Olimpiadi
Mi stavo domandando, dopo aver visto solo in parte le strutture e la cerimonia d'apertura:
potranno gli Inglesi tra 4 anni, pur risistemando l'East End (la zona adibita ai giochi) superare o fare qualcosa di soltanto simile a quanto si e' visto oggi? A me e' sembrato semplicemente incredibile...
Qualcuno ha mai visto una cerimonia piu' bella nelle precedenti edizioni?
potranno gli Inglesi tra 4 anni, pur risistemando l'East End (la zona adibita ai giochi) superare o fare qualcosa di soltanto simile a quanto si e' visto oggi? A me e' sembrato semplicemente incredibile...
Qualcuno ha mai visto una cerimonia piu' bella nelle precedenti edizioni?
Risposte
"Benny":
Mi stavo domandando, dopo aver visto solo in parte le strutture e la cerimonia d'apertura:
potranno gli Inglesi tra 4 anni, pur risistemando l'East End (la zona adibita ai giochi) superare o fare qualcosa di soltanto simile a quanto si e' visto oggi? A me e' sembrato semplicemente incredibile...
Qualcuno ha mai visto una cerimonia piu' bella nelle precedenti edizioni?
anche se arriva in ritardo (a fine olimpiadi), volevo dirvi che se nza dubbio la cerimonia di iniziazioni delle olimpiadi di pechino è stato uno deglli eventi più grandiosi del pianeta, però non ci scordiamo che la tecnologia e il progresso va sempre avanti, ho visto uno schizzo delle strutture delle olimpiadi di londra 2012, e dovrebbe essere qualcosa di fantastico senza pari.
poi la cerimonia come sapete si scopre solo all'ultimo, comunque solitamente gli inglesi non voglliono essere da meno a nesuno.
"irenze":No, questo era un progetto del governo, che comunque riguarda solo i premi all'interno di una certa fascia di reddito.
Però che io sappia sono detassati i premi di produzione al lavoro, e in fondo non credo che i soldi per le medaglie abbiano una filosofia diversa da quella del premio di produzione. Che dite?
Di certo, questi "poveri" atleti non rientrano in questa fascia.
Comunque, per onestà intellettuale, ricordo di essermi espresso in maniera fortemente contraria alla defiscalizzazione di straordinari e premi produzione qualche mese fa.
Però che io sappia sono detassati i premi di produzione al lavoro, e in fondo non credo che i soldi per le medaglie abbiano una filosofia diversa da quella del premio di produzione. Che dite?
"kekko89":
ma i premi televisivi vinti (chi vuol essere milionario e programmi del genere) sono detassati? Se io vinco un milione di euro,percepisco,netti,un milione di euro?
No.
ma i premi televisivi vinti (chi vuol essere milionario e programmi del genere) sono detassati? Se io vinco un milione di euro,percepisco,netti,un milione di euro?
Oddio Steven mi è venuta la nausea a leggere il topic sui campioni del mondo, per fortuna all'epoca non ero ancora iscritto..Ma ora che ci ripenso all'epoca ero anch'io a esultare per le strade, magari avrei scritto anch'io dei commenti entusiasti. Mi dispiace solo di essere rinsavito così tardi, forse la mia forte intolleranza nei confronti delle persone che sono orgogliose di esser italiane per motivi sportivi di adesso è dovuta al rischo di diventare come loro. Fiuuu....
Chissà, forse è la matematica che mi ha salvato...
Chissà, forse è la matematica che mi ha salvato...
"alvinlee88":
lo condivido in quanto è incentrato su questo atteggiamento permissivo e stanco, passivo, degli spettatori a casa, e sul senso di disgustante nazionalismo che pervade molte persone in occasione di questi eventi. Il mio senso nazionalistico (se ancora ne è rimasto qualche grammo sotto le tonnellate di vergogna che questo paese riflette anche su di me) non è certo alimentato dalle olimpiadi, e lo stesso concetto di "amor di patria" non lo sopporto, sono molto intollerante in questo.
Condivido pienamente (intolleranza inclusa).
E, come se non bastasse, mi ha fatto ripensare a questo.
Io ho paura quando mi trovo davanti a scene di delirio pubblico in occasione di festeggiamenti di eventi sportivi.
