Cosa fare per ambire alla ricerca?

Hypersfera
Ho pubblicato un post (non su questo forum) per discutere della scelta universitaria che dovrò intraprendere tra qualche anno - la quale è del tutto irrilevante per i fini di questo post ma è altresì fondamentale per comprendere l’origine di quest’ultimo -.
Dai discorsi su Pisa e la Normale, e relativo test di ingresso che richiede una preparazione affine a quella necessaria per le olimpiadi, dalle considerazioni su Bonn e altre università valide un utente esordisce come segue (non sono le parole letterali ma il senso è quello): “Supponendo tu sia al quinto anno, lascia perdere la possibilità di spiccare nel mondo accademico della ricerca, olimpiadi ed eventuali medaglie fields; ormai è troppo tardi”.
Al che chiedo delucidazioni, e un altro mi risponde dicendo:”La matematica è un ambito in cui si invecchia presto, o fai qualcosa di grandioso da giovane o non lo farai mai”.
Rispondo dicendo che, sebbene già sapevo fosse improbabile che la prima pubblicazione avvenga a 50 anni, è altrettanto improbabile che essa avvenga a 15 anni (la mia età).
A questo punto il primo utente ribatte:”Ah allora se ne hai 15 tenta pure, sei in tempo”.
Ed ecco che posso finalmente formulare il quesito chiave di questo post: Fare cosa?
Studiare matematica non per obbligo scolastico ma per passione personale dedicandole tanto tempo? Questa è una cosa che già faccio da un po’ di tempo a questa parte però.
Mi sembra l’unica possibilità plausibile, perché sia tentare la ricerca che padroneggiare argomenti da triennale/magistrale alla mia età è assurdo e impossibile.
Il punto è che non capisco cosa possa fare per ambire alla ricerca di livello elevato il me quindicenne che il me ipotetico diciottenne non potrebbe fare (a parità di circostanze); vi chiedo quindi gentilmente di aiutarmi a capire.

Risposte
Studente Anonimo
Studente Anonimo
"megas_archon":
non mi permetterei mai di giudicare le persone che oltretutto non conosco
Ma va, chi ti giudica? No no, era semplicemente per dire che non è la prima volta che sento fare un discorso simile. Poi, tu hai linkato un tuo articolo (in realtà, molti) ed è facile risalire al tuo nome, e google esiste. Non ci conosciamo personalmente, comunque. Credo abbiamo parlato solo qui.
se il contenuto è valido resterà comunque protetto da possibili plagi/oblio.
è piu complicato di così, ma infatti, evitiamo l'off topic, ne parleremo un'altra volta. (In realtà, preferirei di no...)

Buona notte!


Purtroppo in rete, leggendo testi, è facile fraintendersi. Intendevo dire che il mio commento al tuo commento su arXiv (che al mercato mio padre comprò) esprimeva solo un giudizio su quella specifica riflessione scritta in quel modo e l'aggettivo un po' colorito usato aveva come dominio semantico quella semplice circostanza.
Non avevo perplessità sul fatto che si sappia chi sia e va benissimo così, se però qualcuno sta pure a sentire i miei sproloqui sul web e se li ricorda persino a distanza di anni, non posso esimermi dal fargli i complimenti per la memoria. Per il resto sono un niubbo semplice e confido sempre che un DOI sia di per sé sufficiente a tenere archiviato ciò che scriviamo, che poi, di fatto, non interessi ad alcuno leggere banalità, lo si accetta serenamente. Chiuso davvero l'OT, un saluto e buona notte a tutti!

megas_archon
non mi permetterei mai di giudicare le persone che oltretutto non conosco
Ma va, chi ti giudica? No no, era semplicemente per dire che non è la prima volta che sento fare un discorso simile. Poi, tu hai linkato un tuo articolo (in realtà, molti) ed è facile risalire al tuo nome, e google esiste. Non ci conosciamo personalmente, comunque. Credo abbiamo parlato solo qui.
se il contenuto è valido resterà comunque protetto da possibili plagi/oblio.
è piu complicato di così, ma infatti, evitiamo l'off topic, ne parleremo un'altra volta. (In realtà, preferirei di no...)

Buona notte!

