Com'era il vecchio ordinamento?

Lanus1
Salve a tutti, durante questo mio primo anno universitario a ingegneria (Politecnico di Torino) sono rimasto molto deluso da come viene insegnata la matematica (Analisi 1 e Geometria). Racconto prima di tutto la mia esperienza, sperando che possa essere indicativa in futuro per chi si trovasse nella mia situazione.

Sono abbastanza appassionato di matematica, ma mi sarebbe piaciuto anche applicare le conoscenze più astratte a qualcosa di concreto, per questo ho scelto ingegneria. Quando sono arrivato mi aspettavo dei corsi complessi e rigorosi, ero conscio che si trattasse di ingegneria e non di matematica, però avevo letto in rete numerosi commenti sul fatto che comunque le materie di base venissero insegnate bene e seguendo il dipanarsi logico delle varie dimostrazioni. Così non è successo, e Analisi è stata insegnata non molto più approfonditamente rispetto a come l'aveva trattata la mia professoressa del liceo (anzi lei alcuni argomenti li ha trattati in modo molto più approfondito). Invece di studiare le varie definizioni, teoremi e dimostrazioni, veniva presentata in maniera intuitiva e per molti teoremi (a parte quei classici 6-7 che ci fanno imparare non si sa per quale motivo) ci veniva richiesto di credere il professore sulla parola. Per non parlare delle equazioni differenziali, di cui ci è stata data la formula per risolvere quei due-tre casi più comuni, senza nessuna spiegazione sul perchè si facesse così. L'esame è stato simile al corso, ovvero abbastanza semplice, e, facendo l'unico confronto che posso fare, la seconda prova della maturità scientifica era stata molto molto più difficile. Pensavo fosse un caso isolato (che magari dipendeva dal professore) e speravo che i corsi del secondo semestre sarebbero stati tutta un'altra cosa, invece no. Geometria è stata insegnata allo stesso modo, praticamente solo tecniche per fare esercizi, pochissime dimostrazioni e quelle poche che c'erano erano semplificate ad hoc. Il professore addirittura diceva che il tempo a disposizione era troppo e che avremmo finito il corso prima del tempo. Per fortuna ci sono anche professori, di cui uno in particolare (non mio) che si trovava nella situazione opposta, perchè cercava di mantenere lo stesso livello pre-riforma, se non nella difficoltà dell'esame (non può perchè è unificato in tutti i canali), quantomeno nella didattica, anche se poi (parole sue) dalla lezione non si capisce nulla perchè fatta troppo in fretta.
Quindi le strategie di questi due professori per adattarsi alla riforma sono due:
1) Semplificare all'inverosimile e fare matematica in modo superficiale.
2) Correre come dei pazzi per riuscire a fare quasi le stesse cose che si facevano prima.
Anche se personalmente apprezzo di più la seconda strategia, dalla quale traspare almeno la volontà di garantire un'istruzione di livello accettabile, entrambi gli approcci conducono a risultati pessimi e il fatto che non si capisca molto porta gli studenti a voler "levarsi" l'esame e non pensarci più, quindi tutti si concentrano sugli esercizi e molti riescono a passare l'esame anche senza sapere una mazza di teoria. Sì, anche quest'esame era semplice (più dell'altro) e sono fioccati tanti trenta. Non è che io sia masochista e voglia fare per forza un esame impossibile, però un esame difficile aiuta molto a impegnarsi e a dare il meglio, spronando a studiare molto più approfonditamente e non dando nulla per scontato, quindi è solo un bene per chi ama la materia che si sta studiando per apprendere (certo mi rendo conto che sarebbe anche un ostacolo insormontabile per chi la materia la odia, ma a questo punto bisognerebbe che costoro si chiedano cosa fanno lì se non gli piace una materia così fondamentale).
Potreste storcere il naso a queste critiche che faccio e vi potreste chiedere su che basi giudico il sistema universitario se di matematica non ne so nulla. Il fatto è che la curiosità mi ha portato a cercare libri del vecchio ordinamento e confrontarli con quelli del nuovo, a leggerli per vedere il livello di profondità dei vari argomenti. Il risultato è stato che sono molto più chiari e approfonditi e fanno capire veramente la materia che si sta studiando. Ma, purtroppo, in funzione degli esami che ho affrontato sarebbero stati inutili, perchè erano incentrati su quelle tipologie di esercizio fatte in classe e basta. Questi libri mi hanno fatto anche capire come di geometria ed analisi io in realtà non sappia nulla, anche se sono andato bene agli esami e hanno confermato i miei sospetti sulla qualità (scarsa) della didattica.