Sento nell'aria un entusiasmo folle, che nelle occasioni più estreme non conosce freni inibitori.
Non invidio proprio gli agenti di guardia fuori e dentro gli stadi.
"Benny":
[quote="alvinlee88"]L'idea di sentirmi "più italiano" perchè un mostro vivente ha vinto una medaglia mi disgusta.
Un mostro vivente? Spero tu la intenda nel senso piu' positivo del termine. Nessuno pretende che gli atleti vengano idolatrati, ma non vedo alcuna ragione per disprezzarli. Magari ho interpretato male la frase, pero' mi pareva di averti sentito parlare in termini completamenti diversi in precedenza riguardo agli atleti italiani.[/quote]
Mostro vivente è in senso positivo, ovviamente. E qui non ho parlato affatto di atleti. E ribadisco quanto detto negli altri topic, ossia che non vadano nè idolatrati nè disprezzati. Rispetto loro come rispetto i muratori, gli astrofisci e l'operaio che ier l'altro mattina era con me a caricare un container (mi preparo nel caso la matematica non mi procuri il pane...)
Qui non si parla di atleti, bensì di atteggiamento dei comuni mortali, che mostra volontà (e forse debolezza) di non pensare alle atrocità che si commettono laggiù (pochi giorni prima dell'inaugurazione, per esempio, 3 turisti sono stati arrestati all'istante per aver appeso un cartellone con scritto free tibet), o magari di rimandare il pensarci a dopo, dopo aver visto le gare, dopo essersi divertiti. Come se si potesse aspettare. E di questa debolezza sono colpevole anch'io.
Prima dell'inizio, mi ero proposto di non guardare assolutamente queste olimpiadi, dato che venivo da accese discussioni sulla questione del tibet ed ero (e sono) disgustato dal fatto che solo di diritti televisi nelle casse cinesi andranno 2 milardi di euro, soldi con cui rafforzeranno la dittatura e lo sfruttamento. Ero deciso, nel mio piccolo, a non contribuire ad alzare lo share, a far valere "meno la pena" alle televisioni di aver speso tutti quei quattrini.
Ma mi sono rivelato un debole. La televisione era sempre accesa dal mi babbo su qualche gara, e io diverse volte, volontariamente, mi sono seduto a vederle. E non perchè ci avessi ripensato, perchè mi fossi convinto che "lo sport è lo sport, la mia è una protesta inutile e sensa senso". Niente affatto. Solo che l'attrattiva delle gare olimpiche è troppo forte. Il mio interesse per lo sport ha prevalso sulla mia volontà, mi ha fatto sopportare il senso di incoerenza, ipocrisia e debolezza che ho provato per tutto il tempo che ero seduto a guardare la televisione. E non so ancora cosa pensare, non credo affatto che sia giusto guardare queste gare in televisione, ma pur pensando questo le guardo. Probabilmente questo è un indice dei limiti della mia forza di volontà, della mia risoluzione. Non lo so, devo ancora rifletterci.
Fatto sta che il commento di albatros/beppe grillo (ignoravo completamente che fosse suo, e difatti non è stata una bella cosa copiare e incollare in tal modo) lo condivido in quanto è incentrato su questo atteggiamento permissivo e stanco, passivo, degli spettatori a casa, e sul senso di disgustante nazionalismo che pervade molte persone in occasione di questi eventi. Il mio senso nazionalistico (se ancora ne è rimasto qualche grammo sotto le tonnellate di vergogna che questo paese riflette anche su di me) non è certo alimentato dalle olimpiadi, e lo stesso concetto di "amor di patria" non lo sopporto, sono molto intollerante in questo.
Il commento di Beppe ha espresso al meglio queste mie sensazioni, per questo ho scritto il post di apprezzamento.
Senza contraddizione alcuna con quanto detto in precedenza.
A me non viene molto da ridere.
Si tratta di un comportamento grave per due motivi.
1. scorrettezza nei confronti dei forumisti: evitando di citare la fonte, si induce a credere che si tratti di un intervento personale, e non di un "copia e incolla" di opinioni altrui. Uno è liberissimo di condividere parole per parola quanto scrive Beppe Grillo, ma va detto.
