Accordi musicali e personalità
Salve, non trovate che in base alla preferenza di una persona per un certo tipo di accordi musicali si può dedurre il suo carattere e la sua personalità?
Ad esempio, a me piacciono molto gli accordi in minore, ad esempiò "do minore", "la minore" e così via, e sono cupo, poco socievole, aggressivo e irritabile.
Ho notato invece che persone che prediligono accordi in maggiore hanno un carattere molto più solare e socievole. Avete notato anche voi questa cosa?
Ad esempio, a me piacciono molto gli accordi in minore, ad esempiò "do minore", "la minore" e così via, e sono cupo, poco socievole, aggressivo e irritabile.
Ho notato invece che persone che prediligono accordi in maggiore hanno un carattere molto più solare e socievole. Avete notato anche voi questa cosa?
Risposte
"lisdap":
Salve, non trovate che in base alla preferenza di una persona per un certo tipo di accordi musicali si può dedurre il suo carattere e la sua personalità?
Ad esempio, a me piacciono molto gli accordi in minore, ad esempiò "do minore", "la minore" e così via, e sono cupo, poco socievole, aggressivo e irritabile.
Ho notato invece che persone che prediligono accordi in maggiore hanno un carattere molto più solare e socievole. Avete notato anche voi questa cosa?
Si certo è così. Le canzoni definite "tristi" o "drammatiche" hanno un giro di accordi che di solito parte dal minore (es. La- in tonalita Do), oppure sono addirittura tutti in minore (La-, Re-, Mi- in tonalità Do).
Le canzoni più drammatiche usano sempre la coppia di accordi La- Mi7 (sempre prendendo come esempio la tonalità di Do). Il Mi7 non rientrerebbe nella tonalità di Do ma è una eccezione.
Prova a guardare gli accordi delle canzoni di De Andrè o di molte canzoni popolari, la coppia La- Mi7 c'è quasi sempre (trasposta nell varie tonalità).
Comunque in musica non c'è una regola, le canzoni più belle usano accordi maggiori, minori, accordi "strani", cambi di tonalità, ecc.
Però è verissimo che canzoni con accordi minori siano tristi e canzoni con accordi maggiori suonino più festose e solari.
Nel senso che, come una persona cambia in base all'ambiente che frequenta, ai proprio studi, ai libri che legge, anche la musica può cambiarci. Per musica non intendo solo il suono, anche i testi delle canzoni. Ascoltare De Andrè, Guccini, De Gregori credo mi abbia cambiato non poco. Anche la musica può.
In che senso?
E bada, potrei essere d'accordo con te, in una certa misura.
E bada, potrei essere d'accordo con te, in una certa misura.
Secondo me è la musica che incide sulla personalità
Scusami. Intendevo che essendo il discorso incentrato sulle relazioni che si instaurano tra gli accordi e stati d'animo/carattere (con pareri giustamente divergenti), ed essendo queste possibili relazioni oggettive (in un certo senso e non sempre accettato, anche da parte mia), aggiungere alla cosa faccende sui gusti musicali è inappropriato in quanto quelli sono essenzialmente soggettivi. Quello che per te può essere gradevole per qualcun altro non lo è, e viceversa, e non per tutti vale il discorso che ascoltando più volte un brano non gradevole, il nostro parere su di esso cambia.
Non ho capito.
"5mrkv":
Per estendere il discorso alla musica in generale e non solamente agli accordi personalmente mi piace un po' di tutto. Anche le canzoni meno gradevoli di solito dopo averle ascoltate un paio di volte non sono male.
Considerare una canzone più o meno gradevole è qualcosa di prettamente soggettivo, e non solo non si possono definire delle inversioni rispetto ad una regola che l'istinto (o il clichè nel caso degli accordi, credo) determina,ma non si può nemmeno definire la regola stessa. Quindi la cosa è un po' distaccata dal discorso "avere sintonia con determinate sonorità in dipendenza del carattere".
Per estendere il discorso alla musica in generale e non solamente agli accordi personalmente mi piace un po' di tutto. Anche le canzoni meno gradevoli di solito dopo averle ascoltate un paio di volte non sono male.
