Matematica alle elementari
Salve a tutti, mi sono giusto iscritto e vi ringrazio di esistere. Sono padre di una bimba di 7 anni che ha giusto finito la prima elementare con ottimi voti, ma vedo già in arrivo le prime difficoltà con la matematica e la sua astrazione. Volevo chiedervi se avete qualche consiglio per avvicinare mia figlia alla matematica senza che dentro di lei crescano convinzioni come "la matematica è noiosa" o "non la capisco" o ancora peggio "non sono portata.
Dato che mi rivedo molto, vorrei fare evitare a mia figlia questi errori e chiedevo a voi se potete consigliarmi materiale didattico, metodi anche semplici consigli su come affrontare la questione.
Grazie!
Dato che mi rivedo molto, vorrei fare evitare a mia figlia questi errori e chiedevo a voi se potete consigliarmi materiale didattico, metodi anche semplici consigli su come affrontare la questione.
Grazie!

Risposte
Fate i compiti insieme.
Hai ragione. Eppure sono convinto che i cosiddetti "geni" (i bambini, poi ragazzi, che prendono tutti 10 in Matematica e che poi hanno le potenzialità di diventare veramente qualcuno mediante gli studi universitari in ambito matematico/scientifico, che se vogliono insistere ti passano l'esame di Matematica con 30 e Lode in un batter d'occhio senza nemmeno studiare molto per l'esame e non con un 22 sudatissimo quasi al livello dello svenimento alla seconda sessione) non lo siano per una questione ereditaria/genetica ma per una questione di esposizione ben riuscita a determinati argomenti al di fuori dei programmi scolastici. Non riesco altrimenti a spiegarmi casi come questo (che poi un bambino a quell'età è meglio che faccia quello che fanno i suoi coetanei sono pienamente d'accordo, ci mancherebbe altro). Sono pienamente d'accordo con DavideGenova sul fatto che la Matematica sia il linguaggio dell'Universo, e chi non la capisce fino in fondo rimane inevitabilmente tagliato fuori dalla conoscenza in profondità di alcune dinamiche rilevanti come quelle economiche.
"Vikhr":
[quote="friction"] secondo me non si tratta nemmeno di un problema di didattica della matematica, voglio dire, a meno che la bambina non sia un piccolo Gauss, mi pare normale che a quell'età fare addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni non sia considerato il massimo del divertimento.
Allora perché non cercare di andare avanti, ma adagio? Se quello annoiasse, proverei con piccoli assaggi di quello che studierebbe più avanti, magari fermandosi alla scuola media e azzardando qualcosa del liceo, con rigore matematico. Quando studio il mio testo di Analisi Matematica, non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe successo se prima di studiare (al Liceo Scientifico!!!) le disequazioni mi avessero insegnato le funzioni. In particolare, se solo avessero discusso un po' più in classe della funzione \(\displaystyle f(x)=x^b \) con \(\displaystyle b>0 \) e b razionale forse avrei studiato alcune disequazioni in modo un po' meno meccanico (del tipo: al compito in classe, schemino, ma alla prima "stranezza", ciao, come mi è successo molte volte). Per non parlare del fatto che mi chiedo anche come mi sarei comportato se mi avessero presentato il calcolo differenziale alle elementari. Se solo avessi avuto un po' più di intuito (l'essete portati) ci sarei potuto arrivare da solo, e considerate che fino all'Università ho sempre studiato seguendo le lezioni, prendendo gli appunti e facendo gli esercizi e studiando le pagine assegnate, per il semplice fatto che facendo così per tutte le materie avrei ricavato sufficiente tempo per le attività extrascolastiche andando comunque bene a scuola.[/quote]
Allora perché all'università fai un corso di analisi di funzioni reali di variabile reale (da/in [tex]\mathbb {R}[/tex]) e poi uno di funzioni reali di variabile/i reale/i in [tex]\mathbb {R}^N[/tex]? Non sarebbe più semplice fare direttamente un corso di analisi di funzioni [tex]f\colon (X, d_1)\to (Y, d_2)[/tex] con X e Y spazi metrici del tutto generali? Il fatto è che tu arrivi alle medie con un bagaglio di concetti elementari che hai acquisito alle elementari con un allenamento meccanico. I concetti di numero, addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, numero negativo, zero, ordine non sono per nulla chiari a un bambino di 7 anni, ma diventano chiari lavorandoci. Stessa cosa per l'analisi matematica. Il processo di astrazione è un processo che va dal reale all'astratto, dall'oggetto al concetto.
