Esamificio Italia - Questione di metodo

Cheguevilla

Risposte
MaMo2
Io renderei semplicemente obbligatoria la verbalizzazione sul libretto di ogni esame.

kekko989
"nox89":
Se per qualsiasi motivo (soprattutto se hai rifiutato dei voti) tu hai bisogno di più di 5 anni per terminare un corso la cui durata prevista è di 5 anni, è giusto che tu debba pagare una rata maggiore per ogni anno "extra". Quando intendo di più non intendo cifre astronomiche, ovviamente, ma parecchio di più sì.


A Padova (e non penso sia l'unica) questo succede già.. Un fuori corso spende di più rispetto ad uno che è in regola. Non ha più le agevolazioni sulla mensa..e spende il 20% in più di tasse,se non sbaglio.

AleAnt1
"GIBI":
Basta fare solo 2 appelli ogni anno e le cose si sistemano da sole.


Così diminuiranno drasticamente le iscrizioni a facoltà scientifiche come matematica e fisica.:)
Tra l'altro già non affollatissime.

GIBI1
Basta fare solo 2 appelli ogni anno e le cose si sistemano da sole.

Sk_Anonymous
A me francamente quetsa proposta sembra una follia: sono contro qualunque riforma che pregiudichi il grado di libertà dello studente univeristario ad autogestirsi. Personalemnte nno sono uno di quelli che rifiuta i voti agli esami ma non ho nulla contro chi lo fa. Il "tentativismo", o come lo si chiami, non lo vedo un problema, se uno vuole "tentare" non capisco perchè ci sia qualcuno che lo debba impedire, probabilmente è un escamotage per abbattere i costi. L'università ha bisogno di ben altre riforme e sono dell'opinione che il problema non è tanto tagliare i i fondi quanto una migliore allocazione di questi . Spero che la si smetta col cabaret (riforma gelmini compresa) e si cominci ad affronatre le cose piu seriamente.

vict85
"nox89":
[quote="AleAnt"]
Credo che la differenza tra la scuola e l'università sia proprio questa. Uno studente universitario può organizzarsi lo studio come meglio crede e rifiutare tutti gli esami che vuole. Sono affari suoi.
Riguardo alle tasse sono d'accordo con la diminuzione delle stesse per meriti.Ma questo non implica che chi è fuori corso ne debba pagare di più come "demerito".


Chi è fuori corso fa pagare di più ai contribuenti italiani: un conto è pagare 5 anni di università ad uno studente, un conto è pagargliene 8, poi non lamentiamoci che non ci sono i soldi per la scuola se dobbiamo mantenere certe persone per più anni del dovuto. Studiare è un diritto di tutti, e ognuno deve avere la possibilità di farlo, ma se ne hai la possibilità e non lo fai come si deve non è certo giusto che tu debba pagare quanto gli altri.[/quote]

Prima di tutto questa affermazione non tiene conto di quali sono le spese di una università. Se escludiamo il caso in cui lo studente in più renda necessari investimenti strutturali, l'aumento degli studenti non comporta un aumento delle spese (anzi, non è detto che in alcuni casi non le diminuisca). Il fatto è che le spese di un università sono per la maggiorparte delle spese fisse e solo marginalmente spese legate al singolo studente.
Gli studenti lavoratori e in generale chi fa il part-time (ci si può iscrivere come studente part-time cioé che ti impegni a dare meno corsi) fanno necessariamente meno esami. In generale può capitare di dare un esame male e mi sembra sensato permettere di rimediare. Ristudiare non fa mai male.
In ogni caso chi tenta la sorte generalmente accetta tutto e chi vuole una media alta dopo 3 volte che lo ridà accetta quello che prende (sempre che non sia inferiore al 24 ma se ha una media alta generalmente non ha preso sotto quel voto).
Inoltre ci sono dei momenti in cui studiare viene meglio e momenti in cui non si riesce a memorizzare nulla.

alvinlee881
"nox89":
un conto è usarlo come espediente per passare tutti gli esami come fanno certi, che partecipano agli esami come fossero partite della tombola, dove più cartelle hai e più possibilità hai di vincere; con la differenza che qui, di cartelle (cioè di esami) puoi farne quanti ne vuoi.


