Diatriba sulla compatibilità tra scienza e religione

mariodic
Limiterei questo post iniziale alla questione: "ha senso la domanda -esiste Dio?-" Credo, in prima battuta, che la domanda non abbia senso o sia mal posta, perchè Dio è chiaramente una singolarità che sembra collocabile, ad un tempo, internamente ed esternamente all'IO. Mi piacerebbe leggere i pareri degli amici di questo forum purchè seriamente interessati a questa discussione. Personalmentop sono convinto che Dio, come ho prima detto, possa entrare nelle questioni scientifiche sempre che sia inteso come una "singolarità" limite.
Grazie a chiunque voglia dare il suo parere.

Risposte
Bruce..
Per me esiste. Semplicemente, sta al di fuori della fisica terrestre, della nostra scienza, può gestire tutto.
E' qualcosa da vedere come un mondo a parte, capace di governare questo nostro universo.
Non vedo il contrasto tra scienza e fede. ;)

mariodic
"Sergio":
Per definizione? Da parte di chi? Il Dio dei mormoni è un "oggetto dell'universo osservabile", a modo loro erano tali anche gli dei degli antichi greci e romani.
Se definisci Dio come non osservabile, condividi una particolare concezione di Dio, che non è affatto l'unica possibile (v. mio messaggio precedente).
Non esiste una definizione univoca di Dio, così come non esiste un unico "Osservatore", un unico "IO".
Siamo tanti, mariodic, sveglia!

Si, una definizione di Dio è tecnicamente impossibile, tuttavia l'IO ne può approssimare una. Quanto all'unico IO è una certezza, non solo l'IO, che lo è per definizione, ma anche anche è la sua unicità, infatti IO non ho non ne ho sperimentato altri. Sono sveglio, grazie per la esortazione e, se vuoi, parliamo puredi altri argomenti.

garnak.olegovitc1
Salve gugo82,
io ho fatto il primo anno in filosofia e poi ho cambiato per fisica, non sapevo del "cursus studiorum" di Sergio, ti ringrazio della delucidazione; in futuro saprò con chi stò parlando. Ho trovato sempre piacevole un confronto tra persone che studiano filosofia, non mi dispiacerebbe se talvolta le discussioni, tra persone non dilettanti, finiscano in una sorta di "lite futurista" (queste sono sempre costruttive ed edificanti), ovviamente entro i limiti del regolamento.
Cordiali saluti :smt023 :smt023

gugo82
@garnak.olegovitc:
"garnak.olegovitc":
Salve Sergio,
[quote="Sergio"]
Pensare di poter liquidare uno dei più grandi pensatori nella storia dell'umanità con simili baggianate (credi di saper "pensare" meglio di Kant? io non sono così presuntuoso) ti può far capire perché non mi piace discutere di queste cose in un forum.[...]

la sua reazione mi sembra, a mio parere, che vada oltre le righe che lei ha scritto. Per prima cosa io ho letto Kant, e tutto..
inoltre ho studiato Kant dai testi di G.Fornero e N.Abbagnano, dai testi di L.Geymonat, sono consapevole dei periodi della filosofia di Kant e sò per certo che la metà delle osservazioni filosofiche che Kant fa all'interno della Critica della Ragion Pura (come le categorie ed altro...) ancora oggi sono dubbiose e poche chiare, e per tale ragione ancora oggi si fanno studi e congetture in merito, come quello del signor Kemp Smith. Colui che afferma che Kant è contraddittorio è il filosofo Jacobi, la invito a fare una ricerca in merito o a leggersi i testi enciclopedici di filosofia di G.Fornero e N.Abbagano [...][/quote]
Secondo me l'ha già fatta, in modo serio ed in tempi non sospetti (cfr. qui)... Altro che Abbagnano-Fornero!

[xdom="gugo82"]State bboni...[/xdom]

garnak.olegovitc1
Salve Sergio,
sull'uso errato del mio vocabolo ha perfettamente ragione, seppure fu un errore di battitura dovuto alla velocità con cui scrissi il mio messaggio
Cordiali saluti

garnak.olegovitc1
Salve Sergio,

"Sergio":

