Eccello in tutto ma non in matematica e fisica. Aiuto

kristie97
Salve a tutti, ho 18 anni e frequento il quinto anno del Liceo Scientifico. Ho una media molto alta, e ho 10 in Latino, Italiano, Storia, Filosofia e Inglese. Ma non capisco per quale dannata ragione io abbia 8 in Fisica e l'anno scorso sono a stento riuscito a strappare un 9 in matematica. Ho intenzione di prendere Ingegneria informatica, ma più vado avanti e più penso che non sia quello che io debba fare. Non demordo mai, ma oggi dopo l'ennesima occasione che avevo per prendere un voto alto, ho mandato tutto in fumo per due grafici deducibili: il primo non l'avevo mai fatto in vita mia - un'iperbole omografica che io però faccio sempre con il metodo "algebrico" e non con i grafici deducibili- e e il secondo relativo ad una funzione esponenziale in cui ho commesso un errore banale proprio durante gli ultimi passaggi. Non ci ha riportato il compito, l'ho fatto oggi, ma poi controllando i grafici di tali funzioni su Desmos mi sono accorto che non erano corretti. Sono decisamente abbattuto.
Premetto subito che vorrei per cortesia dei commenti costruttivi, niente a che fare con "ma che ti lamenti a fare con i voti che hai" o cose simili. Scrivo qui su Matematicamente.it perché cerco dei consigli che possano risultare veramente utili... i miei genitori cercano di darmi una mano, ma a quanto pare non serve a nulla.
Il problema è che ogni volta che faccio un compito di matematica c'è sempre quella piccolezza che dimentico e che mi fa sfumare il 10, oppure mi fisso su un esercizio e perdo tempo. E invece in fisica vado molto bene nell'applicazione delle formule (problemi) ma nella teoria l'esposizione non va mai bene ai professori. Ci lavoro da un anno su questa cosa, non so più cosa fare. Spero che almeno in questo forum di gente seria possa trovare aiuto per migliorare, o quanto meno stimolo per continuare, anche perché punto alla lode quest'anno.
Grazie infinite in anticipo.

Risposte
Sk_Anonymous
Io ho accettato un 24 ad astrofisica solo perché per aumentarlo, mi dissero i professori, avrei dovuto seguire il corso e, per farlo, avrei dovuto lasciare indietro materie caratterizzanti il mio indirizzo causa orario fatti molto "bene". No, non ne valeva la pena. I voti si accettano sulla base di tanti fattori, non in assoluto, o almeno la penso così.

vict85
Io durante la mia carriera universitaria ho accettato di tutto (e tra le mie 3 lauree ho registrato ogni singolo voto possibile). L'accattare o meno un voto basso dipende da moltissimi fattori e a volte puoi trovarti nella situazione di non poter rifiutare. Per esempio se ti trovi a dover scegliere tra accettare un 18 oppure ritardare la laurea di un anno. Se sei in tempo forse sei propenso a fregartene, ma se hai 1 o 2 anni di ritardo e l'esame non ti piace comincia a non essere una cosa così semplice.

@Dan95 : bastano pochi anni per cominciare a sentirti vecchio rispetto agli altri.

Intermat
"dan95":
Accetterei un 18 solo se mi trovassi a fare l'esame insieme a mio figlio...

Secondo me è sbagliato dirlo a priori. Se un esame è su una materia che non mi interessa/piace, ho studiato duramente e alla fine ho preso 18 non vedo perché dovrei rifiutare. L'unico motivo può essere la media ma, soprattutto alla triennale, un 18 non crea troppi danni (soprattutto nei casi in cui si escludono i voti peggiori). Io, lo avrò detto mille volte, a Fisica I presi 19 e lo accettai con tranquillità perché mi ero fatto mesi e mesi di studio e la materia la avevo capita (discretamente). Il voto basso arrivò a causa di un errore su un esercizio e di una distrazione su un'altro, se avessi rifatto l'esame probabilmente avrei verbalizzato un 25/26 ma dato che la materia era fine a se stessa (nel mio CdL) ho preferito passare oltre.

dan952
Accetterei un 18 solo se mi trovassi a fare l'esame insieme a mio figlio...

Vikhr
"Intermat":
Come diceva un prof. di Fisica: "Ragazzi, puntate al 30 così almeno a 18 ci arrivate!".

Che poi è anche il mio ragionamento e modus operandi, e ho comunque finito per tirarmi appresso Analisi 2 per due anni.

