Versione x domani, urgentissima: (10829)
titolo: CONFRONTO FRA CATONE E CESARE
autore: SALLUSTIO
prima frase: M. Catoni et C. Caesari genus, aetas, eloquentia prope aequalia fuerunt, item gloria......
ultima frase: ......sed cum strenuo virtute, cum modesto pudore, cum innocente abstinentia certabat; esse quam videri bonus malebat.
aiutatemi x favore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
autore: SALLUSTIO
prima frase: M. Catoni et C. Caesari genus, aetas, eloquentia prope aequalia fuerunt, item gloria......
ultima frase: ......sed cum strenuo virtute, cum modesto pudore, cum innocente abstinentia certabat; esse quam videri bonus malebat.
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Risposte
Di niente :hi
grazie mille davvero!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Eccola:
Orbene a loro la stirpe, le età, l'eloquenza furono vicini all'uguale, la grandezza dell' animo pari, stessa gloria, ma differente l'una da quella dell'altro. Cesare per i suoi benefici e per e la liberalità era ritenuto grande, Catone pe rla rettitudine della vita. Cesare con la mitezza e la pietà fu reso famoso, a questo la severità aveve adato prestigio. Cesare col dare, col soccorrere, col perdonare, Catone col nulla concedere ha ottenuto la gloria. Nell'altro è il ricovero della miseria, l'altro è infaticabile per (nei confronti dei) malfattori. Di uno è lodata la facilità, di questo la costanza. Per ultimo Cesare si era proposto in animo di operare senza sosta, di vegliare, sollecito agli affari degli amici, trascurava i suoi, nessuno negava che fosse degno di essere donato; a se un grande comando, l'easercito, bramava la guerra nuova, dove potesse brillare la sua virtù. In Catone, al contrario, c'era desiderio di moderazione, di dignità, ma sopratutto di austerità. Non in ricchezze gareggiava col ricco, ne in intrighi col settario, ma in energia con l'operoso, in ritegno con il morigerato, in disinteresse con l'onesto; voleva piuttosto essere che sembrare buono; così, quanto meno egli cercava gloria, tantopiù essa gli teneva dietro.
Orbene a loro la stirpe, le età, l'eloquenza furono vicini all'uguale, la grandezza dell' animo pari, stessa gloria, ma differente l'una da quella dell'altro. Cesare per i suoi benefici e per e la liberalità era ritenuto grande, Catone pe rla rettitudine della vita. Cesare con la mitezza e la pietà fu reso famoso, a questo la severità aveve adato prestigio. Cesare col dare, col soccorrere, col perdonare, Catone col nulla concedere ha ottenuto la gloria. Nell'altro è il ricovero della miseria, l'altro è infaticabile per (nei confronti dei) malfattori. Di uno è lodata la facilità, di questo la costanza. Per ultimo Cesare si era proposto in animo di operare senza sosta, di vegliare, sollecito agli affari degli amici, trascurava i suoi, nessuno negava che fosse degno di essere donato; a se un grande comando, l'easercito, bramava la guerra nuova, dove potesse brillare la sua virtù. In Catone, al contrario, c'era desiderio di moderazione, di dignità, ma sopratutto di austerità. Non in ricchezze gareggiava col ricco, ne in intrighi col settario, ma in energia con l'operoso, in ritegno con il morigerato, in disinteresse con l'onesto; voleva piuttosto essere che sembrare buono; così, quanto meno egli cercava gloria, tantopiù essa gli teneva dietro.
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