Cercando su questo forum e sulla rete in generale, ho trovato numerosi commenti a proposito di questa riforma che ha rovinato l'università.
Ora quello che proprio non capisco è come abbia fatto la riforma in sè a cambiare così radicalmente il modo in cui vengono insegnate le varie discipline. Purtroppo non riesco a trovare niente riguardo a come fosse il vecchio ordinamento.
Prima della riforma Berlinguer cosa c'era di diverso a parte la suddivisione annuale dei corsi? Che cos'è che rendeva gli esami più difficili e che permetteva ai professori di prendersi tutto il tempo necessario a spiegare? E' possibile che sia SOLO la riforma ad aver rovinato l'università e che non sia dipeso anche da come i singoli enti universitari l'hanno affrontata? Anche prima le università venivano finanziate in base a quanti studenti riuscivano a laurearsi in tempo?

P.S.: Scusate la lunghezza del post, ma mi sembrava necessaria un'introduzione per non fare del post un'accozzaglia di generici luoghi comuni senza nè capo nè coda. :)

Risposte
Luca.Lussardi
Anche io ho studiato col vecchio ordinamento, laurea quadriennale, ma con qualche variante rispetto ad @melia. I miei corsi erano semestralizzati, 15 annualità in totale ma il primo biennio due annualità (60 ore lez+60 ore ex ogni annualità) le facevi da settembre a Natale, pausa esami e poi altre due annualità da marzo a giugno. Nel secondo biennio, che era di indirizzo (a matematica dovevi scegliere tra indirizzo generale, didattico o applicativo) le annualità erano spezzate in due moduli ciascuno. A tutto ciò va aggiunto l'esame di Inglese.

Ryukushi1
"Lanus":
Salve a tutti, durante questo mio primo anno universitario a ingegneria (Politecnico di Torino) sono rimasto molto deluso da come viene insegnata la matematica (Analisi 1 e Geometria). Racconto prima di tutto la mia esperienza, sperando che possa essere indicativa in futuro per chi si trovasse nella mia situazione.

