Preferenze a scuola: cosa ne pensate?

fragolina021
Ciao :) Qualche giorno fa la mia nuova prof di informatica ha portato i compiti e nel valutare il compito di sua nipote ha messo il voto più alto 8.5! (pur non essendo una ragazza cosi brava). Non dubito che il compito possa averlo fatto bene, ma questa ragazza ogni volta che va all'interrogazione legge in pratica sul libro! I prof fanno finta di niente e prende minimo 7!!! Io che studio quasi tutto il pomeriggio a casa a volte prendo anche meno di lei! Vi sembra possibile?!Ne ho parlato con mia madre e tra qualche giorno andremo ai colloqui ...cosa pensate in generale delle preferenze?
Vi è mai capitato di notare "favoritismi" a scuola? :?:

Risposte
Zero87
"giuliofis":
[quote="gio73"][quote="Zero87"]Per me "quasi necessaria" perché, come ha detto anche vict85, se il tempo lo si impiega in modo non intelligente 10 ore valgono 10 minuti.

Mi pare un esempio esagerato.[/quote]
Prima liceo, mia prof di Latino rivolta ad una ragazza: "Quanto hai studiato ieri pomeriggio?" Lei ha detto di aver studiato tre ore, e la prof: "TROPPO POCHE!"[/quote]

Infatti mi riferivo (in precedenza) soprattutto alle materie umanistiche dove l'arte di parlare la fa da padrone, poi se ti ricordi "decadentismo=mancanza di valori" puoi anche inserirci dentro il grande fratello e ci pigli 9 all'interrogazione (se si ha arte oratoria, ovviamente).

Il "10 minuti" era chiaramente esagerato, ma bastava che dicessi "un ora" e non mi discostavo più di tanto dalla realtà. Poi, metodologia (corretta/sbagliata) a parte, è anche questione di concentrazione, no?

Sk_Anonymous
"gio73":
[quote="Zero87"]

Per me "quasi necessaria" perché, come ha detto anche vict85, se il tempo lo si impiega in modo non intelligente 10 ore valgono 10 minuti.

Mi pare un esempio esagerato.

Quello che vorrei affermare è che bisogna per forza dedicare del tempo, tanto tempo, allo studio.
Prendete in considerazione questa affermazione

Ai miei tempi, a scuola (NDR magistrali private) ero così in gamba che mi bastava pochissimo per prendere ottimi voti e solitamente alle 3 del pomeriggio avevo già finito di studiare. I prof insistevano che bisognava studiare di più, ma se tanto andavo bene...

cosa ne pensate?[/quote]
Prima liceo, mia prof di Latino rivolta ad una ragazza: "Quanto hai studiato ieri pomeriggio?" Lei ha detto di aver studiato tre ore, e la prof: "TROPPO POCHE!"
Io direi che questa questione vada separata per le materie umanistiche e le materie scientifiche. Mi spiego meglio: per studiare letteratura, ad esempio, bisogna contare almeno il tempo impiegato nel leggere cosa lui ha scritto e cosa la critica ha scritto su di lui. Se anche uno fosse bravissimo e memorizza tutto alla prima lettura, c'è da contare almeno quel tempo lì e, perché no, eventuali letture per approfondimenti personali. Per quanto riguarda le materie scientifiche, invece, il tempo dedicato alla esclusiva lettura del testo è meravigliosamente inferiore (a volte possono volerci appena cinque minuti). Dunque, supponendo un eguale tempo impiegato per assimilare la lezione umanistica e la lezione scientifica, per studiare quest'ultimo ci vorrà molto tempo meno, poiché molto inferiore è il tempo necessario alla sola lettura delle informazioni.

gio73
"Zero87":


Per me "quasi necessaria" perché, come ha detto anche vict85, se il tempo lo si impiega in modo non intelligente 10 ore valgono 10 minuti.

Mi pare un esempio esagerato.

