Gli ingegneri cinesi
Mi e’ recentemente capitato di assistere ad un dibattito televisivo sulla riforma scolastica,
in particolare sulla riforma dell’universita’.
Ad una domanda di un ascoltatore sul fatto che le ‘lauree brevi’ potevano svilire il valore della laurea stessa,
la dott.ssa Valentina Aprea, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, ha risposto citando gli ingegneri cinesi.
In sostanza (cito a memoria e sintetizzo) risulterebbe che stanno arrivando in Italia (in particolare nel Nord-Est) laureati cinesi ventunenni e che questi verrebbero ‘preferiti’ dall’industria rispetto ai neolaureati italiani.
L’osservazione principale era che i cinesi magari non hanno la stessa preparazione degli italiani, ma che hanno comunque un buon livello, che permette loro di inserirsi rapidamente nella realta’ industriale.
Ma soprattutto hanno il vantaggio dell’eta’.
Constatando che l’eta’ media dei neolaurati italiani e’ di 27 anni, veniva osservato che alla stessa eta’ i cinesi, oltre ad aver gia’ guadagnato uno stipendio per 6 anni, avranno acquisito un’esperienza ‘pratica’ che li potrebbe favorire rispetto a chi parte da zero.
Quindi dobbiamo aspettarci, che oltre ai jeans ed ai calzini, i cinesi (o coreani, o indiani, non fa differenza), ci invaderanno anche con gl’ingegneri?
Mi piacerebbe sentire il vostro parere (credo interessato) e le vostre proposte in proposito.
Da parte mia scommetterei che gli ingegneri cinesi sanno sicuramente sfruttare il computer meglio di quelli italiani.
G.Schgör
in particolare sulla riforma dell’universita’.
Ad una domanda di un ascoltatore sul fatto che le ‘lauree brevi’ potevano svilire il valore della laurea stessa,
la dott.ssa Valentina Aprea, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, ha risposto citando gli ingegneri cinesi.
In sostanza (cito a memoria e sintetizzo) risulterebbe che stanno arrivando in Italia (in particolare nel Nord-Est) laureati cinesi ventunenni e che questi verrebbero ‘preferiti’ dall’industria rispetto ai neolaureati italiani.
L’osservazione principale era che i cinesi magari non hanno la stessa preparazione degli italiani, ma che hanno comunque un buon livello, che permette loro di inserirsi rapidamente nella realta’ industriale.
Ma soprattutto hanno il vantaggio dell’eta’.
Constatando che l’eta’ media dei neolaurati italiani e’ di 27 anni, veniva osservato che alla stessa eta’ i cinesi, oltre ad aver gia’ guadagnato uno stipendio per 6 anni, avranno acquisito un’esperienza ‘pratica’ che li potrebbe favorire rispetto a chi parte da zero.
Quindi dobbiamo aspettarci, che oltre ai jeans ed ai calzini, i cinesi (o coreani, o indiani, non fa differenza), ci invaderanno anche con gl’ingegneri?
Mi piacerebbe sentire il vostro parere (credo interessato) e le vostre proposte in proposito.
Da parte mia scommetterei che gli ingegneri cinesi sanno sicuramente sfruttare il computer meglio di quelli italiani.
G.Schgör
Risposte
embè ? so' arivati ?
tony
tony
... verranno a studiare nelle nostre università un bel po' di cinesi... [vecchio]
arrivano:
XXXXXXXXXX xX X X XXXXXXXXXXXXX \ | / X X _xX X X X X X xXXXXXXXXx x X X X X X X XXXXXXXXX X XXXXXXXXX X x x xxxxXxxxx X XXXXXXXXX X X X X X X X X X XXXXXX / X XXXXXXX X X X X X X XXXXXXX X / X X X X X XXXXXXXXX X X \ X xxxXxxx xxxXxxx X X X X X X XXXXXXXXX X X X X X X X X X X X X XXXXXXXXXX X X X XXXXXXXXXXXXX _X XXXXXXXXXXX
... ben preparati nelle materie scientifiche ...
p.s. non fate caso agli errori
tony
*** CORREZIONE A POSTERIORI ***
tentato, inutilmente, di ripristinare l' allineamento, che era OK col vecchio forum.
col nuovo non riesco ad accomodare sotto "code" le mie righe di 76 caratteri.
Qualcuno sa come fare?
oops! col vituperato internet explorer pare che vada bene; colpa del mio amato "opera?"
lo stesso vale a PG...l'Italia da quest'anno ha stabilito qualche rapporto particolare con la Cina, per cui come "scambio culturale" verranno a studiare nelle nostre università un bel po' di cinesi...
