Aleatorietà nel voto degli esami universitari
Inizio subito col dire che il titolo andrebbe corretto in "aleatorietà nel voto dei miei esami universitari", ma non volevo monopolizzare egocentricamente il titolo e chiunque voglia aggiungere proprie considerazioni/domande ben vengano.
Ma approfondiamo la domanda che vorrei porvi: mi trovo nella situazione di aver superato diversi esami all'università con un ventaglio voti che spazia da un 20 fino a 30, pur mettendo la medesima passione nello studio e impegnandomi allo stesso modo non riesco a mantenere votazioni coerenti tra i vari esami.
Di più, in realtà facendo esami vecchi (che trovo su moodle quando ho finito tutte le esercitazioni e "digerito" la teoria) in modo critico[nota]spegnendo tutto senza distrarmi ecc[/nota] noto che alcune prove non prenderei manco 18 e altre le completo con almeno (credo) un 28/29 e questa aleatorietà che non riesco a mantenere sotto controllo mi spaventa un sacco.
Mi preoccupa perché non capisco se sia normale che preparandosi al limite delle proprie capacità ci siano esercizi che proprio non vengano, li guardo da sopra da sotto di lato ma nulla... magari le risposte mi vengono dopo un giorno e questo sicuramente non è utile per un esame[nota]altre volte mai
[/nota]
Il fatto è che per me una preparazione dignitosa vorrebbe dire poter risolvere tutti gli esercizi in modo simile e questo a me non accade, mi sembra così di passare l'esame per cul* perché non è possibile che prendo 30 e poi non prendo manco 22. E mi dico "magari con la prova del 15 giugno 2018 non passavo (data a caso) e oggi si perché il professore è stato più buono".
Non riesco davvero a capire cosa sbaglio. Qualche idea?
Ma approfondiamo la domanda che vorrei porvi: mi trovo nella situazione di aver superato diversi esami all'università con un ventaglio voti che spazia da un 20 fino a 30, pur mettendo la medesima passione nello studio e impegnandomi allo stesso modo non riesco a mantenere votazioni coerenti tra i vari esami.
Di più, in realtà facendo esami vecchi (che trovo su moodle quando ho finito tutte le esercitazioni e "digerito" la teoria) in modo critico[nota]spegnendo tutto senza distrarmi ecc[/nota] noto che alcune prove non prenderei manco 18 e altre le completo con almeno (credo) un 28/29 e questa aleatorietà che non riesco a mantenere sotto controllo mi spaventa un sacco.
Mi preoccupa perché non capisco se sia normale che preparandosi al limite delle proprie capacità ci siano esercizi che proprio non vengano, li guardo da sopra da sotto di lato ma nulla... magari le risposte mi vengono dopo un giorno e questo sicuramente non è utile per un esame[nota]altre volte mai

Il fatto è che per me una preparazione dignitosa vorrebbe dire poter risolvere tutti gli esercizi in modo simile e questo a me non accade, mi sembra così di passare l'esame per cul* perché non è possibile che prendo 30 e poi non prendo manco 22. E mi dico "magari con la prova del 15 giugno 2018 non passavo (data a caso) e oggi si perché il professore è stato più buono".
Non riesco davvero a capire cosa sbaglio. Qualche idea?

Risposte
"gugo82":
[quote="gabriella127"]
ma tu ti sei laureato con la quadriennale?
Come molti studenti della mia generazione sono rimasto intrappolato in qualcosa che non era una laurea v.o. né un 3+2.
Mi sono iscritto nel 2000/2001. Il corso di laurea si chiamava pomposamente Matematica - nuovo ordinamento, [...] lla media). "Né carne né pesce, la mia angoscia non decresce" cantavano anni fa gli EELST.
[/quote]
Conosco il fenomeno, che ha toccato molte persone dei tuoi anni, e anche molte persone più in là con gli anni, che avevano cominciato con il vecchio ordinamemto, e poi si sono ritrovate con il 3+2, ma potevano scegliere.
Molte di loro hanno optato per il 3+2, e poi si sono amaramente pentite, hanno detto che si faceva più fatica che con il v.o.
Io (data l'età ho fatto l'università con il tirannosaurus rex) sono laureata con la quadriennale, poi sono capitata a matematica che c'era la triennale.
Sono rimasta spiazzata, e con me altre persone che avevano fatto il v.o., non riconoscevamo l'università così come l'avevamo conosciuta.
Poi, vabbe', a tutto ci si abitua.
Ma l'impressione che ho avuto, tornando in tema, è che le cose (viste dal lato studenti) stanno nella triennale come dice xXStephenXx.
Se non studi seguendo il corso e usando il materiale specifico di quell'esame è molto più difficile (devi in genere piantare le tende lì e prendere tutti gli appunti del corso) , sì puoi pure studiare da solo su altri libri e fare un miliardo di esercizi, ma con i programmi ridotti, questi ultimi sono molto 'ritagliati'.
Quindi devi studiare il triplo sperando di beccare le cose giuste per l'esame.
Una cosa che dicevo allora quando stavo a matematica, ed era la pura e semplice verità, che lì la cosa più difficile non era la matematica, ma capire che cosa si portava all'esame (non sto a dirti qualche episodio, perché sarebbe troppo lungo).
Forse ora c'è più organizzazione, non so.
Nella quadriennale, almeno quella che ho fatto io, non era così, molto più facile gestirsi lo studio.
"gabriella127":
[quote="gugo82"]
Dalle mie parti, studiare dai testi in bibliografia non era obbligatorio; anzi, ognuno aveva libertà di scelta (ad esempio, io studiavo Analisi I da due/tre libri differenti, mentre un mio collega studiò dal vecchissimo testo di Caccioppoli, ed altre colleghe dagli appunti del corso). All'esame poi, casomai, il docente si accorgeva che la stavi affrontando in maniera differente e si metteva a seguirti con più attenzione.
Poi è chiaro che ogni tribù ha le proprie usanze e si vede che qui da me va così, mentre da te va in altro modo.
Gugo, se te lo posso chiedere, ma tu ti sei laureato con la quadriennale?
Perché, in questo che scrivi, si sente (rubo l'espressione a xXStephenXx) una bella aria di rimembranza della quadriennale