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"megas_archon":
Infatti questo discorso è OT, quindi magari ne parliamo in separata sede. Solo: Zenodo, OSF, Figshare, sono repository di dati ci mancherebbe la madonna che non rendessero la vita impossibile a chi vuole pubblicarli presto rendendoli disponibili.
Per il resto, non c'è nessuna spocchia, io non ho mai avuto problemi a ospitare i paper su arXiv -lo facevo e faccio per dare un riferimento quasi universalmente accettato a cui linkare i vari paper belli (pochi) e brutti (molti) che ho scritto. Invece, in passato tu ti sei molto lamentato della selezione all'ingresso fatta da arXiv.
E sei anche, ancora, convinto che i journal siano tutti sullo stesso piano, cioè che basti pubblicare "da qualche parte" e fine. E' più complicato di così, purtroppo per tutti noi (che soffriamo questo sistema molto più dei ricercatori amatoriali). In ogni caso questo è ancora piu off topic, quindi ne parliamo un'altra volta, preoccupiamoci di ficcare nella testa di OP che non dovrebbe ascoltare la gente su internet. A parte noi, noi abbiamo ragione.


Concordo sull'OT, ho semplicemente replicato a cose scritte che reputavo solo parzialmente esatte, virgolettando un aggettivo colorato per riassumere la mia percezione del tipo di critica, non mi permetterei mai di giudicare le persone che oltretutto non conosco (qualora poi ti andasse di presentarti, giacché sembri conoscermi bene, magari riuscirei meglio a inquadrare il senso generale delle future risposte - tirando giusto a indovinare, direi che sei specializzato in teoria delle categorie... ma magari mi confondo con qualcun altro).
Giusto una parola su come si è evoluta la mia opinione sul sistema dell'endorsement di arXiv: continuo a reputarlo poco simpatico e macchinoso per chi fa ricerca in proprio, non scevro da componenti soggettive, ma accetto che sia un prerequisito imposto da quanto di meglio abbiamo come repository di matematica/fisica, in assenza della possibilità di operare un miglior controllo sul contenuto degli articoli.
Devo ora smentire categoricamente un pensiero falso che mi si attribuisce e che non mi è mai appartenuto: non reputo tutti i journal identici, ci mancherebbe... ci sono quelli aperti sia per chi invia, sia per chi legge e quelli a pagamento, ai quali mi guarderò sempre bene dal contribuire in modo attivo 8-) Battute a parte (fino a un certo punto), ciò che volevo intendere è che se hai già inviato/pubblicato un articolo presso un journal (anche fosse il peggiore sulla faccia della Terra), poi non ti è comunque concesso reinviarlo ad altri e il contenuto dell'articolo può essere buono o scarso in sé, non è il journal che lo determina! Ciò non vuol mica dire che un journal prestigioso contenga statisticamente altrettanti ottimi articoli di uno di fascia inferiore, ma se invii un articolo a un singolo journal che hai deciso per motivi tuoi e te lo pubblica non hai alcuna prova che un journal più quotato non lo avrebbe comunque accettato: chi viene pagato in base a ciò, sceglierà di conseguenza, gli altri facciano come preferiscono (IMHO), se il contenuto è valido resterà comunque protetto da possibili plagi/oblio. Questo in sintesi è il mio pensiero personale e liberi di dissentire, che è sempre cosa buona e giusta.
"Ricercatore indipendente" non credo sia sinonimo di "ricercatore amatoriale"; che poi ci siano ricercatori indipendenti molto, ma molto, più bravi, prolifici e titolati, non ho dubbi... sarei però anche curioso di sapere come mai dei ricercatori professionisti non abbiamo saputo rispondere al mio post poco più in basso in questa stessa sezione o se riescano facilmente a migliorare il bound che ho fornito per il problema dei $4 \times 4 \times 4$ punti, avendo già risolto il caso generale del $3 \times 3 \times \cdots \times 3$.

Per tornare finalmente IT: a 15 anni la motivazione è davvero tutto, anche perché in genere essa abbonda laddove c'è talento (parlando di matematica e non di calcetto). Sul fatto che sparare frasi perentorie non sia un buon modo di argomentare non ci piove e sono contento che praticamente tutti qui conveniamo sul rigettare tale opinione avvilente per l'OP. L'unica mia perplessità è sulla concreta possibilità di raggiungere obiettivi che dipendono in larga parte da terzi (premi, fortuna nel riuscire a fare qualcosa anticipando altri che già ci lavorano, etc...), perché può andare bene o meno bene, quindi partirei da delle tappe necessarie e mi godrei intanto il viaggio in modo sereno (che non vuol dire rilassandosi o prendendosela comoda seguendo il mio pessimo esempio).
Step 1 - come ha saggiamente scritto gugo82: imparare a studiare matematica (cosa non banale).
Step 2 - iniziare a studiare argomenti basilari di interesse, su cui costruire poi e approfondire.
Step 3 - esercitarsi cercando di mantenere un atteggiamento attivo e, aggiungerei, creativo.
Step 4 - leggersi qualche articolo scientifico recente per avere spunti, idee e tenersi aggiornati, iniziando ad apprendere "per osmosi" le specificità del caso.
Step opzionale: divertirsi, condividere con gli altri, confrontarsi con chi ne sa di più, guardare avanti con fiducia e voglia di procedere oltre i limiti che magari, alcuni, cercheranno di prospettare.

