I Testimoni di Geova: pensieri di una ragazza confusa
Buongiorno a tutti voi matematici e gente intellettuale 
Vi accenno la mia storia: io sono sin dalla nascita una testimone di Geova, proclamatrice (cioè, un "titolo" per il quale io dovrei andare a diffondere la buona notizia per le case) ma non battezzata (perché i TdG non si battezzano alla nascita, ma solo quando loro sono pronti per un passo del genere). Fino ai 14-15 anni non ho sentito la necessità di pormi dei quesiti riguardo al mio credo, né, sinceramente, mi interessava più di tanto. Era, ed è tuttora, tutta un'abitudine, una mera formalità di vita: due sere a settimana vado in "chiesa" (che, badate bene, non so se ci siete mai stati, ma non è la classica chiesa tetra cattolica: è piena di vita, colori, sorrisi e gentilezza), solita preghiera di famiglia prima di pranzare e cenare et cetera. Da qualche mese a questa parte, però, ho sentito la necessità di prendere consapevolezza della mia religione. La religione è importante per un uomo, o meglio, è una questione importante sulla quale riflettere. Ed è oltremodo importante prendere delle decisioni, su base prettamente razionale. Mi sono posta delle domande, capendo che non è giusto rimanere fedeli a una determinata religione, solo perché ci si è nati dentro. Ho diciassette anni e penso di essere abbastanza grande per pensare con la MIA testa, avere delle mie idee in merito, e non quelle acquisite alla nascita, senza possibilità alcuna di rifiuto e di riflessione. Ho deciso questo, e le abitudini vanno cambiate. Se accettassi passivamente la mia religione, mi rivelerei pigra e poco intelligente. E' arrivato il momento di farmi delle domande, di pensare, di documentarmi e di decidere.
Ora, non so voi cosa sappiate dei TdG, ma voi, sinceramente, cosa ne pensate?

Vi accenno la mia storia: io sono sin dalla nascita una testimone di Geova, proclamatrice (cioè, un "titolo" per il quale io dovrei andare a diffondere la buona notizia per le case) ma non battezzata (perché i TdG non si battezzano alla nascita, ma solo quando loro sono pronti per un passo del genere). Fino ai 14-15 anni non ho sentito la necessità di pormi dei quesiti riguardo al mio credo, né, sinceramente, mi interessava più di tanto. Era, ed è tuttora, tutta un'abitudine, una mera formalità di vita: due sere a settimana vado in "chiesa" (che, badate bene, non so se ci siete mai stati, ma non è la classica chiesa tetra cattolica: è piena di vita, colori, sorrisi e gentilezza), solita preghiera di famiglia prima di pranzare e cenare et cetera. Da qualche mese a questa parte, però, ho sentito la necessità di prendere consapevolezza della mia religione. La religione è importante per un uomo, o meglio, è una questione importante sulla quale riflettere. Ed è oltremodo importante prendere delle decisioni, su base prettamente razionale. Mi sono posta delle domande, capendo che non è giusto rimanere fedeli a una determinata religione, solo perché ci si è nati dentro. Ho diciassette anni e penso di essere abbastanza grande per pensare con la MIA testa, avere delle mie idee in merito, e non quelle acquisite alla nascita, senza possibilità alcuna di rifiuto e di riflessione. Ho deciso questo, e le abitudini vanno cambiate. Se accettassi passivamente la mia religione, mi rivelerei pigra e poco intelligente. E' arrivato il momento di farmi delle domande, di pensare, di documentarmi e di decidere.
Ora, non so voi cosa sappiate dei TdG, ma voi, sinceramente, cosa ne pensate?
Risposte
Non sono d'accordo con garnak.olegovitc. Ho conosciuto dei testimoni di geova, e ho un'idea di quanto sia difficile uscire da una tale realtà. O decidere di uscirne. E la forza che ha Gaiuccia di confrontarsi col "mondo" è rimarcabile. Una volta sono andato a una "sala del regno" per assistere e vedere com'era. Tutti mi hanno salutato sorridendo, ed erano tutti molto gentili. Sono andato anche a qualche incontro di studio della bibbia, e cose così, per rendermi conto. Ma mi venivano poi fatti discorsi del tipo, che non bisognava leggere troppo libri di filosofia o simili perché traviavano dalla retta via, che certi eventi erano voluti da satana, cose che sinceramente nel corso della mia vita mi hanno sempre provocato dei (simbolici) conati di vomito. L'assioma (chiamiamolo così) da cui parto è più o meno questo: ogni atteggiamento mentale che limiti la libertà della mente è sbagliato. Io amo usare il cervello, a volte sono totalmente appagato nel riflettere guardando il soffitto, e di conseguenza provo terrore verso chi mi dice che determinate cose semplicemente non le posso pensare, o che ce ne sono altre che devo pensare senza una ragione logica, senza una dimostrazione.
