Ma i "Valori"...
sono sul serio " tutti inventati" dall'uomo?
Risposte
"Cheguevilla":[/quote]Colgo l'occasione, comunque, per ricordare al cardinale Bagnasco, che parla di argomenti non consoni ad esser trattati nella forma dello slogan pubblicitario sugli autobus o in forme simili, che tutta la parola è pubblicità (dalla Bibbia al 'Dio c'è' sui muri del mondo) e che, in fondo, ciò che importerebbe davvero, per un'umanità migliore, sarebbe proprio il rispetto del primo valore, che in Campo de' Fiori fu negato proprio da chi ora chiede il rispetto di esso nel mondo.
Per quanto riguara il tema, riporto una frase da uno dei miei libri preferiti:
[quote="Frank Herbert, in Chapterhouse Dune,"]Odrade stared out the window now as dusk moved across the landscape. It became darker in almost imperceptible shadings.
As full dark fell, she became aware of lights far out in the plantation houses. She knew those lights had been turned on much earlier but she had the sensation that night created the lights. Some blanked out occasionally as people moved about in their dwellings. No people... no lights. Don't waste energy.
Winking lights held her attention for a moment. A variation of the old question about a tree falling in the forest: was there sound if no one heard? Odrade voted on the side of those who said vibrations existed no matter whether a sensor recorded them.
Che,
a) hai nascosto parte del messaggio, col riferimento al cardinale Bagnasco; b) questo dopo essertene andato da Genova; c) sei stato a suo (ma si dirà a suo o a tuo?) tempo credente (se non ho capito male) > d) Che cacchio hai combinato a Genova, neh?
Scherzi a parte: io credo che Bagnasco potrebbe anche sollevare qualche dubbio sulla tua (e mia) esistenza. In definitiva ha una certezza: Dio esiste. Quest'affermazione (come la sua contraria 'Dio non esiste') può ugualmente condurre al nichilismo come... come a tutto il resto, as you like it (ehm, peraltro non parlo inglese, comunque, ma farò uno sforzo per leggere la seconda parte del tuo messaggio: se ti capita di avere sottomano la traduzione in italiano, però, scusa, sai che sono igno...).
Le necessarie definizioni dei significanti non approdano mai ad un 'immutabile'. Secondo me questo è il destino (fortuna e sfortuna) del linguaggio, almeno di quello non formalizzato. Ma, anzi, una domanda: il linguaggio formalizzato ha delle oscillazioni dei significati, nel tempo, o no? Ad esempio, mutatis mutandis, mi ha colpito l'affermazione che qui ho letto e nessuno ha contestato, mi pare (dico in altra parte del forum ed in altro tempo) che un assioma rimane vero in qualunque universo venisse a trovarsi. Scusate l'imprecisione nel riportare...
Spero di non essere finito OT, ma anzi, no, ci sono proprio finito, come sempre mi accadeva a scuola. D'altra parte, come non finire OT, se non approdiamo mai ad un immutabile, insomma a qualcosa che non ci sgusci via?
"Sergio":
[quote="oruam"]Ti spiacerebbe chiarire? Ti spiego la perplessità. La definizione, per essere veramente tale, deve necessariamente includere ogni elemento che caratterizza l'oggetto, sì che non possa essere confuso con altro. Tra gli elementi che caratterizzano l'oggetto, la sua esistenza.
???
Definisco "Babbo Natale". Vuol forse dire che esiste solo perché l'ho definito?
Definisco "Befana". Come sopra.
Definisco "estinzione della razza umana". Vuol forse dire che siamo già estinti e non ce ne siamo accorti?
Mi verrebbe voglia di cambiare la mia firma -- ahimé, seria -- con una appena un po' meno seria: "leggete questo libro!"[/quote]
sarei quasi tentato a rispondere si,esistono tutti e tre,cosi pure i re magi e la fata turchina,anche se solo nell'immaginario,nella fantasia...

"Cozza Taddeo":
Concordo con il prof. di Sergio sul fatto che definire un ente non ne provoca automaticamente l'esistenza: se io definisco "gigi" come il piú grande numero primo non per questo gigi esiste, anzi si dimostra proprio il contrario!.
Ti spiacerebbe chiarire? Ti spiego la perplessità. La definizione, per essere veramente tale, deve necessariamente includere ogni elemento che caratterizza l'oggetto, sì che non possa essere confuso con altro. Tra gli elementi che caratterizzano l'oggetto, la sua esistenza. Di fatto, il tuo esempio, relativo al povero Gigi, a me pare calzi male: Gigi esiste, certo non così permanentemente come può per un attimo pensare non appena lo si è trovato. O forse tu discuti del nome? Grazie di un chiarimento.