Quello che vorrei affermare è che bisogna per forza dedicare del tempo, tanto tempo, allo studio.
Prendete in considerazione questa affermazione

Ai miei tempi, a scuola (NDR magistrali private) ero così in gamba che mi bastava pochissimo per prendere ottimi voti e solitamente alle 3 del pomeriggio avevo già finito di studiare. I prof insistevano che bisognava studiare di più, ma se tanto andavo bene...

cosa ne pensate?

vict85
Xgio73: Non so, in parte sono troppo fuori dalla scuola per notare il fenomeno. Sinceramente trovo che sia meglio sapere poche cose bene che tante cose male. Portando questa cosa all'università però noto molti che si preoccupano più di copiare alla lavagna che ascoltare; alla fin fine qualche posto per studiare dopo nel pomeriggio lo hai sempre. Bisogna comunque dire che già solo 10 anni fa, quando ero alle superiori io, molti genitori non erano così giustificatori e permissivi nei riguardi dei figli.
Trovo che ripetere troppo distrae e invita a non ascoltare, ma ripetere una sola volta è troppo poco per permettere agli allievi di seguire il flusso di informazioni. Penso che il numero di volte andrebbe commisurato con gli studenti che si hanno: se si ha una classe che segue e che partecipa attivamente allora una volta, massimo due o tre, bastano, ma con un classe che è disattenta e poco reattiva direi che metodi più ripetitivi e ricchi di esempi.

Xgiuliofis: I corsi universitari sono stati ridotti ma non è necessariamente vero che sappiamo meno cose. Quando molti nostri professori si sono laureati avevano, è vero, corsi annuali su vari argomenti ma arrivavano anche alla fine della magistrale senza sapere vari aspetti della teoria quantistica o altri argomenti che ora sono fondamentali ma allora erano 'quasi' nuovi. Per certi versi abbiamo barattato una maggiore conoscenza delle basi con un immersione maggiore nella scienza del '900. La matematica e la fisica sono cresce molto velocemente e ancora non abbiamo riformato davvero il curriculum. Le nostre triennali sono, per certi versi, troppo ‘classici’ a mio avviso.

Zero87
"vict85":
Capisco che può essere frustrante studiare tutto il pomeriggio per poi vedere uno/a che ha studiato 10 minuti prima dell'interrogazione prendere di più, ma non tutti sono uguali e non è corretto pensare di sapere quanto sa la persona in base solo al tempo dedicato allo studio. Se non si è soddisfatti del tempo che si passa a studiare invito a cercare di migliorare il proprio metodo di studio.


Premetto che non parlavo di me, però in generale c'era gente che si vantava di non fare niente poi il giorno dell'interrogazione sparava a caso ma, sapendo parlare, prendeva più di gente che si impegnava a lungo ma non aveva la stessa arte oratoria.

"gio73":
che ne pensate di questa frase?

per ottenere buoni voti a scuola
dedicare molto tempo allo studio non è una condizione sufficiente,
ma necessaria sì


Per me "quasi necessaria" perché, come ha detto anche vict85, se il tempo lo si impiega in modo non intelligente 10 ore valgono 10 minuti. Me ne accorgevo da me quando non avevo voglia di studiare e magari ripetevo a vanvera giusto per sperare nel "a forza di dirlo lo so"...

Sk_Anonymous
"gio73":
Ottima osservazione vict

da qualche tempo ho maturato il seguente convincimento, dimmi cosa ne pensi:

Da qualche anno a questa parte gli insegnanti tendono a ripetere tante volte lo stesso concetto per essere sicuri che gli studenti lo colgano e non si lamentino con la cantilena "il prof non ha spiegato", ma facendo così forniranno meno informazioni agli studenti (non sono mica aumentate le ore che passiamo a scuola) e, cosa molto più pericolosa, indurranno l'abitudine a non afferrare alla prima ("tanto lo rispiega"). In queste condizioni gli studenti più svegli imparano già al mattino e si trovano a studiare poco il pomeriggio, ma alla fin fine sanno meno della generazione che li ha preceduti.

Piccolo OT.
Il mio professore di Elettromagnetismo ci ha raccontato come ai suoi tempi quel corso venisse maturato in 120 ore sparse nell'intero anno; ora invece sono diventate 72 semestrali... Cosa è fondamentale e cosa può essere tralasciato? È dura sceglierlo...
Necessariamente siamo più ignoranti delle generazioni passate!

gio73
Ottima osservazione vict

da qualche tempo ho maturato il seguente convincimento, dimmi cosa ne pensi:

