Le leggi fisiche e le costanti come mai sono proprio così
Perchè le leggi fisiche e le costanti universali sono proprio così????
-Sono casuali???
-C'entra un qualche tipo di Dio/Essere???
-Sono necessariamente così???Potrebbero essere in altri modi???
-In molte leggi fisiche ci sono dei limiti alla loro validità,esistono limiti(spaziali,energetici,di entropia) alle quali le nostre leggi fisiche e costanti sono sottoposte???
-Altre domande sono collegate (perchè la velocità massima è proprio quella della luce,perchè esiste la gravità?)
-Se le leggi fisiche potrebbero essere differenti anche quelle della logica lo sarebbero(a=a?)???O esse sono la base di tutte le leggi fisiche quindi hanno validità più grande o ASSOLUTA???
Questi argomenti spaziano da quelli filosofici a quelli fisici,mi piacerebbe leggere più cose interessanti possibili.....
-Sono casuali???
-C'entra un qualche tipo di Dio/Essere???
-Sono necessariamente così???Potrebbero essere in altri modi???
-In molte leggi fisiche ci sono dei limiti alla loro validità,esistono limiti(spaziali,energetici,di entropia) alle quali le nostre leggi fisiche e costanti sono sottoposte???
-Altre domande sono collegate (perchè la velocità massima è proprio quella della luce,perchè esiste la gravità?)
-Se le leggi fisiche potrebbero essere differenti anche quelle della logica lo sarebbero(a=a?)???O esse sono la base di tutte le leggi fisiche quindi hanno validità più grande o ASSOLUTA???
Questi argomenti spaziano da quelli filosofici a quelli fisici,mi piacerebbe leggere più cose interessanti possibili.....
Risposte
Bello l'esempio della Cina, ma ci siamo dimenticati come erano sino a qualche anno fa????Con questo cosa vorresti dire?
"Sergio":
PS: Questa idea di poter fare a meno della cultura sembra tipica di un'Italia in declino. In altra sezione del forum, Luca Lussardi lamenta, giustamente, la mancanza di una cultura matematica in Italia e propone l'esempio opposto della Cina, un paese in corsa. Stupisce un po' vedere qui messaggi di altri (co)autori predicare la non necessità della cultura...
Io mi dissocio da quello che scrivi, soprattutto per quanto riguarda gli utenti di un forum come questo che sono a favore dello studio e della conoscenza (altrimenti non capisco che ci faccio qui!!).
Bello l'esempio della Cina, ma ci siamo dimenticati come erano sino a qualche anno fa????

Mi trovo invece, ancora una volta (stesse linee di pensiero???

Avete mai sentito parlare di un certo Karl Popper?
Spero che nel 2009 nessuno scienziato voglia ancora credere al concetto di verità assoluta.
Spero che nel 2009 nessuno scienziato voglia ancora credere al concetto di verità assoluta.
"Sergio":Detto in maniera più "filosofica":
sono così solo perché i modelli matematici di cui sono parte ora come ora funzionano. Se e quando non funzioneranno più, si troveranno altri modelli, altre "leggi", altre costanti. Non c'è nulla di intrinsecamente definitivo nelle leggi e nelle costanti universali. Sono così solo perché ora come ora sono così.
"Alfred Jules Ayer":
No proposition, other than a tautology, can possibly be anything more than a probable hypothesis.
Sì hai ragione Faussone, infatti è quello che pensavo anch'io ed è per questo che, prima di inserire il link, c'ho pensato 10 volte. Alla fine ho scelto di inserirlo ugualmente non per gli addetti ai lavori (!!), ma per coloro che leggendo la discussione si chiedono cosa siano queste benedette stringhe. Ad ogni modo mi aspettavo un commento siffatto, ma non è un problema, se dà eccessivamente fastidio tolgo il link senza se e senza ma
. e poi non credo sia fatto così male (per i neofiti!!). E' un inizio, un modo elementare per spiegare argomenti molto complessi, e poi ci sono spunti carini su cui riflettere. Saluti


Caro Mathematico,
quel documentario non ha niente di Fisica è solo cabaret.
Praticamente ripete sempre le stesse cose senza dire nulla, dando per di più un'impressione di semplicità molto fallace, secondo me è solo un esempio di pessima divulgazione.
Io non ci capivo nulla di teoria delle stringhe e il documentario ha solo aumentato la mia confusione.... energia vibrante, universi paralleli....
Sono dello stesso parere di Sergio e di nato_pigro che esprime in maniera veramente chiara quello che penso anch'io.
Mi spiace molto ma secondo me la fisica non ha quasi niente di intuitivo, già la meccanica classica non è facilmente comprensibile,figuriamoci la fisica moderna.