Io in Matematica peraltro l'ultimo anno del liceo (funzioni, derivate e integrali) oscillavo fra il 6 e il 10 (preso una volta)... non copiando. Diciamo che pur a fronte di un impegno costante semplicemente a volte ci sono state le condizioni affinché facessi tutti gli esercizi del compito correttamente, e altre no. La tendenza dei professori a mettere per settimane intere 2/3 compiti in classe o interrogazioni (programmate in una sola materia) al giorno a volte non ha aiutato.

Intermat
"Overflow94":

Intanto ti do una nozione che ti potrà servire se vorrai diventare manager: qualsiasi prova (anche un esame) nel mondo reale è un fenomeno aleatorio, questo significa che non avrai mai la certezza matematica di prendere il massimo ti conviene di più puntare a un risultato che puoi realisticamente garantirti con le tue capacità (quindi per esempio puntare a prendere 8+ al posto di 10) invece di disperdere troppe energie dietro a qualcosa che non puoi controllare (anche perché realisticamente non hai nessun tornaconto a prendere 10 invece che 8 quindi che senso ha dannarsi l'anima?).

Concordo su tutto il resto tranne che su questo. Come diceva un prof. di Fisica: "Ragazzi, puntate al 30 così almeno a 18 ci arrivate!". Questo per dire che proprio per fare quello che dici tu (ovvero raggiungere un obiettivo diverso dal mero voto ma sul quale il voto incide) si deve puntare più in alto del "minimo sindacale". Sul resto sono d'accordo, il singolo voto, specie alle superiori conta relativamente poco.

"Overflow94":
[quote="Luc@s"]
Da figlio di docente delle superiori vorrei far notare che il 10 non dovrebbe essere mai dato.
10 e' la perfezione, la perfezione non e' umana... non ha senso...



10 non rappresenta la perfezione, 10 rappresenta il valore massimo con cui si può valutare un voto all'interno di una scala decimale i cui parametri sono definiti, con linee guida dal ministero dell'istruzione.

Quindi se il valore di un compito in funzione di alcuni parametri va da 0 a infinito a tutti i valori tra 0 e 1 corrisponde il voto 1, tra 1 e 2 il voto 2 .... tra 10 e + infinito corrisponde il voto 10.

I professori che affermano di non dare 10 hanno dei problemi di logica, se per loro il voto massimo è 9 dovrebbero usare una scala da 1 a 9 che senso ha usare una scala decimale? Ed è inoltre scorretto verso gli alunni inserendo un grado di soggettività che potrebbe penalizzarli, magari due alunni con l'identica preparazione in due scuole diverse, uno potrebbe uscire con un voto più alto di un altro e avere più probabilità di vincere un concorso/ avere accesso a più posti pubblici.

Insomma si crea una scala affinché sia oggettiva, e i professori se ne fregano totalmente sin dal primo giorno facendosi ognuno la sua...[/quote]
Non sono molto d'accordo con te. Premetto che non conosco le tabelle (o i criteri) che, immagino, il ministero fornisca ai docenti ma, secondo me, il 10 dovrebbe essere un extra, una "una tantum", non la quotidianità (anche per uno studente bravissimo). Il 10, sempre secondo me, dovrebbe essere segno di una profonda conoscenza dell'argomento che va oltre il programma scolastico e le paginette del manuale. Ho letto ragazzi, su questo forum e su altri, che a 15/16/17 anni hanno conoscenze di matematica decisamente superiori alla media dei loro coetanei e a ciò che è richiesto dal ministero. A loro potrei dare (se fossi un docente!) un dieci! Io, ad esempio, non mi sarei mai dato 10 proprio perché mi limitavo allo studio del manuale e a qualche, minima, lettura personale. Credo che per questi studenti più comuni (ma sempre bravi) sia più che sufficiente un 8/9. Anche perché prendere 9 o 10 non cambia nulla al fine del voto di maturità (anche con il sistema dei crediti).

Sk_Anonymous
"Luc@s":
In realta' il voto e una fotografia di quello che la persona sa in quel momento, nada mas.

Null'altro può essere fatto. Per tutto il resto c'è la prova finale di laurea.
Perché un 18 e un 30L non sono assolutamente equivalenti, così come un 80 e un 110L.

E cmq la preparazione di una persona io la valuto mettendola di fronte ad un obbiettivo e vedendo in quanto riesce a risolverlo, con quante risorse, quanto impegno.

