Aleatorietà nel voto degli esami universitari
Inizio subito col dire che il titolo andrebbe corretto in "aleatorietà nel voto dei miei esami universitari", ma non volevo monopolizzare egocentricamente il titolo e chiunque voglia aggiungere proprie considerazioni/domande ben vengano.
Ma approfondiamo la domanda che vorrei porvi: mi trovo nella situazione di aver superato diversi esami all'università con un ventaglio voti che spazia da un 20 fino a 30, pur mettendo la medesima passione nello studio e impegnandomi allo stesso modo non riesco a mantenere votazioni coerenti tra i vari esami.
Di più, in realtà facendo esami vecchi (che trovo su moodle quando ho finito tutte le esercitazioni e "digerito" la teoria) in modo critico[nota]spegnendo tutto senza distrarmi ecc[/nota] noto che alcune prove non prenderei manco 18 e altre le completo con almeno (credo) un 28/29 e questa aleatorietà che non riesco a mantenere sotto controllo mi spaventa un sacco.
Mi preoccupa perché non capisco se sia normale che preparandosi al limite delle proprie capacità ci siano esercizi che proprio non vengano, li guardo da sopra da sotto di lato ma nulla... magari le risposte mi vengono dopo un giorno e questo sicuramente non è utile per un esame[nota]altre volte mai
[/nota]
Il fatto è che per me una preparazione dignitosa vorrebbe dire poter risolvere tutti gli esercizi in modo simile e questo a me non accade, mi sembra così di passare l'esame per cul* perché non è possibile che prendo 30 e poi non prendo manco 22. E mi dico "magari con la prova del 15 giugno 2018 non passavo (data a caso) e oggi si perché il professore è stato più buono".
Non riesco davvero a capire cosa sbaglio. Qualche idea?
Ma approfondiamo la domanda che vorrei porvi: mi trovo nella situazione di aver superato diversi esami all'università con un ventaglio voti che spazia da un 20 fino a 30, pur mettendo la medesima passione nello studio e impegnandomi allo stesso modo non riesco a mantenere votazioni coerenti tra i vari esami.
Di più, in realtà facendo esami vecchi (che trovo su moodle quando ho finito tutte le esercitazioni e "digerito" la teoria) in modo critico[nota]spegnendo tutto senza distrarmi ecc[/nota] noto che alcune prove non prenderei manco 18 e altre le completo con almeno (credo) un 28/29 e questa aleatorietà che non riesco a mantenere sotto controllo mi spaventa un sacco.
Mi preoccupa perché non capisco se sia normale che preparandosi al limite delle proprie capacità ci siano esercizi che proprio non vengano, li guardo da sopra da sotto di lato ma nulla... magari le risposte mi vengono dopo un giorno e questo sicuramente non è utile per un esame[nota]altre volte mai

Il fatto è che per me una preparazione dignitosa vorrebbe dire poter risolvere tutti gli esercizi in modo simile e questo a me non accade, mi sembra così di passare l'esame per cul* perché non è possibile che prendo 30 e poi non prendo manco 22. E mi dico "magari con la prova del 15 giugno 2018 non passavo (data a caso) e oggi si perché il professore è stato più buono".
Non riesco davvero a capire cosa sbaglio. Qualche idea?

Risposte
"gabriella127":
Poi nessuno ha mai detto, ne' Manetti ne' io, che non si deve fare l'eliminazione di Gauss [...]
Nemmeno io.
"gabriella127":
[...] ma che la sua sede è in altri corsi, e non nei corsi algebrici
Anche no.
Come ho scritto su il problema è questo:
"gabriella127":
nei corsi non-Manetti si facevano proprio quelle cose pivoting etc.
cioè si scende troppo in dettagli che stanno meglio altrove, cioè in Calcolo Numerico.
"gabriella127":
Ma poi non so che intendi di preciso con la 'versione standard'.
Quella che si applica senza troppo preoccuparsi del fatto algoritmico in sé (riordinando righe, scegliendo i pivot grandi, etc...).
Però stiamo finendo abbondantemente OT, eh...