Dal punto di vista dell'intuizione molto meglio la fisica di Aristotele che infatti ne ha avuto di successo in passato....
Senza solide basi matematiche non si fa fisica, si può fare divulgazione certo ma mettendo dei paletti ben precisi, e infatti la buona divulgazione è veramente rara.
quel documentario non ha niente di Fisica è solo cabaret.
Praticamente ripete sempre le stesse cose senza dire nulla, dando per di più un'impressione di semplicità molto fallace, secondo me è solo un esempio di pessima divulgazione.
Io non ci capivo nulla di teoria delle stringhe e il documentario ha solo aumentato la mia confusione.... energia vibrante, universi paralleli....
Sono dello stesso parere di Sergio e di nato_pigro che esprime in maniera veramente chiara quello che penso anch'io.
Mi spiace molto ma secondo me la fisica non ha quasi niente di intuitivo, già la meccanica classica non è facilmente comprensibile,figuriamoci la fisica moderna.
Dal punto di vista dell'intuizione molto meglio la fisica di Aristotele che infatti ne ha avuto di successo in passato....
Senza solide basi matematiche non si fa fisica, si può fare divulgazione certo ma mettendo dei paletti ben precisi, e infatti la buona divulgazione è veramente rara.
Per i non addetti ai lavori segnalo un interessante documentario che si trova su youtube (sono 7 o 8 video ora non ricordo):
http://www.youtube.com/watch?v=3vV8b5UIhmc
Più che altro è un'introduzione, molto poetica a dire il vero, alla teoria delle stringhe. Mi è piaciuto l'excursus storico che è stato fatto. Ripeto questi video sono per neofiti e non per gli addetti ai lavori, che lo possono trovare superficiale. Beh buona visione
http://www.youtube.com/watch?v=3vV8b5UIhmc
Più che altro è un'introduzione, molto poetica a dire il vero, alla teoria delle stringhe. Mi è piaciuto l'excursus storico che è stato fatto. Ripeto questi video sono per neofiti e non per gli addetti ai lavori, che lo possono trovare superficiale. Beh buona visione

ho seguito un po' questa discussione, poi non ho ben capito come si è evulto il discorso.
Sergio dice: va bene interessarsi ad un argomento e fare domande, ma prima di azzarare ipotesi dettate esclusivamente dalla fantasia è meglio iniziare a conoscere la fisica classica e avere una base matematica degna.
arrigo dice: è sempre bene confrontarsi con altre idee e mettersi in discussione, è così che progradisce la scienza.
jinx92 dice: non ne so niente, ok, ma mi piace azzardare ipotesi, non si sa mai che magari qualcuna ha qualcosa di vero.
Io sono d'accordo con Sergio. E' vero che azzardare ipotesi su basi anche solo metafisiche e fantasiose non può fare male, è in qualche modo popperiano, ma la fantasia è pressochè illimitata e non credo che dire la prima cosa che passa per la testa possa essere in qualche modo costruttivo.
Io di fisica moderna non so niente, ed essendo in questa posizione posso dire qual è l'impressione che essa fa ad un profano: è pressochè metafisica.
Si parla di stringe e superstringhe, se ne sente parlare da riviste di divulgazione che cercano in qualche modo di interessare il lettore, le consclusioni che più impressionano sono l'idea di multiuniverso e dell'inesistenza del tempo, quanto è distante tutto ciò dai discorsi metafisici per uno che non conosce la matematica e la storia della fisica che c'è dietro ? Non molto. Ed ecco che la fisica diventa metafasica, e in metafisica vale tutto e l'opposto di tutto per cui si può proporre ogni genere di idea e sostenerla con argomentazioni che non hanno un peso e che non si posso verificare (o falsfificare). Questo non è più fare scienza o parlare di scienza, e chi è che alla fine ha ragione in una discussione del genere? O l'autorità in materia che fa valere la sua posizione (non è questo il tuo caso, arrigo) o chi sa argomentare meglio, senza però che i suoi argomenti siano necessariamente più giusti di quelli dell'altro. Nei forum succede o che il topic degenera (vedi questo) o che viene abbandonato perchè l'interessa sfuma, senza essere arrivato a nessuna conclusione o aver fatto qualcosa di costruttivo.
Per questo sono d'accordo con Sergio: va bene interessarsi a queste cose, ci mancherebbe, ma esiste un iter necessario da percorrere per poterne parlare coscientemente.
La matematica e la fisica da un certo punto di vista non sono per niente democratiche, chi se sa di più è più facile che non sbagli che di conseguenza abbia ragione. Se ad esempio la mia soluzione a un problema è diversa della tua e io dico: "perchè secondo me è così" e tu invece la motivi dicendo: "qui ho applicato il teorema tal dei tali e qui tol dei toli", e io ti dico "eh, ma io questi teoremi mica li conosco", l'unica risposta possibile è: "e allora studiateli". Al contempo però è possibile per chiunque studiare e ottenere la ragione a suon di teoremi e non di alzate di voce.