Poi cerco tutti i giorni di distinguere quello che nella mia mente è inculcato da quello che è guadagnato col ragionamento (ho scoperto che è un bell'esercizio, e non facile). Per esempio, ho sempre ritenuto che il mais non mi piacesse perché quand'ero piccolo non mi piaceva, poi un bel giorno ho mangiato una pannocchia. Ho scoperto così che il mais non mi piaceva solo perché ero abituato all'idea che non mi piacesse. Insomma, mi piace cambiare idea, o meglio, citando una frase che avevo scritto tempo fa, "non sto aspettando altro che tutto ciò in cui credo crolli dinanzi ad una schiacciante evidenza". Sul serio, adoro l'istante esatto in cui una cosa che credevo giusta viene completamente smontata. Quindi non potrei mai vivere in un mondo in cui ci sono cose che non si possono smontare. E per quello che so dei testimoni di geova, ci sono fin troppe cose da non poter smontare (questo vale in realtà per ogni religione, ma mi sembra che l'approccio dei testimoni di geova sia tra i più ingenui, perché basato su un'interpretazione letterale e direi quasi acritica di un particolare testo).
Grande Gaiuccia, qualunque cosa tu decida, hai il mio totale appoggio!
Poi cerco tutti i giorni di distinguere quello che nella mia mente è inculcato da quello che è guadagnato col ragionamento (ho scoperto che è un bell'esercizio, e non facile). Per esempio, ho sempre ritenuto che il mais non mi piacesse perché quand'ero piccolo non mi piaceva, poi un bel giorno ho mangiato una pannocchia. Ho scoperto così che il mais non mi piaceva solo perché ero abituato all'idea che non mi piacesse. Insomma, mi piace cambiare idea, o meglio, citando una frase che avevo scritto tempo fa, "non sto aspettando altro che tutto ciò in cui credo crolli dinanzi ad una schiacciante evidenza". Sul serio, adoro l'istante esatto in cui una cosa che credevo giusta viene completamente smontata. Quindi non potrei mai vivere in un mondo in cui ci sono cose che non si possono smontare. E per quello che so dei testimoni di geova, ci sono fin troppe cose da non poter smontare (questo vale in realtà per ogni religione, ma mi sembra che l'approccio dei testimoni di geova sia tra i più ingenui, perché basato su un'interpretazione letterale e direi quasi acritica di un particolare testo).
Grande Gaiuccia, qualunque cosa tu decida, hai il mio totale appoggio!

... dalla russia (del 1917) con furore, eh?
Salve Gaiuccia,
io sono un comunista sovietico ed in quanto tale concepisco terribilmente qualsiasi religione, volevo sapere se il tuo "complesso" ( se così si potrebbe chiamare) nasce da una quasi teodicea leibniziana? Hai paura ha dover lasciar la tua religione, a lasciare una visione prettamente fideistica e porre innanzi a te una fortemente deistica? E poi, se sei così "abbastanza grande per pensare con la tua testa" allora perchè cerchi una sorta di transfert freudiano con noi? Non mi aspetto che tu mi risponda alle domande in quanto queste sono strettamente retoriche e la risposta è insita in loro, ma ti consiglierei dì avere più fiducia in te stessa ed in quello che pensi, e non solo in quello fai, piuttosto che cercare approvazione negli altri; a mio avviso il tuo atteggiamento è un presupposto verso la staticità, poichè tu non vivi ma ti guardi vivere! Se non vuoi essere più credente alla tua spiritualità natale fallò, ma non chiedere consigli su ciò che fai e se ciò a consenso nell'opinione pubblica, solamente cosi ti mostri "abbastanza grande per pensare con la tua testa".
Ovviamete ciò scritto sopra è un mio pensiero, non voglio ne condannare ne tantomeno indicare rette vie di salvezza, ma voglio solamente indicarti determinati aspetti, tuoi, ambigui o contraddittori.
Cordiali saluti
io sono un comunista sovietico ed in quanto tale concepisco terribilmente qualsiasi religione, volevo sapere se il tuo "complesso" ( se così si potrebbe chiamare) nasce da una quasi teodicea leibniziana? Hai paura ha dover lasciar la tua religione, a lasciare una visione prettamente fideistica e porre innanzi a te una fortemente deistica? E poi, se sei così "abbastanza grande per pensare con la tua testa" allora perchè cerchi una sorta di transfert freudiano con noi? Non mi aspetto che tu mi risponda alle domande in quanto queste sono strettamente retoriche e la risposta è insita in loro, ma ti consiglierei dì avere più fiducia in te stessa ed in quello che pensi, e non solo in quello fai, piuttosto che cercare approvazione negli altri; a mio avviso il tuo atteggiamento è un presupposto verso la staticità, poichè tu non vivi ma ti guardi vivere! Se non vuoi essere più credente alla tua spiritualità natale fallò, ma non chiedere consigli su ciò che fai e se ciò a consenso nell'opinione pubblica, solamente cosi ti mostri "abbastanza grande per pensare con la tua testa".