Anche sul nostro sito ci sono molti giochini di matematica per studenti della primaria.
https://www.matematicamente.it/option,co ... /fid,9997/
https://www.matematicamente.it/option,co ... /fid,9997/
"Vikhr":
proverei con piccoli assaggi di quello che studierebbe più avanti
Senza pretendere nulla da mio figlio, quando vede il pianeta terra per esempio su Focus e mi chiede Perché gira? gli rispondo che lo capirà da più grande con la matematica. Lo stesso con quasi tutte le domande che mi fa e la mia risposta è quella perché è proprio grazie alla matematica che si può cercare di capire il funzionamento dell'universo, e dubito che sia facile trovare bambini che non si fanno o non fanno domande.
"friction":
secondo me non si tratta nemmeno di un problema di didattica della matematica, voglio dire, a meno che la bambina non sia un piccolo Gauss, mi pare normale che a quell'età fare addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni non sia considerato il massimo del divertimento.
Allora perché non cercare di andare avanti, ma adagio? Se quello annoiasse, proverei con piccoli assaggi di quello che studierebbe più avanti, magari fermandosi alla scuola media e azzardando qualcosa del liceo, con rigore matematico. Quando studio il mio testo di Analisi Matematica, non faccio altro che chiedermi cosa sarebbe successo se prima di studiare (al Liceo Scientifico!!!) le disequazioni mi avessero insegnato le funzioni. In particolare, se solo avessero discusso un po' più in classe della funzione \(\displaystyle f(x)=x^b \) con \(\displaystyle b>0 \) e b razionale forse avrei studiato alcune disequazioni in modo un po' meno meccanico (del tipo: al compito in classe, schemino, ma alla prima "stranezza", ciao, come mi è successo molte volte). Per non parlare del fatto che mi chiedo anche come mi sarei comportato se mi avessero presentato il calcolo differenziale alle elementari. Se solo avessi avuto un po' più di intuito (l'essete portati) ci sarei potuto arrivare da solo, e considerate che fino all'Università ho sempre studiato seguendo le lezioni, prendendo gli appunti e facendo gli esercizi e studiando le pagine assegnate, per il semplice fatto che facendo così per tutte le materie avrei ricavato sufficiente tempo per le attività extrascolastiche andando comunque bene a scuola.
Benvenuto!
Non ho competenze di tipo didattico se non con adoscelenti per ripetizioni, ma sono papà anch'io.
Si tratta anche, direi, di cogliere le inclinazioni del bambino. In prima elementare mi veniva presentata l'aritmetica come se fosse una cosa che serve solo ai fruttivendoli per sapere quante mele gli rimangono e tutto ciò non mi attirava per niente e devo dire che, anche adesso, ho un'idea della matematica come regina delle scienze e regina delle arti che mi fa incavolare se vedo l'artimetica considerata una roba che ha per utilità quella di fare i conti della spesa. Invece sono rimasto estasiato al pensiero di rette infinite, triangoli che rispondono a leggi che possiamo individuare e capire, circonferenze che sono ciò cui si avvicina sempre più un poligono regolare di cui aumenti i lati all'infinito...
La probabilità che a tua figlia interessi qualcosa in cui c'entri la matematica è altissima. Magari le piacciono le scienze naturali e quindi cercherei di mostrarle come senza la matematica queste non esisterebbero...
C'è una cosa poi che non credo che possa non interessarle: i giochi. Esiste un'infinità di giochi basati sulla matematica, giochi per imparare l'aritmetica... Ho visto qualcosa alla Città del Sole, che potrebbe esserci anche dalle tue parti, ma si può cercare anche in una buona libreria, senza tralasciare il fatto che, di giochi aritmetici per bambini, ce ne sono a bizzeffe per il computer, anche on line. Mio figlio a quattro anni ha imparato le cifre e a contare fino a 20 grazie al fatto che mi vede, quando sono a casa, sempre sui libri e mi chiede quindi di fargli vedere la matematica, come dice lui, così gli ho scritto le cifre su un foglio e lui si è messo a copiarle, e le ha imparate. Probabilmente è stimolato anche dal fatto di vedere le paginate di calcoli che scrivo, grafici al computer, i miei screensaver con superfici e altri oggetti interessanti dal punto di vista della topologia e della geometria differenziale... Si siede per terra con un foglio e una penna e si mette a scrivere numeri, disegna grafici e simboli che vede sui miei libri: Papà, ti piace la mia matematica? L'inconveniente è che, quando gioco a carte con qualcuno, mi viene dietro e le legge davanti a tutti.
