Abolizione di Storia dell'Arte. Perché l'arte è solo visiva, no?

Sk_Anonymous
Non so quanto sia vera la notizia dell'abolizione della Storia dell'Arte nelle nostre scuole superiori, ma non è rilevante ai fini di ciò che voglio scrivere. Vera o no, sta di fatto che un'immensità di italiani si sono rivoltati contro questa presunta decisione, basti leggere qui, qui e qui.
Io non capisco, davvero non capisco. Tutto questo accanimento pro Storia dell'Arte [size=85](Visiva, perdincibacco, storia dell'arte visiva, e basta!)[/size] e mai nessuno, dico nessuno, si meravigli o scandalizzi che nelle nostre scuole nessuno (tranne una piccolissima minoranza) studi la Storia della Musica, la Storia dell'Arte Sonora.
L'Italia è la patria dell'Opera, la patria di alcuni dei più grandi geni musicali del passato, e questa importanza è attestata dal fatto che nel mondo musicale si sia parlato italiano per secoli. Allora perché nessuno mai ricorda questo nostro grande patrimonio musicale, uno dei più grandi al mondo?
Ma, si sa, grazie alla nostra scuola (fascista, ricordiamocelo), la cultura è composta solo da letteratura, filosofia e arti visive. Il resto (matematica, scienze, musica, coreutica, scienze sociali ed umane) sono spazzatura, che creano pseudoconcetti e non veri concetti.
Tutto ciò mi rende triste. Non il fatto che si pensi che togliere la storia dell'arte visiva sia sbagliato, no. Mi rende triste l'immenso baratro in cui la quasi totalità degli italiani inabissa tutto il resto.

Risposte
stepper1
"Injuria":
[quote=" giuliofis"]L'Italia è la patria dell'Opera, la patria di alcuni dei più grandi geni musicali del passato, e questa importanza è attestata dal fatto che nel mondo musicale si sia parlato italiano per secoli. Allora perché nessuno mai ricorda questo nostro grande patrimonio musicale, uno dei più grandi al mondo?

Non posso che essere d'accordo alla luce del fatto che il mercato musicale e l'industria musicale italiana rispecchiano l'andazzo culturale del paese. In Germania, Austria e paesi dell'est compresa la Russia vanno in tour molti strumentisti italiani che noi non conosciamo nemmeno, fanno i pienoni nei teatri, qui non se li filerebbe nessuno. I conservatori italiani hanno ancora un'ottima reputazione ed è l'unica realtà educativa di alto livello ancora capace di attirare studenti da tutto il mondo.
"vict85":
Ad un certo punto non si può delegare tutto alla scuola.

Infatti, non si può imparare di certo uno strumento a scuola, personalmente ho avuto la fortuna di frequentare per qualche anno una scuola civica di musica, alcuni insegnamenti rendono solo se sono insegnati individualmente.
"vict85":
Detto questo, almeno da me, era dedicato più tempo al disegno tecnico e al design (insomma ho progettato una lampada e altre cose e ne ho costruiti modellini) che alla storia dell'arte. E sinceramente non posso dire che saper distinguere un capitello corinzio da uno ionico mi abbia cambiato la vita.

Credo che la conoscenza della storia dell'arte ti avrebbe aiutato a disegnare lampade migliori, da me l'insegnamento di Autocad si alternava comunque ad un'ora di storia. Il problema sta nel pensare che queste conoscenze non abbiano valore economico che sia roba da perdigiorno. Tanto per fare un esempio c'è carenza di tecnici del suono che spesso sono stranieri, inoltre si sta aprendo un mercato enorme in Russia ed in Asia che riguarda la cultura musicale italiana, dalla liuteria all'organizzazione di eventi musicali.
Per quanto mi riguarda la storia dell'arte ha un valore civile ed economico altissimo, se insegnata in un certo modo. Milano non è di certo conosciuta per essere una città piacevole, ma quando ci vado in giro, anche in strade od in periferie sconosciute ad i più riesco a vedere cose che magari ad altri sfuggono: le ideologie che spesso determinano la conformazione urbanistica che ancora oggi ci fanno prendere una strada anziché un'altra, quel palazzo tagliato ancora a metà perché semidistrutto dai bombardamenti alleati, quel quartiere così disordinato, come scriveva l'architetto Pagano, frutto più degli accordi politici che dalla razionalità...quelle palazzine, costruite di tutta fretta per accogliere gli operai dell'industria pesante, concepite per non durare più di una generazione e che oggi sono popolate dai nuovi ultimi, ovvero gli immigrati. Queste conoscenze sono fondamentali per l'opinione pubblica, per gli amministratori locali, per i tecnici o semplicemente per chi deve scegliere dove andare a comprarsi la casa. Questo marca la differenza fra una città in cui si vive bene ed un'altra in cui si vive male.
IN conclusione...ci hanno rubato delle rarità e non ce ne siamo nemmeno accorti: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ni/531854/[/quote]
In effetti ho deciso di intervenire leggendo il tuo post, grazie ancora.