Da qualche anno a questa parte gli insegnanti tendono a ripetere tante volte lo stesso concetto per essere sicuri che gli studenti lo colgano e non si lamentino con la cantilena "il prof non ha spiegato", ma facendo così forniranno meno informazioni agli studenti (non sono mica aumentate le ore che passiamo a scuola) e, cosa molto più pericolosa, indurranno l'abitudine a non afferrare alla prima ("tanto lo rispiega"). In queste condizioni gli studenti più svegli imparano già al mattino e si trovano a studiare poco il pomeriggio, ma alla fin fine sanno meno della generazione che li ha preceduti.

vict85
Completamente d'accordo. D'altra parte l'attenzione a scuola e le capacità personale possono cambiare cosa significhi ‘dedicare molto tempo’.

gio73
Ciao Vict e gli altri,
che ne pensate di questa frase?

per ottenere buoni voti a scuola
dedicare molto tempo allo studio non è una condizione sufficiente,
ma necessaria sì

vict85
"Zero87":
C'era gente che studiava 10 ore al giorno per un 6 mentre altri che sapevano "parlare" prendevano 8 passando il pomeriggio a passeggio. Arrampicarsi sugli specchi è un conto, ma saper parlare per poi dire "un minestrone di niente" è un altro.


Non tutti imparano nello stesso tempo o hanno un buon metodo di studio. Studiare 10 ore con un metodo inefficace non è come studiarne 2 efficacemente. Capisco che può essere frustrante studiare tutto il pomeriggio per poi vedere uno/a che ha studiato 10 minuti prima dell'interrogazione prendere di più, ma non tutti sono uguali e non è corretto pensare di sapere quanto sa la persona in base solo al tempo dedicato allo studio. Se non si è soddisfatti del tempo che si passa a studiare invito a cercare di migliorare il proprio metodo di studio.

vict85
"xXStephXx":
Nelle materie orali vengono premiati quelli che fanno discorsi con proprietà di linguaggio mettendo collegamenti ovunque che spesso sono anche forzati, a prescindere se hanno compreso o meno i concetti. Mentre quelli che imparano i concetti e rispondo alle domande in modo diretto, senza fare troppi giri di parole per dire qualcosa che effettivamente richiede 2 parole prendono voti decisamente più bassi.


Una risposta troppo sintetica non dimostra una padronanza del concetto. Potresti per esempio anche essertelo imparato a memoria. I collegamenti esterni sono apprezzati perché dimostrano che la persona ha ragionato sull'argomento, sinceramente non vedo come si possano fare collegamenti esterni sensati e al contempo non aver compreso i concetti. Certo altra cosa è girare intorno al concetto senza mai tirarlo fuori o arrampicarsi sugli specchi.

Penso comunque che andrebbe evidenziato che le scuole superiori approcciano molti argomenti in modo approssimativo, a volte quello che capisci alle superiori e quello che è il concetto sono due cose diverse.

vict85
"Zero87":
Da me ricordo che un "parente" di un qualsiasi prof capitava "matematicamente" in un'altra classe, sia alle medie che alle superiori.


In genere è così, ma a volte non ci sono alternative: potrebbe esserci un solo insegnante di informatica in tutto l'istituto per esempio. Oppure potrebbe esserci una sola sezione per una particolare sperimentazione. Immagino che comunque non potrà esserci in commissione di maturità.

Zero87
"fragolina02":
Qualche giorno fa la mia nuova prof di informatica ha portato i compiti e nel valutare il compito di sua nipote ha messo il voto più alto 8.5!

Da me ricordo che un "parente" di un qualsiasi prof capitava "matematicamente" in un'altra classe, sia alle medie che alle superiori.

"fragolina02":
cosa pensate in generale delle preferenze?

Che ringrazio il cielo di non aver più a che fare (da studente) con il liceo scientifico.

"fragolina02":
Vi è mai capitato di notare "favoritismi" a scuola? :?:

Favoritismi? No, macché!
La professoressa ha avuto il coraggio di dirmi sulla faccia che "io ero andato benissimo ma più di 7 di media non avevo quindi più di 7 non poteva mettermi" e di dire sulla faccia ad una mia collega che "era andata male, ma che aveva 8 e mezzo di media quindi le avrebbe messo 8". :smt021
Non che non se la meritava tale media, ma non penso che avrebbe protestato se invece di 8 e mezzo avesse avuto 7 e mezzo di media.