@gugo82: l'esercizio secondo me è difficile se capita all'esame senza averne visto qualcuno simile per casa. E all'esame capitava uno così. Non so che soluzione hai in mente ma il docente si aspettava semplicemente di passare ai logaritmi, e viene pure pulito. Il problema è che non è L'Hopital diretto e neanche uno di quelli dove basta sapere gli sviluppetti in serie. E' chiaro che il tempo previsto per un esercizio così è di 5 minuti dato che si assume che l'idea sia nota, e che quindi in un esame teoricamente ti possono riempire altri 115 minuti stimati... e se ci metti 15 minuti anziché 5 stai andando fuori il tempo ottimale e così via...
Da come hai descritto l'iter di preparazione che fai ai tuoi studenti che "col cavolo che prendono tra 24 e 27" io penso invece sia proprio una collezione di metodi standard che una volta studiati permettono di sostenere l'esame ad una difficoltà molto diversa rispetto a chi ha seguito il corso in un altro anno. Anche perché li devo ancora conoscere studenti che prendono 30 agevolmente senza fare meta-preparazione (= prepararsi alle domande dell'esame) col docente del corso.
A Roma in diversi corsi ho visto pure la situazione del singolo tutor (1 per corso) dottorando. E non mi è sembrato nulla di simile a ciò che avviene nel regno unito in realtà. Probabilmente sì, è questione di soldi.
Da come hai descritto l'iter di preparazione che fai ai tuoi studenti che "col cavolo che prendono tra 24 e 27" io penso invece sia proprio una collezione di metodi standard che una volta studiati permettono di sostenere l'esame ad una difficoltà molto diversa rispetto a chi ha seguito il corso in un altro anno. Anche perché li devo ancora conoscere studenti che prendono 30 agevolmente senza fare meta-preparazione (= prepararsi alle domande dell'esame) col docente del corso.
A Roma in diversi corsi ho visto pure la situazione del singolo tutor (1 per corso) dottorando. E non mi è sembrato nulla di simile a ciò che avviene nel regno unito in realtà. Probabilmente sì, è questione di soldi.
Be', però è un esame base di primo anno, e con variabilità dei programmi si scontrano i neoiscritti al primo semestre.
Poi nessuno ha mai detto, ne' Manetti ne' io, che non si deve fare l'eliminazione di Gauss
(che poi a me piace pure, ero l'asso del trovare le inverse delle matrici
), ma che la sua sede è in altri corsi, e non nei corsi algebrici: nei corsi non-Manetti si facevano prioprio quelle cose pivoting etc.
Ma poi non so che intendi di preciso con la 'versione standard'.
Poi nessuno ha mai detto, ne' Manetti ne' io, che non si deve fare l'eliminazione di Gauss
(che poi a me piace pure, ero l'asso del trovare le inverse delle matrici

Ma poi non so che intendi di preciso con la 'versione standard'.
@ Gabriella: Allora vedi che ho ragione... 
"Algebra Lineare" è l'equivalente di "Storia ed uso della pialla nella falegnameria contemporanea e tradizionale": è un corso con un nome molto specifico per il quale devi scegliere di trattare un argomento specifico e tecniche specifiche (anche perché è seguito da corsi di Geometria puri).[nota]Da me quest'imbarazzo non c'era: Algebra Lineare era insegnata sia in Geometria I, sia in Algebra; mentre nel primo (brutto, uno dei peggiori che ricordi) corso si vedevano solo gli spazi finito-dimensionali, nel secondo la trattazione (seppur più contenuta, perché AL non era la parte fondamentale del corso) era di più ampio respiro. Questa possibilità era dovuta ad una scelta interessante: i primi moduli di Gemetria I ed Algebra erano impartiti al primo semestre del primo anno; ma, mentre il secondo modulo di Geometria I era al secondo semestre del primo anno, quello di Algebra (con la parte di Moduli e Spazi Vettoriali) era al secondo semestre del secondo anno.[/nota]
Quindi sono d'accordo che la parte di Geometria Analitica in 3D possa essere anche tralasciata.