Se dovessi valutarne (personalmente) una ventina al giorno non avresti tempo. Daresti una scrematura iniziale basandoti sul curriculum, immagino, e i restanti li scremeresti come dici.

Martino
Mi dispiace essere (apparentemente) non costruttivo, ma restare legati a classificazioni arbitrarie buone solo per dare un ordine al caos (come è il voto) ti porta a credere che il mondo sia costruito su gente che ti dice quanto sei bravo.

A scanso di equivoci, purtroppo il mondo non è fatto di persone che ti dicono quanto sei bravo.

Chiaro che dare voti è un sistema ragionevole, purtroppo c'è gente che ci vive e c'è gente che finisce per credere di essere niente di più che un numero su una pagella.

Ecco un'immagine che esemplifica il concetto.


Luc@s
In realta' il voto e una fotografia di quello che la persona sa in quel momento, nada mas.
Quindi quello che la persona e' in quel momento, per future valutazioni, e'... fondamentalmente... quasi a valore 0.

E cmq la preparazione di una persona io la valuto mettendola di fronte ad un obbiettivo e vedendo in quanto riesce a risolverlo, con quante risorse, quanto impegno.

Se ci mette poco, fa risparmiare risorse e ottiene il risultato sperato, me ne frega un qubit se ha preso 110 e lode (o 100 alla maturita') e so aveva tutti 5....

Pero' magari io ho una visione distorta... Ma tutte le persone con cui ho interagito (di eta/nazionalita'/provenienza diverse) concordano quindi magari non sono del tutto folle (o forse lo sono e non lo so)

Sk_Anonymous
"Luc@s":
Ok posso capire questo in effetti. Quello che non capisco è questo morboso attaccamento ad un numero aleatorio che nel mondo reale ha lo stesso valore della carta igienica.

E non parlo per sentito dire ma per esempi personalmente vissuti

Perché è il miglior modo che abbiamo per valutare la preparazione di una persona. Non sempre la qualità della preparazione è insignificante.

Luc@s
Ok posso capire questo in effetti. Quello che non capisco è questo morboso attaccamento ad un numero aleatorio che nel mondo reale ha lo stesso valore della carta igienica.

E non parlo per sentito dire ma per esempi personalmente vissuti

Overflow94
"Luc@s":

Da figlio di docente delle superiori vorrei far notare che il 10 non dovrebbe essere mai dato.
10 e' la perfezione, la perfezione non e' umana... non ha senso...



10 non rappresenta la perfezione, 10 rappresenta il valore massimo con cui si può valutare un voto all'interno di una scala decimale i cui parametri sono definiti, con linee guida dal ministero dell'istruzione.

Quindi se il valore di un compito in funzione di alcuni parametri va da 0 a infinito a tutti i valori tra 0 e 1 corrisponde il voto 1, tra 1 e 2 il voto 2 .... tra 10 e + infinito corrisponde il voto 10.

I professori che affermano di non dare 10 hanno dei problemi di logica, se per loro il voto massimo è 9 dovrebbero usare una scala da 1 a 9 che senso ha usare una scala decimale? Ed è inoltre scorretto verso gli alunni inserendo un grado di soggettività che potrebbe penalizzarli, magari due alunni con l'identica preparazione in due scuole diverse, uno potrebbe uscire con un voto più alto di un altro e avere più probabilità di vincere un concorso/ avere accesso a più posti pubblici.

Insomma si crea una scala affinché sia oggettiva, e i professori se ne fregano totalmente sin dal primo giorno facendosi ognuno la sua...

Luc@s
My hat to you kind sir :)

Overflow94
Per me hai delle bruttissime premesse, studi per impressionare gli altri perché hai bisogno della loro approvazione. Fondamentalmente sei un insicuro che spera di riscattarsi dimostrando la propria abilità agli altri, da qui i sogni di fare i soldi, comandare etc. etc.
Detto in altre parole quello che vuoi ottenere è approvazione sociale.