Sono abbastanza appassionato di matematica, ma mi sarebbe piaciuto anche applicare le conoscenze più astratte a qualcosa di concreto, per questo ho scelto ingegneria. Quando sono arrivato mi aspettavo dei corsi complessi e rigorosi, ero conscio che si trattasse di ingegneria e non di matematica, però avevo letto in rete numerosi commenti sul fatto che comunque le materie di base venissero insegnate bene e seguendo il dipanarsi logico delle varie dimostrazioni. Così non è successo, e Analisi è stata insegnata non molto più approfonditamente rispetto a come l'aveva trattata la mia professoressa del liceo (anzi lei alcuni argomenti li ha trattati in modo molto più approfondito). Invece di studiare le varie definizioni, teoremi e dimostrazioni, veniva presentata in maniera intuitiva e per molti teoremi (a parte quei classici 6-7 che ci fanno imparare non si sa per quale motivo) ci veniva richiesto di credere il professore sulla parola. Per non parlare delle equazioni differenziali, di cui ci è stata data la formula per risolvere quei due-tre casi più comuni, senza nessuna spiegazione sul perchè si facesse così. L'esame è stato simile al corso, ovvero abbastanza semplice, e, facendo l'unico confronto che posso fare, la seconda prova della maturità scientifica era stata molto molto più difficile. Pensavo fosse un caso isolato (che magari dipendeva dal professore) e speravo che i corsi del secondo semestre sarebbero stati tutta un'altra cosa, invece no. Geometria è stata insegnata allo stesso modo, praticamente solo tecniche per fare esercizi, pochissime dimostrazioni e quelle poche che c'erano erano semplificate ad hoc. Il professore addirittura diceva che il tempo a disposizione era troppo e che avremmo finito il corso prima del tempo. Per fortuna ci sono anche professori, di cui uno in particolare (non mio) che si trovava nella situazione opposta, perchè cercava di mantenere lo stesso livello pre-riforma, se non nella difficoltà dell'esame (non può perchè è unificato in tutti i canali), quantomeno nella didattica, anche se poi (parole sue) dalla lezione non si capisce nulla perchè fatta troppo in fretta.
Quindi le strategie di questi due professori per adattarsi alla riforma sono due:
1) Semplificare all'inverosimile e fare matematica in modo superficiale.
2) Correre come dei pazzi per riuscire a fare quasi le stesse cose che si facevano prima.
Anche se personalmente apprezzo di più la seconda strategia, dalla quale traspare almeno la volontà di garantire un'istruzione di livello accettabile, entrambi gli approcci conducono a risultati pessimi e il fatto che non si capisca molto porta gli studenti a voler "levarsi" l'esame e non pensarci più, quindi tutti si concentrano sugli esercizi e molti riescono a passare l'esame anche senza sapere una mazza di teoria. Sì, anche quest'esame era semplice (più dell'altro) e sono fioccati tanti trenta. Non è che io sia masochista e voglia fare per forza un esame impossibile, però un esame difficile aiuta molto a impegnarsi e a dare il meglio, spronando a studiare molto più approfonditamente e non dando nulla per scontato, quindi è solo un bene per chi ama la materia che si sta studiando per apprendere (certo mi rendo conto che sarebbe anche un ostacolo insormontabile per chi la materia la odia, ma a questo punto bisognerebbe che costoro si chiedano cosa fanno lì se non gli piace una materia così fondamentale).
Potreste storcere il naso a queste critiche che faccio e vi potreste chiedere su che basi giudico il sistema universitario se di matematica non ne so nulla. Il fatto è che la curiosità mi ha portato a cercare libri del vecchio ordinamento e confrontarli con quelli del nuovo, a leggerli per vedere il livello di profondità dei vari argomenti. Il risultato è stato che sono molto più chiari e approfonditi e fanno capire veramente la materia che si sta studiando. Ma, purtroppo, in funzione degli esami che ho affrontato sarebbero stati inutili, perchè erano incentrati su quelle tipologie di esercizio fatte in classe e basta. Questi libri mi hanno fatto anche capire come di geometria ed analisi io in realtà non sappia nulla, anche se sono andato bene agli esami e hanno confermato i miei sospetti sulla qualità (scarsa) della didattica.

Cercando su questo forum e sulla rete in generale, ho trovato numerosi commenti a proposito di questa riforma che ha rovinato l'università.
Ora quello che proprio non capisco è come abbia fatto la riforma in sè a cambiare così radicalmente il modo in cui vengono insegnate le varie discipline. Purtroppo non riesco a trovare niente riguardo a come fosse il vecchio ordinamento.
Prima della riforma Berlinguer cosa c'era di diverso a parte la suddivisione annuale dei corsi? Che cos'è che rendeva gli esami più difficili e che permetteva ai professori di prendersi tutto il tempo necessario a spiegare? E' possibile che sia SOLO la riforma ad aver rovinato l'università e che non sia dipeso anche da come i singoli enti universitari l'hanno affrontata? Anche prima le università venivano finanziate in base a quanti studenti riuscivano a laurearsi in tempo?