Grazie alla conoscenza delle cifre sta imparando anche a fare addizioni con Tuxmath ed esistono parecchi giochi del genere.
Vedrai che riuscirai nell'impresa: si tratta di toccare le corde giuste...
Non ho competenze di tipo didattico se non con adoscelenti per ripetizioni, ma sono papà anch'io.
Si tratta anche, direi, di cogliere le inclinazioni del bambino. In prima elementare mi veniva presentata l'aritmetica come se fosse una cosa che serve solo ai fruttivendoli per sapere quante mele gli rimangono e tutto ciò non mi attirava per niente e devo dire che, anche adesso, ho un'idea della matematica come regina delle scienze e regina delle arti che mi fa incavolare se vedo l'artimetica considerata una roba che ha per utilità quella di fare i conti della spesa. Invece sono rimasto estasiato al pensiero di rette infinite, triangoli che rispondono a leggi che possiamo individuare e capire, circonferenze che sono ciò cui si avvicina sempre più un poligono regolare di cui aumenti i lati all'infinito...
La probabilità che a tua figlia interessi qualcosa in cui c'entri la matematica è altissima. Magari le piacciono le scienze naturali e quindi cercherei di mostrarle come senza la matematica queste non esisterebbero...
C'è una cosa poi che non credo che possa non interessarle: i giochi. Esiste un'infinità di giochi basati sulla matematica, giochi per imparare l'aritmetica... Ho visto qualcosa alla Città del Sole, che potrebbe esserci anche dalle tue parti, ma si può cercare anche in una buona libreria, senza tralasciare il fatto che, di giochi aritmetici per bambini, ce ne sono a bizzeffe per il computer, anche on line. Mio figlio a quattro anni ha imparato le cifre e a contare fino a 20 grazie al fatto che mi vede, quando sono a casa, sempre sui libri e mi chiede quindi di fargli vedere la matematica, come dice lui, così gli ho scritto le cifre su un foglio e lui si è messo a copiarle, e le ha imparate. Probabilmente è stimolato anche dal fatto di vedere le paginate di calcoli che scrivo, grafici al computer, i miei screensaver con superfici e altri oggetti interessanti dal punto di vista della topologia e della geometria differenziale... Si siede per terra con un foglio e una penna e si mette a scrivere numeri, disegna grafici e simboli che vede sui miei libri: Papà, ti piace la mia matematica? L'inconveniente è che, quando gioco a carte con qualcuno, mi viene dietro e le legge davanti a tutti.

Vedrai che riuscirai nell'impresa: si tratta di toccare le corde giuste...

Grazie.
"klaipeda":
Grazie per le risposte avute finore, ma vi rigiro la domanda: cosa NON devo fare per far maturare a mia figlia l'avversità tipica verso la matematica?
Non avere fretta.
Se ti capita di fare qualche domanda che richieda un po' di ragionamento e un conto, magari semplice per te, aspetta la risposta della bambina, non anticiparla. Se sbaglia pazienza, ma non sostituirti a lei.
io mi sono avvicinato alla matematica (non quella robaccia scolastica) circa 8 mesi fa, a ben 14 anni, prima di allora la snobbavo con fermezza,enunciandone l'inutilita nella vita lavorativa ecc.
personalmente non credo debba invogliare tua figlia ad appassionarsi a questa scienza, a 7 anni non si hanno minimamente le capacita per comprenderne a pieno le idee e il modo di concepire il mondo fornito da essa, e probabilmente si fara un idea riduttiva, cioè un modo di pensare limitato soltanto a saper calcolare quanti biscorri rimangono a mattia se gianfilippo ne mangia 2 oppure a saper calcolare fra quanto dobbiamo prendere il treno,se non si hanno delle basi la matematica sara soltanto un insieme di calcoli o al massimo qualche indovinello da risolvere, non credo che la matematica piaccia con le ultime due concezioni e praticamente otterrai l'effetto contrario.
