ADDIO
scusate,
ma credo che anche in un sito di matematica ci debbano essere due righe di cordoglio per un grande campione che, come il mio, ha saputo infiammare molti animi.
Addio Marco Pantani.
ma credo che anche in un sito di matematica ci debbano essere due righe di cordoglio per un grande campione che, come il mio, ha saputo infiammare molti animi.
Addio Marco Pantani.
Risposte
Sono stato umiliato per nulla. Da quattro anni a questa parte sono in tutti i tribunali e questo mi ha fatto perdere la voglia di fare sport come tanti altri sportivi che fanno quello e basta; però non ho pagato solo io, tutto il cilcismo c'è andato di mezzo e molti ragazzi hanno perso la fiducia nella giustizia. Io ora mi sto ferendo con la deposizione di una verità scritta sul mio passaporto e lo sto facendo perchè il mondo si renda conto che tutti i miei colleghi che hanno subito umiliazioni, se hanno le telecamere nascoste in camera per rovinare le loro famiglie, come fanno a non farsi del male? Non so come mai mi soffermo in momenti di sfogo come questo. So di avere sbagliato, però mi piacerebbe far capire alla gente che il mio errore è stato quello di non nascondere le prove; solo quando la mia vita non solo sportiva ma soprattutto privata è stata violata, solo allora ho perso veramente.
Sono venuto a Cuba con la volontà di non arrendermi: "hasta la victoria" è un grande ideale per uno sportivo. Però la cosa che non posso accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti, infortuni e ho sempre ricominciato da zero, e per cosa? Mi restano solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho ripetutamente subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole, sì, ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste un altro lavoro oltre a quello di atleta per esercitare il quale si debba dare il sangue e si debbano subire controlli notturni che violano l'intimità familiare.
Non mi sono sentito più sereno col dubbio costante di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa sorte. E quante storie di famiglie violentate... ma andate in profondità e guardate cos'è un ciclista, quanti uomini finiscono in mezzo al deserto della tristezza nel tentativo di ricominciare da quei sogni con cui erano partiti per poi vederli infranti definitivamente lasciando loro le droghe quale unico mezzo per alleviare il dolore: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era irrimediabilmente conclusa. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità vi domanderete quali sono le speranze che ci spingono ad andare avanti e comprenderete che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità di cui parlavo lo leggano e si pongano a difesa di chi ha subito gli stessi torti che ho subito io facendo sì che in tutto il mondo le regole sportive siano uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno che ho detto la verità lo devono dire.
Sono stato umiliato per nulla. Da quattro anni a questa parte sono in tutti i tribunali, ho perso la mia voglia di essere semplicemente come tanti altri sportivi, però non ho pagato solo io, tutto il cilcismo c'è andato di mezzo e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia. Io ora mi sto ferendo con la deposizione di una verità sul mio passaporto e lo sto facendo perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, con le telecamere nascoste in camera per rovinare le loro famiglie; e dopo come fai a non farti male? Io non so come mai mi fermo in casi di sfogo come questi. Io so di aver sbagliato, però mi piacerebbe far capire alla gente che il mio errore è stato quello di non nascondere le prove, solo quando la mia vita non solo sportiva ma soprattutto privata è stata violata, solo allora ho perso.
E sono venuto a Cuba con la voglia di dire che "hasta la victoria siempre" è un grande ideale per uno sportivo. Ma la cosa più difficile da accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti e infortuni ma sono sempre ripartito. E ora cosa mi resta? C'è solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste altro lavoro che per esercitarlo si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti.
Io non mi sono sentito più sereno col dubbio di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa rovina. E quante storie di famiglie violentate... Ma andate a vedere cos'è un ciclista e quanti uomini finiscono in mezzo alla tristezza della solitudine nel tentativo di ricominciare con quei sogni di uomo che invece finiscono per infrangersi nell'uso delle droghe: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era finita. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità capirete e vi domanderete che cosa ci fa sperare e che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità lo legga e si ponga in difesa di chi ha subito ingiustizie dicendo al mondo che le regole sportive devono essere uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno devono parlare.
