Ot: quanto è importante per voi essere i migliori?
circoscriviamo la discussione all'argomento studio-esami etc., posto che io grazie a dio sono ormai fuori dai giochi.
quanto è o è stato importante per voi essere i migliori?
in un test, in un compito in classe, in un esame universitario?
io, non mento, non son mai riuscita a fregarmene. il simply the best di itna turner mi rovinava le giornate.
per me essere la migliore è sempre stato un must. certo, al liceo è fin troppo facile...a ingegneria son stati cavoli più amari.
non sono stata la migliore sempre, ma spesso sì.
e quando non lo ero rosicavo.
mi mangiavo le unghie (ora lunghe) e pensavo: sicchè quello è arrivato prima di me in fisica tecnica, eh? e via un fottio di pensieri malsani tipo costruire un hangar sotterraneo e dedicare la mia vita a rendere un inferno la sua, come joker contro batman, solo che il pagliaccio ero io.
e va beh, poi ho imparato ad essere più sportiva.
ci uscivo e basta.
gaia
ps: al di là del tono umoristico del tutto, mi piacerebbe davvero sapere come la pensate.
quanto è o è stato importante per voi essere i migliori?
in un test, in un compito in classe, in un esame universitario?
io, non mento, non son mai riuscita a fregarmene. il simply the best di itna turner mi rovinava le giornate.
per me essere la migliore è sempre stato un must. certo, al liceo è fin troppo facile...a ingegneria son stati cavoli più amari.
non sono stata la migliore sempre, ma spesso sì.
e quando non lo ero rosicavo.
mi mangiavo le unghie (ora lunghe) e pensavo: sicchè quello è arrivato prima di me in fisica tecnica, eh? e via un fottio di pensieri malsani tipo costruire un hangar sotterraneo e dedicare la mia vita a rendere un inferno la sua, come joker contro batman, solo che il pagliaccio ero io.
e va beh, poi ho imparato ad essere più sportiva.
ci uscivo e basta.
gaia
ps: al di là del tono umoristico del tutto, mi piacerebbe davvero sapere come la pensate.
Risposte
Ovvio, lo scopo è vincere! Poi, il significato di vincere varia da caso a caso. Se parliamo di una competizione diretta (uno sport, una gara d'appalto, un'internship competitiva, etc), vincere significa ovviamente battere gli altri concorrenti/contendenti. Se parliamo di ricerca, vincere significa scoprire/spiegare/creare quello che nessuno ha mai fatto o immaginato, vuoi perchè non c'è riuscito o perchè non ha mai nemmeno avuto l'idea.
Concordo pienamere con giacor86 quando dice che la sete di vittoria è un concetto non scomponibile. Chi ha un'indole competitiva, ce l'ha a prescindere da quale sia il contesto. La voglia di lasciare un segno tangibile e positivo nel mondo influenza la scelta dell'ambito in cui andrò a competere (dicevo in un altro topic che personalmente lavorare in formula 1 non mi darebbe granchè, perchè mi sentirei inutile. Preferirei lavorare in un settore dove il mio impegno avrà un'impatto sulla vita della gente), ma una volta che ho scelto la mia strada, il mio scopo è andare oltre gli attuali limiti, fare cio che faccio meglio di chiunque altro, e non solo meglio di come l'ho fatto finora!
Ovviamente non ci si riuscirà sempre, ma se non ci si prova, sicuramente non ci si riuscirà mai!
Anche riguardo "l'odio" verso il prossimo, non sono affatto daccordo. Certamente quando qualcuno mi batte non ne sono felice, e ovviamente a caldo non sono amichevole con chi mi ha battuto; ma a mente fredda cerco di capire PERCHE' non sono stato il migliore, in modo da non ripetere gli stessi errori una seconda volta.