Ovviamete ciò scritto sopra è un mio pensiero, non voglio ne condannare ne tantomeno indicare rette vie di salvezza, ma voglio solamente indicarti determinati aspetti, tuoi, ambigui o contraddittori.
Cordiali saluti
Lo credo io però. Cercavo di interpretare il tuo pensiero fino a "Credo che tu mi risponda "Dio".", dopo erano mie considerazioni. 
Credo che aderire -completamente- ad una religione sia una posizione più coerente e significativa che aderirvi solo in parte o crearsi una propria spiritualità.
Perchè non è coerente la prima opzione l'ho già spiegato, questo non significa che rifiutare una religione diffusa sia un atteggiamente più serio che inventarsene una propria, sono d'accordo con tutto il resto che dici, infatti credo, anche per i motivi che hai detto -in particolare per dipendenza storica delle religioni e per l'insensatezza dei rituali-, che sia ridicolo aderirvi.
Una vaga spiritualità aiuta a vivere meglio? Benvenga! Mi sento più felice e faccio del bene sapendo che le mie azioni hanno delle conseguenze regolate da un ordine globale di giustizia e uguaglianza, allora perchè no?
Una risposta forse superflua che mi rendo comunque conto non essere sufficiente è "perchè non è vero": darsi risposte facili e belle non corrisponde alla realtà. Inoltre gli ideali universali li trovo una cosa molto antica e poco rassicurante: tendo a diffidare di persone che darebbero la vita per un'idea.
Ecco la mia posizione: Dio non esiste, non c'è nessun tipo di ricompensa divina per le nostre azioni buone e nessuna punizione per quelle cattive e c'è neanche un equilibrio globlale, si muore soli e dopo c'è solo in nulla. Questa è una cosa che mi sembra autoevidente. E' da qui che bisogna partire per crearsi una morale.

Credo che aderire -completamente- ad una religione sia una posizione più coerente e significativa che aderirvi solo in parte o crearsi una propria spiritualità.
Perchè non è coerente la prima opzione l'ho già spiegato, questo non significa che rifiutare una religione diffusa sia un atteggiamente più serio che inventarsene una propria, sono d'accordo con tutto il resto che dici, infatti credo, anche per i motivi che hai detto -in particolare per dipendenza storica delle religioni e per l'insensatezza dei rituali-, che sia ridicolo aderirvi.
Una vaga spiritualità aiuta a vivere meglio? Benvenga! Mi sento più felice e faccio del bene sapendo che le mie azioni hanno delle conseguenze regolate da un ordine globale di giustizia e uguaglianza, allora perchè no?
Una risposta forse superflua che mi rendo comunque conto non essere sufficiente è "perchè non è vero": darsi risposte facili e belle non corrisponde alla realtà. Inoltre gli ideali universali li trovo una cosa molto antica e poco rassicurante: tendo a diffidare di persone che darebbero la vita per un'idea.
Ecco la mia posizione: Dio non esiste, non c'è nessun tipo di ricompensa divina per le nostre azioni buone e nessuna punizione per quelle cattive e c'è neanche un equilibrio globlale, si muore soli e dopo c'è solo in nulla. Questa è una cosa che mi sembra autoevidente. E' da qui che bisogna partire per crearsi una morale.
"nato_pigro":
@prime_number: cosa resta di una religione se la spogli di rituali, comunità e morale? Credo che tu mi risponda "Dio". Ma a questo punto se ognuno si crea il proprio personal jesus è come non averlo: in che modo credere in un Dio non meglio definito condiziona la tua vita? L'esistenza di uno spiritello che aleggia e ci guarda sembra soltanto un "tappabuchi filosofico".
Devo essermi spiegata male: non credo serva sottostare a regole spesso acritiche e retrograde come quelle che impongono solitamente le religioni per essere considerati "uomini di Dio" o "credenti". Credo che ognuno debba dare risposte personali alle domande fondamentali della vita (questo secondo te le rende automaticamente superficiali? Mi riferisco alla tua storia dello spiritello. E' dunque più maturo e spiritualmente profondo accettare ad occhi chiusi quello che un presunto Messia o un presunto santo si suppone abbia detto mille mila secoli fa?
La spiritualità la trovo una cosa purissima, che può originare ideali e quindi uomini migliori, se ognuno la vive a misura di se stesso. D'altronde se le persone fossero invitate e spinte a cercare dentro sè certe cose, sarebbero anche responsabilizzate nella propria vita. E' molto più difficile vivere cercando di attenersi a dei valori personali piuttosto che seguire tutti e 10 i comandamenti e poi essere lo stesso un'infima persona.