L'unico errore che francamente eviterei dall'inizio, è il provare adesso a risolvere problemi famosi e palesemente troppo complessi... cosa che fanno moltissimi amatori. Sciegliersi una branca abbordabile adesso e poi specializzarsi anche in altro con più tempo (esempio, partire con teoria dei grafi, che è più facile dei sistemi dinamici basati su paccate di equazioni differenziali e man mano costruirsi la base per approfondire campi più astratti/complessi). Poi, l'idea buona per risolvere un problema importante, può venire anche adesso... ma un conto è leggersi per diletto un libricino divulgativo su quei problemi e pensarci ogni tanto, un altro è ossessivamente pretendere di dimostrare la congettura di Collatz, perché spesso si arriva poi a convincersi di averlo fatto sul serio, con strumenti basilari e in meno di 20 pagine, spesso.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"megas_archon":
preoccupiamoci di ficcare nella testa di OP che non dovrebbe ascoltare la gente su internet. A parte noi, noi abbiamo ragione.

:lol:

Ecco tornando in tema (ho letto tutto solo adesso), credo che comunque questa cosa di non ascoltare chi parla per slogan e sparate (come quelli dell'altro forum citato da OP) sia fondamentale. In fondo, quando facciamo quello in cui crediamo, abbiamo solo noi stessi su cui poter contare.

@Hypersfera: se posso darti solo un piccolo consiglio: non basare la tua valutazione della qualità di quello che fai su quanto gli altri ti dicono quanto sei bravo. Per dire, adesso che hai 15 anni penso che sentirai tantissima gente dirti "che ragazzo geniale, un genio assoluto!", questo è molto bello e fa bene all'autostima ma adagiandotici sopra rischi di rilassarti un po' troppo. In fondo, se tu vuoi fare il ricercatore e un non-ricercatore ti dice che sei un genio, puoi tranquillamente ignorarlo e far finta di non aver sentito (in questo senso, la gente parla tanto e pensa poco). Suggerisco di ascoltare solo le opinioni delle persone che hanno conquistato la tua stima.

"Hypersfera":
Certamente diventare un ricercatore è di per sé un bel traguardo, tuttavia io ambisco a qualcosa di più, ovvero diventare uno di quelli che vincono prestigiosi premi e che resteranno per sempre sia nel firmamento dei grandi che nei libri.
Sono disposto a farlo impegnandomi con tutte le energie su cui potrò fare affidamento e non, senza smettere mai di credere in ciò che sto facendo; contribuire in modo più che significativo alla disciplina che amo è l'unico fine della mia vita.
Questo è lo spirito giusto, il resto non importa.

megas_archon
Infatti questo discorso è OT, quindi magari ne parliamo in separata sede. Solo: Zenodo, OSF, Figshare, sono repository di dati ci mancherebbe la madonna che non rendessero la vita impossibile a chi vuole pubblicarli presto rendendoli disponibili.
Per il resto, non c'è nessuna spocchia, io non ho mai avuto problemi a ospitare i paper su arXiv -lo facevo e faccio per dare un riferimento quasi universalmente accettato a cui linkare i vari paper belli (pochi) e brutti (molti) che ho scritto. Invece, in passato tu ti sei molto lamentato della selezione all'ingresso fatta da arXiv.
E sei anche, ancora, convinto che i journal siano tutti sullo stesso piano, cioè che basti pubblicare "da qualche parte" e fine. E' più complicato di così, purtroppo per tutti noi (che soffriamo questo sistema molto più dei ricercatori amatoriali). In ogni caso questo è ancora piu off topic, quindi ne parliamo un'altra volta, preoccupiamoci di ficcare nella testa di OP che non dovrebbe ascoltare la gente su internet. A parte noi, noi abbiamo ragione.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"megas_archon":
[quote="megas_archon"]Ma no, c'è tanta di quella ricerca mediocre/inutile/malfatta su arXiv... Non è certo il caso di Armando, ma il punto è che la soglia di accesso per mettere un preprint lì è tenuta praticamente a zero, dato che lo scopo di arXiv è di essere un repository che facilita/standardizza l'accesso agli articoli prima che vengano pubblicati ufficialmente dalle riviste.
[/quote]

