Senso critico

gattomatto2
Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. Ammetto, naturalmente, che se questa opinione divenisse comune, ne risulterebbero completamente trasformati la nostra vita sociale e il nostro sistema politico, il che non deporrebbe a favore della mia tesi, dato il perfetto funzionamento dell'una e dell'altro, oggi. E so anche bene una cosa forse più seria, che una dottrina di questo genere provocherebbe una diminuzione delle entrate dei chiaroveggenti, dei bookmakers, dei vescovi e di tutte quelle persone che vivono sulle speranze irrazionali di coloro che non hanno fatto nulla per meritarsi una buona sorte in questo o nell'altro mondo. Ma nonostante questi gravi argomenti in contrario, sono convinto che sul mio paradosso vale la pena di aprire la discussione, ed è appunto questo che cercherò di fare

firmato
Bertrand Russell, (1956)

Risposte
Sk_Anonymous
Dal giornale di bordo.

GIOVANNI IL CHIMICO
Ma se dlla nave non si è mai saputo più nulla, d che fonte ci giunge il resoconto su cosa faceva l'equipaggio dopo la mensa, etc etc etc?

Sk_Anonymous
Le domande sono sempre giuste, le risposte spesso sono sbagliate, ancora più facile: era affiancata da un altro battello che navigava parallelamente.

gattomatto2
Tu di pure quello che pensi... forse ci hai azzeccato. Per quanto riguarda il contatto radio tieni presente ciò che il brano afferma sull'equipaggio prima della sparizione.

P.S. e comunque tieni presente che è semplicemente un test per verificare se si ha la tendenza ad accettare tutto quello che ci si dice oppure se si utilizza il "dubbio". Tu forse ti sei posto la domanda giusta anche se, e comunque non ha importanza, ti sei dato da solo la risposta per far quadrare i conti. Ti invito ancora una volta a dire quello che hai pensato. Ti sei fatto la domanda giusta?

Sk_Anonymous
Se è quello che penso non è solo banale è pure errato poichè è sufficiente un contatto radio prolungato con un'altra nave o una stazione di terra per rendere perfettamente congruente il racconto.

Gatto, matematica mai eh?

gattomatto2
quote:
Originally posted by WonderP

...Questo intendevi?



No, siamo ancora lontani.

quote:
Originally posted by tony

rinfrescami, gattomatto, di costruzioni navali non so nulla



neanch'io so nulla di navi. Comunque la forma quadrata (rettangolare?) della nave (forse in pianta?), non c'entra nulla con una evidente incongruenza nel brano.


Probabilmente da quanto già detto non risulta chiaro in che senso occorra esercitare il senso critico (scusate il bisticcio di parole).

Allora faccio alcune precisazioni.

1. Il brano sopra riportato è stato preso per davvero da un libro in cui l'autore, che è un convinto sostenitore della veridicità della maledizione del triangolo delle bermude, cita una serie di eventi che sarebbero veramente accaduti.

2. Secondo l'autore del libro il brano sopra riportato non è una versione romanzata ma l'esatta cronaca di ciò che è accaduto prima della sparizione della nave.

3. Facendo uso del proprio "senso critico" bisogna limitarsi a credere o a non credere al brano sopra riportato motivando le proprie convinzioni.

4. La soluzione è talmente banale che quasi sfugge all'attenzione di chi legge. Ribadisco che bisogna tenere presente che l'autore sostiene che il brano sopra riportato è l'esatta cronaca di quanto veramente sarebbe successo alla nave.

5. Il prossimo test sarà parecchio più tosto [:)]

P.S. Ho faticato parecchio per inserire questo post. Ci sono problemi col server di matematicamente oppure è il mio provider?

tony19
rinfrescami, gattomatto, di costruzioni navali non so nulla
quote:
... era un cargo a vapore di forma quadrata, ... [gattomatto]

si usa dir così per descrivere la forma della max. sezione trasversale della carena ? (un rapporto 1:1 sarebbe per una nave mooolto alta rispetto alla larghezza)

tony

WonderP1
mmh.. sono affondati, e poiché il fondale è profondo non sono riusciti a fare rilevamenti. Magari il tipo di insetticida che trasportavano era infiammabile e qualche mozzicone, caduto in qualche macchia di ruggine (poco-macchia e molto-buco) è riuscita ad infilarsi fino al cargo o a qualche cosa di infiammabile. Le fiamme non sono però divampate veso l'esterno e l'equipaggio ha cercato vanamente di domarle. Non c'era tempo da perdere e quindi sono corsi in cambusa senza avvisare del guasto con la radio, oppure quasta è una delle prime cose assalite dal fuoco.
Oppure c'è stato un ammutinamento e crcando di portarsi il più lontano possibile dalla costa hanno perso la rotta e sono affondati chissà dove.
Oppure sono veramente spariti nel nulla...
Questo intendevi?

WonderP.

gattomatto2
quote:
Originally posted by tesla

Che anzichè insetticidi trasportava armi chimiche.



Carina questa ma... non è corretto. Suvvia che è semplice... poi posto un altro test sulla verifica del senso critico decisamente più tosto.

Ciao

Sk_Anonymous
Che anzichè insetticidi trasportava armi chimiche.

gattomatto2
Per tornare all'oggetto del topic, ecco a voi un test per mettere alla prova il vostro senso critico.

Il seguente brano, tratto da un libro sul famoso "triangolo delle bermude", è a detta dell'autore un fatto ben documentato (non una versione romanzata).

La "Sandra" era un cargo a vapore di forma quadrata, con lo scafo, lungo 107 metri, decorato qua e là da macchie di ruggine. Fornita di radio e con un carico di 300 tonnellate di insetticida, percorreva tranquillamente la sua strada verso sud lungo i frequentatissimi sentieri costieri della Florida nel giugno del 1950.

L'equipaggio, di ritorno dalla mensa, raggiunse il ponte di poppa per fumare e riflettere sul tramonto e su quello che il domani avrebbe portato. Nel crepuscolo tropicale che avvolgeva la pacifica costa della Florida gli uomini guardavano l'amichevole occhieggiare del faro di Augustine. La mattina seguente non c'era più nulla. Nessuno vide mai più né la nave né l'equipaggio. Erano silenziosamente scomparsi nella notte sotto un cielo stellato. Nessun indizio che possa permettere di risolvere questo sconcertante mistero è mai venuto alla luce.


Cosa suggerisce il vostro senso critico?

gattomatto2
quote:
Originally posted by WonderP

Russel non è lo stesso del paradosso del barbiere?



Conoscevo già il paradosso del barbiere, mi pare di ricordare di averlo letto in un libro di De Crescenzo, però non ti so proprio dire se l'abbia inventato Russell. Sullo stesso Russell non è che ne sappia molto. Ho semplicemente trovato irresistibile questo suo vecchio invito al dibattito (che, tra l'altro, è formulato con raffinato sarcasmo; andrebbe bene anche adesso nel 2004) ed ho pensato di girarlo agli utenti di questo forum.

WonderP1
Russel non è lo stesso del paradosso del barbiere?

WonderP.

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