è un cosa seria! da noi c'è stato un consiglio di facoltà, in cui ogni di direttore di corso di laurea ha dovuto dire quanti cinesi avrebbe ospitato nel suo corso di laurea!
quindi rimbocchiamoci le maniche e studiamo!
è un cosa seria! da noi c'è stato un consiglio di facoltà, in cui ogni di direttore di corso di laurea ha dovuto dire quanti cinesi avrebbe ospitato nel suo corso di laurea!
quindi rimbocchiamoci le maniche e studiamo!


il rettore di tor vergata si sta attrezzando x l'anno prox, x cui è previsto l'arrivo di tanti cinesini.. che studieranno da noi a roma.
quindi è vero che ci fregheranno tutti i posti d lavoro -_-
quindi è vero che ci fregheranno tutti i posti d lavoro -_-
Sono d'accordo con marco83.
Quello che a me sembra importante e' imparare ad impostare
i problemi in modo che siano risolvibili da un calcolatore
(poi viene la conoscenza di un linguaggio che realizzi il calcolo).
Se non si ha questo approccio e' evidente che il calcolatore
appare piu' come un impaccio che un aiuto.
Credo che sia su questo punto che bisogna insistere.
G.Schgör
Quello che a me sembra importante e' imparare ad impostare
i problemi in modo che siano risolvibili da un calcolatore
(poi viene la conoscenza di un linguaggio che realizzi il calcolo).
Se non si ha questo approccio e' evidente che il calcolatore
appare piu' come un impaccio che un aiuto.
Credo che sia su questo punto che bisogna insistere.
G.Schgör
Per quanto riguarda gli ingegneri cinesi, ritengo che il pericolo (se così possiamo definirlo) possa esistere. Andiamo piano a dire che non capiscono l'inglese, che sono preparati male etc... Dicevamo le stesse cose 20 anni fa dei giapponesi, e poi...
Quello che emerge sempre di più è la globalizzazione del mercato del lavoro. Se ieri un ingegnere, fisico, matematico o economista doveva competere con il collega della porta accanto, domani si ritroverà a competere su scala globale. Questo non comporta necessariamente una diminuzione delle possibilità per gli ingegneri nostrani. Se fossimo disposti (come lo sono molte persone provenienti da culture differenti dalla nostra) a muoverci inseguendo le opportunità, scopriremmo che l'attuale situazione mondiale ha solo aumentato le possibilità per le persone qualificate, mentre le ha tremendamente sminuite per le masse provenienti dai paesi industrializzati che si ritrovano a competere con della manodopera che ha sostanzialmente le loro stesse competenze ma richieste decisamente inferiori.
Venendo al calcolatore, trovo scandaloso che in molte università questo sia un oggetto considerato tra il serio e il faceto. Dobbiamo metterci nella testa che ad oggi con carta e calamaio non si va lontano ed è necessario appropriarsi delle tecnologie disponibili. Detto tra noi, non è un dramma se un ingegnere non sa dimostrarmi il risultato di qualche serie notevole o non si ricorda l'integrale della cotangente iperbolica. Ciò che conta è che abbia saldi i concetti e che sappia quando applicarli. A fare di conto ci penserà il computer. A differenza di quanto detto da molti, non ritengo affatto inutile un corso che affronti approfonditamente un particolare programma come matlab. Ad esempio al Poli a Milano è appena finito un corso di 4 sabati sull'uso di Scilab. La partecipazione era facoltativa e non portava nessun credito. Ciò nonostante il corso era super affollato! Spesso si sottovaluta l'utilità della programmazione in molti campi facendo il seguente ragionamento: "ora che imparo i comandi, mi metto a scrivere il programma, lo testo e lo faccio funzionare, il lavoro l'ho fatto 2 volte!". Questo ragionamento è drammaticamente errato, in quanto una volta che ci si è impratichiti i tempi vengono drammaticamente abbattuti e risulta possibile automatizzare processi che in precedenza sembrava pura utopia affidare ad un calcolatore!
