Blogger condannata
Risposte
"Un giudice":
Tutto ciò segnala la volontà del legislatore di prevedere, a ogni buon fine, una disciplina che potesse tenere conto del superamento della pura e semplice “impressione con mezzi meccanici” (tale era la primigenia espressione del progetto di legge) di gutenberghiana memoria, rispetto ai progressi della meccanica, della fisica, della chimica; questo progresso ha oggi prodotto una forma di editoria, quella su Internet, del tutto identica (e in alcuni casi anche sostitutiva, con quotidiani *on demand*, su *tablet*, editati a domicilio e così via) a quella che produce caratteri impressi su carta; e del resto, a ben vedere, l’informatica e la telematica altro non sono che applicazione combinata di mezzi (di variazioni di stato) meccanici, fisici, chimici; in questo quadro interpretativo la L. 7 marzo 2001, n. 62, non è fonte di “rilettura” della L. 8 febbraio 1948, n. 47, bensì sopravvenienza coerente (nella sua equiparazione tra più prodotti editoriali) con un concetto di stampa idoneo *ab origine* a ricomprendere la sopravvenienza dei quotidiani o periodici – ora normalmente registrati e oggetto di benefici – su Internet.
Mamma mia, come siamo lontani dall'essere un paese normale...
Cosa recitava il commento?
È evidente.
Dal punto di vista "morale" darei responsabilità del 90% a chi ha scritto e 10% a chi non ha vigilato.
In secondo luogo non può essere il blogger a fornire l'identità di chi sotto pseudonimo ha offeso qualcuno, dovrebbe essere la polizia a individuare chi è autore delle offese, sulla base di denunce opportunamente motivate. Il blogger deve mettere a disposizione le tracce log del blog
In secondo luogo non può essere il blogger a fornire l'identità di chi sotto pseudonimo ha offeso qualcuno, dovrebbe essere la polizia a individuare chi è autore delle offese, sulla base di denunce opportunamente motivate. Il blogger deve mettere a disposizione le tracce log del blog
Sinceramente dubito che passerà la stessa linea in appello.