"Sono stato umiliato per nulla. Per quattro anni sono in tutti i tribunali, ho solo perso la mia voglia di essere come tanti altri sportivi, ma il ciclismo ha pagato e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia. E io mi sto ferendo con la deposizione di una verità sul mio documento, perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, in camera con le telecamere nascoste per cercare di rovinare le famiglie; e poi dopo come fai a non farti male. Io non so come mai mi fermo in casi di sfogo come questi. Mi piacerebbe, io so di aver sbagliato con le prove però, ma solo quando la mia vita sportiva, soprattutto privata, è stata violata, ho perso molto".
"E sono in questo paese con la voglia di dire che hasta la victoria è un grande scopo per uno sportivo. Ma il più difficile è di aver dato il cuore per uno sport, con incidenti e infortuni: e sempre sono ripartito. Ma cosa resta, c'è tanta tristezza e rabbia per le violenze che la giustizia a tempi è caduta nel credere. Ma la mia storia spero che sia di esempio agli altri sport che le regole, sì, ma devono essere uguali per tutti. Non esiste lavoro che per esercitare si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti".
"Io non mi sono sentito più sereno di non essere controllato in casa, in albergo, dalle telecamere e sono finito per farmi del male, per non rinunciare alla mia intimità, all' intimità della mia donna, e degli altri colleghi che hanno perso. E molte storie di famiglie violentate. Ma andate a vedere cos' è un ciclista e quanti uomini vanno in mezzo alla torrida tristezza per cercare di ritornare con quei sogni di uomo che si infrangono con le droghe: ma dopo la mia vita di sportivo. E se un pò di umanità farà capire e chiedere cosa ci fa sperare e che con uno sbaglio vero si capisce e si batte, perchè si sta dando il cuore. Questo documento è verità, la mia speranza è che un uomo vero o una donna legga e si ponga in difesa di chi, come si deve dire al mondo, regole per sportivi uguali per tutti. E non sono un falso, mi sento ferito e tutti i ragazzi che mi credevano devono parlare. Ciao Marco"
Sono venuto a Cuba con la volontà di non arrendermi: "hasta la victoria" è un grande ideale per uno sportivo. Però la cosa che non posso accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti, infortuni e ho sempre ricominciato da zero, e per cosa? Mi restano solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho ripetutamente subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole, sì, ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste un altro lavoro oltre a quello di atleta per esercitare il quale si debba dare il sangue e si debbano subire controlli notturni che violano l'intimità familiare.
Non mi sono sentito più sereno col dubbio costante di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa sorte. E quante storie di famiglie violentate... ma andate in profondità e guardate cos'è un ciclista, quanti uomini finiscono in mezzo al deserto della tristezza nel tentativo di ricominciare da quei sogni con cui erano partiti per poi vederli infranti definitivamente lasciando loro le droghe quale unico mezzo per alleviare il dolore: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era irrimediabilmente conclusa. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità vi domanderete quali sono le speranze che ci spingono ad andare avanti e comprenderete che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità di cui parlavo lo leggano e si pongano a difesa di chi ha subito gli stessi torti che ho subito io facendo sì che in tutto il mondo le regole sportive siano uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno che ho detto la verità lo devono dire.
Sono stato umiliato per nulla. Da quattro anni a questa parte sono in tutti i tribunali, ho perso la mia voglia di essere semplicemente come tanti altri sportivi, però non ho pagato solo io, tutto il cilcismo c'è andato di mezzo e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia. Io ora mi sto ferendo con la deposizione di una verità sul mio passaporto e lo sto facendo perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, con le telecamere nascoste in camera per rovinare le loro famiglie; e dopo come fai a non farti male? Io non so come mai mi fermo in casi di sfogo come questi. Io so di aver sbagliato, però mi piacerebbe far capire alla gente che il mio errore è stato quello di non nascondere le prove, solo quando la mia vita non solo sportiva ma soprattutto privata è stata violata, solo allora ho perso.
E sono venuto a Cuba con la voglia di dire che "hasta la victoria siempre" è un grande ideale per uno sportivo. Ma la cosa più difficile da accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti e infortuni ma sono sempre ripartito. E ora cosa mi resta? C'è solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste altro lavoro che per esercitarlo si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti.
