Come gestite la tensione prima e durante un esame?

klarence1
Salve a tutti, è da diverso tempo che non scrivo sul forum ed ora lo faccio per porvi una domanda.
Ho appena frequentato il corso del cdl in matematica e ora mi trovo con il problema di ''gestire'' la tensione prima degli esami che , non dico sia l'unica causa dei miei ''insuccessi'' universitari (non sono il tipo da cercare ''scuse'' a certe cose), ma comunque ha contribuito a ben 3 bocciature negli orali e svariate bocciature negli esami scritti .... poichè spesso, per il nervosismo dell'esame, commetto errori molto ingenui sia di calcolo che di concetto (tanto che, non ho problemi a dirlo, un professore durante uno degli esami orali dove sono stato bocciato mi ha chiesto ironicamente se avessi fatto le scuole medie e in un altro orale scrissi 1-1=1) che a casa non faccio mai.
Ora voglio chiedervi: come gestite la tensione prima/durante un esame orale e prima di uno scritto???

Risposte
michele.c.-votailprof
mi sono bruciato un 30 a statistica per la tensione e devo dire che non è bello prendere 28 ad un orale(sono contento lo stesso perché è un bel voto per me)...Soprattutto perché la prof dice che sei un pasticcione, anche se ti meritavi 30...Penso che dipenda soprattutto da una causa psicologica...L'unico rimedio è superare gli attacchi di panico che dipendono da fattori subconsci.

Spesso la tensione gioca su un esame. . . Soprattutto se orale... Impareremo col tempo e con esperienza. Spero che aiuti...

vict85
"Sergio":
[quote="Camillo"]Aggiungo una informazione non molto nota e che può essere utile.
Le ASL ( non tutte certo) hanno un servizio psicologico cui si può accedere con il semplice pagamento del ticket.
Si possono trovare degli psicologi validi anche nel SSN con spesa contenuta.

Ma... ne hai esperienza diretta o indiretta?
Io quasi: un vecchio compagno di scuola, un paio di loro conosciuti perché amici di amici, e non mi rivolgerei a loro nemmeno se mi pagassero.
Credo ci sia un problema di fondo.

[Opinioni assolutamente personali ON]
La psicologia è una strana disciplina, che brilla soprattutto quando si basa sulla statistica; in tal modo, risulta possibile pervenire a conclusioni ragionevoli su gruppi di individui (ad esempio, in occasione della selezione del personale), cioè quando è importate ottenere risultati mediamente corretti, anche se si può sbagliare sul singolo.
Quando diventa importante non sbagliare sul singolo, cioè quando la psicologia diventa (come dicono gli psicologi) "clinica", allora... se ne vedono (ne ho viste) di tutti i colori. La più divertente: quando dovevo iscrivermi all'università per la prima volta (1969) c'erano "Centri di orientamento scolastico"; andai lì e mi fecero parlare con uno psicologo. Problema: "Sono indeciso tra filosofia e ingegneria". Soluzione: "Gioca a tennis" !!!
E allora forse è meglio uno psicoanalista vero, che sta allo "psicologo clinico" come il matematico... al geometra.
Non offrono solo lunghissime terapie, ma anche "colloqui di sostegno". Conosco persone (tra cui una mia zia) che ne hanno tratto giovamento.
[Opinioni assolutamente personali OFF][/quote]

La psicologia per quanto ne so io è sempre sul singolo. Ogni tanto fanno esperimenti statistici ma io non considererei brillanti i loro risultati. Spesso finiscono per confermare cose ce sanno tutti. Personalmente non ritengo la psicologia sia più attendibile della sociologia. Probabilmente la cosa più importante che fa uno psicanalista non l'ha imparato a scuola ed è ascoltare. Un gruppo di sostegno non è poi tanto diverso da un insieme di persone che hanno voglia di sfogarsi.

In ogni caso cosa vuoi che ti dica? Qui non stiamo parlando con adolescenti problematici o simili. Probabilmente gli dirà di fare attività collaterali o di fare training autogeno (che comunque è fatto da psicologi) perché dubito che due chiacchiere possano aiutare a concentrarti. Io sono totalmente dell'idea che sia molto meglio trovare una attività che ti richieda di "buttarti" o di gestire l'ansia.