Tuttavia, mi permetto di dissentire sul metodo di Gauss (mi riferisco alla versione "standard", non a quelle cose più brutte col pivoting, le decomposizioni, etc... che si vedono in Calcolo Numerico): fondamentalmente, è uno dei modi (forse quello più importante) in cui le nozioni di Algebra Lineare sono applicate alla risoluzione di problemi reali.
@ xXStephXx: L'esercizio sulla media aritmetica è un esercizio in cui si utilizzano tecniche standard, quindi non mi pare un granché come esempio. Ed il fatto che tu ed i tuoi studenti non l'abbiate mai svolto non è proprio indicativo di alcunché (se non del fatto che il lavoro coi parametri è considerato una seccatura e, usualmente, non si propone troppo o in versioni troppo spinte)... Meglio: forse è più indicativo del fatto che tu non sia un analista che di altro.
Poi: le università inglesi hanno i soldi per pagare i tutor, qui non ce li hanno o ne hanno molti meno.
Tutte le volte che ho avuto un incarico di tutorato, ho svolto le esercitazioni ed ho presenziato allo svolgimento di prove scritte, ma il titolare del corso non mi ha mai lasciato l'incombenza di correggere i compiti; viceversa, ho dato una mano a fare esami orali e decidevo domande e voto in autonomia.
Analogamente, tutte le volte che ho avuto incarichi di docenza, ho fatto svolgere le esercitazioni ai tutor, ma per gli esami ho fatto tutto da me.
Quindi, quello che ti pare un meccanismo oliato per il controllo degli esami non lo è. Tutto quel casino, probabilmente, è messo su perché i docenti distribuiscono le correzioni ad altri (i tutor) e devono essere sicuri che gli studenti non si lamentino di eventuali discrepanze nei risultati dei test.

"Algebra Lineare" è l'equivalente di "Storia ed uso della pialla nella falegnameria contemporanea e tradizionale": è un corso con un nome molto specifico per il quale devi scegliere di trattare un argomento specifico e tecniche specifiche (anche perché è seguito da corsi di Geometria puri).[nota]Da me quest'imbarazzo non c'era: Algebra Lineare era insegnata sia in Geometria I, sia in Algebra; mentre nel primo (brutto, uno dei peggiori che ricordi) corso si vedevano solo gli spazi finito-dimensionali, nel secondo la trattazione (seppur più contenuta, perché AL non era la parte fondamentale del corso) era di più ampio respiro. Questa possibilità era dovuta ad una scelta interessante: i primi moduli di Gemetria I ed Algebra erano impartiti al primo semestre del primo anno; ma, mentre il secondo modulo di Geometria I era al secondo semestre del primo anno, quello di Algebra (con la parte di Moduli e Spazi Vettoriali) era al secondo semestre del secondo anno.[/nota]
Quindi sono d'accordo che la parte di Geometria Analitica in 3D possa essere anche tralasciata.
Tuttavia, mi permetto di dissentire sul metodo di Gauss (mi riferisco alla versione "standard", non a quelle cose più brutte col pivoting, le decomposizioni, etc... che si vedono in Calcolo Numerico): fondamentalmente, è uno dei modi (forse quello più importante) in cui le nozioni di Algebra Lineare sono applicate alla risoluzione di problemi reali.
@ xXStephXx: L'esercizio sulla media aritmetica è un esercizio in cui si utilizzano tecniche standard, quindi non mi pare un granché come esempio. Ed il fatto che tu ed i tuoi studenti non l'abbiate mai svolto non è proprio indicativo di alcunché (se non del fatto che il lavoro coi parametri è considerato una seccatura e, usualmente, non si propone troppo o in versioni troppo spinte)... Meglio: forse è più indicativo del fatto che tu non sia un analista che di altro.
Poi: le università inglesi hanno i soldi per pagare i tutor, qui non ce li hanno o ne hanno molti meno.
Tutte le volte che ho avuto un incarico di tutorato, ho svolto le esercitazioni ed ho presenziato allo svolgimento di prove scritte, ma il titolare del corso non mi ha mai lasciato l'incombenza di correggere i compiti; viceversa, ho dato una mano a fare esami orali e decidevo domande e voto in autonomia.