2. c'è una violazione di copyright, cosa di cui chi frequenti wikipedia si rende conto benissimo. E questo può avere anche ripercussioni sui responsabili del forum.
Il sito di Beppe Grillo è licenziato ai sensi della "Creative Commons". Rinvio a:
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/it/
e, nello specifico a:
Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera.
Sembra essere scritto apposta per l'intervento di albatros
Si tratta di un comportamento grave per due motivi.
1. scorrettezza nei confronti dei forumisti: evitando di citare la fonte, si induce a credere che si tratti di un intervento personale, e non di un "copia e incolla" di opinioni altrui. Uno è liberissimo di condividere parole per parola quanto scrive Beppe Grillo, ma va detto.
2. c'è una violazione di copyright, cosa di cui chi frequenti wikipedia si rende conto benissimo. E questo può avere anche ripercussioni sui responsabili del forum.
Il sito di Beppe Grillo è licenziato ai sensi della "Creative Commons". Rinvio a:
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/it/
e, nello specifico a:
Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera.
Sembra essere scritto apposta per l'intervento di albatros
"alvinlee88":
L'idea di sentirmi "più italiano" perchè un mostro vivente ha vinto una medaglia mi disgusta.
Un mostro vivente? Spero tu la intenda nel senso piu' positivo del termine. Nessuno pretende che gli atleti vengano idolatrati, ma non vedo alcuna ragione per disprezzarli. Magari ho interpretato male la frase, pero' mi pareva di averti sentito parlare in termini completamenti diversi in precedenza riguardo agli atleti italiani.
"Steven":
Albatros, è venuto lui nel forum o sei andato tu da lui?
Mi sembrava di averlo già letto! AHAHAHAH!!! @@
"albatros":
Le Olimpiadi di Pechino, ma anche quelle precedenti, lo confesso, mi danno la nausea. Le abolirei. Sono un fantastico baraccone economico che gira il mondo ogni quattro anni. Dove arriva il circo si costruiscono stadi, strade, grattacieli, metropolitane, intere città. Le Olimpiadi sono un trionfo, un orgasmo del cemento.
La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a sei cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato. Le Olimpiadi sono un treno impazzito. Se chiedete al macchinista qual è la prossima stazione non saprà rispondervi.
Delle Olimpiadi mi infastidiscono i record fasulli, gli sport olimpici praticati da quattro gatti, gli atleti dopati, l’entusiasmo a comando degli spettatori, le premiazioni in fila per tre. Più di ogni altra cosa, però, è il nazionalismo che mi manda in bestia. Il nazionalismo dello sportivo che piange all’alzabandiera, con la mano sul cuore, lo sguardo perso verso l’alto. Il nazionalismo dei media che danno spazio sempre agli atleti nazionali, anche di discipline improbabili (conoscete qualcuno che giochi a badminton?), anche se lontani dal podio. Le Olimpiadi sono una guerra simulata.
Vorrei atleti senza bandiere. Senza sponsor. Senza un Presidente che li saluta alla partenza e li riceve al ritorno da trionfatori. Vorrei che chi usa i suoi eserciti per uccidere altri esseri umani DURANTE le Olimpiadi sia espulso con infamia e per sempre dai Giochi. I russi che hanno invaso la Georgia, gli americani che occupano l’Iraq, la Cina che schiaccia il Tibet non hanno nessun diritto morale di partecipare o di ospitare i Giochi Olimpici.
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette
Sono perfettamente d'accordo con albatros, credo che non avrei saputo esprimere meglio questo concetto. L'idea di sentirmi "più italiano" perchè un mostro vivente ha vinto una medaglia mi disgusta.
"albatros":
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette
Mi pare una mera esasperazione..secondo questo principio non dovrebbe esserci una fazione in nessun elemento della vita comune. Esiste anche un nazionalismo positivo, che tende a conservare e valorizzare le tradizioni e il modus vivendi di un popolo, a dare un'identita' ad un gruppo. Non raccontiamoci stupidaggini, chiunque abbia viaggiato un minimo riconoscera' che siamo diversi da altre comunita'. Diverso non vuol dire migliore o peggiore, e sai benissimo che non e' vero. Una volta che si tiene presente questo principio, non vedo cosa ci sia di male a sostenere il proprio paese.
