Geni si nasce o si...?

FrancescoTA1
Buon pomeriggio a tutti!
Faccio questa domanda perchè sono un ragazzo a cui piace la competizione SANA in ambito sportivo ma soprattutto accademico che ritengo possa stimolare me o comunque le persone in generale a dare il meglio. Per questo motivo mi sono posto questo quesito, geni o comunque personalità di spicco quali Premi Nobel, fisici si diventa oppure si ha la fortuna di nascere con determinate predisposizioni? Se la risposta è si hanno determinate predisposizioni, queste da dove derivano, è pacifico che lo studio è assolutamente necessario ma perchè ci sono persone che ci arrivano prima ed altre dopo?

Mi è sorta questa domanda perchè attualmente studio in Portogallo e domani ho l'esame di Macroeconomia in portoghese, al di là del fattore lingua che non mi aiuta ma ieri mentre studiavo con un collega, trovavo difficoltà nel capire l’uso di alcune formule mentre un mio amico riteneva l’argomento semplice e per lui chiarissimo, creandomi un senso di invidia e anche inferiorità. Lui proviene dallo scientifico e io dal classico e sono sempre stato predisposto per materie quali greco latino e filosofia tuttavia sono molto affascinato dalla matematica sebbene presenti ampie lacune

Voi cosa ne pensate?

Risposte
Cantor99
Sinceramente non so che parte prendere ma propendo per l'innatismo delle doti che rendono geni, più che altro per le storie, ormai divenute famose, di moltissimi "geni" (mi viene da pensare a Ramanujan e alle "formule ispirate dalla dea Namagiri")
D'altra parte, l'esistenza di un particolare genetico che determini la genialità di una persona mi mette molta angoscia addosso!

Secondo voi, sarà un genio colui che risolverà l'ipotesi di Riemann (tanto per citare un famoso problema irrisolto) o diverrà genio chiunque riuscirà nell'impresa? Cioè, una persona senza capacità innate può affrontare con successo qualcosa che è sfuggito dalle mani di grandi geni?

MartaGueris
Secondo me uno deve sempre tentare di dare il meglio di sè e con questo può migliorare....
Ma nei casi eccezionali è sicuramente questione di predisposizione!

dan952
Ogni disciplina ha una componente tecnica e una creativa, o intuitiva nel caso di discipline scientifiche. Un genio è una persona che ha un'ottima conoscenza tecnica e una creatività/intuizione fuori dal comune. Ora, sia la conoscenza tecnica che la creatività o l'intuizione possono essere acquisite con l'esercizio, la genetica ci dà un limite superiore oltre il quale non possiamo andare.

_Fra116
Non sono spesso (quasi mai, in realtà) sul forum ma ci sono passato per caso e ho notato un topic riguardante un argomento del quale mi interesso, quindi mi permetto di dare un opinione.

Premetto che come genio mi riferirò in questo caso solo a qualcuno di molto intelligente, o quantitativamente diverso da una persona normale, non a qualcuno di qualitativamente diverso, come lo potrebbe essere Einstein o Gauss.

Nella letteratura scientifica, si registra un tasso di correlazione tra il QI e il successo in vari campi, specialmente accademico e lavorativo di circa 0.6 ; praticamente superiore a qualsiasi altra correlazione tra due quantità nelle scienze sociali. Lo studio del QI e del suo impatto è in assoluto l'argomento più trattato e analizzato nell'ambito e negare la validità dell'evidenza presentata equivale a negare la validità delle scienze sociali in toto. Svariati articoli stimano come le differenze di QI siano rilevanti tra una facoltà e un'altra, tra università prestigiose e non, tra diverse professioni e così via.

Sicuramente il fattore ambientale è estremamente importante nella determinazione del QI, ma è altrettanto innegabile che una porzione significativa abbia origine ereditaria.