Tocchi un tasto dolente, Gabriella...
Come molti studenti della mia generazione sono rimasto intrappolato in qualcosa che non era una laurea v.o. né un 3+2.
Mi sono iscritto nel 2000/2001. Il corso di laurea si chiamava pomposamente Matematica - nuovo ordinamento e funzionava così:
- [*:3l6d7wfj] durava quattro anni (come il v.o.), quindi ciclo unico;
[/*:m:3l6d7wfj]
[*:3l6d7wfj] aveva tutti i corsi divisi in moduli (quindi 28 corsi -e 28 esami-, come un 3+2, al posto dei 15 del v.o.);
[/*:m:3l6d7wfj]
[*:3l6d7wfj] non c'era il sistema dei CFU (quindi ogni corso aveva le stesse ore di lezione ed ogni esame pesava uguale sulla media);
[/*:m:3l6d7wfj]
[*:3l6d7wfj] gli esami degli anni "in corso" erano da sostenere solo nelle finestre metà gennaio-inizio marzo e metà giugno-fine luglio + inizio settembre.[/*:m:3l6d7wfj][/list:u:3l6d7wfj]
"Né carne né pesce, la mia angoscia non decresce" cantavano anni fa gli EELST.
Diciamo che fu una scelta scarsamente lungimirante: il nuovo ordinamento durò appena 2 (forse 3) anni e l'a.a. successivo alla mia iscrizione fu soppiantato dagli ordinamenti 3+2.
Visto che si parla di rimembranze, segue aneddotica scarsamente interessante.
P.S.: Ho modificato un po' il post dopo averlo inserito.

"gugo82":
Dalle mie parti, studiare dai testi in bibliografia non era obbligatorio; anzi, ognuno aveva libertà di scelta (ad esempio, io studiavo Analisi I da due/tre libri differenti, mentre un mio collega studiò dal vecchissimo testo di Caccioppoli, ed altre colleghe dagli appunti del corso). All'esame poi, casomai, il docente si accorgeva che la stavi affrontando in maniera differente e si metteva a seguirti con più attenzione.
Poi è chiaro che ogni tribù ha le proprie usanze e si vede che qui da me va così, mentre da te va in altro modo.
Gugo, se te lo posso chiedere, ma tu ti sei laureato con la quadriennale?
Perché, in questo che scrivi, si sente (rubo l'espressione a xXStephenXx) una bella aria di rimembranza della quadriennale

@ xXStephenXx mi è piaciuta quell'espressione

PS: ho risposto a gugo perché avevo iniziato la discussione ed essendo su smartphone sul treno fatico un po' a editare.
Ma pomeriggio voglio leggere tutti per bene e ringrazio per tutti gli interventi... non ci speravo in così tante risposte
Ma pomeriggio voglio leggere tutti per bene e ringrazio per tutti gli interventi... non ci speravo in così tante risposte

"gugo82":
Probabilmente sono io che ho buona memoria; (Invece, conosco colleghi anche più "anziani" di me che si devono fissare bene le lezioni dei loro corsi base prima di andare in scena, riguardandosi gli appunti.) tuttavia, se dovessi tenere un corso di Analisi Complessa o Analisi Funzionale dovrei andare a rivedermi parecchio materiale.
Ho compreso, era proprio questo che in apertura intendevo con "forse sono io", nel senso che ho una memoria da pesce rosso. Per quando serva poco in amtematica, tuttavia, un minimo è sempre importante anche solo per saper dove andare a pescare l'informazione nella mente e ricostruire il contesto che ci permette ri ragionare sulla cosa. Di solito dopo un paio d'anni già fatico se rimango in astinenza. Lo vedo per la grammatica liceale latina, ho già molte voragini