Sergio dice: va bene interessarsi ad un argomento e fare domande, ma prima di azzarare ipotesi dettate esclusivamente dalla fantasia è meglio iniziare a conoscere la fisica classica e avere una base matematica degna.
arrigo dice: è sempre bene confrontarsi con altre idee e mettersi in discussione, è così che progradisce la scienza.
jinx92 dice: non ne so niente, ok, ma mi piace azzardare ipotesi, non si sa mai che magari qualcuna ha qualcosa di vero.
Io sono d'accordo con Sergio. E' vero che azzardare ipotesi su basi anche solo metafisiche e fantasiose non può fare male, è in qualche modo popperiano, ma la fantasia è pressochè illimitata e non credo che dire la prima cosa che passa per la testa possa essere in qualche modo costruttivo.
Io di fisica moderna non so niente, ed essendo in questa posizione posso dire qual è l'impressione che essa fa ad un profano: è pressochè metafisica.
Si parla di stringe e superstringhe, se ne sente parlare da riviste di divulgazione che cercano in qualche modo di interessare il lettore, le consclusioni che più impressionano sono l'idea di multiuniverso e dell'inesistenza del tempo, quanto è distante tutto ciò dai discorsi metafisici per uno che non conosce la matematica e la storia della fisica che c'è dietro ? Non molto. Ed ecco che la fisica diventa metafasica, e in metafisica vale tutto e l'opposto di tutto per cui si può proporre ogni genere di idea e sostenerla con argomentazioni che non hanno un peso e che non si posso verificare (o falsfificare). Questo non è più fare scienza o parlare di scienza, e chi è che alla fine ha ragione in una discussione del genere? O l'autorità in materia che fa valere la sua posizione (non è questo il tuo caso, arrigo) o chi sa argomentare meglio, senza però che i suoi argomenti siano necessariamente più giusti di quelli dell'altro. Nei forum succede o che il topic degenera (vedi questo) o che viene abbandonato perchè l'interessa sfuma, senza essere arrivato a nessuna conclusione o aver fatto qualcosa di costruttivo.
Per questo sono d'accordo con Sergio: va bene interessarsi a queste cose, ci mancherebbe, ma esiste un iter necessario da percorrere per poterne parlare coscientemente.
La matematica e la fisica da un certo punto di vista non sono per niente democratiche, chi se sa di più è più facile che non sbagli che di conseguenza abbia ragione. Se ad esempio la mia soluzione a un problema è diversa della tua e io dico: "perchè secondo me è così" e tu invece la motivi dicendo: "qui ho applicato il teorema tal dei tali e qui tol dei toli", e io ti dico "eh, ma io questi teoremi mica li conosco", l'unica risposta possibile è: "e allora studiateli". Al contempo però è possibile per chiunque studiare e ottenere la ragione a suon di teoremi e non di alzate di voce.
Scusate se mi intrometto, ma perchè dare luogo a queste sterili polemiche quando siamo tutti sulla stessa barca?
Se questo è l'andazzo, allora capisco perchè la fisica teorica NON ha avuto risultati verificati negli ultimi 20-30 anni!
Avrei una domanda: nei programmi di studio delle università non c'è praticamente nulla (o quasi) che riguarda le ultime teorie fisiche (stringhe, loops, twistors ecc...). Mi chiedevo se esistono dei testi o delle dispense in cui, in maniera "didattica" (formale e rigorosa ma chiara e concisa), sono esposte queste teorie. Naturalmente si potrebbero andare a cercare gli articoli scientifici scritti dagli esponenti di tali "correnti", ma il lavoro sarebbe lungo e disorganizzato.
Quello che mi piacerebbe avere è del materiale in cui tutti i risultati sono riorganizzati e riassemblati, proprio come accade, ad esempio, in un testo di Fisica Generale per quanto riguarda le conoscenze vastissime che si hanno nella Fisica Classica.
Siccome tali teorie non sono nè smentite nè confermate, capisco che potrebbe essere "utopistica" la mia richiesta, ma non si sà mai...
P.S chiedo scusa a jinx92 per l'OT
Se questo è l'andazzo, allora capisco perchè la fisica teorica NON ha avuto risultati verificati negli ultimi 20-30 anni!