P.S.: Scusate la lunghezza del post, ma mi sembrava necessaria un'introduzione per non fare del post un'accozzaglia di generici luoghi comuni senza nè capo nè coda. :)


Che prof. hai avuto di Analisi? Anch'io sono al polito ed ho avuto Fagnani: ti assicuro che ha dimostrato praticamente ogni cosa, e devo dire che non l'ho trovata una materia esattamente facile, forse anche perché partivo da 0 avendo fatto il classico. Certo, la modalità del test è ridicola, perché non dimostra le reali capacità o competenze, ed essendo all'inizio, mi sono dovuto accontentare di un 18 al test, per la "paura", non avendo avuto tempo di preparare lo scritto come si deve.

Invece di geometria avevo Cordovez, che avrà fatto due dimostrazioni in tutto il corso, ci faceva anche esercitazioni, e durante le lezioni di teoria spesso faceva esercizi: alla fine ha messo la teoria anche all'esame, incredibilmente.

Io non trovo che il Politecnico sia di livello così basso; certamente 30-40-50 anni fa la situazione era diversa: c'era più severità, ma c'erano anche più soldi, meno persone facevano l'università, la didattica poteva essere organizzata meglio. Oggi ci sono solo tagli su tagli; ed anche la cultura è venuta meno, come ha ben detto Quinzio, quella cultura del rispetto dell'insegnante e da parte del discente e da parte dei genitori, soprattutto alle elementari ed alle secondarie. Uno studente che usciva dal classico (per esempio mio nonno), diplomato alla fine degli anni 30, poteva avere una conoscenza delle lettere classiche pari a un laureato attuale in lettere classiche. Non c'è niente da fare, i tempi sono cambiati, e c'è stata una progressiva involuzione sul versante del sapere.

Noi, nuove generazioni, abbiamo però anche appreso nuovi tipi di conoscenza e nuove forme di intelligenza si sono sviluppate: per esempio la capacità di pensare e fare molte cose contemporaneamente, fatto tipico della cultura dei nativi digitali. Sicuramente sotto certi aspetti c'è stato un peggioramento, credo perlopiù etico-sociale, ma sotto altri aspetti (meno che i negativi comunque) credo che le intelligenze si siano evolute secondo lo sviluppo dell'uomo stesso (molto più razionale, adattato alle tecnologie informatiche).

Pertanto la questione è profonda, ed i cambiamenti che ne connotano la forma sono avvenuti molto lentamente e gradualmente, senza quasi accorgersene (a parte la questione 68 che ha fatto da spartiacque).

Sk_Anonymous
quanti ricordi del vecchio ordinamento quinquennale .....
primo anno di ingegneria : 2 semestri , analisi 1, chimica e informatica al primo semestre , geometria e fisica I al secondo semestre

Analisi 1 durava 3 mesi , 10 ore alla settimana , passavano l'esame esattamente il 20% degli studenti ad ogni appello , indipendentemente dal numero di iscritti alle liste .
stesso discorso per geometria e Fisica 1 , i docenti dovevano scremare ai primi anni ...

era più rigoroso di adesso ? non ne ho Idea . Rispetto al corso di laurea in matematica la materia veniva spiegata più superficialmente , infatti se volevi trasferirti a matematica o fisica dovevi sostenere un esame integrativo .

Quinzio
"Lanus":

Quello che mi interessa capire è se la riforma sia stata l'unico fattore di rovina per l'università o se quello sia solo un capro espiatorio a la rovina sia dovuta a qualche processo storico che con la riforma ha poco a che fare.


Ecco, proprio così. E' un processo storico. Comunque se cerchi su internet trovi qualche blog o roba simile di professori di tutti i tipi di scuola che commentano la situazione.
Tanto per dirne una una volta ascoltavo una specie di conferenza a tema a cui partecipava un prof. in pensione. A un certo punto lascio la scuola (forse era anche vicina alla pensione) quando una madre ad un consiglio di classe disse: "La Camurri (la prof) pretende anche che i temi siano scritti senza errori di ortografia".
Un altro piccolo fatto che mi ha lasciato un po' perplesso è vedere che li al Politecnico gira un libro di Analisi che si intitola "Chi ha paura dell'Analisi I ?" (sic!). 40 anni fa un titolo del genere non c'era, garantito. Poi ognuno commenti come più gli pare.