stepper1
Grazie a te della tempestiva risposta, ricordavo il cognome italiano ma ho anticipato i suoi pencil diagrams di due decenni.

dasalv12
"stepper":
Qualcuno conosce un artista grafico statunitense, dal cognome italiano [...] grazie per l'eventuale risposta.

http://en.wikipedia.org/wiki/Mark_Lombardi

Arte come valore sociale e strumento per comunicare alle masse informazioni complesse: non sarebbe potuto capitare intervento migliore per suggelare i miei precedenti. Grazie.

stepper1
Qualcuno conosce un artista grafico statunitense, dal cognome italiano, che ha ispirato un documentario andato qualche mese fa in onda su Rai 5 e che trattava delle sue opere scomparse negli Stati Uniti negli anni Settanta? E' diventato famoso grazie a enormi mappe concettuali, che mostrano le relazioni tra innumerevoli società finanziarie internazionali anche off-shore. Alla fine si è suicidato per protesta contro la scomparsa misteriosa dei suoi quadri, probabilmente dovuta al fatto che portavano alla luce in modo straordinariamente dettagliato il funzionamento di “scatole cinesi” aventi lo scopo principale di sfuggire alla tassazione in patria occultando enormi somme di denaro con una intricata rete di partecipazione reciproche.
Scusate se forse mi intrometto nella discussione ricollegandomi a questo post per fare una domanda solo in parte inerente, ma non sono riuscito a trovare risposta nei motori di ricerca e grazie per l'eventuale risposta.

Intermat
Ma io non credo che debba essere possibile per una famiglia impedire al figlio di studiare.
L'obbligo, a mio avviso, deve valere fino al conseguimento del diploma superiore, inteso nel senso che ho proposto. Ovvero per il licei 18 anni mentre per professionali/tecnici 16 o 18 a seconda che sia una scuola di 4 o 6 anni. Se il tuo riferimento fosse al fatto che un ragazzino di 11 anni, perchè mai stimolato dalla famiglia, possa essere "costretto" a scegliere una scuola più tecnica allora il ragionamento che io faccio è diverso. Avendo prolungato di un anno le elementari avresti tempo il 5/6 anno di cominciare (in stile scuola media) la letteratura e altre materie che attualmente alle elementari non sono fatte. Io credo che un bambino di 9/10/11 anni sia in grado di cominciare a capire gli argomenti che ora sono affrontati a 11/12/13 anni. Ovviamente sarebbe una cosa più soft però, a mio avviso, sufficiente a convincere un ragazzino a fare una scelta piuttosto che un altra. Cioè, io credo che chi, oggi, decide di andare al tecnico/professionale lo farebbe anche nell'altro caso. Il problema è che le medie peggiorano la situazione. Io non conosco nessuno che sia entrato alle medie con un minimo di interesse alla lettura, o alla conoscenza in generale, che poi sia cambiato e abbia fatto studi classici/scientifici. Le medie, per loro natura, mischiano ragazzini sfaticati, svogliati, violenti e viziati con altri che invece hanno tutt'altre attitudini. Inoltre non è che nelle altre scuole superiori debba essere vietata la cultura[nota]Si potrebbe ideare una sorta di tecnico industriale simile, almeno nei primi due anni, all'odierno liceo scientifico tecnologico[/nota]! Si potrebbe trovare un criterio per passare da un liceo ad un tecnico/professionale o viceversa nei primi due anni. Insomma una situazione volendo la si troverebbe. Solamente nessuno ha il coraggio di fare una riforma seria, che non sia la solita riformina che blocca le assunzioni, limita i prof. di sostegno, limita i fondi alle scuole ecc...

