Consiglio particolare please
Salve a tutti, mi piacerebbe avere un consiglio. Ho 19 anni e sono primo ripentente nella facoltà di fisica. Per tutta la mia vita non ho fatto che studiare (lo svago c’era pure ma non eccessivo) e ho sempre avuto ottimi risultati. Sono sempre stata la prima della classe dall’asilo (ero l’unica che sapevo già leggere e far di conto tanto che feci la primina) fino al liceo, dove sono stata l’unica della classe a prendere cento. Ho sempre studiato più per cultura personale, per diletto, che per obbligo, anche se sono sempre stata grata ai miei genitori di avermi dato questa possibilità. L’anno scorso mi scrissi all’università e cambiò tutto, ma proprio tutto. Innanzitutto da un piccolo paese di meno di 3000 abitanti dove non esiste un pub, mi ritrovai in una città enorme e caotica, poi andai a vivere da sola( nel senso di sola sola, non sono in una casa affittata) e ho dovuto far conto a tutte le responsabilità che portava questa conseguenza, inoltre ho totalmente cambiato corso di studio, ovvero io provenivo da un linguistico e mi ritrovai in fisica, un modo opposto, infine l’università stessa è un mondo totalmente nuovo. Mi accorsi che la semplice passione che mi aveva spinto a scrivermi in questa facoltà non riusciva a farmi andare al passo con le lezioni, io che da sempre riuscivo a studiare, essere brava, avere voti alti e trovare il tempo per fare sport e andare a suonare in una band, mi ritrovai che pur facendo nottate e mattinate non riuscivo a rendere. Quel che è peggio che per un motivo e un altro arrivai al punto di essere scoraggiata e sentirmi un fallimento e non riuscì più a studiare ( leggevo ma era come se non leggessi). È stato un periodo no che si aggirò intorno all’inizio dell’estate, ed essendo la mia facoltà con materie annuali, verso il periodo di tutti gli esami. Conclusione: riuscì a passare lo scritto di fisica a primo colpo, non riuscì a preparare nessun altra materia e alla fine l’orale mi andò male(perché non riuscì a proferir parola) e persi l’anno. Passai tutta l’estate studiando e a settembre passai nuovamente lo scritto di fisica ma analogo discorso per l’orale. Alla fine fui, e sono, primo ripetente. All’inizio questa situazione non mi piaceva molto, non ero a mio agio sentirmi “ripetente” ma poi mi accorsi che riuscivo finalmente a capire le lezioni, ero, e sono tutt’ora, a passo con le lezioni, di qualcuna pure più avanti, inoltre la primina mi ha permesso di non avere perso veramente tanto l’anno e il mio senso di tranquillità mi portò a studiare di nuovo con voglia e passione e anche se avevo avuto quel problema con l’orale di fisica, la professoressa mi fece il favore di “salvarmi” lo scritto e devo rifare l’orale entro dicembre. Verso l’inizio di ottobre i miei vennero a farmi visita, e stettero un paio di giorni a casa. Tra lo shopping (impossibile da fare al mio paese data la deficienza di negozi) e cose varie, quel periodo studiai poco (anche perché le lezioni erano appena iniziate e non è che avessi molto da studiare). Mio padre da quel giorno, non fa altro a fine di ogni conversazione telefonica che congedarmi dicendo:” va bene, ciao, non perdere tempo e ora vai a studiare”. Sempre, ogni benedetta discussione, anche dopo avergli chiesto che pillola prendere dato che ho mal di testa (lui è medico e mi ha lasciato una mini-farmacia a casa). Sembra che non abbia altro interesse che io studi. All’inizio non ci facevo molto caso, ma dopo tre settimane che sentivo ripetere la stessa frase gli dissi:” senti non mi stressare, io so quando devo studiare, so che non devo perdere tempo e infatti non ne perdo” (a proposito, l’anno scorso non è che abbia approfittato tanto del fatto di abitare in città per uscire, sono uscita di sera solo quattro volte, di cui una il mio compleanno). Mio padre per un paio di giorni smise di congedarmi con la solita frase e ora ha ripreso, inoltre l’altro giorno mi scappò la frase che dovevo fare l’orale di fisica e mia madre mi va dicendo ogni due tre:” se non ti dai una mossa perdi nuovamente l’anno, stai studiando vero?” e mio fratello mi va ripetendo: “ ma i ripetenti non hanno più appelli?cosa stai preparando?solo fisica? Ma così rischi di perdere l’anno”. So che può sembrare sciocco, ma dopo che sento ogni giorno queste frasi, premettendo che ancora non mi sento moltissimo a mio agio nel mio aver fallito un anno, non stanno che facendo peggiorare la situazione. Io ho intenzione di dare l’orale di fisica e il resto delle materie darle come studente in corso, ovvero non approfittare degli appelli straordinari e studiare passo passo con le lezioni dando le prove in itinere ecc.. questo soprattutto perché finalmente