Scusa te hai saltato qualche anno? Se no, non dovresti ancora aver iniziato l'univeristà, essendo dell'89. Quindi, come fai a dire "come fanno certi", e a dire che queste persone provano esami come partite della tombola, ed a esprimere certi giudizi accusuatori e generalizzati, se non sei in ambito universitario?

"nox89":

il problema sono anche tutti gli studenti che necessitano di alcuni anni in più per laurearsi; non è possibile che paghino quanto uno studente meritevole. Si parla tanto di premiare il merito in Italia e poi ci si perde sempre in un bicchiere d'acqua.

Sono in totale disaccordo. Lasciando da parte il fatto che parli senza avere ancora idea di come funzioni l'Università (sempre nell'ipotesi che tu abbia dato quest'anno la maturità), e che magari ti ritroverai tu stesso a essere in ritardo, mi da noia questa arroganza (magari giustificata, chessò, forse hai la sfera magica e sai già che te firrai in tempo) che ti porta a definire un "problema" gli studenti che non finiscono in 5 anni il 3+2. Si deduce che non hai assolutamente considerato il caso dello studente lavoratore: in quella situazione è veramente difficile finire in tempo. Oppure potresti dover abbandonare l'Università, o frequentarla a pezzi e bocconi, per certi periodi, e per ragioni che non hanno niente a che vedere con il non aver voglia di studiare. E finire dunque in ritardo. Oppure, semplicemente una persona incontra difficoltà nel suo corso di studi (mi riferisco a Matematica, che per la mia finora breve esperienza non è affatto facile), non riesce a passare alcuni esami, pur studiando da matti. Non a tutti serve lo stesso tempo. Per esempio, io ancora non sono in pari, ho dato solo 5 esami su 6 questo primo anno. Ma puoi fidarti che non ho studiato poco, anzi, mi sono fatto il c**o su praticamente tutte le materie (eccetto inglese, via...). Semplicemente, sono più "lento " di altri, ho i miei tempi. E come me molti altri.
Mi da noia la supponenza del dire "se uno non finisce in tempo, vuol dire che non ha voglia di studiare", specialmente detto da uno che ancora non è in ambito universitario.

E per quanto riguarda il "pagare di più", il fuori-corso paga eccome di più degli "in-corso": semplicemente paga anche le tasse (che non sono mai poche) degli anni in più. E anche a livello occupazionale, troverà sicuramente meno opportunitò di un "in-corso". E questo è risaputo. Quindi il modo di premiare la qualità e la velocità c'è eccome, e io sono d'accordo anche a proporre maggiori incentivi ai meritevoli, tipo l'implicazione suggerita da Elgiovo, anche se tale velocità sarà già premiata nel mondo del lavoro.

Mi sembra una sorta di "furore meritocratico", ma con accezione negativa, il voler penalizzare (più di quello che sono già, per cause del tutto naturali, cioè l'inevitabile e giusta selezione nel mondo del lavoro) gli studenti ritardatari, sulla base di facili generalizzazioni come
"fuori corso $=>$ non ha voglia", magari perchè si vedono persone fuori-corso che effettivamente non fanno niente dalla mattina alla sera, e si crede che siano tutti così.

Io ti auguro, nox89, di finire perfettamente in tempo e con la media del 30, ma se per caso non ci riuscirai, fra 5 anni, vieni a rileggere cosa dicevi quando ancora non ne sapevi niente e relegavi con estrema facilità i fuori-corso nella categoria dei "fannulloni"

nox89
Come dice elgiovo rifiutare un voto per tutelare la propria media alta, è una cosa che è lecito fare, tuttavia un conto è farlo qualche volta, un conto è usarlo come espediente per passare tutti gli esami come fanno certi, che partecipano agli esami come fossero partite della tombola, dove più cartelle hai e più possibilità hai di vincere; con la differenza che qui, di cartelle (cioè di esami) puoi farne quanti ne vuoi. Come diceva Orazio "est modus in rebus".
Comunque, a parte quelli che rifiutano il voto, il problema sono anche tutti gli studenti che necessitano di alcuni anni in più per laurearsi; non è possibile che paghino quanto uno studente meritevole. Si parla tanto di premiare il merito in Italia e poi ci si perde sempre in un bicchiere d'acqua.

