Versione urgente!!help mee

SaruzZa
ciao raga....sono nuova..mi sono appena iscritta...mi potreste aiutare in qsta versione..ke nn riesco a fare..grazie...:)


Autore:Valerio Massimo
Gaio Muzio Scevola

Caius Mucius Scaevola, cum a Porsenna rege Etruscorum urbem nostram gravi ac diutino bello urgeri aegre ferret,castra eius clam ferro cinctus intravit immolantenque ante altaria conatus occidere est. Ceterum inter molitionem pii pariter ac fortis propositi oppressus nec causam adventus texit et tormenta quantopere contemneret mira patientia ostendit: perosus enim, credo, dexteram suam, quod eius ministerio in caede regis uti nequisset, inectam foculo exuri passus est. Nullum profecto di immortales admotum aris cultum adtentioribus oculis viderunt. Ipsum quoque Porsennam, oblitum periculi sui, ultionem suam vertere in admirationem coegit; nam "Revertere", inquit, "ad tuos,Muci,et eis refer te, cum vitam meam petieris, a me vita donatum". Cuius clementiam non adulatus Mucius, tristior Porsennae salute quam sua laetior, urbi se cum aeternae gloriae cognomine Scaevolae reddidit.


x piacere..scrivetemi la versione...:)

Risposte
pukketta
wow...ok!
-chiudo-

SuperGaara
Sì penso sia quella :yes

pukketta
su splash nn c'è la traduzione...ora cerco altrove!


iuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
dovrebbe essere questa!!!
Muzio, sopportando a fatica che la nostra città fosse oppressa da Porsenna re degli Etruschi con una pesante e lunga guerra, armatosi di spada, penetrò di nascosto nell'accampamento di quello e tentò di ucciderlo mentre stava sacrificando (lett.: uccidere lui che sacrificava) davanti agli altari. Sorpreso tuttavia nel mezzo dell'esecuzione del (suo) progetto patriottico (lett.: pio) e nello stesso tempo coraggioso, non nascose la causa della (sua) venuta e mostrò con straordinaria sopportazione quanto disprezzasse le torture: infatti odiando, credo, la sua (mano) destra, poiché non aveva potuto servirsi della sua opera nell'uccisione del re, sopportò che bruciasse dopo aver(la) posta sopra un braciere. Gli dei immortali certamente non guardarono (mai) con occhi più attenti nessun sacrificio celebrato presso gli altari. Costrinse anche lo stesso Porsenna a dimenticare il suo pericolo e a cambiare (lett.: dimentico del suo pericolo, a cambiare) la sua vendetta in ammirazione. Infatti disse: "Ritorna dai tuoi, Muzio, e riferisci loro che tu, pur avendo attentato alla mia vita, sei stato graziato da me (lett.: sei stato da me donato con la vita)". E (Muzio), non avendone adulato la clemenza, più afflitto per la salvezza di Porsenna che lieto per la sua, se ne tornò a Roma con l’appellativo di Scevola a titolo di gloria immortale (lett.: rese se stesso alla città con il soprannome di Scevola di eterna gloria).

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