Versione urgente!!!
IL RE TARQUINIO
di EUTROPIO
MODULI DI LINGUA LATINA-TOMO 1 pag.121 n°2
L.Tarquinius Superbus,septimus atque ultimus regum, Volscos vicit, Gabios civitatem et Suessam Pometiam subegit, cum Tuscis pacem fecit et templum lovi in Capitolio aedificat.
Postea Ardeam civitatem oppugnavit et imperium amisit. Nam, cum filio suo clarae feminae Lucretiae et pudicae, Collatini uxori, iniuriam fecit, Tum mulier de iniuria patrem edocuit et postea se occidit. Igitur Brutus populum concitavit et Tarquinio ademit. Mox milites quoque regem reliquerunt; postremo Romam venit rex, portas clausas invenit et cum uxore liberisque fugit.
grazie mille michelle
di EUTROPIO
MODULI DI LINGUA LATINA-TOMO 1 pag.121 n°2
L.Tarquinius Superbus,septimus atque ultimus regum, Volscos vicit, Gabios civitatem et Suessam Pometiam subegit, cum Tuscis pacem fecit et templum lovi in Capitolio aedificat.
Postea Ardeam civitatem oppugnavit et imperium amisit. Nam, cum filio suo clarae feminae Lucretiae et pudicae, Collatini uxori, iniuriam fecit, Tum mulier de iniuria patrem edocuit et postea se occidit. Igitur Brutus populum concitavit et Tarquinio ademit. Mox milites quoque regem reliquerunt; postremo Romam venit rex, portas clausas invenit et cum uxore liberisque fugit.
grazie mille michelle
Risposte
Ok chiudo, brava italocca!
di niente..;)
grazie infinite
L. Tarquinius Superbus, septimus atque ultimus regum, Volscos, quae gens ad Campaniam euntibus non longe ab urbe est, vicit, Gabios civitatem et Suessam Pometiam subegit, cum Tuscis pacem fecit et templum Jovis in Capitolio aedificavit. Postea Ardeam oppugnans, in octavo decimo miliario ab urbe Roma positam civitatem, imperium perdidit. Nam cum filius eius, et ipse Tarquinius iunior, nobilissimam feminam Lucretiam eandemque pudicissimam, Collatini uxorem, stuprasset eaque de iniuria marito et patri et amicis questa fuisset, in omnium conspectu se occidit. Propter quam causam Brutus, parens et ipse Tarquinii, populum concitavit et Tarquinio ademit imperium. Mox exercitus quoque eum, qui civitatem Ardeam cum ipso rege oppugnabat, reliquit; veniensque ad urbem rex portis clausis exclusus est, cumque imperasset annos quattuor et viginti cum uxore et liberis suis fugit. Ita Romae regnatum est per septem reges annis ducentis quadraginta tribus, cum adhuc Roma, ubi plurimum, vix usque ad quintum decimum miliarium possideret.
L. Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo dei re, vinse i Volsci, popolo che non è molto distante dalla città per chi va verso la Campania, sottomise la città di Gabii e Suessa Pomezia, stipulò la pace con gli Etruschi e edificò il tempio di Giove sul Campidoglio. In seguito, mentre attaccava Ardea, città posta a diciotto miglia dalla città di Roma, perse il potere. Infatti, visto che suo figlio, di nome anch'egli Tarquinio, aveva violentato Lucrezia, moglie di Collatino, donna assai nobile e anche assai virtuosa, e dato che ella si era lamentata dell'ingiuria con il marito, il padre e gli amici, si suicidò al cospetto di tutti. A causa di ciò Bruto, egli stesso parente di Tarquinio, infiammò il popolo e tolse il potere a Tarquinio. Subito dopo anche l'esercito, che assediava la città di Ardea con il re stesso, lo abbandonò; e giungendo il re a Roma, dato che erano state chiuse le porte, fu lasciato fuori, e dopo avere regnato per ventiquattro anni fuggì con la moglie e i suoi figli. Così a Roma sette re regnarono per 243 anni, quando fino a quel momento Roma, tutt'al più, possedeva un territorio che arrivava a stento alle quindici miglia.
L. Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo dei re, vinse i Volsci, popolo che non è molto distante dalla città per chi va verso la Campania, sottomise la città di Gabii e Suessa Pomezia, stipulò la pace con gli Etruschi e edificò il tempio di Giove sul Campidoglio. In seguito, mentre attaccava Ardea, città posta a diciotto miglia dalla città di Roma, perse il potere. Infatti, visto che suo figlio, di nome anch'egli Tarquinio, aveva violentato Lucrezia, moglie di Collatino, donna assai nobile e anche assai virtuosa, e dato che ella si era lamentata dell'ingiuria con il marito, il padre e gli amici, si suicidò al cospetto di tutti. A causa di ciò Bruto, egli stesso parente di Tarquinio, infiammò il popolo e tolse il potere a Tarquinio. Subito dopo anche l'esercito, che assediava la città di Ardea con il re stesso, lo abbandonò; e giungendo il re a Roma, dato che erano state chiuse le porte, fu lasciato fuori, e dopo avere regnato per ventiquattro anni fuggì con la moglie e i suoi figli. Così a Roma sette re regnarono per 243 anni, quando fino a quel momento Roma, tutt'al più, possedeva un territorio che arrivava a stento alle quindici miglia.
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