Del resto, la stragrande maggioranza degli utenti di questo forum, per quanto si alleni, non potrebbe mai giocare a calcio non dico nel Real Madrid, ma nemmeno in serie B. Sarebbe estremamente ingenuo supporre che sia diverso in altri ambiti.

dasalv12
"axpgn":
Non riesco proprio a capire perché si debba escludere a priori che se esistono differenze innate su alcune caratteristiche umane (come l'altezza per esempio o il colore degli occhi) queste non possano sussistere invece per altre (come potrebbe essere la capacità di elaborare informazioni più rapidamente di altri).

Non accettare è diverso da escludere e soprattutto non è a priori, ovvero ci sono decenni di studi dietro che non hanno dato risposte nette. Anche la statura, che tu citi, è difficilmente prevedibile con precisione alla nascita, nonostante sia una caratteristica relativamente semplice rispetto a quelle dovute al cervello. Rifiutare a priori è una posizione epistemologicamente identica all'accettazione a priori.
"axpgn":
Il fatto che siano di difficile rilevazione non esclude affatto che non vi siano ...

Lo hai già scritto: anche i fantasmi e gli spiriti malvagi che infestano la mia casa sono di difficile rilevazione, ma esistono te lo assicuro. Penso che tu sappia che esiste il metodo scientifico ed il criterio di falsicabilità proprio per non incorrere a dialoghi surreali del genere. Purtroppo i criteri della scienza sono molto rigidi, di questo me ne rendo conto, questo non ci impedisce di immaginare altri mondi, di credere che sia probabile che esistano altre forme di vita intelligenti da qualche parte, come ha detto sinteticamente Lussardi siamo nell'area delle opinioni. In questo apprezzo l'atteggiamento di Indrjo: si può credere in qualcosa a prescindere.
Chiudo qui.

Settevoltesette
:lol: Ma non avevano neanche minimamente le risorse che abbiamo noi. Oggi si che la cultura é parte necessaria e diritto di tutti, non per niente ci sono le scuole dell'obbligo. La maggior parte per me erano analfabeti che lavoravano mattina e sera per mandare avanti la baracca dell'imperatore, re, governo o quello che vuoi. Se erano civiltà che amavano la cultura lo sai per via delle opere che ci hanno lasciato i geni di quei tempi, seguiti da imperatori, re, governo o quello che vuoi, per consiglio, aiuto o capriccio estetico, per far divertire i cittadini o per fare meglio la guerra. Ma questa è solo la mia opinione.

donald_zeka
Pecorari un cavolo (per non dire un' altra parola), Archimede è vissuto in uno dei periodi intellettualmente piú floridi della storia dell'umanità. In Inghilterra nel 1200 ancora davano la caccia alle volpi...

Settevoltesette
Vorrei distinguere genio ed intelligenza, magari per il genio sono capacità non innate, ma di sicuro si sviluppano in modo non convenzionale, l'intelligenza é solo il buon uso delle proprie risorse per me, non é una capacità che si deve allenare, a meno che uno non ha problemi psicologici e deve allenarsi a non cadere sempre in errore. Poi é solo un mio parere, come tutto del resto.

Berlusconi per me é un genio, papà Giovanni Paolo secondo era un genio, Einstein lo era, cito loro perché sono o sono stati sotto i riflettori. Ma io non me lo ci vedo Einstein a condurre una campagna elettorale in Italia, vincere, togliersi ogni volta d'impiccio e riuscire a portarsi a casa voti in condizioni sfavorevoli, quando Berlusconi é un mostro nel riuscire a farlo. Berlusconi non me lo ci vedo a risolvere problemi anche non troppo complessi di fisica, quando Einstein a risolto problemi considerati molto complessi. Come ho detto credo sia lo sviluppo abnorme di una capacità.