DavideGenova1
"Intermat":
Si avrebbe una scuola che finisce a 18 anni così chi, a 11/12 anni, ha propensioni per lo studio possa scegliere il liceo (classico, scientifico, artistico ecc..) mentre gli altri potrebbero scegliere di fare 4 o 6 anni di una scuola professionale/industriale.
Mi trovo d'accordo con te con molto di quello che ti ho visto scrivere in Generale, ma personalmente trovo che il lasciare, da parte di uno stato, che la famiglia di un bambino di 11/12 anni decida di "non farlo studiare", perché ha gettato la spugna davanti a tanta cocciutaggine o perché non gli ha potuto fornire stimoli culturali adeguati che magari mancano anche ad essa, non sia moralmente corretto, così come non lo è l'omissione di soccorso. È poi anche piuttosto ovvio che l'abbondanza di ignoranti non giova certo alla società nel suo complesso.
Tenere poi presente che questo ragazzino entro sette anni avrà il diritto di voto è anche piuttosto inquietante.
Sarà anche perché mi trovo a dare ripetizioni a diciottenni che non sanno neanche scrivere (del tipo "C'è la facciamo? [sic]", al che mi viene da rispondere "Non so se le facciami ci siano..."), ma credo che tanti problemi del nostro paese sparirebbero se si fosse un po' meno abituati a viver come bruti...

EDIT: Sai che non avevo notato che in firma avessi proprio la citazione che mi è venuta da fare? :D

Intermat
Capisco la tua idea.
Però se ad un bambino/ragazzino non gli fai vedere un minimo di cosa tratta la storia e di cosa trattano le altre materia non puoi pretendere che poi se ne interessi. Cioè, introducendo la storia prima in senso statico (utilizzando la tua espressione) lo stimoli, con il passare degli anni, ad andare oltre, a chiedersi il perchè delle cose. Se invece quelle cose non gliele dici proprio, come potrà porsi le domande? Inoltre, se non si studiasse storia prima delle superiori, queste diventerebbero il luogo in cui si studia facendo l'elenco dei fatti e fattarelli[nota]Cosa che tanto avviene già ora per tutti quelli che puntano a sfangare l'anno con "il 5.5 che si arrotonda!"[/nota]. Se non altro perchè la prima volta che vedi un nuovo argomento non sei in grado di studiarlo "criticamente" ma puoi solo apprenderlo passivamente (cosa che ora, invece, avviene durante le scuole elementari/medie).

PS: Mi sembra chiaro che entrambi stiamo esprimendo una nostra idea e che nessuno pretenda di avere ragione in senso assoluto... :smt023

Zero87
"Intermat":
Comunque io credo che cominciando a parlare di storia sin da piccoli si da una idea ai bambini di ciò che è accaduto in passato.

Come detto, fino a che facciamo un elenco di fatti e avvenimenti... nessuna obiezione. :-)

Quando (avendo io letto che era un bacino idroelettrico) gli ho detto che serviva a fare la corrente lui ha subito cominciato a fare domande. Una volta spiegatogli che l'acqua cadendo fa girare delle "cose" che poi collegate ad uno strumento particolare fanno entrare la corrente in un filo e la fanno arrivare fino all'interruttore della luce, lui è andato dalla mamma e gli ha spiegato a modo suo (facendo vedere con le mani le turbine che girano!) come arriva la luce a casa!
Questo solo per dire che forse sottovaluti/sottovalutiamo ciò che i bambini imparano e come lo fanno velocemente.

Forse sì, magari sottovaluto/sottovalutiamo. Però hai fatto un esempio di "geografia" che comunque non presuppone astrattismo sul capire condizioni cause e effetti come può essere la storia studiata decentemente. Per quanto la corrente e l'energia - comunque scienze in quinta elementare si fa! - siano astratte, hanno effetti visibili e ci sono anche piccoli esperimenti fatti ad hoc per far capire e stimolare l'attenzione.

Intendevo solo dire che a 8-9 anni non so quanto interessante e capibile sia un discorso di cause scatenanti la prima guerra mondiale (tanto per non parlare di rivoluzione francese).

Ripeto: fino a che si dice "476 caduta dell'impero d'occidente" oppure uno statico "dal terzo secolo in poi ci sono state le invasioni barbariche", nulla da obiettare.
Ma se si vuole davvero entrare nella storia, cioè la vastità dell'impero romano e la difficoltà di controllarlo, le rivolte nei confini da parte delle popolazioni limitrofe, il pogressivo "imbarbarimento" - solo dal punto di vista geografico - da parte dell'esercito per via dei sempre più frequenti reclutamenti locali (quindi la perdita dell'efficienza di quella considerata la macchina più devastante dell'antichità :wink: ),...
Ho elencato, a naso, quelle che ricordo.
Se si vuole davvero dedurre gli eventi storici - senza filastrocche imparate a memoria - come naturale conseguenza di situazioni ben fotografate, serve una mente più ampia di quella di un bambino di 7-8 anni. Attenzione che non intendo un "sottovalutare", ma semplicemente "acquisire capacità di astrattismo" che magari per molti avviene all'università. :-)

Preciso che non sto cercando di avere ragione o di mostrare a chicchessia di avere torto. Ho dato un parere personale, tutto qui. :-)

Intermat
Non ero io che parlavo di flauto...anche se sull'abolire musica alle medie sarei d'accordo...a me ha portato solo una marea di note sul registro ("l'alunno suona quando la professoressa parla"..."l'alunno disturba la lezione suonando il flauto"...che stress).

