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I rapporti di Cesare con i suoi soldati
Cesare giudicava i suoi soldati né dai costumi né dall'aspetto, ma solo dalle forze e li trattava con uguale severità e indulgenza. Non considerava tutti i loro difetti né li puniva in proporzione ad essi, ma acerrimo ricercatore e punitore di disertori e sediziosi, chiudeva gli occhi sugli altri. Né dinanzi ad un'assemblea li chiamava "soldati", ma con il termine più affettuoso "commilitoni" e li voleva ben equipaggiati, e li ornava di armi rifinite con oro e argento. Li amava a tal punto che dopo che seppe la notizia della strage di Titurio, si lasciò crescere la barba e i capelli e non li tagliò prima di averlo vendicato.
:hi
Cesare giudicava i suoi soldati né dai costumi né dall'aspetto, ma solo dalle forze e li trattava con uguale severità e indulgenza. Non considerava tutti i loro difetti né li puniva in proporzione ad essi, ma acerrimo ricercatore e punitore di disertori e sediziosi, chiudeva gli occhi sugli altri. Né dinanzi ad un'assemblea li chiamava "soldati", ma con il termine più affettuoso "commilitoni" e li voleva ben equipaggiati, e li ornava di armi rifinite con oro e argento. Li amava a tal punto che dopo che seppe la notizia della strage di Titurio, si lasciò crescere la barba e i capelli e non li tagliò prima di averlo vendicato.
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