e tempi. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non ci si debba sentire inferiori: una persona è una cosa molto più complessa e profonda di così, il suo valore come essere umano non è certo determinato da quanti 30 prende, o da quanto sia abile nello studiare con velocità, e capendo a fondo, molte materie. Ma il suo valore come matematico probabilmente si. Per non farmi fraintedere, ho letto con interesse il documento di Terence Tao e sono d'accordo con lui, specie sulle qualità che fanno un buon matematico. Ma infatti quelli di cui parlo io, i normalisti ecc. mica dico che sono geni, semplicemente sono quelli di cui parla Tao, una nettissima minoranza fra i laureati in matematica.
@Martino (again)
gli ostacoli non derivano "dall'immaginazione di una mente insicura", gli ostacoli esistono a prescindere da cosa io pensi e immagini. Il dire "non esistono ostacoli insormontabili per chi ha una grande passione" per me è semplicemente ridicolo, è proprio buoniscmo allo stato puro. Se sei convinto di questo o è perchè rientri fra quelli con una marcia in più, e quindi non è solo con la passione che li hai superati, o forse questi ostacoli non erano poi così insormontabili. Non mi fraintendere, sono felice per te: è che io vedo e vivo una realtà diversa.

@Martino
Sono curioso, di che tipo di compromessi stai parlando? Quando devono scegliere fra un laureato in pari con tutti 30, e uno in ritardo con una media abbastanza buona ma non eccelsa, che compromesso ti offrono? Davvero non capisco. Non parlo solo dei concorsi da ricercatore, anche dell'ammissione al dottorato.
E comunque il discorso non è che che quelli che hanno tutti 30 sono formalmente migliori, per un qualche parametro sociale discutibile: sono veramente i più bravi, hanno una marcia in più, almeno come studenti, ed è perfettamente giusto che se si deve scegleire si sceglie loro e non uno "inferiore". E' il solito discorso del chirurgo eccellente e del chirurgo mediocre, da chi ti fai operare? Questo intendevo con l'espressione "livellamento verso il basso", non certo che uno smette di impegnarsi o non da il massimo perchè si scoraggia. Questo discorso l'ha tirato fuori un altro utente.
Che poi non tutti siano d'accordo sull' equazione "bravissimo studente=probabile bravo ricercatore" è normale, ma ripeto che questa è l'idea che mi sono fatto, e non è campata per aria.
Quello che dici Martino è molto bello, e hai ragione sul fatto che nè l'intelligenza, che è un concetto molto ampio, nè tantomeno la passione, si misurano con voti e tempi. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non ci si debba sentire inferiori: una persona è una cosa molto più complessa e profonda di così, il suo valore come essere umano non è certo determinato da quanti 30 prende, o da quanto sia abile nello studiare con velocità, e capendo a fondo, molte materie. Ma il suo valore come matematico probabilmente si. Per non farmi fraintedere, ho letto con interesse il documento di Terence Tao e sono d'accordo con lui, specie sulle qualità che fanno un buon matematico. Ma infatti quelli di cui parlo io, i normalisti ecc. mica dico che sono geni, semplicemente sono quelli di cui parla Tao, una nettissima minoranza fra i laureati in matematica.
@Martino (again)
gli ostacoli non derivano "dall'immaginazione di una mente insicura", gli ostacoli esistono a prescindere da cosa io pensi e immagini. Il dire "non esistono ostacoli insormontabili per chi ha una grande passione" per me è semplicemente ridicolo, è proprio buoniscmo allo stato puro. Se sei convinto di questo o è perchè rientri fra quelli con una marcia in più, e quindi non è solo con la passione che li hai superati, o forse questi ostacoli non erano poi così insormontabili. Non mi fraintendere, sono felice per te: è che io vedo e vivo una realtà diversa.
