Versione di latino urgente per domani (13234)

davidominus
Titolo: Origine del malcostume a Roma
Autore: Sallustio

Sed ubi labore atque iustitia res publica crevit et nationes ferae et populi ingentes vi subacti sunt et Carthago aemula imperi Romani deleta est, saevire fortuna ac miscere omnia incepit. Otium et divitiae miseriae et corruptionis causa fuerunt iis qui labores, pericula, dubias atque asperas res toleraverant. Igitur primo pecuniae, deinde imperii cupido crevit: eae quasi materies omnium malorum fuere. Nam ante Carthaginem deletam populus et senatus Romanus placide modesteque inter se rem publicam tractabant, neque de gloria neque de dominatione certamen inter cives erat: metus hostium in bonis artibus civitatem retinebat. Sed ubi illa (=quella, nom.) formido decessit, lascivia atque superbia, quas res secundae amant, incesserunt. Ita illud (=quello, nom. n.) otium, quod in adveris rebus optaverant, asperum et acerbum fuit: res publica dilacerata est.

Risposte
cinci
chiudo

davidominus
grazie mille cinci

cinci
Ma quando la repubblica crebbe con la fatica ed il lavoro e i popoli feroci e cattivi vennero sottomessi e Cartagine fu distrutta come imitatrice dell'impero romano, la buona sorte prende ad incattivirsi ed a mescolare tutto. L'ozio e la povertà di ricchezze furono la causa della corruzione, e chi si era impegnato, mal sopportò tutto questo. Quindi per prima cosa crebbe il desiderio di soldi, e poi di comando: era cosa comune. Infatti primache Cartagine venisse distrutta i cittadini ed il senato erano in buoni rapporti, e non c'era guerra per avere la gloria e la possibilità di dominare: si nascondeva nei cittadini buoni ed onesti la paura dei nemici. Ma quando quella concordia venne a mancare, iniziarono i problemi. Così quel far nulla, che avevano scelto nelle situazioni avverse, divenne aspro e fu prematuro: così lo stato venne distrutto.

:hi

davidominus
grazie angulusridet

angulusridet
Ma quando la repubblica si fu ingrandita col lavoro e la giustizia, quando i grandi re furono domati con la guerra, quando le nazioni selvagge e tutti i popoli furono sottomessi con la forza, quando Cartagine rivale dell'Impero Romano fu distrutta alla radice e quando ormai erano aperti tutti i mari e le terre, la sorte cominciò a infuriare e a mettere sottosopra tutte le cose. Coloro i quali avevano tollerato facilmente lavori pesanti, pericoli, situazioni aspre e dubbie, proprio a loro in altri momenti l'ozio e le ricchezze furono di peso e di rovina. Dunque per prima cosa crebbe il desiderio di ricchezze e quindi quello del potere; queste cose per così dire furono l'origine di tutti i mali. Ed infatti l'avidità sovvertì la fiducia, l'onestà e tutte le altre qualità del comportamento; al posto di queste si insegnò la superbia , la crudeltà, a rinnegare gli dei e ad avere tutto come oggetto di prezzo. L'ambizione spinse molti mortali a diventare disonesti , ad avere una cosa chiusa nel cuore ed un'altra manifesta sulla lingua, a stimare amicizie ed inimicizie non dai fatti ma dai vantaggi e a reputare migliore l'aspetto esteriore dell'intelligenza. Queste cose sulle prime incominciarono a crescere a poco a poco e talora ad essere vendicate; ma dopo, quando la contaminazione si estese quasi come una pestilenza, il governo/la città mutò e l'impero da giustissimo e ottimo divenne crudele ed intollerante.

davidominus
grazie comunque Superstep9, ma mi servirebbe la traduzione di quella che ho postato io

Superstep9
qst è simile non so ti può essere utile ..la posto lo stesso

Ma quando la repubblica si fu ingrandita col lavoro e la giustizia, quando i grandi re furono domati con la guerra, quando le nazioni selvagge e tutti i popoli furono sottomessi con la forza, quando Cartagine rivale dell'Impero Romano fu distrutta alla radice e quando ormai erano aperti tutti i mari e le terre, la sorte cominciò a infuriare e a mettere sottosopra tutte le cose. Coloro i quali avevano tollerato facilmente lavori pesanti, pericoli, situazioni aspre e dubbie, proprio a loro in altri momenti l'ozio e le ricchezze furono di peso e di rovina. Dunque per prima cosa crebbe il desiderio di ricchezze e quindi quello del potere; queste cose per così dire furono l'origine di tutti i mali. Ed infatti l'avidità sovvertì la fiducia, l'onestà e tutte le altre qualità del comportamento; al posto di queste si insegnò la superbia , la crudeltà, a rinnegare gli dei e ad avere tutto come oggetto di prezzo. L'ambizione spinse molti mortali a diventare disonesti , ad avere una cosa chiusa nel cuore ed un'altra manifesta sulla lingua, a stimare amicizie ed inimicizie non dai fatti ma dai vantaggi e a reputare migliore l'aspetto esteriore dell'intelligenza. Queste cose sulle prime incominciarono a crescere a poco a poco e talora ad essere vendicate; ma dopo, quando la contaminazione si estese quasi come una pestilenza, il governo/la città mutò e l'impero da giustissimo e ottimo divenne crudele ed intollerante.

Originale:
Sed in magna copia rerum aliud alii natura iter ostendit. Pulchrum est bene facere rei publicae, etiam bene dicere haud absurdum est: vel pace vel bello clarum fieri licet; et qui fecere, et qui facta aliorum scripsere, multi laudantur. Ac
mihi quidem, tametsi haudquaquam par gloria sequitur scriptorem et auctorem rerum, tamen in primis arduum videtur res gestas scribere: primum, quod facta dictis exaequanda sunt; dehinc, quia plerique, quae delicta reprehenders, malevolentia et invidia dicta putant; ubi de magna virtute atque gloria bonorum memores, quae sibi quisque facilia factu putat, aequo animo accipit, supra ea veluti ficta pro falsis ducit. Sed ego adulescentulus initio, sicuti plerique, studio ad rem publicam latus sum, ibique mihi multa advors fuere. Nam pro pudore, pro abstinentia, pro virtute, audacia, largitio, avaritia vigebant. Quae tametsi animus aspernabatur, insolens malarum artium, tamen inter tanta vitia imbecilla aetas ambitione corrupta tenebatur; ac me, cum ab relicuorum malis moribus dissentirem, nihilo minus honoris cupido eadem quae ceteros fama atque invidia vexabat.

Questa discussione è stata chiusa