Camillo
Racconto brevemente la mia esperienza personale :
Ormai un bel po' di anni fa' io e mia moglie avevamo deciso di prendere in affido un bambino .
Dopo alcuni colloqui di "selezione" con alcuni psicologi e assistenti sociali fummo ammessi( evidentemente avevamo fatto buona impressione :D ) tra coloro che potevano aspirare .
Per prepararsi al nuovo compito assai impegnativo e , secondo me per verificare nel tempo se eravamo veramente adatti,
ci si incontrava una volta al mese con altri aspiranti come noi ed anche coppie che già avevano in affido bambini e ci si scambiava le esperienze e le curiosità di chiedere come fosse( per chi come noi esperienze ancora non ne aveva).
Eravamo un gruppo di 8/10/12 persone guidate da uno psicologo e da una assistente sociale facenti parte dell'ASL numero... di Milano.
Bene, entrambe persone eccezionali e acute e che sono state di aiuto nel capire e poi nel supportare quando necessario( e lo fu ).
So che siamo stati fortunati ; comunque quando lo psicologo e la assistente sociale sono passati ad altri incarichi( diciamo han fatto carriera ) sono stati sostituiti da altri , forse non dello stesso livello ma comunque validissimi.
So per aver sentito da altri che specie le assistenti sociali non godono di buona stampa e spesso non sono considerate all'altezza; nel caso nostro non posso che parlarne bene ed anche nel rapporto col bambino ( che intanto cresceva e raggiungeva rapidamente l'età più critica ) sono state tutte molto brave( nell'arco dei 3 anni di affido e circa 2 precedenti credo che ne son cambiate 4 o 5) .
Non divaghiamo e veniamo al punto.
Lo psicologo di cui parlavo all'inizio ( in effetti il più bravo ed esperto) tra i suoi compiti attuali ha anche quello di fare terapia psicologica( cioè sedute terapeutiche settimanali) con giovani che abbiano problemi, sempre nell'ambito del SSN .
Abbiamo indirizzato a lui, figli di amici che attraversavano un periodo critico e ne hanno tratto beneficio, a quanto ci risulta.
Certo il mio osservatorio è molto parziale e limitato però è stato positivo.
Senz'altro esistono ottimi professionisti privati ( informarsi prima) ma le tariffe non sono il ticket : credo che veleggino sui 60/ 80 euro per seduta .
Concludo : anch'io ero molto prevenuto sulla sanità pubblica in un settore così delicato come quello dell'ausilio psicologico .
Ho avuto invece sorprese positive.
Chiudo queste considerazioni molto OT. :D

oruam1
Hai una ottima opportunità di dosare la tua mente nel dosaggio delle tue parole, con l'ausilio del motto latino 'Dentes comprimo et claro loquor'.

Camillo
Aggiungo una informazione non molto nota e che può essere utile.
Le ASL ( non tutte certo) hanno un servizio psicologico cui si può accedere con il semplice pagamento del ticket.
Si possono trovare degli psicologi validi anche nel SSN con spesa contenuta.

Camillo
Uno psicoanalista mi sembra eccessivo ; anche gli psicologi hanno i loro albi professionali .
http://www.psicologia.toscana.it/
Secondo me non va cercato a caso ma tramite referenze di persone di cui ci si fida: ad esempio il medico di famiglia da cui io partirei (nel caso in cui klarence decidesse di seguire questa strada).

bryce1
Rieccomi ancora. Rileggendo alcuni posto del topic, mi vengono in mente altre cose.

Essenzialmente, è vero che saper "gestire il pubblico" (rapporti interpersonali con gli altri) è un'arte che tutti prima o poi tutti impariano. C'é chi la impara con la musica, con il lavoro in pizzeria o con gli stessi esami orali all'università oppure con qualche attività sportiva. Quanto prima lo si impara è meglio. L'importante e scoprire come fare a "buttarsi".