l’analisi non mi sembra arabo nelle dimostrazioni e studio tranquillamente, ma i miei non capiscono e mi stanno stressando. Oggi ho detto nuovamente a mio padre :” mi dà fastidio che mi ripeti che devo studiare” e lui mi ha risposto :” devi dirmi altro?” “no” “bene allora ora vai a studiare e non perdere tempo”. è triste secondo me, che ieri che mi è venuta la febbre e non sono riuscita a studiare, ho passato la notte piangendo sentendomi in colpa per non avere studiato. Non riesco a reggere più questa situazione, i miei non mi capiscono e io mi sto sentendo nuovamente fallita e mi sta tornando la demotivazione, ho paura che ritorni, per questo vado provando a studiare ma essendo distratta non capisco e allora mi sento stupida e di nuovo fallita. Non ce la faccio più. Lo so posso sembrare esagerata, ma essere stata per più di 13 anni l’orgoglio mio e della mia famiglia, improvvisamente sento mia madre che va dicendo alle amiche:” si, si le va tutto bene, ha dato tutte le materie del primo con ottimi voti ed adesso va al secondo” ferisce, e pure molto, ma non so più che fare. E mentre da un lato penso di ritirarmi dall’università e andare a fare la commessa (avevo esposto questa teoria a mio padre quando un giorno mi ci lamentai del suo saluto e lui non mi parlò per tutto il giorno) dall’altro penso che io voglio laurearmi, perché mi piace, perché questa disciplina mi affascina tantissimo e sono curiosa di come sia lavorare in questo campo ecc…ma continuando così ho paura veramente di andare perdendo anni, perché mi sento stressata..che debbo fare?qualsiasi consiglio su come devo comportarmi è ben accetto e per favore non prendetemi per esagerata. Grazie.
Risposte
Anche se non approvo il linguaggio utilizzato nel post precedente, fondamentalmente il concetto espresso è valido. Penso che, come per tante famiglie in cui i genitori non conoscono la realtà universitaria, si tratti di semplice ignoranza per l'appunto, nel senso letterale del termine, cioè di non conoscenza.
Anche se in ritardo, vorrei dire una cosa, un pensiero, un'opinione che mi è venuta fuori di getto mentre leggevo, un costrutto che non posso esimermi dal buttar fuori tanto m'ha fatto girare gli zebedei quello che ho letto anche se non so se poi cardillo si risentirà... a proposito, giusto per curiosità, sei una lei o un lui? Non l'ho capito.
I tuoi genitori sono due idioti. L'unico vero problema è quello.
I numeri del liceo non contano: il voto che si prende al liceo dipende dal metro usato dall'insegnate a sua volta modellato su quelle che sono le aspettative generali che fornisce la classe.
Hai iniziato a confrontarti con una realtà nuova e più ampia, maggiormenete competitiva per sua stessa natura ma al tempo stesso fortemenete individualista, sicché concordemente, malgrado la naturale maggiore competitività di questa realtà, chiedere ad un/una figlio/a perché non ha preso 30 e se ce la fa a prenderlo sostenendo un orale in stile Vittorio Gassman che recita la Divina Commedia è segno di ulteriore cretinaggine.
Parlare con dei conoscenti e dire che il proprio bebé va al passo con gli esami e con i corsi quando questo vero non è, è segno di una inutile e spocchiosa supponenza che non fa altro che mistificare la realtà costringendo il bebé di cui sopra a viverci dentro suo malgrado andando a sommare questo disagio con quelli che sono alla base del problema che poi produce in ultima istanza la suddetta menzogna.
Ora leggo che hai passato Fisica ed è andato tutto bene: ne sono lieto. Quando però si ripresentaranno le difficoltà, perché credimi si ripresentaranno dato che non è l'Università ad essere difficile ma è la vita stessa ad essere difficile, parti da un presupposto: si sta parlando della tua vita e non si sta parlando di una vita trasandata e sbandata, ma si sta parlando di una vita che cambia luogo dove vivere e che quindi ha naturalmente bisogno di capire prima se stessa per poi capire se potere andare avanti o no, ragione per cui non pensare di deludere alcuno se cerchi di capire cosa fare e come farlo per perseguire il meglio: fino a che non decidi di diventare un terrorista non c'è niente di male né di disonorevole nel fare anche solo lo spazzino.
La prima cosa che ti serve è la serenità: se i tuoi non cambiano registro questa sernità non la trovi. Cerca di farglielo capire e se non capiscono allora "attacca il ciuccio dove vuole andare il padrone" ed invece di piangere capisci te stesso.
I tuoi genitori sono due idioti. L'unico vero problema è quello.
I numeri del liceo non contano: il voto che si prende al liceo dipende dal metro usato dall'insegnate a sua volta modellato su quelle che sono le aspettative generali che fornisce la classe.