Come ho detto in precedenza, credo che si afferma che "l'importante è partecipare", fondamentalmente sta solo mettendo le mani avanti per attutire la caduta in caso di sconfitta.
l'''essere umano'' è colui che è contento se vede che raggiunge risultati che altri non riescono a raggiungere... il pupazzo di cartone è quello che ha come fine del suo lavoro l'essere migliore degli altri.... e molte di queste persone non hanno detto di non ''disdegnare'' il prendere un voto più bello di un altro... ma hanno detto che l'importante ''è vincere'' e non partecipare... uno che usa questa frase quale pensi che sia il suo scopo?[/quote]
Concordo pienamere con giacor86 quando dice che la sete di vittoria è un concetto non scomponibile. Chi ha un'indole competitiva, ce l'ha a prescindere da quale sia il contesto. La voglia di lasciare un segno tangibile e positivo nel mondo influenza la scelta dell'ambito in cui andrò a competere (dicevo in un altro topic che personalmente lavorare in formula 1 non mi darebbe granchè, perchè mi sentirei inutile. Preferirei lavorare in un settore dove il mio impegno avrà un'impatto sulla vita della gente), ma una volta che ho scelto la mia strada, il mio scopo è andare oltre gli attuali limiti, fare cio che faccio meglio di chiunque altro, e non solo meglio di come l'ho fatto finora!
Ovviamente non ci si riuscirà sempre, ma se non ci si prova, sicuramente non ci si riuscirà mai!
Anche riguardo "l'odio" verso il prossimo, non sono affatto daccordo. Certamente quando qualcuno mi batte non ne sono felice, e ovviamente a caldo non sono amichevole con chi mi ha battuto; ma a mente fredda cerco di capire PERCHE' non sono stato il migliore, in modo da non ripetere gli stessi errori una seconda volta.
Come ho detto in precedenza, credo che si afferma che "l'importante è partecipare", fondamentalmente sta solo mettendo le mani avanti per attutire la caduta in caso di sconfitta.
"klarence":
[quote="giacor86"]
scusa ma mi sembra proprio che tu no abbia capito lo spirito di quelli che hanno postato.... è facile fare il bel discorso idealista e utopico... quello che gli altri (almeno quelli sullo stile di leev) volevano dire è che cmq no riescono a soffocare la vocina di godimento che inizia a parlare quando si prende un voto + bello degli altri. e c'è poco da fare gli ipocriti. questa vocina (in misura a volte maggiore, a volte minore) c'è. si chiama essere "umani"
l'''essere umano'' è colui che è contento se vede che raggiunge risultati che altri non riescono a raggiungere... il pupazzo di cartone è quello che ha come fine del suo lavoro l'essere migliore degli altri.... e molte di queste persone non hanno detto di non ''disdegnare'' il prendere un voto più bello di un altro... ma hanno detto che l'importante ''è vincere'' e non partecipare... uno che usa questa frase quale pensi che sia il suo scopo?[/quote]
"giacor86":
scusa ma mi sembra proprio che tu no abbia capito lo spirito di quelli che hanno postato.... è facile fare il bel discorso idealista e utopico... quello che gli altri (almeno quelli sullo stile di leev) volevano dire è che cmq no riescono a soffocare la vocina di godimento che inizia a parlare quando si prende un voto + bello degli altri. e c'è poco da fare gli ipocriti. questa vocina (in misura a volte maggiore, a volte minore) c'è. si chiama essere "umani"
l'''essere umano'' è colui che è contento se vede che raggiunge risultati che altri non riescono a raggiungere... il pupazzo di cartone è quello che ha come fine del suo lavoro l'essere migliore degli altri.... e molte di queste persone non hanno detto di non ''disdegnare'' il prendere un voto più bello di un altro... ma hanno detto che l'importante ''è vincere'' e non partecipare... uno che usa questa frase quale pensi che sia il suo scopo?
Dunque tutti santi per cui è solo importante partecipare!! incredibile, forse il mondo sta cambiando! o forse è solo l'effetto serra...
Scusatemi stavo solo scherzando! se lo dite voi io ci credo!
Dal canto mio, quante volte avrei voluto essere il migliore, e quante lacrime ho speso ad ogni insuccesso! In realtà poi la risposta a questo post per quel che mi riguarda cambia di giorno in giorno.
Ci sono i periodi in cui mi concentro solo sullo studio e do il massimo, ci sono i periodi dove non me ne sbatte niente e mi concentro su altro.
Paradossalmente mi viene da dare ragione a chi dice che alla base di tutto c'è quel senso di inadeguatezza costante che si prova; posso dire che è grazie a questo che ora non sono un delinquente disperso non si sa dove, il non sentirsi mai all'altezza dei propri esempi ideali è tremendo.
Ora come ora sono appena uscito da una esperienza un po' particolare quindi per oggi vi dico che non mi interessa affatto essere il migliore, e paradossalmente non mi importa nemmeno di dare il massimo.