Credo che questo discorso non sia propriamente IT, ma avendo assistito l'anno scorso alla videoconferenza che tennero, posso dire che lo sforzo organizzativo (sia presente che prospettico) che ho notato non mi è parso proprio così trascurabile. Inoltre, non condivido questo attacco "spocchioso" alla più importante online repository del mondo scientifico che è un riferimento anche per altre (vedi HAL)... per uppare semplici preprint e farsi assegnare un DOI ci sono Zenodo, OSF (moderazione non inesistente, ma proprio minima), Figshare. Ci sono anche altre opzioni più specifiche, ad esempio due miei lavori sono su Optimization Online e lì una parte viene scartata perché l'ho provata.
Detto ciò, la situazione di arXiv (a detta di utenti di MO di cui ho letto i contributi) dovrebbe essere la seguente: il sistema tende a non filtrare chi ha un'affiliazione ed è verificato tramite email istituzionale (i lavori di chi non ha avuto bisogno di essere "endorsato" non passano per un controllo capillare, mentre ciò capita a chi, come il sottoscritto, ha dovuto ricevere endorsement specifici in ogni singola sezione a cui ha sottomesso le proprie pre-pubblicazioni, nel mio caso math.CO, math.NT e persino math.GM, anche se poi mi è capitato di vedermi magari riclassificare un lavoro da math.CO a cose come math.HO, ma questa è un'altra storia). Il punto della valutazione preliminare della possibile "serietà" di un preprint sta tutto qui: se un claim importante appare in sezione generale, è altamente probabile che sia poco credibile, perché verosimilmente riclassificato dalla moderazione... ci sono invece tanti casi di paper poi apparsi su riviste importanti che sono stati riclassificati e in rete si trovano anche commenti perplessi degli autori.

Giusto per dire, un mio articolo [XYZ] (pubblicato su un journal qualsiasi $3$ anni prima di inviarlo), che ammetto non essere certo la cosa migliore che abbia prodotto, è stato automaticamente messo "On hold" dall'algoritmo (dopo pochissimi secondi dall'invio, giusto il tempo di refreshare la pagina), poi tenuto in valutazione per un paio di mesi e infine rigettato, ricevendo per email un messaggio standard in cui mi si invitava a chiedere pareri a colleghi o ai revisori di qualche journal.
Ho risposto solo che non avrei potuto chiedere parere a revisori, avendolo questi già approvato al tempo della sua pubblicazione e mi hanno risposto di replicare con i motivi specifici della contestazione, così da poterlo riconsiderare. Non l'ho fatto perché la mia non era una richiesta di appello, ma un semplice commento dubbioso su una specifica frase del messaggio ricevuto... e non mi interessa certo farmi approvare un lavoro già pubblicato che è solo la seconda parte di una trilogia di articoli, con contenuto minimo rispetto agli altri due.

Per dire, non generalizziamo... se manca il peer-review, mi aspetto che ci sia sempre quell'1% o 2% di cretinate che passa tra le maglie non strettissime della rete, specie se inviato da autori approvati di default. Poi chiunque li può segnalare, scrivere una confutazione e upparla con i relativi riferimenti e il tutto rientra. Gli articoli con claim mirabolanti, tipo "Dimostrazione HP di Riemann", magari in $15$ pagine che appaiono in math.GM probabilmente non vale nemmeno la pena di aprirli, se si va di fretta... ma chiediamoci come mai siano lì e non in math.NT :wink:

P.S.
Gli articoli in Word non credo proprio possano essere inviati, perché il sistema non li accetta e compila da sé il file sorgente. Ecco le linee guida per poter inviare un articolo ad arXiv (mi pare comunque più complesso caricare un eventuale PDF generato da un .docx rispetto a Zenodo o Figshare, utilissimi a mio avviso per i data file o per gli amatori che non hanno la possibilità di essere endorsati): https://info.arxiv.org/help/submit/index.html#text

megas_archon
"megas_archon":
Ma no, c'è tanta di quella ricerca mediocre/inutile/malfatta su arXiv... Non è certo il caso di Armando, ma il punto è che la soglia di accesso per mettere un preprint lì è tenuta praticamente a zero, dato che lo scopo di arXiv è di essere un repository che facilita/standardizza l'accesso agli articoli prima che vengano pubblicati ufficialmente dalle riviste.