Hai iniziato a confrontarti con una realtà nuova e più ampia, maggiormenete competitiva per sua stessa natura ma al tempo stesso fortemenete individualista, sicché concordemente, malgrado la naturale maggiore competitività di questa realtà, chiedere ad un/una figlio/a perché non ha preso 30 e se ce la fa a prenderlo sostenendo un orale in stile Vittorio Gassman che recita la Divina Commedia è segno di ulteriore cretinaggine.
Parlare con dei conoscenti e dire che il proprio bebé va al passo con gli esami e con i corsi quando questo vero non è, è segno di una inutile e spocchiosa supponenza che non fa altro che mistificare la realtà costringendo il bebé di cui sopra a viverci dentro suo malgrado andando a sommare questo disagio con quelli che sono alla base del problema che poi produce in ultima istanza la suddetta menzogna.
Ora leggo che hai passato Fisica ed è andato tutto bene: ne sono lieto. Quando però si ripresentaranno le difficoltà, perché credimi si ripresentaranno dato che non è l'Università ad essere difficile ma è la vita stessa ad essere difficile, parti da un presupposto: si sta parlando della tua vita e non si sta parlando di una vita trasandata e sbandata, ma si sta parlando di una vita che cambia luogo dove vivere e che quindi ha naturalmente bisogno di capire prima se stessa per poi capire se potere andare avanti o no, ragione per cui non pensare di deludere alcuno se cerchi di capire cosa fare e come farlo per perseguire il meglio: fino a che non decidi di diventare un terrorista non c'è niente di male né di disonorevole nel fare anche solo lo spazzino.
La prima cosa che ti serve è la serenità: se i tuoi non cambiano registro questa sernità non la trovi. Cerca di farglielo capire e se non capiscono allora "attacca il ciuccio dove vuole andare il padrone" ed invece di piangere capisci te stesso.
Congratulazioni, continua così.
PS. Staistudiando?
PS. Staistudiando?

ciao a tutti e buon 2011! volevo dirvi che ho fatto l'orale di fisica ed è andato tutto bene
e il merito è pure vostro quindi grazie mille per il sostegno!


al triennio ho avuto un professore di mate e fisica menefreghista, diceva che a noi queste materie non servivano a nulla perchè tanto eravamo al linguistico. la mia situazione appena sono entrata all'università può sembrare ridicola: non sapevo cosa fosse un vettore, non conoscevo le leggi della dinamica, credevo che i numeri complessi servissero per risolvere gli integrali, sapevo fare qualche limite per sostituzione solo perchè l'avevo studiato per cultura personale ma non sapevo cosa fosse un limite, non sapevo passare dall'accelerazione alla velocità(poi ho scoperto che servivano gli integrali) ero la più brava della classe perchè ero la più brava sul programma che avevamo fatto(cioè nulla) non ho avuto mate e fisica agli esami di stato, per nulla nè come interne ne come esterne così il quinto abbiamo fatto ancora meno. per questo quando mi dite che forse non è facoltà per me non mi abbatto del tutto perchè ho fatto tantissimi progressi quest'anno, solo che non sono bastati per portartmi al livello necessario
"cardillo":
Credo che sia stato il fatto di non aver mai fallito la mia rovina, come ha detto una mia amica “li ho viziati” portandogli sempre successi, ma il problema che io lo facevo per me non per loro quindi non è che per ripicca potevo andare male.
La situazione è molto simile a quello che è successo a me col passaggio alla magistrale di matematica quando i risultati sono iniziati a venire meno per cause oggettive di difficoltà (per me) come ho già detto...
Per questo ribadisco quanto ho già detto qualche intervento fa e ti ripeto di mettercela tutta che se vuoi ci riuscirai. Per quanto riguarda la famiglia, discorsetti vari a parte, magari cerca di dire loro di non stressarti senza motivo.
Per il resto straquoto quello che ha detto 2 interventi fa mircoFN.
PS: per quanto riguarda quella reazione che hai raccontato di tuo padre al voto dello scritto di fisica, ti racconto questo episodio.
Durante il secondo anno della triennale in matematica ho fatto il doppio "lavoro" (per lo studio). Poco prima dell'inizio del terzo anno sono riuscito a diplomarmi in pianoforte al conservatorio. Fatto sta che mi servivano crediti per rimanere con la borsa di studio dato che non me la passo benissimo: ho deciso, dunque, di passare settimane di sacrifici per dare il prima possibile l'esame di fisica matematica alla fine del corso (parlo di fine maggio 2008) ed in seguito gli esami di probabilità e statistica nell'arco del mese successivo per poter racimolare 15 crediti (da unire ad altri esami che avevo fatto in precedenza ed altri che avrei fatto a luglio).