Pensare di poter liquidare uno dei più grandi pensatori nella storia dell'umanità con simili baggianate (credi di saper "pensare" meglio di Kant? io non sono così presuntuoso) ti può far capire perché non mi piace discutere di queste cose in un forum.
Ciò non toglie che giudizi così affrettati, così dilettanteschi (hai mai letto Kant? hai analizzato le differenze tra la prima e la seconda edizione della Critica della Ragion Pura? hai riflettutto su come certi problemi teorici si trascinino fino al suo Opus postumum passando per la Critica del Giudizio?) reclamano un invito all'umiltà e alla modestia.
Non sei certo il primo che ha pensato di "cavarsela" trovando incoerenze in Kant. Mai sentito parlare di Norman Kemp Smith? Ha proposto una sua "teoria del patchwork": Kant avrebbe pubblicato la prima edizione della Critica della Ragion Pura mettendo insieme più o meno a caso foglietti sparsi di appunti. E sarebbe nata così una delle opere fondamentali nella storia del pensiero umano? Ridicolo.
Così come è ridicolo pensare di far fuori Kant affermando spavaldamente che è "contraddittorio".
Se poi lo dice uno che quando fa riferimento a Wittgenstein pensa solo al Tractatus trascurando (ignorando?) l'evoluzione successiva del suo pensiero....


la sua reazione mi sembra, a mio parere, che vada oltre le righe che lei ha scritto. Per prima cosa io ho letto Kant, e tutto..
inoltre ho studiato Kant dai testi di G.Fornero e N.Abbagnano, dai testi di L.Geymonat, sono consapevole dei periodi della filosofia di Kant e sò per certo che la metà delle osservazioni filosofiche che Kant fa all'interno della Critica della Ragion Pura (come le categorie ed altro...) ancora oggi sono dubbiose e poche chiare, e per tale ragione ancora oggi si fanno studi e congetture in merito, come quello del signor Kemp Smith. Colui che afferma che Kant è contraddittorio è il filosofo Jacobi, la invito a fare una ricerca in merito o a leggersi i testi enciclopedici di filosofia di G.Fornero e N.Abbagano... non ho intenzione di spiegarglielo io giacchè ciò che dico è visto come una "baggianata" o addirittura altro (mi avvalgo di citare i filosofi che fanno tali osservazione, così facendo forse difficilmente si possa dire nei loro confronti che sono dei "ciarlatani" o dilettanti)... Che Kant contribuisce ad alimentare il fuoco della filosofia occidentale non è messo in discussione da parte mia, dal tronde con le osservazioni logiche di Jacobi, a riguardo della contraddittorietà della filosofia teoretica di Kant, si viene a sviluppare la filosofia idealista, e via dicendo... ma così facendo ci collochiamo più sul piano direi quasi di "revisionismo filosofico", che non è ciò di cui stiamo parlando . Il mio cenno al Tractatus era solo come risposta ad un precedente messaggio, sono ben consapevole dell'evoluzione del pensiero di Wittgenstein. Ribadisco che non mi sento un dilettante nè uno spavaldo, eppure potrei dire la stessa cosa nei suoi confronti ma non lo faccio poichè la cosa, a mio parere, viene vista più come provocazione piuttosto che altro. Il suo mi sembra un atteggiamento ben evidenziato da Thomas Kuhn solo che, in questo contesto, lo scienziato sembra essere un filosofo (o altro, non so).
Cordiali saluti

garnak.olegovitc1
Salve Sergio,

"Sergio":
[quote="garnak.olegovitc"]sarei curioso di sapere da che punto di vista lei si tiene stretto Kant, teoretico o morale o estetico. Da quello che ho letto lei non se lo tiene stretto moralmente parlando, allora tra teoretico ed estetico quale dei due? Ricordo che Kant studia solamente queste tre forme dell'essere umano.

Discussioni come quelle contenute in questo topic e altri simili non mi piacciono (diciamo che non mi piacciono più per il tenore che hanno preso).
Rispondo brevemente alla tua "curiosità" perché, come si dice, "chiedere è lecito, rispondere è cortese".
a) mi tengo ben stretto sia il Kant "teoretico" che quello "morale"; ti prego di perdonarmi, ma non ho né tempo né voglia di spiegarne i motivi, soprattutto considerando la piega che abitualmente prendono le discussioni su questi temi in un forum (sei utente da poco, quindi magari non lo sai, ma la piega eccessivamente "dilettantistica" - a mio parere patologica - che avevano preso le discussioni in una sezione "Filosofia della scienza" mi spinse a chiederne la chiusura; e così fu);
b) non mi risulta che "Kant studia solamente queste tre forme dell'essere umano"; esiste anche un suo pensiero politico;
c) sulla Rete in generale, e comunque qui, usa darsi del tu.[/quote]

