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La versione è: Imprese di Cimone
Inizio: Habebat Cimon satis eloquantiae, summam liberalitatem, magnam prudentiam et iuris civilis er rei militaris:
Fine: ,magna praeda potitus est et Atheniensium imperium propagavit.
Grazie in anticipo!
La versione è: Imprese di Cimone
Inizio: Habebat Cimon satis eloquantiae, summam liberalitatem, magnam prudentiam et iuris civilis er rei militaris:
Fine: ,magna praeda potitus est et Atheniensium imperium propagavit.
Grazie in anticipo!
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Cimon, Miltiadis filius, Atheniensis habebat in matrimonio sororem germanam suam, nomine Elpinicen. Cimon celeriter ad principatum pervenit. Habebat enim satis eloquentiae, summam liberalitatem, magnam prudentiam cum iuris civilis tum rei militaris, quod cum patre a puero in exercitibus fuerat. Itaque Cimon et populum urbanum in sua tenuit potestate et apud exercitum plurimum [«moltissimo»] valuit auctoritate. Primum imperator apud flumen Strymona magnas copias Thraecum fugavit, oppidum Amphipolim constituit eoque Athenienses in coloniam misit. Idem iterum apud Mycalen Cypriorum et Phoenicum classem devinxit eodemque die parem fortunam in terra habuit. Namque ex classe copias suas eduxit et barbarorum magnam vim uno concursu prostravit. Cimonem Athenienses non solum in bello, sed etiam in pace diu desideraverunt.
Cimone l'Ateniese, figlio di Milziade, aveva sposato la sorella consanguinea di nome Elpinice. Cimone velocemente giunse al principato. Aveva infatti abbastanza eloquenza, somma liberalità, grande prudenza sia negli affari civili che militari, per il fatto che era stato con il padre da fanciullo negli eserciti. E così Cimone tenne sotto il suo potere il popolo urbano e valse molto in autorità presso l'esercito. Per prima cosa il generale presso il fiume Strimone mise in fuga grandi truppe di traci, fondò la città di Anfipoli e nello stesso luogo mandò nella colonia gli Ateniesi. Allora stesso modo presso Micele sconfisse la flotta dei degli abitanti di cipro e dei cartaginesi e nello stesso giorno ebbe in terra simile fortuna. Infatti condusse fuori dalla flotta le sue truppe e prostrò con un solo concorso la grande forza dei barbari. Gli ateniesi desideravano Cimone non solo in guerra ma anche in pace.
Cimone l'Ateniese, figlio di Milziade, aveva sposato la sorella consanguinea di nome Elpinice. Cimone velocemente giunse al principato. Aveva infatti abbastanza eloquenza, somma liberalità, grande prudenza sia negli affari civili che militari, per il fatto che era stato con il padre da fanciullo negli eserciti. E così Cimone tenne sotto il suo potere il popolo urbano e valse molto in autorità presso l'esercito. Per prima cosa il generale presso il fiume Strimone mise in fuga grandi truppe di traci, fondò la città di Anfipoli e nello stesso luogo mandò nella colonia gli Ateniesi. Allora stesso modo presso Micele sconfisse la flotta dei degli abitanti di cipro e dei cartaginesi e nello stesso giorno ebbe in terra simile fortuna. Infatti condusse fuori dalla flotta le sue truppe e prostrò con un solo concorso la grande forza dei barbari. Gli ateniesi desideravano Cimone non solo in guerra ma anche in pace.
2] Habebat enim satis eloquentiae, summam liberalitatem, magnam prudentiam cum iuris civilis tum rei militaris, quod cum patre a puero in exercitibus fuerat versatus. Itaque hic et populum urbanum in sua tenuit potestate et apud exercitum plurimum valuit auctoritate. 2 Primum imperator apud flumen Strymona magnas copias Thracum fugavit, oppidum Amphipolim constituit eoque X milia Atheniensium in coloniam misit. Idem iterum apud Mycalen Cypriorum et Phoenicum ducentarum navium classem devictam cepit eodemque die pari fortuna in terra usus est: 3 namque hostium navibus captis statim ex classe copias suas eduxit barbarorumque maximam vim uno concursu prostravit. 4 Qua victoria magna praeda potitus cum domum reverteretur, quod iam nonnullae insulae propter acerbitatem imperii defecerant, bene animatas confirmavit, alienatas ad officium redire coegit. 5 Scyrum, quam eo tempore Dolopes incolebant, quod contumacius se gesserant, vacuefecit, sessores veteres urbe insulaque eiecit, agros civibus divisit. Thasios opulentia fretos suo adventu fregit. His ex manubiis arx Athenarum, qua ad meridiem vergit, est ornata.
[2] Era dotato, infatti, di buona eloquenza, di grandissima generosità, di notevole perizia sia del diritto civile che dell'arte militare, perché fin da piccolo era stato col padre in mezzo agli eserciti. Così tenne in suo potere il popolo della città e godette presso l'esercito di un grandissimo prestigio. 2 Dapprima come comandante mise in fuga presso il fiume Strírnone un grande esercito di Traci, fondò la piazzaforte di Anfipoli e inviò colà, per costituirvi una colonia, diecimila Ateniesi. Ancora presso Mícale vinse e catturò una flotta di duecento navi di Ciprioti e Fenici e nella stessa giornata conseguì un pari successo sulla terraferma. 3 Infatti, catturate le navi dei nemici, fece subito sbarcare dalla flotta le sue truppe e in un solo assalto annientò una grandissima moltitudine di barbari. 4 Con questa vittoria si impadronì di una grande preda e mentre tornava in patria, dato che alcune isole si erano ribellate per la durezza del dominio ateniese, riaffermò il potere su quelle ben disposte, costrinse all'obbedienza le ribelli. 5 Spopolò Sciro, che allora era abitata dai Dòlopi, perché si erano comportati in modo arrogante, cacciò dalla città e dall'isola i vecchi abitanti, divise i campi tra i cittadini ateniesi. Appena arrivato, vinse gli abitanti di Taso, fiduciosi nella loro ricchezza. Con questo bottino fu adornata la rocca di Atene, nella parte meridionale.
[2] Era dotato, infatti, di buona eloquenza, di grandissima generosità, di notevole perizia sia del diritto civile che dell'arte militare, perché fin da piccolo era stato col padre in mezzo agli eserciti. Così tenne in suo potere il popolo della città e godette presso l'esercito di un grandissimo prestigio. 2 Dapprima come comandante mise in fuga presso il fiume Strírnone un grande esercito di Traci, fondò la piazzaforte di Anfipoli e inviò colà, per costituirvi una colonia, diecimila Ateniesi. Ancora presso Mícale vinse e catturò una flotta di duecento navi di Ciprioti e Fenici e nella stessa giornata conseguì un pari successo sulla terraferma. 3 Infatti, catturate le navi dei nemici, fece subito sbarcare dalla flotta le sue truppe e in un solo assalto annientò una grandissima moltitudine di barbari. 4 Con questa vittoria si impadronì di una grande preda e mentre tornava in patria, dato che alcune isole si erano ribellate per la durezza del dominio ateniese, riaffermò il potere su quelle ben disposte, costrinse all'obbedienza le ribelli. 5 Spopolò Sciro, che allora era abitata dai Dòlopi, perché si erano comportati in modo arrogante, cacciò dalla città e dall'isola i vecchi abitanti, divise i campi tra i cittadini ateniesi. Appena arrivato, vinse gli abitanti di Taso, fiduciosi nella loro ricchezza. Con questo bottino fu adornata la rocca di Atene, nella parte meridionale.
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