Analogamente, tutte le volte che ho avuto incarichi di docenza, ho fatto svolgere le esercitazioni ai tutor, ma per gli esami ho fatto tutto da me.
Quindi, quello che ti pare un meccanismo oliato per il controllo degli esami non lo è. Tutto quel casino, probabilmente, è messo su perché i docenti distribuiscono le correzioni ad altri (i tutor) e devono essere sicuri che gli studenti non si lamentino di eventuali discrepanze nei risultati dei test.
No, no xXStephXx, sull'età hai capito benissimo, è che io sono laureata in Economia, e poi sono andata a studiare matematica da zero, piantata sui banchi come uno scolaretto, in età avanzata.
Sui colloqui di lavoro, sì, erano molti anni fa, roba davvero deprimente. La cosa più importante per una donna era il fidanzato.
Sui colloqui di lavoro, sì, erano molti anni fa, roba davvero deprimente. La cosa più importante per una donna era il fidanzato.
Non so perché ma credevo che avessi 20-30 anni in più di me. Invece ora ho capito che forse siamo quasi coetanei! Allora sì, alla Sapienza era esattamente così anche 4 anni fa, quando ho finito la magistrale.
"xXStephXx":
Non si arriva ad una variabilità tale che un anno si vede la forma canonica di Jordan e l'anno dopo ci si ferma all'eliminazione di Gauss e diagonalizzazione (come mi è successo quando studiavo a Roma).[...]
Di contro però in Italia, pur con molta disorganizzazione, si fanno argomenti più avanzati e la presenza dell'esame orale è fondamentale per capire la teoria.
Visto che si parla di Roma, e di algebra lineare, a questo punto faccio l'esempio della mia esperienza (certo di tempo fa e caso mai 'locale') qui a Roma e con algebra lineare, del primo anno.
Io feci un corso di algebra lineare con un professore, pure molto bravo, che dedicava una parte di corso, pure abbondante, all'eliminazione di Gauss e a rette e piani.
Un po' di tempo dopo, ci fu il corso di un altro professore, in cui eliminazione di Gauss e rette e piani non ci stavano proprio, ma ci stavano molti più argomenti strettamente algebrici, era un programma più approfondito e ampio algebricamente, dedicava molta parte ad argomenti algebrici non trattati in altri corsi.
Poiché trovavo fosse interessante e desideravo raccogliere materiale realtivo al corso, andai a parlare con questo professore, anche perché poi era il mio professore di geometria preferito. In effetti posso anche dire il nome, tanto ne posso parlare solo bene, lo trovo un professore profondo e sofisticato, è Marco Manetti.
E gli dissi che preferivo il suo programma, perché l'algebra lineare mi piaceva molto, ma odiavo eliminazione di Gauss e rette e piani, non in sé, ma perché spezzavano la trattazione algebrica.
E lui mi disse, che no, eliminazione di Gauss andava fatta in analisi numerica, e rette e piani in geometria, non in algebra lineare.
Questo a conferma di quello che dice xXStephXn, che in Italia si fanno cose più avanzate, ma più variabili e che stai fresco a fare l'esame con Manetti avendo seguito il corso dell'altro professore o viceversa.
Il programma dei corsi standard (primi 3 anni su 4) è poco variabile. Non si arriva ad una variabilità tale che un anno si vede la forma canonica di Jordan e l'anno dopo ci si ferma all'eliminazione di Gauss e diagonalizzazione (come mi è successo quando studiavo a Roma). I testi degli esami vengono approvati da una commissione. La correzione funziona che ogni correttore corregge un singolo esercizio a tutti gli studenti con lo stesso marking scheme deciso dal titolare del corso. Alla fine si fanno le somme e si studia la distribuzione. Se appare significativamente diversa dallo storico di quell'esame avviene una specie di normalizzazione. All'inizio credevo fosse una cosa facilona ma poi ho capito che se ci sono stranezze evidenti è più probabile che ci sia stata un'inefficienza nella gestione del corso piuttosto che un netto cambiamento nel campione di 300 studenti che hanno fatto l'esame.