"alvinlee88":La società è orripilante. Noi guardiamo ad un agglomerato confuso di individualità trattandolo come una individualità singola. Questo è uno dei problemi. Un altro dei problemi è proprio il primo che volevo dire, prima che mi venisse in mente l'altro: l'intelligenza e la passione non si misurano con crediti, esami e voti. In realtà non si misurano affatto. Il problema di crediti, esami e voti è che spinge le persone a paragonarsi. Questo è orribile. Non nel senso che il confronto sia negativo, semplicemente nel senso che non posso ritenermi inferiore solo perché uno dei criteri sociali esistenti mi valuta inferiore. La velocità di apprendimento e il successo negli esami non significano intelligenza. Viviamo in un sistema fatto così. D'altra parte non c'era scelta: qualche sistema dovevamo inventarlo. E' questo il paradosso della società: è ingiusta ma inevitabile. Il lavoro quindi lo dobbiamo fare noi, non è la società che deve adattarsi, sarebbe impossibile. Ma con questo non voglio dire che dobbiamo adattarci alla società, semplicemente che la cosa onesta è fare quello che vogliamo fare, accorgendoci che è proprio la nostra sensazione di essere inferiori che ci penalizza. Le valutazioni derivanti dai criteri sociali hanno un'importanza quasi nulla. Purtroppo contano ai fini dei concorsi, ma questo significa solo che in alcuni casi vale la pena di essere aggressivi, anche magari accettando qualche ragionevole compromesso. Sono dell'idea che se uno ha una passione veramente forte non incontra ostacoli insormontabili, gli ostacoli derivano dall'immaginazione di una mente insicura.
Al contrario di me, diversi normalisti e altre 2/3 persone del mio anno sono persino avanti con gli esami, e con la media non inferiore al 30. Queste persone hanno definitivamente una marcia in piu, si laureranno un anno prima di me e meglio, e sono fin d ora i candidati a fare ricerca qua a Pisa.
Premessa: mi scuso per gli apostrofi e gli accenti ma odio le tastiere americane.
Mai detto questo. Io sostengo che bisogna impegnarsi al massimo e sputare sangue, sapendo pero chiaramente fin dall inizio che non si potra mai andare oltre un certo livello, ci si dovra insomma fermare a un certo punto, a un certo livello di "abilita" matematica - in un qualche senso da precisare -possibilmente (nel senso di "e fattibile", ma con tantissimo impegno) molto alto, forse sufficiente per portare contributi alla ricerca matematica, forse no. Fatto sta che e una piccolissima minoranza dei laureati in matematica quelli che fanno ricerca. Cio non e un caso, di sicuro non possiamo accettare la motivazione che la grande maggioranza dei laureati in matematica sia svogliata: e questione di capacita personali e di limiti personali. Anche la stessa capacita di impegnarsi a lungo e con concentrazione, capendo molto velocemente cio che si studia, e una capacita personale, innata, non allenabile. E il tempo e fondamentale. A Pisa i professori e i ricercatori sono in maggioranza ex-normalisti, e chi non lo e si e comunque laureato con 110L, in pari o in anticipo. Io lo vedo fin d ora, studio molto e non credo di essere proprio scemo, ma iniziando questo terzo anno sono indietro di diversi esami del secondo anno (appunto la velocita nel prepare un esame a cui accennavo prima, e un po di mancata organizzazione al secondo anno),e non ho certamente tutti 30. Per prendere 24 a un esame di algebra ho dovuto sputare sangue per 6 mesi, tralasciando tutto il resto, e credo che sia la materia che mi riesca meglio e che mi appassioni di piu (ma dove ho i voti piu bassi....). E allo scritto di quell esame non ho superato il 18. So quindi fin d ora che quasi sicuramente io non entrero nel mondo accademico, almeno qui a Pisa, se non altro per un fatto statistico (continuero ovviamente a studiare con passione e impegno perche mi da soddisfazione capire le cose, e cosi dovrebbero fare tutti, il mio discorso non vuole assolutamente essere una scusa, anzi: secondo me il merito sta proprio nel continuare a dare il massimo consci di tutto questo, senza illusioni) Al contrario di me, diversi normalisti e altre 2/3 persone del mio anno sono persino avanti con gli esami, e con la media non inferiore al 30. Queste persone hanno definitivamente una marcia in piu, si laureranno un anno prima di me e meglio, e sono fin d ora i candidati a fare ricerca qua a Pisa. Pochissime sono le eccezioni a questo meccanismo. Non so se altrove e diverso.
E alla luce di tutto cio che ho detto quanto ho detto, dire che tutti abbiamo le stesse potenzialita, basta impegnarsi, e un offesa all evidenza. Se venite da esperienze diverse, raccontatemi
"Leonardo89":
@alvinlee88
Secondo me è il tuo ragionamento, invece, a portare ad un livellamento verso il basso.
