L'università oggi
E' il miglior posto dove fare crescere uno studioso di mestiere? Per dire, mi trovo molto meglio a studiare le cose con calma e per conto mio. Mi sembra che si dia troppo peso a ciò che lo studente dovrebbe conoscere senza dare peso alle sue esigenze, a cui lo studente può supplire da solo, se non fosse che è ostacolato dal programma.
Risposte
In base all'esperienza di studente del NO di una materia scientifica che ho avuto modo di fare sinora, mi sta venendo in mente una strana idea. Secondo voi, alla luce della preparazione lacunosa lasciata dal secondo ciclo nelle materie scientifiche e nella Matematica, avrebbe qualche utilità istituire un CdL parallelo con test di verifica a parte per coloro che hanno avuto modo di prepararsi adeguatamente nelle materie di base durante il secondo ciclo e quindi aventi la certezza di superare al primo colpo l'esame del corso di base rispettivo (es. Analisi 1 o Fisica 1) e da considerare quindi come "eccellenze" trasformando nel contempo i corsi di base dell'altro CdL, quello per studenti "normali", da semestrale (in realtà quadrimestrale) ad annuale? Insomma, dedicare più tempo alla costruzione di basi veramente solide in chi non ha avuto la possibilità di costruirsene in precedenza?
Io infatti mi trovo a dover spesso posticipare degli esami di base perché ritengo di non essere ancora pronto a fine corso (la cosa non accade con i corsi caratterizzanti). Ad esempio il mio Analisi 1 l'ho dovuto fare nella sessione estiva dopo essere veramente riuscito a fare degli esercizi in autonomia e ragionando sulla teoria imparata piuttosto che leggendo lo svolgimento di esercizi già svolti in classe o dai miei colleghi alla ricerca di un "algoritmo di soluzione" con il quale risolvere meccanicamente gli esercizi, mentre gli esami di Fisica 1 e Chimica Generale li ho dati immediatamente alla fine del corso, anche esonerandomi e con ottimi voti finali perché gli esercizi mi riuscivano naturalmente e subito dopo aver seguito le rispettive lezioni teoriche (infatti durante le superiori ho avuto dei docenti di Chimica e Fisica veramente eccellenti). Nel mio caso si tratta spesso di una questione di maturazione.
Io infatti mi trovo a dover spesso posticipare degli esami di base perché ritengo di non essere ancora pronto a fine corso (la cosa non accade con i corsi caratterizzanti). Ad esempio il mio Analisi 1 l'ho dovuto fare nella sessione estiva dopo essere veramente riuscito a fare degli esercizi in autonomia e ragionando sulla teoria imparata piuttosto che leggendo lo svolgimento di esercizi già svolti in classe o dai miei colleghi alla ricerca di un "algoritmo di soluzione" con il quale risolvere meccanicamente gli esercizi, mentre gli esami di Fisica 1 e Chimica Generale li ho dati immediatamente alla fine del corso, anche esonerandomi e con ottimi voti finali perché gli esercizi mi riuscivano naturalmente e subito dopo aver seguito le rispettive lezioni teoriche (infatti durante le superiori ho avuto dei docenti di Chimica e Fisica veramente eccellenti). Nel mio caso si tratta spesso di una questione di maturazione.
La matematica, come altre scienze, necessita di interazioni "sociali" e lavoro di gruppo.
Credo che non ci sia niente di meglio del poter interagire con i propri colleghi, per il percorso formativo dello studente.
Credo che non ci sia niente di meglio del poter interagire con i propri colleghi, per il percorso formativo dello studente.
"Luca.Lussardi":
Gli studenti riflessivi non vengono tagliati fuori, basta non aver fretta di stare al passo con chi studia giorno e notte ai soli fini di passare un esame; non è la fine del mondo laurearsi anche con un anno di ritardo, ho tantissimi colleghi che lo han fatto e hanno avuto una carriera più che soddisfacente ugualmente. Sinceramente io preferisco uno che si è laureato in 6 anni ma ha compreso ciò che ha studiato piuttosto di uno che ha portato a casa la laurea nei tempi stabiliti e che dopo un mese da essa non ricorda quasi più nulla.