"Exxxes":
in riferimento all'intervento di cozza, mi rincuora il constatare come anche in campi di pura logica si riscontrino contraddizioni.
Se nella logica pura ci fossero contraddizioni allora sarebbero guai...

Diciamo che una delle conquiste del secolo scorso è che sono possibili diversi tipi di logica: quella classica accetta il principio del terzo escluso mentre quella intuizionista lo rifiuta. La due logiche sono diverse ma ciascuna è coerente al proprio interno.
Nella prova matematica dell'esistenza di Dio, scritta da K.Godel, l'Esistenza viene considerata una proprietà di un ente, anzi a dirla tutta viene definita una proprietà positiva!!! ossia un'ente se Esiste, significa che gli appartiene la proprietà dell'Esistenza e questa viene vista come un qualcosa di positivo, un "dono" che non è necessariamente dato per scontato, ma siamo "fortunati" se lo possediamo....poi anche qui si potrebbe aprire un'altra discussione sul fatto della positività, ossia una persona che nasce magari con delle gravissime malattie o malformazioni, forse forse non si ritiene molto fortunato di essere venuto al mondo....o forse si...tutto è opinabile e molto personale!
Io più che all'Esistenza, associo i "Valori" alla moralità......l'esistenza della morale....secondo me non è insita nella natura dell'uomo, ma anzi è una creazione dell'uomo per cercare di controllare la collettività.....diffondere un'etica è diffondere una dottrina, ossia una serie di "regole" definite corrette e giuste che indirizzano e condizionano l'agire della collettivaità, è una sorta di educazione.......e le dottrine io le vedo come dei potenti mezzi per controllare la società, fanno parte di un gigantesco "disegno" atto al controllo.
Io più che all'Esistenza, associo i "Valori" alla moralità......l'esistenza della morale....secondo me non è insita nella natura dell'uomo, ma anzi è una creazione dell'uomo per cercare di controllare la collettività.....diffondere un'etica è diffondere una dottrina, ossia una serie di "regole" definite corrette e giuste che indirizzano e condizionano l'agire della collettivaità, è una sorta di educazione.......e le dottrine io le vedo come dei potenti mezzi per controllare la società, fanno parte di un gigantesco "disegno" atto al controllo.
Sergio seguo il tuo ragionamento,pero' mi viene spontanea un'obiezione: dare una definizione a qualcosa che comunque abbiamo inventato/creato noi in base ai ns bisogni/necessita' mi risulta a"pelle" leggermente piu' semplice che definire l'"Esistenza".
e d'altra parte, in riferimento all'intervento di cozza, mi rincuora il constatare come anche in campi di pura logica si riscontrino contraddizioni.
e d'altra parte, in riferimento all'intervento di cozza, mi rincuora il constatare come anche in campi di pura logica si riscontrino contraddizioni.
ciao Cheguevilla,
Bagnasco...forse non ne ha nemmeno l'interesse...?
al tema.
la tua citazione mi riporta ad un post in questo forum dove,se non erro, si e' gia' trattato dell'"essere" e dell'"esistere", ad ogni modo la mia opinione espressa a suo tempo,concorda con quella di Odrade. in aggiunta e riferendomi all'esempio citato,posso dire che nel momento in cui un sensore avverte una vibrazione ,abbiamo la prova che il sensore "esiste " e che funziona.
Come quando mi chiedono perche' mi sento ateo, riesco solo a rispondere perche' non ho sufficienti motivi per non esserlo.
Bagnasco...forse non ne ha nemmeno l'interesse...?
al tema.
la tua citazione mi riporta ad un post in questo forum dove,se non erro, si e' gia' trattato dell'"essere" e dell'"esistere", ad ogni modo la mia opinione espressa a suo tempo,concorda con quella di Odrade. in aggiunta e riferendomi all'esempio citato,posso dire che nel momento in cui un sensore avverte una vibrazione ,abbiamo la prova che il sensore "esiste " e che funziona.
Come quando mi chiedono perche' mi sento ateo, riesco solo a rispondere perche' non ho sufficienti motivi per non esserlo.
"Sergio":
Be', veramente un mio prof. di matematica dice che la definizione di un "ente" matematico non è affatto sufficiente: si deve anche esibirlo.