Se penso che 100/200 anni fa, quando non c'era internet, non ci si spostava così facilmente, non esistevano le comodità di oggi che fanno risparmiare un sacco di tempo, i libri erano beni molto più preziosi di oggi che sono cose per noi banali, i bambini facevano scuola lavoro e la maggior parte finiva solo le elementari, eppure uomini di spicco in ogni settore c'erano.
Parliamo di ancora prima? Archimede da dove é uscito che erano tutti pecorari a quei tempi :-D , in qualche modo esistono delle persone che vuoi la genetica, voi l'ambiente in cui crescono raggiungono delle capacità INARRIVABILI per le persone comuni e a voglia a sforzarsi, se non ci sono queste capacità si può raggiunge un buon livello dosando passione ed intelligenza, ma ai vertici non si arriva.

Indrjo Dedej
"Injuria":

Innato, talento, sono altre parole vuote come "genio" o le definiamo o parleremo lingue diverse.

Concordo. Vogliamo dare una definizione dei termini "genio" & co.?
Se con genio intendiamo una persona che raggiunge livelli mai raggiunti nel suo campo con una certa naturalezza, allora io direi che genii si nasce. Ciò non toglie però - io voglio crederci, non toglietemi questa convinzione - che una persona comunissima, come il sottoscritto certamente è, con dedizione e spirito di sacrificio possa raggiungere livelli tanto brillanti quanto quelli dei loro colleghi genii. Certo, un comune faticherà moltissimo, mentre a un genio certe cose verrano naturali. I genii ci sono e non ne escludo a priori l'esistenza, e d'altronde le strutture cognitive del cervello sono ancora in fase di ricerca. Ma ciò non vuol dire che gli altri sono condannati alla mediocrità.
Almeno io la penso così e mi muovo con questo in mente.

axpgn
"Injuria":
... Non è sorprendente che un bambino sappia suonare il piano a 3 anni, basta che cercate su youtube e ci sono una discreta quantità di bambinetti che eseguono pezzi molto complicati al piano. Ci sono altri che conosco già 3 lingue.

Ma per favore ... arrampicarsi sugli specchi non è niente per te ... :roll:

"Injuria":
... Mozart nasce in una certa famiglia, di musicisti di corte, avrà mangiato pane e musica dalla mattina alla sera, anche qui questione di sopravvivenza, ma di certo non è passato alla storia perché suonava a 3 anni (e non sappiamo nemmeno quanto bene).

Forse non ti rendi conto di quello che stai dicendo: fosse come dici, tutti sarebbero musicisti come Mozart, tutti sarebbero calciatori alla Messi, tutti scienziati come Einstein ... basterebbe mangiare "pane e musica" o "pane e pallone" o "pane o fisica" dalla mattina alla sera, no? Se non tutti, almeno qualcosa in più di una "discreta quantità" ... :roll:

Non riesco proprio a capire perché si debba escludere a priori che se esistono differenze innate su alcune caratteristiche umane (come l'altezza per esempio o il colore degli occhi) queste non possano sussistere invece per altre (come potrebbe essere la capacità di elaborare informazioni più rapidamente di altri).
Il fatto che siano di difficile rilevazione non esclude affatto che non vi siano ...

Cordialmente, Alex

Martino
Concordo in pieno con Injuria.

Aggiungo che l'idea che i bambini non siano in grado di intendere e di volere è un nostro enorme pregiudizio (che sinceramente non ho mai capito) e che cominceremo a vederci chiaro su tutta la faccenda quando attribuiremo il credito di genio a tutti i bambini. Un bambino di un anno ha cose da insegnare a noi, non il contrario. Non mi stancherò mai di segnalare il bellissimo intervento di Ken Robinson su ted "do schools kill creativity?".