Quello che emerge sempre di più è la globalizzazione del mercato del lavoro. Se ieri un ingegnere, fisico, matematico o economista doveva competere con il collega della porta accanto, domani si ritroverà a competere su scala globale. Questo non comporta necessariamente una diminuzione delle possibilità per gli ingegneri nostrani. Se fossimo disposti (come lo sono molte persone provenienti da culture differenti dalla nostra) a muoverci inseguendo le opportunità, scopriremmo che l'attuale situazione mondiale ha solo aumentato le possibilità per le persone qualificate, mentre le ha tremendamente sminuite per le masse provenienti dai paesi industrializzati che si ritrovano a competere con della manodopera che ha sostanzialmente le loro stesse competenze ma richieste decisamente inferiori.
Venendo al calcolatore, trovo scandaloso che in molte università questo sia un oggetto considerato tra il serio e il faceto. Dobbiamo metterci nella testa che ad oggi con carta e calamaio non si va lontano ed è necessario appropriarsi delle tecnologie disponibili. Detto tra noi, non è un dramma se un ingegnere non sa dimostrarmi il risultato di qualche serie notevole o non si ricorda l'integrale della cotangente iperbolica. Ciò che conta è che abbia saldi i concetti e che sappia quando applicarli. A fare di conto ci penserà il computer. A differenza di quanto detto da molti, non ritengo affatto inutile un corso che affronti approfonditamente un particolare programma come matlab. Ad esempio al Poli a Milano è appena finito un corso di 4 sabati sull'uso di Scilab. La partecipazione era facoltativa e non portava nessun credito. Ciò nonostante il corso era super affollato! Spesso si sottovaluta l'utilità della programmazione in molti campi facendo il seguente ragionamento: "ora che imparo i comandi, mi metto a scrivere il programma, lo testo e lo faccio funzionare, il lavoro l'ho fatto 2 volte!". Questo ragionamento è drammaticamente errato, in quanto una volta che ci si è impratichiti i tempi vengono drammaticamente abbattuti e risulta possibile automatizzare processi che in precedenza sembrava pura utopia affidare ad un calcolatore!
E' pieno! Spesso prendono voti piu' alti di quelli che sanno veramente le cose!
io non sono all'uni ma mi pare curioso che ci sia gente che si fa tutto un corso di uni rubando voti...
No dal punto di vista dell'uso del computer non mi posso lamentare. Da me si usa abbastanza. In alcuni corsi ci e' stato anche chiesto di usare il computer per preparare dei piccoli progetti... a scuola piu' che insegnare il computer dovrebbero farlo usare. (tanto le persone a cui serve saper programmare sono lo 0.000001%)
Per la selettivita' e' vero ci vorrebbe un impegno maggiore dei prof. a rendere adeguata la difficolta' degli esemi alle possibilita' degli studenti (invece capitano spesso esami ultra-facili o impossibili).
Per il copiare secondo me e' una grossa piaga della cultura italiana. Eppure ogni laureato che esce senza sapere nulla perche' ha sempre copiato rappresenta un danno enorme per tutti gli altri della sua categoria e soprattutto per quelli provengono dalla stessa universita'. Chi copia non solo rende il proprio titolo di studio un mero pezzo di carta, ma abbassa notevolmente la credibilita' e la spendibilita' sul mercato (soprattutto estero) dello stesso.
Per la selettivita' e' vero ci vorrebbe un impegno maggiore dei prof. a rendere adeguata la difficolta' degli esemi alle possibilita' degli studenti (invece capitano spesso esami ultra-facili o impossibili).
Per il copiare secondo me e' una grossa piaga della cultura italiana. Eppure ogni laureato che esce senza sapere nulla perche' ha sempre copiato rappresenta un danno enorme per tutti gli altri della sua categoria e soprattutto per quelli provengono dalla stessa universita'. Chi copia non solo rende il proprio titolo di studio un mero pezzo di carta, ma abbassa notevolmente la credibilita' e la spendibilita' sul mercato (soprattutto estero) dello stesso.
david_e sono d'accordo con te, neanche a me piace l'idea di un percorso d'elite. credo che la cultura debba essere per tutti, pubblica e gratuita. E' però giusto che l'università sia più selettiva, perché ci sono moltissimi studenti fuori sede che fanno uno sforzo enorme per fare tutti gli esami, o anche studenti con difficoltà economiche per cui è un problema comprare i libri, e sicuramente meritano che il loro impegno sia riconosciuto, mentre ci sono persone che perdono il loro tempo e sprecano i soldi dei genitori, ma riescono comunque a rubare dei voti immeritati agli esami.