Concordo con il prof. di Sergio sul fatto che definire un ente non ne provoca automaticamente l'esistenza: se io definisco "gigi" come il piú grande numero primo non per questo gigi esiste, anzi si dimostra proprio il contrario!.
Tuttavia non tutti i matematici sarebbero d'accordo con la rimanente parte dell'affermazione. La posizione del prof. di Sergio mi pare quella di un intuizionista che accetta solo i risultati matematici di tipo costruttivo. Vi sono però numerosi teoremi che non sono di questo tipo, nel senso che dimostrano l'esistenza di un qualche ente matematico provando che la sua non-esistenza porterebbe ad una contraddizione.
Ad esempio il Teorema degli zeri garantisce che per una funzione continua in un intervallo chiuso e che assume valori discordi agli estremi di questo intervallo esiste almeno un valore interno all'intervallo in cui la funzione si annulla ma non fornisce nessuna traccia su come trovare questo fantomatico punto.
Colgo l'occasione, comunque, per ricordare al cardinale Bagnasco, che parla di argomenti non consoni ad esser trattati nella forma dello slogan pubblicitario sugli autobus o in forme simili, che tutta la parola è pubblicità (dalla Bibbia al 'Dio c'è' sui muri del mondo) e che, in fondo, ciò che importerebbe davvero, per un'umanità migliore, sarebbe proprio il rispetto del primo valore, che in Campo de' Fiori fu negato proprio da chi ora chiede il rispetto di esso nel mondo.
Per quanto riguara il tema, riporto una frase da uno dei miei libri preferiti:
"Frank Herbert, in Chapterhouse Dune,":
Odrade stared out the window now as dusk moved across the landscape. It became darker in almost imperceptible shadings.
As full dark fell, she became aware of lights far out in the plantation houses. She knew those lights had been turned on much earlier but she had the sensation that night created the lights. Some blanked out occasionally as people moved about in their dwellings. No people... no lights. Don't waste energy.
Winking lights held her attention for a moment. A variation of the old question about a tree falling in the forest: was there sound if no one heard? Odrade voted on the side of those who said vibrations existed no matter whether a sensor recorded them.
il
ciao Sergio, sai perche' e' nata la discussione a tavola? proprio per il fatto che ognuno di noi esprimeva opinioni contrastanti, qualcuno asseriva addirittura che l'esistenza ha un valore "doppio" : oltre a quello intrinseco,(il solo fatto di "esistere" e' un valore!) gli aggiungeva quello del "dono",(l'esistenza come regalo ricevuto da qualcuno!)
e comunque pur accettando il punto di vista di chi considera la questione da un una prospettiva di pura logica, se fossimo in grado di definire a priori "tutto" temo che ci sarebbe preclusa ogni possibilita' di confronto.non credi? non lo troveresti riduttivo?d'altra parte mi risulta che anche in matematica c'e' una marea di teorie ancora da dimostrare.
lo so,lo so che ti verrebbe spontaneo chiedermi la definizione di "tutto",vero?
sai perche' la matematica mi ha sempre affascinato? ci sono due motivi: e' un campo di cui non so nulla e da' delle soluzioni. questo purtroppo,non mi evitera' una giornata di lavoro...alla prossima.
ciao Sergio, sai perche' e' nata la discussione a tavola? proprio per il fatto che ognuno di noi esprimeva opinioni contrastanti, qualcuno asseriva addirittura che l'esistenza ha un valore "doppio" : oltre a quello intrinseco,(il solo fatto di "esistere" e' un valore!) gli aggiungeva quello del "dono",(l'esistenza come regalo ricevuto da qualcuno!)
e comunque pur accettando il punto di vista di chi considera la questione da un una prospettiva di pura logica, se fossimo in grado di definire a priori "tutto" temo che ci sarebbe preclusa ogni possibilita' di confronto.non credi? non lo troveresti riduttivo?d'altra parte mi risulta che anche in matematica c'e' una marea di teorie ancora da dimostrare.
lo so,lo so che ti verrebbe spontaneo chiedermi la definizione di "tutto",vero?

sai perche' la matematica mi ha sempre affascinato? ci sono due motivi: e' un campo di cui non so nulla e da' delle soluzioni. questo purtroppo,non mi evitera' una giornata di lavoro...alla prossima.
..."Mossa azzeccata. Sono di quelle iniziative che i venditori di fumo chiamerebbero mossa win-win.
Io non l'avrei fatta."... ?!?
riferimento?