Le Olimpiadi di Pechino, ma anche quelle precedenti, lo confesso, mi danno la nausea. Le abolirei. Sono un fantastico baraccone economico che gira il mondo ogni quattro anni. Dove arriva il circo si costruiscono stadi, strade, grattacieli, metropolitane, intere città. Le Olimpiadi sono un trionfo, un orgasmo del cemento.
La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a sei cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato. Le Olimpiadi sono un treno impazzito. Se chiedete al macchinista qual è la prossima stazione non saprà rispondervi.
Delle Olimpiadi mi infastidiscono i record fasulli, gli sport olimpici praticati da quattro gatti, gli atleti dopati, l’entusiasmo a comando degli spettatori, le premiazioni in fila per tre. Più di ogni altra cosa, però, è il nazionalismo che mi manda in bestia. Il nazionalismo dello sportivo che piange all’alzabandiera, con la mano sul cuore, lo sguardo perso verso l’alto. Il nazionalismo dei media che danno spazio sempre agli atleti nazionali, anche di discipline improbabili (conoscete qualcuno che giochi a badminton?), anche se lontani dal podio. Le Olimpiadi sono una guerra simulata.
Vorrei atleti senza bandiere. Senza sponsor. Senza un Presidente che li saluta alla partenza e li riceve al ritorno da trionfatori. Vorrei che chi usa i suoi eserciti per uccidere altri esseri umani DURANTE le Olimpiadi sia espulso con infamia e per sempre dai Giochi. I russi che hanno invaso la Georgia, gli americani che occupano l’Iraq, la Cina che schiaccia il Tibet non hanno nessun diritto morale di partecipare o di ospitare i Giochi Olimpici.
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette
La torcia accesa non è più simbolo di pace. Il mondo continua le sue guerre, i suoi stermini a sei cerchi. Il Tibet e lo Xinjiang sono finiti sotto il tappeto degli sponsor. La Georgia e l’Ossezia sono stati eventi fastidiosi, hanno tolto spazio al tennis da tavolo e al nuoto sincronizzato. Le Olimpiadi sono un treno impazzito. Se chiedete al macchinista qual è la prossima stazione non saprà rispondervi.
Delle Olimpiadi mi infastidiscono i record fasulli, gli sport olimpici praticati da quattro gatti, gli atleti dopati, l’entusiasmo a comando degli spettatori, le premiazioni in fila per tre. Più di ogni altra cosa, però, è il nazionalismo che mi manda in bestia. Il nazionalismo dello sportivo che piange all’alzabandiera, con la mano sul cuore, lo sguardo perso verso l’alto. Il nazionalismo dei media che danno spazio sempre agli atleti nazionali, anche di discipline improbabili (conoscete qualcuno che giochi a badminton?), anche se lontani dal podio. Le Olimpiadi sono una guerra simulata.
Vorrei atleti senza bandiere. Senza sponsor. Senza un Presidente che li saluta alla partenza e li riceve al ritorno da trionfatori. Vorrei che chi usa i suoi eserciti per uccidere altri esseri umani DURANTE le Olimpiadi sia espulso con infamia e per sempre dai Giochi. I russi che hanno invaso la Georgia, gli americani che occupano l’Iraq, la Cina che schiaccia il Tibet non hanno nessun diritto morale di partecipare o di ospitare i Giochi Olimpici.
L’uomo non è più il centro delle Olimpiadi, le Nazioni hanno preso il suo posto.La grancassa mediatica delle medaglie e delle medagliette ci fa sentire più italiani, più messicani, più coreani. Più diversi. I migliori. Le razze elette
Io non delegittimo niente e nessuno.
Sinceramente, ho trovato piuttosto offensive le dichiarazioni rilasciate da questi atleti, e piuttosto di cattivo gusto la richiesta di ottenere la detassazione di un premio, soprattutto per le motivazioni addotte.
Reddito.
Non so come la pensi tu ma, secondo me, premi e vincite (così come le plusvalenze) dovrebbero essere tassati ad un'aliquota maggiore rispetto ai redditi da lavoro.
Il soggetto che paga il premio promette la cifra che darà come compenso.
Il soggetto che riceve si trova in posizione debitoria nei confronti dell'erario.
