Dialetti

Steven11
Mi ponevo questa questione, invitato da questo OT sull'uso del passato remoto e dal mio interesse generale verso la questione.

E poi, come sapete, la questione di questo dialetto esce fuori spesso e volentieri a livello politico, la Lega non fa mistero di volerlo nobilitare.
Originale l'iniziativa di Easyjet di mettere le comunicazioni in dialetto della città d'arrivo, ad es:
"v'arraccumannammo 'e v'assetta' 'o posto vuosto e v'attacca' 'a cintura 'e sicurezza
:-D

Scherzi a parte, il dialetto almeno qui a Roma va indebolendosi sempre più.
E da quel che so anche al Nord è passato di moda: a Milano, 1 anno fa, una tizia della Lega presso uno stand mi raccontava scandalizzata che la maestra a suo tempo le mise la nota perché parlava dialetto bergamasco, cosa invece secondo lei da premiare. Il tutto era da inquadrarsi in un disegno antilombardo.
Ho impressione che al Sud invece resista.

Vabbè, aspetto contributi: se si parla molto nella vostra zona, se lo parlate a casa etc.
A presto!

Risposte
vict85
"Steven":
[quote="@melia"]
Sono, invece, del parere che il telegiornale, anche quello regionale, deve essere in italiano.

Eh, mi spiace deluderti :-D :-D
http://www.youtube.com/watch?v=Te4IbKwHxQQ

Sbaglio o richiama vagamente la parlata francese, per pronuncia?[/quote]

:roll: francese? Mah... Quello dalle mi parti lo è molto di più...

Non sapevo cosa metterti per ripassare il tuo francese e così mi limito ad una brutta figura di Sarcozy :P ... http://www.youtube.com/watch?v=lopTeC-0 ... re=related

Luca.Lussardi
In casa mia da sempre si parla praticamente solo dialetto bresciano (della bassa bresciana, che è diverso da quello più rozzo della val camonica). I miei non vivono più a Brescia ma dove abitavo prima di trasferirmi il dialetto bresciano era parlato comunemente da tutti.

Steven11
"@melia":

Sono, invece, del parere che il telegiornale, anche quello regionale, deve essere in italiano.

Eh, mi spiace deluderti :-D :-D
http://www.youtube.com/watch?v=Te4IbKwHxQQ

Sbaglio o richiama vagamente la parlata francese, per pronuncia?

Sk_Anonymous
Dalle mie parti si parla il friulano (che, per dirla tutta, è riconosciuto ufficialmente come lingua :-D).
Il territorio in cui vivo è caratterizzato dalle presenza di molti paesi piccoli (spesso e volentieri con qualche centinaio di abitanti) e da pochi centri grossi (dai diecimila abitanti in su): il friulano è molto parlato nei paesi (per quanto mi riguarda lo uso in famiglia e con quasi tutti gli amici), mentre è molto meno usato in città.

giulia.cona
"@melia":
In Veneto il dialetto è ancora la lingua madre, nelle città prevale l'italiano, anche nelle famiglie, ma le persone della mia generazione parlano dialetto con i coetanei e italiano con i figli.

confermo...abito in provincia di Verona e sento molto poco parlare in dialetto...i miei genitori in casa non lo parlano mai, io ho imparato qualcosa sentendoli chiacchierare con altri genitori o stando con i miei coetanei...perchè inevitabilmente ogni tanto qualcosa in dialetto scappa... :D ...specialmente stando a contatto con coloro che abitano delle "basse" veronesi che utilizzano il dialetto molto più spesso di quanto non si faccia dalle mie parti...

vict85
"Faussone":
Il dialetto aiuta a volte a esprimere concetti o meglio sfumature che in italiano non è possibile tradurre, è una lingua radicata al territorio che certo è un peccato perdere. Ma va mantenuto negli spazi giusti e l'idea di proporlo come materia scolastica è una baggianata assurda secondo me.... Certo avrebbe senso distinguere i programmi di italiano nelle diverse regioni in modo che gli studenti romani conoscano bene Belli e i lombardi Porta ma non andrei molto al di là di questo.
Per quanto riguarda i telegiornali in dialetto poi siamo al ridicolo.
La lingua è una delle cose che fa una nazione....