Avrei una domanda: nei programmi di studio delle università non c'è praticamente nulla (o quasi) che riguarda le ultime teorie fisiche (stringhe, loops, twistors ecc...). Mi chiedevo se esistono dei testi o delle dispense in cui, in maniera "didattica" (formale e rigorosa ma chiara e concisa), sono esposte queste teorie. Naturalmente si potrebbero andare a cercare gli articoli scientifici scritti dagli esponenti di tali "correnti", ma il lavoro sarebbe lungo e disorganizzato.
Quello che mi piacerebbe avere è del materiale in cui tutti i risultati sono riorganizzati e riassemblati, proprio come accade, ad esempio, in un testo di Fisica Generale per quanto riguarda le conoscenze vastissime che si hanno nella Fisica Classica.
Siccome tali teorie non sono nè smentite nè confermate, capisco che potrebbe essere "utopistica" la mia richiesta, ma non si sà mai...
P.S chiedo scusa a jinx92 per l'OT
Tu, Sergio, rispondendo come hai risposto alla domanda del topic, dimostri di non essere informato per nulla sulla fisica contemporanea. Sarai esperto di fisica del passato, ma non di quella presente e delle sue speranze.
La fisica contemporanea non si accontenta di affermare : le cose sono così perchè sono così.
Questo l'ho detto bene nei miei precedenti post (se li hai letti) relativamente alla teoria delle stringhe.
Tu non puoi metterti in cattedra su cose che non conosci e trattare il nostro giovane interlocutore in quel modo così pesante, da professore frustrato.
Detto questo, mi ritiro anche da qui, perchè con te, Segio, per me non è possibile alcuna discussione costruttiva.
La fisica contemporanea non si accontenta di affermare : le cose sono così perchè sono così.
Questo l'ho detto bene nei miei precedenti post (se li hai letti) relativamente alla teoria delle stringhe.
Tu non puoi metterti in cattedra su cose che non conosci e trattare il nostro giovane interlocutore in quel modo così pesante, da professore frustrato.
Detto questo, mi ritiro anche da qui, perchè con te, Segio, per me non è possibile alcuna discussione costruttiva.
sergio grazie della lezione di umiltà che sentendoti in grado di dare la contraddici.....comunque non hai letto la frase "ma sto cercando di rimediare"?...Non ho mai detto che mi sento in grado di fare chissà cosa senza cultura.
Credo che la tua risposta sia la dimostrazione di una rabbia o delusione repressa per il fatto che la fisica non sia in grado di rispondere a domande fatte da un ignorante in materia. E dico fisica e non metafisica perchè nella mia domanda non c'era nulla di finalistico:io volevo solo sapere le cause del perchè nella matematica e nella fisica ci sono proprio quelle costanti.
Io penso che i motivi possono essere o casuali o divini oppure dovuti a qualche elemento che caratterizza (in un modello a più universi),proprio questo universo:esempio una velocità non spazio-tempo ma di un altro genere in base al quale le costanti e le leggi fisiche dipendono.
Credo che la tua risposta sia la dimostrazione di una rabbia o delusione repressa per il fatto che la fisica non sia in grado di rispondere a domande fatte da un ignorante in materia. E dico fisica e non metafisica perchè nella mia domanda non c'era nulla di finalistico:io volevo solo sapere le cause del perchè nella matematica e nella fisica ci sono proprio quelle costanti.
Io penso che i motivi possono essere o casuali o divini oppure dovuti a qualche elemento che caratterizza (in un modello a più universi),proprio questo universo:esempio una velocità non spazio-tempo ma di un altro genere in base al quale le costanti e le leggi fisiche dipendono.
Sinceramente, credo che nessuno, qui, propugni l'ignoranza ...
La questione è molto chiara.
Tesi = duro lavoro
Antitesi = fantasia e libertà (brainstorming)
Sintesi = un armonico mix delle due precedenti ...
Propongo, però, di ritornare al tema del topic : le leggi della fisica, perchè sono così come sono ... ed argomenti affini ...
La questione è molto chiara.
Tesi = duro lavoro
Antitesi = fantasia e libertà (brainstorming)
Sintesi = un armonico mix delle due precedenti ...
Propongo, però, di ritornare al tema del topic : le leggi della fisica, perchè sono così come sono ... ed argomenti affini ...
Io sono, turtle87, (come ipotesi di lavoro) un materialista e parto dal presupposto che il pensiero umano sia prodotto dal cervello. Distrutto il cervello, non c'è più pensiero.
Allora, il pensiero è una sorta di software prodotto da quell'hardware detto cervello. Siccome il cervello è fisico, allora sono convinto che il pensiero abbia regole studiabili e comprensibili perchè inerenti ad un ben determinato hardware ...
Il resto, sono retaggi di una filosofia nata quando la scienza, ed in particolare la neurescienza, non esisteva. Beh, io butterei via tutto e ripartirei da capo ... ma non è lo scopo dei miei studi, per cui desito e mi limito alla fisica/matematica ...
