Ot: quanto è importante per voi essere i migliori?
circoscriviamo la discussione all'argomento studio-esami etc., posto che io grazie a dio sono ormai fuori dai giochi.
quanto è o è stato importante per voi essere i migliori?
in un test, in un compito in classe, in un esame universitario?
io, non mento, non son mai riuscita a fregarmene. il simply the best di itna turner mi rovinava le giornate.
per me essere la migliore è sempre stato un must. certo, al liceo è fin troppo facile...a ingegneria son stati cavoli più amari.
non sono stata la migliore sempre, ma spesso sì.
e quando non lo ero rosicavo.
mi mangiavo le unghie (ora lunghe) e pensavo: sicchè quello è arrivato prima di me in fisica tecnica, eh? e via un fottio di pensieri malsani tipo costruire un hangar sotterraneo e dedicare la mia vita a rendere un inferno la sua, come joker contro batman, solo che il pagliaccio ero io.
e va beh, poi ho imparato ad essere più sportiva.
ci uscivo e basta.
gaia
ps: al di là del tono umoristico del tutto, mi piacerebbe davvero sapere come la pensate.
quanto è o è stato importante per voi essere i migliori?
in un test, in un compito in classe, in un esame universitario?
io, non mento, non son mai riuscita a fregarmene. il simply the best di itna turner mi rovinava le giornate.
per me essere la migliore è sempre stato un must. certo, al liceo è fin troppo facile...a ingegneria son stati cavoli più amari.
non sono stata la migliore sempre, ma spesso sì.
e quando non lo ero rosicavo.
mi mangiavo le unghie (ora lunghe) e pensavo: sicchè quello è arrivato prima di me in fisica tecnica, eh? e via un fottio di pensieri malsani tipo costruire un hangar sotterraneo e dedicare la mia vita a rendere un inferno la sua, come joker contro batman, solo che il pagliaccio ero io.
e va beh, poi ho imparato ad essere più sportiva.
ci uscivo e basta.
gaia
ps: al di là del tono umoristico del tutto, mi piacerebbe davvero sapere come la pensate.
Risposte
bah, guadate, io gioco a scacchi, un gioco che in quanto a tensione psicologica supera di gran lunga qualsiasi altro sport, in più c'è lo svantaggio che non prevede uno sfogo fisico. Stai lì, tutta la partita (e durano 4-5-6 ore) a studiare spesso più il tuo avversario che la posizione, quello non è "una persona che compete contro di te a un gioco in modo disinteressato e pacifico", è "un brutto BIP che devi distruggere, sottomettere, e fargli vedere chi è più forte". Questo almeno nell'insconscio (ho letto un libro di spicologia degli scacchisti e ne esce roba assurda...), alla luce del sole si vedono tanti visi sorridenti. E chi si dimostra più disinteressato e disponibile non lo fa per bontà d'animo o menate del genere (io compreso), ma è una tecnica di autodifesa contro la sconfitta, e in caso divittoria, sembra una cosa da poco, e rende ancora di più l'effetto desiderato di distruggere e degradare l'avversario.
Questo per quanto riguarda la competizione con un avversario. In generale essere il più forte, il più bravo, credo che tutti lo vogliano, è lo stimolo per migliorare, e devo dire che non mi trovo d'accordo con chi dice che "fa lo stesso", secondo me è un atteggiamente difensivo contro l'isuccesso, perchè è moooolto probabile che ci sia qualcuno più forte e più bravo. Il fatto che ci sia sempre qualcuno più bravo è perchè si allarga sempre il campo: se sono il più bravo del liceo non mi basta poi vorrò esserlo dell'università, e una volta che lo sarò dell'università mi imbatterò, nel lavoro, in un genio che mi surclassa.