dasalv12
Dobbiamo specificare che la questione non è che se esistano o meno differenze nelle capacità cognitive fra gli individui, ma se queste siano innate. Innato, talento, sono altre parole vuote come "genio" o le definiamo o parleremo lingue diverse. Dal punto di vista strettamente scientifico innato vuol dire che è scritto nel DNA. La difficoltà delle neuroscienze, nonostante ormai più di un secolo di studi ed una tecnologia sempre più avanzata, sta proprio nel capire il collegamento fra genetica e capacità cognitive. In passato si sono prese cantonate enormi proprio per questo presupposto poi rivelatosi sbagliato. Al momento non si riesce a spiegare quali siano i meccanismi che dai geni si passi al destino cognitivo di una persona, vi è però un generale consenso fra gli addetti ai lavori che nel DNA non sta scritto il destino oppure il successo/insuccesso in particolari discipline. Vi è una complessa interazione con l'ambiente, il cervello è qualcosa su cui ancora si sa pochissimo ed il problema non è che ci sono pochi "geni" quindi è difficile studiarli (peraltro il cervello di Einstein è conservato in pezzi, ma questo non ha portato a nulla). Sappiamo che il cervello muta di continuo è che nei primissimi anni di vita immagazzina una quantità impressionante di informazioni e lo fa in modo inconsapevole (questione di sopravvivenza dicono: i neonati, nei contesti primitivi, devono imparare come funziona il mondo alla svelta). Non è sorprendente che un bambino sappia suonare il piano a 3 anni, basta che cercate su youtube e ci sono una discreta quantità di bambinetti che eseguono pezzi molto complicati al piano. Ci sono altri che conosco già 3 lingue. Dovremmo distinguere fra capacità di imitare o di eseguire un compito con inventare cose nuove. Il discorso è molto più complesso per cui personalmente rifiuto conclusioni affrettate e basate sull'intuito.
In un certo senso posso concludere che geni si diventa, perché? Perché non sono le caratteristiche particolari di una persona a farlo genio, sono gli altri che gli attribuiscono questa qualità. Mozart è un genio perché per noi e per l'epoca in cui è vissuto la musica è importante e perché ci sono state una moltitudine di persone che lo ha riconosciuto ed incentivato. Peraltro non è un grande esempio di genio innato: Mozart nasce in una certa famiglia, di musicisti di corte, avrà mangiato pane e musica dalla mattina alla sera, anche qui questione di sopravvivenza, ma di certo non è passato alla storia perché suonava a 3 anni (e non sappiamo nemmeno quanto bene).

luc27
"Luca.Lussardi":

Questa e' una tua opinione, e di tanti altri. Sottolineo che resta un'opinione, non potete dimostrare nulla con gli esempi.


Che cosa intendi per dimostrare? Perchè se intendi una dimostrazione teorica/tecnica, ammesso che ha senso parlarne, penso non ci sarà mai, almeno non in un futuro prossimo, soprattutto per il fatto che, come qualcuno diceva, proprio per la rarità del genio, è difficile che questo rientri nel campione di studio.

Perciò mi sembra più che ovvio affrontare il discorso con esempi, che se non sono una “dimostrazione”, sono pur sempre un’evidenza. Se hai la pazienza, leggeti su Wikipedia la storia di Sidis, oppure come axpgn diceva, i primi anni della vita di Mozart. Uno che a tre anni suona il clavicembalo, può mai aver acquisito una passione nei primi due anni di vita, e a 2 anni aver deciso di suonare il clavicembalo per diventare bravo a 3 anni compiuti? Il 99.999% dei bambini a quell’età sono a malapena in grado di intendere e di volere.

Ora ti/vi chiedo, nella vostra teoria/opinione, come viene affrontato/descritto un caso come quello di Mozart o Sidis?

Luca.Lussardi
"dan95":
Le doti naturali esistono, sono genetiche

Questa e' una tua opinione, e di tanti altri. Sottolineo che resta un'opinione, non potete dimostrare nulla con gli esempi.

dan952
Martino io avevo capito che la condizione necessaria e sufficiente per essere geni fosse avere passione e metterci impegno... invece adesso dici che è solo necessaria... Le doti naturali esistono, sono genetiche, ma non bastano serve impegno e passione. Tuttavia anche se uno è più dotato di me a scacchi non è detto che io con l'impegno e la passione non riesca a batterlo, tuttavia c'è un limite naturale oltre al quale fisicamente e psicologicamente non posso arrivare...Non batterò mai Caruana...