Io sono trasversale alle due categorie: impiego un anno di più e dopo un mese non mi ricordo più niente.
"socio1985":
Una cosa che odio è il dimenticare ciò che ho studiato. Purtroppo succede sempre, anche con concetti che ho ben compreso, se non continuo a rimaneggiarli il più va perduto...tuttavia, a riprendere in mano la materia, ci vuole molto meno rispetto al tempo necessario per apprenderla la prima volta.
Same here.
Una cosa che odio è il dimenticare ciò che ho studiato. Purtroppo succede sempre, anche con concetti che ho ben compreso, se non continuo a rimaneggiarli il più va perduto...tuttavia, a riprendere in mano la materia, ci vuole molto meno rispetto al tempo necessario per apprenderla la prima volta.
Infatti perdere 5 anni (o anche 3) della propria vita a imparare prevalentemente fesserie (=concetti non compresi e quindi non sfruttabili sul campo) è totalmente inutile, IMHO.
"Benny":
Mah, per mia esperienza personale non ricordarsi i contenuti di esami precedenti, almeno per quel che riguarda quelli fondamentali per il C.d.L., significa perdere più tempo a preparare gli esami successivi perchè spesso non si capiscono subito le cose né quando si studia, né quando si va lezione.
Concordo. Nelle dispense del mio professore di Calcolo Numerico venivano usati molti teoremi di Algebra Lineare che non essendo mai stati più usati mi ero dimenticato, e lui non li citava... A volte per capire una dimostrazione, in queste condizioni, ci mettevo dei giorni, dovendo riprendere i vecchi appunti e libri.
[size=85](Alcuni dicono: "Impara a memoria e zitto" ma per me non è praticabile, perché ho una pessima memoria.)[/size]
Mah, per mia esperienza personale non ricordarsi i contenuti di esami precedenti, almeno per quel che riguarda quelli fondamentali per il C.d.L., significa perdere più tempo a preparare gli esami successivi perchè spesso non si capiscono subito le cose né quando si studia, né quando si va lezione.
Riguardo agli esami, nella maggior parte dei casi mi sento di poter dire che l'università è un impara a passare l'esame e poi inizia a dimenticarti le cose in vista del prossimo. Potrebbero esserci degli orali facoltativi in cui si spazia sugli approfondimenti personali e sul programma degli anni passati per premiare anche chi predilige un approccio diverso.
Infatti stiamo perdendo un po' il filo, e credo che il nodo della questione sia proprio questo, come dicevo nella prima mia risposta: certe competenze devono essere garantite, e in Italia la legge garantisce che un laureato sia competente per quello che ha studiato (il cosiddetto valore legale della laurea).
Interessante.
Da quanto dici mi sembra di capire che hai conseguito la laurea di primo livello (tre laboratori) più o meno nei tempi di ordinamento.
Gli appunti solo in uno o due corsi?
Devo dire che se sei riuscito a sostenere gli esami scritti senza seguire le esercitazioni, anche tenendo conto dell'enorme disponibilità attuale di materiale (ai miei tempi i testi con esercizi risolti, in particolare quelli di Fisica I e II, erano penosamente inadeguati rispetto all'esame: forse l'unico che si avvicinava era il Leighton-Vogt, companion delle Lectures on Physics di Feynman, ma era molto carente nei dettagli risolutivi), si tratta di un risultato notevole.
Tuttavia il primo livello è solo il primo passo per diventare "studioso di mestiere", la necessità di contatto con l'ambiente aumenta con la complessità e l'originalità degli argomenti.
Ma forse ho capito male la domanda, perché in ogni caso hai seguito un percorso strutturato e definito per via istituzionale: se era limitata alla sola frequenza fisica dei corsi, credo che soprattutto per i primi anni dipenda dall'ateneo.
Da quanto dici mi sembra di capire che hai conseguito la laurea di primo livello (tre laboratori) più o meno nei tempi di ordinamento.
Gli appunti solo in uno o due corsi?
Devo dire che se sei riuscito a sostenere gli esami scritti senza seguire le esercitazioni, anche tenendo conto dell'enorme disponibilità attuale di materiale (ai miei tempi i testi con esercizi risolti, in particolare quelli di Fisica I e II, erano penosamente inadeguati rispetto all'esame: forse l'unico che si avvicinava era il Leighton-Vogt, companion delle Lectures on Physics di Feynman, ma era molto carente nei dettagli risolutivi), si tratta di un risultato notevole.