Allora, il pensiero è una sorta di software prodotto da quell'hardware detto cervello. Siccome il cervello è fisico, allora sono convinto che il pensiero abbia regole studiabili e comprensibili perchè inerenti ad un ben determinato hardware ...
Il resto, sono retaggi di una filosofia nata quando la scienza, ed in particolare la neurescienza, non esisteva. Beh, io butterei via tutto e ripartirei da capo ... ma non è lo scopo dei miei studi, per cui desito e mi limito alla fisica/matematica ...
Ciao arrigo, pensavo arrivassero altre risposte, perciò non l'ho fatte arrivare prima io.
Per metafisica si può intendere, a mio avviso, sia un campo della realtà ontologica si aun campo della realtà logica, dove per logico intendo l'infinito insieme di ragionamenti coerenti che può svolgere l'uomo. Nella storia del pensiero, c'è qualcuno che intende la logica in generale esattamente come funzione della realtà: se esiste la realtà, non può che esistere una logica che riguardi solo la realtà.
Io, invece, accanto a una logica forgiata sulla realtà, intenderei anche una logica scevra dalla realtà, non differente dalla facoltà propria dell'uomo di viaggiare con la mente. Personalmente, ritengo che quindi quella che chiamo "logica metafisica" possa essere formalmente differente dalla "logica fisica". Se non lo fosse, l'uomo sarebbe molto più brutto di come è. Non a caso, se tutto il pensiero umano razionalmente coerente fosse puramente "fisico", ovvero condizionato alla realtà, allora l'uomo non potrebbe incorrere in quella serie di pensieri confusi, che si osservano anche in fisica, e che sostanzialmente hanno a che fare con lo studio dei principi (es. il pensiero che possano esistere i moti perpetui), o anche, esulando dalla fisica, tutti quei pensieri non ordinati che ognuno di noi fa, magari da ubriaco o sognando a occhi aperti, prima di dormire.
Dal momento che però anche questi pensieri fanno parte della realtà (essi SONO, io lo vedo che SONO, e anche se fossero sogno, proiezioni di un genio maligno, io comunque li riconoscerei come veri, almeno dal punto di vista, irriducibile ad altri, dell'uomo che sono, nei limiti della ragione umana), allora ciò dimostrerebbe che oltre ad una "logica metafisica", vi sia anche una realtà metafisica, realtà di pensieri o sensazioni, ma pur sempre realtà.
Perciò tendo a distinguere fisica e metafisica, alla fine si potrebbe anche non effettuare questa divisione, includendo la seconda nella prima, però si correrebbe il rischio di considerare validi e reali solo i ragionamenti che si possono comunicare (allorchè spesso i ragionamenti metafisici non si possono comunicare, non avendo traduzioni logiche), e quindi ragionare un po' come i giuristi, che, in assenza di prove, non considerano certe realtà.
Per metafisica si può intendere, a mio avviso, sia un campo della realtà ontologica si aun campo della realtà logica, dove per logico intendo l'infinito insieme di ragionamenti coerenti che può svolgere l'uomo. Nella storia del pensiero, c'è qualcuno che intende la logica in generale esattamente come funzione della realtà: se esiste la realtà, non può che esistere una logica che riguardi solo la realtà.
Io, invece, accanto a una logica forgiata sulla realtà, intenderei anche una logica scevra dalla realtà, non differente dalla facoltà propria dell'uomo di viaggiare con la mente. Personalmente, ritengo che quindi quella che chiamo "logica metafisica" possa essere formalmente differente dalla "logica fisica". Se non lo fosse, l'uomo sarebbe molto più brutto di come è. Non a caso, se tutto il pensiero umano razionalmente coerente fosse puramente "fisico", ovvero condizionato alla realtà, allora l'uomo non potrebbe incorrere in quella serie di pensieri confusi, che si osservano anche in fisica, e che sostanzialmente hanno a che fare con lo studio dei principi (es. il pensiero che possano esistere i moti perpetui), o anche, esulando dalla fisica, tutti quei pensieri non ordinati che ognuno di noi fa, magari da ubriaco o sognando a occhi aperti, prima di dormire.
Dal momento che però anche questi pensieri fanno parte della realtà (essi SONO, io lo vedo che SONO, e anche se fossero sogno, proiezioni di un genio maligno, io comunque li riconoscerei come veri, almeno dal punto di vista, irriducibile ad altri, dell'uomo che sono, nei limiti della ragione umana), allora ciò dimostrerebbe che oltre ad una "logica metafisica", vi sia anche una realtà metafisica, realtà di pensieri o sensazioni, ma pur sempre realtà.