Tanto per inserirmi nella discussione secondo me non riporta la questione iniziale. Mi piacciono gli accordi maggiori (anche se il mio preferito è la settima maggiore (3-7+ se ricordo ancora qualcosa di armonia), tuttavia non credo proprio di essere una persona solare e socievole.
Infatti, è molto intenso ed è un piacere ascoltarlo (l'ho anche trascritto per piano, tra l'altro).
Recentemente lo hanno associato a non ricordo quale auto in una pubblicità...
"giuliofis":
Ma per esempio, consideriamo i primi concerti del Cimento di Vivaldi che tutti conoscono, ovvero Le quattro stagioni: a me il terzo movimento dell'Estate non sembra poi tanto malinconico e triste (tutt'altro...), eppure è scritto in Sol minore.
Infatti, è molto intenso ed è un piacere ascoltarlo (l'ho anche trascritto per piano, tra l'altro).
Recentemente lo hanno associato a non ricordo quale auto in una pubblicità...
Vero, ma ciò rafforza quello che diceva prima circa il fatto che tutto dipende da ciò che segue e precede un accordo.
Poi se allarghiamo il discorso alle tonalità la cosa è davvero insostenibile ed ampiamente riduttiva.
Poi se allarghiamo il discorso alle tonalità la cosa è davvero insostenibile ed ampiamente riduttiva.
"mistake89":
No, semplicemente è piuttosto riduttivo parlare di modi maggiori o minore per definire lo spettro sonoro e quindi le sfaccettature del carattere che può apprezzarlo.
Ma anche volendo rimanere nella distinzione classica tra modi maggiori e modi minori, non è che ci sia davvero tutta questa corrispondenza tra stati d'animo... Ora non mi ricordo quale è, ma uno dei brani più allegri e briosi che conosco è scritto in modo minore.
Ma per esempio, consideriamo i primi concerti del Cimento di Vivaldi che tutti conoscono, ovvero Le quattro stagioni: a me il terzo movimento dell'Estate non sembra poi tanto malinconico e triste (tutt'altro...), eppure è scritto in Sol minore.
No, semplicemente è piuttosto riduttivo parlare di modi maggiori o minore per definire lo spettro sonoro e quindi le sfaccettature del carattere che può apprezzarlo. Anche perché, come provavo a dire, l'idea di modo e consonanza è piuttosto vago e indefinito che mi vien difficile pensare anche solo di legare il carattere o lo stato d'animo con qualcosa di mutevole.
Almeno questo è il mio pensiero.
Almeno questo è il mio pensiero.
Mmm. Anche dando un'occhiata veloce su Wikipedia faccio fatica a capire di cosa si stia parlando davvero. Ci siamo slegati da quanto diceva lisdap o state parlando ancora di modi minori? Cioé: il modo minore è una novità del '900?

"mistake89":
Anche perché non è più musica descrittiva, né emotiva come poteva essere nel romanticismo, ma è altamente filosofica, immersa nell'arte quanto mai prima.
Vi lascio questo.
Per chi non lo conoscesse, si chiama 4'33'' (quattro minuti e trentatre* secondi) di Cage. Se non lo capite (no, non sono le vostre casse a non funzionare) chiedetevi a quanti secondi corrisponde questa composizione ed a che cosa riuscite ad associare questo numero...
______________________________
* Firefox mi dà errore se scrivo "trentatre". Oddio, ma come si scrive a parola 33?

Esatto. Anche se "occidentali" è troppo relativo - nel senso che è vero che altre culture come quella Giapponese, indiana, greca le hanno sin dai loro canti tradizionali, ma quella della modalità è solo un piccolo mondo della nuova musica -.
Da Bach a Mozart si è consolidato un sistema tonale che è diventato il veicolo per quasi ogni genere musicale anche leggero - ad eccezione di un certo tipo di jazz - e che quindi è quello che noi percepiamo come consonante.
Anche la musica classica di quel periodo, ed andando avanti sino a Romanticismo e al tardo Romanticismo - ad eccezione di quello russo di un certo periodo - ci appare come consonante perché il nostro orecchio è regolato su quelle successioni di accordi, cadenze.
La nuova musica - che poi nuova relativamente, visto che stiamo parlando degli albori del 1900, ovvero un secolo fa - scardina queste convinzioni e costruisce un mondo sonoro più variegato, ma non meno formale, nel quale il nostro orecchio si trova decisamente spiazzato.