A me l'italiano non dispiace e anzi non sopporto che sia maltrattato (tipo il piuttosto che... piuttosto che... piuttosto che... a raffica che mi fa venire l'orticaria)...


Una lingua serve per comunicare. Se stai parlando con una persona che non conosce il dialetto o che non ne conosce le sfumature allora questo tuo esprimere concetti e sfumature si fermano a te e fai capire anche meno alla persona con cui stai parlando. Spesso poi si danno per scontate varie cose quando si comunica e alcune sfumature potrebbero comunque essere impercettibili da persone di generazioni diverse alla tua (per fare un esempio stupido se una parola significa "la sensazione che si prova correndo a piedi nudi su un prato" allora se tu non l'hai mai fatto ne comprendi il significato solo parzialmente). Inoltre penso che il tuo non saperle esprimere in italiano è molto probabilmente legato al fatto che la tua madrelingua non è quella (e d'altra parte ci sono cose che possono essere espresse meglio in inglese, francese, swahili o inuktitut rispetto all'italiano ma dubito che tu decida di usare quelle lingue per esprimerle). Senza contare che alcune cose potrebbero non essere comprese. Le esperienze su uno stesso territorio inoltre cambiano con le generazioni e forse cambiano più le esperienze in uno stesso territorio tra generazioni che tra le stesse generazioni tra due territori vicini ma con dialetti diversi.

Lo studiare il mio dialetto non mi permette poi di comprendere a fondo Goldoni che scrive in un altro. Quindi studiare il proprio dialetto, come se fosse una materia scolastica, è piuttosto inutile inoltre finiresti per non comprenderne le sfumature. Cioé o lo impari dall'uso oppure non lo impari affatto che tanto ci sono lingue più utili da imparare.

Per quanto ne so gli insegnanti di italiano possono decidere che autori fare (anche se ci sono autori che non possono essere saltati). Quindi decidere dal ministero una differenziazione regionale mi sembra inutile. Spingiamo al limite ulteriormente verso l'autonomia degli istituti scolastici.

Ovviamente telegiornali e simili andrebbero in italiano d'altra parte in quale dei vari dialetti della regione dovrebbero parlare? Usare quello del capoluogo è un insulto agli altri dialetti...

@melia
Quando frequentavo la quinta elementare al sabato mattina facevamo un'oretta di "lezione di dialetti", ho imparato alcune poesie e canzoncine in vari dialetti italici, poi a scuola con la maestra se ne scriveva la traduzione in italiano, a casa con la mamma, o meglio con la nonna, quella in dialetto veneto. Non so se fosse parte del programma di scuola o se dipendesse da una maestra illuminata, propendo per la seconda, questa cosa mi è stata molto utile in seguito perché avevo capito il senso della frase "una traduzione o è fedele o è bella", tertium non datur.

Secondo me le lezioni di dialetto potrebbero sopravvivere con questo scopo, o per non dimenticare le opere di qualche autore importante, i miei nipoti di escusiva lingua italiana, non capiscono le commedie del Ruzzante, e qualcuno neppure quelle del Goldoni o di Galina (a teatro devo fare da interprete).

Sono, invece, del parere che il telegiornale, anche quello regionale, deve essere in italiano.

Faussone
Il dialetto aiuta a volte a esprimere concetti o meglio sfumature che in italiano non è possibile tradurre, è una lingua radicata al territorio che certo è un peccato perdere. Ma va mantenuto negli spazi giusti e l'idea di proporlo come materia scolastica è una baggianata assurda secondo me.... Certo avrebbe senso distinguere i programmi di italiano nelle diverse regioni in modo che gli studenti romani conoscano bene Belli e i lombardi Porta ma non andrei molto al di là di questo.
Per quanto riguarda i telegiornali in dialetto poi siamo al ridicolo.
La lingua è una delle cose che fa una nazione....

A me l'italiano non dispiace e anzi non sopporto che sia maltrattato (tipo il piuttosto che... piuttosto che... piuttosto che... a raffica che mi fa venire l'orticaria)...