[OT] Ora, chi non sa cosa vuol dire studiare per il diploma di pianoforte, mi faccia come piacere personale di non fare commenti inutili: non riuscite ad immaginare cosa vuol dire stare alla pari con gli esami di matematica e studiare più di sei-sette ore al giorno sopra quel benedetto piano. [/OT]
Fatto sta che, dopo la faticata, sono riuscito a prendere 25 in fisica matematica e 22 in probabilità e statistica (in media) e quindi ho abbassato anche troppo la media, ma avevo obiettivi più grandi e ho dato un po' a tirare via.
Torno a casa e come commento ricevo un <
Quindi capisco come ti sei sentita quando tuo padre ti ha detto quello che ti ha detto sul 22 di fisica...
Ripeto quello che ho detto nell'altro post: fai qualche discorsetto ai tuoi dato che la gente che parla dell'università senza sapere come sia dovrebbe imparare molte cose, prima tra tutte a starsene in silenzio se non sanno di cosa parlano! (detto con ironia e senza cattiveria!)
Mi pare di capire che il liceo non ti ha dato le basi minime per poter cominciare in tutta tranquillità l'università (se ben ho letto, non sapevi risolvere un integrale eppure eri la prima della classe). Detto questo, io ti consiglio di non farne un dramma, o meglio, non assegnare ad una persona (in questo caso tu) un valore che si "materializzi" attraverso un voto, ma soprattutto credo che dovresti farlo capire a chi ti circonda.
Io non so il tuo caso nello specifico, ma puoi tranquillamente non essere un genio in matematica - ad esempio - ed avere doti non ordinarie in altri campi, ma anche viceversa. L'importante è che tu non ti senta "anormale", perchè il solo fatto che sei qua a scrivere di te significa che vuoi migliorarti e questo è positivo. Meno positivo è il fatto di sentirsi anormale se non si è il primo della classe.
Un terapeuta ti farebbe solo bene (anche se capisco la tua situazione), perchè in molte tue citazioni ho percepito un autocastigo quasi sadico - ovviamente frutto del tuo inconscio - che ti fa stare ancora peggio.
Cerca di uscire con la tua migliore amica, prenditi un pò di tempo di svago per fare le cose che ti piacciono e soprattutto trova il tempo per stare con persone che ti facciano sorridere...è la migliore medicina!
Io non so il tuo caso nello specifico, ma puoi tranquillamente non essere un genio in matematica - ad esempio - ed avere doti non ordinarie in altri campi, ma anche viceversa. L'importante è che tu non ti senta "anormale", perchè il solo fatto che sei qua a scrivere di te significa che vuoi migliorarti e questo è positivo. Meno positivo è il fatto di sentirsi anormale se non si è il primo della classe.
Un terapeuta ti farebbe solo bene (anche se capisco la tua situazione), perchè in molte tue citazioni ho percepito un autocastigo quasi sadico - ovviamente frutto del tuo inconscio - che ti fa stare ancora peggio.
Cerca di uscire con la tua migliore amica, prenditi un pò di tempo di svago per fare le cose che ti piacciono e soprattutto trova il tempo per stare con persone che ti facciano sorridere...è la migliore medicina!
Credo che sia stato il fatto di non aver mai fallito la mia rovina, come ha detto una mia amica “li ho viziati” portandogli sempre successi, ma il problema che io lo facevo per me non per loro quindi non è che per ripicca potevo andare male. Sono sempre andata bene in tutto, ero primo flauto nella banda, sono stata pluricampionessa regionale di taekwondo di forme della mia cintura, hanno dato sempre per scontato che andassi bene, non mi hanno mai detto:”brava”, quando ho portato il mio primo dieci dopo un paio di mesi dall’inizio del liceo mio padre mi ha risposto “hai fatto semplicemente il tuo dovere”, così quando siamo andati insieme per andare a vedere il risultato dello scritto di fisica e lui ha visto 22 mi ha detto “cerca di riprenderti con l’orale, mica puoi avere una media bassa, ma anche se hai questo voto puoi prenderlo 30 vero?” e le mie lacrime di gioia per avere passato lo scritto divennero altro, e credo sia nato da questo la mia paura all’orale. E purtroppo non posso andare dallo psicologo, peggiorerei la situazione, come quando dopo mesi di insistenza ho convinto mio padre per andare da un insegnante privato perché non riuscivo a capire come risolvere gli integrali(che ovviamente non ho fatto al liceo e stavo studiando sola) e lui l’ha presa come un’offesa, era umiliato che sua figlia avesse bisogno di un insegnante, ci sono andata, pure un’altra volta per le serie di potenze(la mia prof ha messo qualche cosa di analisi 2) e non ho avuto il coraggio di chiedere di andare nuovamente dato che quest’ultimo argomento mi è ancora oscuro. E quando non ho passato la prova di analisi mi ha detto:”come, dopo che sei andata dall’insegnante?” come se in quattro ore mi avesse potuto spiegare analisi 1 plus parte della 2..e me lo ripete ogni tanto questa cosa dell’insegnante, se andassi dallo psicologo mi farebbe pesare pure quello e dato che il paese è piccolo poi avrebbe paura pure della reputazione.(lo so perché il periodo che non riuscivo a studiare gli avevo chiesto di volere capire la ragione del mio blocco)..non ci vedo nulla di male io, ma non sono io a decidere…(volevo chiarire una cosa comunque, io non ho detto che volevo fare la commessa perché lo voglia fare davvero, ma perché in quel momento era una sorta di “minaccia” per mio padre se non la finiva di ripetermi che dovevo studiare)...grazie mille a tutti, mi state facendo sentire meno “anormale” non sapete quanto ve ne sia grata, ora torno a studiare …
Ti consiglio di concentrarti su 1 max 2 esami (possibilmente nell'ordine giusto) e di lasciar perdere gli altri. Il modo di prepararsi del liceo non ha niente a che vedere con quello richiesto da facoltà serie (come quelle scientifiche e tecniche). La prima cosa che devi fare è (ahimè!) imparare a studiare. Quando avrai superato l'attrito di primo distacco, se la disciplina ti piace, potrai aumentare il ritmo e recuperare.
