Versione di latino (mi serve x le 18,00)
Ego puer rogavi te Deum, auxilium et refugium meum, et clementiam tuam: nam in schola saepe vapulabant et flebam, quia et plagae meae ridebantur a maioribus viris et etiam a parentibus meis: ii enim certe mihi nullum malum optabant, sed verbera magistrorum meorum mihi magnum tunc malum fuerunt. Plagae a discipulis semper timebantur et nunc eos formidant, at parentes nostri ridebant ea tormenta, quibus nos pueri a magistris affligebantur. Nos discipuli ea cognovimus et timuimus, sed nostra culpa peccabamus, quia interdum male scribebamus in tabulis ceratis aut male fabulas legebamus: itaque parvum fructum scholae nobis traximus. Saepius in antiquis romanorum scholis iuvenes verberati et abiecti sunt a suis magistris.
Risposte
Bravissimo Cinci!
Chiudo :hi
Chiudo :hi
grazie mille!!!!!!!!!!!!!!!
Io, ragazzo, chiedevo a te, Dio, mio aiuto e mio rifugio, la tua clemenza: infatti a scuola spesso davano ceffoni e piangevo, perché ero preso in giro per le mie punizionii sia dai superiori che dai miei genitori: essi certamente non desideravano per me alcun male, ma le bacchettate dei miei maestrri erano per me altro che male. Le punizioni erano sempre temute dagli studenti ed ora essi ne hanno proprio paura, ma i nostri genitori ridono di quelle vessazioni, che ci sono inflitte dai maestri. Noi alunni le conosciamo e ne abbiamo terrore, ma, per causa nostra, facciamo una mancanza, poiché o scriviamo male sulle tavolette di cera, o leggiamo male le fiabe: così almeno traiamo dalla scuola un piccolo insegnamento. Spesso, nelle scuole antiche dei Romani, i ragazzi erano bacchettati e trascurati dagli insegnanti.
Ma qual era la difficoltà?
:hi
Ma qual era la difficoltà?
:hi
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