Riforma dell' Università, facciamo il punto?

Giant_Rick
Se accendiamo la TV o leggiamo un qualunque giornale in questi giorni una delle prime notizie è quella relativa alle proteste circa la nuova riforma dell' Università.
Ho notato mio malgrado che purtroppo molti parlano parlano senza sapere di cosa si parla. In altre parole, ho la sensazione che i più non sappiano cosa porterà questa riforma. Altri invece non sanno proprio cosa sia; di certo sia i giornali che la TV non propongono approfondimenti, e neanche a scuola se ne parla, perlomeno da me. Spero che nelle altre scuole la situazione sia diversa.
Propongo di raccogliere in questo topic anzitutto i cambiamenti che si vogliono fare e poi discuterli, giusto per avere un' informazione più completa.

A voi la parola!

Risposte
mircoFN1
"Rigel":
...... un'iniziativa a sostegno di tale riforma, che mi sembra molto istruttivo per chi voglia capire "a chi conviene" che essa venga approvata.


Adesso mi spiego da dove escono i 400 personaggi citati dalla ministra che sostengono la 'riforma'.

Penso che con lo stesso criterio si possono trovare anche più di 400 firmatari che sostengono la depenalizzazione dei reati fiscali o il processo beve. Certo non tra i magistrati.

wedge
io partirei da qui
http://www.universita.it/ddl-gelmini-ri ... n-3-punti/
che riassume tre punti fondamentali della riforma.

la seconda parte del terzo punto e' in teoria giusta (proseguimenti salariali in base alla produttivita), ma temo fortemente che tutti i requisiti saranno cosi bassi che "cambiera' tutto per non cambiare nulla".

per quanto riguarda la commissione nazionale per l'abilitazione dei docenti...preferirei molto un sistema in cui ogni universita' chiama chi vuole e poi una commissione valuta e prende provvedimenti. insomma, responsabilizzazione. l'universita' di Lecco assume Davide van de Sfroos, dopo N anni se ne valuta la produttivita', in caso sia pessima al gruppo che l'ha assunto vengono tagliati i fondi.

il primo punto e' semplicemente delirante e alieno alla nostra cultura. penso il sistema americano funzioni, ma anche tanti sistemi europei basati sull'istruzione pubblica come quello italiano, ed e' credo da li' che bisognerebbe partire

e ovviamente, tutto dipende dal quantitativo di fondi elargiti. se non si aumentano (e non a pioggia) non cambiera' mai nulla.
Mussi aveva fatto una cosa intelligente, un ente nazionale che valuto' la ricerca e produsse un rapporto classificando le universita' in diverse materie... ma la cosa non si tramuto' mai in diversa ripartizione dei fondi.

Rigel1
Non ho intenzione di commentare qui i pro (?) e i contro della riforma Gelmini.

Voglio solo riportare un commento (non mio) che riguarda un'iniziativa a sostegno di tale riforma, che mi sembra molto istruttivo per chi voglia capire "a chi conviene" che essa venga approvata.


Forse non è un caso che il sito "loccidentale.it", sostenitore dell'iniziativa "pro Gelmini" sia sponsorizzato dalla sedicente università ecampus: lo pseudoateneo creato dal CEPU.

vedere per credere:

http://www.loccidentale.it/articolo/dif ... ia.0099147

Un collega mi segnala che molti dei firmatari dell’appello sono legati alla fondazione “Magna Carta”, cui fa capo “L’occidentale”.

Il presidente onorario della Fondazione MagnaCarta è Gaetano Quagliarello, che è succeduto a Marcello Pera. Fanno parte del comitato scientifico esponenti politici della maggioranza come Benedetto Della Vedova (unico di FLI, a quanto pare però l’unico a decidere la linea del partito di Fini in materia di università), Alfredo Mantovano, Renato Brunetta, Margherita Boninver, Eugenia Roccella, Gustavo Selva, Maurizio Sacconi, Fiamma Nirenstein, Enrico La Loggia, Marco Taradash.

Molto rappresentate le università non statali (Luiss, Lumsa, Guglielmo Marconi, San Pio V, Carlo Cattaneo di Castellanza) (http://www.magna-carta.it/comitato-scientifico).

Nel consiglio d'amministrazione della fondazione, oltre a numerosi esponenti poilitici della maggioranza di governo e della sua "opposizione interna", ci sono Francesco Bellavista Caltagirone, Enrico Luca Biagiotti (consigliere della Banca di credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini), Fabio Cerchiai (neo presidente di Autostrade per l'Italia), Edoardo Garrone (Confindustria, presidente del gruppo ERG), Roberta Lacava (Dirigente dell’Università Luiss Guido Carli di Roma), Fabrizio Lombardo Pijola (presidente di Antenna Sud e del consorzio RTP, che riunisce sedici televisioni, dieci radio e quattro web tv in Puglia), Gianmarco Moratti (figlio di Angelo, fratello di Massimo e marito di Letizia, presidente delle raffinerie Saras), Gina Nieri (Consigliere di Amministrazione Mediaset) (http://www.magna-carta.it/content/collaboratori)

Tra i fondatori ci sono Mediaset, l'Acqua Pia Antica Marcia di Caltagirone, tra gli aderenti Finmeccanica e ovvimente le aziende di diversi imprenditori meno noti che compongono il consiglio d'amministrazione (uno è candidato a sindaco a Milano con una lista civica di centro-destra)

(http://www.magna-carta.it/content/fondatori-e-aderenti)

Poi c'è il "caso" Giacomo Elias, ex direttore dell'Invalsi, recentemente condannato dalla Corte dei Conti del Lazio a pagare un risarcimento di 924 mila euro per un appalto "inutile"
(http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/ ... i-3799557/ )(http://www.bur.it/sezioni/Foglietto_numero_1018.pdf). Che si dichiari a favore della legge "perchè stabilisce regole certe e trasparenti per disciplinare i casi di disavanzo finanziario e di mala gestione" sembra senza dubbio segno di ravvedimento.