Dire che uno non può arrivare a certi livelli è una buona scusa per non faticare per migliorare noi stessi. Il tuo ragionamento è anche pericoloso, secondo me, spinge le persone a non impegnarsi, a non sputare sangue, tanto non potranno mai raggiungere livelli eccellenti.
Mai detto questo. Io sostengo che bisogna impegnarsi al massimo e sputare sangue, sapendo pero chiaramente fin dall inizio che non si potra mai andare oltre un certo livello, ci si dovra insomma fermare a un certo punto, a un certo livello di "abilita" matematica - in un qualche senso da precisare -possibilmente (nel senso di "e fattibile", ma con tantissimo impegno) molto alto, forse sufficiente per portare contributi alla ricerca matematica, forse no. Fatto sta che e una piccolissima minoranza dei laureati in matematica quelli che fanno ricerca. Cio non e un caso, di sicuro non possiamo accettare la motivazione che la grande maggioranza dei laureati in matematica sia svogliata: e questione di capacita personali e di limiti personali. Anche la stessa capacita di impegnarsi a lungo e con concentrazione, capendo molto velocemente cio che si studia, e una capacita personale, innata, non allenabile. E il tempo e fondamentale. A Pisa i professori e i ricercatori sono in maggioranza ex-normalisti, e chi non lo e si e comunque laureato con 110L, in pari o in anticipo. Io lo vedo fin d ora, studio molto e non credo di essere proprio scemo, ma iniziando questo terzo anno sono indietro di diversi esami del secondo anno (appunto la velocita nel prepare un esame a cui accennavo prima, e un po di mancata organizzazione al secondo anno),e non ho certamente tutti 30. Per prendere 24 a un esame di algebra ho dovuto sputare sangue per 6 mesi, tralasciando tutto il resto, e credo che sia la materia che mi riesca meglio e che mi appassioni di piu (ma dove ho i voti piu bassi....). E allo scritto di quell esame non ho superato il 18. So quindi fin d ora che quasi sicuramente io non entrero nel mondo accademico, almeno qui a Pisa, se non altro per un fatto statistico (continuero ovviamente a studiare con passione e impegno perche mi da soddisfazione capire le cose, e cosi dovrebbero fare tutti, il mio discorso non vuole assolutamente essere una scusa, anzi: secondo me il merito sta proprio nel continuare a dare il massimo consci di tutto questo, senza illusioni) Al contrario di me, diversi normalisti e altre 2/3 persone del mio anno sono persino avanti con gli esami, e con la media non inferiore al 30. Queste persone hanno definitivamente una marcia in piu, si laureranno un anno prima di me e meglio, e sono fin d ora i candidati a fare ricerca qua a Pisa. Pochissime sono le eccezioni a questo meccanismo. Non so se altrove e diverso.
E alla luce di tutto cio che ho detto quanto ho detto, dire che tutti abbiamo le stesse potenzialita, basta impegnarsi, e un offesa all evidenza. Se venite da esperienze diverse, raccontatemi
Concordo soprattutto con Gugo82.
Se veramente i geni esistono sono estremamente rari e la scienza e la tecnologia, se dovessero contare solo su di loro, starebbero ancora a dei livelli preistorici, secondo me.
Terence Tao, forse, può essere considerato un genio, e leggete cosa pensa della questione.
Anche questo è interessante (è linkato anche nell'articolo di Tao).
@alvinlee88
Secondo me è il tuo ragionamento, invece, a portare ad un livellamento verso il basso.
Dire che uno non può arrivare a certi livelli è una buona scusa per non faticare per migliorare noi stessi. Il tuo ragionamento è anche pericoloso, secondo me, spinge le persone a non impegnarsi, a non sputare sangue, tanto non potranno mai raggiungere livelli eccellenti.
Anche se, poi, uno non dovesse arrivare ai "livelli da genio" sarà sicuramente migliorato notevolmente nel tentativo, no?
@WiZaRd
Perché mai dovrebbe venirt il mal di testa? Secondo me hanno solo più allenamento, hanno cominciato a studiare seriamente prima di noi e, probabilmente, sono abbastanza intelligenti ma dimmi perché mai tu non potresti arrivare a quei livelli se ti impegnassi duramente e seriamente.
Piuttosto, questa frase (che costituisce la mia firma) è attribuita a Gauss
Ciò che, invece, serve veramente, secondo me, è un ambiente favorevole allo studio della propia passione. Per ambiente intendo famiglia, scuola, università, uno stato che investa nella ricerca (
) .