Per una questione puramente pratica, la legge prevede che il datore di lavoro agisca da sostituto di imposta.
Inoltre, chi elargisce il reddito non può sapere quale sia l'imposta a cui questo reddito è tassato, poichè dipende anche da altri fattori, non noti al datore di lavoro.
Se effettivamente i premi sono sottoposti alla normativa IRE (l'ex IRPEF), l'aliquota massima è del 45%. Se il premio subisce la tassazione a questa aliquota, significa che rientra nello scaglione più alto, quindi hanno un reddito superiore ai 150 (o 200) mila euri.
Sinceramente, ho trovato piuttosto offensive le dichiarazioni rilasciate da questi atleti, e piuttosto di cattivo gusto la richiesta di ottenere la detassazione di un premio, soprattutto per le motivazioni addotte.
A quanto ne so la maggior parte degli atleti recepisce uno stipendio in pratica solo per allenarsi. E' quindi per loro un lavoro, nè più nè meno impegnativo della maggior parte degli altri lavori (con le dovute eccezioni). Lavoro su cui, ovviamente, pagano le tasse. Quindi non sta in piedi l''argomentazione del Che secondo cui loro campano a spese dei lavaoratori "veri".Dal momento in cui è lo Stato a pagarli, sono di fatto mantenuti costantemente dalle tasse pagate dagli altri. Spero su questo non ci siano dubbi.
Secondo me un premio non è propriamente una fonte di redditoLo è eccome.
Reddito.
Non so come la pensi tu ma, secondo me, premi e vincite (così come le plusvalenze) dovrebbero essere tassati ad un'aliquota maggiore rispetto ai redditi da lavoro.
dal momento che si decide di elargirlo, non ha senso promettere un premio di 50.000 euro e farne andare la metà in tasse.E perchè mai?
Il soggetto che paga il premio promette la cifra che darà come compenso.
Il soggetto che riceve si trova in posizione debitoria nei confronti dell'erario.
Per una questione puramente pratica, la legge prevede che il datore di lavoro agisca da sostituto di imposta.
Inoltre, chi elargisce il reddito non può sapere quale sia l'imposta a cui questo reddito è tassato, poichè dipende anche da altri fattori, non noti al datore di lavoro.
ritengo che il 50% sia eccessivoVorrei vederlo davvero quel 50%.
Se effettivamente i premi sono sottoposti alla normativa IRE (l'ex IRPEF), l'aliquota massima è del 45%. Se il premio subisce la tassazione a questa aliquota, significa che rientra nello scaglione più alto, quindi hanno un reddito superiore ai 150 (o 200) mila euri.
Ho paura tu non abbia capito. A quanto ne so la maggior parte degli atleti recepisce uno stipendio in pratica solo per allenarsi. E' quindi per loro un lavoro, nè più nè meno impegnativo della maggior parte degli altri lavori (con le dovute eccezioni). Lavoro su cui, ovviamente, pagano le tasse. Quindi non sta in piedi l''argomentazione del Che secondo cui loro campano a spese dei lavaoratori "veri". I soldi con cui sono lì provengono anche dalle loro tasse. Così come qualunque cosa in Italia proviene dalle tasse dei lavoratori, siano essi muratori a atleti. Non ho ancora un'idea ben chiara sulla detassazione del premio. Secondo me un premio non è propriamente una fonte di reddito (anche se che in realtà così è considerato, vedi esempio le vincite televisive, o il lotto ecc..), quindi dal momento che si decide di elargirlo, non ha senso promettere un premio di 50.000 euro e farne andare la metà in tasse. Credo sia frustrante per un atleta che, tutto sommato, ha fatto qualcosa in "più" del suo semplice lavoro (che gli ha garantito il suo normale stipendio). Lo stipendio ce l'hanno anche tutti quelli che non vincono. Il premio è un incentivo, una gratifica extra, non il loro compenso. La proposta di detassarlo è comunque insensata, dato che oggettivamente è un introito, ma ritengo che il 50% sia eccessivo, Premetto però che non so come funzioni in altri casi di introiti derivanti non da stipendi fissi ma da "vincite saltuarie", tipo lotto o altre cose. Ma non credo che si arrivi al 50%. Se si correggetemi.