Perciò tendo a distinguere fisica e metafisica, alla fine si potrebbe anche non effettuare questa divisione, includendo la seconda nella prima, però si correrebbe il rischio di considerare validi e reali solo i ragionamenti che si possono comunicare (allorchè spesso i ragionamenti metafisici non si possono comunicare, non avendo traduzioni logiche), e quindi ragionare un po' come i giuristi, che, in assenza di prove, non considerano certe realtà.
ps.
Mi spiego meglio.
Metafisica = ciò che sta "dietro" alla fisica (natura).
Beh, secondo me, dietro alla natura non c'è niente ...
Mi spiego meglio.
Metafisica = ciò che sta "dietro" alla fisica (natura).
Beh, secondo me, dietro alla natura non c'è niente ...
D'accordo, Russell !
Benvenuto, turtle87, in questa moderna agorà (che bell'idea il parallelismo fra noi e gli antichi ...) !
Aristotele divide tutto in fisica, metafisica, etica.
La mia posizione è radicale provovatoria.
Fisica = natura = tutto quanto (senza nulla escluso)
Metafisica = tentativi, in assenza di modelli fisici, di dare spiegazioni
Etica = insieme di comportamenti selezionati sulla base dell'evoluzione, quindi spiegabili su basi fisiche.
Quindi, metafisica ed etica non sono distinti dalla fisica.
Il particolare, la metafisica è il luogo dell'errore e dell'ignoranza.
Però, sbagliando si impara, e sono proprio gli errori i nostri veri "maestri", solo se, però, non siamo dogmatici e vogliamo metterci in discussione ...
Aristotele divide tutto in fisica, metafisica, etica.
La mia posizione è radicale provovatoria.
Fisica = natura = tutto quanto (senza nulla escluso)
Metafisica = tentativi, in assenza di modelli fisici, di dare spiegazioni
Etica = insieme di comportamenti selezionati sulla base dell'evoluzione, quindi spiegabili su basi fisiche.
Quindi, metafisica ed etica non sono distinti dalla fisica.
Il particolare, la metafisica è il luogo dell'errore e dell'ignoranza.
Però, sbagliando si impara, e sono proprio gli errori i nostri veri "maestri", solo se, però, non siamo dogmatici e vogliamo metterci in discussione ...
Per innato intendo "posseduto già al momento della nascita", non "da sempre posseduto"... L'evoluzione ha sicuramente selezionato queste qualità come favorevoli... Per carità, non contraddirei MAI Darwin! L'origine delle specie è uno dei miei libri preferiti: assolutamente convincente (soprattutto se letto oggi con conoscenze di genetica). Io sono assolutamente convinto che la fisica costruisce modelli in grado di descrivere e soprattutto prevedere i fenomeni OSSERVATI (con l'occhio o strumentazioni), e cerca di farlo con coerenza. Da questo punto di vista esiste una profondissima differenza con il metodo logico-deduttivo della matematica, in cui, stanti le ipotesi TEORICHE, la varità dedotta è immutabile (e lo è davvero, non ci sono obbiezioni plausibili). Queste differenze sono emerse in modo piuttosto chiaro nel Novecento, con i grandi neopositivisti e le teorie sui protocolli. Una teoria fisica è valida se offre tangibili riscontri sperimentali, e quindi la sua validità è sottoposta a limitazioni (pressioni, temperature, dimensioni). La terra è un sistema di riferimento inerziale? Per gli esperimenti con le biglie sì! Per lo studio delle stelle no! Che cos'è l'energia? Chi se ne frega! E' un concetto che aiuta in modo soddisfacente nella descrizione e nella previsione dei fenomeni. Questo è un esempio di come l'uomo filtra attraverso strutture proprie ciò che percepisce.
comunque penso che le seghe mentali non siano così da buttare via come fai capire
Volevo aggiungere un' altra cosa, stavolta come chi capisce di essere stato volgare e per purificare il proprio essere vuole rimediare. Anche se temo di andare off-topic.
Dunque, volevo parlare del rapporto che un fisico deve avere con la matematica. Per porre domande, se usciranno, e, forse, se usciranno, per fare delle considerazioni.
Tutto sembra andare in un determinato modo, negli insegnamenti, almeno, ufficiali: la fisica è un mondo a sè, fatto di ragionamenti del tutto indipendenti dalla matematica. Spesso, addirittura, si predica bene e razzola male: nel senso che si induce lo studente a sviluppare ragionamenti matematicamente fondati, anche se si introducono concetti, come il lavoro o la stessa entropia, lasciando alla buona volontà dello studente (che può fare affidamento solo su quella) di approfondire concetti matematici che non vengono insegnati mentre si sviluppano gli analoghi concetti fisici. Mi riferisco al concetto, per esempio, di integrale di linea, o, più banalmente di equazioni differenziali.