Ma come si dice... domani è un altro giorno!
Saluti
Scusatemi stavo solo scherzando! se lo dite voi io ci credo!
Dal canto mio, quante volte avrei voluto essere il migliore, e quante lacrime ho speso ad ogni insuccesso! In realtà poi la risposta a questo post per quel che mi riguarda cambia di giorno in giorno.
Ci sono i periodi in cui mi concentro solo sullo studio e do il massimo, ci sono i periodi dove non me ne sbatte niente e mi concentro su altro.
Paradossalmente mi viene da dare ragione a chi dice che alla base di tutto c'è quel senso di inadeguatezza costante che si prova; posso dire che è grazie a questo che ora non sono un delinquente disperso non si sa dove, il non sentirsi mai all'altezza dei propri esempi ideali è tremendo.
Ora come ora sono appena uscito da una esperienza un po' particolare quindi per oggi vi dico che non mi interessa affatto essere il migliore, e paradossalmente non mi importa nemmeno di dare il massimo.
Ma come si dice... domani è un altro giorno!
Saluti
"klarence":
Ho cercato questo post perchè lo lessi tanto tempo fa e ora che non ho da fare ci tengo a rispondere.... è incredibile come in questo topic ci siano scritte cose che io ritengo balle insensate.....
per me l'importanza di essere i migliori=0....
se uno trova appagamento nell'essere il migliore varrà di più di tutto il suo contesto... ma non è detto che il suo valore sia necessario a lasciare qualcosa di buono all'interno della società.... cercare invece sempre di migliorare SE STESSI... allora si che ci farà progredire sempre inesorabilmente..... e non perderemo mai motivazioni.
A cosa serve essere i migliori in un contesto dove tutti valgono (mettiamo in una scala da 1 a 10) 1? ci basterà valere 2 per essere i migliori.... ma ciò non ci consentirà di certo di lasciare un contributo importante nel contesto in cui si vive.
le classifiche e i voti prima o poi diventano carta straccia senza valore.... l'impegno e il lavoro NO!
scusa ma mi sembra proprio che tu no abbia capito lo spirito di quelli che hanno postato.... è facile fare il bel discorso idealista e utopico... quello che gli altri (almeno quelli sullo stile di leev) volevano dire è che cmq no riescono a soffocare la vocina di godimento che inizia a parlare quando si prende un voto + bello degli altri. e c'è poco da fare gli ipocriti. questa vocina (in misura a volte maggiore, a volte minore) c'è. si chiama essere "umani"
Secondo me bisogna trovare una via di mezzo,
cercare di essere il migliore della situazione alla fine porta ad odiare le persone, come ha detto egogaia: "Come joker contro batman"
cercare di essere peggiore, beh neanche a dirlo..
cercare di migliorarsi ogni giorno invece è bene perché secondo me così facendo si ottengono 2 cose:
1. Si passa il tempo con la matematica\fisica che è il mio passatempo preferito (Dopo Doom (il gioco) e la chitarra..
)
2. Cerco di lasciare un segno come ha detto nel post precedente Lulù
cercare di essere il migliore della situazione alla fine porta ad odiare le persone, come ha detto egogaia: "Come joker contro batman"
cercare di essere peggiore, beh neanche a dirlo..
cercare di migliorarsi ogni giorno invece è bene perché secondo me così facendo si ottengono 2 cose:
1. Si passa il tempo con la matematica\fisica che è il mio passatempo preferito (Dopo Doom (il gioco) e la chitarra..

2. Cerco di lasciare un segno come ha detto nel post precedente Lulù
sfidare se stessi significa diventare i migliori.
L'essere migliori non è una condizione definitiva e quindi non è raggiungibile, è l'inizio dell'infelicità. Penso che nella vita bisogna essere competitivi in genere, perchè è sano , sviluppa l'intelligenza le dà motivo di crescere e gli stimoli giusti. Se ci sentissimo migliosi vivremmo con un peso di stupidità, perchè il moto della vita è in continua evoluzione e mai faremmo in tempo a dire di essere migliori, che già più in là qualcuno avrà fatto un passo in più. E se davvero decidessimo di diventare così, prima o poi inizierebbero le frustrazioni e l'infelicità. Possiamo scegliere di diventare migliori di quanto non lo siamo stati fino al giorno prima. Ma riguarda solo noi stessi, nient'altro.. Migliorare significa proprio questo: essere migliori rispetto a prima e questo ci assegna quel famoso podio che dobbiamo ricercare solo in noi stessi.