Nessuno, ad esempio, controlla che il contenuto sia corretto, cioè non c'è proofreading (deve solo *sembrare* sensato), o sia typesettato decentemente -basta che sia scritto in TeX, ma ci sono eccezioni, è pieno di articoli scritti in word; e l'endorsement serve solo a non farlo essere... precisamente quel calderone di articoli squinternati che è viXra.

(E' tipo la cosa che dico ogni volta che arXiv viene menzionato e che sembra questo club privé.. non lo è, è letteralmente un server dove la gente mette gli articoli per ovviare ai tempi *infiniti* di referaggio, non serve ad altro che a farsi leggere/raccogliere commenti in maniera informale. E' nato in un momento in cui internet non era patrimonio comune dell'umanità -adesso è persino un po' obsoleto, ma è mantenuto talmente bene, e la gente lo usa in modo talmente capillare...)
Per esempio, questo https://arxiv.org/abs/2403.11217 è chiaramente un articolo finto il cui scopo è usare il nome "YiLong Ma" come pseudonimo cinesizzante di Elon Musk. Non c'è stato nessun controllo di nessun tipo, l'articolo è scritto in Word, è pieno di strafalcioni, non ha alcun contenuto... E di esempi del genere ce ne sono dozzine, almeno uno o due al mese per subject class.

megas_archon
Nel merito della discussione invece: ma avete parlato due pagine per debunkare il fatto che *un quindicenne* sia ormai troppo vecchio per fare matematica?!
OP: quelle che ti hanno raccontato sono puttanate. Studia la matematica a scuola, imparane un pochino per conto tuo prima di andare all'università e sarai un passo avanti a quasi tutti gli altri.


E' letteralmente sufficiente leggere da capo a coda i libri di testo -anzi no, quelli lasciali perdere, te ne consigliano gli utenti qui di migliori, per il programma di algebra 1 e [prerequisiti a] analisi 1. Leggi quelli, trattali come libri di scuola, facendo gli esercizi e capendo che cosa ti viene detto, con calma [hai un sacco di tempo]. Non ascoltare nessun altro nel frattempo...

Hypersfera
"marcokrt":
[quote="Hypersfera"]Ho pubblicato un post (non su questo forum) per discutere della scelta universitaria che dovrò intraprendere tra qualche anno - la quale è del tutto irrilevante per i fini di questo post ma è altresì fondamentale per comprendere l’origine di quest’ultimo -.
Dai discorsi su Pisa e la Normale, e relativo test di ingresso che richiede una preparazione affine a quella necessaria per le olimpiadi, dalle considerazioni su Bonn e altre università valide un utente esordisce come segue (non sono le parole letterali ma il senso è quello): “Supponendo tu sia al quinto anno, lascia perdere la possibilità di spiccare nel mondo accademico della ricerca, olimpiadi ed eventuali medaglie fields; ormai è troppo tardi”.
Al che chiedo delucidazioni, e un altro mi risponde dicendo:”La matematica è un ambito in cui si invecchia presto, o fai qualcosa di grandioso da giovane o non lo farai mai”.
Rispondo dicendo che, sebbene già sapevo fosse improbabile che la prima pubblicazione avvenga a 50 anni, è altrettanto improbabile che essa avvenga a 15 anni (la mia età).
A questo punto il primo utente ribatte:”Ah allora se ne hai 15 tenta pure, sei in tempo”.
Ed ecco che posso finalmente formulare il quesito chiave di questo post: Fare cosa?
Studiare matematica non per obbligo scolastico ma per passione personale dedicandole tanto tempo? Questa è una cosa che già faccio da un po’ di tempo a questa parte però.
Mi sembra l’unica possibilità plausibile, perché sia tentare la ricerca che padroneggiare argomenti da triennale/magistrale alla mia età è assurdo e impossibile.
Il punto è che non capisco cosa possa fare per ambire alla ricerca di livello elevato il me quindicenne che il me ipotetico diciottenne non potrebbe fare (a parità di circostanze); vi chiedo quindi gentilmente di aiutarmi a capire.