Comunque io credo che cominciando a parlare di storia sin da piccoli si da una idea ai bambini di ciò che è accaduto in passato. Io vedo che con il mio nipotino di 4 anni è molto facile parlare (e lui è molto interessato) di cose reali e difficilmente comprensibili per un bambino. Figurati che guardando insieme google earth ha visto un grosso lago e mi ha chiesto cosa fosse. Quando (avendo io letto che era un bacino idroelettrico) gli ho detto che serviva a fare la corrente lui ha subito cominciato a fare domande. Una volta spiegatogli che l'acqua cadendo fa girare delle "cose" che poi collegate ad uno strumento particolare fanno entrare la corrente in un filo e la fanno arrivare fino all'interruttore della luce, lui è andato dalla mamma e gli ha spiegato a modo suo (facendo vedere con le mani le turbine che girano!) come arriva la luce a casa!
Questo solo per dire che forse sottovaluti/sottovalutiamo ciò che i bambini imparano e come lo fanno velocemente. Ovviamente mio nipote si dimenticherà velocemente la centrale idroelettrica come gli tutti i bambini delle elementari si dimenticheranno la storia fatta a scuola. Però, secondo me, gli rimane qualcosa. Come minimo la curiosità, che poi li aiuterà durante medie e superiori.

Zero87
"Intermat":
So che sono mie idee (probabilmente agli occhi altrui folli!) ma questo è il mio pensiero!

No che non sono folli, certo, non sono d'accordo quando parli di abolizione delle medie, però invoco anch'io una riforma profonda e non la solita manata che dà ogni ministro dell'istruzione.
Non ricordo se j18eos o altri, ma con chi ha invocato l'abolizione dell'ora di religione, da non ateo, sono completamente d'accordo. Se con religione si intende, infatti, il Cattolicesimo è inutile perché a chi non interessa non la fa e chi crede viene da anni di catechismo (perciò inutile farla alle superiori).
Se, però, con "religione" si intende analisi critica - in senso costruttivo kantiano - della varietà delle religioni del mondo, a livello culturale sarebbe comunque interessante.

PS: In parte si eliminerebbe il cruccio di zero87 (se non ricordo male era lui) che sosteneva che, tra elementari/medie/superiori, molti argomenti (tipo storia) sono ripetuti varie volte (per lui inutilmente).

Guarda, la spiego meglio perché sennò magari non si capisce (poi sto zitto per sempre su questo!). :D
Io intendevo dire che alle elementari le cose che si fanno sono all'acqua di rose: infatti è perfetto insegnare alle elementari a leggere, scrivere e dar di conto, magari con qualche leggera base scientifica (le unità di misura).
La storia la si fa decentemente solo alle superiori. Studiare la storia non significa imparare a memoria date e fatti come alle elementari e medie, quella non è storia, quello serve solo a fare bella figura a l'Eredità. La storia - prendo ad esempio la storia - andrebbe approfondita e inserita in contesti più ampi di causa-effetto in cui le date sarebbero solo spartiacque tra eventi che seguono "naturalmente" a causa di situazioni preesistenti o di crescente malumore (ho pensato alla rivoluzione francese).
Discorsi del genere, inquadrare contesti e analizzare situazioni, sono cose da scuole superiori, non per bambini di 8 anni che non hanno un astrattismo o una razionalità tale da capire il perché di rivoluzioni o di guerre.
Ammesso che ce l'abbiano un perché!
Per questo ho detto "cosa si fa storia alle elementari?" (ma anche alle medie, magari, ho qualche dubbio).
Meglio la geografia, allora, se con geografia si intende la mera memorizzazione di luoghi e paesi.

Per la storia dell'arte, oggetto di questo thread, vale una cosa simile. Alle medie si fa educazione artistica che alla fine va bene fino all'arte classica ma quando si inizia a parlare di Picasso o cose simili, per un tredicenne sono solo scarabocchi. Così come abolirei tranquillamente l'insegnamento del flauto per gli stessi motivi citati da... da... intermat?

Intermat
"giuliofis":
[I professori del liceo] Devono lavorare 8 ore come tutti. Bene, otto ore precise dall'ingresso alla uscita. Quindi 8.30-16.30 (o 17) oppure se entrano dopo potrebbero rimanere fino alle 18.