Ah, vabbé... Allora per la teoria non ci dovrebbero essere problemi: non la dovresti dimenticare e, nel caso succedesse, dovresti sapere dove metter mano (più o meno)
Si, per quello ero abbastanza triste, perché penso di essere già al limite e non so molto quali migliorie ancora apportare per non dimenitcare e fissare le cose.
Tuttavia certo come dici è facilissimo per me riaprire il libro (anzi vari libri) su un dato argomento e raccapezzarmici in poco. ma devo aprirlo e non riesco in autonomia senza leggere ecco...
Con "brusco" intendevo "diretto", il che può risultare anche offensivo.
Ma non pensavo minimamente di avere la verità in tasca: dopotutto, mica ti conosco?
[...]
Questa è la seconda volta in 24 ore che sento cavolate simili dette da qualcuno che bazzica la Matematica.
Sì, certo, ma anche io mi riferivo a "diretto": in generale i matematici mi piacciono perché sono diretti. Non mi riferivo a te ovviamente, però in generale sia i miei ex professori che sul forum vedo davvero una gran sicurezza in sé nel rispondere.
Ma forse come giustamente dici (più sotto nel tuo messaggio), non essendo io così ne sono ammaliato perché sono un eterno "cazz e se sbaglio?" e cerco negli altri questo

Beh, tra i commenti mi sono ritrovato quello di una laureata in matematica (a Firenze, se non erro) ed ex docente che diceva più o meno così:
[quote][...] premetto che sono laureata in matematica (con il vecchio ordinamento) e riconosco in lei la tipica arroganza dei matematici dalla quale mi discosto volentieri. Possibile che ogni occasione è buona per fare sfoggio....e poi di che?






Ed aggiungo: con chi diamine se la fa chi dice cose simili?
Ma cambi compagnia, porca miseria... Il problema non è che si frequentano matematici; è che si frequentano persone da nulla.[/quote]
Tipica interazione da FB, ormai è diventato uno schifo. Sempre più contento di aver chiuso il mio profilo.

L'unica cosa che ti potrebbe mancare è cominciare ad insegnare ciò che sai a qualcuno: dover far comprendere ciò che sai (o credi di sapere/aver capito) a qualcuno che non lo sa è sempre fonte di riflessione ed aiuta a sedimentare.
Per questo motivo, partecipare attivamente al forum è molto importante.
Questa è un'ottima idea che in effetti mi manca! E non avevo pensato per nulla, complice anche la mia insicurezza: per insegnare bisogna esser sicuri essendo un compito di estrema importanza, tramandare qualcosa a qualcuno si deve esser certi di non far danno e di sapere ciò che si dice sempre e comunque.
Da come ne parlavi sembrava, invece, che avessi sotto mano parecchie cose che non ti andavano... Avrò capito male io.
Ad ogni buon conto, siamo qui.
Ringrazio per l'apertura e la disponibilità