Personalmente credo che l'umiltà di porci nel mezzo di una scala che raccoglie tutti gli esseri umani, si la base necessaria per definirci "intelligenti". L'intelligenza è proprio questo, rendersi conto che siamo al mondo per lasciare un segnale e non importa se ci sarà chi lo lascierà più forte o meno, ognuno di noi contribuire all'incremento del sapere del mondo, e sotto tutti i punti di vista. Lo studio è fondamentale per quetso ,ma ricordiamoci che ognuno sviluppa le proprie potenzialità in modo diverso...
Insomma questo è il primo discorso contorto che faccio da quando sono qua dentro quindi chiedo scusa
L'essere migliori non è una condizione definitiva e quindi non è raggiungibile, è l'inizio dell'infelicità. Penso che nella vita bisogna essere competitivi in genere, perchè è sano , sviluppa l'intelligenza le dà motivo di crescere e gli stimoli giusti. Se ci sentissimo migliosi vivremmo con un peso di stupidità, perchè il moto della vita è in continua evoluzione e mai faremmo in tempo a dire di essere migliori, che già più in là qualcuno avrà fatto un passo in più. E se davvero decidessimo di diventare così, prima o poi inizierebbero le frustrazioni e l'infelicità. Possiamo scegliere di diventare migliori di quanto non lo siamo stati fino al giorno prima. Ma riguarda solo noi stessi, nient'altro.. Migliorare significa proprio questo: essere migliori rispetto a prima e questo ci assegna quel famoso podio che dobbiamo ricercare solo in noi stessi.
Personalmente credo che l'umiltà di porci nel mezzo di una scala che raccoglie tutti gli esseri umani, si la base necessaria per definirci "intelligenti". L'intelligenza è proprio questo, rendersi conto che siamo al mondo per lasciare un segnale e non importa se ci sarà chi lo lascierà più forte o meno, ognuno di noi contribuire all'incremento del sapere del mondo, e sotto tutti i punti di vista. Lo studio è fondamentale per quetso ,ma ricordiamoci che ognuno sviluppa le proprie potenzialità in modo diverso...
Insomma questo è il primo discorso contorto che faccio da quando sono qua dentro quindi chiedo scusa


Ho cercato questo post perchè lo lessi tanto tempo fa e ora che non ho da fare ci tengo a rispondere.... è incredibile come in questo topic ci siano scritte cose che io ritengo balle insensate.....
per me l'importanza di essere i migliori=0....
se uno trova appagamento nell'essere il migliore varrà di più di tutto il suo contesto... ma non è detto che il suo valore sia necessario a lasciare qualcosa di buono all'interno della società.... cercare invece sempre di migliorare SE STESSI... allora si che ci farà progredire sempre inesorabilmente..... e non perderemo mai motivazioni.
A cosa serve essere i migliori in un contesto dove tutti valgono (mettiamo in una scala da 1 a 10) 1? ci basterà valere 2 per essere i migliori.... ma ciò non ci consentirà di certo di lasciare un contributo importante nel contesto in cui si vive.
le classifiche e i voti prima o poi diventano carta straccia senza valore.... l'impegno e il lavoro NO!
per me l'importanza di essere i migliori=0....
se uno trova appagamento nell'essere il migliore varrà di più di tutto il suo contesto... ma non è detto che il suo valore sia necessario a lasciare qualcosa di buono all'interno della società.... cercare invece sempre di migliorare SE STESSI... allora si che ci farà progredire sempre inesorabilmente..... e non perderemo mai motivazioni.