Di contro però in Italia, pur con molta disorganizzazione, si fanno argomenti più avanzati e la presenza dell'esame orale è fondamentale per capire la teoria. Non arriverei a togliere l'orale per rendere l'esame più oggettivo ma neanche al punto che si possa prevedere la difficoltà sulla base del docente che tiene il corso (cosa che decisamente in Italia avviene).
Mi è venuto in mente un esempio di esercizio che può essere facile se si sa cosa guardare e difficile altrimenti (questo l'ho visto da tutor e so che è un esempio classico che spiega come mai la media geometrica ha senso di esistere ed è definita proprio in quel modo ma.... no, non l'avevo mai risolto e ovviamente manco gli studenti
).
$\lim_{x \to 0 } ((a^x + b^x)/2)^{1/x}$
...Poi però sulle note del corso c'era qualche esempio di limiti risolti per valutazione tramite una funzione...
Di contro però in Italia, pur con molta disorganizzazione, si fanno argomenti più avanzati e la presenza dell'esame orale è fondamentale per capire la teoria. Non arriverei a togliere l'orale per rendere l'esame più oggettivo ma neanche al punto che si possa prevedere la difficoltà sulla base del docente che tiene il corso (cosa che decisamente in Italia avviene).
Mi è venuto in mente un esempio di esercizio che può essere facile se si sa cosa guardare e difficile altrimenti (questo l'ho visto da tutor e so che è un esempio classico che spiega come mai la media geometrica ha senso di esistere ed è definita proprio in quel modo ma.... no, non l'avevo mai risolto e ovviamente manco gli studenti

$\lim_{x \to 0 } ((a^x + b^x)/2)^{1/x}$
...Poi però sulle note del corso c'era qualche esempio di limiti risolti per valutazione tramite una funzione...
@ xXStephXx: Mi hai lasciato con una curiosità, però...
Riprendo da un mio post precedente:
Controllo centralizzato?
[/quote]
Decisamente lasciato al caso. Io preferisco l'omologazione della difficoltà e della distribuzione dei voti come avviene in UK. Ciò sarebbe fattibile anche senza abbassare la qualità didattica. Anzi...[/quote]
Intendevo chiedere cosa significhi per te "controllo centralizzato". Insomma, come avviene in UK? Non ne ho idea...
Ci sono test standardizzati cui ogni docente di ogni università attinge?
Che ogni esame ha la sua griglia di correzione pronta calata dal consiglio di dipartimento?
Riprendo da un mio post precedente:
"xXStephXx":
[quote="gugo82"][quote="xXStephXx"]1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
Controllo centralizzato?
[/quote]
Decisamente lasciato al caso. Io preferisco l'omologazione della difficoltà e della distribuzione dei voti come avviene in UK. Ciò sarebbe fattibile anche senza abbassare la qualità didattica. Anzi...[/quote]
Intendevo chiedere cosa significhi per te "controllo centralizzato". Insomma, come avviene in UK? Non ne ho idea...
Ci sono test standardizzati cui ogni docente di ogni università attinge?
Che ogni esame ha la sua griglia di correzione pronta calata dal consiglio di dipartimento?
Io ho studiato matematica pura.
Geometria algebrica: appena si usciva poco fuori dal già visto gli esercizi erano tutti difficilissimi, anche a detta del prof che teneva il corso.
Meccanica razionale: difficile avere l'idea giusta in una o due ore se capita un esercizio diverso dal "descrivi le orbite, trova i punti di equilibrio, di che equilibrio si tratta?".
Analisi: va bè, finché ci sono dimostrazioni concettuali sulla teoria della misura e sulla topologia passi... Se capita un limite non-standard c'è poco da fare. Non viene subito. Come pure se c'è un'equazione differenziale che viene in modo non ovvio.