Quinzio
"Lanus":
Salve a tutti, durante questo mio primo anno universitario a ingegneria (Politecnico di Torino) sono rimasto molto deluso da come viene insegnata la matematica (Analisi 1 e Geometria). Racconto prima di tutto la mia esperienza, sperando che possa essere indicativa in futuro per chi si trovasse nella mia situazione.


In generale devo dire che le impressioni che ho io sono le stesse.
Anche io "frequento" il primo anno di ingegneria al polito, anche se sono uno studente atipico, ma le lezioni che seguo e gli esami che faccio sono identici ai tuoi.
In ogni caso non credo che sia il polito a fare questa differenza, la situazione mi sembra che sia più o meno omogenea dappertutto.
Anche io diciamo che ho trovato gli esami abbastanza facili, almeno i primi.
Ci sono anche altre considerazioni da fare. In primis, io, come forse anche tu, non partivo da zero, nè con analisi nè con geometria. Può sembrare poco, ma quando conosci già il territorio non è poco. Bisogna aspettare un po' prima di tirare le conclusioni.
Detto questo ci sarebbero anche altre considerazioni, forse un po' antipatiche, ma che vanno fatte. Se uno ha davvero una marcia in più si iscrive a qualche scuola di eccellenza, vedi la Normale et similia, e li ti fanno "sudare" finchè vuoi. Poi si potrebbe dire che il tuo impegno, a prescindere dal livello della scuola si rifletterà nei voti. E l'altra sarebbe che, se sei davvero appassionato allo studio, nulla ti vieta di approfondire in privato gli argomenti che vuoi.
Ma so già che specialmente quest'ultima non piace perchè uno vorrebbe vedere riconosciuti i propri sforzi, e non si può dare torto.

Tornando al discorso principale, si assiste, da diversi decenni, ad un progressivo "declino" del livello di severità della scuola in generale.
Forse sono discorsi che un po' ti stupiranno, ma la riforma Berlinguer da sola non ha il potere di cambiare nulla. Le cause vengono da lontano ed è la società tutta che "decide" il livello dell'insegnamento.
Bisogna andare parecchio indietro, anche fino al '68 per trovare il primo grosso cambiamento. Chiedi a qualcuno che ha studiato prima del '68 com'era e vedrai cosa ti risponde.
Per farla breve: 30 anni fa io andavo alle elementari. Se tornavo a casa con una nota di demerito o con un brutto voto, alla fine prendevo dell'asino anche da mio padre. Oggi no. Oggi i genitori vanno a protestare dal maestro perchè ha trattato male il loro figliolo.
In sostanza il cambiamento è questo. Il resto è una conseguenza. Esami, programmi, ecc. quelli vengono di conseguenza.




Cercando su questo forum e sulla rete in generale, ho trovato numerosi commenti a proposito di questa riforma che ha rovinato l'università.
Ora quello che proprio non capisco è come abbia fatto la riforma in sè a cambiare così radicalmente il modo in cui vengono insegnate le varie discipline. Purtroppo non riesco a trovare niente riguardo a come fosse il vecchio ordinamento.
Prima della riforma Berlinguer cosa c'era di diverso a parte la suddivisione annuale dei corsi? Che cos'è che rendeva gli esami più difficili e che permetteva ai professori di prendersi tutto il tempo necessario a spiegare? E' possibile che sia SOLO la riforma ad aver rovinato l'università e che non sia dipeso anche da come i singoli enti universitari l'hanno affrontata? Anche prima le università venivano finanziate in base a quanti studenti riuscivano a laurearsi in tempo?