Tra i firmatari anche Roberto De Mattei, ex vice presidente CNR, molto noto per le polemiche che aveva suscitato organizzando un convegno antievoluzionista, in cui si propagandava il creazionismo, proprio al CNR; nonché Roberto Cingolani, direttore del mostruoso Istituto Italiano di Tecnologia voluto da Grilli e Tremonti, con un budget pari a quello dell’intero sistema universitario.

La fondazione Magna Carta rappresenta un ottimo esempio di cosa diventerebbe l'università con la riforma.

socio1985
"giovanta":

-quella "cattiva" ovvero quella incombente se passa il ddl Gelmini, infatti le aziende imporranno di fare ricerca su aspetti e campi di loro interesse al fine di realizzare prodotti nuovi e/o migliori. Ovviamente a questo scopo verranno modificati anche i programmi universitari, focalizzandoli su materie ed esami finalizzati finalizzati alla ricerca sul tema del momento. (esempio: FIAT finanzia le università per fare ricerca sull'auto a idrogeno/elettrica. Il sistema universitario produrrà laureati preparatissimi su questi argomenti ma con lacune profonde su tutte le altre materie ingegneristiche di base).

E' evidente che nel secondo caso lo scopo della ricerca non è più la conoscenza, ma il profitto, e le università pubbliche non avranno più lo scopo di "produrre conoscenza" attraverso la formazione di figure professionali altamente qualificate, ma di generare profitto per le aziende.




Sinceramente questo mi sembra un volo pindarico.

giovanta-votailprof
Da quello che ho capito leggendo e sentendo qua e là, il punto principale e quindi più negativo del ddl Gelmini è la privatizzazione delle università, con l'inserimento di almeno 3/11 di persone di aziende private nel CdA delle università pubbliche.

Questo ovviamente avrà delle ripercussioni notevoli sulla ricerca.
Infatti esistono due tipi di ricerca:
-quella "buona" ovvero quella attuale, fatta per cercare di far avanzare il sapere scientifico in un determinato campo, mossa dalla curiosità e dalla sete di conoscenza e di progresso culturale
-quella "cattiva" ovvero quella incombente se passa il ddl Gelmini, infatti le aziende imporranno di fare ricerca su aspetti e campi di loro interesse al fine di realizzare prodotti nuovi e/o migliori. Ovviamente a questo scopo verranno modificati anche i programmi universitari, focalizzandoli su materie ed esami finalizzati finalizzati alla ricerca sul tema del momento. (esempio: FIAT finanzia le università per fare ricerca sull'auto a idrogeno/elettrica. Il sistema universitario produrrà laureati preparatissimi su questi argomenti ma con lacune profonde su tutte le altre materie ingegneristiche di base).

E' evidente che nel secondo caso lo scopo della ricerca non è più la conoscenza, ma il profitto, e le università pubbliche non avranno più lo scopo di "produrre conoscenza" attraverso la formazione di figure professionali altamente qualificate, ma di generare profitto per le aziende.

mircoFN1
Non voglio polemizzare con Camillo, ma questa proposta non mi sembra molto utile. Il disegno di legge può essere esaminato nei dettagli in forma originale e ognuno può farsene una ragione anche se certi suoi aspetti, come la modifica della 'governance', sono da addetti ai lavori. Per cui, una discussione aperta rischia di essere una sequenza di slogan generici come quelli descritti da Camillo stesso. Non posso però esimermi dal fornire la mia opinione generale sull'argomento, a rischio di sembrare contraddittorio.

Ora, a frittata fatta, e dopo essere stata sorda per anni, la ministra offre il dialogo agli studenti e agli altri soggetti interessati (lo dice lei stessa in un incredibile messaggio via Web). Ma non si rende conto di quanto sia ignobile, provocatoria e anche pericolosa questa presa per il .... due giorni prima della votazione?

C'è un 'dettaglio' che da solo nasconde tutti gli eventuali aspetti positivi della 'riforma', comprese le foglie di fico della ministra sulla meritocrazia e la lotta ai baroni. Di fatto tutta la 'riforma' è basata su una drastica riduzione lineare dei fondi e quindi è mossa da tale motivazione VERA. Insomma è come la lotta alla mafia con le macchine della polizia senza benzina e con le procure sotto-organico.

Io sono convinto che non si possa riformare qualcosa che viene considerato solo un costo (vedi ferrovie o alitalia) e siccome ho ben presente la qualità e le finalità degli attuali 'governanti', non posso considerare positivi nemmeno gli aspetti di razionalizzazione che ovviamente la 'riforma' contiene.

Insomma: senza lilleri non si lallera! Ma si può così mettere ancora meno, o non per un po' ancora, le mani nelle tasche degli evasori.

Camillo
Io propongo che chi conosce la riforma spieghi in sintesi ma con precisione e concretezza i vari punti che considera negativi proponendo delle alternative .
Altrimenti la confusione è grande e non si sa di che cosa esattamente si stia parlando.
Anche gli annunci a pagamento di prof e ricercatori apparsi in questi ultimi giorni sui giornali ( li ho visti su Corriere della Sera e Repubblica ) erano troppo generici e non mi hanno certo chiarito le ragioni precise delle loro rivendicazioni e proteste.

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