P.S. Nella matematica districarsi tra argomenti da triennale a 15 anni non è assolutamente impossibile, solo statisticamente molto raro. Entra in gioco il combinato disposto di talento (cfr. le tre caratteristiche specifiche individuate da Krutetskii nel 1976 e le sei attività matematiche descritte poi da Kiesswetter, 1992) e disciplinata abnegazione; qui in Italia di solito spetta anche al singolo studente con il supporto dei suoi docenti prodigarsi un po' in tal senso (con l'acceleration non credo che abbiamo raggiunto il livello dei percorsi più specifici che ci sono negli USA, per dire).
Il punto qui sta nel capire quanto siano ambiziosi in sé obiettivi come la medaglia Fields, perché lo sono tanto per chiunque. Fare ricerca è qualcosa di molto più ampio e con milioni di interpreti nel mondo che mai vinceranno premi importanti, una certa percentuale di loro potrà essere classificata come dei buoni/buonissimi interpreti e questo (IMHO) è già un significativo traguardo a cui puntare, il resto poi (chissà) verrà da sé.[/quote]

Certamente diventare un ricercatore è di per sé un bel traguardo, tuttavia io ambisco a qualcosa di più, ovvero diventare uno di quelli che vincono prestigiosi premi e che resteranno per sempre sia nel firmamento dei grandi che nei libri.
Sono disposto a farlo impegnandomi con tutte le energie su cui potrò fare affidamento e non, senza smettere mai di credere in ciò che sto facendo; contribuire in modo più che significativo alla disciplina che amo è l'unico fine della mia vita.

megas_archon
Ma no, c'è tanta di quella ricerca mediocre/inutile/malfatta su arXiv... Non è certo il caso di Armando, ma il punto è che la soglia di accesso per mettere un preprint lì è tenuta praticamente a zero, dato che lo scopo di arXiv è di essere un repository che facilita/standardizza l'accesso agli articoli prima che vengano pubblicati ufficialmente dalle riviste.

Nessuno, ad esempio, controlla che il contenuto sia corretto, cioè non c'è proofreading (deve solo *sembrare* sensato), o sia typesettato decentemente -basta che sia scritto in TeX, ma ci sono eccezioni, è pieno di articoli scritti in word; e l'endorsement serve solo a non farlo essere... precisamente quel calderone di articoli squinternati che è viXra.

(E' tipo la cosa che dico ogni volta che arXiv viene menzionato e che sembra questo club privé.. non lo è, è letteralmente un server dove la gente mette gli articoli per ovviare ai tempi *infiniti* di referaggio, non serve ad altro che a farsi leggere/raccogliere commenti in maniera informale. E' nato in un momento in cui internet non era patrimonio comune dell'umanità -adesso è persino un po' obsoleto, ma è mantenuto talmente bene, e la gente lo usa in modo talmente capillare...)

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"j18eos":
@gabriella127 Grazie, oramai sono prossimo agli anta :-D ...e per chiarezza, il primo pre-print (il quale non è il primo articolo pubblicato, di cui prima), quello che ha sbloccato la mia carriera accademica (e non solo), l'ho pre-pubblicato su arXiv a 33 anni. ;)


Va beh, conterei anche quello... arrivare a pubblicare un preprint su arXiv non è comunque da amatori (IMHO) e serve un endorsement per poterlo inviare (dunque qualcuno che valuti preliminarmente che la cosa meriti la sua fiducia), poi dipende dal contenuto dell'articolo in sé. Quindi complimenti per entrambi gli achievement, dimostrazione che la passione viene prima di tutto.

gugo82
"Hypersfera":
Il punto è che non capisco cosa possa fare per ambire alla ricerca di livello elevato il me quindicenne che il me ipotetico diciottenne non potrebbe fare (a parità di circostanze); vi chiedo quindi gentilmente di aiutarmi a capire.

Imparare a studiare con criterio.

j18eos
@gabriella127 Grazie, oramai sono prossimo agli anta :-D ...e per chiarezza, il primo pre-print (il quale non è il primo articolo pubblicato, di cui prima), quello che ha sbloccato la mia carriera accademica (e non solo), l'ho pre-pubblicato su arXiv a 33 anni. ;)

gabriella127
Kant ha pubblicato il suo primo lavoro significativo a 64 anni.
Si dirà: i filosofi sono più tardivi dei matematici. Vabbe', ma non esageriamo.
Comunque, fino a 64 anni si può citare Kant, dopo non ci sono più scuse.