Algebra: A volte per avere l'idea giusta bisogna fare correttamente tante prove a mano, a meno che non si sa già più o meno cosa cercare... Qua ci sto facendo il dottorato e lo confermo ancora adesso. C'è tanta struttura teorica ma pure tante cose che o si sanno o c'è parecchio da cercare.
____
Se l'autore dice: è normale prendere dal 20 al 30 studiando tutti i corsi con lo stesso impegno? Assolutamente sì. Chi prende tutti 30 (e io pure avevo 29.6 alla magistrale e un po' di più alla triennale) non prepara tutti gli esami con lo stesso impegno ma li prepara con criterio. E spesso chi va molto bene studia in gruppo e condivide domande, recensioni e pareri sui corsi con altri che a loro volta vanno bene (e non solo).
Se l'autore dice: è normale che alcuni esami vecchi non li so fare bene pur avendo assimilato gli argomenti? Assolutamente sì. Ci sono esami dove non arriverei a 18 senza sapere cos'è stato fatto durante il corso.
Geometria algebrica: appena si usciva poco fuori dal già visto gli esercizi erano tutti difficilissimi, anche a detta del prof che teneva il corso.
Meccanica razionale: difficile avere l'idea giusta in una o due ore se capita un esercizio diverso dal "descrivi le orbite, trova i punti di equilibrio, di che equilibrio si tratta?".
Analisi: va bè, finché ci sono dimostrazioni concettuali sulla teoria della misura e sulla topologia passi... Se capita un limite non-standard c'è poco da fare. Non viene subito. Come pure se c'è un'equazione differenziale che viene in modo non ovvio.
Algebra: A volte per avere l'idea giusta bisogna fare correttamente tante prove a mano, a meno che non si sa già più o meno cosa cercare... Qua ci sto facendo il dottorato e lo confermo ancora adesso. C'è tanta struttura teorica ma pure tante cose che o si sanno o c'è parecchio da cercare.
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Se l'autore dice: è normale prendere dal 20 al 30 studiando tutti i corsi con lo stesso impegno? Assolutamente sì. Chi prende tutti 30 (e io pure avevo 29.6 alla magistrale e un po' di più alla triennale) non prepara tutti gli esami con lo stesso impegno ma li prepara con criterio. E spesso chi va molto bene studia in gruppo e condivide domande, recensioni e pareri sui corsi con altri che a loro volta vanno bene (e non solo).
Se l'autore dice: è normale che alcuni esami vecchi non li so fare bene pur avendo assimilato gli argomenti? Assolutamente sì. Ci sono esami dove non arriverei a 18 senza sapere cos'è stato fatto durante il corso.
"gabriella127":
Be', sono esperienze 'locali', non è che si può generalizzare a tutte le università.
Per me si tratta di buona organizzazione e buon senso nella didattica, non di esperienze locali.
Anzi, trovo assurdo che altrove ci sia tutto 'sto casino...
Be', sono esperienze 'locali', non è che si può generalizzare a tutte le università.
"gabriella127":
[quote="ILjumpy"]
Mi pare di capire che anche gabriella e marco avessero avuto la mia impressione
Per me confermo![/quote]
Beh, allora orgoglioso di essere (stato) controcorrente...

"ILjumpy":
Mi pare di capire che anche gabriella e marco avessero avuto la mia impressione
Per me confermo!
Sono riuscito a recuperare la lettura di tutti voi con molto interesse 
Mi pare di capire che anche gabriella e marco avessero avuto la mia impressione
In ogni caso mi paice molto leggere le varie risposte e vi ringrazio per aver condiviso!
Spero si aggiungano altri

Mi pare di capire che anche gabriella e marco avessero avuto la mia impressione
"xXStephXx":
Alcuni esami sono soggettivamente difficili in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.![]()
(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
[...]
Ma se il punto è performare da 30 in 2 ore di tempo senza ripasso e senza consultare il materiale di quel corso io ci credo pochino.
"marco2132k":Comunque questo nella mia esperienza è verissimo.[/quote]
[quote="gabriella127"]Se non studi seguendo il corso e usando il materiale specifico di quell'esame è molto più difficile (devi in genere piantare le tende lì e prendere tutti gli appunti del corso) , sì puoi pure studiare da solo su altri libri e fare un miliardo di esercizi, ma con i programmi ridotti, questi ultimi sono molto 'ritagliati'.