Anche perché non è più musica descrittiva, né emotiva come poteva essere nel romanticismo, ma è altamente filosofica, immersa nell'arte quanto mai prima.
Poi, vabbè, io sono di parte perché l'adoro il maniera incondizionata.
Tipo questo: http://www.youtube.com/watch?v=Cdh0ZQhLrQI
Da Bach a Mozart si è consolidato un sistema tonale che è diventato il veicolo per quasi ogni genere musicale anche leggero - ad eccezione di un certo tipo di jazz - e che quindi è quello che noi percepiamo come consonante.
Anche la musica classica di quel periodo, ed andando avanti sino a Romanticismo e al tardo Romanticismo - ad eccezione di quello russo di un certo periodo - ci appare come consonante perché il nostro orecchio è regolato su quelle successioni di accordi, cadenze.
La nuova musica - che poi nuova relativamente, visto che stiamo parlando degli albori del 1900, ovvero un secolo fa - scardina queste convinzioni e costruisce un mondo sonoro più variegato, ma non meno formale, nel quale il nostro orecchio si trova decisamente spiazzato.
Anche perché non è più musica descrittiva, né emotiva come poteva essere nel romanticismo, ma è altamente filosofica, immersa nell'arte quanto mai prima.
Poi, vabbè, io sono di parte perché l'adoro il maniera incondizionata.
Tipo questo: http://www.youtube.com/watch?v=Cdh0ZQhLrQI
"giuscri":
[quote="mistake89"]E gli accordi sospesi o di tredicesima che stati d'animo hanno?
Il nostro orecchio è figlio dell'ottocento e dell'armonia classica, siamo imbrigliati nelle tonalità e poco avvezzi alla modalità. Per cui tutto ciò che esce fuori da quest'ambito va educato pian piano, partendo dall'inizio.
Potresti essere più chiaro?[/quote]
Sta dicendo che a noi occidentali la musica non tonale appare strana e che per riuscire ad apprezzarla ci vuole tempo ed educazione.
"mistake89":
E gli accordi sospesi o di tredicesima che stati d'animo hanno?
Il nostro orecchio è figlio dell'ottocento e dell'armonia classica, siamo imbrigliati nelle tonalità e poco avvezzi alla modalità. Per cui tutto ciò che esce fuori da quest'ambito va educato pian piano, partendo dall'inizio.
Potresti essere più chiaro?
E gli accordi sospesi o di tredicesima che stati d'animo hanno?
In ogni caso la musica lavora per immagini, per sensazioni, stati d'animo e come questi ultimi è in perenne evoluzione. Il gusto si abitua ad ascoltare qualsiasi cosa e rileva consonanze o dissonanze non in base a ciò che si suona, ma in base a ciò che segue o precede il suono.
Il nostro orecchio è figlio dell'ottocento e dell'armonia classica, siamo imbrigliati nelle tonalità e poco avvezzi alla modalità. Per cui tutto ciò che esce fuori da quest'ambito va educato pian piano, partendo dall'inizio.
E nell'ambito della nuova musica bisogna abituare l'orecchio (e la vista) ad un sacco di nuove tendenze che sono ancora difficili da codificare, percepire e quindi comprendere.
Chi si avventura in questo tipo di ascolti però, non credo che soffra di crisi depressive o sia estremamente chiuso.
E di musicisti ne conosco tanti.
In ogni caso la musica lavora per immagini, per sensazioni, stati d'animo e come questi ultimi è in perenne evoluzione. Il gusto si abitua ad ascoltare qualsiasi cosa e rileva consonanze o dissonanze non in base a ciò che si suona, ma in base a ciò che segue o precede il suono.
Il nostro orecchio è figlio dell'ottocento e dell'armonia classica, siamo imbrigliati nelle tonalità e poco avvezzi alla modalità. Per cui tutto ciò che esce fuori da quest'ambito va educato pian piano, partendo dall'inizio.
E nell'ambito della nuova musica bisogna abituare l'orecchio (e la vista) ad un sacco di nuove tendenze che sono ancora difficili da codificare, percepire e quindi comprendere.
Chi si avventura in questo tipo di ascolti però, non credo che soffra di crisi depressive o sia estremamente chiuso.
E di musicisti ne conosco tanti.