A cosa serve essere i migliori in un contesto dove tutti valgono (mettiamo in una scala da 1 a 10) 1? ci basterà valere 2 per essere i migliori.... ma ciò non ci consentirà di certo di lasciare un contributo importante nel contesto in cui si vive.
le classifiche e i voti prima o poi diventano carta straccia senza valore.... l'impegno e il lavoro NO!
ecogaia

"egogaia":
circoscriviamo la discussione all'argomento studio-esami etc., posto che io grazie a dio sono ormai fuori dai giochi.
quanto è o è stato importante per voi essere i migliori?
in un test, in un compito in classe, in un esame universitario?
io, non mento, non son mai riuscita a fregarmene. il simply the best di itna turner mi rovinava le giornate.
per me essere la migliore è sempre stato un must. certo, al liceo è fin troppo facile...a ingegneria son stati cavoli più amari.
non sono stata la migliore sempre, ma spesso sì.
e quando non lo ero rosicavo.
mi mangiavo le unghie (ora lunghe) e pensavo: sicchè quello è arrivato prima di me in fisica tecnica, eh? e via un fottio di pensieri malsani tipo costruire un hangar sotterraneo e dedicare la mia vita a rendere un inferno la sua, come joker contro batman, solo che il pagliaccio ero io.
e va beh, poi ho imparato ad essere più sportiva.
ci uscivo e basta.
gaia
ps: al di là del tono umoristico del tutto, mi piacerebbe davvero sapere come la pensate.
Ciao ecogaia,
mi ha fatto piacere trovare questo topic, ahhh, finalmente ho la certezza di non essere il solo con queste ossessioni (vabbé lo sapevo, ma una conferma fa sempre bene

La competizione non mi lascia mai in pace, nonono, il mio Io vuole sfruttare ogni occasione per poter mostrare all'altro di essere bravo/più bravo.
Ne convivo da sempre con questo...
Per quanto riguarda l'ambito scolastico, sia alle medie, che alle superiori è stata sempre una gara x essere il migliore...questo a matematica...nelle altre materie, visto che l'impegno nn era sufficentemente alimentato, mi limitavo a nutrire il mio orgoglio in caso di vittoria e a cercare facili scuse in caso di sconfitta.
All'uni la storia è forzatamente cambiata (anche se all'inizio nn l'avevo capito e ne ho subito le conseguenze, ma evito di dilungarmi), il carburante del mio orgoglio(vanità, superbia,...cos'è poi...) è venuto un po' a mancare, ma in un modo o nell'altro si tira avanti.
La cosa brutta di tutto questo, e credo che sia lo stesso per ecogaia, è che non abbiamo modo di cambiare la nostra concezione di tutto ciò: io mi rendo conto che quello che faccio lo DEVO fare per me stesso e che alla fine quello che fanno gli altri non ha alcuna reale importanza, però il mio essere va avanti per la sua strada, e gioie e dolori non vengono affatto reindirizzati da questo nobile pensiero.
Potrei scrivere molto altro, ma credo che basti x oggi...
Buon santo stefano a tutti!
Ciao!!!
guarisci presto!
dai davide lo sai che mi diverto sempre a leggere i tuoi post!
cmq secondo me il confronto e la ricerca della superiorità rispetto agli altri è l'inizio della fine...
l'unico confronto e sfida che possiamo fare è con i noi stessi, si vince superando i propri limiti non quelli degli altri!!!
cmq secondo me il confronto e la ricerca della superiorità rispetto agli altri è l'inizio della fine...
l'unico confronto e sfida che possiamo fare è con i noi stessi, si vince superando i propri limiti non quelli degli altri!!!
"Maxos":
Vincere è una droga necessaria e, in questo caso, fruttuosa per la società.
Dopodiché c'è chi non regge psicologicamente, ma bisognerebbe essere preparati.


Sono completamente d'accordo con Luca. Quando si parte con un progetto/corso di studi/esame/quello che ti pare lo si dovrebbe fare con lo scopo di essere i migliori, di fare cio che nessun altro ha mai fatto. Poi ovviamente non tutti ci riescono (e ci mancherebbe, anche perchè porterebbe ad una contraddizione in termini), ma nell'insuccesso bisogna sapere interrogarsi e comprendere gli errori che ci hanno impedito di ottenere il primato che perseguivamo.
L'importante è partecipare è il motto che usa chi mette le mani avanti perchè ha paura di perdere!
Quoto Marco83, e ricorsivamente Luca.
Inoltre c'è un vantaggio nei capitomboli: non ti fanno montare la testa, crederti chissà chi... ti rendono umile, ti fanno capire che nonostante tu abbia vinto altre volte, debba continuare a impegnarti per dare sempre il meglio, soprattutto lavorando sui tuoi errori... e soprattutto ti ricordano che, in dignità, non sei superiore all'ultimo in classifica.