In realtà la mia era una considerazione in generale non che avessi ora dubbi, ma che spesso quando ormai mi ritengo preparato ne ho e fallisco esercizi. Diciamo che era un parlare in generale di quanto ho visto mi succede più che un avere dubbi su esercizi ora.
"xXStephXx":
[quote="gugo82"][quote="xXStephXx"]1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
Controllo centralizzato?
[/quote]
Decisamente lasciato al caso. Io preferisco l'omologazione della difficoltà e della distribuzione dei voti come avviene in UK. Ciò sarebbe fattibile anche senza abbassare la qualità didattica. Anzi...[/quote]
Perché, come avviene in UK? Non ne ho idea...
Ci sono test standardizzati cui ogni docente di ogni università attinge?
Che ogni esame ha la sua griglia di correzione pronta calata dal consiglio di dipartimento?
"xXStephXx":
[quote="gugo82"]
[quote="xXStephXx"]2) Alcuni esami sono soggettivamente difficili [...]
Casomai lo sono oggettivamente.
[/quote]
Ma anche soggettivamente per il motivo che ho scritto poco sotto. Un esame dove si può procedere a velocità 2x per il solo fatto di arrivare carico di esempi freschi per me è una difficoltà soggettiva. E' un overfitting all'esame. Se uno ha studiato senza seguire alcune lezioni lo trova molto più difficile.
Io non ero chissà che studente modello. Ci sono stati diversi esami che al primo tentativo avevo trovato particolarmente tosti. Presi voti tra 24 e 27 col sospetto che mi fossi perso qualcosa visto che i voti degli altri sembravano i soliti... Mi presentavo all'appello successivo dopo aver visto tutti gli esempi fatti a lezione e prendevo 30 col pilota automatico.[/quote]
Mah... Pure io facevo esercizi da compito a lezione, ma i miei studenti col cavolo che prendevano voti tra 24 e 27 anche dopo aver seguito corso, esercitazioni e svolte le tracce dei compiti precedenti che gli elargivo.
"xXStephXx":
[quote="gugo82"]
Ma, comunque, non per questo motivo qui:
[quote="xXStephXx"][...] in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.![]()
(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
Quale potrebbe essere un trucco tanto spregevole da non essere alla portata dello studente medio?
Ti va di fare un esempio?[/quote]
Ora non ce li ho sottomano.
Da tutor ho avuto la stessa impressione. Da me funziona che gli esercizi li prepara il titolare del corso ed il tutor deve correggere gli svolgimenti degli studenti e spiegare le soluzioni. Ci sono stati esercizi che provandoli a fare non mi veniva in mente nulla, sono andato a vedere le dispense e ho trovato il modello pronto.[/quote]
Questa è un'altra questione e la particolarità dei trucchi di solito non c'entra un cavolo.
Se accade che un docente assegni un esercizio simile a quelli reperibili sui testi di riferimento, usualmente lo fa per semplificare la vita allo studente cui è consigliato di studiare da quei testi... Ma di solito evita di scegliere cose troppo particolari, perché ciò danneggerebbe chi, per autonomia o per gusto, ha scelto di prepararsi su altri testi.[nota]Dalle mie parti, studiare dai testi in bibliografia non era obbligatorio; anzi, ognuno aveva libertà di scelta (ad esempio, io studiavo Analisi I da due/tre libri differenti, mentre un mio collega studiò dal vecchissimo testo di Caccioppoli, ed altre colleghe dagli appunti del corso). All'esame poi, casomai, il docente si accorgeva che la stavi affrontando in maniera differente e si metteva a seguirti con più attenzione.[/nota]
Poi è chiaro che ogni tribù ha le proprie usanze e si vede che qui da me va così, mentre da te va in altro modo.
[Però, pensandoci, mi pare che tu sia un ingegnere, vero? In tal caso, è molto più probabile che gli esercizi vengano scelti come stavi raccontando; quella di fare scelte così di cavolo, i.e. guardando proprio alla particolarità dei trucchi, è una prerogativa di alcuni docenti di materie tecniche...]
"xXStephXx":
Se la questione è saper ricavare da soli dimostrazioni classiche di analisi 1 dovendo insegnare un corso sono pienamente d'accordo. Ma se il punto è performare da 30 in 2 ore di tempo senza ripasso e senza consultare il materiale di quel corso io ci credo pochino.
Allora avrà detto culo a me, che avevo la media del 29.6... Che ti devo dire?!?
"xXStephXx":
A parte questo, io penso che bisogna guardare pure il lato pratico. Gli esami non possono essere preparati tutti con lo stesso impegno perché se si consulta l'ambiente "si reperisce facilmente" che alcuni esami si fanno bene con 4 giorni e altri con 1 mese. E' sempre opportuno arrivare all'esame con l'overfitting che ho descritto prima in quanto permette di risolvere i problemi molto più velocemente.
Il punto è che non si consulta l'ambiente; si studia.
Perché l'obiettivo non è passare l'esame, ma conoscere i contenuti del corso.
(Certo, poi c'è il corso del quale non ti frega assolutamente nulla e lo arronzi, ma decidi tu qual è, anche senza consultare l'ambiente.)
P.S.: "overfitting"? Ma in italiano?
"gugo82":
[quote="xXStephXx"]1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
Controllo centralizzato?
[/quote]
Decisamente lasciato al caso. Io preferisco l'omologazione della difficoltà e della distribuzione dei voti come avviene in UK. Ciò sarebbe fattibile anche senza abbassare la qualità didattica. Anzi...
"gugo82":
[quote="xXStephXx"]2) Alcuni esami sono soggettivamente difficili [...]
Casomai lo sono oggettivamente.
[/quote]
Ma anche soggettivamente per il motivo che ho scritto poco sotto. Un esame dove si può procedere a velocità 2x per il solo fatto di arrivare carico di esempi freschi per me è una difficoltà soggettiva. E' un overfitting all'esame. Se uno ha studiato senza seguire alcune lezioni lo trova molto più difficile.
Io non ero chissà che studente modello. Ci sono stati diversi esami che al primo tentativo avevo trovato particolarmente tosti. Presi voti tra 24 e 27 col sospetto che mi fossi perso qualcosa visto che i voti degli altri sembravano i soliti... Mi presentavo all'appello successivo dopo aver visto tutti gli esempi fatti a lezione e prendevo 30 col pilota automatico.
"gugo82":
Ma, comunque, non per questo motivo qui:
[quote="xXStephXx"][...] in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.![]()
(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
Quale potrebbe essere un trucco tanto spregevole da non essere alla portata dello studente medio?
Ti va di fare un esempio?[/quote]
Ora non ce li ho sottomano.
Da tutor ho avuto la stessa impressione. Da me funziona che gli esercizi li prepara il titolare del corso ed il tutor deve correggere gli svolgimenti degli studenti e spiegare le soluzioni. Ci sono stati esercizi che provandoli a fare non mi veniva in mente nulla, sono andato a vedere le dispense e ho trovato il modello pronto.
Se la questione è saper ricavare da soli dimostrazioni classiche di analisi 1 dovendo insegnare un corso sono pienamente d'accordo. Ma se il punto è performare da 30 in 2 ore di tempo senza ripasso e senza consultare il materiale di quel corso io ci credo pochino.
_____
A parte questo, io penso che bisogna guardare pure il lato pratico. Gli esami non possono essere preparati tutti con lo stesso impegno perché se si consulta l'ambiente "si reperisce facilmente" che alcuni esami si fanno bene con 4 giorni e altri con 1 mese. E' sempre opportuno arrivare all'esame con l'overfitting che ho descritto prima in quanto permette di risolvere i problemi molto più velocemente.
"xXStephXx":
1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
Controllo centralizzato?
Ma che so', termosifoni?