ringrazio molto della tua risposta, la mia era semplice curiosità in merito. E' vero Kant analizza anche un pensiero politico (nei miei studi presso i testi di L. Geymonat ho letto di quest'altro pensiero) ma non rilevante ai fini della filosofia (anche politica), il pensiero politico di Kant viene tutt'oggi considerato speculativo. In conclusione avrei dovuto scrivere "principalmente" e non "solamente", a norma di maggiore rigorosità. Non ti spingo a spiegarmi le motivazioni del tuo attaccamento al Kant teoretico o morale, non le voglio sapere, ma spero che tu condivida con me che il Teoreticismo di Kant è contraddittorio tale ché esso non ha alcun senso logico-matematico.
E' un vero peccato che la sezione "Filosofia della Scienza" fu chiusa per motivi inerenti ad utenti dilettanti. D'altronde come direbbe Remo Bodei i giovani oggi si ingozzano di verità da fast food senza soffermarsi sul significato di esse o sulla totale comprensione di queste.
Cordiali saluti

garnak.olegovitc1
Salve ViciousGoblin,

"ViciousGoblin":

- Non possiamo dire con il linguaggio ciò che appartiene alla struttura, al massimo può essere mostrato, perché ogni linguaggio che usiamo appartiene a questa relazione, e non possiamo
saltare fuori dal linguaggio con il linguaggio.


da Wittgenstein ad oggi sono stati fatti enormi studi sul linguaggio sia da un punto di vista matematico che filosofico, ti dico che è possibile saltare fuori dal linguaggio con il linguaggio ... E poi, l'autore del Tractatus dice che non esiste alcuna verità al di fuori della matematica ..... ovvero non puoi attribuire un valore di verità, o vero o falso, alla proposizione "esiste Dio" se sei al di fuori della matematica... Quindi non ha senso la domanda "esiste Dio?", porsela al di fuori della matematica lo ha giacchè ciò ti porta ad una verità che è quella di non averne alcuna, verità, sulla domanda. Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Cordiali saluti

garnak.olegovitc1
Salve Lord K,

"Lord K":
Sono molto convinto in quanto Sergio ha scritto. Se vogliamo proseguire con logica, Dio è fede e quindi qualcosa di individuale e molto intimo, appena esce dall'individualità cominciano a nascere conflitti come giustamente fatto notare.

La scienza, non essendo di per sè individuale ma costruita sulla condivisione di conoscenza e sul progresso globale, credo sia all'opposto della fede! Nel mio modo di ragionare la fede è diciamo molto lontana dalla ragione che guida la scienza.

La domanda quindi è da porre a sè stessi nei limiti del "Dio, per me, esiste???", quale che sia la risposta è la risposta giusta, poichè è nella propria individualità! Anche qui, convincere qualcun altro (e quindi uscire dal nostro io) di questo fatto è scorretto e fuori luogo, sempre per gli asserti precedenti e genera aberrazioni mentali come lo sono il fondamentalismo islamico e quello cristiano (o di qualunque altrqa religione si parli che sfocia in questo)


quindi ogni essere umano ha una fede propria? Non per forza uguale a qualcun'altro? Se è così, allora perché parlare ancora di Dio e non di Dei; se così fosse il conflitto tra persone è conflitto tra Dei? Ma non può essere anche che dentro ognuno di noi vi sono diversi Dei? Insomma, si esalta così una vera e propria incomunicabilità sociale, eppure le persone si sposano, si uniscono, ovvero non hanno sempre conflitti!
Cordiali saluti

P.S.=Le volevo chiedere, quando lei parla di "io" lo intende filosoficamente o psicoanaliticamente.

garnak.olegovitc1
Salve Sergio,

"Sergio":

Aggiungo, per quanto mi riguarda, che mi tengo ben stretti Kant e Monod. Risposte di Kant alle due domande comprese.

Altro aspetto della faccenda. Un altro salto enorme sarebbe: "può Dio entrare nelle questioni del vivere sociale?". Anche qui la riposta è "meglio no". Perché? Perché non "esiste" (non si crede in) un solo dio. E se chi crede in un dio pretende che le regole che dalla sua convinzione derivano valgano per tutti, scatta subito il conflitto con chi crede in un altro dio e in altre regole.
Si chiama, oggi, "fondamentalismo". Uno dei mali del XXI secolo (non c'è dubbio su questo, vero? peccato che non si presenti solo nella versione islamica...).
E allora è meglio, appunto, che questo e quel dio (si chiamino Dio, Allah o Javè) restino fuori, assolutamente fuori, dalle questioni del vivere sociale come dalle questioni scientifiche.
Che rimanga una questione individuale.


