Cattivi scienziati
Risposte
Purtroppo hai ragione, questo problema riguarda tutto il mondo. Il mio è ovviamente un auspicio, so benissimo che allo stato delle cose non è così, ma per il bene della ricerca dovrebbe essere così.
Hai scritto
Ma è un dato di fatto o un auspicio?
Peraltro sia l'articolo che il libro non riguardano l'Italia in particolare ma il mondo intero, il che è peggio
"Luca.Lussardi":
... ma ci tengo a sottolineare che la carriera accademica deve venire in modo naturale in base alla qualità ...
Ma è un dato di fatto o un auspicio?

Peraltro sia l'articolo che il libro non riguardano l'Italia in particolare ma il mondo intero, il che è peggio

In Italia non si vive di grant, la posizione accademica prescinde da quelli. E' certo che in alcuni settori sono più importanti e facili da avere rispetto ad altri. Il mio commento sembra semplicistico ma ci tengo a sottolineare che la carriera accademica deve venire in modo naturale in base alla qualità della produzione e non alla sua bibliometria. E mi ripeto, si può benissimo portare avanti la carriera senza inseguire gli indici, ci si metterà un po' di più questo è probabile. Il vero problema è che molte persone desiderano accelerarla il più possibile, e questo fa solo male alla scienza.
"axpgn":
[quote="Luca.Lussardi"]Si può benissimo progredire nella carriera fregandosene degli indici.
Nì.
È una risposta un po' troppo semplicistica, a mio parere.
[/quote]
E' parzialmente vero in matematica, dove l'impact factor non ha alcuna rilevanza e dove per fortuna c'è un pochino in più di onestà intellettuale. Certo anche lì se i paper sono tutti su giornali "di seconda fascia" non è esattamente una passeggiata neppure avere una carriera, altro che farla in fretta. In settori più applicati poi è proprio falso, anche perchè lì si vive di grant e i grant vengono assegnati (anche) in base al cv e la bontà del cv dipende fortemente dagli indicatori bibliometrici.
"Luca.Lussardi":
Si può benissimo progredire nella carriera fregandosene degli indici.
Nì.
È una risposta un po' troppo semplicistica, a mio parere.
Ho letto il suo libro, citato nell'articolo e che consiglio di leggere (molto ben documentato): l'autore sarà forse fin troppo preoccupato e pessimista ma il problema esiste e non è piccolo.
Cordialmente, Alex
Oh my God mi hanno scoperto, adesso invalideranno le mie pubblicazioni… va beh tornerò a pulire le aule.

Il sistema sarà anche folle ma gli scienziati che inseguono la bibliometria a tutti i costi per far carriera più rapidamente ci mettono del loro. Si può benissimo progredire nella carriera fregandosene degli indici.
"giuliofis":
C'è anche il problema delle riviste predatorie, non così facili da sgamare.
Le riviste predatorie sono una conseguenza inevitabile della follia del sistema...
C'è anche il problema delle riviste predatorie, non così facili da sgamare.
La peer review è un sistema che ormai ha fatto il suo tempo. Ha funzionato quando il mondo scientifico era piccolo, c'era posto per tutti e molti componenti erano persone interessate unicamente alla scienza. E soprattutto, quando gli articoli venivano valutati per il contenuto e non per il giornale su cui erano pubblicati (ci sono articoli importantissimi degli anni '70 pubblicati su riviste di fascia infima). Ora il sistema è intasato, per farsi strada occorrono le riviste giuste, con impact factor alto o ritenute all'altezza dai membri eminenti della comunità secondo imperscrutabile giudizio, e questo ha avuto il prevedibile effetto di creare delle sacche di potere che decidono cosa è bene e cosa no in base a criteri principalmente nepotistici. Una sorta di mafia scientifica, passatemi il termine. Come sottolinea anche giustamente l'autore, "si arriva poi alla deviazione sistemica: [...] il fiorire di bande accademiche organizzate che, attraverso il controllo dei comitati editoriali, favoriscono sistematicamente i rispettivi gruppi di ricerca, corrompendo la procedura di revisione anonima."
C'è urgente bisogno di una rivoluzione totale (ormai da anni), ma come sempre i detentori del potere non hanno alcun interesse a cambiare, e le persone che vorrebbero cambiare non lo fanno per paura (legittima) di venire estromessi totalmente dalla comunità.
C'è urgente bisogno di una rivoluzione totale (ormai da anni), ma come sempre i detentori del potere non hanno alcun interesse a cambiare, e le persone che vorrebbero cambiare non lo fanno per paura (legittima) di venire estromessi totalmente dalla comunità.