Gaia: l'ambizione è stata un dono per te; come hai detto, non avresti raggiunto tanti traguardi altrimenti. Ma occhio, non lasciartene dominare, perché ti rovini la vita. Non dico che le sconfitte non debbano essere uno stimolo a riflettere, ma fallo con serenità. La troppa voglia di essere sempre la migliore non solo ti porta a non esserlo, ma anche a dei comportamenti di cui poi ti penti.
Ciao
Lore
Ritengo più importante la sifda contro se stessi che contro qualcun altro
quoto in pieno
Ritengo più importante la sifda contro se stessi che contro qualcun altro (comunque stimolante). Il guaio dell'ultima è che troppo spesso entrano in scena l'orgoglio e altri fattori, quindi la prima è molto meno dannosa.
In ogni caso a me sembra che questa idea della difficoltà della matematica e del fatto che molti siano negati a priori sia meno presente in altri paesi europei ed extra.
Se fosse vero che per occuparsi di matematica occorre avere anzitutto un'attitudine innata e che potenzialmente non siamo tutti in grado di comprenderla abbastanza a fondo, allora potremmo senza colpo ferire bollare come bestialità inconcepibili i richiami che provengono continuamemte dalle fonti più disparate, di solito molto autorevoli, a indirizzare e sensibilizzare i giovani verso lo studio della matematica (ultimo il monito del presidente della Banca d'Italia Draghi). Di sicuro nel confronto con altri paesi usciamo sconfitti. E poi, perchè gli indiani e i cinesi dovrebbero essere più portati per la matematica di noi? Vogliamo rispolverare teorie genetiche e razzismo? Io non credo a queste cose, non so voi.
Quello che conta è la cultura e la sua evoluzoine storica; noi eravamo il top durante il rinascimento, in seguito abbiamo perso posizioni. Qualcosa di simile è successo al mondo isalmico all'inizio del secondo millennio.
Per il resto la diatriba nata negli ultimi post non fa che confermare la mia tesi, vale a dire che i fattori culturali e famigliari siano determinanti per inidirizzare verso le proprie scelte di vita fondamentali.
Guarda caso artisti, sportivi, musicisti e così via provengono molto spesso da una famiglia che ha avuto la stessa passione. A volte se i genitori pensano di non aver raggiunto risultati sociali soddisfacenti proiettano sui figli le loro aspettative. D'altronde durante la rivoluzione industriale ed anche in tempi più recenti non ci voleva molto a sentir dire: "non voglio che i miei figli facciano il mio stesso lavoro frustrante e malpagato". In epoche più remote invece era normale tramandare la professione dai padri ai figli, ma così non era neanche possibile la mobilità sociale che c'è oggi.
Qualcuno ha letto "Morte di un commesso viaggiatore" di uno scrittore inglese che ora mi sfugge?
comunque a me il post sembra serio, poi ciascuno è libero di esporsi più o meno, come è libero di intervenire o meno.
Se fosse vero che per occuparsi di matematica occorre avere anzitutto un'attitudine innata e che potenzialmente non siamo tutti in grado di comprenderla abbastanza a fondo, allora potremmo senza colpo ferire bollare come bestialità inconcepibili i richiami che provengono continuamemte dalle fonti più disparate, di solito molto autorevoli, a indirizzare e sensibilizzare i giovani verso lo studio della matematica (ultimo il monito del presidente della Banca d'Italia Draghi). Di sicuro nel confronto con altri paesi usciamo sconfitti. E poi, perchè gli indiani e i cinesi dovrebbero essere più portati per la matematica di noi? Vogliamo rispolverare teorie genetiche e razzismo? Io non credo a queste cose, non so voi.
Quello che conta è la cultura e la sua evoluzoine storica; noi eravamo il top durante il rinascimento, in seguito abbiamo perso posizioni. Qualcosa di simile è successo al mondo isalmico all'inizio del secondo millennio.
Per il resto la diatriba nata negli ultimi post non fa che confermare la mia tesi, vale a dire che i fattori culturali e famigliari siano determinanti per inidirizzare verso le proprie scelte di vita fondamentali.