quanto ai computer, certo un corso solo su matlab servirebbe a poco. però quello che manca, secondo me, è l'abitudine ad utilizzare il computer come strumento. nessun professore di analisi da noi ha mai plottato una funzione, nessun professore di probabilità ha mai plottato una distribuzione di poisson per farne vedere il differente andamento in funzione dei parametri. la trovo una mancanza sconcertante, e fra l'altro ovviabile con pochissimo sforzo... credo sia davvero un peccato! la matematica può essere, anche esteticamente, bellissima. è come farsi raccontare un dipinto senza vederlo
quanto ai computer, certo un corso solo su matlab servirebbe a poco. però quello che manca, secondo me, è l'abitudine ad utilizzare il computer come strumento. nessun professore di analisi da noi ha mai plottato una funzione, nessun professore di probabilità ha mai plottato una distribuzione di poisson per farne vedere il differente andamento in funzione dei parametri. la trovo una mancanza sconcertante, e fra l'altro ovviabile con pochissimo sforzo... credo sia davvero un peccato! la matematica può essere, anche esteticamente, bellissima. è come farsi raccontare un dipinto senza vederlo
Secondo me perdere tempo a studiare il Matlab e' inutile. Tanto fra 5-6 anni sara' obsoleto e superato da qualche altro programma o da qualche versione dello stesso molto piu' evoluta. Al massimo puo' essere utile studiare i principi matematici su cui si basano gli algoritmi di soluzione numerica dei problemi, ma per fare questo il calcolatore serve a poco. Al massimo come strumento per vedere in azione questi algoritmi.
Uno studia il Matlab quando gli serve e puo' farlo senza bisogno di seguire alcun corso. (Io ho imparato a fare il poco che mi serve su Matlab senza che nessuno me lo abbia insegnato).
Per gli ingegneri cinesi spero proprio che non arrivano visto che anche io rimarrei fregato.....
Uno studia il Matlab quando gli serve e puo' farlo senza bisogno di seguire alcun corso. (Io ho imparato a fare il poco che mi serve su Matlab senza che nessuno me lo abbia insegnato).
Per gli ingegneri cinesi spero proprio che non arrivano visto che anche io rimarrei fregato.....
quote:
Originally posted by g.schgor
A giacor86 posso assicurare che non ho personalmente
alcun interesse economico nella diffusione ne' di computers
ne' di software applicativi,
sisi ci credo si figuri... la mia era solo una battuta.
Vedo che la provocazione ha, almeno in parte, funzionato!
A giacor86 posso assicurare che non ho personalmente
alcun interesse economico nella diffusione ne' di computers
ne' di software applicativi, ma da cinquant'anni mi occupo di
questi aggeggi e mi meraviglio quando scopro la sottovalutazione
che se ne fa nelle scuole italiane (il computer non e'
paragonabile alla calcolatrice!.
Da parte mia offro assistenza (gratuita) a tutti quelli che hanno
voglia di imparare. Non sono un professore e non so 'tutto', ma
un po' di esperienza me la sono fatta. Ora vedete voi.
G.Schgör
A giacor86 posso assicurare che non ho personalmente
alcun interesse economico nella diffusione ne' di computers
ne' di software applicativi, ma da cinquant'anni mi occupo di
questi aggeggi e mi meraviglio quando scopro la sottovalutazione
che se ne fa nelle scuole italiane (il computer non e'
paragonabile alla calcolatrice!.
Da parte mia offro assistenza (gratuita) a tutti quelli che hanno
voglia di imparare. Non sono un professore e non so 'tutto', ma
un po' di esperienza me la sono fatta. Ora vedete voi.
G.Schgör
INGEGNERI DEL FUTURO... BISOGNA LOTTARE CONTRO TUTTI!
CHI ARRIVA DOPO, POCO MAGNA!
CHI ARRIVA DOPO, POCO MAGNA!
Ingegneri cinesi in Italia? Poco realistico. Fanno fatica ad imparare l'inglese (a differenza degli indiani) figuratevi se hanno voglia di imparare l'italiano che da molte meno prospettive. Per il resto è ormai appurato che gli studenti cinesi sono molto più motivati dei nostri nell'applicarsi nello studio e dunque hanno una preparazione migliore. Questo non si traduce immediatamente in maggiore competitività, ma alla lunga...
spero di no, perchè si da il caso che io voglio proprio frequentare un corso di ingegneria. cmq sia.. se devo dare un parere personalissimo sulla questione è relativo al fatto che dopo gli arabi, ultimamente si sta diffondendo in occidente "la paura del cinese"... quelli sono tanti, ci invadono, hanno la bomba atomica, danno da mangiare cani nei loro ristoranti, fanno finta di non capire per poi fregarti alle spalle, fregano il posto agli ingegnri italiani, hanno 5 braccia, 8 occhi, volano etc...