Ancora, vorrei sollevare un punto "cruciale" per gli eventi come gli esami (scritti od orali che sia siano). L'importante è COME ci proponiamo all'esame... non quelo che sappiamo. Essenzialmente ho riconosciuto due tipi di atteggiamenti:
(1) quello che presenta l'esame come un ostacolo da superare e che bisogna passare a tutti i costi... e se non lo si passa sono guai.
(2) quello che presenta l'esame come un ostacolo sì da superare ma che è più obiettivo e mostra l'"evento" esame in sé... senza conseguenze. In questo caso l'esame è un problema da risolvere e ci si focalizza sul problema SENZA pensare alle conseguenze di ogni suo esito.

L'atteggiamento (1) è abbastanza terroristico per tutti ed è la causa del panico e delle paure pre-esame e durante l'esame. Purtroppo è quello che si applica spesso perché si guarda sempre al risultato e non all'esame in se. Noi vogliamo/dobbiamo passare l'esame... cioé pensiamo già alla fine. Questo è sbagliato!

L'atteggiamento (2) è quello più fruttuoso nel 99% dei casi: noi ci prepariamo al meglio e poi andiamo all'esame pronti ad affrontare l'ora d'esame... senza pensare assolutamente alle conseguenze. Ci prepariamo ad affrontare questa "prova" e andiamo a farla, ma trattandola come "prova" in sé cioé senza pensare che sia giudicata/valutata. Se si riesce, trovare un poco di gusto e divertimento nelle domande e negli esercizi che ci propongo... aiuta molto. Personalmente gli esercizi li prendevo come "giochi" o "intrighi" da risolvere.

E qui arriviamo ad un altro punto importante. Cosa fare quando non si sa una cosa (magari essenziale)?
Se siamo nervosi e seri (approccio 1) ci innervosiamo ancora di più e facciamo scena muta e... falliamo miseramente l'esame. Se invece utilizziamo l'approccio (2)... ci rendiamo conto di non sapere questa cosa ma (per gioco) vogliamo ugualmente provare ad uscirne fuori ragionandoci sopra. Qui cominciamo ad usare tutte le altre conoscenze di contorno e mostriamo la nostra intelligenza. Se siamo bravi riusciamo a mostrare che conosciamo parecchie cose e che sappiamo ragionarci sopra. Potrebbe anche capitare che riusciamo a ricostruire la dimostrazione o possiamo risalire alla formula che ci serviva. Immaginatevi la vostra contentezza dopo. Se affrontate ogni cosa che non conoscete in questa maniera (magari divertendovi nello "scervellarvi") potreste riuscire a salvare una situazione disastrosa e magari a fare bella figura davanti al professore. Nel caso questo non basti... pazienza. Almeno avete provato a risollevare una situazione che inizialmente era disastrosa comunque. Comunque ci avete provato usando tutte le vostre risorse (conoscenze e capacità logiche). Complimenti per il tentativo.

Questo è quanto. Se ho altri spunti di riflessione li riporterò ancora qui.

Nicola "bryce"

bryce1
Ciao.
In generale posso confermare che gli esami sono critici per tutti. In ogni caso posso riportare la mia esperienza. A parte studiare (ovviamente), quello che conta è essere sicuri di se stessi. Sapere tutto è impossibile e questo è vero se si considera che ogni professore usa un proprio "taglio" particolare per fare le domande ed è sempre inaspettato. La vastità degli argomenti e dei tipi di domande possibili... questo non permette di trovare il 100% della sicurezza nelle ore di studio, purtroppo. Personalmente ho trovato più utili un paio di riflessioni che mi facevo sempre: "Ho fatto tutto quello che potevo fare per prepararmi al meglio?". "Nelle condizioni in cui ero... ho dato il meglio di me stesso per prepararmi?". Se la risposta è si... andavo all'esame tranquillo e rendevo al 100%. Se sapevo di avere la "coscienza sporca" (per non aver fatto alcune cose quando magari avrei potuto...) allora andavo all'esame agitato. Personalmente non ho trovato un milgior atteggiamento di questo: andare all'esame sapendo di aver fatto tutto il possibile e con la coscienza tranquilla e serena di aver dato il massimo che potevo. Arrivavo così all'esame come se dicessi al professore: "Bene, eccomi qua, adesso giudichi lei se ne so abbastanza o no.". Devo dire che la maggior parte delle volte ha funzionato e uscivo dall'esame contento e soddisfatto.