Guarda caso artisti, sportivi, musicisti e così via provengono molto spesso da una famiglia che ha avuto la stessa passione. A volte se i genitori pensano di non aver raggiunto risultati sociali soddisfacenti proiettano sui figli le loro aspettative. D'altronde durante la rivoluzione industriale ed anche in tempi più recenti non ci voleva molto a sentir dire: "non voglio che i miei figli facciano il mio stesso lavoro frustrante e malpagato". In epoche più remote invece era normale tramandare la professione dai padri ai figli, ma così non era neanche possibile la mobilità sociale che c'è oggi.
Qualcuno ha letto "Morte di un commesso viaggiatore" di uno scrittore inglese che ora mi sfugge?
comunque a me il post sembra serio, poi ciascuno è libero di esporsi più o meno, come è libero di intervenire o meno.
Benissimo, abbiamo idee diverse secondo me certi fatti sono personali e non "da forum", secondo te sì...
Comunque non condanno un bel nulla, figurati; inoltre, il fatto che abbia scritto esplicitamente "chi non ne ha?" (di problemi), significa che non mi credo assolutamente più normale di te...
E' vero, forse a volte mi lascio andare a certe espressioni un po' eccessive e spesso faccio male a mescolare troppo battute (in questo caso la questione "pubblicitaria") e frasi serie, così da sembrare offensivo...
Tornando al discorso dello psicologo, non mi sembra che andare da uno psicologo sia esattamente equivalente all'essere anormali o essere in un certo modo invalidi (considerare quella che tu chiami definizione di problemino psicologico come una cosa da bacucche, eccetera, non è un pregiudizio?).
Comunque, adesso ok basta, io mi fermo, buona continuazione del post.
Comunque non condanno un bel nulla, figurati; inoltre, il fatto che abbia scritto esplicitamente "chi non ne ha?" (di problemi), significa che non mi credo assolutamente più normale di te...
E' vero, forse a volte mi lascio andare a certe espressioni un po' eccessive e spesso faccio male a mescolare troppo battute (in questo caso la questione "pubblicitaria") e frasi serie, così da sembrare offensivo...
Tornando al discorso dello psicologo, non mi sembra che andare da uno psicologo sia esattamente equivalente all'essere anormali o essere in un certo modo invalidi (considerare quella che tu chiami definizione di problemino psicologico come una cosa da bacucche, eccetera, non è un pregiudizio?).
Comunque, adesso ok basta, io mi fermo, buona continuazione del post.

sai cosa ho odiato del tuo intervento? la definizione "problemino psicologico". mi fa venire in mente le pettegole al lavoro che si passano lo smalto sulle unghie o le vecchie bacucche al parco che ti tirano dietro il bastone.
tutti abbiamo delle cose che ci hanno segnato, non è vergogna parlarne, anzi è la cosa più naturale del mondo. ed è anche costruttivo se si riesce ad andare oltre i preconcetti. sì, sono cresciuta volendo essere la migliore e se così non fosse stato adesso saprei fare la metà delle cose che so fare. dall'altro lato, adesso forse sarei più serena e meno inquieta. questo fa di me una che deve andare a parlare con lo psicologo anzichè esprimersi su un forum? e in nome di cosa? per questo credi che io sia una persona incapace di rapportarsi bene con gli altri, o incapace di fare bene il proprio lavoro? tu, amel, saresti più "normale" di me?
chi ha un briciolo di sensibilità e di apertura mentale sa di cosa parlo, non solo, ma è in grado di proiettare questa cose su se stesso e intavolare una discussione. cosa che tu condanni.
in base alla tua logica a compartimenti stagni se devo parlare di mio padre (e ne ho fatto un ACCENNO all'interno di una discussione) è meglio che vada dallo psicologo perchè qui non c'è spazio. non è ottusità questa?
comunque non ti porto rancore, figurati, solo spero per te che l'elasticità del tuo pensiero abbia prestazioni migliori fuori di qui.
quanto al farmi pubblicità lasciamo stare, la firma esiste anche per dare i propri riferimenti ed è una vita che interagisco su forum creativi, musicali, letterari senza essere mai stata accusata di pubblicità occulta. tutti mettono i propri link, se poi uno ha la curiosità di spulciare è un fatto suo.