Intanto ti do una nozione che ti potrà servire se vorrai diventare manager: qualsiasi prova (anche un esame) nel mondo reale è un fenomeno aleatorio, questo significa che non avrai mai la certezza matematica di prendere il massimo ti conviene di più puntare a un risultato che puoi realisticamente garantirti con le tue capacità (quindi per esempio puntare a prendere 8+ al posto di 10) invece di disperdere troppe energie dietro a qualcosa che non puoi controllare (anche perché realisticamente non hai nessun tornaconto a prendere 10 invece che 8 quindi che senso ha dannarsi l'anima?).
L'importante è che tu ti chieda se hai capito i fondamenti della materia, che sostanzialmente è quello che ti rimarrà e che ti potrà servire per modellare problemi reali.
Errori di calcolo / esercizi costruiti come il sudoku appositamente per essere contorti non sono un problema sul posto di lavoro dove hai tutto il tempo e puoi fare uso di qualsiasi strumento per risolverli mentre è un grave limite non essere a conoscenza di un potente strumento/tecnologia/risultato che potrebbe essere adatto a risolvere un problema specifico.

Gli unici obbiettivi in termini di voto devono essere solo in funzione di obbiettivi superiori. Per esempio se vuoi andare a una specialistica che richiede voto di laurea 97+ allora devi porti quell'obbiettivo, se vuoi avere la possibilità di essere assunto da società che valuta solo i 110 laureati in corso allora questo deve essere il tuo obbiettivo.
Ma devi essere cosciente che lo è per un motivo che sta oltre il fare bella figura agli esami di cui non ti devi importare nulla perché fidati i professori e i compagni hanno i loro problemi, non sono interessati a quanto tu sia magnificamente intelligente.

Hai delle buone potenzialità ma con questa mentalità sembri un perfetto candidato a diventare uno di quelli che si impantana negli esami perché accettano solo 30, o a diventare un brillante neolaureato con il massimo che va in pasto a qualche multinazionale che lo ricopre d'oro come consulente per qualche anno per poi buttarlo via e prendere "i modelli nuovi". Insomma rischi di accorgerti troppo tardi della bugia che ti racconti/ ti hanno raccontato e ritrovarti con un pugno di mosche in mano e frustrazione nel cuore.

Personalmente ti consiglio di chiarirti molto bene le idee e di fare anche delle letture a riguardo. Ti interessa un settore? Leggiti i saggi di qualcuno che ci lavora e ha ottenuto risultati importanti così da capire realmente in cosa consiste, e cerca di scoprire cosa potrebbe appassionarti aldilà dei guadagni (che poi per carità più sono meglio è ma non dovrebbero essere l'unico/principale fattore di scelta soprattutto per chi ha le capacità di fare tutto, perché finire a fare qualcosa che non ti piace?).

Luc@s
Totalmente d'accordo infatti

Sk_Anonymous
"Luc@s":
[quote="kristie97"]Da figlio di docente delle superiori vorrei far notare che il 10 non dovrebbe essere mai dato.
10 e' la perfezione, la perfezione non e' umana... non ha senso...
[/quote]
Allora dovrebbero essere aboliti anche il 30, il 30L, il 110 e il 110L.

Luc@s
"kristie97":
Salve a tutti, ho 18 anni e frequento il quinto anno del Liceo Scientifico. Ho una media molto alta, e ho 10 in Latino, Italiano, Storia, Filosofia e Inglese. Ma non capisco per quale dannata ragione io abbia 8 in Fisica e l'anno scorso sono a stento riuscito a strappare un 9 in matematica. Ho intenzione di prendere Ingegneria informatica, ma più vado avanti e più penso che non sia quello che io debba fare. Non demordo mai, ma oggi dopo l'ennesima occasione che avevo per prendere un voto alto, ho mandato tutto in fumo per due grafici deducibili: il primo non l'avevo mai fatto in vita mia - un'iperbole omografica che io però faccio sempre con il metodo "algebrico" e non con i grafici deducibili- e e il secondo relativo ad una funzione esponenziale in cui ho commesso un errore banale proprio durante gli ultimi passaggi. Non ci ha riportato il compito, l'ho fatto oggi, ma poi controllando i grafici di tali funzioni su Desmos mi sono accorto che non erano corretti. Sono decisamente abbattuto.
Premetto subito che vorrei per cortesia dei commenti costruttivi, niente a che fare con "ma che ti lamenti a fare con i voti che hai" o cose simili. Scrivo qui su Matematicamente.it perché cerco dei consigli che possano risultare veramente utili... i miei genitori cercano di darmi una mano, ma a quanto pare non serve a nulla.
Il problema è che ogni volta che faccio un compito di matematica c'è sempre quella piccolezza che dimentico e che mi fa sfumare il 10, oppure mi fisso su un esercizio e perdo tempo. E invece in fisica vado molto bene nell'applicazione delle formule (problemi) ma nella teoria l'esposizione non va mai bene ai professori. Ci lavoro da un anno su questa cosa, non so più cosa fare. Spero che almeno in questo forum di gente seria possa trovare aiuto per migliorare, o quanto meno stimolo per continuare, anche perché punto alla lode quest'anno.
Grazie infinite in anticipo.