hihi g.schor è curioso come in ogni tuo topic tu sproni con messaggi subliminali all'uso dei pc (tipo anche le battute finali del topic sul volume del toro smezzato)... non è che per caso sei il fratello di bill gates? [:D][:D][:D]
hihi g.schor è curioso come in ogni tuo topic tu sproni con messaggi subliminali all'uso dei pc (tipo anche le battute finali del topic sul volume del toro smezzato)... non è che per caso sei il fratello di bill gates? [:D][:D][:D]
Si in Italia manca un percorso di istruzione d'elitte, ma d'altronde e' impossibile pensare di creare una laurea magistrale veramente tosta partendo con le conoscenze di un triennio mediocre. E qui' il problema diventerebbe se creare o meno delle universita' di prestigio (come il TATA in India) che in Italia non esistono. (la Normale e l'ASP non sono vere e proprie universita' a se stanti).
Personalmente, pero', non vedrei di buon occhio la creazione di un'istruzione separata per l'elitte (economica o culturale) perche' creerebbe una classe di persone che immeritatamente detengono le redini delle migliori aziende private e pubbliche italiane e poi finirebbe per sprecare le potenzialita' di moltissimi genii che, per il semplice motivo che si sentivano poco stimolati dal liceo, non si sono mai potuti esprimere.
Per i computer io penso che uno studio fatto BENE e con una comprensione profonda delle varie materie sui libri valga piu' di qualunque super attrezzatissimo laboratorio didattico: noi usiamo il calcolatore abbastanza spesso, ma, devo dire che non mi sembra cosi' indispensabile per la maggior parte dei corsi: secondo me il PC e' piu' che altro uno strumento e uno impara ad usarlo quando ne ha la necessita' (essendo tra l'altro molto facile) e' inutile perderci molto tempo a filosofeggiare sopra all'universita'. (come nessuno ha visto l'utilita' di introdurre un corso sull'uso delle calcolatrici quando sono state inventate cosi' io penso che un corso di Matlab sia altrettanto inutile)
Per gli ingegneri cinesi penso che abbia ragione Elijah.
Personalmente, pero', non vedrei di buon occhio la creazione di un'istruzione separata per l'elitte (economica o culturale) perche' creerebbe una classe di persone che immeritatamente detengono le redini delle migliori aziende private e pubbliche italiane e poi finirebbe per sprecare le potenzialita' di moltissimi genii che, per il semplice motivo che si sentivano poco stimolati dal liceo, non si sono mai potuti esprimere.
Per i computer io penso che uno studio fatto BENE e con una comprensione profonda delle varie materie sui libri valga piu' di qualunque super attrezzatissimo laboratorio didattico: noi usiamo il calcolatore abbastanza spesso, ma, devo dire che non mi sembra cosi' indispensabile per la maggior parte dei corsi: secondo me il PC e' piu' che altro uno strumento e uno impara ad usarlo quando ne ha la necessita' (essendo tra l'altro molto facile) e' inutile perderci molto tempo a filosofeggiare sopra all'universita'. (come nessuno ha visto l'utilita' di introdurre un corso sull'uso delle calcolatrici quando sono state inventate cosi' io penso che un corso di Matlab sia altrettanto inutile)
Per gli ingegneri cinesi penso che abbia ragione Elijah.
a me pare possibile in linea di principio. a parte il fatto che oggi cina e india vantano uno sviluppo tecnologico e scientifico impressionante (senza pensare ai computer, anche molte cure mediche stanno venendo sviluppate in Cina), il fatto che abbiano bisogno di ingegneri qualificati per alcune grandi opere non significa che non producano ingegneri con preparazione media, in grado di competere sul nostro mercato. probabilmente là mancano delle società di engineering in grado di affrontare problemi come la costruzione del tunnel di cui parla david_e, e anzi proprio questo potrebbe portarli qui.
quanto all'utilizzo del computer non lo so. non so quali siano le disponibilità anche economiche delle università cinesi, ma certamente esisterà meno inerzia contro l'uso dei calcolatori, mentre, almeno da me, l'università è fatta di gesso e carta.