@Armando: sei giovanissimo, e a 34 anni si è giovanissimi, basta fare quello che si sente proprio, e tu ci sei riuscito.

j18eos
Il mio primo articolo (su rivista) l'ho pubblicato a 34/35 anni... dopo aver vissuto una vita sana a sentirmi dire che dovevo riflettere bene sulla mia scelta di vita lavorativa!

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Un po' di esempi in controtendenza (non autobiografici :wink:), presi più o meno a caso:
- Marjorie Ruth Rice (madre di cinque figli, appassionata dei giochi matematici di Martin Gardner, che scopre un importante teorema di teoria dei grafi a 52 anni da semplice matematica amatoriale);
- Greg Egan, scrittore di fiction con una vecchia laurea triennale in matematica che (co)pubblica il primo di due importanti articoli attorno ai 40 anni (il secondo più tardi);
- Eugène Ehrhart, professore di liceo che divenne noto per la scoperta dell'omonimo polinomio, guardacaso, all'età di 55 anni;
- Aubrey de Grey, anche lui matematico amatore (è un biogerontologo), anche lui si è distinto in teoria dei grafi (che reputo le branche più aperte ai risultati di non professionisti dotati di talento e dedizione);
- Yitang Zhang ha vinto il premio che gli ha riconosciuto l'importanza del suo contributo sull'infinità delle coppie di numeri primi con differenza inferiore ai $70$ milioni alla soglia dei 60 anni (e qui siamo in teoria dei numeri).

Per non parlare dell'anonimo teorema sulla superpermutazione di 14 elementi, pubblicato su 4chan, che creò un certo imbarazzo al mondo della scienza in giacca e cravatta...

axpgn
Se è vero che le Olimpiadi della Matematica non hanno nulla a che fare con la ricerca matematica, non è per niente vero che i partecipanti delle Olimpiadi della Matematica non siano bravissimi matematici o peggio solo delle facce da poker.
Tanti dei vincitori o dei finalisti hanno avuto carriere accademiche notevoli.
E giusto per citarne uno per tutti: Terry Tao.

Fioravante Patrone1
"gabriella127":
Ma non stare a sentire questa gente!
...

Io mi fermo qui.

Aggiungo, come notazione a latere, che le olimpiadi della matematica non hanno nulla a che fare con la ricerca matematica. La ricerca matematica è roba seria(*), non sono giochini enigmistici.

(*) [size=85]sia chiaro che, nel gran numero di articoli "scientifici" pubblicati giornalmente, una grassa parte non dice nulla di serio (è roba persino peggio delle olimpiadi di matematica)[/size]

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"Hypersfera":
Ho pubblicato un post (non su questo forum) per discutere della scelta universitaria che dovrò intraprendere tra qualche anno - la quale è del tutto irrilevante per i fini di questo post ma è altresì fondamentale per comprendere l’origine di quest’ultimo -.
Dai discorsi su Pisa e la Normale, e relativo test di ingresso che richiede una preparazione affine a quella necessaria per le olimpiadi, dalle considerazioni su Bonn e altre università valide un utente esordisce come segue (non sono le parole letterali ma il senso è quello): “Supponendo tu sia al quinto anno, lascia perdere la possibilità di spiccare nel mondo accademico della ricerca, olimpiadi ed eventuali medaglie fields; ormai è troppo tardi”.
Al che chiedo delucidazioni, e un altro mi risponde dicendo:”La matematica è un ambito in cui si invecchia presto, o fai qualcosa di grandioso da giovane o non lo farai mai”.
Rispondo dicendo che, sebbene già sapevo fosse improbabile che la prima pubblicazione avvenga a 50 anni, è altrettanto improbabile che essa avvenga a 15 anni (la mia età).
A questo punto il primo utente ribatte:”Ah allora se ne hai 15 tenta pure, sei in tempo”.
Ed ecco che posso finalmente formulare il quesito chiave di questo post: Fare cosa?
Studiare matematica non per obbligo scolastico ma per passione personale dedicandole tanto tempo? Questa è una cosa che già faccio da un po’ di tempo a questa parte però.
Mi sembra l’unica possibilità plausibile, perché sia tentare la ricerca che padroneggiare argomenti da triennale/magistrale alla mia età è assurdo e impossibile.
Il punto è che non capisco cosa possa fare per ambire alla ricerca di livello elevato il me quindicenne che il me ipotetico diciottenne non potrebbe fare (a parità di circostanze); vi chiedo quindi gentilmente di aiutarmi a capire.