Secondo me dovresti lasciarle fare quello per cui mostra interesse, cercando pero di mantenere bassi i livelli (es. se tua figlia mostra talento per la ginnastica artistica, non lasciarla allenare per 4 ore al giorno(ovviamente saprai moooolto meglio di me come trattare dei ragazzini)), non gli piace la matematica? pazienza, magari diventera un artista! ti dice che non è portata? lo facevo anch'io quando volevo vedere la televisione (cio bruciato l'infanzia e i neuroni davanti a quei maledetti pokemon,piu di 3 ore al giorno!).
Poi magari un giorno comprende che quello che fa non le interessa piu, trova altre cose, si accorge di nuovo di voler cambiare? benissimo, l'uomo è morto solo quando smette di cambiare e di rischiare.
Infine piccolo consiglio, comprale TANTI lego di ogni tipo e BUTTA immediatamente le istruzioni, a mio parere il gioco piu bello ed educativo/formativo/creativo mai inventato, praticamente è come quando i bambini di 6 anni vanno a scuola calcio e fanno la preparazione preatletica (corsa aerobica e anaerobica,esercizi di equilibrio ecc.), perche non gli danno subito il pallone? perche un messi che non corre non è un messi, cosi come un matematico che non è creativo non è un matematico..
Tutto cio a mio modestissimo parere.
personalmente non credo debba invogliare tua figlia ad appassionarsi a questa scienza, a 7 anni non si hanno minimamente le capacita per comprenderne a pieno le idee e il modo di concepire il mondo fornito da essa, e probabilmente si fara un idea riduttiva, cioè un modo di pensare limitato soltanto a saper calcolare quanti biscorri rimangono a mattia se gianfilippo ne mangia 2 oppure a saper calcolare fra quanto dobbiamo prendere il treno,se non si hanno delle basi la matematica sara soltanto un insieme di calcoli o al massimo qualche indovinello da risolvere, non credo che la matematica piaccia con le ultime due concezioni e praticamente otterrai l'effetto contrario.
Secondo me dovresti lasciarle fare quello per cui mostra interesse, cercando pero di mantenere bassi i livelli (es. se tua figlia mostra talento per la ginnastica artistica, non lasciarla allenare per 4 ore al giorno(ovviamente saprai moooolto meglio di me come trattare dei ragazzini)), non gli piace la matematica? pazienza, magari diventera un artista! ti dice che non è portata? lo facevo anch'io quando volevo vedere la televisione (cio bruciato l'infanzia e i neuroni davanti a quei maledetti pokemon,piu di 3 ore al giorno!).
Poi magari un giorno comprende che quello che fa non le interessa piu, trova altre cose, si accorge di nuovo di voler cambiare? benissimo, l'uomo è morto solo quando smette di cambiare e di rischiare.
Infine piccolo consiglio, comprale TANTI lego di ogni tipo e BUTTA immediatamente le istruzioni, a mio parere il gioco piu bello ed educativo/formativo/creativo mai inventato, praticamente è come quando i bambini di 6 anni vanno a scuola calcio e fanno la preparazione preatletica (corsa aerobica e anaerobica,esercizi di equilibrio ecc.), perche non gli danno subito il pallone? perche un messi che non corre non è un messi, cosi come un matematico che non è creativo non è un matematico..
Tutto cio a mio modestissimo parere.
Grazie per le risposte avute finore, ma vi rigiro la domanda: cosa NON devo fare per far maturare a mia figlia l'avversità tipica verso la matematica?
Ammetto che i commenti precedenti a quello di gugo82 mi lasciano abbastanza perplesso... secondo me non si tratta nemmeno di un problema di didattica della matematica, voglio dire, a meno che la bambina non sia un piccolo Gauss, mi pare normale che a quell'età fare addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni non sia considerato il massimo del divertimento.
