Versione x vacanze

paraskeuazo
Mi poete trovare la traduzione di qsta versione? comincia così:

Biduo ibi stativa rex habuit: in proximum deinde pronuntiari iter iussit. Sed prima fere vigilia, luna deficiens primum....

l'autore è Curzio Rufo, è una delle 20 versioni che ho avuto vi kiedo sl qsta xkè ci interroga poi ad inizio anno:blush

Risposte
IPPLALA
Allora chiudo

Mario
Prego;)!

paraskeuazo
Grazie mariooooooooo!!!!!!!:move:move

Mario
Biduo ibi stativa rex habuit: in proximum deinde pronuntiari iter iussit. Sed prima fere vigilia, luna deficiens primum nitorem sideris sui condidit, deinde sanguinis colore suffuso lumen omne foedavit, sollicitisque sub ipsum tanti discriminis casum ingens religio et ex ea formido quaedam incussa est. Dis invitis in ultimas terras trahi se querebantur: iam nec flumina posse adiri nec sidera pristinum servare fulgorem, vastas terras, deserta omnia occurrere; in unius hominis iactationem tot milium sanguinem inpendi, fastidio esse patriam, abdicari Philippum patrem, caelum vanis cogitationibus petere. Iam pro seditione res erat, cum ad omnia interritus duces principesque militum frequentes adesse praetorio iubet, Aegyptiosque vates, quos caeli ac siderum peritissimos esse credebat, quid sentirent expromere iubet. At illi, qui satis scirent temporum orbes inplere destinatas vices lunamque deficere cum aut terram subiret aut sole premeretur, rationem quidem ipsis perceptam non edocent vulgus. Ceterum adfirmant solem Graecorum, lunam esse Persarum, quotiensque illa deficiat, ruinam stragemque illis gentibus portenti; veteraque exempla percensent Persidis regum, quos adversis dis pugnasse lunae ostendisset defectio.

Il re rimase accampato lì per due giorni: quindi diede l’ordine di riprendere la marcia il giorno successivo. Ma verso la prima vigilia la luna calante nascose dapprima il chiarore del suo astro, poi oscurò tutta la sua luce con un soffuso color di sangue, e in essi, turbati, si insinuò, proprio nell’imminenza di un momento così decisivo, una grande superstizione, e, da essa, una certa preoccupazione. Si lamentavano di esser trascinati in territori lontani contro il volere degli dèi: ormai non potevano varcare fiumi, né gli astri conservavano il primitivo fulgore, essi andavano incontro a terre desolate, a deserti sconfinati; si spargeva il sangue di tante migliaia di uomini, per la vanità di uno solo, a cui la patria era a noia, il cui padre Filippo era stato ripudiato, e che aspirava al cielo con vuote considerazioni. Ormai si era quasi vicini alla rivolta, quando Alessandro, impavido davanti ad ogni cosa, ordinò che i comandanti e gli ufficiali fossero tutti convocati sotto la sua tenda ed invitò gli indovini egizi, che egli riteneva espertissimi del cielo e degli astri, ad esporre ciò che essi preconizzavano. E quelli, pur sapendo bene che l’alternarsi delle stagioni segue dei ritmi prestabiliti e che la luna si eclissa quando o passa sotto alla terra o è soverchiata dalla luce del sole, non parteciparono alla massa la spiegazione da essi ben risaputa; quindi affermarono che il sole era dei Greci e la luna dei Persiani, e ogni volta che questa si era eclissata veniva preannunziata una disfatta e una strage per quelle genti, e passarono in rassegna antichi esempi di re persiani, per i quali l’eclissi della luna aveva dimostrato che avevano combattuto contro la volontà degli dèi.

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