"xXStephXx":
2) Alcuni esami sono soggettivamente difficili [...]
Casomai lo sono oggettivamente.
Ma, comunque, non per questo motivo qui:
"xXStephXx":
[...] in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.![]()
(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
Quale potrebbe essere un trucco tanto spregevole da non essere alla portata dello studente medio?
Ti va di fare un esempio?
Certi dovrebbero andare in analisi, per curare la loro egomanìa!
"megas_archon":
La tipica arroganza dei matematici!
Categorica!

La tipica arroganza dei matematici!
"ILjumpy":Non mi riferivo solo al "mantenimento dell'informazione". Quella è naturale che si deteriori nel tempo.
Siccome prima parlavi di smanettare "a lungo" con quanto imparato e si parla in termini di tempo, mi piacerebbe quantificare per avere una idea di questo "tempo".
Quindi ti chiedo, ma per tua esperienza questo a lungo quanto è: intendi 6 mesi, due anni, un lustro, 20 anni, 40 anni di astinenza dalla materia e si ricorda tutto?
Dipende da quanto è profondamente è radicato il sapere e dipende anche dalla tua memoria.
Ad esempio, ho tenuto corsi universitari di Analisi I 14/15 anni dopo aver fatto l'esame e non ho avuto bisogno di rivedere la quasi totalità delle dimostrazioni, perché riuscivo a ricavarle all'impronta; e quando non riuscivo a ricavarle immediatamente, ci mettevo più tempo a trovare un testo ed un foglio che a scriverle... Probabilmente sono io che ho buona memoria;[nota]Invece, conosco colleghi anche più "anziani" di me che si devono fissare bene le lezioni dei loro corsi base prima di andare in scena, riguardandosi gli appunti.[/nota] tuttavia, se dovessi tenere un corso di Analisi Complessa o Analisi Funzionale dovrei andare a rivedermi parecchio materiale.
Il fatto è che, man mano che vai avanti nella tua preparazione e nella tua crescita, i problemi, i risultati e le tecniche dei corsi fondamentali li ritrovi in diecimila salse differenti; quindi essi vengono assimilati talmente che divengono un bagaglio permanente e la memoria c'entra via via sempre meno.
"ILjumpy":Non è l'esame (o, ancora peggio, il voto dell'esame) a dirti ' "bravo, hai capito" ' o a 'validare il processo di studio' (qualsiasi cosa significhi), ma sei tu a doverti rendere conto di quanto sei preparato prima di andare a fare un esame
Il mio problema è che appunto al momento dell'esame mi sento criticamente pronto, perché giungo dopo un processo di studio notevole e di immersione totale nella materia, giungo dopo aver balzato anche alcuni appelli - anche di un anno - perché sentivo di non aver capito bene (questo è il motivo anche per cui non sono mai stato bocciato finora) e dopo aver letto la teoria una volta e ripetuta 2/3 volte in modo autonomo su carta sforzandomi di capire i vari passaggi e la logica nel dimostrare.
Ah, vabbé... Allora per la teoria non ci dovrebbero essere problemi: non la dovresti dimenticare e, nel caso succedesse, dovresti sapere dove metter mano (più o meno).
Per gli esercizi, invece, se non ti tieni allenato un po' di manualità e di velocità di calcolo la perdi sempre; però riprendere la mano è semplice.
"ILjumpy":
Però ho sempre bisogno nella mia vita, in generale, e nella matematica di conseguenza[nota]forse anche "primariamente" nella matematica perché ci tengo davvero troppo, è la cosa più importante della mia vita e ho sempre paura di non farla a dovere[/nota] di una conferma dagli altri più "esperti", cioè in una parola "non mi "fido di me", e qui devo assolutamente migliorarmi e ti ringrazio per averlo detto senza peli sulla lingua.
Sì, è necessario perché è utile.
"ILjumpy":
Nella matematica soprattutto riscontro essere importante questa autonomia perché vedo sempre una enorme sicurezza nei matematici (quel brusco di cui parlavi prima) [...]
Con "brusco" intendevo "diretto", il che può risultare anche offensivo.
Ma non pensavo minimamente di avere la verità in tasca: dopotutto, mica ti conosco?
"ILjumpy":
[vedo che i matematici, n.d. gugo82] non sono mai "spaventati dallo sbagliare" o dire qualcosa perché sanno di essere sempre nel giusto e non hanno bisogno di conferme: chiamiamola sicurezza in sé, ma noto veramente nei matematici una sicurezza fuori dal comune al limite quasi di essere avvertiti superiori nel modo di porsi agli altri e quindi poco umili. Invece per me è un modo di essere cui tendere.
Questa è la seconda volta in 24 ore che sento cavolate simili dette da qualcuno che bazzica la Matematica.