GIBI1
Ma quello che si parla è ancora il dialetto? o semplicemente una forma di italiano "dialettizzato". E' innegabile che il dialetto ante TV non esiste più, nel mio dialetto (che è la mia vera lingua, ho sempre considerato l'italiano come seconda lingua) quasi tutte le parole caratteristiche sono scomparse e sostitute con termini italiani pronunciati in forma dialettale.
Oggi dando un’occhiata al mio vecchio vocabolario del dialetto ho rivisto parole e modi di dire che avevo cancellato dalla memoria, è stata una spiacevole sorpresa: ho dimenticato la mia lingua madre, al diavolo l’italiano (che non mi è mai piaciuto), devo cominciare a studiare il dialetto.

@melia
In Veneto il dialetto è ancora la lingua madre, nelle città prevale l'italiano, anche nelle famiglie, ma le persone della mia generazione parlano dialetto con i coetanei e italiano con i figli. Io parlo italiano con i miei studenti, i miei nipoti, con tutti i non-veneti, con le persone che non conosco, con le nuove generazioni. Parlo dialetto in famiglia, con i colleghi, con i vicini, con i bottegai, spesso anche con i genitori dei miei studenti, soprattutto se noto in loro delle difficoltà ad esprimersi in italiano.
In ogni caso cerco di distinguere le due lingue non dialettizzando parole in italiano se c'è un corrispondente in dialetto. Ci sono comunque situazioni o cose che non mi pare abbiano il corrispondente in italiano, quindi anche parlando italiano uso la parola in dialetto, adesso mi vengono in mente l'odore "da freschin", odore che rimane sulle cose usate per pesce o uova e lavate in acqua dolce fredda, e le "castraure", una specie di carciofini che nascono nella pianta del carciofo il primo anno, prima che la pianta produca effettivamente dei carciofi.

Benny24
Io in casa parla essenzialmente dialetto, con l'aggiunta di parole italiane dove non mi riesce di trovare un termine nella lingua locale. La mia zona è fatta di paesi sostanzialmente piccoli, dove anche i giovani parlano il dialetto come prima lingua. Alcuni miei amici infatti, pur essendo evidentemente abituati a parlare in italiano a casa, si sforzano di parlare in dialetto con i coetanei. Suona un po' innaturale, in effetti. Essendo poi vicinissimo a zone in cui si parlano sloveno e friulano, a molti piace pure buttare là qualche frase in quelle lingue (ne hanno proprio lo status).

Personalmente uso l'italiano solo all'università o con le persone che so non conoscere il mio dialetto, da cui la mia parlata spontanea è però fortemente influenzata. Tuttavia, specialmente parlando con gli anziani, ci si rende conto che il dialetto di oggi tende ad essere più povero di quello parlato anni fa, perchè si tende a sostituire termini dialettali originali con il corrispondente italiano dialettizzato. Personalmente lo ritengo un peccato, ma d'altronde si sa che le lingue sono come gli uomini che le parlano: vivono, si evolvono e muoiono.

vict85
"Steven":
Per quanto riguarda Roma c'è da considerare che il dialetto è molto vicino all'italiano.


:roll: io direi proprio di no... Voi romani siete un po' Roma-centrici... Non è affatto così vicino all'italiano, è più vicino di altri dialetti e accade abbastanza spesso che comici e personaggi pubblici romani parlino un italiano misto. Il fatto che in tv sia comune sentire qualche parola in romano fa sembrare che le due lingue siano simili ma in realtà è solo che alcune parole del romano entrano nel dizionario degli italiani che non li usano ma li capiscono. Fanno così anche i comici di altre regioni ma in questo caso tu percepisci che non è italiano. Recentemente mi capita abbastanza di chattare con romani e, seppur parliamo in italiano, mi capita spesso di dover chiedere che significa una parola.
Tieni presente che Manzoni ha creato l'italiano dal dialetto toscano... anche se con alcune, non trascurabili, differenze.