buona giornata
gaia
tutti abbiamo delle cose che ci hanno segnato, non è vergogna parlarne, anzi è la cosa più naturale del mondo. ed è anche costruttivo se si riesce ad andare oltre i preconcetti. sì, sono cresciuta volendo essere la migliore e se così non fosse stato adesso saprei fare la metà delle cose che so fare. dall'altro lato, adesso forse sarei più serena e meno inquieta. questo fa di me una che deve andare a parlare con lo psicologo anzichè esprimersi su un forum? e in nome di cosa? per questo credi che io sia una persona incapace di rapportarsi bene con gli altri, o incapace di fare bene il proprio lavoro? tu, amel, saresti più "normale" di me?
chi ha un briciolo di sensibilità e di apertura mentale sa di cosa parlo, non solo, ma è in grado di proiettare questa cose su se stesso e intavolare una discussione. cosa che tu condanni.
in base alla tua logica a compartimenti stagni se devo parlare di mio padre (e ne ho fatto un ACCENNO all'interno di una discussione) è meglio che vada dallo psicologo perchè qui non c'è spazio. non è ottusità questa?
comunque non ti porto rancore, figurati, solo spero per te che l'elasticità del tuo pensiero abbia prestazioni migliori fuori di qui.
quanto al farmi pubblicità lasciamo stare, la firma esiste anche per dare i propri riferimenti ed è una vita che interagisco su forum creativi, musicali, letterari senza essere mai stata accusata di pubblicità occulta. tutti mettono i propri link, se poi uno ha la curiosità di spulciare è un fatto suo.
buona giornata
gaia
"egogaia":
ad amel nemmeno rispondo, perchè l'ottusità di certe affermazioni non merita attenzione.
gaia
Non mi sembra che abbia detto nulla di ottuso, ho semplicemente fatto nella prima parte una battuta, nella seconda ho espresso un'opinione, cioè che non ha molto senso parlare di argomenti così delicati in un forum (e men che meno qui).
Se proprio vogliamo dire qualcosa, sarò sembrato maleducato, e qui se vuoi mi scuso volentieri, ma se uno parla e della volontà di essere migliori e del rapporto con i genitori, qualche pensiero che ci sia un qualche problema psicologico dietro (chi non ne ha?) viene da pensare, ammettilo...

"Luca.Lussardi":
In realtà io credo che la cosa importante sia solo non credere che l'importante è partecipare e non vincere.
Per l'appunto, poi, non importa se uno non ha vinto, ma deve gareggiare per vincere, e non per partecipare; questo in ogni cosa che nella vita si faccia. Poi è ovvio che uno solo vince e tutti gli altri perdono, ma anche la sconfitta fa crescere, se uno ha gareggiato con lo scopo di vincere. Così facendo uno continua a crescere e a puntare sempre più in alto. Mai accontentarsi nella vita, andate oltre i vostri limiti.
non c'è che dire..... quoto appieno......
stepper, ricordo di aver studiato una volta qualcosa circa la relazione che esiste tra impegno e profitto.
ovviamente sono d'accordo che maggiore è l'impegno maggiore è il profitto, ma arriva un punto in questa relazione cessa di essere valida. o no? voglio dire, alcune persone oltre un tot non riescono ad andare, nonostante si applichino con tutte le proprie forze per conseguire un risultato (sto parlando di un campo solo in questo caso, non in tutti). esempio: può davvero uno che non ha attitudine per la matematica, impegnandosi a fondo, eccellere? questa è una domanda, perchè io sinceramente non lo so. ho sempre visto le persone poco dotate "mollare" prima, scoraggiate, o reagire odiando la materia, quindi non posso dire.
ad amel nemmeno rispondo, perchè l'ottusità di certe affermazioni non merita attenzione.
gaia
ovviamente sono d'accordo che maggiore è l'impegno maggiore è il profitto, ma arriva un punto in questa relazione cessa di essere valida. o no? voglio dire, alcune persone oltre un tot non riescono ad andare, nonostante si applichino con tutte le proprie forze per conseguire un risultato (sto parlando di un campo solo in questo caso, non in tutti). esempio: può davvero uno che non ha attitudine per la matematica, impegnandosi a fondo, eccellere? questa è una domanda, perchè io sinceramente non lo so. ho sempre visto le persone poco dotate "mollare" prima, scoraggiate, o reagire odiando la materia, quindi non posso dire.
ad amel nemmeno rispondo, perchè l'ottusità di certe affermazioni non merita attenzione.
gaia