Sergio che io non sia un matematico credo tu lo sappia,mi scuserai se per la mia poca conoscenza della materia,riscontrerai delle pecche nei miei ragionamenti.
mi fai per la seconda volta la stessa richiesta, devo forse pensare che e' tua intenzione tirarmi dentro uno scontro su un campo che mi vedrebbe sicuro perdente?:-).
ad ogni modo, se per la richiesta di dare una definizione ai "valori" riesco a seguirti,confesso di trovare delle difficolta' sulla seconda. il principio matematico a cui fai riferimento e che recita,(se non ricordo male): -"per dimostrare l'esistenza di un "ente" e' necessario definirlo"-non sembra metta in dubbio l'esistenza dell'ente stesso, ne richiede "solo" la definizione.devo dedurne che la sua esistenza la si dia per scontata?e se e'cosi,perche' mi chiedi di definirla?come vedi sono gia' in crisi...
personalmente quando si parla di valori,mi viene di istinto affiancarli alla religione: ne vedo lo stesso fine e la stessa pericolosita'.
secondo una mia visione "semplicistica" del problema, i valori esistono,(dove per "valori" intendo comportamenti,regole,cose materiali,codici etici,morali e quant'altro...),non sono assoluti,sono sensibili a mutamenti,alcuni si creano da usi,costumi,tradizioni ... la maggior parte e' invetata alla bisogna, al fine di manipolare ,assoggettare,impaurire; hanno sempre avuto un ruolo pesante nell 'esercizio del controllo sulle societa',le famiglie, i singoli;
della loro relativita' sono assolutamente convinto.
Io non l'avrei fatta."... ?!?
riferimento?
Sergio che io non sia un matematico credo tu lo sappia,mi scuserai se per la mia poca conoscenza della materia,riscontrerai delle pecche nei miei ragionamenti.
mi fai per la seconda volta la stessa richiesta, devo forse pensare che e' tua intenzione tirarmi dentro uno scontro su un campo che mi vedrebbe sicuro perdente?:-).
ad ogni modo, se per la richiesta di dare una definizione ai "valori" riesco a seguirti,confesso di trovare delle difficolta' sulla seconda. il principio matematico a cui fai riferimento e che recita,(se non ricordo male): -"per dimostrare l'esistenza di un "ente" e' necessario definirlo"-non sembra metta in dubbio l'esistenza dell'ente stesso, ne richiede "solo" la definizione.devo dedurne che la sua esistenza la si dia per scontata?e se e'cosi,perche' mi chiedi di definirla?come vedi sono gia' in crisi...
personalmente quando si parla di valori,mi viene di istinto affiancarli alla religione: ne vedo lo stesso fine e la stessa pericolosita'.
secondo una mia visione "semplicistica" del problema, i valori esistono,(dove per "valori" intendo comportamenti,regole,cose materiali,codici etici,morali e quant'altro...),non sono assoluti,sono sensibili a mutamenti,alcuni si creano da usi,costumi,tradizioni ... la maggior parte e' invetata alla bisogna, al fine di manipolare ,assoggettare,impaurire; hanno sempre avuto un ruolo pesante nell 'esercizio del controllo sulle societa',le famiglie, i singoli;
della loro relativita' sono assolutamente convinto.
Il valore per eccellenza è la vita, da cui discende ogni altro valore. Di per sé, esso non è dato se non immediatamente dalla vita stessa, come autopreservazione. Tutto il resto ne deriva: ma il valore, e i valori derivanti, poiché lo sono anzitutto in relazione al proprio 'Io' (leggi: prima Io e poi Tu), sono stabilmente messi in discussione da ciascuno, legittimamente peraltro, nella rivendicazione del proprio essere contro l'altrui (quando l'altrui nega il nostro e prima di un eventuale contratto sociale, contratto comunque sempre destinato a subire rettifiche, precedute immancabilmente da contrasti e rimesse in discussione d'ogni diritto): in tale instabilità, vera entropia del morale e del civile, Dio viene posto come elemento immutabile su cui ancorare il valore. Lo è davvero? Ciascuno è misura di se stesso.