Tuttavia il primo livello è solo il primo passo per diventare "studioso di mestiere", la necessità di contatto con l'ambiente aumenta con la complessità e l'originalità degli argomenti.
Ma forse ho capito male la domanda, perché in ogni caso hai seguito un percorso strutturato e definito per via istituzionale: se era limitata alla sola frequenza fisica dei corsi, credo che soprattutto per i primi anni dipenda dall'ateneo.
"4mrkv":
Parlo per esperienza personale. Mi sono laureato in fisica a marzo senza frequentare una lezione a parte il primo giorno di un paio di corsi e le esperienze di laboratorio I II e II. Mi sono fatto passare degli appunti in uno o due materie per tentare di finire in tempo ma sono stato bocciato all'esame di microelettronica. Come vedi dai post non sono un genio.
Però gli esami li hai dati. Anche io ho preparato la maggior parte di corsi senza frequentarli, ma appunto, dovendo poi sostenere l'esame, mi adeguavo a certi standard. A mio avviso è questo il punto della discussione, certe competenze devono essere garantite.
Oggigiorno da questo punto di vista siamo fortunati, perchè senza spendere una lira si possono scaricare libri da internet, guardarsi video-lezioni fatte molto bene, chiedere spiegazioni sui forum...quindi gli strumenti non mancano.
Parlo per esperienza personale. Mi sono laureato in fisica a marzo senza frequentare una lezione a parte il primo giorno di un paio di corsi e le esperienze di laboratorio I II e II. Mi sono fatto passare degli appunti in uno o due materie per tentare di finire in tempo ma sono stato bocciato all'esame di microelettronica. Come vedi dai post non sono un genio.
E' il miglior posto dove fare crescere uno studioso di mestiere?
Non è il migliore, è l'unico.
"Far crescere uno studioso" non significa solo studiare certi argomenti istituzionali (per i quali è comunque molto difficile strutturare autonomamente un percorso), ma anche maturare pratica ed esperienza di un tipo di ambiente, di metodi e convenzioni di lavoro e comunicazione. L'immagine dello studioso (a meno che non lo si voglia fare per hobby) che si forma e lavora in solitudine è in gran parte leggenda: anche quando possono mostrare scarsa attitudine sociale (ed anche questo aspetto è spesso esagerato), sono in realtà ben inseriti nel loro ambiente.
Alla fine del liceo non si possiede la maturità culturale sufficiente per gestirsi da soli, gli enti di ricerca in Italia sono ormai una barzelletta, ad eccezione di qualche collaborazione internazionale, e nel bene o nel male rimane l'università ...
Per quanto riguarda le esigenze dello studente, contano poco. In Italia il numero di laureati in materie scientifiche è superiore al fabbisogno, e gli studenti sono facilmente spendibili. La certa attenzione che da qualche tempo è stata loro riservata è dovuta ai rischi di soppressione di cattedre provocati dalla diminuzione di iscrizioni.
Quelli che danno tutti gli esami a luglio sono davvero pochi, non ci vedo nulla di male a darli a settembre.
Che poi, guardando le statistiche di "almalaurea", gli studenti di matematica finiscono la triennale mediamente dopo 4,2 anni, la specialistica dopo 2,6 anni; e mediamente escono a 26 anni.
Che poi, guardando le statistiche di "almalaurea", gli studenti di matematica finiscono la triennale mediamente dopo 4,2 anni, la specialistica dopo 2,6 anni; e mediamente escono a 26 anni.
Condivido in pieno.
Gli studenti riflessivi non vengono tagliati fuori, basta non aver fretta di stare al passo con chi studia giorno e notte ai soli fini di passare un esame; non è la fine del mondo laurearsi anche con un anno di ritardo, ho tantissimi colleghi che lo han fatto e hanno avuto una carriera più che soddisfacente ugualmente. Sinceramente io preferisco uno che si è laureato in 6 anni ma ha compreso ciò che ha studiato piuttosto di uno che ha portato a casa la laurea nei tempi stabiliti e che dopo un mese da essa non ricorda quasi più nulla.