Quindi devi studiare il triplo sperando di beccare le cose giuste per l'esame.
In ogni caso mi paice molto leggere le varie risposte e vi ringrazio per aver condiviso!
Spero si aggiungano altri

"gabriella127":Comunque questo nella mia esperienza è verissimo.
Se non studi seguendo il corso e usando il materiale specifico di quell'esame è molto più difficile (devi in genere piantare le tende lì e prendere tutti gli appunti del corso) , sì puoi pure studiare da solo su altri libri e fare un miliardo di esercizi, ma con i programmi ridotti, questi ultimi sono molto 'ritagliati'.
Quindi devi studiare il triplo sperando di beccare le cose giuste per l'esame.
Nooo, quale libro di Bertsch!
E' solo che non c'era una standardizzazione, forse ora c'è più organizzazione, ogni professore faceva come riteneva meglio, alcuni scrivevano dispense, che quando c'erano erano una mano santa, ma spesso arrivavano a babbo morto, ad esempio il corso cominciava a ottobre e le dispense arrivavano il 23 dicembre...
(sic)
E molti erano professori bravissimi, sopra la media, molto sofisticati. Io ho fatto i corsi da analisi 1 a analisi reale con un gruppoo di professori bravissimi, che ricordo ancora con gratitudine, e le cui dispense consulto ancora, proprio perché superiori a tante altre, ma insomma, ti dovevi attaccare ai loro corsi filo e per segno.
E cose analoghe potrei raccontarti per algebra lineare
E' solo che non c'era una standardizzazione, forse ora c'è più organizzazione, ogni professore faceva come riteneva meglio, alcuni scrivevano dispense, che quando c'erano erano una mano santa, ma spesso arrivavano a babbo morto, ad esempio il corso cominciava a ottobre e le dispense arrivavano il 23 dicembre...

E molti erano professori bravissimi, sopra la media, molto sofisticati. Io ho fatto i corsi da analisi 1 a analisi reale con un gruppoo di professori bravissimi, che ricordo ancora con gratitudine, e le cui dispense consulto ancora, proprio perché superiori a tante altre, ma insomma, ti dovevi attaccare ai loro corsi filo e per segno.
E cose analoghe potrei raccontarti per algebra lineare
"gabriella127":
Io mi riferisco a corsi base, di primo anno o giù di lì.
Era proprio così come ho detto, certo c'erano corsi più organizzati e altri meno.
Ma i programmi non erano affatto standardizzati, ogni corso e ogni professore faceva cose sue, ma anche per corsi di analisi e di algebra lineare del primo anno.
Chi faceva liminf elimsup, e chi no, chi faceva la dimostrazione del teorema di unicità e di esistenza per le equazioni differenziali con Picard e chi con il teorema delle contrazioni, chi faceva in più variabili e chi no, non ne parliamo di curve e superfici..., chi metteva un capitolo di analisi complessa e chi no, chi faceva gli o-piccolo e chi no, chi faceva gli spazi metrici e chi no, e di tutto e di più, e così anche per algebra lineare.
Programmi diversi, per scelta di argomenti e modo di farli, dato soprattutto il limite di tempo ogni professore doveva scegliere.
Poi vabbe', ad uno sguardo maturo sembrano cose standard, ma non per chi li fa la prima volta.
No, vabbé, questo no.
Almeno da dove provengo io, sui programmi dei corsi di base c'è abbastanza accordo. Poi, ovviamente, ogni docente tratta gli argomenti a seconda del proprio background e delle proprie preferenze; ma i nuclei sono chiari e le deviazioni poche.
P.S.: Da quel che racconti, mi pare che qualche docente usasse il libro di Bertsch.
Io mi riferisco a corsi base, di primo anno o giù di lì.
Era proprio così come ho detto, certo c'erano corsi più organizzati e altri meno.