P.S.: Scusate la lunghezza del post, ma mi sembrava necessaria un'introduzione per non fare del post un'accozzaglia di generici luoghi comuni senza nè capo nè coda. :)

Lanus1
"@melia":
Ti rispondo da studente del vecchio ordinamento.
Sono laureata in Matematica. Al primo anno dovevo fare solo 3 (TRE) esami, volendo anche 4, e passavi al secondo anno se ne avevi fatto almeno 1 entro novembre. Si cominciavano i corsi la prima settimana di novembre e si finiva a fine maggio (28 settimane di lezione). Dimostrazione di tutti i teoremi. Esami scritti e orali, per fisica anche attività di laboratorio le cui relazioni finali contribuivano al voto dell'esame.
Al primo e al secondo anno avevo 24 ore di lezione a settimana equamente distribuite tra teoria ed esercizi, + il laboratorio di fisica. Nei due anni successivi dipendeva dalla materie scelte, alcune avevano 6 ore alla settimana, altre 5 o 4. In tutto ho fatto 15 esami. Per sostenere gli esami c'erano 2 appelli alla sessione estiva (giugno - luglio), 2 a quella autunnale (settembre - ottobre - novembre), 1 a quella straordinaria (febbraio).
Ad ingegneria i corsi erano semestrali, 14 settimane, primo semestre da ottobre a gennaio e il secondo da febbraio a maggio, si frequentavano 2 massimo 3 materie a semestre, sempre con almeno una ventina di ore di lezione. Quasi tutte le materie avevano 5 appelli per anno accademico. Anche ad ingegneria c'erano molte dimostrazioni, ma un po' meno che da noi.
Ti ho descritto l'Università di Padova degli anni '80 (mio marito è ingegnere), poi le cose hanno cominciato a deteriorarsi. Ricordo che negli anni 90 facevo ripetizioni a degli studenti di ingegneria che poi facevano il compito a risposta multipla, oppure dovevano riportare solo i risultati su di una scheda.

Grazie per il tuo contributo!
Facendo il confronto con il nuovissimo ordinamento, il numero di ore di lezione per anno è più o meno lo stesso di adesso, a ingegneria c'è anche la stessa la divisione in semestri, solo che invece di sole 3 materie, se ne hanno 4 massimo per semestre. Quindi il problema non mi sembra il tempo complessivo annuo di lezione. Forse il fatto che si hanno 4 materie invece che 2-3 può incidere su questo fatto, ma addirittura a tal punto? Beh potevano sempre dividere quelle 2 materie in 4 corsi differenti (cosa che mi pare abbiano fatto), cosa mai sarebbe cambiato? Secondo me il problema è altrove, forse il fatto del 3+2 costringe a comprimere i programmi che prima erano di 4 anni in soli 3 anni, riprendendo poi i concetti nella specialistica ed ampliandoli. Ma questa mi sembra una falsa giustificazione, dopotutto avrebbero potuto fare percorsi differenziati per chi avrebbe proseguito con la specilalistica e per chi si sarebbe fermato (come da alcune parti hanno fatto).
Quello che mi interessa capire è se la riforma sia stata l'unico fattore di rovina per l'università o se quello sia solo un capro espiatorio a la rovina sia dovuta a qualche processo storico che con la riforma ha poco a che fare. Dal fatto che negli anni '90 si siano cominciati a fare esami a scelta multipla la dice lunga sulle origini del problema. Vorrei capire le cause reali che hanno scatenato tutto ciò. La semplice ripartizione del tempo dei corsi non mi sembra una causa reale, perchè alla fine dovrebbero (correggetemi se sbaglio) essere i singoli atenei a decidere come organizzarsi. C'è qualcuno che ha vissuto la riforma sulla propria pelle, non da studente, ma dall'altra parte della cattedra che sa come sono andate veramente le cose?

Sk_Anonymous
"@melia":
Per sostenere gli esami c'erano 2 appelli alla sessione estiva (giugno - luglio), 2 a quella autunnale (settembre - ottobre - novembre), 1 a quella straordinaria (febbraio).