vict85
A Torino penso di non averlo mai sentito usare. Dalle mie parti (Gattinara in provincia di Vercelli) il dialetto è parlato dalle persone anziane (e anche loro lo usano sempre meno se circondate da persone che non lo parlano). I giovani, se molto legati alle radici, lo imparano ma non lo usano quasi mai (se non proprio per esprimere questa appartenenza). Io personalmente lo capisco (come per altro posso capire lo spagnolo che non ho mai studiato) ma non lo parlo. Personalmente non ne sento la mancanza e non me ne frega nulla (il mio senso di appartenenza ai luoghi è molto vicino allo 0, io mi lego alle persone).
Ricordo che mia mamma, come insegnante alle medie, mi aveva raccontato di un ragazzino arrivato alle elementari senza conoscere l'italiano (in tempi relativamente recenti). Ma d'altra parte una situazione del genere, in cui molti bambini non conoscono il dialetto o comunque non sono abituati a parlarlo, lo mette quasi alla pari di un extracomunitario (anche perché non era certo un benestante, altrimenti la tv l'avrebbe educato).
Comunque come dice Camillo pensare che di dialetto, anche all'interno della stessa regione, sia unico è una utopia. Il dialetto di Torino, quello di Cuneo, quello di Gattinara e quello di Vercelli sono 4 dialetti diversi (del gattinarese esiste anche un dizionario). D'altra parte mia mamma è sempre vissuta a Torino ma ha una mamma calabrese e un padre torinese quindi anche se mio padre discende da una famiglia di Gattinara (anzi da 2, mia nonna però insegnava italiano e quindi mio padre stesso conosce poco il dialetto) è ovvio che io non ho imparato il dialetto (e poi quale avrei dovuto imparare?).

P.S: avere avuto un mamma, una nonna e una bisnonna insegnanti di lettere penso che abbia influito non poco sul mio italiano...

G.D.5
Qui da me ci si esprime in dialetto quasi ovunque. Fanno eccezione solo gli studi legali e l'Università (ma solo durante le ore di lezione e solo se le parole sono pronunciate dai porf.).

Camillo
Il dialetto milanese lo capisco se non è troppo stretto ma non lo parlo.
In casa nostra si parlava italiano in quanto mio padre era di Torino, mia madre di vicino a Milano e quindi dialetti assai diversi : il punto di incontro era l'italiano :D
Adesso a Milano lo sento parlare molto poco ; fuori Milano invece, dove ha già caratteristiche diverse è molto più parlato anche dai giovani.
Avvicinandosi poi a Bergamo il dialetto diventa totalmente incomprensibile : un'altra lingua al punto che non si capisce neppure di che argomento stiano parlando.
Il dialetto un valore ? forse sì ma lo vedo destinato se non a sparire a ridursi molto.
Il maggior pregio che ha avuto la televisione è stato quello di diffondere in tutta Italia la conoscenza dell'italiano.

Fioravante Patrone1
"Steven":
Per quanto riguarda Roma c'è da considerare che il dialetto è molto vicino all'italiano.
l'italiano dei "giornalisti" televisivi, dei "tronisti", etc...

Ok, parlo di me. Certo che l'uso del genovese sta diminuendo, e parecchio. La struttura di Genova è policentrica, per cui i residenti "fissi" (da un paio di generazioni, diciamo) nei vari centri (Voltri, Pegli, Albaro, Castelletto, Carignano, etc...) tendono a mantenere l'uso del dialetto. Ma le immigrazioni (non parlo degli stranieri, parlo delle migrazioni interne all'Italia) e la maggiore mobilità, oltre che l'influenza dei mezzi di comunicazione e di relazione di massa contribuiscono ad erodere questo zoccolo duro.

Personalmente sono stato abituato in casa a parlare dialetto. Un dialetto genovese un po' imbastardito dal fatto che la provenienza dei miei genitori è sì genovese per entrambi, ma da due luoghi ben distinti: Voltri e Davagna (val Bisagno). E avverto benissimo la differenza tra i due dialetti. Comunque parlo e capisco benissimo il genovese, che è la lingua con la quale mi esprimo con i miei genitori. E anche con vari conoscenti. Certo che nella vita lavorativa mi capita poco(*).

Non ho particolare nostalgia del dialetto o dei dialetti, comunque. Nonostante ne avessi persino imparato un altro, quello della valle dell'Orba, dove passavo buona parte delle vacanze estive (parafrasando il personaggio di Molière, potrei dire che abbiamo fatto agriturismo per anni, senza saperlo).
Dovendo scegliere tra "localismo" ed "universalismo", scelgo senza dubbio il secondo, da cittadino del mondo.