Se metti troppa carne al fuoco rischi di bruciare tutto.
Se metti troppa carne al fuoco rischi di bruciare tutto.
"giacor86":
Io non ho detto questo. Io ho detto che i fallimenti nella vita prima o poi, presto o tardi, piccoli o grandi che siano, arrivano. Non ho detto che sono una figata, anzi. Però non mi sembra che la vita di Cardillo sia costellata di risultati negativi che sembrano non finire mai e che quindi abbia motivo di sentirsi così fallita, lei stessa ammette che dopo un anno, ancora non ha digerito del tutto la cosa. E quindi, capisco che dopo 18 anni impeccabili il primo fallimento ferisca l'orgoglio. Però non può e non deve deprimere. Peggio ancora se lo stress psicologico è indotto da terzi (vedi genitori/fratello).
Infatti io dicevo alla larga "fallimenti che sembrano non finire mai". Non mi riferivo espressamente a Cardillo.
Per il resto, ok, allora posso dire che "concordo appieno con giacor86"!

[EDIT] Forse ho capito quale possa essere il fraintendimento: "sbagliando si impara dicono", io riferivo a quello che è successo a me, il "dicono" non era riferito a qualcuno in questa discussione!
"Zero87":
Ci sono molti fallimenti nella vita, come ha detto anche giacor86: i fallimenti non sono mai negativi, sbagliando si impara dicono.
Capisco, però, che è dura quando i risultati negativi sembrano non finire mai o si sommano uno sopra l'altro.
Io non ho detto questo. Io ho detto che i fallimenti nella vita prima o poi, presto o tardi, piccoli o grandi che siano, arrivano. Non ho detto che sono una figata, anzi. Però non mi sembra che la vita di Cardillo sia costellata di risultati negativi che sembrano non finire mai e che quindi abbia motivo di sentirsi così fallita, lei stessa ammette che dopo un anno, ancora non ha digerito del tutto la cosa. E quindi, capisco che dopo 18 anni impeccabili il primo fallimento ferisca l'orgoglio. Però non può e non deve deprimere. Peggio ancora se lo stress psicologico è indotto da terzi (vedi genitori/fratello).
Comunque non sono completamente d'accordo con giacor86 anche se condivido la maggior parte di quello che dice...
Ci sono molti fallimenti nella vita, come ha detto anche giacor86: i fallimenti non sono mai negativi, sbagliando si impara dicono.
Capisco, però, che è dura quando i risultati negativi sembrano non finire mai o si sommano uno sopra l'altro.
Saltando dalla triennale in matematica economica alla magistrale in matematica pura mi sono trovato in una situazione molto simile alla tua.
La cosa, però, che da fastidio, è proprio il fatto del sentirsi spaesati: andare a lezione e non capire nulla è terribile! (Ci sono passato anche io l'anno scorso seguendo analisi funzionale senza topologia e analisi III). Provare a studiare senza andare da nessuna parte e pensare di non essere adatti a quella materia che però si ama e che in passato ha dato anche soddisfazioni è una cosa da depressione!
Ora quello che ti dico è di andare per la tua strada e di non curarti più di tanto di quello che ti dicono gli altri. Le persone al di fuori non sanno com'è l'università e pensano che gli studenti facciano una vita semplice e senza pensieri.
Non è affatto così, almeno per gli studenti seri (non intendo i geni intendo quelli che vanno all'università non per cambiare aria). Poi, ovviamente, non hanno torto quando dicono che "lavorare è peggio" ma andare all'università ed avere risultati non è facile per nulla!
Se ti piace quello che fai, non abbatterti e ricordati che più è "sofferto" il risultato più è bello quando lo si ottiene!