Guarda che il lavoro dei professori non è mica la sola lezione frontale, ci mancherebbe... Devono preparare le lezioni, scegliere gli esercizi, preparare i compiti in classe, correggerli. Ma soprattutto preparare le lezioni. Per dire quanto ciò sia importante, un aneddoto: il mio professore di storia e filosofia del liceo (devo a lui la mia mentalità) una volta disse: "Scusate ragazzi, ho avuto un problema e non ho potuto ripassare, prendete con le pinze quello che vi dico oggi." Lezione di vera e propria fantastoria; ma è normale, una persona che non spiega un certo argomento da un anno non può ricordarselo tutto per bene... Normalmente, questo professore sapeva tutto di tutto, è un genio, un Maestro nel vero senso della parola.
Dunque ripeto: ben venga che i professori non stiano in classe otto ore al giorno. Devono fare anche altro, e non è materialmente pensabile che uno parli e stia attento alle castronerie degli studenti otto ore tutti i giorni.

Posto che la maggior parte dei prof. non studia tutti i giorni. Almeno quelli che ho avuto io ammettevano tranquillamente di non guardare affatto le lezioni dei giorni successivi (e i risultati erano comunque ottimi). Io credo che, se pure lo dovessero fare, con la "soluzione" proposta non avrebbero problemi. Se, come tutti i lavoratori pubblici, sono pagati per lavorare 8 ore allora andrebbe conciliato il loro bisogno di preparare le lezioni con quello principale di assistenza, ai ragazzi, nello studio. Se i professori di liceo avessero diritto ad uno studio, come i docenti universitari, nei tempi in cui nessuno studente si presenta potrebbero tranquillamente prepararsi le lezioni e discutere tra loro. Il tutto sempre però lasciando la disponibilità agli studenti di essere ricevuti. Non capisco perchè ciò è possibile (se pure in modo molto imperfetto) con i corsi di recupero pomeridiani, mentre non è possibile per gli studenti "più che bravi" che vogliono avere informazioni in più.

"Injuria":
Una cosa che detesto è calcolare il rendimento con le ore, quel che conta è come si insegna e non quanto, prendi le lingue straniere, ci sono tante ore, ma i risultati sono pessimi.


Temo di non essermi fatto capire. Io non misuro il rendimento in ore. La mia prof. di Storia/Filosofia (che stimo tantissimo, ed è l'unica prof. che vorrei incontrare nuovamente!) era di una noia mortale durante le spiegazioni (mentre durante le interrogazioni, per chi studiava, era veramente bello dato che più che una interrogazione era una discussione sugli argomenti affrontati [nota]Nonostante fosse una discussione era molto severa tanto che in classe c'erano 2 otto a storia e 1 nove e 2 otto in filosofia[/nota]) però le sue lezioni duravano oltre le ore che le spettavano. Se avessi dovuto misurare la sua prestazione in ore sarebbe stata la migliore del mondo, se, come ho sempre fatto, avessi dovuto valutare le sue spiegazioni sul suo modo di spiegare sarebbe stata appena sufficiente! Quindi io non volevo assolutamente valutare i prof. in base a quanto lavorano, semplicemente, dato che sono dipendenti pubblici, credo sia giusto che lavorino quanto gli altri. E che tale lavoro sia fatto a scuola! I dipendenti del comune non è che vanno via prima perchè devono prepararsi per il giorno successivo o per fare collegi o cose simili. Se li devono fare, li fanno sul posto di lavoro. Quindi io credo che, semplicemente, vadano equiparate le situazioni lavorative. Per fare ciò andrebbero migliorati (tantissimo) gli edifici e le strutture a disposizione.

Per quanto riguarda le elementari: io credo che vada modificato l'intero sistema. Quindi le elementari, essendo parte di esso, andrebbero toccate. Ma non tanto nel modo in cui funzionano quanto, a mio modesto parere, nella durata. Secondo me, le scuole medie, sono da abolire. Sono tre anni inutili, il cui unico fine è unire bambini che hanno propensione allo studio con futuri ignoranti. Quindi si dovrebbe trovare un sistema alternativo ad esempio prolungando a 6 anni le "elementari" e le superiori si otterrebbe tutto ciò. Si avrebbe una scuola che finisce a 18 anni così chi, a 11/12 anni, ha propensioni per lo studio possa scegliere il liceo (classico, scientifico, artistico ecc..) mentre gli altri potrebbero scegliere di fare 4 o 6 anni di una scuola professionale/industriale. So che sono mie idee (probabilmente agli occhi altrui folli!) ma questo è il mio pensiero!