Fatto sta che si è travisato quello che ho scritto, ho risposto solo alle provocazioni del Che (a sua volta risposta provocatoria alle provocazioni iniziali degli atleti, secondo i quali sarebbero loro a far grande l'Italia,e gli unici a fare sacrifici, discorsi chiaramente da esaltati) che tendevano a delegittmare l'impegno degli atleti nella direzione dei soliti "italiani che lavorano e pagano le tasse", frase che mi sta diventando sempre più indigesta, come se gli altleti non lavorassero o non pagassero le tasse, solo per il fatto di aver fatto questa richiesta, più o meno insensata. Le tasse le hanno pagate e continuano a pagarle, hanno solo chiesto di non pagarle su quello che secondo loro non è reddito, ma gratifica extra. Se si concedesse loro questo, ne seguirebbe che non dovremmo tassare nanche le vincite del lotto, nei quiz televisivi ecc., dato che qui nessuno vuol fare come nella fattoria degli animali di Orwell, tantomeno il sottoscritto.
E sinceramente io sarei piuttosto d'accordo.
Fatto sta che si è travisato quello che ho scritto, ho risposto solo alle provocazioni del Che (a sua volta risposta provocatoria alle provocazioni iniziali degli atleti, secondo i quali sarebbero loro a far grande l'Italia,e gli unici a fare sacrifici, discorsi chiaramente da esaltati) che tendevano a delegittmare l'impegno degli atleti nella direzione dei soliti "italiani che lavorano e pagano le tasse", frase che mi sta diventando sempre più indigesta, come se gli altleti non lavorassero o non pagassero le tasse, solo per il fatto di aver fatto questa richiesta, più o meno insensata. Le tasse le hanno pagate e continuano a pagarle, hanno solo chiesto di non pagarle su quello che secondo loro non è reddito, ma gratifica extra. Se si concedesse loro questo, ne seguirebbe che non dovremmo tassare nanche le vincite del lotto, nei quiz televisivi ecc., dato che qui nessuno vuol fare come nella fattoria degli animali di Orwell, tantomeno il sottoscritto.
E sinceramente io sarei piuttosto d'accordo.
Però se è vero che di 50000 euro di premio se ne prendono "solo" 25.000, anch'io mi lamenterei.Vedrai quando inizierai a lavorare.
Quando magari 25000 euro saranno tutto quello che guadagni (lordo) in un anno, e te ne porteranno via un buon 32%.
A partire dal discorso di Cheguevilla, secondo cui è grazie a chi paga le tasse in Italia che loro sono a Pechino, discorso che non mi piace molto.Capisco che possa non piacere, ma è così. Gli atleti italiani non spendono nulla per andare a Pechino.
Il fatto che anche loro, come gli altri lavoratori, paghino le tasse non viene in mente a nessuno?Certo.
Infatti, trovo giusto che le paghino. Corollario: trovo sbagliato che vengano defiscalizzati i premi.
se per loro il fatto di allenarsi diventa un lavoro, allora è giusto che recepiscano uno stipendio, dato che poi ai milioni di italiani che lavorano non dispiace di guardare le Olimpiadi.Bene. In quanto lavoro, perchè il loro compenso dovrebbe avere una tassazione agevolata?
Senza contare che prendere una medaglia non è proprio facile. Serve veramente un allenamento intenso e impegnativo, per loro è un vero e proprio lavoro.Infatti, per questo ricevono un "premio". Il fatto che gli atleti italiani siano quelli che ricevono i premi più alti in assoluto nel mondo, dovrebbe far riflettere.
Non vedo perchè delegittimare il loro impegno e i loro sforzi solo perchè non lavorano in fabbrica o non fanno una lavoro "normale".Di fatto, sono li grazie a soldi dello Stato, i quali derivano unicamente dalle entrate fiscali (le tasse pagate dai cittadini).
E se invece lavorano, come alcuni fanno, non sta in piedi il dover "ringraziare i lavoratori italiani che pagano le tasse"
In una delle prime lezioni di scienza delle finanze, mi è stato spiegato che lo Stato offre determinati servizi in cambio del pagamento delle tasse.
Considerando che gli atleti godono di questo servizio offerto dallo Stato, non riesco a capire per quale motivo si possano sentire in diritto di essere esentati dal pagamento delle tasse.