"xXStephXx":
Nelle materie orali vengono premiati quelli che fanno discorsi con proprietà di linguaggio mettendo collegamenti ovunque che spesso sono anche forzati, a prescindere se hanno compreso o meno i concetti.

C'era gente che studiava 10 ore al giorno per un 6 mentre altri che sapevano "parlare" prendevano 8 passando il pomeriggio a passeggio. Arrampicarsi sugli specchi è un conto, ma saper parlare per poi dire "un minestrone di niente" è un altro.

xXStephXx
Anche io diverse volte ho notato "stranezze" più o meno evidenti nelle valutazioni.
Ci sono preferenze di diverso tipo..
Nelle materie orali vengono premiati quelli che fanno discorsi con proprietà di linguaggio mettendo collegamenti ovunque che spesso sono anche forzati, a prescindere se hanno compreso o meno i concetti. Mentre quelli che imparano i concetti e rispondo alle domande in modo diretto, senza fare troppi giri di parole per dire qualcosa che effettivamente richiede 2 parole prendono voti decisamente più bassi.
Questa magari non è proprio una preferenza ma è una cosa che mi ha sempre dato fastidio, visto che alla fine in qualunque altro contesto che non sia la scuola è sempre meglio capire gli argomenti piuttosto che saperli raccontare tirando fuori paroloni a non finire in modo contorto. (So già che tutti la pensano diversamente su questo punto.. :-D :-D )


Poi ci sono le preferenze "vere" che spesso si basano sulla prima impressione che si son fatti i prof. Cioè se una professoressa pensa che un ragazzo studia gli metterà voti alti anche ad interrogazioni completamente improvvisate.
Oppure se un giorno rifiuta di andare ad un'interrogazione non prenderà il 2 o l'impreparato che prendono tutti gli altri.

vict85
In ogni caso probabilmente ho un po' esagerato. Non era mia intenzione vantarmi troppo. La mia classe era una classe affiatata, che si impegnava e con vari studenti bravi. Varie delle cose che ho fatto io le hanno fatte anche altri. Approfondire un argomento per una interrogazione programmata era qualcosa di permesso e auspicato, specialmente in filosofia in cui la prima domanda era a scelta.

Detto questo volevo evidenziare, da una parte, che l'impegno è in genere ripagato e, dall'altra, che la fiducia implica sempre una responsabilità.

vict85
"gio73":
[quote="vict85"] Avevo comunque una classe molto sveglia (su 24 compagni ci sono stati 12 sopra il 90 e 8 cento)


"vict85":
Nel quinto anno invece è successo che io, con le mie tante attività esterne mi trovassi con uno scritto e un orale di matematica in meno alla fine dell'anno e gli ho recuperati da solo.
[/quote]

:oops: non ho capito il primo quote però.

j18eos
"gugo82":
...Da bambino mi hanno insegnato a mangiare guardando nel mio piatto.
Vale come consiglio in qualsiasi ambiente "comunitario", non solo a scuola od all'università.
Chiusa parentesi!

gio73
"vict85":
Avevo comunque una classe molto sveglia (su 24 compagni ci sono stati 12 sopra il 90 e 8 cento)


"vict85":
Nel quinto anno invece è successo che io, con le mie tante attività esterne mi trovassi con uno scritto e un orale di matematica in meno alla fine dell'anno e gli ho recuperati da solo.

vict85
"@melia":
Adesso che sono un'insegnante, qualche volta trovo in alcune classi studenti dalle buone possibilità che cerco di coltivare, sono sicura che alcuni osservatori superficiali, soprattutto al biennio, possano scambiare il mio atteggiamento per un favoritismo, ma sono sicura che lo studente in oggetto non lo consideri tale, anzi.