PS: In parte si eliminerebbe il cruccio di zero87 (se non ricordo male era lui) che sosteneva che, tra elementari/medie/superiori, molti argomenti (tipo storia) sono ripetuti varie volte (per lui inutilmente).

Zero87
"DavideGenova":
[quote="Zero87"]Che poi, dividere la musica dall'arte è una cosa che ha senso solo sentendo la musica moderna. :roll:
quanto piuttosto a cose come quelle che si ha appunto la disgrazia di sentire uscire in giro dagli aipod thac...[/quote]
Diciamo le cose che vanno di più, cioè quello che si sente su MTV e MTV music... :x

DavideGenova1
Per esprimere la mia personale opinione, trovo triste qualunque decurtamento di ore che abbia come oggetto qualunque area del sapere in qualunque istituto. Trovo tristissimo il ridimensionamento degli spazi riservati alla storia dell'arte, trovo triste l'assenza quasi ovunque della musica nelle scuole superiori, ogni forma di provincialismo nell'insegnamento della letteratura, ma anche della storia e della filosofia (per esempio si ignora totalmente quella orientale), e non condivido neppure la specializzazione presente in esse. Anche se in una certa misura è inevitabile perché ὁ βίος βραχύς ἡ δε τέχνη μακρή (reinterpretando nel senso che, putroppo, occuparsi di tutto in una vita è poco fattibile...), trovo frustrante che al liceo classico non mi abbiano insegnato praticamente nulla di matematica e avrei trovato frustrante aver studiato allo scientifico senza aver fatto nulla degli autori greci in lingua originale (perché è un mio interesse, non che consideri la letteratura della Grecia migliore di quella, che so io, dell'India) o aver studiato in un istituto tecnico senza magari neanche avere un'idea di che cosa sia la filosofia. Trovo poi particolarmente desolante il deleterio retaggio crociano del sistema educativo italiano:
"giuliofis":
Il resto (matematica, scienze, musica, coreutica, scienze sociali ed umane) sono spazzatura, che creano pseudoconcetti e non veri concetti.
Già, come se fosse antani.

"giuliofis":
L'Italia è la patria dell'Opera, la patria di alcuni dei più grandi geni musicali del passato, e questa importanza è attestata dal fatto che nel mondo musicale si sia parlato italiano per secoli. Allora perché nessuno mai ricorda questo nostro grande patrimonio musicale, uno dei più grandi al mondo?
Quanto hai ragione. Considerando il rumore che ho la sventura di ascoltare provenire da cellulari e aipod thac [sic, visto scritto così] tutti i giorni sul bus...

"Zero87":
Che poi, dividere la musica dall'arte è una cosa che ha senso solo sentendo la musica moderna. :roll:
Beh, Wittgenstein, le cui posizioni filosofiche, specialmente quelle espresse nella prima parte della sua vita, pur condivido largamente, la pensava così, ma non credo che tu ti riferisca a cose come queste (dai miei segnalibri del browser, visto che amo particolarmente il genere), quanto piuttosto a cose come quelle che si ha appunto la disgrazia di sentire uscire in giro dagli aipod thac...

vict85
"Injuria":
Il succo di tutto il mio discorso è che non è solo interessante, ma soprattutto di alto valore socio economico. Che abbia cambiato la vita a te o a me poco importa, quello che conta è che le cose cambino collettivamente. Magari a qualcun'altro diventato urbanista, amministratore pubblico, ingegnere civile o architetto ha cambiato la sua visione del mondo. Se sei italiano e vuoi avere questi ruoli non avere un minimo di cultura storica e di sensibilità estetica è grave.
Il caso della Biblioteca dei Girolamini di Napoli è esemplare: spariscono centinaia di pezzi unici, ma nessuno se ne accorge se non dopo anni, un danno stimato di circa 20 milioni di euro. Non dico che studiando un'ora a settimana si eliminano questi episodi nefasti, però almeno si avrebbe un'opinione pubblica più sensibile e maggiormente attenta...il che non è poco.


Forse non hai colto il mio punto.