riguardo alla laurea breve: in linea di principio non mi dispiace, perché potrebbe creare un percorso di "eccellenza" e limitare gli abbandoni per chi invece intende raggiungere un obiettivo intermedio. il punto è che, almeno da me a ingegneria alla Sapienza, il 90% degli studenti prosegue nella specialistica, perché, secondo me, gli esami sono troppo facili, tutti scritti, poco approfonditi. questo è anche per via dei numeri, sempre più grandi, di studenti iscritti. ma o sono diventati tutti bravi, oppure sanno copiare bene, fatto sta che vanno avanti molte persone e forse non tutte lo meriterebbero. un altro problema è la rapidità dei corsi: in tre mesi dobbiamo seguire 4-5 corsi contemporaneamente, imparare un mucchio di nozioni, frequentare esercitazioni che in realtà non sono che un modo per farcirci di ulteriori nozioni, soltanto più noiose, "tecniche", affibbiando l'ingrato compito a un qualche povero assistente, che funge da capro espiatorio per le ire degli studenti, che in tali esercitazioni non devono far altro che seguire e prendere appunti come in qualunque altra lezione. poi non si fa a tempo a imparare questi 5 esami (o meglio a imparare come fare i conti, visto che l'esame è scritto e nessuno ha il tempo di approfondire i concetti e capire di che si sta parlando) che già bisogna farne piazza pulita nel cervello per prepararsi ad assorbire altre nozioni da dimenticare...
credo sia il modo in cui i corsi sono realizzati, disomogenei, scoordinati e affrettati, che costituisce gran parte dei problemi, almeno per quanto mi riguarda
quanto all'utilizzo del computer non lo so. non so quali siano le disponibilità anche economiche delle università cinesi, ma certamente esisterà meno inerzia contro l'uso dei calcolatori, mentre, almeno da me, l'università è fatta di gesso e carta.
riguardo alla laurea breve: in linea di principio non mi dispiace, perché potrebbe creare un percorso di "eccellenza" e limitare gli abbandoni per chi invece intende raggiungere un obiettivo intermedio. il punto è che, almeno da me a ingegneria alla Sapienza, il 90% degli studenti prosegue nella specialistica, perché, secondo me, gli esami sono troppo facili, tutti scritti, poco approfonditi. questo è anche per via dei numeri, sempre più grandi, di studenti iscritti. ma o sono diventati tutti bravi, oppure sanno copiare bene, fatto sta che vanno avanti molte persone e forse non tutte lo meriterebbero. un altro problema è la rapidità dei corsi: in tre mesi dobbiamo seguire 4-5 corsi contemporaneamente, imparare un mucchio di nozioni, frequentare esercitazioni che in realtà non sono che un modo per farcirci di ulteriori nozioni, soltanto più noiose, "tecniche", affibbiando l'ingrato compito a un qualche povero assistente, che funge da capro espiatorio per le ire degli studenti, che in tali esercitazioni non devono far altro che seguire e prendere appunti come in qualunque altra lezione. poi non si fa a tempo a imparare questi 5 esami (o meglio a imparare come fare i conti, visto che l'esame è scritto e nessuno ha il tempo di approfondire i concetti e capire di che si sta parlando) che già bisogna farne piazza pulita nel cervello per prepararsi ad assorbire altre nozioni da dimenticare...
credo sia il modo in cui i corsi sono realizzati, disomogenei, scoordinati e affrettati, che costituisce gran parte dei problemi, almeno per quanto mi riguarda
Un incubo! Ingegneri dall'estero che lavorano per un pugno di euro 15 ore al giorno! Speriamo proprio di no.
Al di la' degli scherzi mi sembra poco credibile la storia dell'invasione degli ingegneri cinesi. Guarda caso oggi ho letto che il politecnico di Milano e l'universita' di Napoli stanno progettando e mettendo in via di realizzazione un imponente tunnel sospeso sottacqua proprio in Cina: se loro hanno ancora bisogno di noi per gli ingegneri mi sembra strano che stiano gia' provvedendo ad "esportarli".
Per la laurea breve sincermente io non penso che sia cosi' male: dopotutto in molti altri paesi la laurea e' di tre anni.
Al di la' degli scherzi mi sembra poco credibile la storia dell'invasione degli ingegneri cinesi. Guarda caso oggi ho letto che il politecnico di Milano e l'universita' di Napoli stanno progettando e mettendo in via di realizzazione un imponente tunnel sospeso sottacqua proprio in Cina: se loro hanno ancora bisogno di noi per gli ingegneri mi sembra strano che stiano gia' provvedendo ad "esportarli".
Per la laurea breve sincermente io non penso che sia cosi' male: dopotutto in molti altri paesi la laurea e' di tre anni.