Per quanto condivida quanto affermato da Luca.Lussardi, purtroppo ho constatato come il NO rischi di tagliare fuori gli studenti più riflessivi/emotivi/comunque lenti rispetto a chi gareggia per dare tutti gli esami e poi passare 2 mesi di totale sollazzo e ho di nuovo detto tutto. Io sono sempre stato uno dei primi e ho paura di non riuscire a cambiare.
Verso fine Settembre ho due esami e ho studiato con calma e comprendendo tutto ciò che era nel programma di entrambi.... in questi giorni, dopo aver frequentato tutte le lezioni. Avrei dovuto farli a Luglio come i miei colleghi ma ora sento veramente di aver compreso le materie.
Verso fine Settembre ho due esami e ho studiato con calma e comprendendo tutto ciò che era nel programma di entrambi.... in questi giorni, dopo aver frequentato tutte le lezioni. Avrei dovuto farli a Luglio come i miei colleghi ma ora sento veramente di aver compreso le materie.
Io penso che l'università come istituzione sia importante. Anche perché la maggior parte delle persone non sono capaci a studiare autonomamente argomenti di una certa difficoltà. Non sempre studiare direttamente su un libro è semplice. Come persona che studia facilmente autonomamente posso assicurarvi inoltre che uno studio autonomo è spesso più caotico.
Si può invece discorrere sulle modalità in cui gli insegnamenti sono impartiti e le persone valutate. Cioè trovo giusto chiedersi se le attuali tecnologie possano permettere di fornire una formazione più completa ed eventualmente più personalizzata, oltre che valutazioni più significative. Troverei sensato che vi fosse dato maggiore spazio ad approfondimenti semi-autonomi di tipo seminariale. Questo comunque già capita nella magistrale.
Devo comunque dire che non mi dispiacerebbe inoltre esistessero dei momenti in cui ci si guarda indietro e si usano le maggiori conoscenze per rivedere cose dei corsi precedenti. Almeno a me, capita spesso di avere nuove 'illuminazioni' su corsi precedenti quando faccio corsi più avanzati. Troverei quindi interessante se ci fosse il tempo di rivedere velocemente cose da un punto di vista più avanzato.
Si può invece discorrere sulle modalità in cui gli insegnamenti sono impartiti e le persone valutate. Cioè trovo giusto chiedersi se le attuali tecnologie possano permettere di fornire una formazione più completa ed eventualmente più personalizzata, oltre che valutazioni più significative. Troverei sensato che vi fosse dato maggiore spazio ad approfondimenti semi-autonomi di tipo seminariale. Questo comunque già capita nella magistrale.
Devo comunque dire che non mi dispiacerebbe inoltre esistessero dei momenti in cui ci si guarda indietro e si usano le maggiori conoscenze per rivedere cose dei corsi precedenti. Almeno a me, capita spesso di avere nuove 'illuminazioni' su corsi precedenti quando faccio corsi più avanzati. Troverei quindi interessante se ci fosse il tempo di rivedere velocemente cose da un punto di vista più avanzato.
E' difficile che un neo-studente universitario abbia la maturità per cogliere autonomamente appieno quali siano le cose importanti e quali quelle marginali all'interno di un programma.
Non sempre inoltre si ha la consapevolezza di non aver veramente capito certi argomenti, almeno finché qualcuno più esperto non ce li sbatte in faccia sotto un punto di vista a cui non si era precedentemente fatto caso.
Sono tuttavia d'accordo che, soprattutto a livello di organizzazione di distribuzione e quantificazione delle ore di lezione, si debba dare molto spazio allo studio autonomo, cosicché uno abbia la possibilità di approfondire.
Non sempre inoltre si ha la consapevolezza di non aver veramente capito certi argomenti, almeno finché qualcuno più esperto non ce li sbatte in faccia sotto un punto di vista a cui non si era precedentemente fatto caso.
Sono tuttavia d'accordo che, soprattutto a livello di organizzazione di distribuzione e quantificazione delle ore di lezione, si debba dare molto spazio allo studio autonomo, cosicché uno abbia la possibilità di approfondire.