Per poter recepire veramente un argomento di natura artistica sono molto utili, se non essenziali, quattro fattori:
    [*:hfgpxst8] L'arte non va letta ma vissuta. Leggere di un quadro non è affatto come vederlo dal vivo, e se leggerne sopra può migliorarti l'esperienza rimane un po' fine a se stessa se prima o dopo non ti vedi l'opera. E questo vale per ogni forma di arte, sia essa visiva o meno.[/*:m:hfgpxst8]
    [*:hfgpxst8] Per apprezzare bene un tipo di arte è spesso utile praticarla. Se uno non sa dipingere coglie solo metà dell'essenza di un quadro. Per la musica penso sia ancora più vero.[/*:m:hfgpxst8]
    [*:hfgpxst8] Senza un minimo di approfondimento quello che cogli sono solo storielle umoristiche e risposte da talk show televisivo.[/*:m:hfgpxst8]
    [*:hfgpxst8] Interesse nell'opera d'arte.[/*:m:hfgpxst8][/list:u:hfgpxst8]

    Senza questi fattori studiare storia di qualcosa è inutile e con questo intendo “a parte per rispondere alle domande dei quiz televisivi”. Il punto è che ci si può lamentare quanto si vuole di una riduzione delle ore scolastiche in qualcosa ma se l'ambito di questi argomenti non esce dalle aule scolastiche allora tanto vale non farla affatto secondo me.
    Insomma una successioni di storielle accompagnate da classificazioni fini a se stesse non fanno cultura. Sinceramente non penso che la mia cultura si sia arricchita molto delle ore che ho fatto storia dell'arte a scuola. Sicuramente meno di una giornata passata al Louvre, l'essere andato a teatro, aver scritto con una scrittura del 700 (sono un calligrafo dilettante[nota]Tra l'altro il corsivo che viene insegnato a scuola e quanto di più obrorioso e astorico che esista. È inoltre un insulto all'Italia. Molti non se ne rendono conto ma in Italia si studia una scrittura di origine inglese (tra l'altro eliminandone parte dell'eleganza a mio avviso) quando le scritture umanistiche italiane hanno letteralmente conquistato tutto il mondo occidentale (volendo anche tutti quelli che scrivono in cirillico). Gli americani imparano una scrittura ispirata alla nostra cancelleresca. Il corsivo (dei libri) viene chiamato dai tipografi italic (non è altro che il cancelleresca di prima) mentre quello normale viene chiamato roman. Ma sia la tipografia che la calligrafia sono pressoché scomparse in Italia, dimenticando sia la tradizione calligrafica che quella tipografica (Bembo e Bodoni erano italiani). I font che usiamo ora sono una revisione di quelli fatti dagli italiani tra il 400 e il 600 (e questi a loro volta si basavano sulla scrittura dei copisti italiani).[/nota]) o anche solo aver ascoltato Rachmaninov su uno stereo decente. A meno di avere un professore/essa particolarmente bravo/a, chi studia storia dell'arte a scuola con passione vuol dire che già ne era appassionato.
    E se ascoltare storia della musica può annoiare un musicista puoi pensare a che effetto faccia ad uno/a che pensa che la musica serva solo a ballare.

    Inoltre cose come la storia dell'architettura meriterebbe di trattare anche i palazzi più moderni, perché tra tanta spazzatura ci sono opere di pregio. Ma se si cominciasse di questo passo bisognerebbe dare storia delle arti per tutte le ore della settimana :roll: .

    Ritornando alla musica il punto è che se passi il tempo ad ascoltarla allora finirai per trasformare la lezione in “conversazione con sottofondo musicale”, se ti metti solo a citare cose a raffica allora entra da una parte e esce dall'altra, non c'è tempo per imparare uno strumento (e il flauto che ci fanno usare a scuola ha un suono davvero brutto :roll: ), e l'interesse è qualcosa che non puoi dare per scontata. Inoltre se queste cose le vedi solo a scuola diventano un puro elenco di cose di sapere.

    La scuola non è l'unico posto in cui ci si accultura o almeno non dovrebbe essere così. A me sembra che se uno vuole approfondire una forma d'arte ci sia modo di farlo. Inoltre non penso che ci sia un limite di età per farlo.

retrocomputer
"JoJo_90":
Io invece non sono d'accordo riguardo l'abolizione del doppiaggio. I doppiatori italiani sono riconosciuti come i migliori al mondo e sinceramente farli fuori non è un'idea allettante, almeno per quanto mi riguarda; sarà forse perché riconosco nel lavoro di doppiaggio grande professionalità e perché no, anche arte (in questo caso auditiva).

Ma poi "abolizione"... Manco stessimo parlando dell'IMU :-D Via, il doppiaggio non è una tassa da abolire, è un prodotto offerto dalle case cinematografiche e come tale può essere acquistato o meno. I DVD hanno tutti la lingua originale, oltre all'italiano e se nei cinema gira prevalentemente la versione doppiata è perché ha molta più richiesta.

Zero87
"JoJo_90":
Io invece non sono d'accordo riguardo l'abolizione del doppiaggio. I doppiatori italiani sono riconosciuti come i migliori al mondo e sinceramente farli fuori non è un'idea allettante, almeno per quanto mi riguarda; sarà forse perché riconosco nel lavoro di doppiaggio grande professionalità e perché no, anche arte (in questo caso auditiva).