Il tempo non è un problema e, le persone che ti sono a fianco, dovrebbero capire che più ti danno pressioni più ottengono il risultato opposto: ci vuole un minimo di serenità e fiducia nello studio.
Ci sono molti fallimenti nella vita, come ha detto anche giacor86: i fallimenti non sono mai negativi, sbagliando si impara dicono.
Capisco, però, che è dura quando i risultati negativi sembrano non finire mai o si sommano uno sopra l'altro.
Saltando dalla triennale in matematica economica alla magistrale in matematica pura mi sono trovato in una situazione molto simile alla tua.
La cosa, però, che da fastidio, è proprio il fatto del sentirsi spaesati: andare a lezione e non capire nulla è terribile! (Ci sono passato anche io l'anno scorso seguendo analisi funzionale senza topologia e analisi III). Provare a studiare senza andare da nessuna parte e pensare di non essere adatti a quella materia che però si ama e che in passato ha dato anche soddisfazioni è una cosa da depressione!
Ora quello che ti dico è di andare per la tua strada e di non curarti più di tanto di quello che ti dicono gli altri. Le persone al di fuori non sanno com'è l'università e pensano che gli studenti facciano una vita semplice e senza pensieri.
Non è affatto così, almeno per gli studenti seri (non intendo i geni intendo quelli che vanno all'università non per cambiare aria). Poi, ovviamente, non hanno torto quando dicono che "lavorare è peggio" ma andare all'università ed avere risultati non è facile per nulla!
Se ti piace quello che fai, non abbatterti e ricordati che più è "sofferto" il risultato più è bello quando lo si ottiene!
Il tempo non è un problema e, le persone che ti sono a fianco, dovrebbero capire che più ti danno pressioni più ottengono il risultato opposto: ci vuole un minimo di serenità e fiducia nello studio.
grazie a tutti, non sapete quando mi state tirando su di morale...

Leggendo il tuo post mi sono ritrovata in alcune cose che hai scritto: anche io sono sempre stata molto brava a scuola, fino a quando ho deciso dopo un liceo sociale di passare all'universita' di matematica...credimi, i primi tempi vedevo tutte le persone in fianco a me capire ogni cosa e stare sempre al passo, e ho fatto una fatica pazzesca per passare un solo esame al primo semestre...ho pensato anche io qualche volta di mollare, ma alla fine mi sono detta...che senso ha che io vada a fare una facolta' diversa che mi non piace solo per fare meno fatica? Preferisco farmi un bel dedre' (per dirlo gentilmente
) e magari non arrivare sempre ai risultati sperati, ma fare quello che desidero di piu', oppure avere una strada facile davanti ma rimpiangere di aver abbandonato una passione? Ho scelto la prima...e sono ancora qui. Con un esame da recuperare dal primo anno, va bene, ma piu' serena e convinta di me stessa. Anche i miei dopo i primi "fallimenti" ne hanno parlato con me, mi sembra normale da parte dei genitori preoccuparsi, ma quando mi hanno visto determinata mi hanno lasciata fare...provaci anche tu a far capire loro quanto ci tieni! Mi unisco comunque alle considerazioni gia' fatte da altri: lo studio non e' l'unica cosa nella vita, cerca di non farti ossessionare...
Inoltre sono d'accordo con dissonance, vado in piscina da 2 anni, ho trovato un bel gruppo e mi aiuta moltissimo a sfogarmi...
spero che riuscirai a trovare la tua strada...o a percorrere piu' serenamente quella che hai gia' trovato!!




"giacor86":
Se devo essere sincero stavo per rispondere in maniera un po' rude ma mi sono trattenuto. Però mi spiace sentire di una ragazza di 19 anni che per studiare, in 1 anno esce di casa 4 volte, e nonostante ciò è demotivata dallo studio. Che si prende 3 giorni di vacanza e le vengono i sensi di colpa per lo studio, che la notte piange (!!!!) perchè non ha studiato visto che aveva la febbre. Che ha genitori che le fanno un pressing psicologico assurdo che molto probabilmente inizia dai tempi dell'asilo (scusami, ma sono fortemente contrario al fare la primina per "merito") e che davanti al primo "fallimento" nella vita (e ce ne saranno altri, che, come dice Battiato, per tua natura normalmente attirerai), si distrugge. Io non ti prendo per esagerata, solo credo che tu abbia bisogno di avere + contatto con la realtà. Con la realtà di quella che deve essere una vita tranquilla per una persona tua coetanea volenterosa di studiare.
La velocità con cui si imparano a fare gli esercizi a fisica non conta nulla. Conta quanto bene si ha capito la materia. Cerca almeno all'inizio (per rodare) di studiare con qualcuno, non da sola, perchè evidentemente lo studio da sola per ora non ti funziona.
I fallimenti nella vita sono normali e vanno accettati. Quantomeno vanno presi come stimolo a migliorare, non come una condanna a morte.