elgiovo
Non mi vanno molto a genio quelli che tentano la sorte provando esami che hanno studiato a malapena, e ancora di meno mi vanno a genio i casi, seppur rari, in cui riescono a passare, con conseguente risatina che starebbe a significare "Io sono furbo: ottengo ciò che voglio senza il minimo sforzo". Certi atteggiamenti mi fanno propendere verso un giudizio positivo nei confronti delle proposte paventate dall'articolo.
D'altro canto, però, non posso fare a meno di pensare alla mia esperienza, e alle volte in cui mi è capitato di ripetere un esame perchè il voto (in genere un 24-25) mi rovinava la media. Tutte le volte che mi sono trovato a ri-studiare tutto da capo ho appreso qualcosa di nuovo, che era proprio ciò che non mi aveva permesso di raggiungere un buon voto (con buono intendo $>=27$), perciò da par mio non posso lamentarmi del nostro sistema di esami che mi garantisce una certa libertà e che, alle volte, mi permette di migliorarmi, non tanto nel voto quanto nelle conoscenze. Siccome dunque credo che la possibilità di ripetere esami "faccia sia male che bene" mi astengo dal voto.
Personalmente, inoltre, ritengo che la possibilità di dare tutti questi esami non sia la causa dell'elevato numero di studenti fuori-corso, infatti non mi risulta che la gente finisca l'università in ritardo per il rifiuto dei voti: si va fuori-corso perchè si trovano difficoltà, più o meno serie, nel sostenere gli esami, e a volte superare tali difficoltà comporta un notevole dispendio di tempo che mal si concilia con l'incredibile frequenza con cui gli esami stessi si presentano; io mi accingo a frequentare il terzo anno, e annovero nel mio palmares ben 23 (buoni) voti!!
Last but non least: sono un accanito "meritocrate": è giusto che chi ha difficoltà economiche sia esonerato dal pagamento delle tasse, ma a mio modo di vedere questa implicazione è ancora più giusta: $"media">=28 " "^^" " "in corso"rArr "no tasse"$. L'implicazione inversa, anch'essa molto interessante, era in voga al mio liceo: non pago le tasse a inizio anno, prevedendo di ottenere, alla fine, una certa media.

Domè891
"fu^2":
un modo potrebbe essere mettere anche i voti negati sul libretto... o farli pesare in qualche modo anche i voti con cui uno è bocciato.
Ovviamente questo colpisce tutti però sarebbe un disincentivo a provare a caso un esame.

Anche se non sarei prorpio d'accordo con questa riforma e in generale l'idea di questo cambiamento... sarebbero altre le riforme da fare...


Da noi c'è qualcosa di simile, il nostro regolamento prevede che gli esami con esito negativo (anche ritirato) vendono comunque annotati nel verbale d'esame, e su internet dove c'è il libretto elettronico, rimane una bella scritta RT finche non superi l'esame...

ciao

AleAnt1
Si sono daccordo. Nel caso in cui uno studente rifiuti un voto positivo ad un esame le cose cambiano e si potrebbe intervenire in qualche modo.

Forse prima non mi sono spiegato bene ma anche a me non stanno bene i fannulloni universitari. Il fatto è che quando si fanno delle riforme bisogna effettivamente andare a vedere anche su chi gravano ingiustamente e poi bisogna valutare.

nox89
Io non ho detto che è un ladro, io dico che lo stato deve fornire a tutti la possibilità di fare 5 anni ad un prezzo ragionevole. Se per qualsiasi motivo (soprattutto se hai rifiutato dei voti) tu hai bisogno di più di 5 anni per terminare un corso la cui durata prevista è di 5 anni, è giusto che tu debba pagare una rata maggiore per ogni anno "extra". Quando intendo di più non intendo cifre astronomiche, ovviamente, ma parecchio di più sì.
In alternativa è interessante valutare la proposta di far pagare un extra per ogni volta che ripeti un esame(soprattutto se rifiuti il voto).

fu^2
un modo potrebbe essere mettere anche i voti negati sul libretto... o farli pesare in qualche modo anche i voti con cui uno è bocciato.
Ovviamente questo colpisce tutti però sarebbe un disincentivo a provare a caso un esame.

Anche se non sarei prorpio d'accordo con questa riforma e in generale l'idea di questo cambiamento... sarebbero altre le riforme da fare...