"ILjumpy":Il problema è che questa informazione si deteriora velocemente perché probabilmente non ha attecchito in profondità, non è diventata una parte strutturale di te e del tuo modo di vedere le cose.
Vero è questo il mio dubbio. Ma vorrei chiederti: come posso migliorare in questo "attecchimento" garantisco che più del tempo che dedico sia impossibile perché mangio e studio solo, nel senso come quantità non posso in modo sincero aumentare. Posso solo migliorare la qualità, ma più che incaponirmi sulle dimostrazioni, redigere un mio ordinato quaderno di dimostrazioni e controesemi, svolgere molti esercizi ecc non so bene come procedere. Per questo mi spaventa non riuscirci, perché non so dove porre rimedio sentendomi già al limite. Chiedo a te qualche dritta
Io ho sempre preparato gli esami costruendomi i miei quaderni di teoria (con le definizioni, teoremi, esempi, controesempi, dimostrazioni, osservazioni, etc... scritte tutto in ordine) ed esercizi (con gli svolgimenti commentati, osservazioni, grafici, etc... scritti in ordine); se tu già lo fai, sei a cavallo.
L'unica cosa che ti potrebbe mancare è cominciare ad insegnare ciò che sai a qualcuno: dover far comprendere ciò che sai (o credi di sapere/aver capito) a qualcuno che non lo sa è sempre fonte di riflessione ed aiuta a sedimentare.
Per questo motivo, partecipare attivamente al forum è molto importante.
"ILjumpy":
Inoltre come dicevo in apertura quella aleatorietà nel saper fare e non fare gli esercizi non so come curarla, perché veramente per alcuni, anche quando mi sento pronto e ne so fare 100 il 101 proprio non so farlo e se quel 101 che non so fare lo trovo all'esame è l'esame da 18, mentre se capita uno dei 100 prendo 30, non so come uscirne![]()
Ho capito, ma tieni pure presente che è normale trovare qualche difficoltà ogni tanto.
Per assurdo, non è che quello che vorrebbe essere "sempre nel giusto [..., con] una sicurezza fuori dal comune al limite quasi di essere avvertiti superiori nel modo di porsi agli altri e quindi poco umili" sei tu e perciò tendi a riconoscere forzatamente queste qualità negli altri?
"ILjumpy":Beh, prova a postare qualche esercizio che non ti piace nelle sezioni del forum, così ne parliamo
Per ora non ne ho nel senso che ho chiarito i vari dubbi, ma non mancherò di rompervi le scatole statene certi. Per fortuna esiste questo forum in cui scambiare opinioni, anche solo leggere vecchie discussioni è enormemente formativo!
Da come ne parlavi sembrava, invece, che avessi sotto mano parecchie cose che non ti andavano... Avrò capito male io.
Ad ogni buon conto, siamo qui.
Io nel mio percorso ho riscontrato due cause decisamente evidenti in Italia:
1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
2) Alcuni esami sono soggettivamente difficili in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.
(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
1) Non essendoci alcun controllo centralizzato alcuni esami sono oggettivamente più difficili di altri, a seconda del docente che tiene il corso.
2) Alcuni esami sono soggettivamente difficili in quanto molto basati su esempi visti a lezione, senza i quali devi avere qualche illuminazione. Cosicché se arrivi all'esame dopo aver seguito tutte le lezioni e i tutoraggi si respira una bella aria di rimembranza.

(Penso che quasi nessuno riuscirebbe a far bene questi esami a posteriori senza aver ripassato dallo stesso materiale).
"ILjumpy":
Nella matematica soprattutto riscontro essere importante questa autonomia perché vedo sempre una enorme sicurezza nei matematici (quel brusco di cui parlavi prima), non sono mai "spaventati dallo sbagliare" o dire qualcosa perché sanno di essere sempre nel giusto e non hanno bisogno di conferme: chiamiamola sicurezza in sé, ma noto veramente nei matematici una sicurezza fuori dal comune al limite quasi di essere avvertiti superiori nel modo di porsi agli altri e quindi poco umili. Invece per me è un modo di essere cui tendere.
Oddio, ma chi sono costoro??
Se sono studenti o non molto di più, è una posa, uguale e contraria alla costante paura di sbagliare e di essere dei cretini: si chiama 'formazione reattiva', meccanismo di difesa in cui si fa il contario di quello di cui si ha paura.
Se sono professori o comunque matematici professionisti, be', sono davvero antipatici, io i matematici e professori che ho conosciuto non erano così, anzi.
"ILjumpy":
una sicurezza fuori dal comune al limite quasi di essere avvertiti superiori nel modo di porsi agli altri e quindi poco umili.
Gli diamo un pugno?