La piscina aiuta come distensione dei nervi, ma è uno sport solitario, punterei + ad uno sport di squadra.
Mi farei un bel discorsetto coi genitori.
Farei un altro bel discorsetto col fratello.
Se proprio non riesci a superare il disagio e senti che da sola non ce la fai, vai a fare 4 chiacchiere con chi il chiacchierare di queste cose lo fa di mestiere. Ad andare dallo psicologo non c'è nulla di male. Io non ci sono mai stato, ma svariati miei amici, in momenti di difficoltà mentale, ci sono andati e a loro è servito molto. Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati non serve a nulla e il trascinare queste situazioni logoranti non porta mai a nulla di buono.
Quoto in tutto e per tutto le parole di Giacor

Secondo me devi trovare una giusta misura fra lo studio e tutto il resto.
Studiare di seguito rischia di essere controproducente e come se una persona mangiasse dalla sera alla mattina per migliorare la propria digestione.
E' normale che ti venga chiesto se stai studiando.
Ma lo studiare non è l'unica attività della tua vita.
E poi il fatto che ti chiedono se studi ti dovrebbe far sorridere, chiederesti mai tutte le volte a uno sportivo che fa nuoto se sta nuotando, o a un camionista se sta guidando, o a un pilota sta volando?
Come ti hanno già detto il tuo problema maggiore è sicuramente l'ansia.
Poi naturalmente devi aver chiaro che quello che stai facendo lo fai per te stessa e basta perchè la motivazione che trovi nell'approvazione dei tuo genitori col tempo andrà scemando.
Datti anche le giuste attenuanti sicuramente chi viene da un Istituto tecnico o da uno liceo scientifico avra un discreto vantaggio su alcune cose almeno in una fase iniziale.
Ciao
Studiare di seguito rischia di essere controproducente e come se una persona mangiasse dalla sera alla mattina per migliorare la propria digestione.
E' normale che ti venga chiesto se stai studiando.
Ma lo studiare non è l'unica attività della tua vita.
E poi il fatto che ti chiedono se studi ti dovrebbe far sorridere, chiederesti mai tutte le volte a uno sportivo che fa nuoto se sta nuotando, o a un camionista se sta guidando, o a un pilota sta volando?
Come ti hanno già detto il tuo problema maggiore è sicuramente l'ansia.
Poi naturalmente devi aver chiaro che quello che stai facendo lo fai per te stessa e basta perchè la motivazione che trovi nell'approvazione dei tuo genitori col tempo andrà scemando.
Datti anche le giuste attenuanti sicuramente chi viene da un Istituto tecnico o da uno liceo scientifico avra un discreto vantaggio su alcune cose almeno in una fase iniziale.
Ciao
si, in generale poter fare sport o avere momenti per distrarre la testa sfogando il corpo direi che è alla base di un buono studio (e non solo) 
poi se arrivi da una scuola in cui hai fatto poca matematica o fisica ti assicuro che tutto il primo semestre ti sembrerà di essere indietro rispetto agli altri (oggi più che mai i corsi nelle università, soprattutto i primi anni, hanno dei ritmi che dire serrati è dir poco). Conosco un mio compagno di corso (faccio matematica ndr) che proveniva da un liceo classico. Lui il primo giorno di università non sapeva minimamente cosa fosse il segno di sommatoria $\Sigma$ per esempio e ad algebra lineare ha dovuto sudare sangue. Il primo anno è rimasto indietro mi pare con 2-3 esami, poi adesso prenderà la laurea 4 mesi dopo di me, ovvero non è andato fuori corso.
Morale della favola: anche se all'inizio ha faticato un sacco perchè ha dovuto fare un salto gigantesco in poco tempo, dopo il primo anno il gap iniziale è stato molto ridotto.
Conclusione: penso che il primo anno sia il più duro di tutti perchè devi capire qual'è il tuo metodo di studio e capire quando e come trovare spazi di svago. Dopo il primo anno puoi fare un bilancio concreto di quello che hai fatto e decidere se è il caso di continuare o trovare un'altra strada.

poi se arrivi da una scuola in cui hai fatto poca matematica o fisica ti assicuro che tutto il primo semestre ti sembrerà di essere indietro rispetto agli altri (oggi più che mai i corsi nelle università, soprattutto i primi anni, hanno dei ritmi che dire serrati è dir poco). Conosco un mio compagno di corso (faccio matematica ndr) che proveniva da un liceo classico. Lui il primo giorno di università non sapeva minimamente cosa fosse il segno di sommatoria $\Sigma$ per esempio e ad algebra lineare ha dovuto sudare sangue. Il primo anno è rimasto indietro mi pare con 2-3 esami, poi adesso prenderà la laurea 4 mesi dopo di me, ovvero non è andato fuori corso.
Morale della favola: anche se all'inizio ha faticato un sacco perchè ha dovuto fare un salto gigantesco in poco tempo, dopo il primo anno il gap iniziale è stato molto ridotto.