Non è affatto corretta, o almeno non del tutto, la pubblicità della U.A.A.R. prevista sugli autobus genovesi, secondo la quale di Dio non abbiamo affatto bisogno: ovvero, riconosco che di nulla, sauf la vie, l'uomo ha vera necessità, ma è altrettanto vero che Dio offre percorsi alternativi a quelli dell'ateismo, parlando della relazione sociale. Nell'un caso e nell'altro qualcosa si paga, però, in termini di sacrificio e, sovente, di crisi dello stesso valore 'vita': se in uno dei due percorsi, Teista o Ateista, avessimo l'evidenza di poter viaggiare gratuitamente, ovvero felici, mai addolorati e capaci di ancorare il rapporto sociale ad un fondamento veramente stabile, certo gli uomini lo avrebbero intrapreso e, dunque, riconosco il diritto di chi contesta e la necessità di verificare lo status quo del mondo alla luce dell'homo homini lupus.
Colgo l'occasione, comunque, per ricordare al cardinale Bagnasco, che parla di argomenti non consoni ad esser trattati nella forma dello slogan pubblicitario sugli autobus o in forme simili, che tutta la parola è pubblicità (dalla Bibbia al 'Dio c'è' sui muri del mondo) e che, in fondo, ciò che importerebbe davvero, per un'umanità migliore, sarebbe proprio il rispetto del primo valore, che in Campo de' Fiori fu negato proprio da chi ora chiede il rispetto di esso nel mondo.
Non è affatto corretta, o almeno non del tutto, la pubblicità della U.A.A.R. prevista sugli autobus genovesi, secondo la quale di Dio non abbiamo affatto bisogno: ovvero, riconosco che di nulla, sauf la vie, l'uomo ha vera necessità, ma è altrettanto vero che Dio offre percorsi alternativi a quelli dell'ateismo, parlando della relazione sociale. Nell'un caso e nell'altro qualcosa si paga, però, in termini di sacrificio e, sovente, di crisi dello stesso valore 'vita': se in uno dei due percorsi, Teista o Ateista, avessimo l'evidenza di poter viaggiare gratuitamente, ovvero felici, mai addolorati e capaci di ancorare il rapporto sociale ad un fondamento veramente stabile, certo gli uomini lo avrebbero intrapreso e, dunque, riconosco il diritto di chi contesta e la necessità di verificare lo status quo del mondo alla luce dell'homo homini lupus.
Colgo l'occasione, comunque, per ricordare al cardinale Bagnasco, che parla di argomenti non consoni ad esser trattati nella forma dello slogan pubblicitario sugli autobus o in forme simili, che tutta la parola è pubblicità (dalla Bibbia al 'Dio c'è' sui muri del mondo) e che, in fondo, ciò che importerebbe davvero, per un'umanità migliore, sarebbe proprio il rispetto del primo valore, che in Campo de' Fiori fu negato proprio da chi ora chiede il rispetto di esso nel mondo.
Insomma, possiamo tranquillamente dire anche in questo contesto quello che è già pacifico nel campo delle scienze: l'ipotesi di un dio non è necessaria.
Io veramente direi che è di intralcio, perché distrae dalla ricerca delle effettive origini, "scope", ampiezza di validità, dei valori. Che sono un prodotto del metabolismo umano, della mente umana, delle relazioni sociali (famiglia, clan, tribù, nazione, umanità intera). E di una storia evolutiva che parte da lontano: non dimentichiamoci gli australopitechi (e prima!) per "valori" come quello della reciprocità: se tu gratti la schiena a me, io devo grattare la schiena a te.
Io veramente direi che è di intralcio, perché distrae dalla ricerca delle effettive origini, "scope", ampiezza di validità, dei valori. Che sono un prodotto del metabolismo umano, della mente umana, delle relazioni sociali (famiglia, clan, tribù, nazione, umanità intera). E di una storia evolutiva che parte da lontano: non dimentichiamoci gli australopitechi (e prima!) per "valori" come quello della reciprocità: se tu gratti la schiena a me, io devo grattare la schiena a te.
"Sergio":
Ad esempio, per quel che ricordo (sono tanti anni che non mi occupo di queste cose) uno dei pochissimi "valori" che sembrano universalmente condivisi è il tabù dell'incesto.
più che un valore lo definirei come una netta preferenza (anche più che una preferenza) biologica, che nel caso dell'uomo è poi diventata anche un valore.
Non si può però addurre come prova a favore di un'eventuale assolutezza o come la si voglia chiamare dei valori, o meglio, sarebbe a favore se la tesi sostenesse l'esistenza di valori universali all'uomo scaturiti dalla sua biologia, appartenendo tutti alla stessa specie animale si avrebbero quindi tutti alcuni valori di base, mentre non è a favore (ne a sfavore) se si immaginano i valori "arrivati" o addirittura "donati" chissà da dove o chissà da chi, in questo caso servirebbero come prove a favore "valori" in larghissima parte accettati e che siano decisamente indipendenti dal piano biologico.