Doveva essere sicuramente meglio di ora... Corsi compressi in 12 settimane seguiti da esami immediati (o quasi)... Per forza di cose ci si capisce il giusto e si dimentica presto!

smaug1
"@melia":

Ad ingegneria i corsi erano semestrali, 14 settimane, primo semestre da ottobre a gennaio e il secondo da febbraio a maggio, si frequentavano 2 massimo 3 materie a semestre, sempre con almeno una ventina di ore di lezione. Quasi tutte le materie avevano 5 appelli per anno accademico. Anche ad ingegneria c'erano molte dimostrazioni, ma un po' meno che da noi.
Ti ho descritto l'Università di Padova degli anni '80 (mio marito è ingegnere), poi le cose hanno cominciato a deteriorarsi. Ricordo che negli anni 90 facevo ripetizioni a degli studenti di ingegneria che poi facevano il compito a risposta multipla, oppure dovevano riportare solo i risultati su di una scheda.


Guarda io frequento Ingegneria a Tor Vergata al primo anno. I corsi sono ancora semestrali, al primo semestre ho seguito Analisi 1 e Chimica, mentre ora ho finito con Fisica 1, Geometria e Disegno tecnico. Il mio professore di analisi ogni cosa di cui ha parlato l'ha dimostrata, certo poi in base al voto dello scritto si regolava per l'orale, ma la stessa cosa è successa con fisica, che ha un programma vastissimo dove è stato dimostrato moltissimo! Dalla meccanica,all'elasticità, fluidi, onde e termodinamica! Invece non mi è piaciuto il corso di geometria dove non abbiamo dimostrato nulla, ma ha spiegato la teoria facendo pochi esercizi in classe! Per quelli c'è statoil tutoraggio!!

Analisi non era un compito a crocette, io per esempio ho avuto questo a febbraio Compito

Io della didattica (programmi ecc ecc) non mi posso lamentare, della qualità di alcuni professori avrei qualcosa da ridire!

Lorin1
Come ti invidio @melia.
Nel mio corso di laurea in matematica, ci sono 23/24 esami per la triennale e 8 per la magistrale.

@melia
Ti rispondo da studente del vecchio ordinamento.
Sono laureata in Matematica. Al primo anno dovevo fare solo 3 (TRE) esami, volendo anche 4, e passavi al secondo anno se ne avevi fatto almeno 1 entro novembre. Si cominciavano i corsi la prima settimana di novembre e si finiva a fine maggio (28 settimane di lezione). Dimostrazione di tutti i teoremi. Esami scritti e orali, per fisica anche attività di laboratorio le cui relazioni finali contribuivano al voto dell'esame.
Al primo e al secondo anno avevo 24 ore di lezione a settimana equamente distribuite tra teoria ed esercizi, + il laboratorio di fisica. Nei due anni successivi dipendeva dalla materie scelte, alcune avevano 6 ore alla settimana, altre 5 o 4. In tutto ho fatto 15 esami. Per sostenere gli esami c'erano 2 appelli alla sessione estiva (giugno - luglio), 2 a quella autunnale (settembre - ottobre - novembre), 1 a quella straordinaria (febbraio).
Ad ingegneria i corsi erano semestrali, 14 settimane, primo semestre da ottobre a gennaio e il secondo da febbraio a maggio, si frequentavano 2 massimo 3 materie a semestre, sempre con almeno una ventina di ore di lezione. Quasi tutte le materie avevano 5 appelli per anno accademico. Anche ad ingegneria c'erano molte dimostrazioni, ma un po' meno che da noi.
Ti ho descritto l'Università di Padova degli anni '80 (mio marito è ingegnere), poi le cose hanno cominciato a deteriorarsi. Ricordo che negli anni 90 facevo ripetizioni a degli studenti di ingegneria che poi facevano il compito a risposta multipla, oppure dovevano riportare solo i risultati su di una scheda.

Sk_Anonymous
Guarda, circa la didattica di Ingegneria sono tentato di scriverti una frase che scrissi nella mia firma qualche settimana fa e che per motivi di decoro ho eliminato!

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