Da figlio di docente delle superiori vorrei far notare che il 10 non dovrebbe essere mai dato.
10 e' la perfezione, la perfezione non e' umana... non ha senso...

Ok... ora potete pure scagliare le pietre.

cmq, seriamente.. se per te i voti sono cosi importanti... preparati ad una vita piena di sofferenza.
I numeretti sui compiti spariscono la prima volta che devi pagarti un affitto o devi arrivare a fine mese....

vict85
Immagino tu sia un fan di Sun Tzu date le tue parole. In ogni caso avrai sentito sicuramente la storia di come Buddha inventò il buddismo. Ogni persona nella sua vita ha esperienze simili, esperienze che piano piano modificano il tuo modo di vedere le cose. Generalmente uno non se ne rende conto finché non è “troppo tardi”. Quello che intendo dire è che noi siamo semplicemente più vecchi (seppur non vecchi in senso assoluto) e abbiamo avuto più esperienze di questo tipo.

Comunque menti a te stesso quando dici che non hai passioni. Io non penso che tu vada in palestra solo perché “mens sana in corpore sano” ma immagino tu lo faccia perché ti piace farlo, ti piace la sensazione che ti lascia al corpo. La stessa cosa vale per esempio con il giocare a Super Smash Bros: non penso tu lo faccia perché allena i riflessi. E allo stesso tempo penso che ti piaccia imparare cose nuove, altrimenti la tua vita sarebbe come un eterno ripetersi del capitolo “Esercizio di irrobustimento del corpo” del libro “Il grande quaderno” della trilogia della citta di K. di Agota Kristof. E io non penso che sia così.

Il punto è che la nostra implessione, forse sbagliata, è che il tuo obiettivo, l'avidità con cui lo brami, ti sta annebbiando la mente dal presente. Vivi per il futuro. Prepararsi per il futuro è giusto. Il punto è che la maggior parte delle crisi di mezza età sono di persone che arrivano ad un certo punto della loro vita e si rendono conto di aver sprecato la loro vita, di aver vissuto per qualcosa che non ha alcuna reale importanza. Sarebbe negligente da parte nostra non renderti partecipe di questa nostra preoccupazione.

Spesso viene ignorato ma il tempo è la risorsa più limitata che abbiamo. Certo ad un diciottenne può sembrare che la vita che gli manca sia enorme, e in rapporto alla vita che ha vissuto è certamente vero, ma gli anni passano più in fretta di quanto uno vorrebbe. Quello che ti devi chiedere è se i tuoi obiettivi valgono il tempo che ci dedicherai da qui alla tua morte. E nota che con obiettivi non intendo diventare broker. Insomma cerchi la ricchezza? Il potere? Il prestigio o il riconoscimento sociale? E una volta che gli avrai avuti cosa ce ne farai? Li userai per avere altri soldi, potere o prestigio? Sinceramente tutto ciò mi sembra vuoto, privo di alcuna reale importanza, io personalmente vorrei avere soldi solo allo scopo di non dovermene preoccupare[nota]E personalmente trovo che l'attuale modo in cui funziona l'attuale società economica vada cambiato radicalmente. Seppur non sappia ancora in che modo vada fatto. È un problema piuttosto difficile e non ci ragiono poi più di tanto[/nota]. D'altra parte sono idealista e quindi non mi dispiacerebbe avere potere al fine di rendere il mondo un posto migliore e più giusto (secondo il mio personale modo di vedere il mondo che è a dire il vero piuttosto unico). Il riconoscimento non mi interessa affatto. Queste ovviamente sono le mie opinioni, è tuo diritto pensarla diversamente. Solo ti invito a pensarci su.