(*) Il mio dirimpettaio di studio è Franco Bampi, che pure ha scritto un vocabolario italiano-genovese...

Steven11
Per quanto riguarda Roma c'è da considerare che il dialetto è molto vicino all'italiano.
Quello degli anziani, comunque abbastanza comprensibile, va scomparendo secondo le modalità che dice Mathematico.
Io in casa parlo un romanesco sicuramente più stretto del romanesco di oggi, ma alle fne le differenze con l'italiano possono condensarsi in poche caratteristiche:
-costruzione stare+a+infinito verbo invece che stare+gerundio verbo
-Prima persona plurale presente dei verbi, alcune forme sono significativamente differenti (facciamo-famo) (siamo-semo) (abbiamo- amo/avemo), (prendiamo-pijamo) (sappiamo-sapemo)
-condizionale presente 1 persona sing., che quasi comicamente si comporta così:
Io sarei=>Io sarebbe (cioè è uguale alla terza persona).

Per il resto, confermo quanto detto da elgiovo
Se uno parla in dialetto lo fa perché vuol essere simpatico oppure vuole ottenere un effetto volutamente "rozzo".

A maggior ragione il romanesco, associato da sempre ad u riferimento non proprio...culturale :)

wedge
credo sia venuta l'ora di mettere una sezione dialettale di matematicamente, dopo quella in inglese :)
non saprei contribuirvi molto, siccome purtroppo non porterò avanti questa parte di cultura.
da me in famiglia si è sempre parlato italiano, e benchè io capisca il dialetto, non sono assolutamente in grado di parlare lumbard e quindi eventualmente trasmetterlo ai miei figli.

cirasa
Personalmente, io, che vivo nel nord-barese, in famiglia parlo sempre e solo in dialetto. Con gli amici, invece, si parla una lingua ibrida, mista fra dialetto e italiano. Confermo la tendenza descritta da Mathematico in merito alla "italianizzazione" del dialetto, soprattutto fra i giovani. Da noi spesso termini italiani vengono espressi in dialetto semplicemente aggiungendo il tipico accento barese e troncando le vocali finali, mentre via via si perdono i termini dialettali originari, ricordàti solo dalle persone più anziane.

A proposito di persone volutamente "rozze", segnalo che l'ormai famoso Emilio Solfrizzi ha iniziato la sua carriera in reti televisive locali della mia zona, anche interpretando il ruolo di "Piero Scamarcio", un cantante rozzo e grezzo (Provate a cercare su youtube "Piero Scamarcio", per i baresi è un idolo)
Dubito che i non-baresi apprezzino, ma personalmente vedere Emilio Solfrizzi nelle ultime fiction mette un po' di tristezza e nostalgia.
E la stessa strada più recentemente è stata seguita da Checco Zalone (dal dialetto il "Cozzalone" è una persona molto grezza e volgare).

elgiovo
Da noi tutti conoscono il dialetto, ma non lo parla praticamente nessuno, solo qualche anziano. Se uno parla in dialetto lo fa perché vuol essere simpatico oppure vuole ottenere un effetto volutamente "rozzo". Ciò che tutti usano invece sono le abbreviazioni e qualche pleonastico, che so: "Andamo a magnà?", "Domani c'ho l'esame", "Stasera me vado a fa 'n giro 'n centro". Piuttosto, di noi perugini si nota subito l'accento, molto cadenzato.
Segnalo due doppiaggi divertenti nel dialetto "de noaltri de Perugia":

- Il rifacimento della pubblicità della Tim: http://www.apomatto.com/
- Taxi Driver diventa Taxi Fraido in questo divertente video dedicato all'evento Eurochocolate, durante il quale a migliaia si riversano nella nostra città causando qualche problemino a noi "autoctoni": http://www.apomatto.com/doppiaggi/detail.php?id=10

Cercando nel sito ne troverete molti altri, e anche nel sito 7cervelli :-D

Segnalo anche Wikidonca, un vero e proprio dizionario di detti e lessico perugino.

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