Versione di latino su coriolano
ciao a tutti.. qualcuno può aiutarmi con questa versione? è x domani.. si intitola fermezza di coriolano e inizia con "coriolanus maximi vir animi et altissimi.." e finise con "exitium imminens lamentabantur".. grazie 1000..
Risposte
Prego ;)
Chiudo il thread :hi
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xfetto grazie!! :satisfied :hi
Questo è il testo originale di Valerio Massimo con la traduzione. Non so se coincide esattamente con il tuo, dal momento che non l'hai inserito, però ti può in ogni caso essere un'ottima guida per fare la tua traduzione ;)
Valerio Massimo - Factorum Et Dictorum Memorabilium Libri Novem - Liber V - 4
Coriolanus maximi vir animi et altissimi consilii optimeque de re publica meritus iniquissimae damnationis ruina prostratus ad Volscos infestos tunc Romanis confugit. magno ubique pretio virtus aestimatur. itaque, quo latebras quaesitum venerat, ibi brevi summum est adeptus imperium, evenitque ut quem pro se salutarem imperatorem cives habere noluerant, paene pestiferum adversus se ducem experirentur: frequenter enim fusis exercitibus nostris victoriarum suarum gradibus aditum iuxta moenia urbis Volsco militi struxit. quapropter fastidiosus ille in aestimandis bonis suis populus, qui reo non pepercerat, exuli coactus est supplicare. missi ad eum deprecandum legati nihil profecerunt: missi deinde sacerdotes cum infulis aeque sine effectu redierunt. stupebat senatus, trepidabat populus, viri pariter ac mulieres exitium imminens lamentabantur.
Coriolano, uomo di grandissimo animo et altissimo consiglio, e che ottimamente avea meritato della republica, abbattuto per la ruina della iniquissima dannazione, fuggìe a' Volschi allora inimici de' Romani. In ciascuno luogo è stimata la virtù grande prezzo. Adunque colui, il quale era venuto a trovare dove s' ascondesse, quivi s' acquistò in brevissimo tempo massimo imperio. Et avvenne che colui, il quale li cittadini non aveano voluto per loro salutevole imperadore, quasi contra sè provassero pestilenzioso duca. Spesse volte rotte l' osti nostre, [con] scaglioni e montamenti di sue vittorie ordinò [a'] cavalieri volschi l' entrata presso a le mura della città romana. Per la quale cosa quello popolo, fastidioso in estimare li suoi beni, lo quale non avea perdonato allo accusato Coriolano, fu costretto di pregare umilmente lo sbandito. Mandati ambasciadori a pregarlo, nulla fecero. Poi mandati li sacerdoti colle mitre, igualmente sanza effetto tornaro. Stipidito il senato era, pauroso il popolo, li uomini e le femine igualmente si compiangeano del distruggimento loro che soprastava.
Valerio Massimo - Factorum Et Dictorum Memorabilium Libri Novem - Liber V - 4
Coriolanus maximi vir animi et altissimi consilii optimeque de re publica meritus iniquissimae damnationis ruina prostratus ad Volscos infestos tunc Romanis confugit. magno ubique pretio virtus aestimatur. itaque, quo latebras quaesitum venerat, ibi brevi summum est adeptus imperium, evenitque ut quem pro se salutarem imperatorem cives habere noluerant, paene pestiferum adversus se ducem experirentur: frequenter enim fusis exercitibus nostris victoriarum suarum gradibus aditum iuxta moenia urbis Volsco militi struxit. quapropter fastidiosus ille in aestimandis bonis suis populus, qui reo non pepercerat, exuli coactus est supplicare. missi ad eum deprecandum legati nihil profecerunt: missi deinde sacerdotes cum infulis aeque sine effectu redierunt. stupebat senatus, trepidabat populus, viri pariter ac mulieres exitium imminens lamentabantur.
Coriolano, uomo di grandissimo animo et altissimo consiglio, e che ottimamente avea meritato della republica, abbattuto per la ruina della iniquissima dannazione, fuggìe a' Volschi allora inimici de' Romani. In ciascuno luogo è stimata la virtù grande prezzo. Adunque colui, il quale era venuto a trovare dove s' ascondesse, quivi s' acquistò in brevissimo tempo massimo imperio. Et avvenne che colui, il quale li cittadini non aveano voluto per loro salutevole imperadore, quasi contra sè provassero pestilenzioso duca. Spesse volte rotte l' osti nostre, [con] scaglioni e montamenti di sue vittorie ordinò [a'] cavalieri volschi l' entrata presso a le mura della città romana. Per la quale cosa quello popolo, fastidioso in estimare li suoi beni, lo quale non avea perdonato allo accusato Coriolano, fu costretto di pregare umilmente lo sbandito. Mandati ambasciadori a pregarlo, nulla fecero. Poi mandati li sacerdoti colle mitre, igualmente sanza effetto tornaro. Stipidito il senato era, pauroso il popolo, li uomini e le femine igualmente si compiangeano del distruggimento loro che soprastava.
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