Ma i programmi non erano affatto standardizzati, ogni corso e ogni professore faceva cose sue, ma anche per corsi di analisi e di algebra lineare del primo anno.
Chi faceva liminf elimsup, e chi no, chi faceva la dimostrazione del teorema di unicità e di esistenza per le equazioni differenziali con Picard e chi con il teorema delle contrazioni, chi faceva in più variabili e chi no, non ne parliamo di curve e superfici..., chi metteva un capitolo di analisi complessa e chi no, chi faceva gli o-piccolo e chi no, chi faceva gli spazi metrici e chi no, e di tutto e di più, e così anche per algebra lineare.
Programmi diversi, per scelta di argomenti e modo di farli, dato soprattutto il limite di tempo ogni professore doveva scegliere.
Poi vabbe', ad uno sguardo maturo sembrano cose standard, ma non per chi li fa la prima volta.
Era proprio così come ho detto, certo c'erano corsi più organizzati e altri meno.
Ma i programmi non erano affatto standardizzati, ogni corso e ogni professore faceva cose sue, ma anche per corsi di analisi e di algebra lineare del primo anno.
Chi faceva liminf elimsup, e chi no, chi faceva la dimostrazione del teorema di unicità e di esistenza per le equazioni differenziali con Picard e chi con il teorema delle contrazioni, chi faceva in più variabili e chi no, non ne parliamo di curve e superfici..., chi metteva un capitolo di analisi complessa e chi no, chi faceva gli o-piccolo e chi no, chi faceva gli spazi metrici e chi no, e di tutto e di più, e così anche per algebra lineare.
Programmi diversi, per scelta di argomenti e modo di farli, dato soprattutto il limite di tempo ogni professore doveva scegliere.
Poi vabbe', ad uno sguardo maturo sembrano cose standard, ma non per chi li fa la prima volta.
"gabriella127":
Se non studi seguendo il corso e usando il materiale specifico di quell'esame è molto più difficile (devi in genere piantare le tende lì e prendere tutti gli appunti del corso) , sì puoi pure studiare da solo su altri libri e fare un miliardo di esercizi, ma con i programmi ridotti, questi ultimi sono molto 'ritagliati'.
Quindi devi studiare il triplo sperando di beccare le cose giuste per l'esame.
Guarda, posso anche essere d'accordo con te, ma credo che questo problema sia limitato solo a pochi corsi, molto specialistici, di materie "tecniche"...
In altri termini, se tieni un corso del 3° anno o della magistrale che si intitola:
Storia ed uso della pialla nella falegnameria contemporanea e tradizionale, con laboratorio
ed usi come riferimento il testo di M. Geppetto, La costruzione di Pinocchio - con schede tecniche, Ed. Collodi (anche se gli stessi argomenti sono trattati in altri testi -pure consigliati- come quello di M. Ciliegia o di K. Buddha, ma sotto altri punti di vista)[nota]Pretendo i complimenti per l'inventiva e metto il (c) sul nome del corso.

[list=1][*:ajmnup7i] hai meno margine di manovra, perché l'argomento del corso è troppo specifico
[/*:m:ajmnup7i]
[*:ajmnup7i] non hai troppo materiale precostruito da cui trarre esercizi per arrangiare esami per -diciamo- 4 o 5 anni di fila
[/*:m:ajmnup7i]
[*:ajmnup7i] puoi essere esperto in falegnameria, ma non nell'uso della pialla (perché ti piace più la raspa), oppure puoi conoscere l'uso della pialla ma non la storia della falegnameria, etc...[/*:m:ajmnup7i][/list:o:ajmnup7i]
In questi casi è normale che un docente vada ad attingere materiale dal testo per confezionare gli esami.
D'altra parte, se tieni corsi di base (tanto per dire, quelli di Matematica oppure quelli caratterizzanti di base dei singoli cc.dd.ll. dei primi anni delle facoltà scientifiche) devi insegnare e testare uno spettro largo di conoscenze e tecniche di base, quindi focalizzarsi troppo sugli esercizi e sulle tecniche usate in un unico testo non ha alcun senso.