A maggior ragione se, come confermano gli esempi citati, i concetti matematici nascono da esigenze fisiche.
In conclusione di questo primo punto, il sistema non incoraggia lo studente a forgiare la propria mente in ossequio a quella fusione tra matematica e fisica che è necessaria a un qualsiasi individuo che voglia occuparsi di scienza. Tali individui dovrebbero arrivare a "pensare" gli integrali, a pensare alle equazioni differenziali come penserebbero alle cinque mele frutto di un' addizione tra tre e due mele.
Quello dei concetti matematici da me citati è solo un esempio, la cosa che mi preoccupa (a tal punto da ripercuotersi in altri aspetti della mia esistenza) è che, come già fatto dalla scuola, anche l'insegnamento ufficiale che segue alla scuola tenda ad incoraggiare questa divisione (tra fisica e matematica, intendo). La vedi dappertutto, e, in assenza di valori fondanti della propria attività di studio (vige un relativismo molto ampio anche nel mondo universitario, almeno in un certo mondo universitario), finisci per convincerti che la migliore strada per "andare avanti" sia quella.
Poi ci si dovrebbe interrogare meglio anche sul carattere della matematica, perchè secondo me la matematica non è semplicemente "ciò che si intende per matematica", ossia "ciò che si fa quando si dice: "sto facendo matematica", ma, IMHO, può avere anche una definizione capace di conferirle una sua intima sostanza.
Se tale definizione trova rimandi alla logica, la logica pura, allora è chiaro come l'intima natura della conoscenza scientifica trovi un suo carattere di profondo legame con la matematica.
Sembra valere l'implicazione $fisica => matematica$, intesa nel senso che una volta posti i ragionamenti "fisici" su un evento, si trova la loro espressione matematica. Esiste però anche l'implicazione inversa $matematica => fisica$, che vale non solo nei calcoli fatti, es., da Majorana, dove dalla soluzione di integrali si arrivava a scoprire tabelle di valori, ma che deve valere sempre. Questa implicazione inversa, per rimanere in tema, sembra essere spesso sottovalutata. Invece esiste, ed è il secondo pilastro, assieme alla prima implicazione, su cui si fonda lo sviluppo logico della fisica.
Per rispondere alla domanda iniziale di jinx92, mi verrebbe da citare Feynman, il quale diceva la tanto inflazionata frase, he riporto un po' "a modo mio": "Non si sa perchè la matematica funzioni sempre, tuttavia funziona".
Volevo darmi il diritto di dire alcune cose, anche se probabilmente appariranno come l'opinione di quel tale che, giunto nell'agora pubblica, dopo che si sia discusso per ore di qualcosa di importante, cominci a parlare esordendo con una frase di colossale volgarità.
Sul discorso del "perchè" o del "come", a mio avviso va distinto un perchè "causale" da un perchè "finalistici", esattamente come farebbe Aristotele. In fondo, sin dai tempi dell'analisi logica insegnata a scuola, si è insegnato a dare il giusto peso a tutte quelle parole come queste che potevano assumere un significato causale, strumentale, modale o finale a seconda del contesto.
La fisica, a mio avviso, per quello che ho capito io da una troppo breve pratica, risponde ai "perchè" causali, non comportandosi allo stesso modo con i "perchè" finalistici. Io posso dire perchè il ghiaccio si scioglie richiamandomi al comportamento della materia. O meglio, posso dire a causa di cosa l'entropia aumenti, ma non posso dire per quale causa finale tale entropia aumenti. Qui aiuta la metafisica, che spesso ha, a mio avviso, un ruolo fondamentale nella fisica e nella scienza in genere. Dota l'uomo di quella "fantasia", riempie l'uomo di scienza di quel sogno capace di animare tutta la sua ricerca.
Mi viene da pensare che la metafisica aiuti l'uomo non solo a porre domande, ma anche a definirle a livello fisico. Una stessa domanda, fatta da due persone diverse, può addirittura avere due "colori" diversi a seconda dell'approccio metafisico con il quale viene concepita, con il quale si genera autonomamente dall'interno di chi la pone. Esempio: per la fisica (almeno prima di Einstein) l'unico motivo per cui si parla di equivalenza tra massa inerziale e gravitazionale è la proporzionalità costante di alcune misure. Grazie alla metafisica, per ciò che è semplicemente oltre questo principio di causalità, tale uguaglianza, che pure si origina da alcuni esperimenti, l'uomo di scienza si pone delle domande circa la sostanzialità (in senso sempre aristotelico) dei due concetti. La causa causale legata all'esperimento rimane; nel dialogo, però, tra due persone che si siano poste domande circa la natura di questa uguaglianza, rimane il fascino, il punto che rende la fisica così affascinante, che spinge addirittura chi si interessa alla fisica di cercare risposte quantitative, per rendere in qualche modo "vere" certe sue affascinanti impressioni non quantitative.