Oltretutto ogni Chiesa (in senso lato, non cattolico) in sè è mal definita, perché basandosi su assiomi immutabili non potrà MAI stare al passo con i tempi e quindi creerà bigottismo ed ignoranza all'infinito. E' come se tua madre cercasse di farti stare nella tua tutina da neonato per tutta la vita ed invece cose come queste dovrebbero essere a misura d'uomo.
Paola
"sonoqui_":
Quello che si dice non sempre corrisponde a quello che è. Una persona può benissimo dire di non essere insistente, ma poi può anche benissimo fare di tutto (nel bene e nel male) perchè nella mente delle persone si sinstaurino determinati pensieri, direttamente o indirettamente (per mezzo di altre persone), e ad insaputa di chi è soggetto a speculazione psicologica.
Per chi pensa che la religione sia una questione personale e spirituale, si sbaglia di grosso. Più o meno consapevolmente è una questione psicologica e c'è quasi sempre una speculazione dietro.
La scelta religiosa è qualcosa che riguarda strettamente i rapporti con le altre persone, con gli eventi e con gli stati d'animo, in maniera più estesa di quanto si possa pensare.
Mi trovo pienamente d'accordo con te, la spiritualità è una cosa la religione è un'altra... Personalmente però preferisco le persone che credono a certi atei
che non apprezzano molte cose della vita. In un certo senso la religione può renderti migliore ma di fatto la cosa che lo permettere è il credere in qualcosa.
Per cui ecco il meccanismo psicologico, l'autoconvinzione, per vivere meglio è come se si inibisse una parte della ragione. Non è una critica, in questo caso
per me il fine giustifica i mezzi; dopo tutto l'uomo non è una macchina semplice è ha numerosi bug, questo è uno dei minori, anzi è anche necessario. Ci sono tante
piccole imperfezioni senza le quali non potremmo vivere o vivremmo peggio, la definerei una sorta di selezione naturale insomma.
Bè, la riflessione di Gaiuccia merita davvero.
Ci sarebbe così tanto da dire in merito che sinceramente non so da dove cominciare...
Intanto ho (avuto) parecchi amici testimoni di Geova, ed anche i miei nonni si sono convertiti da una decina d'anni (avendo passato una vita da cattolici credenti).
Nel tdG medio si nota subito un rispetto e un'educazione (che però spesso sfocia nella chiusura) verso il prossimo, che sarebbero da invidiare da parte di molte religioni. Come però sottolineavo, ho come l'impressione (avendo frequentato la scuola sin da piccolo con tdG) che i soggetti abbiano quasi paura ad esporsi troppo, ad aprirsi, a fare le cose che fanno tutti i ragazzi, oltrepassando così forse un limite dettato da un qualcosa di fin troppo rigido e conservatore.
A tal proposito, non può che farti onore questa tua esposizione di dubbi fatta alle "persone del mondo" (come chiamate le persone non tdg se ben ricordo).
Devo dire tuttavia che non vado pazzo per la tua (ex?) religione. Diciamo che non ho sentito nè letto cose molto belle all'interno delle gerarchie della Torre di Guardia, ma nemmeno all'interno dei suoi circa 7 milioni di proclamatori sparsi nel mondo.
Sappi comunque, che il salto nell'aldiquà
può non essere indolore. Io l'ho fatto parecchi anni fa, e dopo il "risveglio" ho passato un periodo di qualche anno ad approfondire tanto sulla mia Chiesa capendo che la mia dottrina me la faceva vedere in maniera alquanto distorta, e più mi addentravo nei meandri della sua storia, più il cerchio si chiudeva. Seguì un periodo in cui studiai altre religioni, per poi capire che ogni religione ha il suo bello scheletrone nell'armadio.
Tuttavia a volte penso quanto sia piccolo quell'uomo che, pur di credere-sperare nella sua vita eterna, si attacca ad un'antica scrittura, la divinizza, si crea una setta (per potersi sentire più sicuro), combatte guerre ed uccide uomini come lui, tutto in nome di dio.
Citando Sir Leigh Teabing "da quando esiste un solo dio, si è sempre ucciso in suo nome".
Ci sarebbe così tanto da dire in merito che sinceramente non so da dove cominciare...
Intanto ho (avuto) parecchi amici testimoni di Geova, ed anche i miei nonni si sono convertiti da una decina d'anni (avendo passato una vita da cattolici credenti).
Nel tdG medio si nota subito un rispetto e un'educazione (che però spesso sfocia nella chiusura) verso il prossimo, che sarebbero da invidiare da parte di molte religioni. Come però sottolineavo, ho come l'impressione (avendo frequentato la scuola sin da piccolo con tdG) che i soggetti abbiano quasi paura ad esporsi troppo, ad aprirsi, a fare le cose che fanno tutti i ragazzi, oltrepassando così forse un limite dettato da un qualcosa di fin troppo rigido e conservatore.
A tal proposito, non può che farti onore questa tua esposizione di dubbi fatta alle "persone del mondo" (come chiamate le persone non tdg se ben ricordo).