Buon esame a tutti.

P.S.: Lo stesso tipo di atteggiamento lo uso anche adesso nel lavoro: faccio tutto il possibile... e arrivo alla consegna lavori relativamente tranquillo. Purtroppo c'é sempre qualcosa che non va... ma questa è la vita reale, non un film. Comunque sia, i risultati ci sono lo stesso anche se non sono quelli ottimali che vorrei. La vita reale è diversa dalla teoria e ci fa dei brutti scherzi con i suoi imprevisti di percorso (imprevedibili). L'importante e prepararsi al meglio per quel che si può, secondo le proprie capacità e le proprie forze. Il resto verrà da se.

klarence1
Comunque ringrazio a tutti per i consigli che mi state dando.

klarence1
"Camillo":
Se non ricordo male, klarence, eri stato uno dei pochi che avevano superato la prova in itinere di Aritmetica ( mi sembra fosse questa la materia).


Si era quella, e superai anche il secondo esonero, poi fui bocciato all'orale. Poi in quella materia è arrivata anche la seconda bocciatura sempre all'esame orale.

Camillo
Se non ricordo male, klarence, eri stato uno dei pochi che avevano superato la prova in itinere di Aritmetica ( mi sembra fosse questa la materia).
Dunque la strada che hai intrapreso è quella giusta per te.
Adesso si sono manifestati dei problemi( ansia, insicurezza) . Penso che un incontro con uno psicologo possa essere molto utile (e forse necessario vista l'intensità degli stessi) per farti superare questo periodo difficile.
In bocca al lupo :D

_prime_number
"vict85":
Secondo me più che uno psicologo possono essere utili attività come yoga, taichi, pilates e simili attività "di meditazione", equilibrio ed elasticità.


Confermo, ogni tanto anche io faccio stretching o meditazione nei giorni prima di un esame difficile. Staccare la spina anche solo per un'oretta aiuta tantissimo, rigenera.

Paola

vict85
Secondo me più che uno psicologo possono essere utili attività come yoga, taichi, pilates e simili attività "di meditazione", equilibrio ed elasticità. In generale aiutano ad eliminare le negatività e se sei molto nervoso possono aiutarti a controllare il nervosismo e a sciogliere il corpo. Alla fine si tratta solo di fare un bel respiro e vedere l'esame in maniera obiettiva.
Inoltre a favore di questa proposta ci metto anche che fa bene al corpo in generale e che sono spesso attività fatte da ragazze (in questo più yoga e pilates che taichi, quest'ultimo è più per anziani, soprattutto se lo fai in alcuni orari).
Per la questione parlare in pubblico anche fare corsi amatoriali di teatro e simili sono molto utili. Ti insegnano a "buttarti".
Per quanto riguarda metodi più terapeutici e incentrati sull'ansia e il nervosismo ti consiglio il training autogeno. Qualche anno fa l'ho fatto in un corso pomeridiano a scuola e mi è piaciuto (per esperienza personale ti dico però che qui essere l'unico maschio te lo rende più difficile anche se forse più efficace).

dissonance
"Fioravante Patrone":
Intendo dire uno psicologo, ...

In alcune università mi pare ci sia un centro di ascolto proprio per questo genere di problemi...però non ho assolutamente idea se consigliartelo o meno.