Se veramente i geni esistono sono estremamente rari e la scienza e la tecnologia, se dovessero contare solo su di loro, starebbero ancora a dei livelli preistorici, secondo me.
Terence Tao, forse, può essere considerato un genio, e leggete cosa pensa della questione.
Anche questo è interessante (è linkato anche nell'articolo di Tao).
@alvinlee88
Secondo me è il tuo ragionamento, invece, a portare ad un livellamento verso il basso.
Dire che uno non può arrivare a certi livelli è una buona scusa per non faticare per migliorare noi stessi. Il tuo ragionamento è anche pericoloso, secondo me, spinge le persone a non impegnarsi, a non sputare sangue, tanto non potranno mai raggiungere livelli eccellenti.
Anche se, poi, uno non dovesse arrivare ai "livelli da genio" sarà sicuramente migliorato notevolmente nel tentativo, no?
@WiZaRd
Perché mai dovrebbe venirt il mal di testa? Secondo me hanno solo più allenamento, hanno cominciato a studiare seriamente prima di noi e, probabilmente, sono abbastanza intelligenti ma dimmi perché mai tu non potresti arrivare a quei livelli se ti impegnassi duramente e seriamente.
Piuttosto, questa frase (che costituisce la mia firma) è attribuita a Gauss
"K.F. Gauss":
Se altri non facessero altro che riflettere sulle verità matematiche così in profondo e con continuità come ho fatto io, farebbero le mie scoperte.
Ciò che, invece, serve veramente, secondo me, è un ambiente favorevole allo studio della propia passione. Per ambiente intendo famiglia, scuola, università, uno stato che investa nella ricerca (

Rispondo con una citazione.
"La Sapienza ama chi la ama e si fa trovare da chi la cerca" (Prov. 8,17).
"La Sapienza ama chi la ama e si fa trovare da chi la cerca" (Prov. 8,17).
"Gugo82":Pure a me
seguita da una certa disciplina nello studio (cosa che, a dir la verità, a me manca un po')

Circa il talento e la passione... Riporto a memoria (o quasi, cercando di non travisarne il senso) le parole di un professore di Teoria della Misura, uno degli "anziani" qui a Napoli, che alla fine di un suo corso disse: "Ho una certa età ed in tutti questi anni ho conosciuto tanti matematici; tra questi colleghi ne ho visti solo due o tre che potevano essere considerati dei geni. La Matematica, per andare avanti, non ha bisogno di geni, ma di persone che abbiano l'umiltà e la voglia di mettersi a studiare ed a lavorare seriamente".
Quindi la passione è la prima cosa, seguita da una certa disciplina nello studio (cosa che, a dir la verità, a me manca un po').
Il talento, il genio, se c'è, tanto meglio; ma non è affatto necessario.
Quindi la passione è la prima cosa, seguita da una certa disciplina nello studio (cosa che, a dir la verità, a me manca un po').
Il talento, il genio, se c'è, tanto meglio; ma non è affatto necessario.
Concordo sia con Martino sia con alvinlee88. So che potrebbe sembrare contraddittorio, ma credo non lo sia.
Come dice alvinlee88 il genio ed il talento esistono e come: non si può negare che esistano persone che hanno una predisposizione naturale per fare certe cose ed altre no, basta anche guardare questo forum per vedere che esistono dei talenti puri (non occorre che io ne faccia i nomi, finirebbe che ne perdo qualcuno, ma guardate i loro post nelle varie sezioni e capirete di chi parlo) oppure andare a dare un'occhiata ai forum delle Olimpiadi della Matematica o di MathLinks per rendersi conto che il talento esiste e come. A me viene il mal di testa quando vedo i post di questi soggetti
D'altra parte, se il genio non esistesse, sarebbe come dire che tutti possiamo diventare Gauss.
Tuttavia, fortunatamente, studiare ed iscriversi all'Università sono attività lecite e non subordinate all'essere geni o talentuosi, ma "solo" all'essere persone serie e studiose: non credo che sia fatta esplicita richiesta all'atto dell'iscrizione all'Università di risolvere qualche grande problema privo di soluzione da tempo, così come non mi pare che per sostenere gli esami sia necessario sedersi di fronte al docente e fare uno show accademico. Basta studiare e dare il massimo fin dove i propri limiti permettono di arrivare.