Qui ti sembrerò un po' brusco, ti avverto.
Non ti preoccupare, mi fa piacere. Non perché sia masochista ma perché mi stai aiutando e sai quello che dici quindi posso solo imparare

Non mi riferivo solo al "mantenimento dell'informazione". Quella è naturale che si deteriori nel tempo.
Siccome prima parlavi di smanettare "a lungo" con quanto imparato e si parla in termini di tempo, mi piacerebbe quantificare per avere una idea di questo "tempo".
Quindi ti chiedo, ma per tua esperienza questo a lungo quanto è: intendi 6 mesi, due anni, un lustro, 20 anni, 40 anni di astinenza dalla materia e si ricorda tutto?

Non è l'esame (o, ancora peggio, il voto dell'esame) a dirti ' "bravo, hai capito" ' o a 'validare il processo di studio' (qualsiasi cosa significhi), ma sei tu a doverti rendere conto di quanto sei preparato prima di andare a fare un esame
Il mio problema è che appunto al momento dell'esame mi sento criticamente pronto, perché giungo dopo un processo di studio notevole e di immersione totale nella materia, giungo dopo aver balzato anche alcuni appelli - anche di un anno - perché sentivo di non aver capito bene (questo è il motivo anche per cui non sono mai stato bocciato finora) e dopo aver letto la teoria una volta e ripetuta 2/3 volte in modo autonomo su carta sforzandomi di capire i vari passaggi e la logica nel dimostrare.
Però ho sempre bisogno nella mia vita, in generale, e nella matematica di conseguenza[nota]forse anche "primariamente" nella amtematica perchè ci tengo davvero troppo, è la cosa più importante della mia vita e ho sempre paura di non farla a dovere[/nota] di una conferma dagli altri più "esperti", cioè in una parola "non mi "fido di me", e qui devo assolutamente migliorarmi e ti ringrazio per averlo detto senza peli sulla lingua.
Nella matematica soprattutto riscontro essere importante questa autonomia perché vedo sempre una enorme sicurezza nei matematici (quel brusco di cui parlavi prima), non sono mai "spaventati dallo sbagliare" o dire qualcosa perché sanno di essere sempre nel giusto e non hanno bisogno di conferme: chiamiamola sicurezza in sé, ma noto veramente nei matematici una sicurezza fuori dal comune al limite quasi di essere avvertiti superiori nel modo di porsi agli altri e quindi poco umili. Invece per me è un modo di essere cui tendere.
Il problema è che questa informazione si deteriora velocemente perché probabilmente non ha attecchito in profondità, non è diventata una parte strutturale di te e del tuo modo di vedere le cose.
Vero è questo il mio dubbio. Ma vorrei chiederti: come posso migliorare in questo "attecchimento" garantisco che più del tempo che dedico sia impossibile perché mangio e studio solo, nel senso come quantità non posso in modo sincero aumentare. Posso solo migliorare la qualità, ma più che incaponirmi sulle dimostrazioni, redigere un mio ordinato quaderno di dimostrazioni e controesemi, svolgere molti esercizi ecc non so bene come procedere. Per questo mi spaventa non riuscirci, perché non so dove porre rimedio sentendomi già al limite. Chiedo a te qualche dritta

Inoltre come dicevo in apertura quella aleatorietà nel saper fare e non fare gli esercizi non so come curarla, perché veramente per alcuni, anche quando mi sento pronto e ne so fare 100 il 101 proprio non so farlo e se quel 101 che non so fare lo trovo all'esame è l'esame da 18, mentre se capita uno dei 100 prendo 30, non so come uscirne

Beh, prova a postare qualche esercizio che non ti piace nelle sezioni del forum, così ne parliamo
Per ora non ne ho nel senso che ho chiarito i vari dubbi, ma non mancherò di rompervi le scatole statene certi