Steven11
Sono fresco di esame di maturità, quindi posso dire due parole.
La questione ansia è stata la stessa di altre occasioni più o meno importanti (esami scuola guida, olimpiadi, etc).
Non ci metto i compiti in classe, che nell'85% dei casi mi turbavano in maniera irrisoria.
Un po' d'ansia arrivava generalmente nei momenti precedenti alla prova quando ci pensavo, e una mezz'oretta prima.
Ma una volta immerso nella prova, puntualmente scompare sempre tutto: batticuore, mal di stomaco, sudarella etc.
Ormai ho imparato a conoscermi, e mi dico sempre, nei momenti d'ansia che precedono la prova: "lo sai che ti fa sempre così, lo sai, lo sai, poi appena inizi sparisce tutto, quindi è ok".
E' uno stato transitorio, so quando inizia e quando finisce, e questo basta generalmente per farmi stare tranquillo globalmente.

wedge
Io vado controcorrente.
Mi mette più ansia andare a sentire gli esami degli altri che non fare il mio. Mai andato a sentire orali altrui, magari chiedo a quelli degli anni precedenti, ma anche se tocca a me alle 12 e gli esami iniziano alle 8 me ne vado a fare un giro e torno circa in tempo. Metti che senti una domanda a cui non avresti saputo rispondere, la cosa mette troppa ansia. Io vivo sempre con una certa "rassegnazione" gli esami. Studio tanto sicuramente, faccio esercizi e mi confronto con i compagni. Ma da due giorni prima dell'esame smetto proprio di guardare quella materia. Sono dell'idea che oltre un certo livello più si ripassa più vengono dubbi, spesso scemi, dovuti solo all'ansia. Quindi riesco quasi sempre ad andare abbastanza rilassato. Poi al momento è importantissimo secondo me saper parlare bene. Con chiarezza e decisione. So di tantissimi miei compagni/e che perdono punti a causa non della mancata conoscenza ma della "voce che si strozza in gola". A me ha giovato tantissimo aver suonato il pianoforte da "piccolo". Quando hai 12-13 anni e devi suonare da solo davanti ad un pubblico, avete idea di quanto tremano e sudano le mani? E' stata una sorta di battesimo di fuoco, che poi penso mi abbia aiutato.
Sarò strano riguardo alla gestione dell'ansia, ma tant'è.
Cosa ancora più strana, sono stato mille volte più teso per l'ultimo esame della triennale, che non per i primi.

klarence1
"Fioravante Patrone":
Intendo dire uno psicologo, un consulente che sia competente (informarsi bene, prima!). Uno psicanalista? Un esperto di "cominicazione interpersonale" (ripeto: occhio alle bufale)?

Grazie ci penserò

"Fioravante Patrone":

L'agitazione che ti prende mi sembra un po' eccessiva, rispetto agli standard abituali.

Lo so, ma non sono mai stato così. Mi ha fatto molto male la prima bocciatura ad un orale.

Fioravante Patrone1
Intendo dire uno psicologo, un consulente che sia competente (informarsi bene, prima!). Uno psicanalista? Un esperto di "cominicazione interpersonale" (ripeto: occhio alle bufale)?

L'agitazione che ti prende mi sembra un po' eccessiva, rispetto agli standard abituali. E un parere di una persona esperta potrebbe essere più utile dei tanti buoni consigli che gli utenti di questo forum possono darti.

klarence1
"Fioravante Patrone":
Non trascurerei (visti gli svarioni citati da klarence) anche un consiglio da parte di un professionista. Non amo molto gli psicologhi in genere, né ne ho un gran rispetto (parlo sulla base delle mie esperienze personali), ma un parere professionale potrebbe essere utile.


Non sei l'unico che mi ha detto questa cosa. Potresti spiegarti meglio (cosa intendi per professionista?)?

Fioravante Patrone1
Del tutto d'accordo con quanto dice vict85. Nel senso che c'è chi non si trova bene a studiare con altri, anche se di solito un confronto con altri modi di capire, di studiare, di rispondere, fa bene. Ma se uno ci si trova male, non è il caso di butatre via il suo tempo (purché poi, alla fine, uno renda all'esame).
Così come è importante riuscire a distinguere fra studiare "per passare l'esame" o per "sapere".

Il topic comunque è quello del "dominare la tensione". Al di là di parole sagge dette in vari interventi, non mi pare ci sia una proposta risolutiva. Né ci potrebbe essere, direi.
Non trascurerei (visti gli svarioni citati da klarence) anche un consiglio da parte di un professionista. Non amo molto gli psicologhi in genere, né ne ho un gran rispetto (parlo sulla base delle mie esperienze personali), ma un parere professionale potrebbe essere utile.

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