sarei curioso di sapere da che punto di vista lei si tiene stretto Kant, teoretico o morale o estetico. Da quello che ho letto lei non se lo tiene stretto moralmente parlando, allora tra teoretico ed estetico quale dei due? Ricordo che Kant studia solamente queste tre forme dell'essere umano.
Cordiali saluti

garnak.olegovitc1
Salve mariodic,
ti posso dire che se tu vuoi dare un senso alla domanda "esiste Dio?, è come sostenere di attribuire un valore di verità (o vero o falso) alla proposizione "esiste Dio". Ora da un punto di vista matematico, Dio esiste ed è anche dimostrabile (ti invito a fare una ricerca in merito- http://www.maat.it/livello2/Godel-02.html -), ben diversa è la questione posta all'interno della fisica giacché il metodo di questa è diverso dal metodo matematico (il metodo matematico è ipotetico-deduttivo mentre quello fisico è sperimentale o induttivo). Nella fisica non ha senso porsi la domanda "esiste Dio" poichè anti-scientifica, uno scienziato infatti si pone domande non su chi o che cosa sono causa del fenomeno ma su come avviene questo.

"mariodic":

.............
In questo mio breve intervento mi limito a dire solo che per un'uomo di scienza, un'ateismo rigidamente chiuso, è una palla al piede che lo ostacola precludendogli decisive opportunità ed aperture massimamente nel campo della meccanica quantistica.
....


un ragionamento ed una constatazione a dir poco strana, forse ha più palle al piede un matematico ateo il quale pur sapendo del teorema sull'esistenza di Dio egli non ci crede, che un fisico.. e poi che c'entra la meccanica quantistica, questa studia i quanti non Dio, collegare la meccanica quantistica con Dio crea argomento paranoici, a mio parere.
Da quello che dici, Zichichi allora non ha palle al piede, però sempre meglio un fisico ateo con palle al piede che un Zichichi che palle al piede non ne hà ma spara delle balle impressionanti...

Cordiali saluti

vict85
Io penso semplicemente che la scienza sia l'attività umana della ricerca, la religione quella della risposte. Siccome sappiamo di partenza che la scienze e la mente umana non possono sondare qualsiasi cosa e che per quanto ci sforziamo la scienza non saprà mai tutto allora in quello che non sappiamo e non sapremo mai uno è libero di metterci o meno Dio. E' evidente che il metterci o meno dio dipenda solamente dalla nostra capacità o meno di presentarci di fronte alla nostra ignoranza, incompetenza e limitatezza senza averne paura ne soggezione. Ovviamente una cosa è credere in Dio e un'altra in una religione e seguirne come un cagnolino i dogmi anche quando questi vanno contro la scienza.

Io personalmente rido quando sento le trasmissioni tv dire che qualcosa non viene spiegato dalla scienza e quindi, secondo queste "pubblicità" (la trasmissione non la guardo neanche per sbaglio) questo implicherebbe (per un uso perverso del principio del terzo escluso) che la religione ha ragione. Se la scienza non spiega qualcosa, a parte che alle volte loro semplicemente non sanno o non accettano la spiegazione, vuol dire solo che o non interessa a nessuno scienziato saperlo oppure che un giorno ne sapremo di più ma che ancora non ci sono stati mezzi o ricerche adeguate.
Uno scienziato non può e non deve mettere Dio di fronte al metodo scientifico (come è stato fatto nel creazionismo in cui si ripudia Darwin perché la sua teoria non è perfetta sostituendola con risposte prefabbricate) per il resto può credere in quello che vuole. Nel senso che è libero di farlo. E in effetti di scienziati credenti ce ne sono.

mariodic
"Sergio":
[quote="mariodic"]"dell'unico IO del quale "IO" stesso conosce e sperimenta, di altri "IO" IO non ha esperienza.

Quindi quell'"IO" è una sorta di Robinson Crusoe senza nemmeno un Venerdì?[/quote]
fai tu

mariodic
"nato_pigro":
ha scritto:
No, da quando l'universo è un sitema logico?

Da quando esiste l'Osservatore. :!:

ninì2
"nato_pigro":
[quote="mariodic"]Una proposizione è vera fino a che non si riscontri una incoerenza nel sistema logico in cui essa è costruita.

Anzitutto: no. Una proposizione è vera se lo dimostri, visto che parli di un sistema logico.[/quote]
Tardivamente rispondo a questa osservazione di negazione di "nato pigro": è indiscutibile che per mostrare la coerenza di una proposizione -ovvero la sua incoerenza- bisogna costruire una dimostrazione nel rispetto della logica che appunto sostiene il sistema. Questo è lapalissiano, no?
Ringrazio "nato pigro" per l'attenzione prestata al mio post da Lui criticato.

ninì2
"Sergio":
[quote="mariodic"]Quanto all'esempio "oggi piove o non piove" rimane sempre la terza via, quella della "indecidibilità" nel senso di cui al teorema di Goedel.