Sì, sono stato troppo sbrigativo. Intendevo solo dal punto di vista didattico e basta. :-)

Personalmente mi piacciono molto le voci italiane - rimpiango Homer! :( - che in molti casi sono decisamente migliori anche di quelle originali. A naso mi viene in mente il tenente Colombo - riposi in pace anche lui, ma l'originale Peter Falk fa venire in mente tutto tranne che un detective! :roll: - mentre la mia fidanzata è rimasta delusa vedendo un pezzo di Streghe in lingua originale.

Però ai fini educativi, allora, con più lucidità mentale, si potrebbe davvero mettere l'opportunità della lingua originale e sottotitoli italiani. So che c'è su sky ma finisce lì, sarebbe bello vederlo anche su rai, mediaset e tutto il resto. :)

Per il resto il discorso è lungo e molteplice: per evitare altri fraintendimenti o risposte "prese dal momento", mi appello al perfetto riassunto fatto da giuliofis che ho quotato nel mio post precedente a questo. :-)

pesenti1
Nel primo intervento sono stato troppo forte. Io trovo semplicemente vergognoso che non ci sia libertà di scelta nella televisione pubblica e nelle proiezioni cinematografiche (esclusi festival e cineteche) tra versioni doppiate e versioni originali. Sostengo le ragioni siano meramente commerciali. Non entro nel discorso doppiaggio in senso stretto in quanto non sto mettendo in dubbio la professionalità della categoria.

peppe.carbone.90
Io invece non sono d'accordo riguardo l'abolizione del doppiaggio. I doppiatori italiani sono riconosciuti come i migliori al mondo e sinceramente farli fuori non è un'idea allettante, almeno per quanto mi riguarda; sarà forse perché riconosco nel lavoro di doppiaggio grande professionalità e perché no, anche arte (in questo caso auditiva).

pesenti1
"Zero87":
[quote="pesenti"][quote="Injuria"]prendi le lingue straniere, ci sono tante ore, ma i risultati sono pessimi.

Riguardo a questo io sono per l'abolizione del doppiaggio. Darebbe risultati strabilianti. Oltretutto non costa una lira, anzi.[/quote]
Devo dire che questa è davvero una bella idea.
L'unico problema è che mi immagino nonna che di punto in bianco non capisce più un tubo vedendo le soap...
Magari si potrebbero mettere i sottotitoli in italiano. :-)[/quote]

Magari si potrebbe semplicemente lasciare doppiate quelle produzioni straniere il cui pubblico è composto prevalentemente da anziani. I sottotitoli in italiano sarebbero ovviamente presenti negli altri casi. Ma si potrebbe anche diversificare l'offerta con programmi senza sottotitoli e programmi con sottotitoli nella lingua originale. Sarà un caso che anche Francia e Spagna, nazioni con doppiaggio fisso, sono messe come noi in quanto a conoscenza dell'inglese? E pure i tedeschi non è che lo parlino benissimo (in confronto agli olandesi e agli scandinavi per esempio).

Zero87
"giuliofis":
Il discorso che facevamo era quello di spostare l'attenzione alle materie scientifiche in un liceo scientifico. È assurdo chiamare scientifico un liceo dove più di due terzi delle ore sono dedicate a materie umanistiche!
Dunque non cancellare le materie umanistiche, ma ridimensionarle in favore di quelle scientifiche, almeno nella misura del 50 e 50...

Esatto, proprio quello che intendevo. :-)

@Intermat (ottiizzo) :-)
[ot]Ho visto che vieni dal PNI anche tu. Hai consigliato a pesenti il Lamberti-Mereu-Nanni nella sezione "leggiti questo" mentre io l'ho fatto in quella delle presentazioni. :-)
E' davvero un bel libro di testo e non ne ho visti più così ben fatti anche se, magari, per autodidatti, potrebbero restare ostici.

Per quanto riguarda la geografia, sì, avevo un'ora in primo ma tanto non l'ho mai fatta perché la prof. di storia in generale faceva pena e a malapena spiegava storia. :roll:[/ot]

"pesenti":
[quote="Injuria"]prendi le lingue straniere, ci sono tante ore, ma i risultati sono pessimi.

Riguardo a questo io sono per l'abolizione del doppiaggio. Darebbe risultati strabilianti. Oltretutto non costa una lira, anzi.[/quote]
Devo dire che questa è davvero una bella idea.
L'unico problema è che mi immagino nonna che di punto in bianco non capisce più un tubo vedendo le soap...
Magari si potrebbero mettere i sottotitoli in italiano. :-)

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