Non sono, questi, dialoghi direttamente utili alla scienza. Lo diventano nel momento in cui tendono a dare quel colore nuovo alle parole dello scienziato. Che questo colore serva o meno, io non lo so.
Sul discorso del "perchè" o del "come", a mio avviso va distinto un perchè "causale" da un perchè "finalistici", esattamente come farebbe Aristotele. In fondo, sin dai tempi dell'analisi logica insegnata a scuola, si è insegnato a dare il giusto peso a tutte quelle parole come queste che potevano assumere un significato causale, strumentale, modale o finale a seconda del contesto.
La fisica, a mio avviso, per quello che ho capito io da una troppo breve pratica, risponde ai "perchè" causali, non comportandosi allo stesso modo con i "perchè" finalistici. Io posso dire perchè il ghiaccio si scioglie richiamandomi al comportamento della materia. O meglio, posso dire a causa di cosa l'entropia aumenti, ma non posso dire per quale causa finale tale entropia aumenti. Qui aiuta la metafisica, che spesso ha, a mio avviso, un ruolo fondamentale nella fisica e nella scienza in genere. Dota l'uomo di quella "fantasia", riempie l'uomo di scienza di quel sogno capace di animare tutta la sua ricerca.
Mi viene da pensare che la metafisica aiuti l'uomo non solo a porre domande, ma anche a definirle a livello fisico. Una stessa domanda, fatta da due persone diverse, può addirittura avere due "colori" diversi a seconda dell'approccio metafisico con il quale viene concepita, con il quale si genera autonomamente dall'interno di chi la pone. Esempio: per la fisica (almeno prima di Einstein) l'unico motivo per cui si parla di equivalenza tra massa inerziale e gravitazionale è la proporzionalità costante di alcune misure. Grazie alla metafisica, per ciò che è semplicemente oltre questo principio di causalità, tale uguaglianza, che pure si origina da alcuni esperimenti, l'uomo di scienza si pone delle domande circa la sostanzialità (in senso sempre aristotelico) dei due concetti. La causa causale legata all'esperimento rimane; nel dialogo, però, tra due persone che si siano poste domande circa la natura di questa uguaglianza, rimane il fascino, il punto che rende la fisica così affascinante, che spinge addirittura chi si interessa alla fisica di cercare risposte quantitative, per rendere in qualche modo "vere" certe sue affascinanti impressioni non quantitative.
Non sono, questi, dialoghi direttamente utili alla scienza. Lo diventano nel momento in cui tendono a dare quel colore nuovo alle parole dello scienziato. Che questo colore serva o meno, io non lo so.
Espressioni quali "concetti innati", "categorie a priori" ecc. mi ... spaventano un po'. E' per quello che sono prevenuto nei confronti della filosofia, pur riconoscendone l'importanza centrale.
Penso che la filosofia la dobbiamo usare, gettare o cambiare quando è necessario. Bisogna essere pragmatici, non dogmatici ... (usando altri temini prettamente filosofici ...).
Kant non poteva sapere che il cervello si è formato grazie all'evoluzione e che le sue categorie non sono altro che strutture software che si sono formate nel cervello, che non erano tali e che cambieranno sicuramente o che, almeno, possono essere modificate guardando meglio la natura.
Che fine fa la logica aristotelica in MQ, logica che potrebbe sembrare, ed è considerata tale, "innata" da molti ?
Kant è il sommo dei platonici (rispetto ai quali mi pongo agli antipodi) ...
Comunque, condividuo il suo motto "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" (dove per me morale = comportamento direzionato verso la conoscenza in senso lato, il rispetto dell'umanità e l'altruismo).
Penso che la filosofia la dobbiamo usare, gettare o cambiare quando è necessario. Bisogna essere pragmatici, non dogmatici ... (usando altri temini prettamente filosofici ...).
Kant non poteva sapere che il cervello si è formato grazie all'evoluzione e che le sue categorie non sono altro che strutture software che si sono formate nel cervello, che non erano tali e che cambieranno sicuramente o che, almeno, possono essere modificate guardando meglio la natura.
Che fine fa la logica aristotelica in MQ, logica che potrebbe sembrare, ed è considerata tale, "innata" da molti ?
Kant è il sommo dei platonici (rispetto ai quali mi pongo agli antipodi) ...
Comunque, condividuo il suo motto "il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" (dove per me morale = comportamento direzionato verso la conoscenza in senso lato, il rispetto dell'umanità e l'altruismo).