"Cheguevilla":
Posso capire lo sconforto degli atleti che sono pagati meno dei calciatori.
Mi spiace per loro, ma il loro sport ha meno spettatori del calcio (purtroppo), quindi è normale che, normalmente, non recepiscano gli stessi stipendi.
Tuttavia, la richiesta di detassare i premi è follia pura, per diversi motivi.
Intanto perchè il premio non è dovuto. Diversi paesi, tra cui la Danimarca, non danno alcun premio agli atleti vincitori di medaglie.
Dal momento in cui il premio rappresenta un'entrata di denaro, costituisce una fonte di reddito, quindi deve naturalmente essere tassato, altrimenti ci sarebbero degli "animali più uguali degli altri".
Diciamo pure, poi, che 50.000 euri di premio (per il bronzo) sono comunque più di quello che guadagna una persona in un anno di lavoro, (più del doppio rispetto a quanto guadagnavo io al mio primo impiego).
Vediamo la ragione della richiesta degli atleti (in corsivo):
"Noi non siamo come i calciatori, i nostri guadagni non sono stratosferici: sarebbe giusto detassare i premi per le medaglie olimpiche, e non versarne la metà."
Bene. Anche i miei guadagni non sono stratosferici. Anche quelli di molti altri.
È tanto tempo che lo diciamo.
"La medaglia arriva una volta ogni quattro anni e con lei anche il premio in denaro, e poi il premio è un riconoscimento una tantum a quattro anni di lavoro"
Infatti, il premio, come detto sopra, non è proprio un'elemosina.
Mi auguro che non abbiano "lavorato quattro anni" solo per il premio in denaro.
Inoltre, va detto che buona parte degli atleti di questi sport fa parte di corpi militari o di polizia. E che lo Stato, di fatto, li paga per fare sport, costantemente, invece che per fare i soldati.
"Ma ai Giochi contribuiamo a fare grande l' Italia"
Sono milioni i lavoratori che ogni giorno contribuiscono a fare grande l'Italia.
Senza che i ragazzi si offendano, ma in Italia c'è bisogno di gente che lavori più che di vincitori di medaglie.
Abbiamo portato in alto l' Italia, siamo stati meritevoli: avere un premio dimezzato dalle tasse è un dispiacere. Loro non sanno i nostri sacrifici.
Forse loro non sanno quanti siano gli umili lavoratori che ogni giorno lavorano 8-10 ore per poco più di 1000 euri al mese che, tutti i giorni, molti rischiando la vita, portano in alto l'Italia.
Loro non sanno che è grazie a questa gente, alle tasse pagate da loro, se ora sono a Pechino.
Non sanno che quei soldi vengono anche dalle tasche di questa povera gente. Parlare di sacrifici mi sembra piuttosto fuori luogo.
Sono d'accordo solo in parte. Non condivido le motivazioni date dagli atleti, specie l'ultima riferita al fatto che "loro non sanno i nostri sacrifici". Però se è vero che di 50000 euro di premio se ne prendono "solo" 25.000, anch'io mi lamenterei. Ma non mi sono ancora fatto una opinione precisa della questione detassazione. Vorrei però fare alcune riflessioni. A partire dal discorso di Cheguevilla, secondo cui è grazie a chi paga le tasse in Italia che loro sono a Pechino, discorso che non mi piace molto.
E' il solito atteggiamente del "tutto dovuto", come se questi atleti fossero dei mangiapane parassiti dei lavoratori italiani. Il fatto che anche loro, come gli altri lavoratori, paghino le tasse non viene in mente a nessuno? E se non le pagano vuol dire che non hanno un reddito, ossia un lavoro, perchè si concentrano esclusivamente sullo sport, indi per cui questi 50000 euro ogni 4 anni, se sono le uniche entrate, o quasi, che recepiscono, non sono poi molti (sto parlando di atleti "normali", non campioni di un qualche sponsor). E non dico che allora sia giusto detassare i premi, ma che se per loro il fatto di allenarsi diventa un lavoro, allora è giusto che recepiscano uno stipendio (e in alcuni già succede, come ha detto Che, solo che si fa finta di pagare dei carabinieri invece che degli atleti-in questi casi pagare uno stipendio significherebbe solo non essere ipocriti) ,dato che poi ai milioni di italiani che lavorano non dispiace di guardare le Olimpiadi.