Martino
"axpgn":
Come si può sostenere che sia la sola "forza di volontà" o la "passione" per giustificare certe capacità? È un'arrampicata sui vetri.
Non so gli altri, ma io non ho mai detto questo. Le differenze esistono eccome. E ci sono persone con capacità eccezionali.

Cerco di esprimere il mio pensiero in modo semplice: io nella vita di tutti i giorni vedo una quantità enorme di persone che ha difficoltà a fidarsi della propria genialità, cioè che non crede nella propria infinità e si limita a questioni mediocri. La maggior parte delle persone non pensa con la propria testa perché è convinta di appartenere alla mediocrità. Invece la mia posizione è che nessuno è mediocre e ognuno è un genio. Non sto dicendo che sono tutti musicisti o tutti fisici o tutti talentuosi giocatori di calcio: ognuno è un genio nella sua particolare specialità, nella cosa per cui ha una grande passione. Quindi in questo punto davvero la tua critica al mio pensiero (nel caso lo fosse) non si applica proprio.

Guarda, io sono un giocatore di scacchi e lo so bene: se tu giochi contro uno che ritieni un genio non vincerai mai, perché metterai sempre il suo giudizio al di sopra del tuo. Lo ripeto: pensare in termini di essere o non essere un genio è solo un intralcio.

axpgn
A me pare che ci state girando intorno per negare l'evidenza ... siete partiti col negarlo in toto (LucaLussardi: "l'hardware è lo stesso per tutti", affermazione apodittica, quando è evidente che fisicamente siamo tutti diversi e non si capisce perché a priori si debba escludere che lo si possa essere in tutte le nostre caratteristiche), adesso si è passati a dire che è "indefinito" e "incommensurabile" (come se tutto, per esistere, debba essere "ben definito" e "misurabile": e allora l'amore? l'amicizia? la giustizia? la libertà?)
Invece, luc27 ha portato un caso concreto (non lo conosco, non so quanto sia veritiero, ma non è difficile trovare altri casi di bambini "prodigio" in qualche settore, per esempio il primo che mi viene in mente è Mozart).
Come si può sostenere che sia la sola "forza di volontà" o la "passione" per giustificare certe capacità? È un'arrampicata sui vetri.
Di cosa avete paura? L'ultima frase di Martino mi porta a credere che non sia molto "politically correct" sostenerlo; sia mai che affemare che le persone sono diverse e che qualcuno sia più bravo di un altro in qualche campo sia un pochino razzista?
Ma perchè mai? Non è vero che siamo tutti uguali, invece siamo tutti diversi ed è questo il bello.
Ma ciò non implica affatto che esistano "esseri superiori" o "razze elette", siamo solo diversi, chi alto e chi basso, chi lento e chi veloce, ma con gli stessi diritti ... perché far finta che le differenze non esistano già in partenza ? IMHO

Cordialmente, Alex

Martino
Una osservazione che ritengo importante è che la nostra considerazione della genialità di una persona molto spesso (se non quasi sempre) non si basa sulle oggettive qualità di tale persona ma sul loro impatto mediatico. La maggior parte della gente che usa la parola "Einstein" come "genio per antonomasia" ha un'idea (nel migliore dei casi) estremamente vaga del contributo di Einstein alla scienza.

Conosco personalmente gente che io considero geniale ma che non fa la prima pagina di nessun giornale. La genialità di una persona non è misurata da quanta gente le chiede l'autografo per strada.

Quindi come si misura la genialità di una persona?
Questo è il tipo di domanda che dobbiamo porci, e il punto sta proprio qui. Dobbiamo porci questa domanda prima di etichettare le persone come "genio" o "non genio". Ed è approfondendo questa domanda e le sue implicazioni che capiamo che rispondere non è per niente facile. Come hanno indicato Luca Lussardi e Injuria, per rispondere a questo tipo di domanda ci vuole uno studio approfondito e scientifico del cervello umano.