Io non mi sono sentito più sereno col dubbio di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa rovina. E quante storie di famiglie violentate... Ma andate a vedere cos'è un ciclista e quanti uomini finiscono in mezzo alla tristezza della solitudine nel tentativo di ricominciare con quei sogni di uomo che invece finiscono per infrangersi nell'uso delle droghe: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era finita. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità capirete e vi domanderete che cosa ci fa sperare e che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità lo legga e si ponga in difesa di chi ha subito ingiustizie dicendo al mondo che le regole sportive devono essere uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno devono parlare.
"Sono stato umiliato per nulla. Per quattro anni sono in tutti i tribunali, ho solo perso la mia voglia di essere come tanti altri sportivi, ma il ciclismo ha pagato e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia. E io mi sto ferendo con la deposizione di una verità sul mio documento, perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, in camera con le telecamere nascoste per cercare di rovinare le famiglie; e poi dopo come fai a non farti male. Io non so come mai mi fermo in casi di sfogo come questi. Mi piacerebbe, io so di aver sbagliato con le prove però, ma solo quando la mia vita sportiva, soprattutto privata, è stata violata, ho perso molto".
"E sono in questo paese con la voglia di dire che hasta la victoria è un grande scopo per uno sportivo. Ma il più difficile è di aver dato il cuore per uno sport, con incidenti e infortuni: e sempre sono ripartito. Ma cosa resta, c'è tanta tristezza e rabbia per le violenze che la giustizia a tempi è caduta nel credere. Ma la mia storia spero che sia di esempio agli altri sport che le regole, sì, ma devono essere uguali per tutti. Non esiste lavoro che per esercitare si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti".
"Io non mi sono sentito più sereno di non essere controllato in casa, in albergo, dalle telecamere e sono finito per farmi del male, per non rinunciare alla mia intimità, all' intimità della mia donna, e degli altri colleghi che hanno perso. E molte storie di famiglie violentate. Ma andate a vedere cos' è un ciclista e quanti uomini vanno in mezzo alla torrida tristezza per cercare di ritornare con quei sogni di uomo che si infrangono con le droghe: ma dopo la mia vita di sportivo. E se un pò di umanità farà capire e chiedere cosa ci fa sperare e che con uno sbaglio vero si capisce e si batte, perchè si sta dando il cuore. Questo documento è verità, la mia speranza è che un uomo vero o una donna legga e si ponga in difesa di chi, come si deve dire al mondo, regole per sportivi uguali per tutti. E non sono un falso, mi sento ferito e tutti i ragazzi che mi credevano devono parlare. Ciao Marco"
Sono stato umiliato per nulla. Da quattro anni a questa parte sono in tutti i tribunali, ho perso la mia voglia di essere semplicemente come tanti altri sportivi, però non ho pagato solo io, tutto il cilcismo c'è andato di mezzo e molti ragazzi hanno perso la speranza della giustizia. Io ora mi sto ferendo con la deposizione di una verità sul mio passaporto e lo sto facendo perchè il mondo si renda conto che se tutti i miei colleghi hanno subito umiliazioni, con le telecamere nascoste in camera per rovinare le loro famiglie; e dopo come fai a non farti male? Io non so come mai mi fermo in casi di sfogo come questi. Io so di aver sbagliato, però mi piacerebbe far capire alla gente che il mio errore è stato quello di non nascondere le prove, solo quando la mia vita non solo sportiva ma soprattutto privata è stata violata, solo allora ho perso.
E sono venuto a Cuba con la voglia di dire che "hasta la victoria siempre" è un grande ideale per uno sportivo. Ma la cosa più difficile da accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti e infortuni ma sono sempre ripartito. E ora cosa mi resta? C'è solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste altro lavoro che per esercitarlo si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti.