AleAnt1
"nox89":

Studiare è un diritto di tutti, e ognuno deve avere la possibilità di farlo, ma se ne hai la possibilità e non lo fai come si deve non è certo giusto che tu debba pagare quanto gli altri.


Il problema è stabilire cosa si intente quando uno dice " studiare come si deve ".
Se ad uno i tre anni di università non bastano per laurearsi, causa problemi e difficoltà nello studio che deve fare mollare tutto?
Nessuno frequenta le università gratuitamente, perciò come è giusto che sia si pagano le tasse ogni anno.
Ma non mi dire che un fuoricorso si deve sentire quasi un ladro perchè costa di più ai contribuenti-

cozzataddeo
"GreenLink":
L'interruzione della carriera universitaria per un esame non superato in 2-3 appelli mi sembra francamente troppo severa.

Mhhh...mi sa che io propendo per essere d'accordo con questa proposta. Per la mia esperienza 3 appelli è un numero ampiamente sufficiente per il 90% degli esami che ho affrontato ad ingegneria e a matematica. Poi ce ne sono alcuni dove il docente è tremendamente esigente/pignolo/bastardo e quindi si fa molta piú fatica a passare e posso credere che alcuni abbiano bisogno di piú tentativi.

"GreenLink":
Sono più favorevole a distinzioni economiche per quanto riguarda meriti e demeriti.

Su questo sono meno d'accordo. Io studio matematica lavorando quindi sono fuori corso, tuttavia non seguo mai le lezioni, non uso mai i laboratori, ho sempre passato gli esami al primo appello quindi rappresento un costo minimale per l'Università pur pagando le tasse come chi usufruisce dei vari servizi. Non vedo perché dovrebbero aumentarmi le tasse...

In generale condivido l'analisi riportata nell'articolo: il tentativismo sta diventando un'attività praticata su larga scala e dev'essere arginata in qualche modo.

nox89
"AleAnt":

Credo che la differenza tra la scuola e l'università sia proprio questa. Uno studente universitario può organizzarsi lo studio come meglio crede e rifiutare tutti gli esami che vuole. Sono affari suoi.
Riguardo alle tasse sono d'accordo con la diminuzione delle stesse per meriti.Ma questo non implica che chi è fuori corso ne debba pagare di più come "demerito".


Chi è fuori corso fa pagare di più ai contribuenti italiani: un conto è pagare 5 anni di università ad uno studente, un conto è pagargliene 8, poi non lamentiamoci che non ci sono i soldi per la scuola se dobbiamo mantenere certe persone per più anni del dovuto. Studiare è un diritto di tutti, e ognuno deve avere la possibilità di farlo, ma se ne hai la possibilità e non lo fai come si deve non è certo giusto che tu debba pagare quanto gli altri.

wedge
Sicuramente le anomalie segnalate nell'articolo esistono. Bisogna però dire che l'autore non contempla il fatto che in molti dei paesi citati non esistono esami orali, mentre da noi si.

AleAnt1
Difficilmente nella mia facoltà qualcuno rifiuta voti superiori al 18.
Io personalmente sono della mentalità che il voto conta relativamente.....secondo me è meglio sbrigarsi nel concludere gli studi.

Comunque questa riforma danneggia molto gli studenti-lavoratori; e poi quegli studenti che hanno difficoltà con l'apprendimento e che quindi vanno lenti non perchè tentano questa lotteria di cui si parla nell'articolo, ma per effettive difficoltà personali.
Giustificare tutto ciò solo con il risparmio economico mi sembra veramente ridicolo. Ci sono altri settori dove si puo risparmiare.

Credo che la differenza tra la scuola e l'università sia proprio questa. Uno studente universitario può organizzarsi lo studio come meglio crede e rifiutare tutti gli esami che vuole. Sono affari suoi.
Riguardo alle tasse sono d'accordo con la diminuzione delle stesse per meriti.Ma questo non implica che chi è fuori corso ne debba pagare di più come "demerito".

GreenLink
L'interruzione della carriera universitaria per un esame non superato in 2-3 appelli mi sembra francamente troppo severa.
Sono più favorevole a distinzioni economiche per quanto riguarda meriti e demeriti.

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