Io sono convinto che tutti abbiamo tantissimo da dare. David Lynch (uno dei miei registi preferiti) ha brillantemente sintetizzato la genialità di ognuno con la frase "la coscienza dell'essere umano è infinita", di qualsiasi essere umano. Quindi che senso ha stare a distinguere tra chi è genio e chi non lo è? Lo sappiamo tutti che questa distinzione non è psicologica, non è oggettiva (per quanto ne sappiamo), è invece mediatica e segue una logica capitalista (è un'etichetta).

dasalv12
"Luca Lussardi":
nessun scienziato che si occupi di neurofisiologia e neuroscienze ha dimostrato che esiste il talento per le scienze.


Questo secondo me è il punto cruciale, il resto sono congetture che possono a portare a polemiche infinite date le implicazioni sociali che comporterebbero. Seguo un po' i dibattiti sulla ricerca nelle neuroscienze. La gran parte degli esperti ci va coi piedi di piombo sul tirare conclusioni definitive, semplicemente non ci sono. Non si ha una risposta netta nemmeno sul perché dormiamo. Non si ha una risposta netta su come definire ciò che chiamiamo coscienza e dove e come questa si manifesti nella mente umana. Su quest'ultimo argomento consiglio un po' a tutti di seguirlo perché è molto interessante ed ha delle implicazioni sull'intelligenza artificiale (se fosse un giorno possibile riprodurre la mente umana, come faremo a distinguere un uomo da una macchina? Domanda di fantascienza, ma un giorno potrebbe essere fondamentale avere una risposta).
Al di là di queste digressioni la parola genio non l'ho mai compresa, credo sia una di quelle parole vuote che possono essere riempite a piacimento e secondo le suggestioni del momento.
"axpgn":
Forse è perché è difficile da provare? :wink: ... tante "cose" erano "inesistenti" solo perché era impossibile provarne l'esistenza ... ma non solo: non tutto è "provabile"

Renditi conto che quello che hai tracciato è il confine fra scienza e non-scienza, se sconfiniamo possiamo dire anche che i fantasmi esistono anche se non ne abbiamo le prove solo perché è difficile da dimostrare.
"axpgn":
Tanto per dire, dato che i "geni" sono rari per definizione, come puoi essere sicuro di averne uno nel campione che stai studiando? Sono degli "outlier"

Questa è già una definizione che ha una precisione, persone che posseggono qualità rare o molto più sviluppate rispetto alla media della popolazione. La definizione però è relativa, se non altro perché la popolazione muta di continuo e non sarebbe nemmeno possibile registrarne le capacità in maniera censuaria ed anche le capacità cognitive della stessa persona mutano col tempo. Una persona molto istruita oggi, poteva essere considerato "genio" un secolo fa, ma onestamente, che ce ne facciamo di questa definizione? Queste persone hanno prodotto un grande valore economico-sociale grazie alle loro caratteristiche? Questo è quello che conta e gli intelligentoni rimasti alla storia hanno fatto questo, altri intelligentoni sono degli anonimi come tanti altri, altri meno intelligenti sulla carta hanno avuto intuizioni che hanno cambiato la storia.

luc27
Ma prendiamo anche un caso più eclatante, William James Sidis. Un bambino prodigio, nonchè si pensa sia la persona con il più alto QI mai esistita. Basta andare su Wikipedia e leggere tra le svariate cose che all'età di 6 anni questo bambino aveva la padronanza di 6 lingue, ossia francese, russo, tedesco, ebraico, turco e armeno, oltre alla sua madrelingua.

Non è una prova tangibile, una dimostrazione se non teorica ma pratica, del fatto che il talento, la dote, esiste?

Io non credo che un bambino a 6 anni possa avere la passione di studiare le lingue, ma è semplicemente una cosa che si ha dentro, una capacità appunto innata.

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