Io non mi sono sentito più sereno col dubbio di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa rovina. E quante storie di famiglie violentate... Ma andate a vedere cos'è un ciclista e quanti uomini finiscono in mezzo alla tristezza della solitudine nel tentativo di ricominciare con quei sogni di uomo che invece finiscono per infrangersi nell'uso delle droghe: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era finita. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità capirete e vi domanderete che cosa ci fa sperare e che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità lo legga e si ponga in difesa di chi ha subito ingiustizie dicendo al mondo che le regole sportive devono essere uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno devono parlare. Ciao Marco
E sono venuto a Cuba con la voglia di dire che "hasta la victoria siempre" è un grande ideale per uno sportivo. Ma la cosa più difficile da accettare è di aver dato il cuore per uno sport, ho avuto incidenti e infortuni ma sono sempre ripartito. E ora cosa mi resta? C'è solo tanta tristezza e rabbia per le violenze che ho subito e che mi hanno fatto perdere la speranza nella giustizia. Spero solo che la mia storia sia d'esempio anche per gli altri sport e che si capisca che le regole ci devono essere ma devono essere uguali per tutti. Non esiste altro lavoro che per esercitarlo si deve dare il sangue, i controlli di notte alle famiglie degli atleti.
Io non mi sono sentito più sereno col dubbio di essere controllato sia in casa sia in albergo dalle telecamere e mi sono ridotto a farmi del male pur di non rinunciare alla mia intimità, all'intimità della mia donna, così com'è accaduto agli altri miei colleghi che hanno subito la stessa rovina. E quante storie di famiglie violentate... Ma andate a vedere cos'è un ciclista e quanti uomini finiscono in mezzo alla tristezza della solitudine nel tentativo di ricominciare con quei sogni di uomo che invece finiscono per infrangersi nell'uso delle droghe: sì, ne ho fatto uso ma solo dopo che la mia vita di sportivo era finita. E se in questo mondo è rimasta un po' di umanità capirete e vi domanderete che cosa ci fa sperare e che uno sbaglio commesso perchè si sta dando tutto lo si può capire e lo si deve superare. Quello che ho scritto su questo passaporto è la verità, la mia speranza è che un uomo o una donna dotati di quella umanità lo legga e si ponga in difesa di chi ha subito ingiustizie dicendo al mondo che le regole sportive devono essere uguali per tutti. E non sono un bugiardo, mi sento ferito e tutti i ragazzi che sanno devono parlare. Ciao Marco
Mi associo e vorrei ringraziare Marco
per i momenti di sport esaltante che mi ha
( che ci ha) regalati.
Tuttavia non posso fare a meno di ricordare
che la piaga del doping nello sport(in tutto lo sport)
e' un problema reale e va risolto .Per non veder
ridurre una gara di sport ad una guerra di fialette.
karl.
per i momenti di sport esaltante che mi ha
( che ci ha) regalati.
Tuttavia non posso fare a meno di ricordare
che la piaga del doping nello sport(in tutto lo sport)
e' un problema reale e va risolto .Per non veder
ridurre una gara di sport ad una guerra di fialette.
karl.
Rimane certo l'amaro in bocca nel sentire la tragedia di un uomo forte, combattivo, appassionato . . . ancora non si sa cosa lo abbia portato alla morte, ma si sa che e' morto solo e triste, e questo fa davvero piangere il cuore. Tuttavia, e lo dico comunque con rispetto e profonda tristezza, non dimentichiamoci che quest'uomo, come molti altri, ha ingannato se stesso e lo sport, si e' sacrificato per il Dio Denaro, si e' piegato alla farmacia per la gloria, che comunque meritava. E questo, forse, lo ha aiutato nei momenti di gloria ma ha poi reso impossibile la sua vita negli ultimi anni e lo ha portato, probabilmente, alla morte. Che questo tragico epilogo serva da insegnamento per tutti gli sportivi. Chi non ha nulla da nascondere, non avra' mai rimpianti e, quando morira', morira' sereno, non come e' morto il mitico Pirata . . .
"La statistica è quella scienza che dice che se hai la testa nel congelatore e i piedi nel forno, mediamente stai bene"
"La statistica è quella scienza che dice che se hai la testa nel congelatore e i piedi nel forno, mediamente stai bene"
...
Questa mattina ho pianto e non è una cosa che faccio quotidianamente