"Exxxes":
ieri a cena con un gruppo di amici non so come si e' finito per discutere di questo tema;qualcuno asseriva di si in assoluto,un altro che lo si faceva per necessita' o per opportunismo,altri ancora erano sicuri che un determineto gruppo di essi fossero intrinsechi nella nostra natura e che non mutassero a seconda dei contesti e delle condizioni sociali (valori assoluti ?universali?)etc....naturalmente riferimenti a tutta una letteratura ne sono stati fatti a iosa...abbiamo tirato in ballo tutti i piu' illustri ,da Platone,Aristotele,S.agostino,Butler,Kant....a Schopenauer,Marx,Nietsche,Jung via Freud etc...uno ha scomodato anche Maslow.
rsultato? "indecidibile"...pero' ora che ci penso,non abbiamo preso in considerazione gli australopidechi,sara' stato questo l'errore?![]()
per informazione :ieri tra noi non c'era nessun matematico,ed e' per cio' che mi interessa la vostra opinione al riguardo.
ciao Fioravante,mi interessa in modo particolare il tuo parere,e visto che ci sono,cosa e' successo esattamente a Genova?
francamente non credo esistano valori assoluti...o quanto meno non me ne viene in mente nessuno..a te?
"Exxxes":Mossa azzeccata. Sono di quelle iniziative che i venditori di fumo chiamerebbero mossa win-win.
F.P. mi riferivo all'iniziativa pubblicitaria programmata su Genova e poi annullata.
e la tua opinione mi interessa in quanto oltre ad essere un matematico,sei anche ateo.
Io non l'avrei fatta.
Certo, se penso alla Roccella e al rispetto che lei ha per chi non è credente come lei, alla sua fanatica protervia, mi verrebbe da auspicare tanti più autobus, con richiami ben più forti. Offensivi come possono esserlo solo gli integralisti.
F.P. mi riferivo all'iniziativa pubblicitaria programmata su Genova e poi annullata.
e la tua opinione mi interessa in quanto oltre ad essere un matematico,sei anche ateo.
ciao Sergio, grazie dell'intervento, consentimi una domanda: l'esistenza e' per te un "valore"? perche' ieri si e' finiti per impantanarsi proprio sul concetto di "esistenza"...
e la tua opinione mi interessa in quanto oltre ad essere un matematico,sei anche ateo.
ciao Sergio, grazie dell'intervento, consentimi una domanda: l'esistenza e' per te un "valore"? perche' ieri si e' finiti per impantanarsi proprio sul concetto di "esistenza"...
"Exxxes":???
ciao Fioravante,mi interessa in modo particolare il tuo parere,e visto che ci sono,cosa e' successo esattamente a Genova?
ieri a cena con un gruppo di amici non so come si e' finito per discutere di questo tema;qualcuno asseriva di si in assoluto,un altro che lo si faceva per necessita' o per opportunismo,altri ancora erano sicuri che un determineto gruppo di essi fossero intrinsechi nella nostra natura e che non mutassero a seconda dei contesti e delle condizioni sociali (valori assoluti ?universali?)etc....naturalmente riferimenti a tutta una letteratura ne sono stati fatti a iosa...abbiamo tirato in ballo tutti i piu' illustri ,da Platone,Aristotele,S.agostino,Butler,Kant....a Schopenauer,Marx,Nietsche,Jung via Freud etc...uno ha scomodato anche Maslow.
rsultato? "indecidibile"...pero' ora che ci penso,non abbiamo preso in considerazione gli australopidechi,sara' stato questo l'errore?
per informazione :ieri tra noi non c'era nessun matematico,ed e' per cio' che mi interessa la vostra opinione al riguardo.
ciao Fioravante,mi interessa in modo particolare il tuo parere,e visto che ci sono,cosa e' successo esattamente a Genova?
rsultato? "indecidibile"...pero' ora che ci penso,non abbiamo preso in considerazione gli australopidechi,sara' stato questo l'errore?

per informazione :ieri tra noi non c'era nessun matematico,ed e' per cio' che mi interessa la vostra opinione al riguardo.
ciao Fioravante,mi interessa in modo particolare il tuo parere,e visto che ci sono,cosa e' successo esattamente a Genova?
Ma per "valori" si intendono quelli assunti dalle costanti fisiche (tipo la costante di gravitazione, la velocità della luce, etc...)?