Versione latina (303243)
Arachne, virgo ex Lydia oriunda, telas summo artificio texebat atque mirifĭce acu pingebat. Quia Arachnes peritia magnis laudibus totā Lydiā celebrabatur, magna cum superbia puella cum Minerva, artium dea, se comparabat et olim publice adfirmavit: «Quod telae meae mirabiles sunt, ego Minervae impar non sum: ne dea quidem Arachnem peritiā superat!». Minerva, cum rem cognovit, anili habitu in Lydiam ad puellam venit et: «Nulla mortalis mulier – inquit – artificio te superat, sed certe Minervae impar es!». Quoniam Arachne arroganter respondĕrat, dea irata clamavit: «Cum poenam ob superbiam tuam cognovĕris, frustra veniam meam petes. Semper filo dependebis, fila deduces telasque in aeternum texes!» et statim virginem in aranĕam convertit.
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Aracne, fanciulla originaria della Lidia, tesseva le tele con grandissima perizia e ricamava straordinariamente con l'ago. Poiché Aracne era celebrata per l'abilità con grandi lodi in tutta la Lidia, la fanciulla con grande arroganza si paragonava a Minerva, dea delle arti, e un giorno affermò pubblicamente: «Poiché le mie tele sono straordinarie, io non sono inferiore a Minerva: neppure la dea supera Aracne in abilità!». Minerva, quando seppe la cosa, si recò in Lidia dalla fanciulla con l'aspetto di una vecchia e disse: «Nessuna donna mortale ti supera in abilità, ma senza dubbio sei inferiore a Minerva!». Poiché Aracne aveva risposto in maniera arrogante, la dea, adirata, gridò: «Quando apprenderai il castigo per la tua superbia, chiederai invano il mio perdono. Penderai sempre da un filo, emetterai fili e tesserai tele in eterno!» e subito trasformò la fanciulla in ragno.
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