"ILjumpy":
In effetti sospettavo non fosse normale, ma non capisco se sia io a sbagliare qualcosa o forse non ho la capacità uhm. Cioè se "sono fatto così" e sono sfigato.
Non credo...
Qui ti sembrerò un po' brusco, ti avverto.
Il punto è che credi in cose come questa qui:
"ILjumpy":
[...] l'esame non mi dice "bravo hai capito" e non valida il processo di studio [...]
che sono il contrario dell'autonomia nello studio.
Non è l'esame (o, ancora peggio, il voto dell'esame) a dirti ' "bravo, hai capito" ' o a 'validare il processo di studio' (qualsiasi cosa significhi), ma sei tu a doverti rendere conto di quanto sei preparato prima di andare a fare un esame.
Non riesci a giudicare correttamente il tuo grado di preparazione ed aspetti che qualcun altro lo faccia per te?
Beh, così non vai da nessuna parte: le conferme della bontà delle tue azioni devi imparare a trovarle da te, senza appoggiarti al giudizio degli altri.
"ILjumpy":
Nel lato teorico va meglio, ma per il semplice fatto che ci sto su ore finché non capisco il minimo pelucchio, non perché mi venga facile (dedico in proporzione forse più tempo alla teoria sebbene cerchi di distribuire lo studio equamente, ma non svolgo mai esercizi senza prima una base di teoria). Inoltre, come dici tu, non mi sembra di avere un mantenimento dell'informazione così elevato e protratto nel tempo, vorrei onestamente e veramente migliorarmi ma non capisco cosa sbaglio.
Non mi riferivo solo al "mantenimento dell'informazione". Quella è naturale che si deteriori nel tempo.
Il problema è che questa informazione si deteriora velocemente perché probabilmente non ha attecchito in profondità, non è diventata una parte strutturale di te e del tuo modo di vedere le cose.
Lo studio dovrebbe servire proprio a questo: a migliorare, nei modi e nelle forme che ti interessano di più, il modo in cui guardi, pensi e descrivi le cose attorno a te.
"ILjumpy":
Come dicevo questa aleatorietà mi preoccupa perché l'esame non mi dice "bravo hai capito" e non valida il processo di studio perché potrò andare benissimo come malissimo scegliendo prove diverse e mi sembra governato dal caso. Ciò mi rattrista.
Beh, prova a postare qualche esercizio che non ti piace nelle sezioni del forum, così ne parliamo... Non credo che la situazione sia così drammatica, ma se lo è cerchiamo di indirizzarti meglio.
"ILjumpy":
Ps: studio mate, ma in realtà sono molto curioso quindi generalmente qualunque cosa studi mi entusiasma abbastanza perché mi insegna qualcosa. Sono sicuro non sia demotivazione ecco

In effetti sospettavo non fosse normale, ma non capisco se sia io a sbagliare qualcosa o forse non ho la capacità uhm. Cioè se "sono fatto così" e sono sfigato.
Nel lato teorico va meglio, ma per il semplice fatto che ci sto su ore finché non capisco il minimo pelucchio, non perché mi venga facile (dedico in proporzione forse più tempo alla teoria sebbene cerchi di distribuire lo studio equamente, ma non svolgo mai esercizi senza prima una base di teoria). Inoltre, come dici tu, non mi sembra di avere un mantenimento dell'informazione così elevato e protratto nel tempo, vorrei onestamente e veramente migliorarmi ma non capisco cosa sbaglio.
Come dicevo questa aleatorietà mi preoccupa perché l'esame non mi dice "bravo hai capito" e non valida il processo di studio perché potrò andare benissimo come malissimo scegliendo prove diversee mi sembra governato dal caso. Ciò mi rattrista.
Ps: studio mate, ma in realtà sono molto curioso quindi generalmente qualunque cosa studi mi entusiasma abbastanza perché mi insegna qualcosa. Sono sicuro non sia demotivazione ecco
Nel lato teorico va meglio, ma per il semplice fatto che ci sto su ore finché non capisco il minimo pelucchio, non perché mi venga facile (dedico in proporzione forse più tempo alla teoria sebbene cerchi di distribuire lo studio equamente, ma non svolgo mai esercizi senza prima una base di teoria). Inoltre, come dici tu, non mi sembra di avere un mantenimento dell'informazione così elevato e protratto nel tempo, vorrei onestamente e veramente migliorarmi ma non capisco cosa sbaglio.
Come dicevo questa aleatorietà mi preoccupa perché l'esame non mi dice "bravo hai capito" e non valida il processo di studio perché potrò andare benissimo come malissimo scegliendo prove diversee mi sembra governato dal caso. Ciò mi rattrista.
Ps: studio mate, ma in realtà sono molto curioso quindi generalmente qualunque cosa studi mi entusiasma abbastanza perché mi insegna qualcosa. Sono sicuro non sia demotivazione ecco
Beh, no, non è proprio normale, almeno se studi Matematica... La roba di base dovrebbe esser chiara e ricordata in maniera sufficientemente pulita da poterci smanettare un po' anche (parecchio tempo) dopo gli esami.
Se studi altre robe, tipo Fisica, Ingegneria and the like, allora la faccenda è meno problematica e può darsi dipenda dal fatto che l'argomento degli esami non sia ciò che, in fondo, ti interessa.
Lasciando da parte gli esercizi, sulla teoria come va?
Stessi problemi? No?
Se studi altre robe, tipo Fisica, Ingegneria and the like, allora la faccenda è meno problematica e può darsi dipenda dal fatto che l'argomento degli esami non sia ciò che, in fondo, ti interessa.
Lasciando da parte gli esercizi, sulla teoria come va?
Stessi problemi? No?
Ciao gugo,
Di base: analisi, algebra lineare, algebra, fisica 1
Di base: analisi, algebra lineare, algebra, fisica 1
Sì, ma esami di che?