E se si evitasse di sparare assurdità colossali come questa?[/quote]Si. Ma non sono proprio convinto che il valore di verità della proposizione "oggi piove" (che è più idonea di quella "oggi piove o non piove" per i fini di questa discussione) non sia sottoponibile all'analisi godeliana.

mariodic
"nato_pigro":
[quote="mariodic"]Una proposizione è vera fino a che non si riscontri una incoerenza nel sistema logico in cui essa è costruita.

Anzitutto: no. Una proposizione è vera se lo dimostri, visto che parli di un sistema logico.
"mariodic":
Quindi,

No, da quando l'universo è un sitema logico?
"mariodic":
la virità, nell'universo, non può dirsi mai assoluta per il solo fatto che l'Osservatore non sa se la proposizione non possa essere falsificata.

Come no? "oggi piove o non piove" io so benissimo che questa frase non può essere falsificata.
"mariodic":
Del pari la falsità di una proposizione è vera (nel senso che è falsa) fino a che non emerga uno proposizione.

Non ho capito... "fino a che non emerga uno proposizione"=?[/quote]E' vero, riguardo all'ultima osservazione c'era una svista di scrittura che ora ho corretto. Mi scuso.
Quanto all'esempio "oggi piove o non piove" rimane sempre la terza via, quella della "indecidibilità" nel senso di cui al teorema di Goedel.
Grazie per le osservazioni.

nato_pigro1
@mariodic: hai una particolarissima e sviluppatissima abilità nel non rispondere alle critiche che ti vengono fatte...

mariodic
[/quote]

Vorresti forse dire che per essere un buon fisico è necessario che uno sia un po' metafisico? (o
[/quote]Direi che la tua definizione -qui sopra riportata- è corretta nella sua stringatezza. In breve potrei aggiungere che, nel processo a ritroso nella ricerca della spiegazione delle spiegazioni di tutte le cose, si reggiunge ben presto la condizione in cui la catena strumentale, che dall'osservabile tende all'b]Osservatore, si confonde con gli oggetti logici (diciamo, per capirci, gli oggetti del pensiero o res cogita)che sono i primissimi anelli della catena stessa, sicchè la confusione, iperbolicamente crescente, impedisce l'avanzamento a ritroso, e qui ci si deve per forza arrestare. Rimane solo la possibilità di tentare un mero "passaggio al limite" del processo estendendolo linearmente verso la singolarità dell'IO . In tal modo è possibile fantasticare su cosa ci si può immaginare oltre il fronte di queòòa nebbia di confusione di cui prima accennavo.
In altre parole l'uomo di scienza dovrebbe modificare la sua tradizionale visione oggettivistica del mondo per dar spazio ad una visione soggettivistica. La meccanica quantistica è stata a suo tempo attaccata da due fronti: quello oggettivistico di Shroedinger e quello più stemperato ed aperto al soggettivismo, proprio come è stato l'attacco di Heisemberg. Le due matematiche mostrano la diversità procedurale delle interpretazioni della MC. L'interpretazione di Kopenagen è decisamente la svolta soggettivistica della visione del mondo a cui Heisemberg ha aderito.

mircoFN1
"mariodic":

.............
In questo mio breve intervento mi limito a dire solo che per un'uomo di scienza, un'ateismo rigidamente chiuso, è una palla al piede che lo ostacola precludendogli decisive opportunità ed aperture massimamente nel campo della meccanica quantistica.
....


A parte l'uso allegro dell'apostrofo, ma, di grazia, potresti argomentare un po' su tali 'palle ai piedi', 'massimamente' in 'meccanica quantistica'? :shock:
Vorresti forse dire che per essere un buon fisico è necessario che uno sia un po' metafisico? (o 'metà-fisico' :-D :-D :-D :-D)
Da questo punto di vista un ottimo esempio lo trovi in Zichichi, anche se nel suo caso la definizione 'metà-fisico' è già un'enorme concessione!

Secondo me, un uomo di scienza dovrebbe distinguere, ovviamente entro i limiti delle sue possibilità ma quanto più può, quello che vorrebbe che fosse da quello che, talvolta a dispetto delle sue previsioni o aspettative, effettivamente succede. Per questo lo scienziato dovrebbe stare alla larga dai dogmi, almeno quando esercita la sua professione. Quando poi è 'solo' un essere umano di fronte al mistero della vita e della morte inserito in una società fatta di educazione, indottrinamento e consuetudini, allora sono fatti suoi e questo non lo qualifica come scienziato.

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