Passare dalle favole dei fratelli Grimm a romanzi a sfondo matematico mi sembra francamente il modo migliore per frustrarla e ingenerare in lei un'antipatia verso la materia (vero è che non ho mai letto Flatlandia, e magari è un libro adattisimo per bambini di 7 anni). A quell'età "la matematica è noiosa", "non la capisco", "non sono portata" di solito significano: "preferisco andarmene a giocare coi miei amici, piuttosto che fare "4+4=...", "3+...=5" e cose del genere" com'è giusto che sia. Il mio consiglio è (ed è valido in generale, non solo per la matematica): dividere il suo tempo di studio fra tempo di studio coi genitori e con gli amici (cosicché associ l'attività di studio ad un'attività piacevole) e tempo di studio individuale (che dovrà aumentare gradatamente dalla prima elementare alla quinta, in modo che acquisisca autonomia nello studio).
Per il resto, come avrai intuito, sono d'accordo con gugo82.
Passare dalle favole dei fratelli Grimm a romanzi a sfondo matematico mi sembra francamente il modo migliore per frustrarla e ingenerare in lei un'antipatia verso la materia (vero è che non ho mai letto Flatlandia, e magari è un libro adattisimo per bambini di 7 anni). A quell'età "la matematica è noiosa", "non la capisco", "non sono portata" di solito significano: "preferisco andarmene a giocare coi miei amici, piuttosto che fare "4+4=...", "3+...=5" e cose del genere" com'è giusto che sia. Il mio consiglio è (ed è valido in generale, non solo per la matematica): dividere il suo tempo di studio fra tempo di studio coi genitori e con gli amici (cosicché associ l'attività di studio ad un'attività piacevole) e tempo di studio individuale (che dovrà aumentare gradatamente dalla prima elementare alla quinta, in modo che acquisisca autonomia nello studio).
Per il resto, come avrai intuito, sono d'accordo con gugo82.
"klaipeda":
Salve a tutti, mi sono giusto iscritto e vi ringrazio di esistere. Sono padre di una bimba di 7 anni che ha giusto finito la prima elementare con ottimi voti, ma vedo già in arrivo le prime difficoltà con la matematica e la sua astrazione. Volevo chiedervi se avete qualche consiglio per avvicinare mia figlia alla matematica senza che dentro di lei crescano convinzioni come "la matematica è noiosa" o "non la capisco" o ancora peggio "non sono portata.
Dato che mi rivedo molto, vorrei fare evitare a mia figlia questi errori e chiedevo a voi se potete consigliarmi materiale didattico, metodi anche semplici consigli su come affrontare la questione.
Sei sicuro che non siano le tue ansie che stai proiettando su tua figlia?
Insomma, mettere "astrazione" e "matematica delle elementari" nella stessa frase mi pare un po' azzardato... Cosa starà mai facendo di "astratto" tua figlia in prima elementare?
Le staranno insegnando a fare di conto coi numeri naturali, a capire (graficamente o concretamente) il senso delle operazioni e della nozione di insieme, e le staranno proponendo i classici problemi che si risolvono con le quattro operazioni. In questo non c'è molto di "astratto"...

Piuttosto, cerca di stare accanto a tua figlia quando studia e, se ce ne sarà bisogno, sforzati di capire ciò che fa e di raccontarglielo come avresti voluto che la tua maestra lo raccontasse a te.
Ti giuro che avevo letto solo "sono una bimba di 7 anni" . ho pensato "scrive meglio di me" XD poi rileggendo ho visto "sono padre di" xD.
Io so solo che non ho mai imparato le tabelline del 9.. Un esempio di quanto sia utile anche solo "contare".
Un pastore ha un gregge e vuole sapere se spariscono delle pecore. Certo può tenere un sacchetto con "1 sassolino per ogni pecora". Ma nessuno vieta che un ladro molto astuto oltre a rubare le pecore tolga anche altrettanti sassolini. Però se il pastore sa contare riesce a ricordarsi più facilmente quante pecore aveva.
Io so solo che non ho mai imparato le tabelline del 9.. Un esempio di quanto sia utile anche solo "contare".
Un pastore ha un gregge e vuole sapere se spariscono delle pecore. Certo può tenere un sacchetto con "1 sassolino per ogni pecora". Ma nessuno vieta che un ladro molto astuto oltre a rubare le pecore tolga anche altrettanti sassolini. Però se il pastore sa contare riesce a ricordarsi più facilmente quante pecore aveva.