P.S. Nella matematica districarsi tra argomenti da triennale a 15 anni non è assolutamente impossibile, solo statisticamente molto raro. Entra in gioco il combinato disposto di talento (cfr. le tre caratteristiche specifiche individuate da Krutetskii nel 1976 e le sei attività matematiche descritte poi da Kiesswetter, 1992) e disciplinata abnegazione; qui in Italia di solito spetta anche al singolo studente con il supporto dei suoi docenti prodigarsi un po' in tal senso (con l'acceleration non credo che abbiamo raggiunto il livello dei percorsi più specifici che ci sono negli USA, per dire).
Il punto qui sta nel capire quanto siano ambiziosi in sé obiettivi come la medaglia Fields, perché lo sono tanto per chiunque. Fare ricerca è qualcosa di molto più ampio e con milioni di interpreti nel mondo che mai vinceranno premi importanti, una certa percentuale di loro potrà essere classificata come dei buoni/buonissimi interpreti e questo (IMHO) è già un significativo traguardo a cui puntare, il resto poi (chissà) verrà da sé.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Esordisco con la doverosa presa di distanza dall'avvilente commento che l'utente ha riportato, sperando non inneschi un effetto Pigmalione di tipo involutivo che possa in qualche modo soffocarne entusiasmo e potenziali risultati futuri.
La mia storia è molto particolare, non avendo né frequentato la facoltà di matematica, né intrapreso alcun percorso accademico... la passione per i numeri mi ha sempre contraddistinto, ma ho studiato da autodidatta le più disparate branche dello scibile (filosofia della scienza, logica, psicologia cognitiva, teoria dei grafi, teoria dei numeri, etc.) più che altro per rispondere a dubbi nati sul momento e inseguire idee.
Il primo articolo di matematica (poi pubblicato su un journal di teoria dei numeri e matematica discreta) l'ho prodotto a 25 anni, dopo aver finito di studiare economia e mentre scrivevo un romanzo noir a sfondo crittografico, per dire.
Il consiglio che potrei dare a te o al me stesso di 15 anni, è quello di non farsi abbattere dai giudizi negativi degli altri: è vero che oggi, alle soglie dei 40, mi rendo conto di iniziare (ripeto, "iniziare") a non aver più la stessa stamina mentale di qualche lustro fa, ma l'ostacolo più grosso che ho incontrato nell'arrivare a pubblicare qualche risultato originale è di altro tipo (richiesta di affiliazione per l'invio del manoscritto, email istituzionale in fase di registrazione, necessità di essere endorsato per arXiv, mancanza di contatti a cui chiedere un parere su problemi a cui si lavora in proprio, assenza di libri/fonti/abbonamento per accedere a paper non pubblicamente disponibili che ne precludono la lettura per un non ricercatore professionista e ovviamente l'assenza di qualsivoglia entrata che compensi il tempo speso a produrre gli articoli, nonché gli zero fondi disponibili per la dissemination che è dunque preclusa)...

In sintesi, studiare matematica all'università per fare matematica ad alto livello non la reputo tecnicamente una condizione necessaria ma non sufficiente, eppure lo diventa nella stragrande maggioranza dei casi. Certo, pubblicare il primo articolo a 18 o 19 anni è un vantaggio notevole anche solo per provare a se stessi di essere già a un livello alto da mere matricole, però non è la norma... probabilmente le cose migliori le potrai produrre tra i 30 e i 35-40 anni, con il pieno potenziale cognitivo che si raggiunge attorno ai 17 anni e l'intelligenza cristallizzata che può aumentare fino ai 55 anni. Hai tutto il tempo davanti per correre la maratona della ricerca con il tuo ritmo, basta non complicarsi la vita lasciando ad altri la possibilità di introdurre ostacoli esogeni (quelli che di solito tengono fuori i non addetti ai lavori) sul tuo percorso nella ricerca: avere dietro un dipartimento di matematica e dei colleghi con cui collaborare è una bella semplificazione e lo dico proprio perché ne avverto la mancanza. Immagino poi che anche avere una base più omogena di nozioni di medio livello, potenzi la portata dei lavori prodotti nella nicchia in cui ti specializzerai. Non tutte le branche sono fortemente interconnesse, ma in molti casi le idee migliori coniugano risultati appartentemente eterogenei, unendo più aree. Just my two cents.

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