Tra l'altro essere nella situazione di essere ben considerato e rispettato dai professori, cosa che mi è successa sin dalle elementari a dire il vero, è anche una responsabilità. Se i professori pensano che tu non possa sbagliare allora devi dare sempre il massimo per non farlo. Certo alle volte non si accorgono subito di piccole inesattezze che dici (alcune delle quali comunque ignorerebbero se dette da altri), ma quando sbagli alla grande si preoccupano. Devo comunque dire che i miei compagni si accorgevano che alcuni professori mi trattavano in modo diverso (nel mio caso direi informatica, matematica e fisica e quello di filosofia e storia). Ma in tutti i casi le ragioni c'erano: di informatica sono passato alla fase regionale delle olimpiadi dal terzo anno in poi (arrivando primo in istituto negli ultimi due anni e il quarto solo quasi passato alla fase nazionale), di matematica e fisica non ho mai avuto problemi fin dalle elementari e ora sono laureato in matematica, di filosofia comprendevo le cose al volo e non ho mai preso meno di 10 negli ultimi due anni (una interrogazione l'ho preparata su un libro di Cassirer, un'altra leggendo parti della critica alla ragion pura di Kant e ho portato tutta realtà e rappresentazione di Shopenauer e una di storia l'ho preparata su un libro universitario che mia mamma aveva usato nella sua tesi). Nelle interrogazioni di filosofia degli altri il professore si accorgeva guardandomi in faccia che capivo quando gli altri dicevano cose poco sensate. E io sinceramente riuscivo, prendendo le domande alla lontana a dirigerle nella direzione giusta mentre parlavo anche grazie a lui.
I miei compagni in ogni caso hanno sempre ‘guardato nel loro piatto’ e approfittato di ciò che potevo dargli. E io sono sempre stato molto disponibile con tutti. Avevo comunque una classe molto sveglia (su 24 compagni ci sono stati 12 sopra il 90 e 8 cento) e i professori che avevevano speranze in me li avevano anche su altri. Non mi davano comunque voti più alti di quelli che mi meritavo e non sempre prendevo più degli altri. Penso che in termini di media non fossi neanche al primo posto. La mia fortuna è sempre stata che imparo le cose dopo una volta che le sento, quasi non ho bisogno di studiare a casa.

Per farti capire il concetto di responsabilità ti racconto alcuni anedoti avvenuti con la mia professoressa di matematica. In quarta la mia professoressa di matematica aveva deciso che doveva farmi conoscere i gruppi (o li voleva far conoscere a tutti non so). La prima lezione che aveva spiegato io non c'ero (non ricordo se fossi malato o se ero in qualche attività extracurriculare*) e leggendo gli appunti degli altri non ci avevo capito molto (i gruppi richiedono un livello di astrazione che non si usa alle superiori in genere). Quando sono andato a chiederle di rispiegare la cosa si è arrabbiata tantissimo perché pensava che gli altri mi avessere chiesto di farlo: semplicemente non riteneva possibile che io non avessi capito qualcosa. Alla fine me la sono dovuta cercare a casa.
Nel quinto anno invece è successo che io, con le mie tante attività esterne mi trovassi con uno scritto e un orale di matematica in meno alla fine dell'anno e gli ho recuperati da solo. Nell'interrogazione invece di chiedermi le solite cose mi ha chiesto che condizioni devono essere soddisfatte affinché due funzioni avessero una tangente in comune (tangente a due funzioni ma non necessariamente nello stesso punto). Certo, era un favoritismo, ma la domanda era certo più difficile che quella che faceva generalmente agli altri.
Tra l'altro hanno fatto chiamare i miei quando hanno saputo che volevo fare scienze politiche. Mi ci sono voluti 2 anni per capire che avevano ragione e 3 e una laurea per iniziare matematica. :roll: Ma se non fai la tua strada non puoi sapere che la strada che hai scelto è sbagliata.

La morale è che se è vero che i professori possono dare per scontato che tu sappia qualcosa è anche vero che dandolo per scontato finiscono per farti domande più difficili, aspettarsi risposte più curate e precise e un comportamento e una educazione consono alle tue capacità.

Vorrei poi evidenziare che, avendo una mamma insegnante delle medie ora distaccata in csa, ti posso assicurare che per la tua professoressa di informatica l'avere sua nipote in classe è un grosso stress.

* tra olimpiadi di fisica e informatica, teatro, conferenze varie, attività sportive e similari ero relativamente spesso fuori dall'aula (specialmente il quinto anno).

P.S.: Tra l'altro, come dice Amelia, non erano attenzioni richieste. In alcuni casi erano anche fastidiose e un po' imbarazzanti.

socio1985
I professori sono persone come tutte le altre, quindi possono essere ingiusti e farsi condizionare da simpatie/antipatie. Detto ciò, da un punto di vista pragmatico, l'atteggiamento più conveniente è quello proposto da Vict85.

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