Devo dire tuttavia che non vado pazzo per la tua (ex?) religione. Diciamo che non ho sentito nè letto cose molto belle all'interno delle gerarchie della Torre di Guardia, ma nemmeno all'interno dei suoi circa 7 milioni di proclamatori sparsi nel mondo.
Sappi comunque, che il salto nell'aldiquà

Tuttavia a volte penso quanto sia piccolo quell'uomo che, pur di credere-sperare nella sua vita eterna, si attacca ad un'antica scrittura, la divinizza, si crea una setta (per potersi sentire più sicuro), combatte guerre ed uccide uomini come lui, tutto in nome di dio.
Citando Sir Leigh Teabing "da quando esiste un solo dio, si è sempre ucciso in suo nome".
"nato_pigro":
Io credo che se una persona è disposta (o predisposta) a credere in Dio per ragionamenti suoi o per quello che i cristiani chiamano "il dono della fede" allora dovrebbe essere disposta anche ad accettare molte stravaganze rituali o culinarie (sangue incluso), questo perchè il punto di partenza -esiste Dio- sembra essere un'ipotesi molto più forte rispetto ad una qualsiasi conseguenza rituale -l'anima sta nel sangue- che quindi dovrebbe essere più facile da accettare.
Penso che nato_pigro abbia centrato il punto: come è ben noto, partendo da una premessa falsa si può arrivare a qualsiasi conclusione.
@prime_number: cosa resta di una religione se la spogli di rituali, comunità e morale? Credo che tu mi risponda "Dio". Ma a questo punto se ognuno si crea il proprio personal jesus è come non averlo: in che modo credere in un Dio non meglio definito condiziona la tua vita? L'esistenza di uno spiritello che aleggia e ci guarda sembra soltanto un "tappabuchi filosofico".
Se una persona decide di aderire ad una religione deve farlo fino in fondo, deve credere nei suoi rituali e nelle sue direttive di vita. In tutte. Non posso dire di essere cristiano cattolico ma ci tolgo "andare a messa la messa la domenica" oppure "niente preservativo". Questo è il mio credo e cerco di seguirlo appieno altrimenti quello non è il mio credo.
Se una persona arriva ad un certo punto della sua crisi mistica e decide che ritiene un rituale ridicolo, una pratica insensata o addirittura dannosa allora è giusto che metta in discussione tutto la costruzione astratta che è la sua religione.
Posizioni del tipo "sono cattolico ma pratico regolarmente sesso prematimoniale" o "sono cattolico ma non credo nel diavolo" io le trovo molto ipocrite. In quei casi non si è cattolici e bisognerebbe farsene una ragione.
Se una persona decide di aderire ad una religione deve farlo fino in fondo, deve credere nei suoi rituali e nelle sue direttive di vita. In tutte. Non posso dire di essere cristiano cattolico ma ci tolgo "andare a messa la messa la domenica" oppure "niente preservativo". Questo è il mio credo e cerco di seguirlo appieno altrimenti quello non è il mio credo.
Se una persona arriva ad un certo punto della sua crisi mistica e decide che ritiene un rituale ridicolo, una pratica insensata o addirittura dannosa allora è giusto che metta in discussione tutto la costruzione astratta che è la sua religione.
Posizioni del tipo "sono cattolico ma pratico regolarmente sesso prematimoniale" o "sono cattolico ma non credo nel diavolo" io le trovo molto ipocrite. In quei casi non si è cattolici e bisognerebbe farsene una ragione.
@nato_pigro: attenzione a non confondere Dio con i testi considerati sacri e i rituali, che sono cose puramente o parzialmente (volendo crederlo) frutto degli esseri umani. Anche ammettendo che la Bibbia o altri testi siano stati scritti sotto ispirazione divina, è un dato di fatto (testimoniato anche dall'esistenza stessa di religioni MOLTO diverse basate sullo STESSO testo sacro) che ne esistano svariate interpretazioni e di origine totalmente umana. Io credo che una persona possa credere in un Dio, anche somigliante ad uno descritto da una certa religione, e posso anche accettare il concetto di Fede in esso... ma una cosa che non comprendo, che in gran parte non accetto e su cui credo che tutti i credenti dovrebbero avere molto più senso critico, è tutta la ritualità che accompagna una religione.
Capisco benissimo che se uno ha un ideale come quello religioso sia bello condividere certe abitudini con una comunità... ma credo - in disaccordo con ogni religione su questo pianeta - che sia legittimo di ogni credente scegliere a quali rituali attenersi e a quali no. Per questo tendenzialmente più una religione è bigotta e severa, più raccoglie il mio dissenso e il mio disprezzo.