È ovvio, però, che nella vita occorre avere un poco di senso pratico: se uno, purtroppo, si spreme e da tutto sé stesso ma non ottiene niente, occorre rendersi conto che, prima o poi, dovrà pur lavorare.
Il tutto IMHO.
Come dice alvinlee88 il genio ed il talento esistono e come: non si può negare che esistano persone che hanno una predisposizione naturale per fare certe cose ed altre no, basta anche guardare questo forum per vedere che esistono dei talenti puri (non occorre che io ne faccia i nomi, finirebbe che ne perdo qualcuno, ma guardate i loro post nelle varie sezioni e capirete di chi parlo) oppure andare a dare un'occhiata ai forum delle Olimpiadi della Matematica o di MathLinks per rendersi conto che il talento esiste e come. A me viene il mal di testa quando vedo i post di questi soggetti

D'altra parte, se il genio non esistesse, sarebbe come dire che tutti possiamo diventare Gauss.
Tuttavia, fortunatamente, studiare ed iscriversi all'Università sono attività lecite e non subordinate all'essere geni o talentuosi, ma "solo" all'essere persone serie e studiose: non credo che sia fatta esplicita richiesta all'atto dell'iscrizione all'Università di risolvere qualche grande problema privo di soluzione da tempo, così come non mi pare che per sostenere gli esami sia necessario sedersi di fronte al docente e fare uno show accademico. Basta studiare e dare il massimo fin dove i propri limiti permettono di arrivare.
È ovvio, però, che nella vita occorre avere un poco di senso pratico: se uno, purtroppo, si spreme e da tutto sé stesso ma non ottiene niente, occorre rendersi conto che, prima o poi, dovrà pur lavorare.
Il tutto IMHO.
io sono già iscritto a ingegneria elettronica e a gennaio ho i primi esami...
proprio perchè è tosta figuratevi siamo in totale una 40ina di noi,e i professori si sono pure quasi imparati i nomi...io non voglio essere un genio..voglio solo fare quello che amo
i rischi sono tanti,ho molte persone contro, amici parenti e ragazza,ognuno di loro da una sua versione dei fatti e cercano di mediocrizzare il mio intento..
un tempo dicevo bugie per non studiare,mi inventavo scuse e alibi e invece ora è il contrario...agli amici dico che sto con la ragazza e alla ragazza dico di stare con gli amici cosi che posso stare in santa pace..
il mio impegno tuttavia mi ha portato ad un livello (diciamo da 7) tale che non riuscirei nemmeno se volessi a tornare indietro..ho troppa voglia..ma poi mi ritrovo un esercizio stupido davanti e mi blocco pure per due ore...e fumo mamma e quanto fumo..
proprio perchè è tosta figuratevi siamo in totale una 40ina di noi,e i professori si sono pure quasi imparati i nomi...io non voglio essere un genio..voglio solo fare quello che amo
i rischi sono tanti,ho molte persone contro, amici parenti e ragazza,ognuno di loro da una sua versione dei fatti e cercano di mediocrizzare il mio intento..
un tempo dicevo bugie per non studiare,mi inventavo scuse e alibi e invece ora è il contrario...agli amici dico che sto con la ragazza e alla ragazza dico di stare con gli amici cosi che posso stare in santa pace..
il mio impegno tuttavia mi ha portato ad un livello (diciamo da 7) tale che non riuscirei nemmeno se volessi a tornare indietro..ho troppa voglia..ma poi mi ritrovo un esercizio stupido davanti e mi blocco pure per due ore...e fumo mamma e quanto fumo..
"strato90":
io ho solo paura di un amore impossibile...
Esistono questi casi. Ho conosciuto persone molto appassionate di matematica ma che dopo un anno o piu`hanno deciso di abbandonare la facolta`per le troppe difficolta o perche`si sono accorti che non faceva per loro, per vari motivi. Inoltre secondo me il talento esiste, cosi`come la predisposizione e il genio. Con lo studio intenso, l allenameto e l impegno si puo arrivare a risultati anche molto buoni, ma ci sara sempre chi con meno sforzo di te raggiunge risultati eccellenti, cosi come ci sono livelli di abilita`matematica che sono raggiungibili solo da poche persone. Negare che esistano i geni, o le persone piu`o meno portate, secondo me non ha senso, e`una sorta di buonismo che puo`portare pericolosamente a un livellamento verso il basso.