Trovo comunque che il tuo concetto di perfezione abbia due problemi: il primo è che alle volte sembra più legato alla forma che alla sostanza e il secondo è che è tremendamente socialmente definito. Il primo aspetto è legato all'importanza che dai all'essere riconosciuto come bravo, per esempio ricevendo voti alti. Galois, che è riconosciuto postumo come uno dei matematici più brillanti del suo tempo, è stato rifiutato due volte dall'Ecole Polytechnique (come studente). Ci sono stati scrittori, anche abbastanza importanti, con un livello di scolarizzazione basso. Pittori che non sarebbero mai stati ammessi a scuole d'arte o attori rifiutati da scuole di recitazione. Sono molti inoltre gli scienziati il cui contributo è stato riconosciuto molto in ritardo.
Riguardo al secondo direi che sembra che per te perfetto sia l'immagino da film dei broker di Wall Street. Insomma non penso che nella ricerca della perfezione tu ti sia mai preoccupato di imparare a riconoscere una pianta equatoriale velenosa da una commestibile o anche solo come sia fatto il frutto di una pianta di patata. Eppure ci sono persone al mondo la cui vita dipende da questa conoscenza. Similmente non penso che tu abbia mai fatto un ricamo o imbastito una giacca da uomo. Dato che non l'hai citato, immagino tu non sappia suonare uno strumento musicale seppur ci siano donne che apprezzano molto questa qualità. Potrei ovviamente continuare. Potresti pensare che non ti serviranno, ma personalmente ti posso assicurare che ognuna di queste conoscenze ti potrebbe essere più utile che avere un voto in più in matematica. Io avevo 10, un 9 non avrebbe cambiato neanche un singolo secondo della mia vita.

Capiamoci, non ti stiamo invitando ad uscire e spassartela in discoteca. Io al liceo non lo facevo e non me ne pento. Similmente non ho mai fumato e non mi sono mai drogato. Non ho mai bevuto tanto, ma sono completamente astemio da quando sono diventato maggiorenne. Ognuno ha il suo modo di divertirsi. Anche limitandosi alle attività di gruppo, per alcuni è andare in discoteca, per altri ritrovarsi per giocare a D&D o con la Ps4, per altri ancora è fare salotto parlando di Nataša Rostova di Guerra e Pace, per altri ancora è fare militanza politica... Senza dimenticarsi di Cinema, Concerti e/o Teatro e ovviamente particolari attività di coppia che è meglio non citare in un forum frequentato da studenti delle primarie.

È mia opinione che la vita dovrebbe essere spesa per diventare migliori, ed influenzare in modo positivo chi ci circonda. Ma ritengo che ciò che significa migliori debba essere cercato in noi stessi, seppur non si debba mai smettere di ascoltare ciò che gli altri ci possono insegnare.

kristie97
Ho capito quello che volete dire tutti.
Perchè dovete ritenere che la mia passione per il business sia esclusivamente dettata da una dannosa influenza della società che mi circonda? È questo l'interrogativo che mi pongo. Sono giorni che rifletto su questa cosa, e quindi vi posso dire che io di passioni che nascano a prescindere dal contesto in cui viva non ne ho. Mi posso solamente basare su questo mio particolare interesse, ma se non può essere considerato autentico, allora io questo tema lo lascerò in bianco.
Probabilmente o non ho riflettuto abbastanza oppure sono dannatamente "corrotto" fino al midollo, ma questo è quello che penso.
Faccio sempre riferimento a una domanda di Black Magic: "cos'è che ti porteresti su un'isola deserta alla quale non potresti mai rinunciare?". E a me non viene in mente nulla.
Definizione di idee confuse o mancanza di precetti ideali? Non saprei neanche rispondere a questa domanda.
Io vorrei solo sfruttare le mie potenzialità e abilità nella vita. Il guerriero che non usa le migliori armi di cui dispone non vince la battaglia. Probabilmente è anche da questo mio particolare pensiero che nasce il mio perfezionismo, che sicuramente allenterò con il tempo.

jitter1
Fuori tema (non metto in spoiler tanto uno va a leggere lo stesso):

Comunque, è anche vero che le motivazioni per cui si intraprende una strada sono molteplici. C'è chi è mosso più da ambizione, chi più da fascinazione per l'oggetto di studio, chi da altri fattori. Questa idea della passione va un po' mitigata (parlo a me stessa). Vale anche per la matematica. Non è che i matematici abbiano costantemente "gli ormoni in palla" di fronte alle loro dimostrazioni, altrimenti che mestieraccio, non puoi star tranquillo. Un mio amico (ex) matematico mi ha detto che lui questo vissuto "passionale" non l'ha mai avuto, e che ha sempre considerato la matematica soprattutto come una sfida, cosa che mi ha stupito, ma se mi ha stupito è perché evidentemente ho visione parziale di alcune cose.

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