@Gaiuccia: sono ignorante, i TdG accolgono tutto il Vecchio Testamento? Anche il Nuovo? Riguardo alla cosa del sangue, rientra in quelli che ritengo "sciocchi rituali". Non è stato Dio a dire che non dobbiamo mangiare sangue... Se stessimo ad ascoltare alla lettera quello che c'è scritto nella Bibbia, allora avremmo pure che $\pi=3$ (spero che nessuno mi chieda di citare il passaggio esatto perché mi toccherebbe fare delle ricerche in Google
).
Paola
Capisco benissimo che se uno ha un ideale come quello religioso sia bello condividere certe abitudini con una comunità... ma credo - in disaccordo con ogni religione su questo pianeta - che sia legittimo di ogni credente scegliere a quali rituali attenersi e a quali no. Per questo tendenzialmente più una religione è bigotta e severa, più raccoglie il mio dissenso e il mio disprezzo.
@Gaiuccia: sono ignorante, i TdG accolgono tutto il Vecchio Testamento? Anche il Nuovo? Riguardo alla cosa del sangue, rientra in quelli che ritengo "sciocchi rituali". Non è stato Dio a dire che non dobbiamo mangiare sangue... Se stessimo ad ascoltare alla lettera quello che c'è scritto nella Bibbia, allora avremmo pure che $\pi=3$ (spero che nessuno mi chieda di citare il passaggio esatto perché mi toccherebbe fare delle ricerche in Google

Paola
Io credo che se una persona è disposta (o predisposta) a credere in Dio per ragionamenti suoi o per quello che i cristiani chiamano "il dono della fede" allora dovrebbe essere disposta anche ad accettare molte stravaganze rituali o culinarie (sangue incluso), questo perchè il punto di partenza -esiste Dio- sembra essere un'ipotesi molto più forte rispetto ad una qualsiasi conseguenza rituale -l'anima sta nel sangue- che quindi dovrebbe essere più facile da accettare.
Ecco, se hai voglia di rispondere, due domande:
_se credi che l'anima di una persona risieda nel sangue accetteresti il uso sangue andando contro quanto dice la Bibba?
_se credi che esista Dio (esserre onnipresente onnisciente eterno massimamente razionale e giusto e....) perchè non dovresti credere che l'anima risiede nel sangue?
Ecco, se hai voglia di rispondere, due domande:
_se credi che l'anima di una persona risieda nel sangue accetteresti il uso sangue andando contro quanto dice la Bibba?
_se credi che esista Dio (esserre onnipresente onnisciente eterno massimamente razionale e giusto e....) perchè non dovresti credere che l'anima risiede nel sangue?
Quello che si dice non sempre corrisponde a quello che è. Una persona può benissimo dire di non essere insistente, ma poi può anche benissimo fare di tutto (nel bene e nel male) perchè nella mente delle persone si sinstaurino determinati pensieri, direttamente o indirettamente (per mezzo di altre persone), e ad insaputa di chi è soggetto a speculazione psicologica.
Per chi pensa che la religione sia una questione personale e spirituale, si sbaglia di grosso. Più o meno consapevolmente è una questione psicologica e c'è quasi sempre una speculazione dietro.
La scelta religiosa è qualcosa che riguarda strettamente i rapporti con le altre persone, con gli eventi e con gli stati d'animo, in maniera più estesa di quanto si possa pensare.
Per chi pensa che la religione sia una questione personale e spirituale, si sbaglia di grosso. Più o meno consapevolmente è una questione psicologica e c'è quasi sempre una speculazione dietro.
La scelta religiosa è qualcosa che riguarda strettamente i rapporti con le altre persone, con gli eventi e con gli stati d'animo, in maniera più estesa di quanto si possa pensare.
Sì, intendo dire che bisogna vagliare quello che ci propongono, soprattutto se si tratta di religione e fede.
Paola, è vero, i TdG hanno questa fama. Ma bisogna correggere alcune credenze. Intanto è assolutamente falso o un'esagerazione il fatto della diffusione del Verbo. Nelle nostre adunanze viene più volte ricordato di non insistere e di rispettare il prossimo.
E' diversa anche la concezione della "fine del mondo". Per i TdG non è una paura, ma anzi, un incitamento per migliorare e per portare più gente possibile dalla parte della "Verità", in modo tale da poter vivere una vita eterna in una Terra "purificata", e non un Paradiso, che è ben altra cosa (qui si entrerebbe nello specifico, ma è piuttosto complicato spiegare). Quindi la fine del mondo, "Armaghedon", è solo una prospettiva felice e promettente.
Sulla questione del sangue c'è tanto da dire.
E' uno dei temi su cui devo riflettere e farmi un'opinione.
I punti principali della Teoria del Sangue per i TdG sono:
1) Ai TdG è comandato di astenersi dal sangue, come dice Atti degli Apostoli 15:28,29.