"francicko":
Sono pienamente d'accordo che una conoscenza meccanica della matematica è fuorviante e porta man mano l'alunno a sentirsi frustrato ed ad allontanarsi dalla materia , sono invece del parere che il migliore approccio è quello astratto come avviene nell'algebra moderna
Non so quale sia l'approccio dell'algebra moderna, ma ...conoscenza meccanica della matematica e approccio astratto non mi sembra siano due opposti. Non credo ci sia qualcuno che crede nella conoscenza meccanica --al massimo, qualche studente universitario, due giorni prima dell'esame piu' importante della laurea. Io invece trovo che quando sia un approccio concreto che astratto siano possibili sia da preferire quello concreto. Mi piace sempre quando l'astrazione parte da concetti terra-terra: un po' come spiccare il volo*.
___
* Non sapevo come tradurre questa sensazione in un modo meno mieloso, scusatemi.

Sono pienamente d'accordo che una conoscenza meccanica della matematica è fuorviante e porta man mano l'alunno a sentirsi frustrato ed ad allontanarsi dalla materia , sono invece del parere che il migliore approccio è quello astratto come avviene nell'algebra moderna , partendo da strutture semplici come quella di gruppo dotata di un operazione , per arrivare man mano che si aggiungono sempre nuovi assiomi a strutture più complesse, naturalmente senza dimenticarsi del risvolto concreto dei risultati ottenuti.
Secondo me la cosa migliore da fare è calare, nel modo più ampio possibile, l'aritmetica, perché di questa si tratta, nelle applicazioni concrete, per cercare di far comprendere che l'aritmetica è una metodologia che l'uomo ha trovato "naturale" per risolvere questioni pratiche. Facendo così secondo me anche un bambino di 7 anni può già rendersi conto che l'astrazione è uno strumento formidabile che l'uomo ha a disposizione.
Quelle espressioni così demoralizzanti e distruttive è possibile sentirle da un alunno di un docente poco capace di motivare i propri discenti nello studio della materia non infondendogli la passione e l'amore per la conoscenza. Io ho attraversato a tratti una fase simile nelle superiori per via di alcuni professori che davano una conoscenza poco astratta e troppo meccanica della Matematica, senza approfondimenti sulla teoria. Non sai che frustrazione quando poi, ai compiti in classe e alle interrogazioni, ogni tanto fallivo, applicando nozioni in modo meccanico non avendo capito l'argomento proprio a causa di questo problema. Per fortuna ho concluso le superiori con una docente che è stata capace di sviscerare fino in fondo la parte di programma riguardante l'Analisi al punto di farmi comprendere senza problemi le lezioni all'Università in un CdL scientifico e farmi passare l'esame di Matematica (con comunque un grande sforzo perché non mi sentivo "portato" per l'appunto).
Secondo me, il libro da usare deve contenere più teoria che esercizi. Se il docente dovesse cominciare a dare esercizi su esercizi senza lasciare abbastanza spazio per la teoria (il tipico caso di uno studente mediamente diligente che si lamenta dei troppi compiti), comprale un libro come ti ho detto (naturalmente compatibile con il programma di classe, non serve mica un testo universitario di Analisi 1) e cerca di motivarla nel leggerlo nel tempo libero come se fosse un romanzo, anzi, ancora meglio, leggetelo insieme, proprio come le leggeresti un libro di favole prima di andare a dormire. Leggete insieme romanzi come Flatlandia, per stimolare in lei l'interesse per la Matematica. Entrambi ne trarrete vantaggio e nuove emozioni, ne sono sicuro, a prescindere da come andranno le cose in classe.
Secondo me, il libro da usare deve contenere più teoria che esercizi. Se il docente dovesse cominciare a dare esercizi su esercizi senza lasciare abbastanza spazio per la teoria (il tipico caso di uno studente mediamente diligente che si lamenta dei troppi compiti), comprale un libro come ti ho detto (naturalmente compatibile con il programma di classe, non serve mica un testo universitario di Analisi 1) e cerca di motivarla nel leggerlo nel tempo libero come se fosse un romanzo, anzi, ancora meglio, leggetelo insieme, proprio come le leggeresti un libro di favole prima di andare a dormire. Leggete insieme romanzi come Flatlandia, per stimolare in lei l'interesse per la Matematica. Entrambi ne trarrete vantaggio e nuove emozioni, ne sono sicuro, a prescindere da come andranno le cose in classe.