Senza contare che prendere una medaglia non è proprio facile. Serve veramente un allenamento intenso e impegnativo, per loro è un vero e proprio lavoro. Non vedo perchè delegittimare il loro impegno e i loro sforzi solo perchè non lavorano in fabbrica o non fanno una lavoro "normale".
E' un lavoro che non ha meno dignità. E' meno utile socialmente, vero (non condivido affatto il discorso che "fanno grande l'Italia", forse il discorso un pò estremo del Che è dovuto a questa frase arrogante degli atleti), ma se queste persone sono nate con certi talenti sportivi, e hanno deciso di vivere di questo (quando ci riescono) che male c'è?
E anche sbagliato è l'atteggiamento opposto, ovvero idolatrare gli atleti. A volte sento dire "Guarda, loro lavorano e si allenano anche, e fanno grande l'Italia", oppure "Hai visto lei, ha vinto l'oro e ha dato anche 5 esami" (se avete visto la pubblicità recente dei primi 5 esami dati dalla Kostner, grazie alla grande e misericordiosa CEPU. Che rabbia mi fa quella pubblicità...), come se gli atleti avessero qualcosa in più.
Affatto.
Ma neanche il ragionamento opposto è giusto (e non è il solito discorso che "gli estemi sono sbagliati", che mi sento sempre muovere contro nelle discussioni politiche/religiose, e che francamente non sopporto. E' solo che in questo caso il detto calza) , ossia che non sanno cosa siano i sacrifici nè cosa voglia dire lavorare. Credo che siano discorsi qualunquisti.
A chi starebbe bene di recepire 25.000 euro ogni quattro anni, e solo nel caso si batta o quasi un record del mondo?
E se invece lavorano, come alcuni fanno, non sta in piedi il dover "ringraziare i lavoratori italiani che pagano le tasse", che sembra più l'univoca risposta risposta della Santanchè quando le si rivolge una qualsiasi questione su un qualsivoglia tema.
Infine sono d'accordo sul fatto che in Italia c'è bisogno di gente che lavori più che di vincitori di medaglie.
Ma questo non inficia in alcun modo le considerazioni sopra svolte.
"Cheguevilla":
"Noi non siamo come i calciatori, i nostri guadagni non sono stratosferici: sarebbe giusto detassare i premi per le medaglie olimpiche, e non versarne la metà."
Bene. Anche i miei guadagni non sono stratosferici. Anche quelli di molti altri.
È tanto tempo che lo diciamo.
"La medaglia arriva una volta ogni quattro anni e con lei anche il premio in denaro, e poi il premio è un riconoscimento una tantum a quattro anni di lavoro"
Infatti, il premio, come detto sopra, non è proprio un'elemosina.
Mi auguro che non abbiano "lavorato quattro anni" solo per il premio in denaro.
Inoltre, va detto che buona parte degli atleti di questi sport fa parte di corpi militari o di polizia. E che lo Stato, di fatto, li paga per fare sport, costantemente, invece che per fare i soldati.
"Ma ai Giochi contribuiamo a fare grande l' Italia"
Sono milioni i lavoratori che ogni giorno contribuiscono a fare grande l'Italia.
Senza che i ragazzi si offendano, ma in Italia c'è bisogno di gente che lavori più che di vincitori di medaglie.
Abbiamo portato in alto l' Italia, siamo stati meritevoli: avere un premio dimezzato dalle tasse è un dispiacere. Loro non sanno i nostri sacrifici.
Forse loro non sanno quanti siano gli umili lavoratori che ogni giorno lavorano 8-10 ore per poco più di 1000 euri al mese che, tutti i giorni, molti rischiando la vita, portano in alto l'Italia.
Loro non sanno che è grazie a questa gente, alle tasse pagate da loro, se ora sono a Pechino.
Non sanno che quei soldi vengono anche dalle tasche di questa povera gente. Parlare di sacrifici mi sembra piuttosto fuori luogo.
Sono d'accordo, facciamo come la Danimarca (non so dove hai preso la notizia):
niente soldi per le medaglie e più soldi per la ricerca e l'istruzione.
Solo così l'Italia può migliorare!