2) La carne animale si può mangiare, ma non il sangue
3) L'unico uso del sangue che sia mai stato approvato da Dio è quello sacrificale
Non è possibile quindi "mangiare sangue". Perché? Perché è così intimamente connesso con i processi vitali che la Bibbia dice che "l'anima della carne è nel sangue". Essendo la Fonte di vita, per i tdg Dio ha dato precise istruzioni sull'uso che ne si può fare.
Non accettano neanche le trasfusioni di sangue, e qui, sostanzialmente, non sono assolutamente d'accordo.
Quando una persona non può essere alimentato oralmente, si ricorre alla via endovenosa. E allora, uno che non ha mai preso sangue per via orale, che non lo ha quindi mai "mangiato", e lo accettasse sotto forma di trasfusione, non ubbidirebbe al comando divino.
Però qui i tdg cadono subito in contraddizione. La loro posizione è conseguenza di un'ignoranza di fondo, principalmente, almeno secondo me. Ecco quindi che diventa tutta una questione di coscienza. Alcuni annii fa era severissimamente proibito qualsiasi assunzione di sangue. Poi si sono accettate alcune frazioni, poi altre e altre ancora. E adesso è questione di "coscienza" personale con Dio.
Loro dicono che se una persona dovesse morire per mancanza di una trasfusione di sangue, c'è qualcuno che può ridare la vita, che è Dio.
Ad esempio, foste testimoni di Geova, accettereste questa dottrina?
Paola, è vero, i TdG hanno questa fama. Ma bisogna correggere alcune credenze. Intanto è assolutamente falso o un'esagerazione il fatto della diffusione del Verbo. Nelle nostre adunanze viene più volte ricordato di non insistere e di rispettare il prossimo.
E' diversa anche la concezione della "fine del mondo". Per i TdG non è una paura, ma anzi, un incitamento per migliorare e per portare più gente possibile dalla parte della "Verità", in modo tale da poter vivere una vita eterna in una Terra "purificata", e non un Paradiso, che è ben altra cosa (qui si entrerebbe nello specifico, ma è piuttosto complicato spiegare). Quindi la fine del mondo, "Armaghedon", è solo una prospettiva felice e promettente.
Sulla questione del sangue c'è tanto da dire.
E' uno dei temi su cui devo riflettere e farmi un'opinione.
I punti principali della Teoria del Sangue per i TdG sono:
1) Ai TdG è comandato di astenersi dal sangue, come dice Atti degli Apostoli 15:28,29.
2) La carne animale si può mangiare, ma non il sangue
3) L'unico uso del sangue che sia mai stato approvato da Dio è quello sacrificale
Non è possibile quindi "mangiare sangue". Perché? Perché è così intimamente connesso con i processi vitali che la Bibbia dice che "l'anima della carne è nel sangue". Essendo la Fonte di vita, per i tdg Dio ha dato precise istruzioni sull'uso che ne si può fare.
Non accettano neanche le trasfusioni di sangue, e qui, sostanzialmente, non sono assolutamente d'accordo.
Quando una persona non può essere alimentato oralmente, si ricorre alla via endovenosa. E allora, uno che non ha mai preso sangue per via orale, che non lo ha quindi mai "mangiato", e lo accettasse sotto forma di trasfusione, non ubbidirebbe al comando divino.
Però qui i tdg cadono subito in contraddizione. La loro posizione è conseguenza di un'ignoranza di fondo, principalmente, almeno secondo me. Ecco quindi che diventa tutta una questione di coscienza. Alcuni annii fa era severissimamente proibito qualsiasi assunzione di sangue. Poi si sono accettate alcune frazioni, poi altre e altre ancora. E adesso è questione di "coscienza" personale con Dio.
Loro dicono che se una persona dovesse morire per mancanza di una trasfusione di sangue, c'è qualcuno che può ridare la vita, che è Dio.
Ad esempio, foste testimoni di Geova, accettereste questa dottrina?
"Gaiuccia":
io sono sin dalla nascita una testimone di Geova...
non è giusto rimanere fedeli a una determinata religione, solo perché ci si è nati dentro...
La prima importante domanda te la sei già fatta, e parzialmente ti sei risposta.
Come atteggiamento pratico: "sospendi".
Nel senso classico dell'espressione. Cioè: sospendi il giudizio.
Non avere fretta di definire "ah! questo è così, questo è cosà".
Stiamo parlando della questione di tutta la vita. Calma allora.
O uno si ritrova imprigionato in qualche sorta di personaggio immaginario che si è costruito per fare piacere a se stesso,
per essere "affascinante" a se stesso.
Buona fortuna!
Nel senso classico dell'espressione. Cioè: sospendi il giudizio.
Non avere fretta di definire "ah! questo è così, questo è cosà".
Stiamo parlando della questione di tutta la vita. Calma allora.
O uno si ritrova imprigionato in qualche sorta di personaggio immaginario che si è costruito per fare piacere a se stesso,
per essere "affascinante" a se stesso.
Buona fortuna!