Conclusione: penso che il primo anno sia il più duro di tutti perchè devi capire qual'è il tuo metodo di studio e capire quando e come trovare spazi di svago. Dopo il primo anno puoi fare un bilancio concreto di quello che hai fatto e decidere se è il caso di continuare o trovare un'altra strada.
Se devo essere sincero stavo per rispondere in maniera un po' rude ma mi sono trattenuto. Però mi spiace sentire di una ragazza di 19 anni che per studiare, in 1 anno esce di casa 4 volte, e nonostante ciò è demotivata dallo studio. Che si prende 3 giorni di vacanza e le vengono i sensi di colpa per lo studio, che la notte piange (!!!!) perchè non ha studiato visto che aveva la febbre. Che ha genitori che le fanno un pressing psicologico assurdo che molto probabilmente inizia dai tempi dell'asilo (scusami, ma sono fortemente contrario al fare la primina per "merito") e che davanti al primo "fallimento" nella vita (e ce ne saranno altri, che, come dice Battiato, per tua natura normalmente attirerai), si distrugge. Io non ti prendo per esagerata, solo credo che tu abbia bisogno di avere + contatto con la realtà. Con la realtà di quella che deve essere una vita tranquilla per una persona tua coetanea volenterosa di studiare.
La velocità con cui si imparano a fare gli esercizi a fisica non conta nulla. Conta quanto bene si ha capito la materia. Cerca almeno all'inizio (per rodare) di studiare con qualcuno, non da sola, perchè evidentemente lo studio da sola per ora non ti funziona.
I fallimenti nella vita sono normali e vanno accettati. Quantomeno vanno presi come stimolo a migliorare, non come una condanna a morte.
La piscina aiuta come distensione dei nervi, ma è uno sport solitario, punterei + ad uno sport di squadra.
Mi farei un bel discorsetto coi genitori.
Farei un altro bel discorsetto col fratello.
Se proprio non riesci a superare il disagio e senti che da sola non ce la fai, vai a fare 4 chiacchiere con chi il chiacchierare di queste cose lo fa di mestiere. Ad andare dallo psicologo non c'è nulla di male. Io non ci sono mai stato, ma svariati miei amici, in momenti di difficoltà mentale, ci sono andati e a loro è servito molto. Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati non serve a nulla e il trascinare queste situazioni logoranti non porta mai a nulla di buono.
La velocità con cui si imparano a fare gli esercizi a fisica non conta nulla. Conta quanto bene si ha capito la materia. Cerca almeno all'inizio (per rodare) di studiare con qualcuno, non da sola, perchè evidentemente lo studio da sola per ora non ti funziona.
I fallimenti nella vita sono normali e vanno accettati. Quantomeno vanno presi come stimolo a migliorare, non come una condanna a morte.
La piscina aiuta come distensione dei nervi, ma è uno sport solitario, punterei + ad uno sport di squadra.
Mi farei un bel discorsetto coi genitori.
Farei un altro bel discorsetto col fratello.
Se proprio non riesci a superare il disagio e senti che da sola non ce la fai, vai a fare 4 chiacchiere con chi il chiacchierare di queste cose lo fa di mestiere. Ad andare dallo psicologo non c'è nulla di male. Io non ci sono mai stato, ma svariati miei amici, in momenti di difficoltà mentale, ci sono andati e a loro è servito molto. Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati non serve a nulla e il trascinare queste situazioni logoranti non porta mai a nulla di buono.
Iscriversi in piscina è una buona idea. Ti aiuta molto a calmare l'ansia, che è evidentemente il tuo problema principale, anzi direi l'unico.
grazie per le risposte, @blackbishop13 all'inizio anch'io pensavo di non essere portata è che non ho aggiunto una marea di particolari per cui non ho potuto studiare e inoltre ho dovuto fare parecchio per recuperare tutto il programma di cinque anni di liceo, ti giuro che sono entrata all'università che la cosa più difficile che sapevo fare era un'equazione di secondo grado..è stata la velocità con cui ho imparato a fare esercizi di fisica che non mi ha fatto demordere(mai fatti esercizi al liceo)..
@Rggb si mi piace l'idea ora provo!
@ 3.1415 ho provato a prendere tre giorni di pausa ma dopo ho iniziato ad avere i sensi di colpa, fortunatamente sono riuscita cmq a riflettere sulla mia situazione e per adesso non demordo...
ps mi sto scrivendo in piscina giusto per svagarmi un po'
@Rggb si mi piace l'idea ora provo!

@ 3.1415 ho provato a prendere tre giorni di pausa ma dopo ho iniziato ad avere i sensi di colpa, fortunatamente sono riuscita cmq a riflettere sulla mia situazione e per adesso non demordo...
ps mi sto scrivendo in piscina giusto per svagarmi un po'