Io stesso, a livello intelletuale, me ne frego, so benissimo che non sono un genio stratosferico e che non potrò mai essere il migliore, e allora dico: "ecchisenefrega, faccio il possibile", ma sento che non è del tutto onesto, io vorrei esserlo, e credo che sia così per molti altri, e non ce n'è da vergognarsene.
La competizione è naturale, c'è vive per essa e chi la fugge, ma appena si fa una gara lo scopo è vincere. Non ci credo che l'importante è partecipare, i mezzi che si impiegano per raggiungere lo scopo sono misurati alla posta in palio, questo è ovvio, ma la competizione, qualunqe competizione, perde di senso se non c'è volontà di vincere.
Questo per quanto riguarda la competizione con un avversario. In generale essere il più forte, il più bravo, credo che tutti lo vogliano, è lo stimolo per migliorare, e devo dire che non mi trovo d'accordo con chi dice che "fa lo stesso", secondo me è un atteggiamente difensivo contro l'isuccesso, perchè è moooolto probabile che ci sia qualcuno più forte e più bravo. Il fatto che ci sia sempre qualcuno più bravo è perchè si allarga sempre il campo: se sono il più bravo del liceo non mi basta poi vorrò esserlo dell'università, e una volta che lo sarò dell'università mi imbatterò, nel lavoro, in un genio che mi surclassa.
Io stesso, a livello intelletuale, me ne frego, so benissimo che non sono un genio stratosferico e che non potrò mai essere il migliore, e allora dico: "ecchisenefrega, faccio il possibile", ma sento che non è del tutto onesto, io vorrei esserlo, e credo che sia così per molti altri, e non ce n'è da vergognarsene.
La competizione è naturale, c'è vive per essa e chi la fugge, ma appena si fa una gara lo scopo è vincere. Non ci credo che l'importante è partecipare, i mezzi che si impiegano per raggiungere lo scopo sono misurati alla posta in palio, questo è ovvio, ma la competizione, qualunqe competizione, perde di senso se non c'è volontà di vincere.
L'istinto ad essere il migliore chi in modo più marcato chi meno ce lo abbiamo tutti, ognuno secondo la propria predisposizione naturale o anche secondo la propria esperienza personale, l'importante è saperlo sfruttare al meglio, ovvero usarlo come motivazione al proprio miglioramento... quando invece diventa un motivo per "distruggere" gli altri diventa un male.
Se una cosa mi interessa, la faccio con passione, generalmente il risultato viene da sé.
Non mi importa più di tanto "essere il migliore", ma "essere in grado di competere", dal momento che ogni cosa è dinamica.
L'essere stato il migliore 10 anni fa in una certa cosa può essere oggi motivo di orgoglio, un bel ricordo, ma nulla più.
Faccio sport da quando ero davvero piccolo, praticamente sempre a livello agonistico.
La pretesa di essere il migliore nello sport, come nella vita, è sbagliata.
Troverai sempre qualcuno in grado di superarti, dovrai accettare ciò e riconoscere il merito al vincitore.
Salvo, ovviamente, tornare ad allenarti per migliorare e riaffrontare l'avversario in condizioni migliori.
Non mi sono mai rimproverato di aver perso, ma sempre di non aver giocato al massimo delle mie capacità.
Non mi importa più di tanto "essere il migliore", ma "essere in grado di competere", dal momento che ogni cosa è dinamica.
L'essere stato il migliore 10 anni fa in una certa cosa può essere oggi motivo di orgoglio, un bel ricordo, ma nulla più.
Faccio sport da quando ero davvero piccolo, praticamente sempre a livello agonistico.
La pretesa di essere il migliore nello sport, come nella vita, è sbagliata.
Troverai sempre qualcuno in grado di superarti, dovrai accettare ciò e riconoscere il merito al vincitore.
Salvo, ovviamente, tornare ad allenarti per migliorare e riaffrontare l'avversario in condizioni migliori.
Non mi sono mai rimproverato di aver perso, ma sempre di non aver giocato al massimo delle mie capacità.