Io penso, in universale; rispetto alla vita di chiunque ovviamente me incluso. Su qualunque aspetto:
-che la cosidetta "educazione" ci danneggia; ma la "autoeducazione", se posso chiamarla così, ci danneggia peggio.
E quindi? Non si cambia? Certo! Ma si cambi in meglio ovviamente. Ed allora, tutto il punto è
capire COME si possa.
Intendo dire: "Come" si svolga questo processo. Il MODO in cui.
Non sono mica questioni da nulla! nè da poco.
In effetti/è tutta la questione della vita.
E poi: "cambiare in meglio" -in che senso "meglio"? Cosa è uno scopo? Cosa mi è bene?
Ecco -questo dico: se uno si pone seriamente, sinceramente domande come queste
E serenamente! con tutto il buon senso di cui è capace -allora va bene.
/va già meglio.
Ha una possibilità di capire cosa è bene per lui.
Se neppure se le pone, non ha possibilità di capirlo, tantomeno di conseguirlo. Perchè
il bene, per un essere umano, non arriva certo senza che lui si renda conto!
-che la cosidetta "educazione" ci danneggia; ma la "autoeducazione", se posso chiamarla così, ci danneggia peggio.
E quindi? Non si cambia? Certo! Ma si cambi in meglio ovviamente. Ed allora, tutto il punto è
capire COME si possa.
Intendo dire: "Come" si svolga questo processo. Il MODO in cui.
Non sono mica questioni da nulla! nè da poco.
In effetti/è tutta la questione della vita.
E poi: "cambiare in meglio" -in che senso "meglio"? Cosa è uno scopo? Cosa mi è bene?
Ecco -questo dico: se uno si pone seriamente, sinceramente domande come queste
E serenamente! con tutto il buon senso di cui è capace -allora va bene.
/va già meglio.
Ha una possibilità di capire cosa è bene per lui.
Se neppure se le pone, non ha possibilità di capirlo, tantomeno di conseguirlo. Perchè
il bene, per un essere umano, non arriva certo senza che lui si renda conto!
Apprezzo molto la tua posizione critica, che secondo me è una caratteristica fondamentale per essere felici nella vita e padroni di se stessi, in ogni ambito.
La mia posizione verso le religioni è la seguente: la spiritualità, in senso lato, è una questione prettamente personale e credo che il concetto di religione sia fallimentare in partenza. Purtroppo se devi gestire una comunità di questo tipo devi scendere a dei compromessi che, a mio giudizio, inquinano inevitabilmente i concetti e gli ideali. Tutte le religioni che finora ho incontrato mi hanno provocato disgusto (buddismo a parte, anche se non la conosco così a fondo per dire l'ultima parola), mi sono sembrate illogiche e retrograde. Sarà che ogni religione ha i suoi bigotti e quest'ultimi piacciono a ben pochi e tendo ad identificarli con l'intera comunità o comunque con un suo sgradevolissimo effetto collaterale.
Sui TdG so davvero poco, quindi prendi la mia opinione con le pinze... anzi, se sfaterai qualcuno dei miei miti tanto meglio! Ho sentito che rifiutano le trasfusioni o i trapianti e questo lo trovo sciocco e ingenuo. Perché privarsi del progresso?? So inoltre che hanno un modo di diffondere il loro Verbo che è tra i più fastidiosi dell'universo... cioè delle pezze incredibili ti attaccano... E come detto sopra, sono per la spiritualità come fatto personale, non ho bisogno di advertising.
Infine da quel che so vivono col terrore costante della fine del mondo e secondo me questo è farsi del male.
Paola
La mia posizione verso le religioni è la seguente: la spiritualità, in senso lato, è una questione prettamente personale e credo che il concetto di religione sia fallimentare in partenza. Purtroppo se devi gestire una comunità di questo tipo devi scendere a dei compromessi che, a mio giudizio, inquinano inevitabilmente i concetti e gli ideali. Tutte le religioni che finora ho incontrato mi hanno provocato disgusto (buddismo a parte, anche se non la conosco così a fondo per dire l'ultima parola), mi sono sembrate illogiche e retrograde. Sarà che ogni religione ha i suoi bigotti e quest'ultimi piacciono a ben pochi e tendo ad identificarli con l'intera comunità o comunque con un suo sgradevolissimo effetto collaterale.
Sui TdG so davvero poco, quindi prendi la mia opinione con le pinze... anzi, se sfaterai qualcuno dei miei miti tanto meglio! Ho sentito che rifiutano le trasfusioni o i trapianti e questo lo trovo sciocco e ingenuo. Perché privarsi del progresso?? So inoltre che hanno un modo di diffondere il loro Verbo che è tra i più fastidiosi dell'universo... cioè delle pezze incredibili ti attaccano... E come detto sopra, sono per la spiritualità come fatto personale, non ho bisogno di advertising.
Infine da quel che so vivono col terrore costante della fine del mondo e secondo me questo è farsi del male.
Paola